Reggina: lo Iaconi-pensiero ad ampio raggio (parte II^)

Andato via Novellino con il quale si era segnato poco e subito molto, lei ha cambiato immediatamente modulo. Con i tre difensori pensa che questo possa far guadagnare la squadra in compattezza. Non intendo dire cambiando il  reparto in se stesso, ma più generalmente in fase difensiva perché sappiamo benissimo che se non c’è un centrocampo che fa filtro diventa difficilissimo per i tre difensori ed anche i più forti del mondo andrebbero in sofferenza. Questo modulo può dare una giusta copertura, un giusto equilibrio? Si può raggiungere questo equilibrio, alla base del successo, con due mezze punte come Pagano e Brienza che, all’occorrenza aiutano il centrocampo, e con i centrocampisti Morosini e Carmona che hanno nelle loro corde la predisposizione all’interdizione e Morosini anche alla proposizione?

“Premesso che tutti i moduli adottati o adottabili hanno pregi e difetti, è naturale che l’obiettivo di ogni modulo è quello di raggiungere l’equilibrio. Io ho scelto questo modulo (il 3-4-3, n.d.r.) perché c’era bisogno di cambiare qualcosa. C’era bisogno, per tornare un attimo al discorso della fiducia e dell’autostima, di dare qualche certezza in più ai ragazzi. Ho cominciato dalla difesa perché mi è parso di capire che i ragazzi si sentissero più sicuri con una difesa “a tre”. Tutto il resto è stata una conseguenza dello studio delle caratteristiche dei miei giocatori cercando di mettere quelli più importanti nelle condizioni di poter rendere. Fino a questo momento, a sprazzi, abbiamo fatto bene. Non molto bene, ma bene. Però ci manca la continuità e questo è un obiettivo da perseguire e da raggiungere nel più breve tempo possibile perché solo la continuità ci può dare risultati. La continuità tattica all’interno della stessa partita.” Quindi prima di tutto una difesa che sia registrata e che possa sostenere il peso degli attacchi avversari? “Si, una difesa che dev’essere solida. Noi abbiamo preso molti goals per prodezze degli attaccanti avversari, ma anche certamente per l’aver commesso degli errori. Il secondo goal ad Empoli, la doppietta di Baclet a Lecce, il goal di Jadid con la Salernitana sono tutte prodezze subite. Lo dico sempre ai ragazzi, abbiamo un atteggiamento con cui ci tiriamo addosso la sfiga.” Ma ad Empoli abbiamo messo sotto una squadra comunque forte. “Si, ma non siamo passati in vantaggio in quei 20/25 minuti in cui abbiamo avuto una sola possibilità sbagliandola con Pagano. Avremmo potuto averne molte di più perché, secondo me, in quei minuti abbiamo dominato meritando di passare in vantaggio.” In linea di massima ognuno di voi allenatori ha un modulo prediletto, ne accennava prima. Crede che dev’essere l’allenatore ad adeguarsi ai giocatori che ha, atteso che penso non esista allenatore al mondo capace di dare una “lista della spesa” al proprio presidente ed avere poi esauditi tutti i suoi desideri, oppure è proprio necessario, ostinatamente, ostentatamente, esageratamente riproporre il proprio modulo ideale non tenendo conto che, per esempio, ci possano essere dei giocatori che per caratteristiche, per attitudine, non sono in grado di attuare con gli effetti desiderati quel determinato modulo? “Ognuno di noi ha il suo modulo preferito, se abbiamo la possibilità di costruirci la squadra partendo dal modulo si fa la squadra stessa. Però questo (essere esauditi in ogni richiesta) non accade quasi mai, soprattutto quando si subentra in corsa come è successo a me e si prende in carico una squadra costruita da e per altri. Di norma, quindi, avviene il contrario. Si valutano le caratteristiche dei giocatori e su di esse si fa il modulo.” Quindi l’allenatore si adegua ai giocatori che ha a disposizione? “Si, io si! Nella mia carriera ho giocato con quasi tutti i moduli.” La domanda non era affatto casuale. Novellino, infatti, ai suoi tempi, si era fissato con il 4-4-2 tanto da schierare dieci formazioni diverse nelle dieci giornate di campionato disputate, tanto da snaturare Buscè proponendolo come terzino destro (o, se preferite, esterno destro nella difesa “a quattro”) invece che ala (o esterno destro di centrocampo), tanto da inventarsi Cascione centrale difensivo togliendolo dal suo ruolo naturale di centrocampista ed incontrista ed altro ancora. Atteso che troppo spesso è “mancato” il difensore centrale, anche in virtù di una sorta di protezione per il portiere, ha pensato magari a Lanzaro centrale visto che in serie A ha marcato Ibrahimovic, Trezeguet e tanti altri del loro calibro? “Noi abbiamo fatto delle scelte tattiche per la gara di Empoli e probabilmente quando incontreremo squadre che giocano con una mezza punta per quel ruolo la scelta sarà sempre su un centrale-centrocampista. Ad Empoli c’era Vannucchi e secondo me andava limitato in un certo modo con l’uscita di un difensore da dietro per non abbassarci troppo. Probabilmente con il Crotone, anche se con un modulo diverso rispetto all’Empoli, avremo ancora la presenza di una mezza punta ed è naturale che noi dobbiamo anche studiare le caratteristiche dell’avversario.” Sabato ci sarà Volpi? C’è, insomma, la volontà del giocatore di recuperare il terreno perduto? (E’ notorio che il giocatore non sia stato neppure convocato nelle ultime partite per via, si dice, di un suo scarso momento di forma. Pare, invece, che i rapporti che lo legavano all’ex Novellino siano la vera causa di questo suo “calo” e che la Reggina sia vicina o alla rescissione del contratto più o meno consensualmente o all’immediata cessione alla riapertura del calcio mercato di gennaio, n.d.r.). “Abbiamo davanti quasi una settimana di allenamento e vedremo poi cosa succederà quando andremo a diramare le convocazioni per Crotone. Comunque si, Volpi si sta allenando regolarmente e non si sono problemi.” E qui, per la prima volta in tutta l’intervista, Iaconi si “veste” da Pinocchio un po’ per il quieto vivere ed un po’ per scelta societaria-aziendale! Alla luce dei risultati ottenuti, del “non gioco espresso” e della classifica impietosa, reputa giustificata la preoccupazione dei tifosi di dover fare la fine di Avellino, Catanzaro e Como che, dopo anni di massima serie, adesso sono relegati nelle serie minori o, addirittura, sono scomparsi del tutto? “Credo che siano situazioni completamente diverse le une dalle altre perché alle spalle della Reggina c’è una Società vera, una Società che fa calcio veramente, che ha un’organizzazione di alto livello e che ha il lavoro di tanta gente mirata a fare calcio. Poi, la singola annata può essere negativa com’è stato l’anno scorso. La salvezza dev’essere un discorso, non dico scontato perché nel calcio non si può essere sicuri di niente, ma dal cui discorso dobbiamo allontanarci nel più breve tempo possibile.

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Reggina: lo Iaconi-pensiero ad ampio raggio (parte I^)

Troppo ghiotta l’occasione ieri sera, fornitaci da “La Tribuna del Lunedì” condotta dall’amico e collega Michele Favano, per lasciarci sfuggire, non cogliendo, ogni dettaglio dello “Iaconi pensiero” circa le vicende – più vicissitudini, a dire il vero – della Reggina in questo assai poco lusinghiero campionato di B. Ospiti entrambi della seguitissima trasmissione, non potevamo non prendere nota e riportarvi ciò che pubblicamente ha dichiarato il tecnico amaranto. Moltissime le domande alternatesi tra i presenti in studio e chi in studio non c’era ma ha ugualmente interagito attraverso un noto sito frequentato dalla tifoseria amaranto e/o l’invio di domande tramite sms. Un’ora e mezza di “botta e risposta” in cui il tecnico non si è mai defilato se non quando, ovviamente, è stato chiesto qualcosa a riguardo del calcio mercato. Un tecnico, Ivo Iaconi, che secondo chi scrive incarna poco lo stereotipo dell’allenatore di calcio del terzo millennio. Umile, sincero da “pane al pane e vino al vino”, forse anche grezzo nelle risposte, ma che si rende simpatico ai più non manifestando saccenza, prosopopea né tantomeno presunzione. Ecco, in pillole, chi è Iaconi: un uomo, professionalmente parlando, avvezzo alla schiettezza ed alla semplicità nell’esposizione delle proprie idee.

