Reggina: la vittoria è un bene ma la prestazione non è (ancora) convincente – IL REGGINO

Sgombriamo subito il campo da equivoci o fraintendimenti: questo appena iniziato è, e deve essere, per la ritrovata Reggina l’ultimo della serie tra le nefaste categorie del dilettantismo.

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Reggina: gli Ultras avvisano “Se non vinciamo andate via da Reggio”. Era ura…! – IL REGGINO

Ieri pomeriggio, finalmente, i “Diffidati Liberi” (gli Ultras amaranto per intenderci), hanno diramato un durissimo comunicato stampa diretto alla Società amaranto.

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Quando si sbaglia occorre fare un passo indietro e chiedere venia…

… umilmente, senza giri di parole e senza per questo scadere in professionalità. Con 33 anni di giornalismo sul groppone è assolutamente opportuno, oltre che deontologicamente giusto, correggersi riguardo ad una qualunque cosa detta/scritta credendo fosse verità salvo accorgersi in seguito di aver preso un abbaglio.

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Reggina: aperta la liquidazione giudiziale e… la corsa al marchio – IL REGGINO

Con sentenza del 22 marzo scorso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, Sezione civile, ha dichiarato aperta la liquidazione giudiziale della Reggina 1914 s.r.l..

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La Fenice Amaranto: le mancate verità del DG Ballarino – IL REGGINO

Dopo l’ennesima prestazione indecente di domenica scorsa la rumorosa contestazione all’indirizzo del DG de La Fenice Amaranto, iniziata sugli spalti e conclusasi dietro la Tribuna Ovest, ha Continue reading “La Fenice Amaranto: le mancate verità del DG Ballarino – IL REGGINO”

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La Fenice Amaranto inizia male, molto male: mente (sapendo di mentire quindi con dolo) o è “solo” ignoranza delle norme? E già si permette di additare e giudicare i giornalisti… – IL REGGINO

(3) Andiamo con ordine. Ben sapendo che “Reggina” non si potrà utilizzare fino a quando esisterà una società affiliata in FIGC con quel nome (stessa cosa accaduta nel 2015 allorquando, Continue reading “La Fenice Amaranto inizia male, molto male: mente (sapendo di mentire quindi con dolo) o è “solo” ignoranza delle norme? E già si permette di additare e giudicare i giornalisti… – IL REGGINO”

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Reggina: taluni ti trattano da puttana; pochi ti rispettano; la stragrande maggioranza ti ama (senza doppi e loschi fini) – IL REGGINO

E’ di un paio di giorni fa la conferma dell’autorizzazione concessa dalla F.I.G.C. alla Reggina per l’iscrizione al primo campionato dilettantistico interregionale: sarà Serie D come Continue reading “Reggina: taluni ti trattano da puttana; pochi ti rispettano; la stragrande maggioranza ti ama (senza doppi e loschi fini) – IL REGGINO”

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Reggina, la tragicommedia continua: Felice Saladini in merito alle citazioni riportate oggi sui media – IL REGGINO

(69) Milano, 25 agosto 2023. Sono gravi, false e calunniose alcune affermazioni riportate nelle ultime ore sulla stampa. Non c’è alcuna identificazione tra la mia persona e Manuele Ilari; non ho mai dato disponibilità a riprendere le quote del Club, né per il presente né per il futuro. Continue reading “Reggina, la tragicommedia continua: Felice Saladini in merito alle citazioni riportate oggi sui media – IL REGGINO”

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Saladini: Get Out! Sortez! Fuera! Aussteigen! Il Mondo te lo chiede: VATINDI!!! – IL REGGINO

E’ finita! Ed è finita come peggio non poteva… La Reggina si è vista respingere anche il ricorso al T.A.R. del Lazio avverso l’esclusione dalla serie meritatamente ed ampiamente Continue reading “Saladini: Get Out! Sortez! Fuera! Aussteigen! Il Mondo te lo chiede: VATINDI!!! – IL REGGINO”

