Prosa, Danza, Lirica, Concerti: il cartellone del “F. Cilea”

Questo il cartellone degli spettacoli in programma al Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria nel 2010. Il 29/30 e 31 gennaio: “Il gioco delle parti” di Luigi Pirandello (Teatro Stabile di Calabria Geppy Gleijeses – con Marinella Bargilli e Leandro Amato – progetto e drammaturgia di Egisto Marcucci – regia di Elisabetta Courir). Il 2 e 3 febbraio: “Rhyrh.mix”, atlete che danzano (Federazione Italiana Ginnastica Ritmica – coreografie di Barbara Cardinetti). L’ 8/9 e 10 febbraio: “I casi sono due” di Armando Curcio (con Carlo Giuffrè, Angela Pagano, Ernesto Lama – regia di Carlo Giuffrè – Diana Or.I.S.).

Il 25 e il 27 febbraio: “Falstaff” di Giuseppe Verdi (libretto di A. Boito – direttore d’orchestra Marco Boemi – regia Renato Bruson – scenografo/costumista Tita Tegano – con Renato Bruson, Mario Cassi, Chiara Giudice e Vernica Simeoni – orchestra del teatro “F. Cilea” e coro lirico “F. Cilea”). Il 3 marzo: “Carmina Burana” di Carl Orff (direttore d’orchestra Julian Kovatchev – con Paola Cigna, soprano, Gabriele Viviani, baritono, e Matthias Rexroth, controtenore – orchestra del teatro “F. Cilea” e coro lirico “F. Cilea”). Il 4/5 e 6 marzo: “Teo Teocoli Show” con “La Compagnia dei Giovani” (Project e T-Time). Il 10/11 marzo: “Les ballets jazz de Montreal Rossini Cards” (coreografie di Mauro Bigonzetti) prima nazionale. “Jack in a box” (coreografie di Aszure Beton).  L’11 aprile: concerto sinfonico “Overture Candide” di Leonard Bernstein, “Un americano a Parigi” di George Gershwin (concerto per clarinetto ed orchestra d’archi – pianoforte ed arpa Aaron Copland), “V^ Sinfonia in do minore Op. 67” di L. Van Beethoven (direttore d’orchestra Giacomo Sagripanti – orchestra del teatro “F. Cilea”). Il 22/23 aprile: “Au cafè”, l’ensamble di Micha Van Hoecke (allestimento in esclusiva per il teatro “F. Cilea”). Il 4 ed il 6 maggio: “La vedova allegra” di Fran Lehar (libretto di V. Lèon e L. Stein – direttore d’orchestra Michael Tomaschek – regia, scene, costumi, attrezzerie, parrucche e calzature Mario De Carlo – con Paoletta Marroccu, Alessandro Safina e Giacomo Battaglia – orchestra del teatro “F. Cilea” e coro lirico “F. Cilea”).

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Reggina Cesena 1-3: le interviste post gara

Brutta la Reggina. Forse ancor più brutta che nelle precedenti occasioni, se possibile. Una squadra senza anima, senza cuore, senza dignità, senza coglioni. Una squadra assai mediocre, un allenatore adeguato a lei. Un DS che “non cunta e non ‘ccusa”, un presidente (nella foto d'archivio con le mani alte chiuse in segno di giubilo: oggi le mani alzate le ha aperte in segno di resa?) confuso, disorientato, destabilizzato dalle sue stesse scelte. Una squadra allo sbando, che non sa più cosa fare e, soprattutto, come farlo. Ma, del resto, rispondere alla domanda se può fare qualcosa è fin troppo facile: non può far nulla perché non ha in dote le potenzialità per cambiare il corso delle cose. Un “corso” in discesa libera, senza freni, senza neppure un barlume di qualcosa di positivo all’orizzonte. In sala stampa si commentano i fatti tra colleghi. Chi punta il dito sulla squadra (ed ha ragione), chi lo fa additando l’allenatore (ed ha ragione pure) e chi, come noi, pensiamo che il principale responsabile di tutto questo sia il presidente Foti reo di scelte frutto della confusione evidente che pare regnare sovrana.

Il Cesena è squadra forte, certo, ma perdere senza lottare, per giunta dopo essere passati in vantaggio, non è cosa che si può vedere. Non ci sono alibi, non ce ne possono essere quando la situazione è questa. Non esistono scuse da accampare per una squadra che, dopo 22 giornate, ha raccolto 23 punti. Fosse la Reggina una neo promossa in B ci potrebbe anche stare, ma essendo una neo retrocessa dalla A e avendo sbandierato ai 4 venti le sue inderogabili intenzioni di tornare subito da dove era arrivata allora le cose cambiano e di molto. Abbiamo in tasca l’accredito stampa e quando, recandoci allo stadio, lo prendiamo per passarlo nel marchingegno che fa aprire il tornello, ci rifiutiamo di guardarlo per la scritta che reca stampata a caratteri cubitali. “Sono qui per vincere”, c’è scritto. E’ la frase con cui si presentò Novellino in un caldissimo pomeriggio di luglio davanti ad entusiasti tifosi e ad una stampa anch’essa convinta che le scelte fatte da Foti fossero sinonimo di garanzia di un immediato ritorno in serie A. D’altro canto, non sbagliammo solo noi ma l’intera penisola calcistica: “la Reggina ed il Torino sono le due principali candidate alla promozione.” Non è andata così e bene presto lo notammo, noi e tutti gli altri. Adesso la Reggina è quart’ultima a quota 23 e dietro di lei, a quota 21, c’è il Piacenza che deve recuperare una gara. Ne vien da sé che, teoricamente, il suo quart’ultimo posto possa equivalere al terz’ultimo con solo Mantova e Salernitana alle sue spalle. Sigh! Che vergogna. In sala stampa il primo a presentarsi è l’allenatore del Cesena Bisoli. L’abbiamo vista agitarsi in panchina ad incitare, rimproverare, consigliare i suoi nonostante il risultato fosse già ampiamente acquisito, è il suo modo di intendere il calcio? “Si, certo. Io sono fatto così. Non mi adagerei sugli allori nemmeno se stessi vincendo nettamente. Sono abituato a non mollare mai perché so bene che quando si potrebbe pensare di aver raggiunto l’obiettivo vittoria può succedere di tutto che stravolga la partita. E poi bisogna tenere i giocatori sotto tensione, sotto pressione, altrimenti il rischio di cedere c’è sempre.” Fosse finita in parità sarebbe stato un risultato scandaloso? “Questo non lo so, ma potevamo pareggiare se non ci fosse stato un Antonioli straordinario e determinante. Non tanto sul rigore calciato centralmente (a proposito, complimenti Pagano, n.d.r.), ma sull’intervento di qualche secondo prima quando ha deviato in angolo un tiro che non ha potuto nemmeno vedere partire. Ha 40 anni ma gioca come se ne avesse 20.” Chi sono i titolari nella sua squadra (gli chiede un collega romagnolo)? “Non ci sono titolari nella mia squadra. I presunti tali sono 4, per il resto esiste il gruppo ed è questa la nostra forza. Vi faccio un esempio. Ieri pomeriggio non ci siamo potuti allenare per via degli orari degli aerei per arrivare a Reggio e lo abbiamo fatto stamattina in mezzo alla strada. Si, in mezzo alla strada. Nei pressi dell’albergo c’è uno spiazzo con una salita e lì abbiamo fatto corsa ed altro ancora. Ecco cos’è il gruppo e perché ritengo di avere dei giocatori eccezionali.” Lei vive la partita sempre come l’abbiamo vista oggi? “Si, io sono così: agitato ma tranquillo. Non mi arrabbio mai con gli arbitri, non mi arrabbio mai con gli avversari e non mi arrabbio mai neppure con i miei giocatori. Li incito, li sprono, gli sono accanto pur essendo fuori. Loro vedono me e non abbassano la guardia. Credo che se mi vedessero seduto in panchina si preoccuperebbero.” In che cosa il Cesena è stato superiore alla Reggina? “Nel possesso palla. A parte i primi 20 minuti in cui la Reggina ci è stata superiore, nei restanti 70 e passa abbiamo giocato davvero bene.” Come contraddirlo? Tra la sua squadra e la Reggina c’è un abisso e non solo come punti in classifica: in tutto! In primis nella cosa più importante che rende un nugolo di giocatori una squadra: il significato, l’essenza, della parola “gruppo”! Dopo Bisoli ci aspettiamo Iaconi anche se sappiamo che il suo esonero dovrebbe essere assai imminente. A confortarci in questa nostra tesi il fatto che in sala stampa si presenta il presidente Foti. Quando l’ha fatto in passato è sempre stato indicatore che qualcosa stava per succedere e non ci lasciamo sfuggire l’occasione per chiederglielo. Presidente, la sua presenza qui significa che anche Iaconi è arrivato al capolinea? “E’ giusto che io che sono il presidente mi assuma davanti a tutti le responsabilità di quanto sta accadendo da inizio anno. E’ giusto che faccia questo e che mi confronti con voi della Stampa e, per vostro tramite, anche con chiunque altro. E’ un periodo molto ma molto difficile. L’unico nostro obiettivo è e dev’essere quello di mantenere la categoria. Non ne abbiamo altri.” Ma come? Se fino alla vigilia di questa gara l’unico a parlare di salvezza era proprio Iaconi mentre Foti ancora faceva l’occhiolino quantomeno ai playoff? Mah! La situazione dev’essere più grave di quello che si vede dal di fuori se, adesso, anche il presidente ritorna sulle proprie recentissime affermazioni. Come sta la squadra? “La squadra deve soffrire, deve tirare fuori tutto quello che ha (siamo sicuri che non l’abbia già fatto e che, quindi, ha ben poco da tirare fuori? n.d.r.), deve inorgoglirsi e reagire. Dobbiamo, tutti insieme, venirne fuori anche se non sarà facile.” Cos’è successo? “Se lo sapessi non sarei qui a cercare di spiegarmelo con voi. Oggi ho visto la mia squadra assolutamente assente, impaurita, timorosa. Ho preso atto che non riusciamo ad andare in goal nemmeno su rigore (sabato scorso, al primo minuto, sullo 0-0, Cacia si fece parare il tiro da Pelizzoli ed oggi, appunto, è toccato a Pagano esaltare Antonioli, n.d.r.).” A fine ottobre via Novellino ed ecco Iaconi, le cose non sono cambiate affatto. La posizione di Iaconi ad oggi? “E’ vero, non è cambiato proprio nulla. Non ho la bacchetta magica, purtroppo. Iaconi? Ha fatto 14 punti in 12 gare mentre Novellino ne aveva fatti 9 in 10 partite. La situazione non è diversa, anzi. Con lui dovrò parlarci, capire e poi agire. Vedrò nelle prossime ore.” Cosa risponde a quella parte di tifoseria che vorrebbe il ritorno di Novellino? “Spesso viviamo di ricordi. Novellino, con una squadra costruita da lui, ha fatto male per cui…”. Esonerando Novellino (e, contestualmente, sollevando Martino dall’incarico di DS) lei disse che aveva il 34% di responsabilità ed il restante 66% lo avevano, appunto, Novellino e Martino in parti uguali? Ed oggi? “Se vuole posso anche elevare la percentuale delle mie responsabilità, ma non le cose non cambiano. Noi siamo partiti con un obiettivo ben preciso: tornare subito in A. Lo abbiamo fatto certamente in buona fede ma anche, alla luce dei fatti, superficialmente. Adesso ci troviamo in questa situazione ed è molto difficile risalire la china. Purtroppo non è cambiato nulla rispetto alla passato (alla precedente gestione tecnica, n.d.r.), ma è cambiato e di molto l’obiettivo da raggiungere: dobbiamo pensare solo ed esclusivamente a mantenere questa categoria.” La partita di oggi? “Se volessi cercare degli alibi direi che abbiamo avuto l’occasione di andare sul 2-0 e che è stato molto bravo Antonioli nell’occasione. Ma alibi non ne cerco per cui… Piuttosto devo dire che sono ancora sotto choc per come abbiamo preso il goal del pareggio del Cesena (cross rasoterra di Schelotto da destra e Parolo, tutto solo in area, che appoggia comodamente in rete di piatto sinistro, n.d.r.) e di come, poi, siamo crollati.” Gli chiediamo: com’è possibile che dopo 22 partite la squadra non abbia ancora capito il campionato che sta disputando (ricorderete che sia Novellino che Iaconi hanno troppe volte ripetuto che “i giocatori non si sono calati nella realtà della B”, “i giocatori non hanno la mentalità che serve in B” e similari, n.d.r.)? “Non lo so. So solo che la realtà è che siamo quart’ultimi ed il Piacenza, che oggi è dietro di noi, ha una gara da recuperare. Eppure, nelle intenzioni, non dico che dovevamo essere primi con 39 punti come il Lecce, ma a questo punto ne dovevamo avere 41 o 42. Lei si rammarica di questa situazione da tifoso di questa squadra, da appassionato e da attento osservatore, ma le assicuro che, da questo lato, me ne rammarico di più io che devo firmare contratti ed assegni.” Finisce qui la conferenza stampa del post Reggina Cesena. I commenti a posteriori sono tanti e tutti con un fondo di verità, peraltro. L’unica cosa certa è che la Reggina non è più “La” Reggina di qualche anno fa e che, da anni ormai, sembra essere in caduta libera e, per giunta, senza rete di protezione.

