Vela: Italia Cup, il Circolo Velico Reggio apre con un l’en plein

En plein per il Circolo Velico Reggio (nella foto i ragazzi del CVR) che, nella prima prova dell’Italia Cup classe “Laser”, ha ottenuto due primi posti con Valerio Colella (Radiale) e Giovanni Giordano (4.7). La regata, impeccabilmente organizzata dal Circolo Velico Reggio del presidente Carlo Colella, è iniziata in ritardo per l’assenza del vento, che solo nella tarda mattinata ha ripreso a soffiare fino a raggiungere i 22 nodi. Un percorso “ridisegnato” dal giudice di regata Giuseppe Delfino, con le condizioni meteorologiche, peggiorate nel corso della gara che hanno messo in risalto le doti tecniche marinaresche dei dodici equipaggi presenti.

Nella classe “Laser 4.7”, il podio è stato tutto dei ragazzi allenati da Claudio Spanò. Dietro Giordano, infatti, si sono classificati, nell’ordine, Francesco Ielo e Sacha Ruffo. Nella “Laser Radiale” Valerio Colella ha preceduto il fratello Fabio. Roberto Raffa del “Windsurfer dello Stretto”è giunto terzo. CLASSIFICHE LASER 4.7: 1. Giovanni Giordano (Circolo Velico Reggio); 2. Francesco Ielo (idem); 3. Sacha Ruffo (idem); 4. Demetrio Morabito (idem); 5. Bruno Barreca (Circolo Nautico Reggio); 6. Samuele Tarantino (Circolo Velico Reggi); 7. Antonio Laganà (Circolo Nautico Reggio); 8. Carlo Delfino (Circolo Velico  Chilà). CLASSIFICHE LASER RADIALE: 1. Valerio Colella (Circolo Velico Reggio); 2. Fabio Colella (idem); 3. Roberto Raffa (Windsurfer dello Stretto); 4. Antonio Pilò (Circolo Velico Catanzaro) 5. Sgrò Rocco (Windsurfer dello Stretto).

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Piacenza Reggina 0-0: tabellino e cronaca

Piacenza – Reggina: 0-0. Piacenza (4-3-3): Puggioni; Avogadri, Tonucci, Iorio e Meliente; Amodio, Paro (dal 58° Greco) e Parfait; Foti, Moscardelli (c) e Sivakov (dal 58° Sambugaro). In panchina: Capodici, Rincon, Capogrosso, Greco, Sambugaro, Cani e Guerra. All.: Ficcadenti. Reggina (3-5-2): Marino; Adejo, Lanzaro (c) e Valdez; Vigiani, Carmona, Cascione, Missiroli (dal 83° Rizzato) e Costa; Brienza (dal 74° Pagano) e Cacia (dal 69° Bonazzoli). In panchina: Kovacsik, Castiglia, Bonazzoli, Rizzato, Santos, Barillà e Pagano. All.: Breda. Arbitro: Stefanini di Prato. Assistenti: Bernardoni e Cini. Quarto uomo: Romani. Andata: 1-2 (Cacia, Zammuto e Pagano). Ammoniti: Lanzaro al 9°, Tonucci al 37°, Carmona al 59°, Avogadri al 70° e Costa all’84°. Corner: 4 Piacenza e 6 Reggina. Recupero: 0’ (p.t.) e 3’ (s.t.). Note. Nel Piacenza sono indisponibili Graffiedi, Piccolo, Maurantonio, Anaclerio e Zammuto; nella Reggina Fiorillo e Camilleri. Serena è squalificato (sospeso) nel Piacenza e Tedesco lo è nella Reggina. Nel Piacenza i diffidati sono Guerra, Graffiedi, Bini, Tulli, Puggioni, Anaclerio, Parfait e Tonucci e nella Reggina Lanzaro, Castiglia, Vigiani e Barillà. Tre gli ex tra campo e panchina: Puggioni e Ficcadenti tra i padroni di casa e Cacia tra gli ospiti. Nella Reggina cambio in corsa rispetto alla formazione che ha battuto il Frosinone domenica scorsa: esterno di sinistra di centrocampo agisce Costa a “scapito” di Rizzato destinato in panchina.