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Quant’è bella la Reggina (ed è anche forte)! – IL REGGINO

4 gare di campionato (in perfetto equilibrio tra casa e trasferta); 2,5 goal a partita realizzati (10) e 0,5 goal a partita subiti (2): miglior attacco della serie B e miglior difesa (assieme a Frosinone e Benevento); le 10 reti realizzate portano Continue reading “Quant’è bella la Reggina (ed è anche forte)! – IL REGGINO”

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Reggina: Cardona “… atteso che le sciarpe si portano nel cuore!” – IL REGGINO

Ha chiuso così il Presidente Cardona la conferenza stampa di presentazione dell’incarico ricevuto dal proprietario Felice Saladini. Una frase semplice, pronunciata a seguire l’invito rivolto ai fotografi a posizionarsi Continue reading “Reggina: Cardona “… atteso che le sciarpe si portano nel cuore!” – IL REGGINO”

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Gallo chieda scusa e, a capo chino, si svesta della nostra maglia. La Reggina non è morta, anzi, sarà più forte di prima! – IL REGGINO

Abbiamo aspettato qualche giorno semplicemente perché lo scrivere istintivamente e d’impeto può non produrre nulla di eticamente apprezzabile e, visto che l’argomento Reggina ci appartiene visceralmente, Continue reading “Gallo chieda scusa e, a capo chino, si svesta della nostra maglia. La Reggina non è morta, anzi, sarà più forte di prima! – IL REGGINO”

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La serie C è un’indecenza: portateci via (prima possibile)!!!

(8) Ogni anno, più volte all’anno, addetti ai lavori a qualunque titolo sono costretti ad esclamare l’ormai stantìa (e stucchevole) frase “Questa è la pagina più buia del calcio italiano”. Il problema, però, non è soltanto Continue reading “La serie C è un’indecenza: portateci via (prima possibile)!!!”

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Reggina, la verità sugli abbonamenti: è record per la categoria ma a chi giova far credere a Gallo che siamo dinnanzi ad un flop?

Ieri sera l’Ufficio Comunicazione della Reggina ha diffuso l’ultimo dato ufficiale sul numero di tessere sottoscritte: 2954. Con molta Continue reading “Reggina, la verità sugli abbonamenti: è record per la categoria ma a chi giova far credere a Gallo che siamo dinnanzi ad un flop?”

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Reggina 2.0: è metamorfosi tecnico-gestionale, chiamatelo “Sir” Domenico Toscano

(6) Nel mentre la Reggina sta affrontando al Centro Sportivo Sant’Agata la sua prima uscita stagionale, ad una settimana esatta dal raduno in città dei convocati, non possiamo esimerci dal proporvi alcune Continue reading “Reggina 2.0: è metamorfosi tecnico-gestionale, chiamatelo “Sir” Domenico Toscano”

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Reggio di Calabria: il piagnisteo di Praticò innalza il livello dell’acqua nella diga del Menta e la Città si risveglia… allagata, stanca e provata! Praticò è solo… per (de)merito suo!!!

In Città, dalle 23 circa di ieri sera, piove a dirotto e stamane ci si è svegliati tra piazze con l’acqua a sommergere le auto, alberi caduti e raffiche di vento. Del fenomeno si era più o meno a conoscenza, o per lo meno Continue reading “Reggio di Calabria: il piagnisteo di Praticò innalza il livello dell’acqua nella diga del Menta e la Città si risveglia… allagata, stanca e provata! Praticò è solo… per (de)merito suo!!!”

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Reggina 1914: aggettivi cercansi…

(2) La "notizia" del giorno, come riportato su almeno un paio di siti web, è l'esclusione dal gruppo della prima squadra di Alberto De Francesco e Toti Porcino (capitano e vicecapitano della Reggina) comunicatogli stamane proprio al rientro dopo le vacanze d'inizio anno.