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Reggina Cesena 1-3: tabellino e cronaca

Reggina – Cesena: 1-3 (1-0). Reggina (3-4-3): Fiorillo; Lanzaro (c), Cascione e Costa; Adejo (dal 67° Carmona), Morosini (dall’80° Cacia), Tedesco, Barillà (dal 63° Missiroli) e Rizzato; Bonazzoli e Pagano. In panchina: Kovacsik, Cacia, Valdez, Carmona, A. Viola, N. Viola e Missiroli. All.: Iaconi. Cesena (4-3-2-1): Antonioli; Segarelli (dall’82° Pedrelli), Biasi, Volta e Lauro (c); Parolo, De Feudis e Schelotto (dal 49° Petras); Do Prato e Giaccherini; Bucchi. In panchina: Tardioli, Giunghi, Tattini, Petras, Pedrelli, Espinal e Rossetti. All.: Bisoli. Arbitro: Rocchi di Firenze. Assistenti: Conca di Roma e Manganelli di San Giovanni Valdarno. Quarto uomo: Adduci di Paola. Marcatori: Lanzaro al 9°, Parolo al 48°, Do Prado al 66° e Bucchi al 93°. Ammoniti: Lanzaro al 10°, De Feudis al 13°, Volta al 72°, Costa al 73° e Lauro al 74°. Recupero: 1’ (p.t.) e 4’ (s.t.). Corner: 7 Reggina ed 1 Cesena. Tiri in porta: 3 Reggina e 2 Cesena. Tiri fuori: 5 Reggina e 3 Cesena. Falli fatti: 23 Reggina e 11 Cesena. Fuorigioco: 1 Cesena. Spettatori paganti: 415 Abbonati: 5184. Incasso al botteghino: € 3.956,00. Quota abbonati: € 40.263,67. Spettatori totali: 5599. Incasso totale: € 44.219,67.

La cronaca. Iaconi (nella foto) schiera un “undici” iniziale con due uomini diversi rispetto alla formazione presumibile: in porta esordisce il neo arrivato Fiorillo, al posto di Marino (non presente nemmeno in panchina), e ritrova spazio Barillà, al posto di Missiroli (invece in panchina), schierato nel trio d’attacco. Esordisce anche Giacomo Tedesco, ma questo era previsto, con Carmona relegato in panchina. Primo minuto e Reggina già in area romagnola. Rizzato cross basso e Bonazzoli, al volo, calcia debolmente al lato. Al 3°, sugli sviluppi del primo corner in favore degli amaranto, Pagano per Bonazzoli che, questa volta di testa, gira alto sulla traversa. Al 9° fallo su Barillà, immediata ripresa del gioco verso Pagano che s’invola con il Cesena leggermente sorpreso. Pagano lascia all’accorrente Adejo che trova il secondo corner a proprio favore. Sugli sviluppi dell’angolo, dopo che la difesa cesenate aveva messo fuori il primo cross di Pagano, Pagano stesso recupera il pallone e crossa nuovamente al centro dell’area dove il capitano Lanzaro, di testa, colpisce ed insacca quello che è il suo secondo goal in carriera regalando il vantaggio ai suoi. Al 24° ci prova il Cesena con Bucchi che manda alto sulla traversa. Bisoli, in panchina, si arrabbia e gesticola contro i suoi che sembrano essere lontani dalla squadra sin qui apprezzata in campionato. Un minuto dopo è Pagano ed emulare Bucchi, anche lui da fuori area molto alto e lontano dalla porta difesa da Antonioli. Pericoloso il Cesena al 26°. Lauro s’infila in area dalla linea di fondo e mette al centro. Fiorillo respinge ma la palla rimane là, rinvia Cascione con fermezza. Ancora pericoloso il Cesena che sembra essersi svegliato. Do Prado riceve al centro e tira al volo, fortunatamente alto. Al 29° di nuova la Reggina in ripartenza. Tedesco recupera, palla a Bonazzoli che lascia a Barillà salvo poi ricevere dallo stesso e crossare al centro ma non alla portata di Pagano. Al 40° bella azione amaranto. Tedesco recupera l’ennesimo pallone e s’invola accompagnato da Bonazzoli a destra e da Pagano che, incrociando, si porta a sinistra. Tedesco lo serve bene e Pagano calcia altrettanto bene anche se non comodamente per il pressing di un avversario. E’ bravissimo Antonioli a respingere a mano aperta, la sinistra, ed a vanificare l’azione reggina. E tornano gli applausi del pubblico presente. Di positivo, oltre al risultato, c’è il non aver subito il ritorno dell’avversario e, quindi, di aver retto mentalmente. Questo vale per il 37 minuti del primo tempo perché, al 48°, il Cesena pareggia il conto. Schelotto conquista palla sulla fascia destra e mette al centro rasoterra dove arriva Parolo che, assolutamente indisturbato, di piatto sinistra, “buca” l’incolpevole Fiorillo. La Reggina, questa volta, reagisce e comincia a macinare gioco non creando occasioni pericolose, ma mantenendo il possesso palla preferendo la fascia sinistra per attaccare. Due incursioni, Rizzato da sinistra e Adejo da destra, meriterebbero miglior fortuna ma, entrambe le volte, è sbagliato l’ultimo passaggio. Come troppe volte è già accaduto, la squadra amaranto capitola ugualmente. Al 66° Do Prado, certamente un giocatore di categoria superiore, riceve palla nei pressi del vertice sinistro dell’area. Si ferma e, restando fermo, calcia ad effetto piazzando la palla sul palo più lontano dove Fiorillo non può arrivare. Davvero un gran bel goal per fattezza, cinismo e precisione. Al 73° gran confusione in area romagnola. I reggini reclamano il rigore ma Rocchi non lo vede, poi Antonioli compie una prodezza con Costa che viene ammonito per proteste. Un minuto dopo il rigore è impossibile non vederlo e non darlo nemmeno se Rocchi si bendasse e/o fosse ottuso. Su un cross proveniente da sinistra, Lauro tocca in maniera abbastanza evidente con la mano ed il penalty c’è e viene assegnato! Sul dischetto va Pagano che tira basso e centrale, non è difficile per Antonioli per respingere. Due partite, due rigori sbagliati. A Bergamo contro l’Albinoleffe, al primo minuto di gioco, sullo 0-0, da Cacia ed oggi da Pagano sull’1-2. Bene, apprendiamo oggi che nemmeno i rigori gli amaranto sanno calciare. Al 79° ci prova Bonazzoli. Riceve in area, mantiene la palla tra i piedi nonostante sia accerchiato, si gira e calcia ma il suo tiro è deviato in corner. Non ci siamo! Per nulla. Ci dispiace, ma per quanto ci riguarda, Iaconi sabato prossimo dovrebbe assistere alla partita della Reggina comodamente da … casa sua. Non è un allenatore in grado di dare le motivazioni giuste ad una squadra di per sè assai modesta. Reggina più confusa che altro. Gioca, gira il pallone, arriva nei pressi dell’area avversaria, ma non c’è niente da fare: mediocre era e mediocre resta. Quando scriviamo non conosciamo i risultati altrui, ma non ci stupiremmo se il quart’ultimo posto delle 15.30 fosse stato ulteriormente peggiorato dopo le 17.15. Lascia perplessi l’immobilismo di Iaconi seduto in panchina e, dall’altro lato, la veemenza di Bisoli che incita e rimprovera i suoi uomini che, assai comodamente, stanno controllando la gara. Due modi di interpretare il ruolo di allenatore, due diverse posizioni in classifica. Anzi, a completare il discorso, il Cesena al 93° triplica. Per la Reggina è notte fonda ed i sonori fischi del pubblico li merita tutti. “Andate a lavorare!!!”, urlano i tifosi. Come dar loro torto?  

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Team Basket Viola domani ospite a Pozzuoli

La Campania sarà la prossima meta della Liomatic Viola Reggio Calabria. Serapide Pozzuoli attenderà l’arrivo del Team Neroarancio al Palazzetto dello Sport “Errico”, in un altro anticipo che si giocherà sabato alle ore 19. Una partita fondamentale nel quadro di una classifica corta che ci vede occupare il secondo posto con altre quattro squadre, mentre Pozzuoli lotta per la salvezza con 10 punti. Incontreremo una squadra motivata, dunque, che domenica scorsa ha battuto Martina Franca giocando in trasferta. La Liomatic dovrà tornare in riva allo Stretto con in tasca una vittoria per restare nelle zone alte della classifica considerato che questo weekend vedrà uno scontro al vertice tra Ambrosia Bisceglie e Prativerdi Siracusa.