La cronaca. Il posticipo della settima giornata del girone di ritorno si gioca di fronte ad una cornice di pubblico assai scarna fors’anche (come biasimare gli emiliani) per via dell’unico grado sopra lo 0 al calcio d’inizio che, comunque, non impedisce ad una ventina di tifosi amaranto di essere presenti. Gara veloce con continui ribaltamenti di fronte, Reggina ben disposta in campo che predilige il gioco di prima e prova, fin da subito, a graffiare. Primo “batticuore” per la Reggina creato dal proprio portiere che, rinvia di prima intenzione un retropassaggio di Valdez svirgolando fortunatamente senza conseguenze. Si gioca molto a centrocampo con le due formazioni impegnate a superarsi senza, però, fortuna. Il primo ammonito della gara è il capitano della Reggina Lanzaro che, diffidato, salterà la gara casalinga di sabato prossimo con il Modena del grande ex Franco Jacopino. Al 14° la prima conclusione a rete è dei padroni di casa. Amodio crossa basso da destra, Moscardelli aggancia in area e, seppur fortunato per un rimpallo, riesce a girarsi ed a calciare di sinistro, Marino è attento e para a terra tuffandosi alla sua destra. Reggina buona in fase difensiva, ma non altrettanto dalla cintola in su dove non offende particolarmente. Il Piacenza, invece, proprio per questa “latitanza” offensiva degli amaranto, prende coraggio ed alza il proprio baricentro costruendo azioni su azioni che non vanno a buon fine o, come detto, per l’attenzione difensiva dei reggini o perché i suoi attaccanti si ritrovano in posizione di fuorigioco. Al 28° prima conclusione (se così si potesse definire) verso la porta piacentina da parte degli uomini di Breda. Da 35 metri ci prova Brienza su calcio di punizione, la barriera respinge e nulla di fatto. Cacia (nella foto), invece, inizia la sua personalissima collezione di off-side tanto che Cristina Cini, l’assistente che agisce dal lato opposto alla tribuna, non può non segnalarli in quasi rapida successione. Nel Piacenza il primo ammonito è Tonucci ed anche lui, diffidato come Lanzaro, salterà la prossima gara degli emiliani contro il Frosinone. Pericolo al 39°. Moscardelli calcia molto bene un calcio di punizione da destra. Il tiro, d’interno sinistro, è insidioso e Marino, forte dei suoi quasi 200 cm d’altezza, ci arriva e devia in corner. Al 42° la Reggina tira finalmente nello specchio della porta. Costa si propone da ala sinistra, mette al centro per Brienza che appoggia all’accorrente Missiroli che, di prima intenzione, calcia ma centrale e debolmente. Puggioni non ha alcun problema a parare a terra. Un attimo dopo ci prova Cacia che, lanciato in verticale, cerca di aggirare lo stesso portiere biancorosso ma calcia sull’esterno della rete. Fin quando Cacia cercherà ossessionatamente la rete per dimostrare chissà cosa, non sarà mai lucido in fase conclusiva e risulterà assolutamente fumoso vanificando gli sforzi comunque profusi con generosità. Il primo tempo termina a reti inviolate dopo 45 minuti, onestamente, non piacevoli dal punto di vista dello spettacolo offerto dalle due squadre, Forse, però, ci sta anche questo visto la posizione in classifica non certo lusinghiera di entrambe ed il “peso” che i punti in classifica cominciano ad avere da qui in avanti. Seconda frazione di gioco che inizia sulla stessa falsa riga dei primi 45 minuti. Piacenza molto attento a centrocampo, Reggina che fatica a crearsi spazi e gioco concentrato nella zona centrale del terreno di gioco. Gli uomini delle due panchine iniziano a scaldarsi e Ficcadenti è il primo a smuoversi tra i due allenatori facendo entrare in campo Sambugaro e Greco al posto, rispettivamente, di Sivakov e Paro cercando, così, diverse soluzioni. La Reggina cala, arretrando, ed il Piacenza avanza grazie, anche, ai due cambi che sembrano portare nuova linfa tra le fila dei padroni di casa. Il primo “pericolo” per la difesa del Piacenza lo porta Brienza (nella foto) al 64° direttamente su corner. Da destra, d’interno sinistro, palla sul secondo palo, ma Puggioni è sicuro e non si fa sorprendere. Dobbiamo ammettere che, fino al momento, la scelta di Costa per Rizzato non è stata per nulla felice. Probabilmente Breda avrà pensato, nella fattispecie, più a difendere che ad offendere. Ancora probabilmente, nei pensieri del mister amaranto, alla ricerca del primo risultato positivo in trasferta, un punto può essere ben accetto. Al 69° finisce la partita di Cacia che lascia il campo al posto del rientrante, dopo due giornate di squalifica, Bonazzoli. Applausi (e qualche fischio) da parte del suo ex pubblico. Al 70° ci prova ancora il Piacenza con il proprio capitano Moscardelli. Da buona posizione, in area ma leggermente defilato sulla destra, calcia malamente alto. Un paio di minuti dopo ci prova ancora il Piacenza con Meliente ma è bravo Marino a neutralizzare. Al 74° Breda cambia completamente la sua coppia d’attacco iniziale: dopo Bonazzoli per Cacia ecco Pagano per Brienza. Al 75° la migliore occasione da rete è per i padroni di casa. Anzi, l’occasione è doppia. Prima Greco, di sinistro, da fuori area, colpisce il palo alla destra della porta difesa di Marino e poi, con il  pallone che ritorna in campo finendo sui piedi di Moscardini, lo stesso, incredibilmente, liscia di sinistro finché la difesa spazza via. Due grandi occasioni, quindi, fortunatamente non sfruttate dai giocatori di casa e Reggina fortunata. All’80° la Reggina crea un’occasione seppur non calciando in rete. Pagano, sfruttando un errore difensivo sulla linea di fondo, mette al centro per l’accorrente Cascione che piedi buoni non ha e sbuccia il pallone da posizione centralissima e, quindi, agevole per tentare la via della rete. All’83° esce Missiroli ed entra Rizzato. Breda prova a dare maggiore spinta sulla fascia sinistra sino ad allora, offensivamente s’intende, lasciata sguarnita. Se dovessimo cercare una nota positiva, questa potrebbe sicuramente essere l’avvicinarsi della seconda partita conclusa a difesa imbattuta per gli amaranto. Vedremo se almeno questo obiettivo sarà raggiunto dagli ospiti. All’89 occasione per la Reggina. Calcio di punizione di Pagano dalla destra, ma il cross in area è facile preda di una zona del campo dove il rosso delle maglie del Piacenza la fa da padrone. Nulla di fatto, quindi. Piacenza certamente più tonico e maggiormente desideroso di raggiungere l’obiettivo “3 punti” e Reggina, invece, più propensa a non perdere. Ripetiamo, di positivo possiamo solo cogliere il primo punto conquistato in trasferta da Breda & Co. e la seconda partita senza goals subiti per gli amaranto. A 33 punti la Reggina aggancia Triestina e Gallipoli ed a quota 31 il Piacenza aggancia il Padova. Appuntamento con la vittoria (?) rinviato a sabato 13 allorquando al Granillo si presenterà il Modena.