Ordunque, su una storia di cui si parla almeno da un anno, voglio ragionare (per assurdo) prendendo per buone le parole della Società circa le (presunte) circostanze che avrebbero portato al mancato rinnovo dei due giocatori più talentuosi ad oggi presenti in rosa. La Società, more solito, divide le responsabilità tra l'ex DGS Gabriele Martino (reo, secondo quanto detto, di aver disatteso una disposizione del CdA con cui veniva autorizzato anzi, per meglio dire, incaricato di avviare con i due calciatori i contatti affinché il rinnovo si potesse sottoscrivere nell'interesse di entrambi) ed i due giocatori (rei, secondo quanto detto, di essere rimasti in silenzio e di aver mostrato ingratitudine non rinnovando). Per intanto, prendo atto che, sempre e comunque, responsabilità la Società continua a non ascriverne mai a se stessa ma resta fedele al cliché secondo cui qualunque cosa di negativo, di poco opportuno o di sconveniente accada è sempre colpa altrui e mai propria (e vabbè, sono dei santi e fors'anche martiri). Ok, fin qui, se non ho letto male i colleghi, le dichiarazioni della Società che, ribadisco, per assurdo, prendo per buone. Orbene, facciamo finta che io sia la proprietà di una qualunque Società ed incaricassi un mio dipendente (di lusso, perchè prima gli ho dato praticamente carta bianca su tutto – eccezion fatta per la firma – nominandolo Direttore Generale e Sportivo), comunque gerarchicamente sottoposto, a svolgere una qualunque mansione (nella fattispecie il tentativo di rinnovare i contratti ai due). Passa un giorno, ne passano due, poi tre, quattro e via dicendo ed il mio dipendente-sottoposto non mi relaziona su quanto stia facendo e, soprattutto, con quali risultati. Io, proprietà, che faccio? Intanto, sempre nella fattispecie, per coerenza, mi dovrei ricordare di quando proclamai urbi et orbi che di rinnovi per i calciatori non se ne sarebbe potuto parlare perché non si sapeva in che categoria si sarebbe stati la stagione successiva (se vai in B hai i contratti in essere ai prezzi della C, se resti in C non cambia nulla ma hai i giocatori in rosa, se vai in D i contratti decadono d’ufficio perché passi dal professionismo al dilettantismo e perdi tutto… possibile che non sanno le regole?) e, poi, per esempio, se ci tenessi alla prosecuzione del rapporto di lavoro con i due, quantomeno presserei sul mio dipendente-sottoposto o, nell'ipotesi peggiore, lo esautorerei dall'incario e prenderei in mano personalmente la questione. O mi sbaglio? Invece, parrebbe che l’ignavia abbia ancora giocato la parte da padrone: a fine gennaio do l’incarico al mio DGS (secondo quanto dichiarato molti mesi dopo); non ne parlo per mesi e mesi; ad inizio giugno investo del ruolo un altro personaggio; dei rinnovi non ne parlo se non fugacemente; a dicembre lancio la bomba dando la colpa della stagnante situazione a chi ho silurato; a gennaio dico che la colpa è, anche, dei calciatori che hanno chiesto di andar via o, comunque, non hanno chiesto il rinnovo. Punto! E perché mai, i calciatori, avrebbero dovuto chiedere loro il rinnovo bussando alle porte della Società (magari attraverso i loro procuratori) elemosinando? Di chi è il maggior interesse nella vicenda: della Società che avrebbe potuto delle prestazioni professionali di due talentuosi giocatori o dei giocatori che, d’altro canto, potrebbero guadagnare di più qualora andassero via a parametro zero facendo, così, uscire solo i soldini del loro ingaggio alle nuove Società di appartenenza? Ah già, il Coordinatore ha dichiarato che NESSUNO ha chiesto notizie o manifestato interesse nei confronti dei due migliori giocatori della Reggina! Ovviamente non ci credo io e non ci crede nessuno. Altrettanto ovvia è l’evidenza dell’incapacità di gestire un patrimonio di tutto rispetto (atteso che patrimonio la Reggina non ne ha, tra affitti di vario genere e giocatori prestati). Tornando a noi, se il mio dipendente-sottoposto non adempisse ai compiti impartitigli chi farebbe una figura barbina? Lui o, sempre e comunque, io che sono a capo di una Società e 1) non riesco ad impartire disposizioni fruttuosamente, 2) taccio lasciando che il tempo trascorra, 3) declino ogni responsabilità pensando di farla franca? E’ assolutamente ovvio che è il “manico” a non farsi valere seppur la “scopa” fosse senza capacità. E ribadisco ancora una cosa: ho ragionato per assurdo per cercare di far intendere che, comunque, sempre e comunque, “il pesce puzza dalla testa”. Personalmente io, al teorema non dimostrato ma semplicemente chiacchierato da parte della Società secondo cui la colpa, nella circostanza, è di Gabriele Martino non ci credo! E non credo nemmeno che la colpa sia ascrivibile ai giocatori: sono dei professionisti e, come tali, come i loro parigrado in ogni professione, hanno non solo titolo ma anche il dovere di guardarsi attorno e scegliere il meglio per se stessi (a maggior ragione sei il Presidente, un giorno sì e l’altro pure, dichiara che non sa se la Reggina arriverà a giugno). Forse una buona dose di autocritica non guasterebbe: il mondo non gira attorno a loro, non ne costituiscono l’ombelico e, soprattutto, contano i fatti e non le chiacchiere e, grazie a Dio, la boccola al naso la portano in pochi, pochissimi (solo il denutrito stuolo di utili idioti a cui i meno dotati fanno ricorso per sentirsi a confronto novelli Siffredi). A proposito, a quando la fine di un autolesionismo ormai divenuto cronico? Ed, infine, quand'è che penserete a sognare prati e montagne verdi piuttosto che fantasmi e streghe che, da tempo, riempiono i vostri incubi? E dai…