Analizziamo nel dettaglio l’incontro campano con il Coach Massimo Bianchi: “Pozzuoli è una squadra con degli ottimi esterni che fanno canestro e lunghi che sanno essere pericolosi anche da lontano, quindi sarà necessario giocare con grande concentrazione, determinazione e, soprattutto, voglia di vincere. Dobbiamo considerare, poi, che Pozzuoli ha bisogno di punti e che gioca in casa, quindi, cercherà di far valere il fattore campo; d’altro canto noi vogliamo portare a casa i due punti perché sono troppo importanti visto quanto è corta la classifica e quante squadre ne affollano le parti alte. Troveremo ad attenderci una squadra che metterà in campo grande tenacia. Noi dobbiamo partire da una buona prestazione difensiva che possa essere la base sulla quale costruire  la partita. Veniamo da due trasferte dove abbiamo subito tanti punti adesso è necessario invertire la rotta”. La partita contro Foggia è andata bene nonostante l’assenza degli infortunati Roselli e D’Iapico e la forma fisica di Grasso non ottimale. Coach qual è la situazione interna alla vigilia di questa trasferta? “Stanno meglio. Chi si troverà nelle condizioni migliori giocherà; Grasso sarà sicuramente in campo. I roster delle due squadre. SERAPIDE Pozzuoli: 5 INNOCENTE Mario 7 BARBIERI Salvatore 8 SCORRANO Marco 9 DI NAPOLI Fabio 10 REGIO Giuseppe 11 VELOCCI Gabriele 12 MARANGONI Marco 13 ANDRE' Dario 15 ERRICO Salvatore Francesco 20 PORTA Vittorio. Coach: PEPE Paolo. LIOMATIC VIOLA Reggio Calabria:  4 DIP Marcelo 5 DI LEMBO Massimo 7 NICCOLAI Gabriele 8 PELLEGRINO YASAKOV Vladimir 14 NEGRI Claudio 15 MANZOTTI Francesco 16 SCOZZARO Dario 18 ROSELLI Michele 19 GRASSO Sebastiano 20 DALLA VECCHIA Luca. Coach: BIANCHI Massimo. Ass.: BOLIGNANO Domenico. Ass.: TOLOTTI Gustavo

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Team Basket Viola: nascono due club di tifosi

Due gruppi nati dalla passione per lo sport, per la pallacanestro in particolare, svolgono un ruolo fondamentale per il sostegno morale della Liomatic Viola Reggio Calabria: si tratta dei “Black Orange Fighters” e della “Brigata Neroarancio”. Sono i tifosi! I ragazzi che seguono, sostengono ed amano la Viola. Ogni domenica si incontrano sugli spalti del PalaCalafiore per incitare la propria squadra del cuore e non esitano a spostarsi durante le dure trasferte. “Seguo la Viola dall’età di tre anni – ha spiegato William D’Alessandro, rappresentante dei “Black Orange Fighters”, che oggi ha 24 anni – venivo al Palazzetto con mio padre, e da allora non l’ho più abbandonata. Nonostante la mia giovane età ho vissuto gli anni d’oro della nostra mitica squadra, gli anni delle grandi vittorie ma anche dei furti – ironizza William – diciamo che sono diventato prima tifoso e poi uomo!”. E’ bello vedere dei giovani che portano nel cuore una passione e la seguono con spirito di dedizione ed abnegazione.

“Siamo un bel gruppo, molto affiatato – prosegue William – non so nemmeno come abbiamo fatto a dar vita a questo club, è avvenuto tutto in modo molto spontaneo: è la passione per il basket che ci ha accomunato e ci ha trasformati da singoli tifosi in un gruppo vero e proprio. Come ho già affermato noi seguiamo la viola con grande passione, ma ci sentiamo di passaggio in questa categoria. Desideriamo rivedere la pallacanestro che rappresenta la nostra città tornare ai vecchi splendori, la nostra squadra tornare a calcare parquet prestigiosi e sfidare le squadre più autorevoli del panorama cestistico nazionale all’interno del PalaCalafiore. Siamo fiduciosi nei confronti della società che ha dimostrato di agire dietro l’impulso della passione e non del business, anzi vorrei ringraziare tutta la Società per averci donato un bellissimo striscione da esporre durante le partite e per l’attenzione che, in mille modi, rivolge a noi tifosi”. Ma i “Black Orange Fighters” non sono i soli a sostenere il Team di Massimo Bianchi perché esiste un altro club: “Brigata Neroarancio”. Un folto gruppo di giovanissimi, ma ben organizzati, tifosi che hanno riempito di colore la curva Massimo Rappoccio del PalaCalafiore con bandiere, striscioni e tutta la vitalità che hanno i giovani con una passione nel cuore. “Avevo  12 anni quando ho iniziato a frequentare il Palazzetto– dice Daniele – ed oggi sono contento di essere stato testimone della rinascita della nostra fantastica Viola. In questi anni ho avuto nostalgia dei pomeriggi trascorsi a seguire le partite. E così ci siamo ritrovati tutti lì, noi amici con la stessa dedizione, ed abbiamo dato vita al gruppo”.  Durante l’intervista con Daniele arrivano al Pianeta Viola di Modena altri due amici, Andrea e Valerio, che vogliono intervenire per testimoniare il proprio amore per i colori NeroArancio e vogliono fare un appello al pubblico perché sia sempre più numeroso, ai reggini perché vengano a sostenere la squadra ed a tutti coloro che riempiono le tribune di Pentimele ad unirsi ai cori ed al tifo.  “Vorremmo ringraziare la Società – hanno detto i tre ragazzi – non solo per aver  ridato la vita a questa splendida realtà ma anche per averci regalato lo striscione che rappresenta il nostro Club. Questo ci fa capire che la nostra presenza è apprezzata ed è importante, e che esiste un profondo legame tra la squadra ed i suoi tifosi”.

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Maria di Nazareth – Una storia che continua

Niente sold out ieri sera al Teatro Cilea per la “prima” del musical “Maria di Nazareth – Una storia che continua” (il libretto ed alcune foto di Pasquale Garreffa) della regista Maria Pia Liotta. Lo spettacolo, iniziato in ritardo per aver atteso che il Sindaco si accomodasse accanto all’Arcivescovo (bontà sua!, n.d.r.), ha destato qualche perplessità nel pubblico presente anche se, comunque giustamente, alla fine il cast si è visto recapitare gli applausi dovuti. La libera interpretazione di una storia, non di una qualunque ma della “Storia” per eccellenza della cristianità, ha forse deluso le aspettative di chi si era avvicinato allo spettacolo leggendone i giudizi e le recensioni. Quello che ha colpito, per esempio, è stata la ripetitività delle scene nel corso delle quasi tre ore di spettacolo (ovviamente con i personaggi nel mentre “cresciuti”), scene e musiche si sono ripetute e questo non è piaciuto. Nel ruolo di Maria l’attrice Alma Manera, figlia della Liotta, che, seppur brava come attrice e cantante, è sembrata voler forzare la mimica interpretativa amplificandone la drammaticità ben oltre anche il “giusto”.

Il musical “Maria di Nazareth, una storia che continua”, nasce dall’idea portante di raccontare la storia più straordinaria mai accaduta dando centralità alla figura di Maria. Maria donna e Maria madre. Maria di Nazareth e Maria del Mondo, Maria, madre di tutti i tempi perché la donna più importante della storia dell’umanità. Oltre ad essere il tramite di Dio con il figlio Gesù, Maria è anche il tramite di Gesù con la Chiesa. Un ponte ideale tra ieri, oggi, domani e sempre: “una storia”, appunto, “che continua”. La storia di una donna che ha un destino da compiere, un destino assolutamente speciale. Maria, detta anche “la silente”, è colei che ascolta, sussurra e decide. Una donna terrena che è stata prescelta tra le donne. La sua vita riassume quella delle donne di tutti i giorni ricca di emozioni ed esperienze tanto comuni quante straordinarie. L’importanza del ruolo che la donna deve avere nella famiglia, nel matrimonio, nell’educazione dei figli, nella società, nell’esempio di vero amore e di totale dedizione. E’ Maria il vero messaggio di amore universale, colei che dona il proprio figlio per la salvezza dell’umanità. Eucarestia per il mondo, vivendo in maniera terrena il dolore di una madre che vede morire il proprio figlio, spettatrice impotente della volontà di Dio che preferirebbe, come tutte le madri, morire al posto del figlio. Maria cuore immacolato, Santa tra le Sante, ascesa al cielo dove si ricongiunge con il figlio ed il marito Giuseppe. Maria, la fornaia di Nazareth, che, oltre a donare pane alla sua comunità, sarà chiamata a donare suo figlio all’intera umanità quale pane eucaristico del mondo. Per la prima volta è Maria la protagonista della storia su cui si basa il Cristianesimo. La sua vita raccontata attraverso la storia che tutti conosciamo con la formula del musical quale linguaggio musicale diretto ed universale che si concede licenze poetiche e qualche momento di fantasia nel rispetto delle Sacre Scritture. “Recitare Maria è il sogno di ogni attrice che porta in scena il teatro religioso” – afferma don Antonio Tarzia, direttore di “Jesus” -, “più che professionalità, più che bravura, credo che per Alma (Manera, n.d.r.) necessiti il saper cogliere l’intensa emozione intensa per poter rispondere “si” all’Angelo che aspetta trepido”. “Cantare poi il Magnificat con sentimento pieno” – continua don Antonio – “certa di parlare con Dio e di essere ascoltata perché la sua voce solista è la nota più alta del coro degli umani che si uniscono nell’abbraccio dell’Amen, diventa un’esperienza esaltante”. “Un sogno diventato musica e canto, danza e preghiera con la totalità del corpo che dà fondo alle sue risorse comunicative e vola nelle trasparenze, nelle dissolvenze incrociate dei gesti ritmici”. “Questo musical su Maria di Nazareth” – chiude don Antonio –, “donna del sabato e donna dell’aurora, inventato e tenacemente voluto da un cenacolo di amiche spiritualmente legate e fortemente motivate (Maria Pia – Liotta -, Dorothy – Ciampa – ed Alma – Manera-) girerà il mondo perché più che uno spettacolo è un progetto di vita, è la partecipazione a una vocazione unica, quella di Maria, che canta e danza perché non riesce a tener fermo il cuore”. Note: libretto a cura di Maria Pia Liotta e Adele Dorothy Ciampa; musiche di Stelvio Cipriani; coreografie: Salvator Spagnolo; supervisione grafica: Luciano Cannito; scenografie: Antonella Luberti; arredo di scena: Ketty Liotta; light designer: Marco Policastro; suono: Antonio Taccone; direttore di scena: Danilo Amicucci; produzione esecutiva: Ennio Salomone; organizzazione e relazioni istituzionali: Sergio Pellerey; legale: Paolo Tortelli; regia: Maria Pia Liotta. Il cast: Maria di Nazareth: Alma Manera; l’angelo dell’Annunciazione: Salvator Spagnolo; Gesù: Luigi Cassandra; Giuseppe: Corrado Sena; Elisabetta: Pina Magri; Barabba: Marco Nardella; l’angelo: Antonio Di Marca; il diavolo Sharo Petrillo; Simeone: Federico Longhi; Gioacchino: Nicola Ciulla; Anna: Luisa Moscato; Halina: Argia Sara Pastore; Giovanni Battista: Robert Iaboni; Zaccaria: Gianluca Simon; Ester: Mariangela Aruanno; Sara: Rossella Repaci; Ruth: Marina Abbrescia; padrona harem: Rita Della Torre; Maria piccola e Gesù piccolo: Cristina Liotta; Elisabetta piccola e Giovanni Battista piccolo: Ludovica Poeta; padre di Elisabetta: Giovanni De Filippi; Maddalena: Penelope Landini; donne di Nazareth: Elisabetta Russotto e Valentina Chisci; sposo di Cana: Francesco Forte; Apostolo Luca: Luca Varone; soldato: Francesco Russo. Il corpo di ballo: Melania Ambrosio, Alessandro Campanale, Giammarco Capogna, Francesco Cariello, Giuseppe Ciccone, Cristina Da Villanova, Deborah Frittella, Laura Gallinella, Gian Maria Giuliattini, Benedetta Imperatore e Lorenza Vicidomini. Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Calabria.