Tre partite sotto la sua guida, un lieve miglioramento rispetto al passato ma la classifica parla chiaro: siamo terz’ultimi e la classifica comincia a farsi davvero preoccupante. “Sicuramente! Siamo in una posizione di classifica difficile. Abbiamo un ruolino di marcia, considerando l’andamento della Reggina dall’inizio del torneo, assolutamente negativo ed assolutamente impensabile alla vigilia perché questa squadra, seppur magari non competitiva al massimo livello, sicuramente non è una squadra che deve e può stare in zona retrocessione. Ci sono delle problematiche che vanno risolte in fretta perché non è che abbiamo molto tempo per farlo. Purtroppo in queste ultime tre partite sotto la mia guida abbiamo fallito dei risultati alla nostra portata. Credo che il più importante sarebbe stato quello di Lecce perché avrebbe rappresentato una svolta mentale subito, qualora fosse arrivata la vittoria contro una squadra che adesso è prima in classifica. Meritandola anche, per dirla tutta. Purtroppo non è stato così e quindi non abbiamo palesato miglioramenti mentali (o comunque solo in una parte si sono intravisti) tali da portarci a conquistare una serie di risultati utili che è ciò che ci occorre per venire fuori innanzitutto da questa situazione di classifica”. Mister, andiamo al nocciolo di tutta la questione. Il suo predecessore, subito dopo le tre sberle rifilateci dall’Ancona in casa, alla sua ultima conferenza post-partita al Granillo (poi la Reggina giocò e perse a Torino ed immediatamente Novellino fu esonerato), dichiarò che aveva necessità, per far vedere il suo gioco ed ottenere risultati, di “gente con le palle”. Giacché il problema appare ancora questo, di essere in presenza cioè di una squadra priva di attributi e di non essere un gruppo, da questo punto di vista come sta messa la Reggina con lei alla guida tecnica?  “Secondo me non ha ancora superato completamente lo shock del cambio di allenatore. E’ una squadra che sente il peso delle responsabilità ma questa è una cosa alla quale bisogna abituarsi”. Dovrebbe essere uno stimolo l’avere delle responsabilità, no? “Esatto. Nel calcio ci sono momenti belli e momenti meno belli, ma la capacità di un professionista è quella di saper essere presente proprio nei momenti difficili. E’ su questo che stiamo lavorando molto, cercando di accrescere in loro la fiducia nei propri mezzi perché secondo me, torno ancora a ripetere, questa è una buona squadra che può dare molto di più di quello che sta dando. Questo credo che sia il dato di fatto più clamoroso. Molti giocatori, anche tra i più importanti, quelli con un curriculum maggiore rispetto agli altri, sono quelli da cui ci si aspettava di più e che finora hanno deluso. Però noi contiamo di invertire questa tendenza. Non parliamo di calcio mercato, adesso e fino a Natale c’è una serie di partite da cui dobbiamo tirare fuori il meglio da ognuno di loro. Deve essere questo uno stimolo tale quantomeno per tirarsi fuori dalla zona retrocessione. Dobbiamo un po’ imitare quello che è stato il cammino del Crotone dando una svolta al nostro campionato cercando una serie di vittorie, meglio, o comunque una striscia di risultati utili consecutivi.” Numeri alla mano, 12 goals fatti e 21 subiti (sebbene con lei alla guida il dato si è assestato sui 5 fatti e 6 subiti), prendiamo atto che la Reggina quando va in svantaggio crolla completamente invece che controbattere con orgoglio. “I numeri ci danno torto, certamente, ed il fatto che i “miei” numeri siano leggermente migliori non vuol dire nulla. Credo che prendiamo troppi goals ed abbiamo realizzato molto meno di quello che avremmo invece potuto visto che, comunque, abbiamo creato molto in queste partite denotando chiare difficoltà dentro l’area avversaria. In sostanza, arriviamo con pochi uomini nell’area avversaria ma queste sono cose che io conto di migliorare. La cosa che mi preoccupa di più, invece, è che nelle partite come quella di Lecce ad esempio, quando siamo passati in vantaggio, abbiamo sempre smesso di giocare permettendo così all’altra squadra di riprendere il pallino del gioco. E’ successo in parte anche ad Empoli pur non essendo passati in vantaggio (e lo meritavamo) ma, comunque, avendo messo ugualmente sotto la squadra di casa. Pagano ha sciupato un’occasione ma abbiamo portato 8/9 palle all’interno della loro area senza, però, trovare i nostri attaccanti essendo carenti in fase conclusiva. Poi loro hanno segnato e questo ci ha sfaldati e nel secondo tempo non siamo stati più gli stessi. E’ su questi cali psicologici, mentali, dovuti agli episodi durante le partite che dobbiamo lavorare. A me sembra anche un po’ assurdo che giocatori di un certo livello, come quelli che ha la Reggina, abbiano queste remore a reagire dopo aver subito un goal.” Da casa giungono domande sul calcio mercato o su particolari giocatori svincolati e, quindi, “pronti subito” (per esempio vecchie conoscenze come Vargas o come, nelle trasmissioni precedenti, anche Franceschini e Stovini). Il mister tiene fede alla sua premessa e non risponde coerentemente anche perché, in questo momento, assai poco servirebbe e concordiamo con lui. Quali sono le lacune in orgoanico? E’ possibile fare un campionato di B con soli 4 attaccanti e per giunta pieni di problemi del passato ed avari in zona gol? "Credo che avere 4 attaccanti in rosa, soprattutto pensando al modulo di gioco che praticava il mio predecessore sia il numero giusto. Anzi, sono attaccanti anche completi e che si integrano bene tra di loro. Forse, invece, per il mio modo di giocare ne occorrerà un altro.” La considerazione forse andava fatta sulla bontà e la qualità di questi uomini che si è rivelata meno importante rispetto a quello che ci si aspettava. L’idea dei 4 attaccanti, Cacia, Brienza, Bonazzoli ed Alessio Viola, nelle migliori condizioni poteva essere la condizione ideale che, purtroppo, ad oggi non lo è. La squadra manca di autostima, peraltro apparentemente ingiustificabile visti i componenti della rosa. Come intende lavorare per far acquisire alla squadra più consapevolezza nei propri mezzi? “Bisogna lavorare innanzitutto. Ho riscontrato questo problema molto spesso dovuti anche a problemi fisici che alcuni dei ragazzi hanno avuto nel passato facendo si che questa insicurezza risultasse fisiologica. Occorre un po’ di tempo ma è naturale che bisogna lavorare molto sotto il profilo mentale perché l’autostima e la fiducia in se stessi è fondamentale.” Da quando è andato via Mazzarri non si è più vista la Reggina correre. Anche in Prima Divisione le squadra vanno a 1000, noi sempre lenti, prevedibili ed impacciati. Crede sia frutto di una cattiva preparazione atletica e, se è così, si sta ponendo rimedio? “A me non piace parlare di chi mi ha preceduto. Posso dire solo una cosa. Per come giocano le mie squadre, per come intendo io il calcio, avrei preferito una squadra che giocasse in maniera certamente più intensa sotto il profilo del ritmo.” Continua l’uno contro tutti, “contro” si fa per dire.

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Reggina: il Crotone esempio da seguire

altIl prossimo avversario della Reggina, il Crotone, rappresenta in buona parte, come esempio, quello che dalle nostre parti si auspica ormai da tempo. E cioè che riuscire ad infilare una serie di vittorie consecutive, in questo caso tre, può di fatto ribaltare anche una situazione di classifica precedentemente precaria. E’ chiaro, la squadra guidata da Lerda non ha risolto tutti i suoi problemi o può mai pensare di essere uscita definitivamente dai bassifondi della graduatoria, ma di sicuro ha dato un principio di svolta ad una stagione che sembrava già compromessa dopo poche giornate.

Dalle nostre parti si attende con fiducia che questo possa avvenire al più presto, anche se ad oggi, per i tanti problemi che accompagnano la squadra, non pare vi siano i presupposti per cambiare registro. Eppure a volte basta un piccolo episodio favorevole, quella scintilla che innesca un particolare meccanismo anche psicologico che sovverte quanto di negativo si è fatto fino a quel momento. La sfida di sabato prossimo è considerata di quelle senza appello, nessun alibi per i calciatori, lo stesso tecnico che a questo punto ha avuto tempo a sufficienza per conoscere dettagliatamente tutti i suoi uomini e quella ormai tanto discussa condizione atletica che, dopo l’ennesima sosta, dovrebbe finalmente essere quantomeno accettabile. Fuori gli attributi, lo si chiede in modo particolare a tutti quei giocatori di maggiore esperienza, dovranno essere loro in questo momento di grande difficoltà a trascinare il gruppo e motivarlo alla reazione. Lanzaro, Valdez, Carmona, Bonazzoli, Buscè, Brienza (nella foto), è arrivata l’ora di dare risposte concrete sul campo, bando alle chiacchiere, adesso servono i fatti. La Reggina rischia il tracollo in caso di ennesima sconfitta e questo non può e non deve accadere per nessuna ragione. La società in questi giorni è stata molto vicina alla squadra, incitamento, stimoli e la giusta pressione per provare a venire fuori da questa assurda situazione. Ognuno faccia la propria parte, ma sappiamo bene che quella predominante spetta ai calciatori. Sabato pomeriggio pretendiamo un segnale forte.

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La Reggina in cifre: un disastro!

Approfittando dell’ennesima sosta di questo campionato, abbiamo pensato di fare il punto della situazione per quello che riguarda i numeri messi a segno dalla Reggina, in queste prime tredici giornate di campionato. Numeri ovviamente impietosi che fotografano a pieno il momento particolarmente delicato della squadra amaranto, ad oggi in piena zona retrocessione. Solamente tre le vittorie, davanti solo a Mantova, Piacenza e Salernitana. Sette le sconfitte, peggio son riuscite a fare solamente Piacenza e Salernitana. Perde fuori casa da 5 turni consecutivi, solo la Salernitana ha perso di più.

Ha conquistato fuori casa più punti solo di Salernitana, Crotone ed Empoli E’ la penultima difesa del campionato e dei gol subiti ben 19 da giocatori diversi, peggio solo la Salernitana (22). Ha schierato 12 diverse formazioni iniziali su 13 partite. Da 4 partite subisce ininterrottamente”straordinari” gol fuori dalla propria area di rigore. Per cinque volte è uscita battuta subendo due gol, per due volte tre. Una volta passata in svantaggio non è mai riuscita a recuperare il risultato. Per  ben 6 volte non è andata a segno. Ha il peggior rendimento nei finali di tempo della B, in particolare ha subito ben 6 volte in chiusura della prima frazione. Ha subito 31 ammonizioni, 3 cartellini rossi e 4 gg di squalifica. Media gol subiti di 1,6. Media gol realizzati pari a 0,9. A dimostrazione di uno scarno bottino di reti, i suoi cannonieri sono tre e tutti con due gol a testa. Cacia, Pagano e Brienza, quest’ultimo autore del rigore fallito la scorsa settimana ad Empoli. Bonazzoli ha tagliato il traguardo delle 90 partite con i colori amaranto con 18 gol realizzati. Uno in questo campionato su calcio di rigore a Lecce. Numeri che fanno paura e che al momento collocano la squadra giustamente in piena zona retrocessione.

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Empoli Reggina: i commenti dei tifosi

Chi si aspettava una prova di continuità dopo la bella vittoria contro la Salernitana si è ricreduto nello spazio di soli 5 giorni. Dalle stelle, si fa per dire, alle stalle. Dall'illusione alla dura realtà dei fatti che, al momento significa, Lega Pro e Prima Divisione (ex C1). Ne hanno un pò per tutti i radioascoltatori tifosi di “talk sport” in onda su Touring nel giorno successivo alla debacle di Empoli. Dai giocatori, al presidente, passando per il neo direttore sportivo Rosati. Si inizia subito con una telefonata che ci arriva da Crotone, dove giocheremo dopo l'ennesimo rinvio (la gara con il Sassuolo probabilmente si giocherà l’8 dicembre, n.d.r.) tra 15 giorni. Natino vive nella città pitagorica da molto tempo: "Sono super arrabbiato per il rinvio della gara con il Sassuolo" – esordisce Natino – "se vincono contro l'Ancona (2 -1 per il Crotone sarà poi il risultato della gara a cui si riferisce, n.d.r.) loro avranno un punto in più di noi in classifica, non è possibile per noi affrontare 4 partite nell'arco di 10 giorni, in mezzo ci sarà il turno di Coppa Italia a Palermo. In Sicilia, a questo punto, sarebbe meglio mandare la Primavera.”