Ccà nisciun è fess!!!

PS: dopo 27 anni di giornalismo, non trovo gli aggettivi giusti per una corretta definizione… Sigh!!!

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Il 2017 della Reggina: alla squadra la sufficienza piena, alla Società no!

(1) 36 sono le partite, di campionato, disputate nell’anno solare appena concluso per la Reggina 1914 (16 valevoli per il campionato scorso e 20 per quello in corso). Il bilancio è, sostanzialmente, in parità considerando le 12 vittorie (7+5), gli 11 pareggi (5+6) e le 13 sconfitte

 

(4+9). Meno della metà i punti conquistati su quelli disponibili (47/108). Non è in parità, invece, il computo tra reti fatte e subite: prevalgono le seconde 47 a 40. Leggendo i numeri, il 2017 amaranto non è affatto da buttare. Anzi. Si può migliorare, certo, ma i numeri dicono che, sul terreno di gioco, il rendimento della Reggina non è stato affatto insufficiente meritando la sufficienza piena. Perché, allora, non gode di ottimismo tra i tifosi? Eppure, innegabilmente, quando nacque la nuova Società capitanata da Praticò, si veniva da qualche annata disastrosa complice la nefasta gestione Foti negli ultimi anni della sua gestione. Forse il motivo di cotanta “antipatia”, “sospetto” e “scarsa fiducia” risiede proprio nei comportamenti e negli atteggiamenti di una Società neofita ma già, sin da subito, autoproclamatasi quale “salvatrice” ed unica custode di “amore” e “passione”. Eh già! Sin da subito dopo la sua nascita, quando ancora si chiamava ASD Reggio Calabria (poi SSD Reggio Calaria, poi ancora Urbs Sportiva Reggina 1914 ed infine Urbs Reggina 1914), attraverso i suoi più autorevoli rappresentanti,  si pavoneggiava attribuendosi l’ “aver salvato il calcio a Reggio” attraverso “atti d’amore” vari. Che Praticò & Co. abbiano avuto il grande merito di accollarsi l’onere gravoso di rifondare la Reggina dopo i disastri fotiani, nessuno l’ha mai negato ed, anzi, il merito deve essergli sempre riconosciuto. Che Praticò & Co. si siano assunti anche il dispendioso onere economico per la “rifondazione” anche questo è fuori dubbio e per ciò vanno elogiati. E allora come mai faticano ad entrare nei cuori dei tifosi ma, anche, in quelli degli addetti ai lavori? E’ presto detto: si sono resi protagonisti di così tanti strafalcioni, lessicali e comunicativi, che per avere solo 30 mesi sulle spalle sembra sproporzionato il rapporto gaffes/età (e chiamarle gaffes è un eufemismo). Si va dall’attribuirsi meriti che non hanno al non riconoscimento di ciò che è stato fatto da chi li ha preceduti; passando per il pressapochismo dimostrato nella gestione della squadra a quello evidentemente deficitario circa gli assetti societari; dalla scarsa lungimiranza progettuale aziendale all’approssimazione programmatica riguardante la squadra. Buon volontà, spesso ma non sempre, a