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La Cadi sconfitta a Martina Franca

altPerde di misura la Cadi Reggio Calabria sul campo del Martina Franca nella gara di andata valevole per la qualificazione alla Final Four. Una sconfitta di misura, 2 a 1 il punteggio finale, che vede il reggini padroni del campo per l’intera partita e che subiscono le due reti su altrettanti tiri arrivati nello specchio della porta. Completamente esente da colpe il giovane portiere reggino Ferrara.

Calabresi che accorciano le distanze grazie alla rete del solito Votano che realizza su schema di calcio di punizione. Una gara che i calabresi potevano tranquillamente vincere, ma i un po’ di sfortuna hanno negato questa gioia ai reggini. Alla fine, i pali colpiti da Creaco e compagni sono ben sei. Il ritorno è previsto per mercoledi 20 gennaio. Ribaltare il risultato è alla portata degli amaranto. La società reggina, nella persona del D.S. Mimmo Tripepi, ringrazia la società pugliese per l’ottima accoglienza riservata.

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Reggio Calabria: operazione “Nuovo Potere”

I Carabinieri di Reggio Calabria, supportati da un velivolo dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia e di unità cinofile del G.O.C. Vibo Valentia, dalle prime ore della mattina odierno darà esecuzione a 27 (ventisette) ordinanze di custodia cautelare (25 in carcere, di cui una da eseguirsi in provincia di Verbano-Cusio-Ossola ed un’altra in Massa Carrara e 2 agli arresti domiciliari), emesse dal GIP di Reggio Calabria nei confronti di soggetti, a vario titolo indagati per associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, traffico di armi e di sostanze stupefacenti, inseriti nell’ambito di compagini mafiose operanti nei territori di Roccaforte del Greco (RC) e Roghudi (RC). L’indagine trae origine da un evento occorso l’8.04.2004 allorquando due sicari a bordo di una moto provento di furto esplodevano numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di SPANO’ Teodoro cl. 1958, personaggio ritenuto legato alla vecchia cosca Pangallo-Maesano-Favasuli operante in Roghudi (RC) e Roccaforte del Greco (RC).

Nella circostanza, Spanò scampava fortunosamente alla morte perché, in quello stesso luogo, transitava una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Bagaladi (RC) che si portava all’inseguimento dei due, distogliendoli dal loro proposito criminale. Mesi più tardi, il 28.09.2004, a Roccaforte del Greco, veniva ucciso Pangallo Antonino cl. 1970, detto “U chiumbinu”, personaggio di accentuato spessore criminale referente per la cosca Pangallo-Maesano-Favasuli. Sui due episodi si avviava un’attività info-investigativa finalizzata ad individuarne i responsabili e preordinata a delineare il nuovo assetto mafioso in cui veniva a trovarsi il vasto territorio sul quale due pericolosi sodalizi (Zavettieri, da un lato e Pangallo-Maesano-Favasuli, dall’altro) avevano imposto la loro influenza criminale. I precedenti fatti di sangue, comunque, non determinavano la riapertura tra i predetti gruppi criminali della faida che, conclusasi nel 1998, aveva mietuto oltre 50 vittime (c.d. “Faida di Roghudi”, cessata nel 1998 grazie alla mediazione del potente boss Morabito Giuseppe da Africo -RC- detto “Tiradritto”, circostanza emersa in termini investigativi nell’ambito della vicenda giudiziaria scaturita in seguito all’operazione “Armonia”). Ambiti d’operatività della nuova consorteria Zavettieri e Pangallo-Maesano-Favasuli sono, tra gli altri, il traffico di sostanze stupefacenti nel territorio della provincia di Reggio Calabria, con dei terminali anche nella zona dell’Ossola (provincia di Verbano Cusio Ossola, nel cui territorio verrà eseguita una delle 25 OCCC), la gestione illecita degli appalti pubblici nel comune di Roccaforte del Greco mediante intimidazione le estorsioni ed il traffico di armi. L’attività investigativa ha inoltre consentito di accertare l’identità di uno degli esecutori che, in data 08.04.2004, attentava alla vita di Spanò Teodoro, anche quest’ultimo colpito dall’odierna misura cautelare con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso.

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Cadi under 21 ad un passo dalla “storia”

altLa Cadi Reggio Calabria ad un passo dalla storia: i ragazzi dell'under 21 guidati dal duo Alfarano – Bianco domani saranno impegni al Palazzetto dello Sport di Martina Franca, ribattezzato "PalaWojtyla" nel 2006, per giocarsi la gara di andata valida per l'accesso al Final Four che si terranno dal 15 al 17 febbaio sempre a Martina Franca.

Corsi e ricorsi storici per entrambe le squadre: la formazione di casa lo scorso anno fu eliminata sempre agli ottavi dalla Fata Morgana e ritrovano Alex Bianco, indimenticato giocatore del Martina, gli ospiti invece ritrovano David Ceppi vecchia conoscenza reggina per aver allenato un paio di anni fa il Reggio Calcio a 5. I reggini al completo dovranno fare a meno degli squalificati  Surace e Ambrogio. La squadra è partita stamane alla volta di Martina Franca. La gara di ritorno è prevista per mercoledi 20 gennaio alle ore 14.30.

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Calcio a 5: il punto sull’A2

altUna Cadi piena di assenze cade in casa degli Azzurri Conversano. I calabresi si sono presentati senza gli infortunati Bianco, Vadalà e Durante e con lo squalificato Juninho che dalle informazione in nostro possesso sembra che sia in rotta con la società reggina. Mai in partita, i calabresi subiscono le offensive dei padroni di casa. Ora si fa dura per la Cadi che dopo la nona sconfitta in campionato si trova al terz’ultimo posto in classifica in piena bagarre play out. Per la squadra calabrese sono andati a segno Atkinson su tiro libero e i giovani Labate e Creaco alla sua seconda apparizione in A2.

Butta un occasione al vento la Licogest di coach Molluso: vibonesi in vantaggio con un gol di Rosa, subiscono il pareggio ad opera di Fallador. La Licogest vuole i tre punti e continua ad attaccare ed ad un minuto dal termine i calabresi sbagliano un tiro libero con Rotta e precisamente a due secondi dal termine in piena “Zona Licogest” Rosa sbaglia il più facile dei gol. Vittoria sfumata ma obiettivo centrato. Infatti ad inizio stagione si era chiesto ai ragazzi di giocarsela contro qualunque avversario e a questi ragazzi non si può davvero rimproverare nulla. Fiumicino, Brillante, Modugno, Acqua e Sapone, tutte grandi squadre, contro le quali la LicoGest ha offerto prestazioni maiuscole. Tutti bravi i rossoblu ma una nota di merito, oltre ai soliti noti Alemao, Soso, Tullio e Nelson, oggi assente per infortunio, meritano gli Under 21 Rosa, Rotta e Jener insieme al “calabrese” purosangue Richichi che sta dimostrando sul campo di meritare i giocare in Serie A2.

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Reggina: è finita l’illusione!

altFinita l’illusione, subentra adesso la paura. L’illusione era quella di potersi ancora agganciare alle zone che contano della classifica, tanto per intenderci almeno i playoff, la paura è quella di non riuscire più a tirarsi fuori dalla parte più bassa della graduatoria. E si, perché si continua a ripetere ormai dall’inizio della stagione che il campionato di serie B è lungo e che lascia spazio a clamorose rimonte, ma, di fatto, la Reggina, tranne che nella parte iniziale, ha sempre stazionato in zona pericolo ed ora, per la prima volta, ha toccato i play out. Anche a Bergamo, contro l’Albinoleffe, abbiamo assistito all’ennesimo scempio stagionale. Si è giochicchiato per i soliti venti minuti, salvo poi scomparire dal terreno di gioco come troppo spesso è successo nell’arco di questo girone di andata. Una squadra, la Reggina, vuota nell’anima e nel gioco, priva di carattere e capacità reattiva, incapace a produrre una qualsiasi azione d’attacco e per nulla pronta a replicare nel momento in cui va incontro alle prime inevitabili difficoltà.

Un copione già visto e rivisto nonostante il cambio alla guida tecnica e l’allontanamento di qualche giocatore per così dire “inadeguato”. Dieci giornate di campionato sono bastate al presidente Foti per decidere che il “progetto” Martino-Novellino era già fallimentare, ne sono passate undici con il duo Rosati-Iaconi ed i risultati non sono stati certo migliori. In questo caso, però, il massimo dirigente ha ribadito ancora una volta la fiducia al tecnico, sperando, magari, che una buona campagna di rafforzamento posso cambiare le sorti della squadra. Alla luce di quanto visto fino ad oggi, questa Reggina ha bisogno di interventi drastici, massicci e ben mirati. Una spina dorsale da ricostruire totalmente con gente di qualità e dotata di carattere. Non è facile dopo i tanti errori di valutazione, individuare calciatori che siano anche “uomini veri” e, soprattutto, disposti ad accettare una situazione difficile e complessa come quella degli amaranto. I primi colpi sono stati messi a segno (Giacomo Tedesco – un ritorno il suo in maglia amaranto – già ieri ha effettuato il primo allenamento con i nuovi compagni), diventa urgente e necessario chiudere il cerchio al più presto. Nel frattempo, già bocciato il cambio di modulo adoperato a Bergamo. Quel 4-4-2, poi diventato 4-2-3-1, che avrebbe dovuto esaltare le qualità di qualcuno, ne ha invece ulteriormente evidenziato i difetti. Rinforzi a parte, già da sabato pomeriggio contro il forte e temibile Cesena si tornerà alla “vecchia” disposizione tattica, anche perché sembra alquanto inopportuno continuare a fare esperimenti in corsa: la classifica non lo consente più!