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Reggina: Tedesco, l’insostituibile

altaltLa diffida, un cartellino giallo abbastanza ingenuo, la squalifica. Viene fermato per un turno dal giudice sportivo Giacomo Tedesco e questa per la Reggina è una perdita pesantissima. Riteniamo il mancino palermitano un elemento insostituibile nello scacchiere di mister Breda, soprattutto in questo particolare momento della stagione. Lo ha dimostrato nelle sei partite disputate dopo il suo ritorno a Reggio Calabria, fortemente voluto dal massimo dirigente Lillo Foti. Esperienza al servizio della squadra, grande capacità di adattamento ad un campionato difficile come quello di B, personalità e carattere e soprattutto qualità in mezzo al campo.

Finalmente dopo diversi anni, la Reggina ha ritrovato quel centrocampista in grado in più circostanze di ribaltare le azioni da difensive in offensive attraverso accelerazioni e verticalizzazioni improvvise, oltre ai tiri dalla lunga distanza che lo hanno sempre caratterizzato. Breda poi, gli ha dato una collocazione in mezzo al campo a lui ancora più congeniale, liberando il tanto sacrificato Carmona che, dall’arrivo proprio di Tedesco sembra avere un passo diverso. Per questi motivi riteniamo davvero pesante la sua assenza lunedi sera, con l’aggravante che si gioca in trasferta e sul terreno di una diretta concorrente come il Piacenza. Mister Breda dovrà cercare all’interno del proprio organico un elemento che in qualche modo possa avvicinarsi alle sue caratteristiche ma, come detto, Tedesco per le doti appena elencate è davvero insostituibile. In ballottaggio per un posto Cascione e Castiglia, con quest’ultimo visto solo in occasione della trasferta vicentina, dove tra l’altro ha fallito un calcio di rigore. L’ex Cittadella ha pienamente recuperato dall’infortunio e già la scorsa gara con il Frosinone era tornato a disposizione seppur per scelta tecnica mandato in tribuna. Ancora tre giorni di tempo per il tecnico per poter decidere al meglio e con calma.