cui, però, fa eco una mediocre capacità imprenditoriale (sia dal punto di vista gestionale che comunicativo, a dire il vero in quest’ultimo aspetto il risultato è disastroso – non già per colpe ascrivibili all’Ufficio Stampa ma imputabili ad un “manico” tremolante, instabile e confusionario). Ecco perché all’entusiasmo che comunque si era ricreato in D agli esordi di questa Società, fa oggi riscontro la quasi assoluta indifferenza di una piazza un giorno esigente ma oggi assuefatta alla mediocrità imperante. Tanti i meriti, quindi, tantissimi i demeriti. Scelte cervellotiche, ai più non chiare; decisioni controproducenti, ai più scontate; una società, da qualche giorno, praticamente nella sua interezza in mano alla famiglia Praticò grazie ad una politica di disgregazione societaria piuttosto che di fiducia reciproca, collaborazione e, quindi, unità (#unitisivince solo negli slogan o, comunque, a patto che “facciamo tutto noi e voi mettete solo i soldi”). La Società è in mano loro ed hanno titolo a comportarsi come meglio credono, attorniandosi di chi preferiscono e fondando accordi e legami con chi più gli aggrada. Già da un po’, però, il jolly dell’inesperienza se lo son giocati buttandolo in una mano dall’esito negativo scontato. Il “non poteva non sapere” è ormai un’accusa arcinota e lapalissiana, l’ingenuità non gli si addice così come non più nemmeno il buonafedismo. La ricerca di responsabilità altrui, la demonizzazione dei giornalisti non allineati, la ghettizzazione di tifosi critici e non adulanti, la visione di fantasmi ovunque e sotto qualunque forma ormai fanno parte di un modus operandi  stucchevole, lontano dalla realtà dei fatti e, ben più grave, da una matura presa di coscienza dei propri torti. L’autocritica non ha mai ucciso nessuno: se 1000 persone ce l’hanno con loro non può essere che 1000 persone non capiscano niente e solo loro siano i custodi del “verbo”. Se gran parte dell’ambiente gli contesta qualcosa, se lo stesso ambiente sono riuscito a coalizzarlo “contro”, allora crediamo sia proprio il caso di porsi le giuste domande e darsi le corrette risposte. Delle due l’una: o sono “fuori” una miriade di persone o, invece, “fuori” sono loro! Secondo la logica della probabilità, la verità qual è? Certo, se chiedessimo ad un pazzo chi è il pazzo tra lui e gli altri cosa pensate risponda? E se non volessimo chiedere proprio al pazzo dubitando della sua imparzialità, allora, nel caso di specie, si potrebbe chiedere anche al lusinghiero codazzo di affermati "professionisti" di cui si sono attorniati recitanti un melodico e soave “Signor sì, Signore!”. “O con me o contro di me” è il motto sulla direttrice Via Petrara-Via delle Industrie: noi né “con” né “contro” ma solo ed esclusivamente, sempre e comunque, al fianco della Reggina (senza nomi e cognomi di alcuno). Ad maiora!     