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Il 2009 del Team Basket Viola

altReggio Calabria è una città che ama e sa apprezzare lo sport che si gioca con la palla a spicchi. Ed allora è giusto, anzi doveroso che una piazza che ha strutture, competenza e tradizione abbia una realtà cestistica nella quale identificarsi.  E quando si parla di basket e Reggio, è una naturale parlare della Viola, la compagine che portato la grande pallacanestro in riva allo stretto per quasi trent’anni, prima di dire basta nel 2007 a causa di una crisi societaria che non è stata possibile risolvere.  Ma, nel corso dell’ultima estate, ecco che c’è la possibilità di prendere un titolo sportivo della Serie B Dilettanti italiana, in sintesi, la quarta serie nazionale. Giuse Barrile è il motore dell’operazione che ha l’avallo del Comune di Reggio Calabria con il Giuseppe Scopelliti pronto a sostenere questa idea. 

Dopo il completarsi di un difficile e tortuoso iter burocratico per spostare il titolo da Gragnano, passa qualche settimana ed arriva finalmente l’ufficialità dell’operazione. Reggio Calabria ha di nuovo una squadra di basket ad alto livello. Reggio Calabria ha di nuovo la Viola.  C’è da dire che, in questi due anni, la squadra neroarancio non era scomparsa del tutto.  Alcuni dirigenti storici avevano mantenuto in vita il settore giovanile con la Scuola Basket Viola, una società che poteva contare su un movimento fatto di circa 300 ragazzi iscritti.  Ed è stato più facile ricreare la squadra dei grandi potendo contare su un vivaio efficiente e vincente, infatti le selezioni neroarancio hanno fatto incetta di trofei e titoli regionali negli ultimi due anni.  A Luglio, nasce dunque il team Basket Viola che farà la Serie B Dilettanti.  Giuse BArrile deve costruire la squadra e, come tecnico, sceglie un uomo che non ha bisogno di presentazioni perché a Reggio è un’autentica icona.  Stiamo parlando di Massimo Bianchi, indimenticato play della squadra degli anni d’oro e coach con esperienze importanti anche nella massima serie.  Bianchi avrà come assistente un’altra vecchia gloria, quel Gustavo Tolotti che, in maglia neroarancio, arrivò anche a conquistare un posto in nazionale.  Il giovane reggino Bolignano completa lo staff tecnico.  Il roster che viene costruito è di tutto rispetto con delle individualità eccellenti, vedi Negri, Niccolai e Dalla Vecchia ai quali viene aggiunta la vecchia conoscenza Sebi Grasso, un atleta lanciato dal vivaio neroarancio con il quale ha vinto anche un titolo nazionale cadetti nel 1994-95 allenato dal santone Gebbia.  La squadra ha bisogno di tempo per carburare ma, dopo il match interno con il Bari, non si ferma più e comincia una striscia vincente che dura otto vittorie che la porta al secondo posto in classifica.  Intanto, viene siglato l’accordo con lo sponsor, la Liomatic , un’azienda importante nel settore della ristorazione negli uffici.  Questa nuova realtà neroarancio è partita con il piede giusto e sembra avere tutte le carte in regola per ritornare ad essere un fenomeno che coinvolge l’intera città una città si è guadagnata il diritto di avere una grande squadra di basket..una città che ha il diritto di riavere la Viola.

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Albinoleffe Reggina 2-0: le interviste post gara

Un’altra figuraccia quella rimediata dalla Reggina a Bergamo contro l’Albinoleffe. Gli addetti ai lavori si chiedono come mai gli uomini del tecnico amaranto Iaconi [ci auguriamo ancora per poco, (ri)vogliamo Orlandi!)] siano quart’ultimi in classifica e non, per esempio, quarti. Qualcuno, addirittura, sostiene che “la classifica non è veritiera nei confronti degli amaranto” alludendo (forse prendendola in giro) al suo meritare una classifica migliore. Non solo è veritiera, rispondiamo noi, ma rispecchia perfettamente il (non) gioco prodotto nelle 21 gare del girone d’andata sin qui disputate. Per dirla tutta, proviamo quasi una forma di imbarazzo nei confronti delle pochissime squadre che questa Reggina è riuscita a sconfiggere (Cesena, Piacenza, Salernitana, Brescia, Ascoli e Triestina) ed, a questo punto, chiedendoci come siano potuti accadere tali “misfatti”.

In primis, per esempio, il fortissimo Cesena prossimo avversario dei reggini al “Granillo” a cui, gli amaranto (salvo stravolgimenti), si consegneranno in pasto tra 7 giorni. Foti, tempo fa, disse che le responsabilità del campionato disastroso fino ad allora disputato erano da dividere al tra lui (34%), Novellino – quando c’era – (33%) e Martino – quando c’era – (33%). Adesso, diciamo noi, le percentuali cambiano e di molto: 98% quelle di Foti (confuso e disorientato sotto ogni punto di vista), 1% Iaconi ed 1% la squadra. E Rosati? Visto il curriculum professionale e l’assoluta relatività della sua presenza la sua è pari allo 0% (non è un’assoluzione questa, anzi!). In sala stampa si presenta un dismesso Iaconi (nella foto) ed inizia a chiacchierare. Giochiamo 20/25 minuti e poi? “E poi, al primo episodio contro, crolliamo. E’ stata una partita in salita contro una squadra che fa delle ripartenze la sua arma migliore. In sostanza subiamo due tiri e prendiamo due goal, questo denota che il problema è soprattutto psicologico. I nostri attaccanti sono sempre super marcati e super controllati, mentre gli attaccanti avversari godono di libertà assoluta.” E’ tornato all’antico con l’impiego di Valdez e Santos. “Si, Lanzaro e Barillà erano un po’ acciaccati e non volevo rischiare, facendoli giocare, di fargli danni ulteriori.” Cacia ed il rigore. “Anche lui è tra i tiratori designati. E’ stato bravo a procurarsi il rigore ma può capitare di sbagliarlo.” Guardiamo in faccia la realtà, siamo quart’ultimi. “La realtà è questa e siamo in piena zona retrocessione. Caliamoci in questa realtà (dopo 21 partite, ancora, nella realtà della bassa classifica, ci si devono calare??? n.d.r.) e cerchiamo di ripartire.” Lei è uno che non molla, ma alla fine è sembrato quasi che non ci credesse più. “No, non mollo. Dobbiamo crederci e provarci ancora. Oggi abbiamo fatto molto poco. Sono deluso, molto deluso. Più da me stesso che dai calciatori.” Gli arrivi di Tedesco e Fiorillo sono ufficiali, e poi? “E’ una squadra che va molto rinnovata. Speriamo di fare nel girone di ritorno molto meglio di quanto fatto nel girone d’andata.” Da allenatore, si sente in bilico? “Con il presidente parliamo spesso e ci diciamo tutto quello che pensiamo. Anche se le statistiche sono migliori rispetto alla prima gestione tecnica di questa squadra, la situazione ovviamente non va assolutamente bene. Ripeto, sono più deluso da me stesso che dai giocatori che vedo impegnarsi sempre al massimo.” Le responsabilità di questa situazione? “Quando si vince vinciamo tutti, quando si perde perdiamo tutti. Non è giusto dare addosso a chi, magari, gioca meno bene di altri (“meno bene”? “molto peggio” avrà voluto dire? n.d.r.) e le responsabilità sono di tutti. E’ il carattere che ci manca e, di questo, me ne assumo io la colpa.” Eppure, qualche tempo fa, ci eravamo ripresi. “E’ vero, per un po’ ci eravamo tirati fuori sperando di risalire la china. Poi siamo ricaduti tornando a giocare male. Una squadra che subisce 31 goals, se continua così è destinata a farsi molto male.” Il problema qual è? “Il nostro problema è che non sappiamo sopportare le difficoltà e, da esse, reagire. Martedì scorso, per esempio, dopo l’espulsione di Carmona sembrava fosse finito il mondo.” Questo lo Iaconi-pensiero: confuso, ripetitivo, per certi versi anche patetico. L’unico giocatore amaranto a presentarsi davanti ai cronisti è Simone Missiroli (nella foto). Reggino purosangue, è forse uno dei pochi in seno alla squadra (con gli altri reggini Barillà, Marino ed i fratelli Viola) che può capire cosa si prova in periodi del genere (gli altri, secondo noi, modestamente se ne fottono, n.d.r.). Sei ovviamente amareggiato, 10 sconfitte in 21 gare sono troppe. “Non è solo la sconfitta che mi amareggia e mi fa male. E’ l’intera prestazione, l’ennesima negativa, che è assolutamente dimenticare.” L’approccio con la gara è buono, poi al primo affondo degli avversari la Reggina crolla. “In effetti capita troppo spesso questo. Che volete che vi dica? Dobbiamo cambiare trend.” Si è deciso di allontanare i “senatori” e di puntare sui giovani eppure la situazione non è cambiata e siamo quart’ultimi. “Sono state fatte delle scelte societarie che a me non interessano. Arriveranno altri calciatori che, certamente, ci daranno una mano.” Il rischio che si corre è quello di sprofondare. “Vi garantisco che non è facile trovarsi laggiù. Dobbiamo darci una scossa e ricominciare.” Come vi sostenete tra voi all’interno dello spogliatoio? “Cerchiamo di farci forza a vicenda e di lavorare sodo.” Commentare le dichiarazioni di Iaconi e Missiroli? Davvero è necessario? Noi, in sintesi, pensiamo quello che abbiamo già scritto: Foti unico responsabile per le scelte fatte e rivelatesi molto presto sbagliate in toto. Servono altre parole? No!

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Albinoleffe Reggina 2-0: tabellino e cronaca

Albinoleffe – Reggina: 2-0. Albinoleffe (4-4-2): Pelizzoli; Luoni, Sala, Brgamelli (dal 74° Serafini) e Garlini (c); Cia (dal 28° Passoni), Previtali, Hetemaj (dal 71° Foglio) e Cristiano; Cellini e Ruopolo. In panchina: Offredi, Serafini, Foglio, Piccini, Passoni, Cisse e Torri. All.: Mondonico. Reggina (3-4-3): Marino; Valdez (dal 76° Barillà), Santos (dal 35° Missiroli) e Costa; Adejo, Cascione (nella foto), Morosini e Rizzato; Pagano, Bonazzoli (c) e Cacia (dal 58° N. Viola). In panchina: Kovacsik, Lanzaro, Camilleri, Barillà (nella foto), N. Viola, A. Viola e Missiroli. All.: Iaconi. Arbitro: Doveri di Roma. Assistenti: Riviello e Fiore. Quarto uomo: Ostinelli. Marcatore: Ruopolo al 24° ed al 54°. Ammoniti: Pagano (simulazione), Previtali, N. Viola, Sala e Cellini (comportamento non regolamentare). Corner: 1 Albinoleffe e 5 Reggina. Recupero: 2’ (p.t.) e 2’ (s.t.).