Si continua con Gianni che chiama da Reggio. "Ascoltando Rocco Musolino, e voi in particolare, cosi delusi come non accadeva da anni, mi preoccupo un po’. In queste situazioni bisogna essere freddi e ripartire da quello che c'è. Questa squadra non ha gambe e lo si vede dalle prestazioni che offre, non si tratta di modulo, di difesa a quattro o a tre, se non girano le gambe non gira la squadra. Non si riesce a prendere un pallone di testa nella nostra area perchè questi giocatori hanno un'autonomia di venti minuti, poi crollano e sono poco lucidi. Sul rinvio invece sono d’accordo, perchè ci sono calciatori che non sono in condizione. Che senso ha giocare contro il Sassuolo, meglio a questo punto il rinvio". Un caro amico di Touring, assiduo ascoltatore ormai da anni di “talk sport” è Giuseppe: "Stiamo pagando gli errori di Novellino di inizio stagione, in tredici partite non ci siamo mai stati, ma almeno nella prima mezz'ora ad Empoli qualche cosa si è visto. Iaconi sta dando un'impronta importante alla squadra". Nino invece è molto pessimista, ma ironico allo stesso tempo: "In panchina ci devono andare i tifosi, stiamo sbagliando sempre allenatore, ogni volta ne arriva uno sempre più scarso di quello precedente. Capelli, Pagano, Rizzato, Volpi e Bonazzoli non devono giocare più. Devono giocare quelli della scorsa stagione, quei giocatori che hanno voglia di far bene per questa squadra". Le telefonate sono tante ed, ovviamente, non poteva mancare l'apporto del tifoso che ascolta ma che non chiama mai. Ed ecco il primo intervento in trasmissione di Roberto: "Sento dire tante cose, attaccamento alla maglia, difesa a tre a quattro, secondo me questi calciatori hanno pochi stimoli. Ho giocato a calcio in serie minori e posso tranquillamente affermare dalla mia esperienza calcistica che questa squadra ha seri problemi in mezzo al campo. Morosini, Carmona e Volpi non valgono niente. In particolare Morosini si limita al compitino. Se siamo in zona retrocessione un motivo ci sarà, questi calciatori non fanno la differenza". Concludiamo con Santo, anche lui chiama da Reggio: "Chi si era illuso di aver risolto i problemi con la vittoria sulla Salernitana si è dovuto ricredere. Secondo me Brienza non ha più voglia di giocare a Reggio." Ad alimentare la polemica ci pensa Lorenzo Vitto, giornalista della Gazzetta dello Sport e nostro ospite in studio. "Sulla poca voglia di Brienza ve ne siete accorti troppo tardi, io l'avevo detto già al ritiro di Roccaporena che questo calciatore non voleva più stare a Reggio. Brienza si era illuso di poter raggiungere la serie A." Cari lettori del Il Reggino (.it), saremmo potuti stare qui a scrivere un poema per quante sono state le telefonate e gli interventi dei tifosi delusi ed arrabbiati, ma abbiamo cercato di sintetizzare al massimo gli argomenti scegliendo gli interventi più significativi augurandoci dalla prossima partita di non dover stare qui a raccogliere la numerose telefonate di sfogo che arrivano, ma di raccontarvi al massimo due o tre interventi, ciò significherebbe che la Reggina è tornata alla vittoria così come ci auguriamo tutti.

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FED CUP: conferenza stampa delle due nazionali

Si è appena conclusa la cerimonia di premiazione sul campo che ha visto assolute protagoniste le azzurre. Il presidpresidente della Federazione Italiana Tennis (FIT) Angelo Binaghi, il direttore della Calabria di BNP Paribas (BNL in Italia) e la presidentessa dell'United States Tennis Association (USTA) Lucy S. Garvin, hanno appena terminato di consegnare la Fed Cup alla nazionale italiana, la medaglia e la miniatura della stessa ad atlete e capitani. La prima nazionale ad arrivare in sala stampa è quella delle "sconfitte" (nella foto, da sinistra, King, Glatch, Oudin ed Huber) capitanata da Mary Joe Fernandez. L'interprete latita forse pensando ancora all'ottimo cibo distribuitoci in questi giorni e ci viene concessa di fare un'unica domanda in italiano alla giocatrice americana che ha più sorpreso favorevolmente in questa "due giorni": Melanie Oudin, 18 anni appena compiuti, professionista dal 2008, 4 incontri in Fed Cup (in cui ha esordito contro l'Argentina nei quarti) e con un record di una vittoria e 3 sconfitte (le ultime due contro Schiavone e Pennetta).

Le chiediamo chi secondo lei, tra la Schiavone ieri e la Pennetta oggi, sia la più forte. "Entrambe contro di me hanno giocato al loro meglio, sono due grandi giocatrici. Sono nel pieno della loro carriera ed io devo e voglio imparare anche da loro. Sia ieri che oggi, sul 5-5 mi hanno fatto una pressione incredibile ed hanno vinto con merito." La nazionale italiana (nella foto, da sinistra, Errani, Barazzutti, Vinci, Schiavone e Pennetta), invece, si fa attendere forse perchè ancora in clima festeggiamenti. Quando arriva sorrisi e battute per tutti. Barazzutti, in fase di presentazione del match disse che non era per niente facile battere gli Stati Uniti. Il risultato finale di 4 a 0, invece, lascia pensare che difficile non lo è stato nemmeno. "Ho detto che era difficile e lo penso ancora adesso che abbiamo vinto. A volte, giocare con i favori del pronostico così tanto a proprio vantaggio mette nelle condizioni di una particolare pressione psicologica da cui non è facile liberarsene tornando ad essere concentrati. Ovviamente, d'altro canto, alla fine i valori vengono fuori e la qualità vince sempre." Cosa significa questa vittoria? "Questa vittoria è uno spot importantissimo per il tennis italiano. Stimolante soprattutto per il nostro tennis maschile che rimane dietro a noi e ci guarda vincere ("Rosicando!", aggiunge la Schiavone ridendo, n.d.r.). Questo gruppo entusiasma, crea proseliti, per l'umiltà e la voglia di vincere che ha e che, soprattutto, dimostra ogni volta che scende in campo." Interviene la Schiavone: "Noi abbiamo bisogno di voi (la stampa, n.d.r.) e voi di noi. Se voi scrivete di noi in termini positivi per i risultati che otteniamo, allora tutto il movimento del tennis italiano, a partire dai giovanissimi, ne trarrà vantaggi." Barazzutti, hai messo la firma in tutte e tre le vittorie più importanti del tennis italiano (nel 1976 la Coppa Davis e nel 2006 ed oggi la Fed Cup, n.d.r.). Come ti senti? "Come amo dire, da allenatore, con le ragazze sono stato solo un passeggero, un loro compagno di viaggio seppur da capitano. Loro, credetemi sono straordinarie ed io voglio a tutte loro un gran bene. Sono comunque sensazioni molto diverse: in Davis da giocatore ed oggi da spettatore, certamente privilegiato, da capitano ma pur sempre seduto in panchina e non in campo." Si chiude qui la finale 2009 della Fed Cup. La prima volta in assoluto che la finale si gioca in Italia scegliendo Reggio Calabria come palcoscenico mondiale per un evento straordinario. L'Italia sul tetto del mondo è stata la ciliegina sulla torta confezionata da un'eccellente organizzazione del Circolo del Tennis "Rocco Polimeni", presieduto da Igino Postorino, da una straordinaria partecipazione attiva di pubblico, da una serie di eventi collaterali che hanno dato ancora lustro alla città più grande e bella della Calabria. Grazie Italia, grazie Reggio.    

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FED CUP – Flavia Pennetta: “Siamo le più forti del Mondo”

Ha da poco più di mezz'ora consegnato la seconda Fed Cup alla nazionale con il suo secondo successo in singolare portando sul 3 a 0 l'Italia contro gli USA e, perciò, "chiudendo la pratica". E' raggiante, felice, esausta ma finalmente rilassata e sorridente. E' Flavia Pennetta (nelle foto), bella brindisina di 27 anni compiuti lo scorso 25 febbraio. 1,72 cm per 58 kg di peso forma, destrorsa con rovescio a due mani, professionista dal 2000, prima italiana in assoluto nella storia del tennis del Belpaese ad entrare tra le prime 10 tenniste del mondo (adesso è undicesima, n.d.r.). In Fed Cup vanta un record di 17 incontri di cui 12 vittorie e 4 sconfitte in singolare ed una vittoria in doppio. Miglior risultato in un torneo del Grande Slam ottenuto agli US Open con l'accesso ai quarti sia nel 2008 che nel 2009 (a Los Angeles, è questo il risultato che gli è valso l'ingresso nella storia conquistando il n. 10 nelle classifiche mondiali) e, in doppio, una finale sempre agli US Open nel 2005.

Altri risultati di prestigio arrivando agli ottavi a Wimbledon nel 2005 e 2006 ed a Parigi al Roland Garros nel 2008. Entra in sala stampa felice per il risultato appena conquistato, aveva detto in conferenza stampa di presentazione degli incontri: "Non ho voluto partecipare al Master di Bali (quello a cui hanno partecipato le sorelle Williams rinunciando alla Fed Cup, per intenderci), magari perdendo sia punti in classifica sia un montepremi più alto, per giocare questa finale per il mio Paese". La sua rinuncia l'ha portata, insieme alle sue compagne Schiavone, Errani e Vinci ed al capitano Barazzutti, sul gradino più alto del mondo in una competizione a squadre. La Fed Cup, infatti, altro non è che la Coppa Davis in gonnella. Non da ultimo, ha consentito la realizzazione di un altro risultato storico: nei precedenti 9 incontri contro gli States, le italiane non avevano mai vinto. Alla decima ci sono riuscite. I cronisti le fanno i complimenti ed inizia il dialogo. Ci sono stati almeno un paio di momenti topici nell'incontro, uno nel primo e l'altro nel secondo set. Cos'hai pensato in quegli attimi? "Ho  sbagliato a pensare in qualche occasione di aspettare che sbagliasse lei, ma quando ho capito che nessuno regala niente mi sono ricomposta ed ho ricominciato a macinare gioco." Adesso, con questa vittoria, cosa sei diventata? "Semplice, no? Io e le mie compagne siamo campionesse del mondo. Magari, quando giochiamo singolarmente, non in nazionale intendo, possiamo perdere qualche match, ma come squadra, come gruppo, siamo assolutamente le campionesse del mondo". Sei felice? "Moltissimo, adesso posso andare in vacanza ancora più felice di quanto lo sarei andata prima." Qual'è la differenza tra la prima vittoria in Fed Cup nel 2006 in Belgio e questa? "Sono certamente più matura e posso assoporare ancora meglio il gusto della vittoria. Poi, qui, in casa, con il pubblico dalla nostra parte, la mia famiglia, i miei amici. E' tutto molto più bello." Giocando l'ultimo game cos'hai pensato? "Ho pensato a respirare, quasi non respiravo più. La panchina mi chiedeva di chiudere con la prima palla sul servizio. Io non capivo, ma mi sono adeguata. Poi, invece, ho risolto tutto con un rovescio." Il tennis non è lo sport dominante in Italia. La vostra vittoria può servire? C'è più attenzione nei nostri confronti, lo dimostrate anche voi con la vostra presenza qui così numerosa e con la rassegna stampa copiosissima. Mi auguro che i nostri successi siano un volano per i ragazzi che ci guardano e che vorrei s'innamorassero del tennis dedicandoci impegno ma anche fatica." La tua dedica di questa vittoria? "Alla mia famiglia, al mio team ed a tutti coloro che mi sono stati vicini in questi ultimi anni." Grazie Flavia, e complimenti per averci fatto diventare un pò tutti Campioni del Mondo!