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CONI: XXXIX° Concorso Nazionale per il Racconto Sportivo

E’ giunto alla 39esima edizione il “Concorso Nazionale per il Racconto Sportivo” organizzato dal Coni (nella foto, a destra, il Presidente Regionale Mimmo Praticò), che mette in palio 3000 euro per il primo premio e 1500 per il secondo classificato. L’iniziativa, che negli anni ha ospitato firme illustri come quelle di Dacia Maraini ed Alberto Bevilacqua, è aperta a tutti e mira ad un maggiore sviluppo della produzione letteraria di contenuto sportivo, rivalutando un genere narrativo poco divulgato.

Entro il 15 aprile 2010 i lavori inediti (o pubblicati per la prima volta nel periodo 1 gennaio – 31 dicembre 2009) dovranno essere inviati, come documento word, all’indirizzo e-mail racconti@coni.it, oppure, se in cartaceo, spedite alla Segreteria del Concorso Nazionale per il Racconto Sportivo presso l’Ufficio Comunicazione e Rapporti con i Media del Coni, Largo Lauro de’ Bosis, 15, Foro Italico – 00194 Roma. I racconti, correttamente dattiloscritti (Times New Roman 12, interlinea 1, con margini destro e sinistro 2 cm. e quelli superiore ed inferiore 2,5cm.), dovranno essere contenuti in una lunghezza massima di 10 cartelle (18000 battute). Ogni autore potrà partecipare con un massimo di due racconti. La Giuria potrà indicare una rosa di segnalati per i quali, come per i vincitori, il Coni si riserva il diritto della pubblicazione dei lavori in ogni sua forma.

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Liomatic T. B. Viola: Bianchi chiede scusa ai tifosi

alt“Chiedo scusa a tutti per la prestazione della mia squadra.” Queste sono le parole di Massimo Bianchi al termine del match fra la sua Viola ed il Catanzaro in una gara che ha sancito la terza sconfitta interna stagionale della formazione nero arancio. I reggini giocano un primo quarto stellare, prima di lasciare spazio alla rimonta dei giallorossi:” Non so spiegare cosa sia successo dal primo quarto in poi. Eravamo partiti bene, con intensità dopodiché abbiamo smesso di giocare la nostra pallacanestro. Non possiamo permetterci di fare troppi e tanti tipi di errori: tiri fuori ritmi, contropiedi lasciati al vento e secondi possessi concessi agli avversari.” In più qualche giocatore continua a deludere le attese: ”a me non piace parlare dei singoli ma tutta la squadra ha perso fiducia. Niccolai è un giocatore importante e se prende solo quattro tiri vuol dire che non siamo riusciti a coinvolgere come avremmo voluto anche perché la difesa del Catanzaro lo ha anticipato sistematicamente togliendolo spesso dal nostro attacco.

Ma non è solo Niccolai la causa dei nostri mali perché siamo tutti consapevoli di aver fatto dei passi indietro dopo averne fatti tantissimi a da Novembre fino alla sconfitta di Siracusa.” Come si esce da questo momento negativo: “Con il lavoro e l’impegno da parte di tutti i componenti di questa Viola. Società, dirigenti, tecnici e giocatori si devono rimboccare le manche prima di tutto per capire i motivi di queste difficoltà dopodiché dobbiamo trovare in noi stessi le soluzioni per tornare a giocare come sappiamo.” A questo punto, prima di riguardare la classifica, bisogna chiudere questa striscia negativa:” Non mi interessano i risultati, vorrei rivedere in campo quella squadra che non ha sbagliato nulla per quasi due mesi. Io conosco le potenzialità del mio gruppo per questo sono amareggiato quando non riusciamo a giocare come sappiamo; ripeto, dobbiamo darci da fare per rientrare in ritmo altrimenti rischiamo di mandare allo sbaraglio una stagione che può ancora darci delle soddisfazioni.”. L’impressione che sta dando questa Viola è una squadra che sa giocare a pallacanestro ma che mi mette poco cuore e carattere: “purtroppo non posso affermare il contrario. Siamo troppo superficiali in certi momenti e facciamo errori di contrazione. Per vincere a questi livelli, oltre la tecnica, serve l’energia. Catanzaro l’ha messa in campo mentre la Viola non l’ho fatta. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Questa sconfitta proprio non ci voleva e complica la nostra situazione.” Ed i tifosi sono amareggiati per un non previsto kappao in un derby molto sentito:” Capisco il dispiacere del pubblico e siamo i primi a dire che non possiamo permetterci passi falsi di questo tipo. Il tempo per recuperare c’è ma dobbiamo ritornare a giocare in modo adeguato su due lati del campo”. Ed il calendario, purtroppo, non aiuta la Viola che domenica prossima andrà a Martinafranca prima di chiudere la regular season con un trittico terribile che vedrà i reggini impiegati con Massafra, Bisceglie e Siracusa, le tre squadre che, attualmente, occupano le prime tre posizioni dea classifica di questo campionato.