 

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Reggina 1914: quattro chiacchiere con il socio Giovanni Sgro

(7) Abbiamo incontrato Gianni per scambiarci gli auguri in occasione delle festività natalizie. Da tifosi della Reggina, non potevamo non scambiare quattro chiacchiere su alcune problematiche di natura societaria ormai note ai più. Ne è scaturita una chiacchierata senza filtri e senza omissioni di sorta. Ecco cosa ci ha detto.

 

Gianni, tu imprenditore in tutt’altro settore, com’è che sei entrato a far parte della “famiglia” Reggina? Nel luglio del 2015, fui chiamato da un caro amico giornalista. Lui, insieme agli altri associati di “Leggende Amaranto” – reduci dall’imponente successo della manifestazione pro Hospice Via delle Stelle, Reggina 88 vs Reggina 99 -, aveva già intrapreso la strada finalizzata alla riuscita del progetto “Salviamo la Reggina”. Mi chiese se volessi intraprendere quel progetto insieme ad un gruppo di altri imprenditori per far sì che il calcio di un certo livello non scomparisse dalla nostra città. Mi disse che mi avrebbe accompagnato lui alle riunioni, che avrei potuto ascoltare, guardare e toccare con mano ciò di cui si discuteva e, solo dopo, decidere se avvicinarmi alla nostra squadra del cuore o, senza problemi di sorta, declinare l’invito. Fu così che, insieme, partecipammo a qualche riunione della costituenda ASD Reggio Calabria.

Con quale spirito iniziasti il tuo percorso in amaranto, considerata la compagine che di lì a breve stava prendendo forma? Fu l’orgoglio di reggino a prevalere. Visti gli elementi che costituivano la spina dorsale della nuova Società e considerate le varie difficoltà dovute al tempo limitato a disposizione per il pagamento dell’iscrizione, nonché, come già detto, per quella forma di orgoglio personale, accettai la partecipazione all’ASD Reggio Calabria. Per rispondere più sinteticamente alla tua domanda, entrai nel “mondo Reggina” per spirito di servizio verso la città di Reggio Calabria. Con convinzione per quanto riguarda l’aiuto ai nostri colori, con molta meno semplicemente perché non conoscevo il settore in cui stavo per entrare.

 

Come andarono le cose nei primi periodi per l’ASD Reggio Calabria, antesignana dell’attuale Urbs Reggina 1914? Tra i bassi e gli alti ed i vari impegni giornalieri, le cose andarono gradualmente in maniera – a mio avviso – discreta per quanto riguarda la costruzione della struttura societaria. Ti dirò, qualche volta in maniera piuttosto confusionaria per via del susseguirsi degli eventi in modo repentino e senza, quindi, a volte, anzi quasi sempre, approfondire e valutare quale potesse essere la cosa veramente più giusta da fare.

 

Gli elementi che costituivano, ieri e forse ancora oggi, la Società con quale carattere d’impegno si dimostravano? Fortunatamente ogni elemento che costituiva, ed ancor oggi costituisce in buona parte, la Società ha dimostrato adeguata competenza – considerate le diverse professioni quotidianamente svolte al di fuori del mondo Reggina – con attenzioni ed abnegazione facendo sì, che piano piano, la Società prendesse forma e sostanza per il corretto andamento della stessa. Fu cosa preziosa che, però, non tutti hanno afferrarono al volo e, quindi, apprezzarono.