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FED CUP: 3 a 0 e le italiane sono Campionesse del Mondo

Vince ancora la Pennetta (nella foto) e consente all’Italia di bissare il successo in Fed Cup, la Coppa Davis al femminile, dopo quello del 2006. Due dei tre punti decisivi per la vittoria sono i suoi. Evidentemente per un accordo tra le due nazionali, qualora si fosse chiusa la partita, in caso di vittoria della Pennetta con il risultato sul 3 a 0, è stato cancellato il quarto singolare tra la Schiavone e la Glatch e si è passati direttamente all’ininfluente doppio tra le coppie Errani-Vinci e Huber-King (finito anch’esso con la vittoria azzurra per 4/6 6/3 11/9 chiudendo la "due giorni" con un netto e chiaro 4 a 0 finale, n.d.r.).

Il cielo è plumbeo e si teme l’arrivo della pioggia, ma tiene anche in virtù del vento che soffia costantemente.  La Pennetta vince il primo game, sul servizio USA, e si porta dapprima sul 2 a 0 (vincendo il secondo gioco a zero) e poi sul 3 a 1. La Oudin recupera grazie ad un calo dell’italiana e si porta sul 3 a 4. Primo momento clou dell’incontro. Sul 4 a 3 per lei e sul 30/40 a favore della statunitense, la Pennetta risponde al momento difficile con un ace e poi va sul 5 a 3. Quanto carattere questa bella donzella! La Oudin vince il gioco successivo e va sul 4 a 5. La Pennetta serve per il set. Va sul 15/0 con uno splendido smash, con un ace “sporco” passa a 30 ma la Oudin reagisce con una gran palla ed un errore procurato. Sul 30 pari una palla della Pennetta su ferma sul nastro e la Oudin chiude e si porta sul 5 pari per un passante della Pennetta che termina fuori. L’italiana inzia l’undicesimo game con un gran palla difficile da giocare in determinate condizioni psicologiche (era a due passi dal set) e definibile quasi come “palla della disperazione”. La Pennetta va sul 6 a 5 grazie ad un doppio fallo al termine di un game combattuto con errori gratuiti da entrambe le parti e palline fuori di un niente. Sul 40/30 la Pennetta ha il primo set point che sfrutta al meglio grazie ad una risposta sbagliata. 7 a 5 e si passa al secondo e decisivo set. Inizia il set con il secondo momento delicato per l’azzurra. Lei al servizio sul 15/30, 1 a 0 per gli States e serve ancora un ace. Ai vantaggi riesce a pareggiare il conto portandosi sull’1 a 1. Terzo game caratterizzato da un gesto da poco fair play di una signora tra il pubblico. Sul 30/0 per gli USA, un urlo gratuito fa sbagliare l’americana che si imbestialisce ed innervosisce. Ne approfitta la Pennetta con una prova di forza che vince il game rubando il servizio e portandosi sul 2 a 1. L’italiana va sul 3 a 1 vincenzo il gioco a 0. L’americana comincia a cedere e, sul proprio servizio, va sullo 0/40 fino a perdere e finire sul 4 a 1 a suo svantaggio. La strada è ormai spianata verso la conquista della seconda Fed Cup della storia del tennis femminile italico. Se ne accorgono anche le nubi che, dopo giorni, tornano a lasciare intravedere l’azzurro quasi a voler accompagnare l’italiana sino al successo. Complice un calo di concentrazione e due eccellenti colpi della coriacea americana, quest’ultima ruba il servizio alla Pennetta e si porta sul 2 a 4. Nel successivo game, con il servizio a stelle e striscie, la Pennetta si porta sul 40/0 in proprio favore sino a raggiungere il 5 a 2 dove servirà per il set, per il match e per l’intera Fed Cup. Parte male, però, iniziando con un doppio fallo. Recupera, va sul 30/15, grazie a due errori USA, e poi sul 40/15. Due match ball. Il primo dei due finisce a rete. Il secondo è quello vincente: la Pennetta chiude un rovescio a due mani perfetto e lo stadio scoppia in una festa infinita cantando all’unisono le note altissime di “’O sordato n’ammurato”.

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FED CUP: conferenza stampa del presidente ITF Francesco Ricci Bitti

Un’ora prima del match decisivo per l’assegnazione della Fed Cup, la giornata, al villaggio tennistico reggino, si apre con la conferenza stampa del presidente della Federazione Internazionale del Tennis, Francesco Ricci Britti (nella foto mentre consegna la Fed Cup al capitano azzurro Corrado Barazzutti), che si sottopone alle domande di rito dei cronisti.  Un suo bilancio dell’evento. “Il grande sforzo delle tre entità interessate, la Regione Calabria e le due Federazioni, internazionale (ITF -International Tennis Federation) e nazionale (FIT – Federazione Italiana Tennis), è stato davvero enorme ma ha dato un eccellente risultato per il quale sono molto soddisfatto. E’ mio dovere ringraziare tutti per il successo ottenuto in questa circostanza.”

E’ giusto dire che “siamo i più forti” mancando le Williams? “Assolutamente si, chi vince è sempre il più forte. L’assenza delle due sorelle non inficia il giudizio e sbaglia chi pensa che sarà una vittoria facile per le italiane. Non bisogna togliere alcun merito alle ragazze che hanno giocato e vinto ed a quelle che giocheranno e vinceranno. Lo sport di squadra è soprattutto coesione, amicizia e legame tra chi compone la squadra stessa.” Qualche giorno fa manifestava le sue perplessità sulla scelta di Reggio Calabria quale prima sede italiana nella storia ad ospitare una finale di Fed Cup, quali erano i suoi dubbi? “Due fondamentalmente. L’abitudine e l’attitudine di questa sede ad organizzare una manifestazione del genere ed il giocare all’aperto alla fine dell’anno. Tutto è andato per il verso giusto e sapremo apprezzare gli sforzi fatti.” L’Italia nella classifica ITF? “L’Italia non è messa poi così tanto male. E’ importante avere un grande giocatore, in sostanza è meglio avere un grande giocatore che cinque buoni giocatori. Ci si può aspettare certamente di più, ma dobbiamo lavorare molto. Le ragazze sono molto più avanti dei colleghi uomini. L’Italia è sicuramente tra i primi cinque Paesi del Mondo.” Cosa pensa del tennis a livello mondiale? “Il tennis è uno sport ciclico. Negli anni ’90 comandava la Svezia, adesso la Spagna. Gli USA hanno una buona base ma ancora sono indietro.” La Pennetta si è un po’ lamentata dell’eccessiva vicinanza del Master di Bali e della finale della Fed Cup, visto che nel 2010 le cose si ripeteranno cosa pensa di fare? “Il Master era frutto di un accordo della ITF con la WTA e, nel contempo, non potevamo spostare la Fed Cup. Mi auguro che per il futuro si riesca a fare di meglio.”

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FED CUP: 2 a 0 e palla al centro

Finalmente l'attesa è finita e si gioca. Si parte con la numero 10 al Mondo contro la numero 102, sulla carta non c’è storia. Non solo sulla carta. Ci impiega poco più di un’ora di gioco la Pennetta (nella foto), n. 11 nella classifica mondiale, a battere l’americana Glatch nel primo match di questa prima giornata della Finale della Fed Cup 2009. Una partita pressoché senza storia e dominata dal primo all’ultimo palleggio. Il tempo di prendere le misure all’avversaria, e la Pennetta ha manifestato tutta la sua superiorità. Inizio primo set equilibrato fino al break sull’ 1 a 1 allorquando ha strappato il servizio alla Glatch portandosi sul 2 a 1. Break che ha dato il “la” alla vittoria del set giunta dopo averlo mantenuto e nuovamente vinto un altro break point proprio sul 4  a 3. Il secondo set è stato senza storia ed il punteggio finale lo dimostra. Al termine grandi abbracci tra tutto il team azzurro ed ovazione del pubblico reggino che per tutto l’incontro ha tifato incessantemente sostenendo la tennista pugliese.