Note. Prima assoluta tra le due squadre che si affrontano in quello che può essere definito uno scontro diretto entrambe a quota 23. Albinoleffe reduce da due vittorie consecutive (Empoli e Padova) e Reggina da una sconfitta ed un pareggio (Gallipoli e Grosseto). Nell’Albinoleffe un ex amaranto, il portiere Pelizzoli ceduto dalla Reggina allo Spartak Mosca durante il mercato di gennaio del 2007 [era l’ultima Reggina di Mazzarri, quella della penalizzazione di 11 punti dopo la bufera “Calciopoli” per intenderci e che si salvò conquistandone 51 (40 ufficiali)]. Mondonico, dopo Perico dovrà rinunciare anche a Laner per cui appare probabile il suo rinunciare al canonico 3-5-2 a favore del 4-4-2. Nella Reggina, squalificato Carmona, Cascione lascia il posto di centrale difensivo a Santos e torna nel suo ruolo di centrocampista. Nell’11 titolare schierato nelle ultime settimane assenti anche Barillà (acciaccato, ma in panchina) Lanzaro (preferito Valdez come centrale di destra) e Missiroli (per Cacia). In ottica mercato, pressoché definito lo scambio di portieri con la Sampdoria Cassano-Fiorillo e con il Bologna quello dei centrocampisti Tedesco-Buscè. In stallo, invece, la posizione di Volpi per l’ennesima volta non convocato ed alienato dalla prima squadra insieme a Cassano e Buscè ed in attesa di prendere le valige già pronte da tempo per svuotarle altrove. La cronaca. Parte bene l’Albinoleffe al 1° minuto con Cia che, però, tira fuori. Sul ribaltamento di fronte, Cacia, appena entrato in area (ma, forse, il fallo inizia fuori), viene atterrato da Hetemaj e Doveri indica il dischetto senza tentennamenti. Sul dischetto va Cacia (forse più per avere l’opportunità di “sbloccarsi” che per essere il tiratore designato considerata la presenza in campo sia di Bonazzoli che di Pagano già in rete dal dischetto) che, a dire il vero, non calcia male (a mezz’altezza alla sinistra del portiere), ma Pelizzoli compie un prodezza degna del suo pedigree. Occasionissima gettata alle ortiche dagli uomini di Iaconi e, certo, con il senno di poi, scelta opinabilissima quella di consentire a Cacia (poco più di 10 minuti in campo nelle ultime due gare ed un lungo infortunio alle spalle che lo ha tenuto lontano dal terreno di gioco per molto tempo) di andare al tiro. Al 9° minuto è l’Albinoleffe a gridare al rigore. Tiro di Cia e palla che sbatte sul braccio sinistro di Adejo, ma l’arbitro questa volta lascia correre ritenendo involontario il tocco del colored amaranto. Al 13° ancora pericolosa la Reggina con Pagano che calcia e Pelizzoli mette in corner. Un minuto dopo, lo stesso Pagano entra in area e cade: niente rigore ed ammonizione per simulazione (diffidato, il goleador amaranto salterà la gara con il Cesena al “Granillo”). Al 18° un cross, che si trasforma in tiro, di Costa non impensierisce Pelizzoli. Al 24° l’Albinoleffe passa in vantaggio. Cia (da cui sono venuti i pericoli maggiori per la Reggina) calcia da fuori area e Marino para bene ma respinge corto. Ruopolo, approfittando della dormita di Santos e Costa, è lestissimo ad arrivare per primo sul pallone e ad insaccare centralmente. E mentre le due squadra giochicchiano, si assiste al solito copione: buona Reggina nei primi 20-25 minuti di gara per poi scomparire inabissandosi in meandri a noi sconosciuti ed a lei, evidentemente, usuali! Al 41° fallo ingenuo di Costa su Cellini ad un paio di metri dalla linea dell’area di rigore amaranto, la barriera respinge il tiro di Cristiano. Al 46° Hetemaj cerca il gran goal con un tiro teso ed in diagonale, Marino respinge di pugno non fidandosi del pallone viscido per la costante pioggia. Un attimo prima del fischio finale del primo tempo, l’Albinoleffe va vicino al raddoppio. Garlini (39 anni!) recupera un pallone che sembrava essere destinato sul fondo e mette al centro dell’area. Cristiano colpisce di prima intenzione ma il suo tiro è deviato in un corner che l’arbitro non farà calciare preferendo mandare tutti negli spogliatoi. Che brutta Reggina, l’ennesima bruttura della stagione. Al 51° un’altra occasione per i padroni di casa. Sul primo corner a proprio favore, Provitali basso al centro per Garlini che, di prima intenzione, gira verso la porta dove c’è Rizzato che anticipa il comunque ben piazzato Marino. Al 53° ci prova ancora Passoni da molto lontano con il pallone che termina altissimo sulla porta amaranto. E’ il prologo al raddoppio che, puntualmente, arriva un minuto dopo. Passoni cambia gioco da destra a sinistra, Cristiano al volo mette al centro dove arriva Ruopolo che colpisce di prima intenzione lasciando sul posto Valdez. Marino respinge d’istinto ma nulla può sulla ribattuta dello stesso Ruopolo che realizza la sua personale doppietta. Per la Reggina è notte fonda. Anzi, è più buio del più profondo degli abissi. Al 58° esce un inesistente Cacia (rigore sbagliato a parte) ed entra Nicolas Viola. Un attimo dopo Rizzato mette al centro dell’area ma Pagano mette fuori di testa. Al 62° ci prova Missiroli ma manda lontanissimo dalla porta di Pelizzoli. Al 70° finalmente una conclusione degna di tal nome per la Reggina. Rizzato crossa da sinistra e Bonazzoli colpisce di testa mandando la palla al lato di un soffio con Pelizzoli, comunque, piazzato sul palo. Al 73° il neo entrato Foglio va vicino al goal. Da fuori area, di sinistro, manda di poco lontano dal palo alla destra di Marino. All’81° ancora Reggina. Bonazzoli lotta su ogni pallone e serve Rizzato, cross al centro e Missiroli spizzica indirizzando verso la porta dove, però, Pelizzoli è attento e blocca in presa alta. Ribaltamento di fronte e Cristiano ha sul sinistro il match point  della gara (ammesso che non la si potesse considerare già chiusa). Dal centro dell’area il bergamasco, indisturbato, colpisce male il pallone mandandolo altissimo nonostante tra lui ed il goal ci fosse solo Marino. Al 90° altra occasione per la Reggina simile per preparazione e conclusione di quella capitata venti minuti prima con Bonazzoli che manda di poco al lato. Per l’Albinoleffe quinto risultato utile consecutivo (due pareggi e tre vittorie nelle ultime tre gare) e seconda sconfitta in tre gare per gli uomini di Iaconi. La gara di Bergamo si chiude sulle note di “We are the champions” dei Queen a glorificare un Albinoleffe che si “beve” gli amaranto. Il girone d’andata si chiude con l’ennesima brutta Reggina, ennesima logica sconfitta quindi e, sabato prossimo – con il nuovo debutto in campo del rientrante a Reggio Giacomo Tedesco (ma si parla con insistenza del ritorno anche di Luca Vigiani, n.d.r.) e, forse, di Fiorillo tra i pali – viste le premesse si consegnerà in pasto al fortissimo Cesena ci auguriamo senza più Iaconi sulla panchina amaranto.

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“Sport & Benessere: l’importanza della ricerca medica applicata allo sport”

“Sport & Benessere: l’importanza della ricerca medica applicata allo sport” è il tema di un interessante convegno che si terrà sabato 16 gennaio p.v. alle ore 10.30 presso l’auditorium Cipresseto sito a Reggio Calabria in via Giuseppe Melacrino 34. Con il patrocinio del Gruppo Consiliare del PdL della Città di Reggio Calabria e dell’A.S.I. (Alleanza Sportiva Italiana) e sostenuto dall’AD Biomedical Innotech (importante realtà operante nello studio e nell’innovazione della medicina applicata non solo allo sport), il convegno si snoderà attraverso gli interventi di illustri relatori nazionali. I saluti saranno di Nino Girella e Tino Scopelliti (rispettivamente presidente regionale e dirigente azionale dell’A.S.I.), Mimmo Praticò e Giovanni Filocamo (presidente regionale e presidente provinciale del C.O.N.I.), Giuseppe Trieste (presidente nazionale F.I.A.B.A.) e di Antonino D’Africa (responsabile della ricerca scientifica AD Biomedical Innotech).

A moderare i lavori ci sarà Giuseppe Agliano (vice presidente del consiglio direttivo nazionale A.S.I. e consigliere comunale di Reggio Calabria). Le relazioni tratteranno: i “Sistemi Transdermici in medicina (a cura di Paolo Bergamelli, responsabile nord Italia dell’AD Biomedical Innotech proveniente da Bergamo); la “Medicina rigenerativa nelle lesioni dei tessuti molli” (a cura di Mario Loi, neurofisiologo di Cagliari) ed i “Trattamenti incruenti pseudoartrosi” (a cura di Mirko Parabita, responsabile medicina fisica e riabilitazione Fondazione San Raffaele di Taranto). Interverrà Giuseppe Scopelliti, sindaco di Reggio Calabria, e chiuderà i lavori Claudio Barbaro, presidente nazionale A.S.I..

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Ponte sullo Stretto: l’unione tra due “Cosche”

altaltaltaltaltaltGià dal 251 a.C., attraverso narrazioni di Plinio il Vecchio, si hanno prove sull’idea di unione fra le due sponde dello Stretto di Messina (nelle foto alcuni “prima” e “dopo”) per volontà del console Lucio Cecilio Metello, con un ponte fatto di barche e botti per trasbordare dalla Sicilia 140 elefanti catturati ai cartaginesi. Quest’idea di collegare, per svariati motivi, i due lembi di costa è proseguita anche nella seconda metà del 1800, nel dopoguerra, negli anni ’70, ’80 e ’90, per giungere infine ai progetti del secondo millennio. Ma le motivazioni per la realizzazione di quest’ossessione ingegneristica restano da sempre un mistero. L’informazione propinata all’opinione pubblica, dai governi succedutesi nel tempo, ha sempre rimarcato la valenza della costruzione esclusivamente sotto il profilo del progresso strutturale e di viabilità.