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La Liomatic T. B. Viola e la sua Scuola Basket, intervista a Domenico Bolignano

altE sono 13! È questo il numero di vittorie consecutive che la Scuola di Basket Viola raggiunge nella categoria Under 15. Nella giornata di mercoledì i giovani nero arancio si sono laureati campioni provinciali battendo sul neutro di Polistena la Cestistica Gioiese , allungando ancora la striscia di partite utili vinte consecutivamente. La gara di finale è solo una tappa della lunga ed fin qui ottima stagione dei ragazzi allenati dal Responsabile Tecnico della Scuola di Basket Viola Domenico Bolignano ed dalla sua giovane assistente Larissa Smorto. Il responsabile del settore giovanile neroarancio racconta la cavalcata vincente: “Inizia ad ottobre il cammino della squadra reggina con una fase provinciale di incontri andata e ritorno in un girone a 7 squadre – dice Bolignano- in un torneo che ha visto la squadra neroarancio imporsi in tutte le gare disputate. Il roster composto da atleti nati nel 1995 e 1996 inizia la stagione da campione regionale under 14 in carica e quindi carico di buoni propositi e voglia di ripetersi in questa stagione.

Ma per ben figurare i ragazzi lavorano duro in palestra tutti i giorni sotto lo sguardo vigile  della società che ha messo appunto tutta una serie di attività parallele a quelle ufficiali, infatti i baby-Violini in questi mesi hanno disputato tutta una serie di amichevoli che sono servite per fare esperienza e per testare la compattezza tecnica e fisica di tutto il roster.” Coach Bolignano tra le altre ha fatto giocare i suoi ragazzi contro gli under 15 di Lamezia durante la vacanze natalizie, ed approfittando della trasferta della Viola dei “grandi” a Bari il coach ha fatto disputare due partite in terra pugliese prima contro una rappresentativa della città di Bari, e poi contro i pari età della Granoro Corato:” Anche i test-match disputati contro la Lumaka , squadra prima in classifica nel campionato di serie B femminile, hanno  visto ben comportarsi i miei ragazzi nel tentativo di mettere in campo quelle che sono gli input forniti dai tecnici. E per rendere ancora più intensa l’attività la stessa squadra ha partecipato anche al campionato under 17 ben figurando nonostante la categoria fosse riservata ad atleti nati nel 93 e 94.” Ma tutto il duro lavoro ha regalato soddisfazioni in casa neroarancio, in questa stagion:”Sei atleti sono stati convocati nei vari raduni regionali organizzati dal Comitato Regionale nell’ambito del Progetto di Qualificazione Nazionale della Federazione Pallacanestro con la Scuola Di Basket Viola ad essere la società più rappresentata. Ulteriore grande soddisfazione arriva dalla doppia convocazione in Nazionale Under 15 del giovane Antonio Smorto, che ha rappresentato i colori neroarancio in 2 raduni organizzati dal Settore Squadre Nazionali. Tutto ciò segno evidente che lavorare duro in palestra giornalmente gratifica e porta risultati anche se i sacrifici non dovranno mai mancare.” Dicevamo che la finale provinciale è solo una tappa di questa stagione, infatti da adesso si inizierà a fare ancora di più sul serio, visto che è in programma una fase regionale a 6 squadre a cui parteciperanno oltre alla Scuola di Basket Viola altre 2 compagini reggine, 2 squadre di Catanzaro e la prima classificata del girone cosentino. Fase prevista con incontri di andata e ritorno al termine della quale la prima classificata otterrà il titolo di Campione Regionale e il pass per le fasi di spareggio interregionali: “Questa nuova riforma della fase regionale che il Comitato Regionale ha voluto cambiare è un’ottima idea perché consentirà di far emergere i veri valori di un torneo che tanto si avvicina ad un campionato senior.” Tornando alla finale provinciale di Polistena i ragazzi di coach Bolignano hanno disputato una gara che ha reso felice lo staff tecnico neroarancio: “tutti vogliono e possono essere protagonisti di questa stagione che speriamo possa regalare ancora soddisfazioni, ma siamo certi che continuando a lavorare duro, a faticare in palestra giornalmente, i risultati non possono che arrivare.”