La prima delle due giocatrici ad arrivare in sala stampa per la tradizionale conferenza post partita è la 20enne statunitense Alexa Glatch. Cosa non ha funzionato in partita rispetto a come l’aveva preparata? “Mi è venuto a mancare, soprattutto, sul servizio, la prima palla che è il mio colpo migliore, e venendomi a mancare quasi totalmente allora mi sono trovata spiazzata.” A parte ciò che le è mancato, cosa riconosce alla sua avversaria? “Flavia ha giocato benissimo, mi ha tenuta fuori dal campo, molto lontana dalla linea di fondo non dandomi così la possibilità di giocare come preferisco.”
Il tempo di una doccia e la vincente del primo match si presenta alla stampa. Come hai fatto a perderci 6/1 6/1 al Roland Garros? “Venivo da un infortunio piuttosto serio e quindi è successo anche questo.” Il tuo approccio alla partita? “Ero molto emozionata, vi dico che quasi quasi scoppiavo a piangere subito dopo l’inno nazionale.” La tua avversaria? “Sapevo che se avessi sbagliato posizione in campo, lei avrebbe potuto farmi molto male nonostante la differenza di posizione in classifica tra di noi.  Era necessario anticiparla e prendere in mano il match non dandole possibilità e spazio”. Cosa pensi di due impegni così tanto importanti come il Master di Bali e la finale di Fed Cup così tanto ravvicinati tra loro?“ E’ un peccato che siano stati programmati così tanto vicini tra di loro. Non partecipando al primo puoi perdere punti e posizioni nel ranking mondiale. Credo che dovrebbero essere un po’ più attenti nell’organizzare gli impegni a dare a noi tutte le stesse opportunità.” Hai sentito pressione attorno a te? “L’ho sentita nei giorni passati. Qui tutti ci danno già per campionesse ma io penso che abbiamo vinto solo il primo match e che ne dobbiamo vincere altri due.” Dopo l’inizio equilibrato hai giocato molto più tranquilla. “Ho giocato rilassata sul 6/3 3/1, ma ho imparato che il tennis può riservare delle sorprese e sono comunque rimasta concentrata.” Come ha influito su di te l’essere stata la prima italiana della storia ad entrare tra le prime 10 del Mondo? “E’ stato, ovviamente, un traguardo molto importante. Il mio sogno sin da quando ho iniziato da ragazzina e, se allora me lo avessero detto dove sarei arrivata, non ci avrei mai creduto.” Sei la n. 11 al mondo, sei la n. 1 in Italia, con Francesca (Schiavone, n.d.r.) come vivete questo dualismo? “Nel team queste cose non entrano, non ci sono star. Io e Francesca siamo sullo stesso piano.” Com’è il terreno di gioco? “E’ molto buono, è bellissimo. Secondo me ha troppa terra ma, in fondo, era quello che avevamo chiesto anche se pensavo che dopo una settimana di allenamenti un po’ la terra andasse via. La palla rimbalza maluccio, a dire il vero, ma questo accade sia per noi che per loro.”
Finisce qui la conferenza nel mentre la Schiavone (nella foto) (numero 16 del mondo) ha iniziato il suo match contro la Melanie Oudin, numero 42 della classifica mondiale e numero 1 degli States. Partenza annichilente dell’italiana che si porta sul 5 a 1 prima che Giove Pluvio dicesse la sua ed interrompesse la partita. Non parte benissimo la numero 16  che va sotto nel primo set addirittura per 4-2. Ma, proprio quando tutto sembrava ormai deciso, ecco arrivare l’alleato che non ti aspetti: un forte acquazzone si è abbattuto sul “Polimeni” costringendo gli organizzatori a sospendere la gara per circa un’ora e quaranta. Il tempo necessario alla Schiavone di mettere ordine in testa ed alla Oudin di perdere lo smalto iniziale. Alla ripresa del match, infatti, l’italiana riesce subito a conquistare un break e limare le distanze. Arriva anche il 4-4 e qui la Oudin, dopo aver vinto il nono game, ha la possibilità, sul 30-0 di piazzare il break e conquistare il set. Nulla da fare. La Schiavone tira fuori dal cilindro i suoi colpi migliori e per l’americana la partita è tutta in salita. Si arriva al tie-break e qui l’esperienza della tennista milanese arriva prorompente: 7-2 e tanti saluti al primo set. Il secondo è una pura formalità: la Oudin toglie il servizio alla Schiavone, che lo riconquista subito dopo. Da qui in poi è pura sinfonia azzurra: cinque games conquistati di seguito e la biondina della Georgia deve arrendersi. Di fatto, sospeso l’incontro sul 2 a 4, la Schiavone rifila un secco 6/2 6/2 all’americana e chiude come meglio non poteva un match iniziato male. Adesso l’attenzione è puntata alla giornata di domani quando la Pennetta affronterà proprio la Oudin per il match che potrebbe già consegnare alle italiane la seconda FedCup della storia.

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Empoli Reggina 2-0: tabellino e cronaca

Empoli-Reggina: 2-0. Empoli (4-3-1-2): Bassi; Vinci, Angella, Kokoszka e Tosto; Mariani, Musacci e Valdifiori (dall’81° Gulan);  Vannucch; Saudati (dall’84° antonazzo) e Coralli (dal 66° Eder). In pancina: Dossena, Cupi, Pasquato e Fabbrini. All.: Campilongo. Reggina (3-4-3): Cassano; Lanzaro, Cascione e Costa; Buscè (dall’84° Viola A.), Carmona, Morisini e Rizzato (dal 50° Barillà); Brienza, Bonazzoli e Pagano (dal 69° Missiroli). In panchina: Marino, Valdez, Capelli ed Adejo. All.: Iaconi. Arbitro: Tommasi di Bassano del Grappa. Guardalinee: Iori e Padovan. Marcatori: Marianini al 40° e Capelli al 61°. Ammoniti: Lanzaro, Buscè, Angella e Costa per gioco scorretto; Marianini e Barillà per comportamento non regolamentare. Espulsi: Antonazzo e Costa per gioco scorretto. Tiri in porta: 9-4. Tiri fuori: 10-1. Fuorigioco: 0-3. Corner: 4-6. Recupero: 0 (p.t.) e 4 (s.t.).

La cronaca. Inizia la partita ed è subito la Reggina a farsi pericolosa con Pagano. Al 3° la punta amaranto prova la percussione ma Bassi è tempestivo nell’uscita ed al 7° è lo stesso portiere empolese a deviare in angolo una sua conclusione da fuori area. Al 18° è ancora Pagano che, raccogliendo un pallone servitogli da Brienza, manda di poco fuori. E qui la Reggina si spegne e sale in cattedra l’Empoli. E’ di Musacci, al 22°, la prima conclusione empolese con il pallone che sorvola la traversa. Ci prova Kokoszka, su cornere di Vannucchi, ma il pallone termina fuori. Al 33° Cassano è bravo a respingere un tiro di Vannucchi. Al 40° l’Empoli passa. Marianini riceve da Musacci e capitalizza come meglio non può mandando di testa la palla nell’angolo basso alla sinistra di Cassano mentre Rizzato (nella foto) è ancora lì con il braccio alzato a segnalare un improbabile posizione di fuorigioco invece che marcare come si deve l’autore del goal. La partita diventa un monologo empolese che trova conferme anche nel secondo tempo. Al 61° arriva il raddoppio. Coralli con una spelndida conclusione, da destra, spedisce il pallone in porta nonostante sembrasse più un cross che una conclusione a rete. Grandi, comunque, le responsabilità di Cassano colpevolmente fuori dai pali. Il resto della gara è un vero e proprio calvario per la Reggina che ripiomba nella crisi più buia. Eder, subentrato allo stesso Coralli), colpisce la traversa ma l’occasione propizia, almeno per accorciare le distanze, arriva nel recupero. Antonazzo (da poco entrato al posto di Saudati) atterra Cascione. Rigore giusto ed espulsione per fallo da ultimo uomo. Sul dischetto va Brienza ma calcia centrale e lento. Per Bassi è un gioco da ragazzi neutralizzare e, subito, rinviare la palla in avanti per Eder che viene atterrato da Costa che rimedia anch’egli l’espulsione. Brutta Reggina, bruttissima. Il problema non è la mentalità o l’aspetto psicologico che dir si voglia. Qui è questione di uomini. E, di questo passo, anche la salvezza comincia ad assumere le sembianze di chimera.

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Reggina: un tunnel senza via d’uscita

Adesso si, giunti alla giornata numero tredici del campionato di serie B, è lecito e legittimo tracciare un primo bilancio e dichiarare ufficialmente che gli obiettivi della Reggina sono radicalmente cambiati rispetto all’inizio della stagione. Fino a qualche giorno fa, in maniera sottaciuta, quella sottile speranza di potersi nuovamente agganciare al treno play off era ancora esistente, dopo l’ennesimo scivolone proprio no, e senza mezzi termini affermiamo che questa squadra, così come la si vede oggi, avrà serie difficoltà anche a raggiungere la permanenza.Una delusione totale, una amarezza profonda.

Preso atto con il passare del tempo che quella corazzata dipinta dai più, e mettiamoci dentro anche noi, corazzata non lo è, ci saremmo quanto meno aspettati maggiore dignità nei comportamenti ed un atteggiamento decisamente più combattivo da parte di tutti. L’impeto con l’arrivo di Iaconi in panchina una illusione durata molto poco, altro che moduli e disposizioni tattiche, qui siamo di fronte ad una squadra sena carattere con zero personalità ed incapace di reagire alla prima difficoltà. Fosse solo un problema mentale, la Reggina lo avrebbe già risolto, i tre punti con la Salernitana sarebbero stati un ottimo viatico per un gruppo sempre in affanno. Ed invece no, ad Empoli gli amaranto, dopo i primi trenta minuti accettabili, hanno mostrato il volto di sempre. E cioè quello di una squadra che si scioglie davanti al primo gol preso e che non riesce in nessun modo a creare pericoli agli avversari. Far circolare bene il pallone, rimane una giocata fine a se stessa se non riesci ad arrivare mai ad una conclusione degna di nota. In quelle rare circostanze in cui questo avviene, si cicca clamorosamente così come ha fatto Pagano, capace di fallire un gol ad un metro dalla porta. I problemi sono cronici, Rizzato che dorme sul taglio di Marianini come spesso gli è accaduto in questo campionato, Cassano costantemente fuori dai pali consente a qualunque avversario di trovare sempre la giocata ed il gol spettacolare, Buscè che alterna prestazioni buone ad altre inguardabili, Bonazzoli è lì in attesa di qualcosa o qualcuno a sbattere contro difese che hanno sempre vita facile nel contrapporsi e poi Brienza, l’elemento che avrebbe dovuto fare la differenza in questo contesto di assoluta mediocrità. Il suo calcio di rigore, battuto e fallito, fotografa lo stato attuale della Reggina. Un mix di superficialità, scarsa determinazione e pochissimo carattere. Siamo sfiduciati, abbiamo cercato di sostenere la causa fino a quando ci è stato possibile e forse di più, adesso abbiamo davvero superato il limite. Questa Reggina è un vero disastro sotto tutti i punti di vista. Iaconi (nella foto) pensa si debba lavorare sul carattere, può provarci, anzi ha il dovere di farlo, ma la personalità è una cosa che si ha dentro e pur impegnandoci non riusciamo ad individuare alcun calciatore della Reggina con questa peculiarità.

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Calcio a 5: derby calcettistico

Derby calcettistico di Calabria alle porte per Cadi (nella foto Lo Gatto) e Licogest che oggi pomeriggio al PalaBotteghelle (il match avrà inizio alle ore 16) si ritroveranno di fronte come consuetudine negli ultimi anni. Le due squadre, infatti, oramai dal lontano 2005 stanno camminando di pari passo nella varie categorie di militanza. Prima la C regionale, quindi per tre stagioni la B, ora l’ancora più prestigiosa serie A\2 e chissà in prospettiva come potrà andare a finire da qui a qualche tempo per due società che senza dubbio rappresentano l’eccellenza del futsal calabro. Si ricomincia dal Botteghelle, dunque, e come al solito si annuncia una dura battaglia, prettamente sportiva si intende. In quanto a spettacolo, stesso discorso.