Ma solo chi vive in Calabria può realmente constatare quali interventi necessita la regione e quanti servono per foraggiare signorotti locali collusi con la criminalità organizzata. Qualche mese fa i calabresi mossero un’eccezione al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, circa l’urgenza del ripristino della rete autostradale in stallo da tempo immemore. A tale richiesta, il ministro sottolineò la propedeuticità della realizzazione del ponte rispetto al rinnovamento strutturale dell’A3 Salerno-Reggio Calabria. E’ come dire costruiamo un grattacielo iniziando dall’attico. Il 19 dicembre scorso in 22 mila (4 mila per la Questura), provenienti da tutta Italia, hanno sfilato per le vie di Cannitello e Villa San Giovanni, per gridare un chiaro NO alla costruzione di una megastruttura che presenta diverse falle da qualsiasi punto di vista la si analizzi. Economica, ingegneristica e ambientale. In questa fase di eccezionale recessione con l’economia capitalista che versa in stato comatoso, di certo il ricorso alla spesa pubblica rappresenterebbe una boccata d’ossigeno in funzione anticiclica. Sembrerebbe certo una soluzione, come dicono politici di destra e sinistra, con più lavoro e col decollo industriale del sud. Peccato che il famoso ponte rappresenterà una vera unione tra due “cosche”. Un progetto da 6,3 miliardi di euro dedicato alla realizzazione di 3,3 Km di ponte sospeso, 12 Km di rete ferroviaria e 15 Km di rete stradale. Una manna dal cielo per imprese a rischio di infiltrazioni mafiose. Anche da un punto di vista occupazionale ci sarà una forte impennata, nella fase costruttiva, seguita da una peggiore ricaduta. Inoltre, l’apertura dei cantieri, avvenuta formalmente il 23 dicembre scorso con la posa della prima pietra a Cannitello, presenta anch’essa punti interrogativi. Con questa “firma” sul cemento si rende operativa una clausola del contratto tra la società  “Stretto di Messina” e il General Contractor capeggiato da Impregilo (società incaricata di realizzare ed eseguire il progetto definitivo di costruzione del ponte), che consente, in tal modo, al General Contractor di chiedere come penale, in caso di mancata realizzazione del ponte, il 10% del valore dell’intera opera. Sarebbe a dire, se lo Stato dovesse rinunciare alla realizzazione del ponte, si troverebbe a dover “risarcire” una cifra che oscilla tra i 390 e 630 milioni di euro. Questo perché nella Finanziaria del 2010 in discussione al Parlamento, il Governo ha inserito un emendamento che consente di avviare i cantieri di singoli lotti, delle grandi opere previste nelle reti transeuropee, anche se si possiede appena il 10-20% della copertura finanziaria dell’intero valore dell’opera. La realizzazione della megastruttura alimenterebbe anche l’intreccio fra grandi attori industriali e finanziari attraverso il complesso di espropri, appalti e subappalti che ricadono su larga parte della zona costiera calabro-sicula. Certo è, altra ipotesi, che potremmo trovarci di fronte ad un’ennesima cattedrale nel deserto. Come il caso della Liquichimica a Saline Joniche, uno stabilimento di bioproteine sintetiche che ancora oggi sorge davanti al Mar Jonio. Progetti come la Sir (Società Italiana Resine) di Lamezia Terme,  il quinto Centro Siderurgico nella Piana di Gioia Tauro e lo stabilimento dell’Egam nella Piana di Sibari. Tutti previsti nel famoso “pacchetto Colombo” (esponente della Dc e presidente del Consiglio dei Ministri nel biennio 1970-1972), che prevedeva questi emblematici monumenti del supposto piano di sviluppo economico varato dal Governo per la Calabria, e che invece hanno rappresentato la Cassa integrazione per oltre 15.000 operai rimasti inoccupati. Al pari di queste grandi opere, la realizzazione del ponte sullo Stretto avrà un notevole impatto ambientale con annessi rischi elevati per cose e persone. Il territorio reggino e messinese, orograficamente e morfologicamente, presenta seri punti deboli per ciò che attiene eventi sismici e dissesti idrogeologici. E proprio quest’ultimi, nei mesi scorsi, sono stati protagonisti nefasti a Giampieliri, nel messinese, e in varie zone della Calabria. A ciò si aggiunge la faglia sottomarina nei fondali dello stretto di Messina, fortemente instabile, che separa la Sicilia dal continente europeo. Non esiste tutt’ora una certezza assoluta di stabilità di una struttura come il ponte sullo stretto a fronte di un’incalcolabile magnitudo dei movimenti tellurici. Anche dal punto di vista specificamente ambientale, una vasta area verrebbe cementificata con evidenti riflessi negativi sulla biodiversità dell’ecosistema terrestre e marino. In ultimo, per ciò che attiene la fase di sviluppo e progresso del sud tanto decantata dalla classe politica in riferimento alla costruzione dell’opera, la Calabria necessita, in realtà, di un’urgente riorganizzazione della rete stradale (se si considera che a causa dell’assetto attuale il bollettino parla di migliaia di decessi l’anno), ad iniziare dall’A3 e proseguire con le diverse strade statali che costeggiano la regione dal tirreno allo jonio. Servirebbe, oltremodo, un efficiente collegamento marittimo tra le due coste (attualmente sono operativi 2 aliscafi per migliaia tra lavoratori e studenti), un adeguata e moderna rete ferroviaria, essendo ancora presenti per i collegamenti all’interno della regione, le famose “littorine” create nel ventennio fascista. E per concludere, la Calabria necessita anche di una rete idrica efficiente e, soprattutto, la possibilità per gli abitanti di avere in casa l’acqua potabile. Allo stato attuale, infatti, a causa dell’elevata presenza nell’acqua di grosse quantità di calcare e sale, è in grado persino di danneggiare frigoriferi, lavatrici, condizionatori e quant’altro. Non a caso, uno dei principali slogan urlato a più riprese dai manifestanti durante il corteo del 19 dicembre scorso, evidenziava in tutta la sua eloquenza, l’assenza per Calabria e Sicilia di una base primaria e vitale del progresso. “Vogliamo l’acqua dal rubinetto, ce ne fottiamo del Ponte sullo Stretto”.

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Palmi: rinvenuto un bunker

Nella mattinata del 06.01.2010, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, impegnati in appositi servizi di controllo del territorio ed in una più ampia attività di contrasto alla criminalità organizzata, hanno rinvenuto, in un bosco sito in località Cola di Reggio di Palmi, un bunker (nelle foto), in disuso, perfettamente mimetizzato nella fitta vegetazione. Lo stesso è stato ricavato scavando ai piedi di una grossa quercia un unico locale di mq 12 circa, dal quale si ha accesso tramite dei gradini ricavati nel terreno. All’interno del covo si è rinvenuto un materasso, una piccola mensola in legno ed una lampadina predisposta, per il suo funzionamento, all’utilizzo di una batteria per autovettura.

Le pareti ed il soffitto sono rivestite di tavole di legno e materiale plastico. Il covo in questione è stato rinvenuto in terreno demaniale, in una zona altamente strategica; ci si trova infatti nelle campagne prospicienti la città di Palmi ma molto vicino al paese di Seminara, il cui territorio è praticamente confinante ed il cui centro è visibile dal luogo della scoperta e raggiungibile, anche a piedi, in poco tempo. Inoltre il luogo non è lontano dalla SS 18  nonchè dalla vicina autostrada A3. Non si esclude che il bunker sia stato utilizzato in passato per favorire la latitanza di vari elementi di spicco appartenenti ai numerosi sodalizi criminosi della zona. Continuano le indagini da parte dei militari operanti allo scopo di addivenire all’identificazione di coloro che hanno costruito il manufatto nonché di coloro che ne hanno, nel tempo, usufruito.

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Reggina Grosseto 1-1: le inteviste post gara

Musi lunghi e tanti rimpianti in sala stampa. Rimpianti non perché la Reggina abbia di che farsene, in fondo ha fatto poco o nulla per vincere la gara contro il Grosseto, essi, invece, nascono dal leggere e scorrere la classifica: 23 punti e quint’ultimo posto. Ed a dire che, fino a qualche tempo fa le cose andavano assai peggio. Mah! Ascoltando i protagonisti di oggi, sponda amaranto, onestamente, ci siamo chiesti se siamo noi giornalisti dei folli o, invece, se giocatori e mister amaranto vaneggino. Pagano e Costa si sono mostrati soddisfatti della gara disputata e del punto, Iaconi, seppur più sommessamente, anche. Doppio mah! Il primo a presentarsi in sala stampa è il cannoniere amaranto, Biagio Pagano. Solita (brutta) Reggina? “Un mese e mezzo fa una partita del genere l’avremmo persa, oggi l’abbiamo pareggiata. Ci vuole un po’ di fortuna in ogni cosa, forse è il caso che ci venga incontro.”

Due punti persi o uno guadagnato? “Per me è un punto importante considerato il momento (mesi, n.d.r.) che stiamo attraversando.” La partita? “Siamo stati bravi ad iniziare bene la gara passando subito in vantaggio. Poi, in 10, abbiamo dovuto necessariamente cambiare modo di giocare ed Emiliano (Bonazzoli, n.d.r.) ha dovuto giocare da solo lì in avanti. Non era per niente facile.” Qual è l’obiettivo della Reggina? “Noi giochiamo sempre per vincere.” Cosa occorrerebbe a questa Reggina per risalire la china? “Continuità nei risultati. Invece, il nostro cammino è un continuo alternare di risultati. In questo torneo di B non c’è l’ammazza-campionato, con un po’ di fortuna e trovando la continuità possiamo ancora far bene.” Cambio dietro la scrivania, lascia Pagano ed arriva Iaconi (nella foto). Ci aspettavamo la cosiddetta svolta, ed invece? “Ed invece non c’è stata. Non siamo riusciti a battere il Grosseto cominciando a dare un senso diverso al nostro campionato. Oggi abbiamo trovato difficoltà ed abbiamo subito imprevisti. Alla lunga, probabilmente, abbiamo dimostrato di essere nelle condizioni di poter vincere, ma non ci siamo riusciti.” Il Grosseto? “Abbiamo incontrato una signora squadra, qualitativamente importante e che ci ha messo in difficoltà.” Gli obiettivi della sua squadra? “Gli obiettivi li fanno di volta in volta i risultati che si ottengono. Non credo, ad oggi, si possa parlare di altro se non di salvezza.” Avete individuato le lacune dove intervenire? “Abbiamo fatte molte riunioni con il presidente e sappiamo di certo cosa fare anche se non sarà certo facile agire in questo mercato di gennaio.” La sua squadra? “Nessuno lo dice, ma siamo la squadra con l’organico più giovane di tutto il campionato. E’ una squadra che ha di certo un futuro, ma è un futuro da costruire.”  Esce Iaconi ed entra Costa. “Abbiamo fatto una buona partita e sono soddisfatto seppur va dato il giusto merito agli avversari.” La gara di oggi? “Avevamo iniziato bene, ma poi, con l’espulsione, è cambiato tutto. Nel secondo tempo abbiamo certamente fatto molto più di loro.” Come giudica la gara con il Grosseto? “Ritengo quello di oggi un ottimo pareggio perché ci può dare respiro per affrontare le prossime partite. Siamo partiti con ben altre prospettive adesso improponibili, ma dobbiamo pensare come una piccola invece che come una grande seppur decaduta. Se pensiamo da piccola allora il pari con il Grosseto è da apprezzare e, quindi, positivo.” L’ultimo a presentarsi in sala stampa è Elio Gustinetti (nella foto), ex mister amaranto nella stagione 1998/’99 (quella della prima storica promozione in A, per intenderci). “Credo che la partita sia stata un po’ falsata da alcuni episodi. Dopo la partenza brillante della Reggina, in cui ha trovato il goal, noi siamo usciti fuori trovando il pareggio ed andando vicini al raddoppio colpendo il palo. Le espulsioni, poi, hanno disturbato l’intera partita.” Cosa vi è mancato per, magari, vincere? “Ci è mancato molto Joelson che, per noi, è un giocatore molto importante, direi fondamentale, per il gioco che proponiamo.” E’ soddisfatto del campionato della sua squadra? “Direi molto. Abbiamo squadra importanti dietro di noi. Il Torino, il Brescia, la Reggina e, questo, è motivo di grande soddisfazione.” I vostri obiettivi? “Siamo una squadra tosta quando scendiamo in campo. Con il prosieguo del campionato vedremo. Per adesso, sono molto contento del lavoro che stiamo facendo.” Si aspetta qualcosa durante il calcio-mercato in corso? “Conosco bene il mio presidente e, se a fine gennaio saremo vicini ai play-off, magari non mi vende i migliori (Pinilla, l’autore del goal di oggi così come anche del palo colpito, è tra i più appetiti, n.d.r.) e mi regala anche qualcun altro.” Come giudica il campionato di serie B di quest’anno? “La B è molto difficile. Ci vogliono qualità come costanza, grinta, carattere, continuità, forza e maturità. Solo il Lecce, probabilmente, sta mantenendo le premesse. Ma vi aspettavate che Reggina e Torino fossero così tanto indietro.” No, non ce lo aspettavamo!