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Reggina Frosinone 1-0: interviste post gara

Inconsueto l’orario in cui si è disputata la gara di oggi, inconsueto anche il modo di vincere da parte della Reggina. Una gara bella ed intensa. Passati in vantaggio quasi subito, così com’era successo già in altre occasioni, la Reggina ha dilapidato almeno un’altra decina di occasioni per chiudere la gara. Un po’ di sofferenza nel finale, ma tutto è bene ciò che finisce bene. Clima disteso in sala stampa. Tra colleghi si analizza l’andamento dell’incontro e si è tutti concordi che, a prescindere dalla classifica ancora altamente deficitaria, la gara di oggi è stata ben giocata dagli uomini di Breda. Con un Brienza in gran spolvero, un Cacia presente in molte occasioni da rete (l’unico rimprovero che gli si potrebbe muovere è, forse, quello che cerca affannosamente la via della rete tanto da non essere lucido quando serve), una difesa per la prima volta disposta con Adejo a destra, Valdez al centro e Lanzaro a sinistra, ed un centrocampo pronto ad aiutare ed a proporre, lo stesso tecnico amaranto può essere soddisfatto. Moderatamente, però, visto che tutte le altre volte in cui si è vinto l’entusiasmo è andato oltre e ci si è spinti in programmi e/o pronostici sistematicamente smentiti dal campo la settimana successiva.