Si conoscono tutti, dirigenti, mister, Emo e Molluso, quest’ultimo vecchia bandiera del calcio a 5 reggino tra l’altro allenato ai tempi in cui scendeva in campo per una paio di stagioni proprio da coach Emo, agli atleti domani in campo. I vari Nelson, Soso, Alemao, sono tutti elementi che hanno calcato il glorioso parquet reggino ai tempi della massima serie e poi i reggini Alampi e Richichi. Insomma, questa Licogest sotto la maglia rossoblù nasconde un cuore amaranto. Ma veniamo alle cose di casa Cadi. Mister Emo ed il suo staff tecnico, composto da coach Angelo Princi e dal preparatore atletico Riccardo Rositani, non hanno tralasciato alcun particolare durante la settimana per preparare al meglio questo derby. Ieri, nel primo pomeriggio (14.30), è stata effettuata la rifinitura. Capitolo infortuni: niente da fare anche per questa settimana per Ricardo Lovatel. L’infiammazione agli adduttori persiste, anche se gli esami svolti dall’atleta nei giorni scorsi non hanno evidenziato niente di particolare. Lovatel, però, continua ad accusare dolore sotto sforzo e pertanto in vista della gara di domani il mister non potrà contare sulla sua preziosa opera. Al suo posto è pronto Simone Martino.
GIOVANILI. Un fine settimana pieno di impegni per il settore giovanile amaranto. L’under 21, che mercoledì scorso ha pareggiato per 0-0 con la Fata Morgana nel secondo impegno di Coppa Italia guadagnandosi così l’accesso alla seconda fase che la vedrà opposta ad una squadra siciliana (andata 11 novembre, ritorno il 25), sarà impegnata domenica mattina ad Acireale per cercare di dare continuità al successo interno di domenica scorsa a spese del Siracusa. Ma domenica è anche il giorno dell’esordio ufficiale della selezione Juniores che nel primo turno del campionato regionale, girone F, sarà impegnata sul campo della Gallinese.

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FED CUP: conferenza stampa della nazionale italiana

Questo pomeriggio tradizionale appuntamento con la stampa per la nazionale di tennis giunta alla vigilia del sorteggio di domani a Palazzo “Campanella” e a meno di 48 ore dall’esordio in campo per la Fed Cup (nella foto) 2009. Presenti e disponibili a rispondere alle domande dei reporter le quattro tenniste azzurre (Roberta Vinci, Sara Errani, Flavia Pennetta e Francesca Schiavone) ed il loro capitano Corrado Barazzutti (nella foto).

Pennetta, lei di recente ha rilasciato delle dichiarazioni in cui affermava che non fosse corretto disputare due grandi eventi tennistici femminili a distanza di così poco tempo, perché? “Perché preferisco rinunciare e perdere magari un montepremi più alto, ma giocare per il mio Paese.”
Schiavone, il campo su cui giocherete sabato e domenica corrisponde alle vostre esigenze? “Abbiamo chiesto un campo di terra battuta lento perché credo che non abbiamo la forza per tenere testa alle statunitensi su un campo veloce. Il terreno dove ci stiamo allenando mi sembra piuttosto buono.”
Pennetta, le sue condizioni fisiche come sono? “Mi sono ripresa ed adesso sto bene, credo di poter giocare un buon tennis.”
Schiavone, e lei? “Mi sento in ottima forma. Sono contentissima di chiudere il mio anno tennistico qui con la finale di Fed Cup. Sto giocando bene e sono soddisfatta di aver vinto un set contro Flavia (Pennetta, n.d.r.) durante le partite di allenamento”.
Barazzutti, l’assenza delle sorelle Williams può avvantaggiare la sua squadra? “Onestamente non m’importa un granché che non ci siano Venus e Serena Williams. Gli USA sono arrivati a questa finale con le giocatrici che ci troveremo di fronte sabato e domenica (Vania King, Alexa Glatch, Liezel Huber e Melanie Oudin, n.d.r.) e non con le due sorelle assenti. Quello che sappiamo è che soprattutto le mie ragazze dovranno essere molto concentrate.”
Pennetta, lei che ne pensa a tal proposito? “Ha perfettamente ragione il nostro capitano. Il fatto che le Williams non ci siano non deve rilassarci. Gli USA hanno delle giocatrici giovani e brave e se sono qui come noi un motivo ci sarà, no?”
Barazzutti, ha deciso quali saranno le due singolariste? “Si, certo. Ma non lo dico!”
Pennetta, la sua non perfetta forma del passato l’ha condizionata? “Nonostante non sia stata in piena forma, non hai mai rinunciato ai tornei ed alle sfide che dovevo sostenere, Roland Garros compreso.”
Vinci, un suo pronostico? “Preferisco vincere 3 a 0 e chiudere la pratica.”
Pennetta, lei è diventata famosa non solo per le gesta tennistiche che l’hanno portata ad essere le n. 10 del mondo, ma anche per le apparizioni in tv , una su tutte l’intervista alle Iene. L’ha cambiata questa cosa? “Onestamente credo che l’abbiate vissuta più voi questa cosa che io. Quando sono arrivata al n. 10 della classifica mondiale ero negli USA e non mi sono accorta di nulla. Invece l’ho sentita molto di più appena rientrata a Brindisi dove hanno organizzato una festa in mio onore.
Barazzutti, avere in nazionale due giocatrici del Sud (la Vinci è di Taranto e la Pennetta, appunto, di Brindisi, n.d.r.) significa che, a parte le infrastrutture un po’ carenti, anche al Sud ci sono dei talenti. “Non è questione di infrastrutture, diciamo che è un ottimo periodo per la Puglia tennistica.”
Barazzutti, il capitano della nazionale USA (Mary Joe Fernandez, n.d.r.) ha detto che ha sostituito le sorelle Williams in maniera più che dignitosa. Chi temete della squadra avversaria? “Ripeto quello che ho detto prima. Le ragazze statunitensi sono esattamente coloro che hanno conquistato la finale per cui dobbiamo stare concentratissimi e pensare solo a loro e non a chi ci poteva essere e non c’è.”
La “due giorni” della finale della Fed Cup si preannuncia spettacolare sotto ogni punto di vista. Le nazionali di Italia e USA sono giunte a questa finale al termine di un percorso iniziato esattamente 9 mesi addietro, il 7 e 8 febbraio scorso, allorquando batterono al primo turno rispettivamente la Francia per 5 a 0 e l’Argentina per 3 a 2. Il 25 e 26 aprile le semifinali con l’Italia che sconfisse la Russa (vincente al primo turno contro la Cina per 5 a 0) per 4 a 1 e gli USA che batterono la Repubblica Ceca (al primo turno vittoriosa sulla Spagna per 4 a 1) con ancora il punteggio di 3 a 2. Statisticamente, quindi, meglio il cammino dell’Italia di Barazzutti che arriva a questa finale avendo vinto 9 incontri su 10 rispetto agli USA che di incontri ne hanno vinti 6 e persi 4. Sarà un grande spettacolo, quindi, e Reggio saprà di certo rispondere “presente” a questo grande evento. Sono previsti pullman e carovane provenienti da ogni dove, scopriremo sabato se sulle tribune del maestoso impianto messo su in pochi giorni al Circolo del Tennis “Rocco Polimeni” ci sarà anche una rappresentanza americana.

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(segue) Sponsor: dal fattore sportivo alla strategia aziendale

STAGIONE 1987/88

                                                                              

Società

Jersey Sponsor

1

Ascoli

Micromax

2

Avellino

Dyal

3

Cesena

Orogel

4

Como

Mita

5

Empoli

Sammontana

6

Fiorentina

Crodino

7

Inter

Misura

8

Juventus

Ariston

9

Milan

Mediolanum

10

Napoli

Buitoni

11

Pescara

Cassa Risparmio Pescara e L’Aquila

12

Pisa

Saeco

13

Roma

Barilla

14

Sampdoria

Phonola

15

Torino

Sweda

16

Verona

Ricoh

 

 

STAGIONE 1997/98

 

Società

Jersey Sponsor

1

Atalanta

Somet Telai Tessili

2

Bari

GIO.BI. Trasporti

3

Bologna

Granarolo

4

Brescia

Ristora

5

Empoli

Sammontana

6

Fiorentina

GiG Nintendo

7

Inter

Pirelli

8

Juventus

Sony Minidisc

9

Lazio

Cirio

10

Lecce

Banca del Salento

11

Milan

Opel

12

Napoli

Polenghi

13

Parma

Parmalat

14

Piacenza

15

Roma

Ina Assitalia

16

Sampdoria

Daewoo

17

Udinese

Atreyu International

18

Vicenza

Pal Zileri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

STAGIONE 2007/08

 

Società

Jersey Sponsor

1

Atalanta

Sit-In Sport/ Daihatsu

2

Cagliari

Tiscali/Sky

3

Catania

Energia Siciliana/Cesame

4

Empoli

Navigare/Computer Gross

5

Fiorentina

Toyota

6

Genoa

Eurobet

7

Inter

Pirelli

8

Juventus

New Holland

9

Lazio

So. Spe*

10

Livorno

Gruppo CARIGE Banca e Assicurazioni

11

Milan

Bwin

12

Napoli

Lete

13

Palermo

Pramac Group

14

Parma

Kome/Il Granchio

15

Reggina

Gicos

16

Roma

Wind

17

Sampdoria

Erg

18

Siena

Banca Monte dei Paschi di Siena

19

Torino

Reale Mutua/Beretta

20

Udinese

Gaudì

 

STAGIONE 2008/09 – valori stimati

 

Società

Jersey Sponsor

Valore in EURO

Sponsor Tecnico

1

Atalanta

Sit-In Sport/ Daihatsu*

800mila/500mila

Erreà

2

Bologna

in trattativa

Macron

3

Cagliari

Fiscali/SKY*

1,2mln/600mila

Macron

4

Catania

Energia Siciliana/Provincia di Catania*

800mila/200mila

Legea

5

Chievo

Banca Popolare di Verona

650mila

Lotto

6

Fiorentina

Toyota

4,5mln

Lotto

7

Genoa

Eurobet

1mln

Asics

8

Inter

Pirelli

7mln

Nike

9

Juventus

New Holland

11mln

Nike

10

Lazio

Groupama (derby)

 