 

Come si era organizzata la Società? Quali gli incarichi dei soci? Quali gli obiettivi da raggiungere? Abbiamo costituito una Srl con capitale sociale interamente versato dai vari soci con i Praticò che vollero che le loro due quote raggiungessero una percentuale che gli permettesse di acquisirne la maggioranza (a tal proposito, con nostra grande sorpresa, fu costituita la P&P srl detentrice del pacchetto maggioritario). A questo punto, Demetrio (detto Mimmo) Praticò sarebbe andato a rivestire la qualifica di Presidente; l’avv. Francesco Giuffrè sarebbe stato Vice Presidente e Delegato agli Affari Legali; il figlio di Mimmo, Giuseppe, sarebbe stato il Delegato agli Affari Generali; il dr. Gianni De Caridi si sarebbe dedicato all’Area Medica; l’avv. Giandomenico Stilo, non socio ma caro amico dei Praticò – e, successivamente, anche nostro – quale esterno e nominato da loro (per ottenere la maggioranza relativa in CdA) alle Risorse Umane; io alla Gestione e Sicurezza degli Impianti sportivi. Incarichi, questi, fino ad un certo punto rispettati ma, successivamente, dissoltisi causa ingerenze altrui. In un primo momento e senza dubbio, gli obiettivi erano quelli di traghettare con onestà, onorabilità e spirito di collaborazione da parte di tutti (soci sia interni che esterni al CdA) dal primo campionato dilettantistico (Serie D) all’ultimo professionistico (la Lega Pro, oggi Serie C).

 

Ottenuto il ripescaggio in Lega Pro nella stagione 2016/2017, quali differenze vedi tra quel campionato da ripescata e quello attualmente in corso? Per quel che riguarda la struttura del settore tecnico, lo scorso anno avevamo dato incarico – dietro suggerimento e presentazione dei Praticò – a Gabriele Martino che si è rivelato figura efficace ma fino ad un certo punto. Pur riconoscendogli una grande esperienza come Direttore Sportivo, noi soci di minoranza avevamo chiesto, ma evidentemente non ottenuto, il non affidargli anche la Direzione Generale della Società visti i tanti impegni che già gravavano su di lui.

 

La decisione più importante, economicamente e non solo, riguarda il fitto del Sant’Agata e dei beni materiali della fu Reggina Calcio 1986 SpA (che, tra l’altro, furono passi obbligati affinché la richiesta di ripescaggio in Lega Pro venisse accolta). Fu presa all’unanimità? Che si sia ottenuta la concessione in affitto del Centro Sportivo da parte della Curatela, è stato fatto a mio parere conveniente sotto tutti gli aspetti. In primis quello relativo alla crescita della Società. Ma, la decisione, non fu deliberata dal CdA ma semplicemente ratificatagli solo successivamente. Come questa, in tante altre occasioni siamo venuti a conoscenza delle cose decise e fatte solo dopo la loro realizzazione, a fatti avvenuti.

 

Ho notato che quest’anno, in trasferta, la squadra ha al seguito solo il Presidente ed il figlio. La cosa è chiaramente in contrasto con quanto avveniva precedentemente. Come mai? Diffidenza, dissapori, divergenze? Per quanto mi riguarda, i motivi sono tanti. Salute, soprattutto, ma anche divergenze di opinioni per quanto riguardano le strategie non condivise ma portate alla mia (e non solo) attenzione solo dopo decisioni prese ed attuate senza passare dall’approvazione del CdA in quanto responsabile nei confronti di tutti i soci. 

 

Ho saputo della riduzione delle tue quote (ma anche di molti altri oltre te): perché? Fino ad un paio di mesi addietro, detenevo, assieme ai miei tre figli, la quota del 10% circa. Recentemente, durante il CdA di fine ottobre, ho ridotto notevolmente le mie quote riducendole all’1% circa. Questo per i motivi già chiariti sopra e, oltretutto, cosa più importante, senza sapere dove stiamo andando.  

 

Questo è il quadro, visto dall’interno, della situazione societaria dell’Urbs Reggina 1914. Tutte cose arcinonte ai più e che, Gianni, cortesemente ci ha confermato. Reggio non è una metropoli, ciò che succede a Bocale in un fiat arriva a Catona. Certo, a volte arriva edulcorata ma altre volte attiva nella sua essenza reale. Della Reggina 1914 abbiamo già detto nell’ultimo editoriale, non ci resta che attendere che le opinioni di Gianni rivestano il ruolo di monito affinché la Reggina torni ad essere REGGINA!

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