Il campionato è ancora lungo e tirarsi fuori dalle posizione scomode non solo è possibile ma diremmo che è un imperativo. Male fa chi, ancor oggi, continua a guardare in alto ed a pensare che i play-off siano ancora raggiungibili. Ancora non è tempo di questi pensieri, più avanti vedremo. Se e solo se la Reggina riuscirà a vincere 3/4 partite di fila, allora si potrà a pensare a quanto il campionato di B sia mediocre, sia equilibrato e via dicendo. Oggi no, non si può e non si deve. Il primo protagonista ad arrivare in sala stampa è anche l’unico ad essere uscito dal terreno di gioco non perché sostituito ma, bensì, espulso. L’unico ex della gara è stato proprio Roberto Stellone. Perché quella manata a Costa? “Ho ricevuto un colpetto dietro ed ho reagito. Certamente ho sbagliato e l’espulsione è stata giusta, a prescindere se gli ho fatto male o no o se ha accentuato tutto il giocatore reggino”. La scelta di Moriero di farti partire dalla panchina come la giudichi? “Mi sono allenato poco in questo periodo, e la scelta del mister è legittima”. Partenza fulminea della Reggina, in un minuto goal e traversa. “Siamo rimasti storditi da così tanta aggressività iniziale. Dapprima pensavamo che fosse per il forte vento a favore che la Reggina aveva nel primo tempo e pensavamo solo di dover resistere fino a quanto, nel secondo, l’avremmo avuto noi alle spalle. Poi, invece, abbiamo capito che così non era e che la Reggina stava giocando meglio legittimando la vittoria”. Partita difficile, quindi? “Quando inizi la gara e vai subito sotto, quando non riesci a reagire, quando la squadra avversaria si difende benissimo, allora hai ben poco da fare”. Analisi lucida e veritiera quella dell’ex, non c’è che dire. Da Stellone al suo mister. Un Francesco Moriero molto molto arrabbiato con i suoi uomini. Che partita è stata? “Oggi il Frosinone è rimasto a Frosinone. La Reggina ha dimostrato di avere certamente più voglia di vincere e noi, invece, di essere più presuntuosi. Il calcio è ambizione e quando si ha anche un giocatore modesto più diventare un giocatore assai più forte del previsto. Se sei presuntuoso, invece, allora il risultato più ovvio che si puoi ottenere è che paghi la tua presunzione”. Una bacchettata ai suoi uomini? “I miei giocatori devono capire che hanno una Società ed un allenatore molto ambiziosi. Se capiscono questo allora capiranno anche che non possono giocare così”. La Reggina? “La Reggina ha grandi qualità nel suo organico. Ha avuto delle difficoltà, è vero, ma in quanto a qualità è di gran lunga superiore rispetto alla nostra. Ripeto, i miei uomini sono stati presuntuosi e superficiali e questo è bastato a farci perdere la partita vinta, meritatamente, dalla Reggina. Se nei primi 5 minuti avessimo preso 5 goals non ci sarebbe stato nulla da ridire”. La sua squadra? “A parte quello che ho detto, la mia squadra non ha gli attributi per saper soffrire e reagire e non ha capito che si può fare il salto di qualità solo se rispetti l’avversario senza presunzione. Io, devo dire il vero, avendo preparato bene questa partita in settimana dopo la vittoria contro l’Empoli, ero venuto qui proprio per far fare il salto di qualità ai miei uomini ed invece, per i motivi che ho già detto, non è stato possibile”. Ineccepibile anche la disamina di Moriero, difficile capire, però, dove inizino i demeriti del Frosinone e dove, invece, inizino i meriti della Reggina. Forse la sua squadra ha giocato in quel modo perché indotta dalla Reggina, o no? Dopo Moriero, ecco i primi reggini. Insieme Giacomo Tedesco e Pietro Marino (nelle foto). Il primo a rispondere è il centrocampista palermitano. Che partita è stata? “La Reggina ha giocato molto organizzata, con lo spirito giusto e la voglia necessaria per vincere la gara. Abbiamo rischiato pochissimo, una gran bella Reggina direi”. Vi aspettavate questo Frosinone? “Non era una partita facile e lo sapevamo. Il Frosinone ha sempre fatto goal anche se ne ha subito anche molti. Abbiamo fatto tutti una partita tatticamente perfetta. Consentitemi di dire, soprattutto Adejo che io non avevo mai visto giocare in quel ruolo”. Qualcosa che non è andata, invece? “Dovevamo riuscire a chiudere la partita ed, invece, non ce l’abbiamo fatta”. La tua ammonizione, giacché diffidato, ti costerà un turno di squalifica. “Si, sarò squalificato. Sono sicuro che chi mi sostituirà (Cascione ?, n.d.r.) farà ampiamente il suo dovere tanto da far capire al mister che c’è anche lui”. Dopo Tedesco il portierone Pietro Marino. Con l’alienazione di Cassano avevi trovato spazio in prima squadra fino a quando è arrivato Fiorillo. Un po’ deluso per il tuo essere tornato dodicesimo? “Per un portiere è importantissimo giocare spesso. Cerco di dare il massimo e quando tornerà Vincenzo (Fiorillo, n.d.r.) dall’infortunio sarà il mister a decidere chi far giocare”. Per un reggino purosangue come te è difficile giocare a Reggio? “Non è facile difendere la porta della squadra della tua città. Mi è servito molto andare fuori a giocare per fare esperienza e credo che adesso si vedano i risultati”. Dulcis in fundo ecco Roberto Breda (nella foto). Giunto alla sua terza gara al timone della prima squadra, ha raccolto oggi la sua seconda vittoria. Allora mister, raccontaci la partita. “Siamo stati molto bravi a partire bene, non lo siamo stati altrettanto perché non siamo riusciti a chiuderla. Devo dire, però, che questo è l’atteggiamento e l’approccio giusto per ogni partita”. Il Frosinone? “Sapevamo che fosse una squadra molto pericolosa, ma siamo stati bravi tutti a neutralizzarlo”. La difesa, per la prima volta con te, non ha preso goal. “Sono molto contento per i miei difensori. Al terzo tentativo ce l’abbiamo fatta ad uscire senza goal sul groppone e, per giunta, vittoriosi. Con il Mantova ci eravamo andati vicini, ma poi una disattenzione finale (di Fiorillo, n.d.r.) ci era costata l’imbattibilità”. L’andamento della gara. “Quando si gioca è una continua metamorfosi. Nel primo tempo avevamo il forte vento a favore ed abbiamo giocato bene, nel secondo, invece, abbiamo pensato a stare più attenti”. Ad un certo punto hai tolto sia Cacia che Brienza (ha chiesto lui il cambio perché afflitto dai crampi, n.d.r.), ed in attacco giocavano Missiroli e Tedesco in appoggio. “Missiroli e Tedesco sono molto duttili ed affini anche in quel ruolo che avevo visto e notato giovedì scorso in amichevole”. E’ stata la tua seconda partita in casa ed è stata la seconda volta che la tua squadra è andata in vantaggio subito. Ciò vuol dire che alla fase di studio preferisci l’aggressività immediata? “La fase di studio avviene in settimana, quando si gioca, invece, si gioca e si deve mettere in atto quello che si è studiato”. Un Brienza ritrovato ed in gran spolvero, un Vigiani ed un Tedesco in più, sono certamente un aiuto notevole. “Sono tutti giocatori che è preferibile avere dalla propria parte piuttosto che da avversari. Brienza, lo sapete, ha avuto molti problemi anche nel recente passato, sta crescendo e mi sta dando delle risposte estremamente positive. Così come tutti, del resto, e mi preme sottolineare la prova di Adejo che ha disputato una partita eccellente”. Cosa ci dici su Cacia? “Ha qualità e temperamento. Ha creato molto e molto ha aiutato la squadra. Gli attaccanti di oggi sono così, duttili e capaci di variare posizioni e compiti durante ogni partita. Non si gioca in 11 ma in 18 e, comunque, i 14 che scendono in campo devono dare sempre il meglio di se stessi”. Giochiamo bene in casa e vinciamo e poi in trasferta? “E’ certo che dobbiamo migliore ancora tanto in trasferta cercando di trovare la famigerata continuità nel rendimento e, soprattutto, nei risultati. A Piacenza (lunedì 8 marzo alle 20.45, n.d.r.) sarà uno scontro diretto contro una squadra che ha molte qualità”. Si chiude qui l’incontro dei protagonisti della gara con i cronisti. Prendiamo questi 3 punti e ce li teniamo stretti, ma guai a tentare ancora una volta lo spiccare il volo. Pindaro è sempre pronto a riportarci con i piedi ben piantati a terra.