Puma

11

Lecce

Salento d’amare/Lachifarma*

900mila

Asics

12

Milan

Bwin

10mln

Adidas

13

Napoli

Lete

5,5mln

Diadora

14

Palermo

BetShop (ultime gare)

Lotto

15

Reggina

Gicos/Regione Calabria*

700mila/300mila

Onze

16

Roma

Wind

6mln

Kappa

17

Sampdoria

Erg/Airone***

3mln/650mila***

Kappa

18

Siena

Montepaschi

7,1mln

Umbro

19

Torino

Minolta**/Reale Mutua*

-/1,65mln

Kappa

20

Udinese

Lotto**

Lotto

VALORE ECONOMICO COMPLESSIVO

64,15 mln

 

* Secondo sponsor di maglia

** Sponsor  in cessione temporanea (prima giornata di campionato);

*** Sponsor per le gare di Tim Cup e di Uefa Cup;

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Sponsor di maglia: dal fattore sportivo alla strategia aziendale (continua nello sport)

Quando Maurizio, amico prima e direttore de “ilreggino.news” dopo, mi ha richiesto di approfondire sul suo nuovo periodico online argomenti che potessero trattare lo sport in un modo “differente” rispetto ai tradizionali concetti tecnici-sportivi che, peraltro, con professionalità vengono curati anche in questo nuovo strumento di informazione da illustrissimi giornalisti, mi è sembrato necessario sottoporre al lettore l’opportunità di osservare fenomeni sportivi dal punto di vista della comunicazione e del marketing che avessero anche dei riscontri sul territorio di riferimento. In un panorama di media, strumenti di comunicazione e strategie di marketing sempre più aggressive e sempre meno “above the line”, lo sport si sta velocemente ricavando un suo spazio come vero e proprio media autonomo.

Lo sport è, difatti, lo “spazio” di comunicazione che meglio riesce a rappresentare, trasmettere e, quindi, associare al brand valori, sensazioni ed emozioni. E’ questo che le Aziende ed anche gli Enti hanno bisogno di inserire nelle loro moderne strategie di marketing e comunicazione.
Solo lo spettacolo sportivo riesce a mettere davanti al monitor di un’abitazione, seduti sugli stessi seggiolini del Granillo o semplicemente a passeggiare sul Corso Garibaldi il bambino di 6 anni ed il bisnonno che di anni ne ha solo 99. Nessun altro argomento di discussione è in grado di coinvolgere la maggiorparte delle persone che si trovino a parlarne con una probabilità così alta di riscontrare una “pseudo-competenza” sull’argomento in tutti.
Questo è lo sport: un fenomeno che ha la dimensione del fenomeno sociale, tanto da esser ormai stabilmente inserito dalle Amministrazioni Pubbliche nel novero delle politiche sociali e dalle Aziende nel proprio Bilancio come voce di Responsabilità Sociale. Ma questo, forse, è anche troppo per la nostra città.
Ma vi starete domandando cosa c'entri con “Il Reggino” e con Reggio Calabria tutto ciò. Eppure, qualcosa da ricondurre al nostro territorio ci sarà pure, se è vero come è vero che la Regione Calabria investe sostanziali somme nella nazionale di calcio per promuovere il proprio territorio sia a bordo campo in occasione delle gare che attraverso spot con un attore-calciatore in qualità di calabrese doc quale Gennaro Gattuso. Se, invece, volessimo essere come la denominazione di questo strumento di informazione “Reggini” potremmo ricordare che sono solo di pochi giorni fa le notizie che IPAC (azienda di Cittanova che opera nel settore dell’acciaio) e LIOMATIC (azienda perugina specializzata nella distruzione di food and beverage) appaiono sulle maglie di alcuni club storici della città quali, rispettivamente, la Reggina Calcio e la Viola.
Motivazioni di riconoscimento sul territorio al fine di incrementare la vendita dei propri prodotti o entrare in contatto con ambienti politici ed istituzionali potrebbero essere solo alcune delle possibili motivazioni di tali scelte strategiche. Ma questo non ci è dovuto sapere.  
La Reggina per le prime giornate di campionato in Serie B Tim non ha avuto alcun jersey sponsor ma, solo da poche giornate, ha scelto di offrire la propria maglia ad alcune aziende interessate ad essere visibili sulla stessa legando il proprio brand con quello del club amaranto. Tale scelta, causerà una minore ricordabilità ma offrirà a molti di fregiarsi di un’opportunità unica di essere sulla maglia del club della propria provincia che per molti anni di è “battuta” sui campi del più bello e difficile campionato del mondo. La Viola Basket, invece, si propone nuovamente come una realtà sportiva con ambizioni di alto livello e la scelta della Liomatic di legarsi alla società reggina probabilmente è un chiaro segnale di accreditamento sul territorio finalizzato alla diffusione dei propri distributori in città.
Proprio in tale ottica ho scelto di approfondire il contesto nazionale e mondiale delle “jersey sponsorship” in modo da provare interpretare le altre motivazioni economiche, sociali e di immagine che sottostanno alle scelte delle aziende che preferiscono questo ad altri mezzi di comunicazione. Nel caso della sponsorizzazione della maglia, acquisire la qualifica di “Jersey Sponsor” significa soprattutto creare e/o utilizzare il plus-valore emozionale del team o del sistema sportivo di riferimento a favore della marca o dell’azienda, avvalendosi del concetto secondo il quale lo sport è per sua natura generatore di emozioni e valori.
A livello europeo, nel martedì di Champions League appena trascorso non può non essere balzato agli occhi anche dei meno attenti che il Real Madrid non ha giocato con la solita camicetta blanca in cui è sempre presente BWIN. Infatti, come peraltro già accaduto in occasione della splendida impresa del Bernabeu in cui il Milan, in quell’occasione scese in campo con una “nuova scritta” sulla maglia (Bwin.com) e nella gara di ieri, invece, i blancos hanno indossato una maglia con un prodotto della Bwin, appunto, Bwin.com, il loro sito. Tale cambio si è reso obbligatorio a causa del regolamento UEFA che vieta a due squadre di scendere in campo con lo stesso sponsor sulle divise e che una, quella in trasferta, deve cambiare il proprio brand con quello di un prodotto della azienda partner. Questo ci fa capire come se ancora ce ne dovesse esser bisogno che la maglia non è solo un gadget che da bimbi tutti vogliamo ma anche uno strumento di comunicazione eccezionale.
A livello nazionale, invece, pochi tifosi, probabilmente, sono a conoscenza che sia la compagine rossonera di Milano che quella bianconera della Juventus di Torino allo scadere della stagione agonistica 2009/2010 vedranno cambiare i brands sulle maglie dei loro beniamini.
I professionisti del settore, probabilmente ben informati, ipotizzano che il colosso emiratino Emirates, durante il ritiro invernale del Milan negli Emirati Arabi Uniti sveli il contenuto economico e temporale dell’accordo ed a seguire anche il club di Torino percorrerà la stessa strada.
Dal 1999 ad oggi il valore delle sponsorship di maglia dei primi 6 campionati europei di calcio si è praticamente raddoppiato. Un incremento notevolissimo grazie anche all’entrata di nuovi attori nel mondo del calcio a partire dalle societa’ di betting on line e alle multinazionali che operano nel mondo dell’energia. La maglia delle squadre di calcio, dunque, è sempre più oggetto di attenzioni da parte di grandi aziende e brand famosi, per il potere evocativo e mediatico rappresentato dal fenomeno calcistico. Le sponsorizzazioni sportive e quelle calcistiche in particolare, rappresentano, sia un importante strumento di comunicazione aziendale, sia di marketing mix, ovvero, l’insieme dei fattori utilizzati per posizionare al meglio il prodotto sul mercato. La jersey sponsorship è stata per lungo tempo ancorata al fattore sportivo o fattore S, inteso come improgrammabilità ed aleatorietà del risultato sportivo.
L’efficacia di una simile sponsorizzazione era, in passato, esclusivamente riconducibile alla visibilità sulle maglie, ottenuta per effetto di momenti storico – sportivi rilevanti per il club/sponsee, in termini di vittorie e/o per la presenza di grandi campioni.
Oggi, invece, si è passati a vere e proprie strategie aziendali, sempre più svincolate dal risultato sportivo, che mirano, all’aumento della ricordabilità spontanea dello sponsee, misurato dal ROI, allo sviluppo di attività di contatto collaterali alla sponsorizzazione [Eventi/Tournè in Paesi “obiettivo” per lo sponsee], ed infine, all’acquisizione di diritti specifici, legati alla titolazione dello stadio, del centro allenamento o altro.
Le aziende decidono di legare la loro brand image alle società di calcio che ritengono essere, strategicamente, ottimi veicoli commerciali. Il Jersey sponsor utilizza il seguito a livello mediatico dei loro fan-base di cui i team di calcio e/o l’intero sistema godono, al fine di centrare il target group desiderato. Ma l’esposizione di sponsor sulle maglie non è rimessa alle scelte di marketing delle società di calcio, essendo regolata, per le competizioni nazionali, dalla Lega Calcio Professionisti (Serie A), con il “Regolamento delle divise da giuoco”. Il Regolamento, in particolare, stabilisce che la pubblicità dello sponsor è consentita nella parte frontale della maglia e la superficie occupata non può essere superiore ai 250 cmq. Non è possibile, inoltre, per i team esporre lo sponsor su maniche, retro e colletto della maglia da giuoco oltre ai pantaloncini e calzettoni, mentre le società possono utilizzare sponsor diversi per ogni gara e a più società è consentito di utilizzare il medesimo sponsor.
Dunque, sponsorizzare una maglia di calcio significa soprattutto creare e/o utilizzare il plus – valore emozionale del team o del sistema calcio a favore della marca o dell’azienda, avvalendosi del concetto secondo il quale lo sport è per sua natura generatore di emozioni e valori.

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XXV Mediterranean Cup: vince il marsalese Massimo Attinà

Chiude i battenti la XXV edizione della Mediterranean Cup: ad aggiudicarsela, quest’anno, è stato Massimo Attinà del circolo Canottieri Marsala, che ha gareggiato nella classe Optimist juniores. Accanto a lui, sul podio dei vincitori, sono saliti, per la classe Optimist cadetti, il reggino Ugo Pace del Circolo Velico Reggio (nella foto con il presidente del Circolo Carlo Colella) e, per la classe Laser 4.7, il maltese Tommas Zammit Tabona.