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Reggina Grosseto 1-1: tabellino e cronaca

Reggina – Grosseto: 1-1. Reggina (3-4-3): Marino; Lanzaro (c) (dal 71° Adejo), Cascione e Costa; Morosini, Carmona, Barillà e Rizzato; Pagano (dall’87° Cacia), Missiroli e Bonazzoli. In panchina: Kovacsik, Adejo, Cacia, Valdez, Viola A., Viola N. e Santos. All.: Iaconi. Grosseto (4-4-2): Acerbis; Vitofrancesco (dal 64° Conteh), Melucci, Turati e Freddi; Job, Carobbio, Fautario e Consonni (c); Joelson (dal 16° Vitiello) e Pinilla. In panchina: Caparco, Conteh, Vitiello, Pichlmann, Crescenzi, D’Alessandro ed Asante. All.: Gustinetti. Arbitro: Tommasi di Bassano. Assistenti: Marzaloni di Rimini e Galloni di Lodi. Quarto uomo: Paparazzo di Catanzaro. Marcatori: Pagano al 2° e Pinilla al 24°. Ammoniti: Carmona al 13°, Barillà al 20°, Freddi al 39°, Bonazzoli al 69°, Conteh al 69°, Melucci al 76°, Pinilla al 77°, Fautario all’85°, Missiroli all’87° ed Acerbis al 91°. Espulsi: Carmona al 34° e Freddi al 41°. Recupero: 3’ (p.t.) e 3’ (s.t.). Corner: 12 Reggina ed 1 Grosseto. Tiri in porta: 5 Reggina e 2 Grosseto. Tiri fuori: 6 Reggina e 1 Grosseto. Falli fatti: 13 Reggina e 18 Grosseto. Fuorigioco: 3 Reggina e 3 Grosseto. Spettatori paganti: 678. Abbonati: 5184. Incasso al botteghino: € 7.087,00. Quota abbonati: € 40.263,67. Spettatori totali: 5862. Incasso totale: € 47.350,67.

La cronaca. Reggina senza Cassano, Volpi, Buscè e Brienza con le valigie pronte (già raggiunto l’accordo con il Brescia per Volpi). Nel Grosseto tre ex amaranto: Joelson e Carabbio in campo e Gustinetti in panchina. In tribuna, il DS grossetano Andrea Iaconi fratello di Ivo, allenatore amaranto. Al minuto numero 2 la Reggina è già in vantaggio. Pagano cambia gioco da destra a sinistra verso Rizzato, cross di prima intenzione al centro dell’area da parte di quest’ultimo. Missiroli fa sponda, di testa, per Bonazzoli che appoggia di piatto per l’accorrente Pagano che di sinistro insacca quello che rappresenta il suo ottavo goal stagionale. All’8° minuto è ancora la Reggina pericolosa e reclama un calcio di rigore. Bonazzoli sembra chiaramente messo giù da un difensore toscano, ma l’arbitro, ben posizionato, lascia correre. Al 16° prima sostituzione della partita per Gustinetti che è costretto sostituire l’ex amaranto Joelson per infortunio dopo un fallo subito da Carmona (ammonito). Lo stesso Carmona, un minuto dopo, prova il tiro ma il pallone termina fuori. Ancora Reggina al 19° è ancora Reggina con Bonazzoli che, da fuori area, prova il tiro a mezz’altezza ma Acerbis respinge tuffandosi alla propria sinistra. Al 24° il Grosseto, quasi inaspettatamente, pareggia. Cross da destra di Vitofrancesco in area, Pinilla salta mezzo metro più in alto di Lanzaro e, di testa, batte Marino alla sua sinistra. Al 29° la Reggina ci prova con Barillà il quale, molto, forse troppo, presuntuosamente calcia dai 35 metri. Conclusione inutile ed, soprattutto, assolutamente inguardabile. Pericolosa, invece, sempre la Reggina al 31°. Calcio di punizione di Pagano da destra e colpo di testa di cascione che, da ottima posizione (vertice sinistro dell’area piccola) angola troppo e manda al lato alla destra di Acerbis sciupando un’ottima occasione. Al 34° la Reggina resta in 10 per “merito” di Carmona che commette un altro fallo, stupido ed inutile (dopo Joelson adesso Consonni), a centrocampo. Secondo giallo e, quindi, rosso ampiamente meritato per il giocatore amaranto. Al 35° la Reggina reclama il suo secondo rigore della partita. Lanzaro protesta vivacemente con Tommasi lamentando di essere stato trattenuto in area sugli sviluppi del quarto corner a favore dei padroni di casa. Al 39° la Reggina reclama il rosso per Freddi che entra malissimo su Barillà. Tommasi estrae solo il giallo e fa ricominciare a giocare. Pericolosissimo il Grosseto al 40° ancora con Pinilla che, in rovesciata, raccogliendo un cross in area, colpisce il palo alla destra di Marino. Al 41° le due squadre tornano in parità numerica. Freddi commette, così come Carmona qualche minuto prima, uno stupidissimo fallo a pallone lontano e l’arbitro non crede ai suoi occhi di poter riportare in 10 contro 10 la partita fors’anche “pentitosi” del mancato, ma giustificato, rosso allo stesso giocatore un paio di minuti prima. Il primo tempo, quindi, si chiude in perfetta parità, di goals e di uomini in campo. Al 52° occasionissima amaranto. Prima Bonazzoli si vede ribattuto il proprio tiro da un difensore, poi Pagano, a tu per tu con Acerbis, manca il raddoppio (e la doppietta personale) tirando addosso al portiere ospite. Al 59° Reggina ancora pericolosa, ma non basta. Rizzato penetra in area lateralmente e mette al centro rasoterra per Bonazzoli, ma un difensore mette in corner sugli sviluppi del quale Cascione, di testa, manda alto sulla traversa. La Reggina ci prova, ma i limiti sono evidentissimi ed, impietosamente, si manifestano. Ammesso che qualcuno in Società faccia ancora sogni di gloria, suffragati più dalla mediocrità del campionato che dal reale potenziale della sua squadra, dovrà sborsare quattrini per acquistare qualità vera e non presunta. All’83° ancora la Reggina con Missiroli che prova la conclusione da fuori area ma trova Acerbis ben piazzato a parare senza alcuna difficoltà. Reggina volenterosa, ma pressoché nulla. Rizzato ancora pericoloso al 77°, supera un avversario e mette al centro, un difensore mette in angolo. Sussulto amaranto all’87°. Missiroli s’incunea in area e, seppur in buona posizione per proseguire e/o per calciare a rete, preferisce simulare un fallo subito e vanifica tutto. Giustissima la sua ammonizione. Che Reggina mediocre, che giocatori mediocri, positivo il non aver perso ma solo perché il Grosseto non ha osato “rischiando di vincere”. La Reggina cerca il colpo d’ala e si rifà pericolosa. Il neo entrato Cacia si presenta davanti ad Acerbis, ma decentrato a destra. Tiro non certo impeccabile, anzi tutt’altro, ma a renderlo pericoloso ci riesce lo stesso portiere grossetano deviando e  mettendo, quasi, in rete alle sue spalle. Che vergogna!!! I fischi sono tutti meritati.

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Reggio Calabria: bomba davanti alla Procura Generale

La bomba fatta esplodere davanti alla Procura generale di Reggio Calabria (nella foto) sarebbe il frutto di una ''decisione condivisa" da buona parte delle cosche più importanti della 'ndrangheta. E' questa una delle ipotesi, secondo quanto si apprende, su cui si starebbero concentrando inquirenti ed investigatori che stanno indagando per accertare la matrice dell'attentato compiuto all'alba di ieri. Dagli elementi emersi finora e dall'analisi delle ultime operazioni di polizia che hanno colpito duramente le organizzazioni, non sarebbe comunque ancora stato possibile inquadrare al momento a quale cosca appartengano gli affiliati che hanno materialmente piazzato la bomba. Quel che sembra però emergere con certezza dalle analisi degli esperti, è che una decisione di questo tipo – con il duplice obiettivo di alzare il livello di scontro e di mandare un messaggio chiaro a magistrati ed investigatori – sia stata, sottolineano fonti investigative, "condivisa" dai vertici di diverse 'Ndrine.

Sia di quelle direttamente coinvolte nei procedimenti d'appello, sia di quelle che sono state duramente colpite dai sequestri e dalle confische, sia, infine, da quelle che non sono direttamente interessate dalle indagini della procura di Reggio Calabria ma che sarebbero state 'contattate' per avallare il progetto. Dalla targa dello scooter utilizzato dalle due persone che hanno compiuto ieri l'attentato alla Procura di Reggio Calabria non potranno venire indicazioni utili per accertare l'identità dei responsabili. La targa infatti era stata contraffatta per renderla illeggibile. I carabinieri stanno approfondendo, comunque, l'esame delle immagini alla ricerca di qualsiasi particolare. ''I criminali sono portati a pensare che nel processo d'appello le cose si sistemano, quando questo non avviene, quando anche qui si rendono conto che prendono bastonate, qualcuno può avere la tentazione di reagire". A parlare, in un'intervista a La Repubblica, è il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore di Landro, che sottolinea come nella sua Procura "si fanno i giochi nel merito, dopo c'é solo il giudizio di legittimità della Cassazione". Il procuratore fuga ogni dubbio sulla matrice dell'attentato: "per dimensioni, caratteristiche e per la professionalità degli attentatori – afferma – sulla matrice mafiosa non credo ci possano essere dubbi". L'attività della Procura di Reggio Calabria, spiega Di Landro, si concentra sui processi in grado di appello e sulla confisca dei beni, "su entrambi i fronti – aggiunge – ho impostato il lavoro con il massimo del rigore e del controllo". Forse, secondo Di Landro, "qualcuno si era illuso che tenessimo un profilo più basso". "Le cosche tradizionali si spartiscono il territorio con una capillarità impressionate" sottolinea il procuratore, al punto che è possibile identificare "il confine della giurisdizione tra due clan". L'attentato non frenerà l'attività, "le indagini vanno avanti con determinazione, i successi sono tangibili, la strada è lunga e difficile – conclude Di Landro – noi continuiamo a fare il nostro mestiere.

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