Ma a vincere, sopra tutti, è stato il Circolo Velico Reggio, guidato dal presidente Carlo Colella, che, ancora una volta, ha saputo regalare alla città una manifestazione entusiasmante, incassando un duplice risultato: successo di pubblico, sempre numeroso nella tre giorni in riva allo Stretto, e di federazioni sportive, che hanno vissuto l’edizione 2009 con un vigore straordinario e nessun risparmio di energie. “Fare regate a Reggio Calabria – ha sottolineato, durante la premiazione, il presidente della federazione maltese, Anna Rossi – è un piacere che si rinnova continuamente: il campo di regata è unico, difficile e affascinate. Sarà una gioia partecipare alla prossima edizione”. Ritorna a casa soddisfatta, non troppo per il risultato, ma per “l’ottimo servizio di assistenza e posa del campo di regata” ad opera dello staff del Circolo Velico Reggio, anche la delegazione greca.
CLASSIFICHE FINALI
Optimist cadetti:
1) Ugo Pace (Circolo Velico Reggio) punti 6; 2) Ugo Zanardi (Punta Piccola Agrigento) 13; 3) Vincenzo Cassi (Circolo tennis e vela Messina 18; 4) Thomas Bonello Ghio (Malta) 20; 5) Mattia Ricci (Circolo Nautico Pescara) 26; 6) Sofia Kotsoni (Naok Grecia) 33; 7) Spyros Triantos (Naok Grecia); 8) Davide Lavafila (Tennis e vela Messina) 36; 9) Alfredo Amato (Circolo Nautico Augusta) 36; 10) Renato Di Gangi (Punta Piccola Agrigento) 48.
Optimist juniores: 1) Massimo Attinà (Canottieri Marsala) 20; 2) Giacomo Ferrari (GDV LNI Ostia) punti 26; 3) Edward Fleri Soler (Malta) 27; 4) Fabio Asaro (Punta Piccola Agrigento) 55; 5) Simone Rotili (GDV LNI Napoli) 60; 6) Francesca Noè (Tennis e vela Messina) 76; 7) Paolo Lachi (GDV LNI Pescara) 79; 8) Francesco Genna (Canottieri Marsala) 79; 9) Nicola Radano (GDV LNI Napoli) 80; 10) Oliviero Bianchi (GDV LNI Ostia) 85.
Laser 4.7: 1) Tommas Zammit Tabona (Malta) punti 11; 2) Marco Traversa (GDV LNI Monopoli) 16; 3) Samuele Tarantino (Circolo Velico Reggio) 22; 4) Ella Fleri Soler (Malta) 29; 5) Sacha Ruffo (Circolo Velico Reggio) 31; 6) Francesco Ielo (Circolo Velico Reggio) 37; 7) Giovanni Giordano (Circolo Velico Reggio) 43; 8) Bruno Barreca (Circolo Nautico Reggio) 48; 9) Carlo Delfino (Velica Pasquale Chilà) 46; 10) Demetrio Morabito (Circolo Velico Reggio) 51.

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Reggina Salernitana 3-1: i commenti dei tifosi

Buona la prima, cosi ci verrebbe da dire, per l'esordio vincente al Granillo del neo tecnico Iaconi. Una Reggina bruttina nel primo tempo, ma cinica a concretizzare al massimo le palle goals avute. Una vittoria che da ossigeno e che, allo stesso tempo, calma un pò l'ira dei tifosi amaranto, delusi dall'avvio di stagione. Morale della favola, gli sfoghi telefonici dei tifosi nel corso della trasmissione di Touring 104 “Talk Sport”, tardano ad arrivare, ma non per questo mancano.

I primi due interventi, però, giungono dal Nord. Il nostro caro fedele ascoltatore dottor Bandiera che chiama dalla lontana Treviso, esordisce con una battuta, "Ma doveva arrivare un pizzico di freddo per far risvegliare la Reggina"? Mettendo da parte la facile ironia, il radioascoltatore trevigiano è contento della prova dei ragazzi e si augura un filotto di vittorie per raggiungere al più presto la zona play off, sperando poi nel mercato di gennaio. Le telefonate “nordiste” continuano con Demetrio che ci ascolta da Milano. Dice: "Sono dispiaciuto per l'ennesimo goal preso, ma sono contento perche finalmente segnamo in contropiede. La Salernitana comunque è una squadraccia ed ha facilitato di molto il compito della Reggina. Infine concludo dicendo che il Torino, se attaccato, dimostra tutti i suoi limiti e da il peggio di sè". Angelo invece chiama da Reggio ed inizia la sua discussione criticando Cassano. "Secondo me se avessimo avuto un altro portiere, avremmo avuto qualche punto in più in classifica. Lasciando stare la Reggina, ho visto l'anticipo Cittadella-Padova ed i calciatori correvano a mille. Questo mi preoccupa perché noi abbiamo un centrocampo lentissimo e se svessimo giocato contro una di queste due squadre avremmo perso sicuro". Giuseppe chiama da Reggio e ci ascolta sempre, in particolare nel dopo partita. Le sue parole: "Mi piace Iaconi, è un buon tecnico, mi piace anche come si pone nelle interviste post gara. La Società ha fatto bene a cambiare, il progetto di Novellino è fallito e lui si e' sempre dimostrato presuntuoso nelle scelte, in particolare nello schierare sempre il solito modulo". “Talk Sport” del post gara di Reggina-Salernitana non è soltanto interventi dei tifosi, ma due sorprese telefoniche hanno arricchito il pomeriggio radiofonico. Prima Ivan Franceschini, indimenticato difensore amaranto, attualmente senza contratto, ma reggino d'adozione per aver sposato una bellezza nostra concittadina. "Mi farebbe molto piacere tornare a giocare a Reggio" esordisce cosi Ivan (ma giusto ieri si è accasato a Cesena, n.d.r.). "Mi sto allenando presso la scuola calcio di Ciccio Cozza, ma per adesso non ho avuto contatti con la Società di Foti. In estate sono stato vicino al Cesena (appunto, n.d.r.), ma, anche in serie A, al Chievo, salvo poi non concretizzarsi niente. Speravo di restare a Torino, dove ho fatto bene, ma sono rimasto a piedi e questo mi dispiace molto". Dopo Franceschini, la trasmissione chiude in bellezza  raggiungendo telefonicamente Ciccio Cozza, altro grande ex amaranto. Ciccio spende parole bellissime verso il popolo della Reggina. "Ho tanto rispetto verso questo grande pubblico. Un pubblico cosi non è facile da trovare in Italia". Cozza parla anche del match contro la Reggina: "Abbiamo fatto un buon primo tempo, poi il valore della Reggina è uscito fuori ed ha fatto tre goal. Spero che la Reggina possa uscire fuori da questa situazione e lottare fino all'ultimo per la Serie A. Il popolo di Reggio si merita la massima serie".

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Reggina: una vittoria tonificante

Una vittoria tonificante, si spera pure possa essere rigenerante. Per una Reggina ancora sulle gambe e mentalmente frenata dal brutto avvio di stagione. Quanto sia servito a livello psicologico il successo sulla Salernitana lo scopriremo già a partire dalla prossima partita, quella di venerdi sera con l’Empoli, almeno nell’approccio al match e nel comportamento della squadra in campo. Intanto torna utile a migliorare una classifica ancora precaria, con la speranza che si riesca a trovare quella continuità di risultati utile a tirarci fuori dalle sabbie mobili della graduatoria.

Lo abbiamo detto tutti, non è stata una Reggina brillante, anzi, nei primi trenta minuti tutt’altro. Ancora incapace a creare situazioni pericolose con una certa continuità e poco efficace in fase offensiva dove il solo Cacia, è stato servito poco e male. Questo camuffato 3-4-3, al momento, ha dato più segnali positivi in difesa ed in mezzo al campo, piuttosto che in zona gol, ma è già un buon passo in avanti rispetto al nulla di qualche settimana fa. Impossibile negare che comunque, il complesso, ha mostrato segnali di ripresa per esempio nella circolazione della palla, nel movimento degli uomini senza la stessa e nella copertura degli spazi. Anche a Lecce si meritava decisamente di più, anche il pari avrebbe fatto gridare allo scandalo, è arrivata addirittura una sconfitta. Contro la Salernitana si è giocato in maniera più accorta, più contratti nella primissima parte, ma finalmente cinici nelle poche occasioni da gol che si sono create. Continua a mantenere, e fa bene, il profilo basso mister Iaconi, lui che conosce benissimo la categoria e le insidie che nasconde. Le esperienze tra l’altro recenti vissute da società e squadra con il fallimento momentaneo dei tanti proclami fatti, spinge ad una maggiore cautela. Si vive alla giornata, a piccoli passi e magari senza neppure guardare la classifica. Diamo adesso qualche numero della giornata che si è giocata e che riguarda la Reggina ed i suoi protagonisti. Per Cascione, dopo tre anni di militanza con la maglia amaranto, è il suo primo gol, pensate in serie B non segnava dal 19.12.2006. Prima rete con la Reggina anche per Buscè (nella foto con Cacia), 25 quelle in totale nella sua lunga carriera. Quella con la Salernitana è stata la partita numero 660 della Reggina in serie B, 750 i punti totalizzati, con 209 vittorie, 258 pareggi e 193 sconfitte. Brienza, sabato scorso, ha toccato quota 60 presenze con la Reggina, per Cacia, invece sono state 100 le partite in cadetteria.

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Calcio a 5: la V^ giornata in breve

Il doppio confronto previsto per la quinta giornata di campionato che vedeva di fronte il C.S. Giovanile e lo SportFive Putignano opposte alle due calabresi Licogest Vibo e Cadi Reggio Calabria, termina in  pareggio. La Cadi Reggio Calabria conquista un punto d’oro nei minuti finali, quando coach Emo decide di optare per il portiere di movimento. Scelta più che azzeccata infatti i reggini giungono al pareggio a pochi minuti dal termine grazie alla rete di Marcianò.

La Cadi subisce la rete dei pugliesi ad inizio secondo tempo, l’autore è Zerbini che sfrutta l’unico errore difensivo dei reggini. Conquistato il pareggio, la Cadi sfiora anche la vittoria, ma la sirena che decreta il triplice fischio finale ferma Durante lanciato a rete. Non è andata bene alla Licogest Vibo che regala i tre punti al forte Putignano. Vibonesi in partita fino al minuto 19, quando in 35 secondi i calabresi subiscono ben tre reti. Nel secondo tempo reazione di Nelsinho e compagni che non riescono a ribaltare il risultato anzi subiscono ancora gli attacchi dei pugliesi per il definitivo 2 a 5. Per la sesta giornata di campionato, al Pala Botteghelle di Reggio Calabria, andrà in scena l’attesissimo derby tra Cadi e Licogest, il primo in serie A.

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