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Reggina Frosinone 1-0: tabellino e cronaca

Reggina – Frosinone: 1-0. Reggina (3-5-2): Marino; Adejo, Lanzaro (c) (dal 77° Costa) e Valdez; Vigiani, Carmona, Tedesco, Missiroli e Rizzato; Brienza (dal 79° Cascione) (nella foto) e Cacia (dal 66° Barillà). In panchina: Kovacsik, Costa, Pagano, Barillà, Viola, Cascione e Santos. All.: Breda. Frosinone (4-4-2): Sicignano (c); Scarlato, Ascoli (dal 71° Cariello), Del Prete e Bocchetti; Bolzoni, Basha, Troianello (dal 77° Aurelio) e Basso (dal 58° Stellone); Mazzeo e Santoruvo. In panchina: Frattali, Cariello, Aurelio, Giubilato, Guidi, Semenzano e Stellone. All.: Moriero. Arbitro: Leonardo Baracani di Firenze. Assistenti: Riccardo Bianchi di Lucca e Fabio Vicinanza di Albenga. Quarto uomo: Giovanni Quartarone di Messina. Marcatore: Brienza al 1°. Ammoniti: Vigiani al 35°, Rizzato al 42°, Ascoli al 54°, Scarlato al 65°, Tedesco all’83° e Barillà al 94°. Espulsi: Stellone all’87° e Scarlato a partita finita. Recupero: 2’ (p.t.) e 5’ (s.t.). Corner: 4 Reggina e 6 Frosinone. Tiri in porta: 8 Reggina e 1 Frosinone. Tiri fuori: 7 Reggina e 2 Frosinone. Pali/traverse: 1 Reggina. Falli fatti: 22 Reggina e 19 Frosinone. Fuorigioco: 1 Reggina e 2 Frosinone. Spettatori paganti: 317. Abbonati: 5184. Incasso al botteghino: € 2.989,00. Quota abbonati: € 40.263,67. Spettatori totali: 5501. Incasso totale: € 43.252,67.

Le note. Giornata soleggiata ma resa fredda dal vento di tramontana e terreno di gioco in perfette condizioni. Reggina con qualche novità rispetto alle ultime gare della “gestione Breda”. In porta ritorna il reggino Marino per l’infortunio di Fiorillo mentre, in difesa, il giovane nigeriano Adejo agirà sulla destra ed il capitano Lanzaro è spostato centrale con Valdez a sinistra a scapito del brasiliano Santos. Questo, almeno, per quanto riguarda la “disposizione” che ne traiamo dalle formazioni ufficiali, poi vedremo come Valdez sarà centrale e Lanzaro giocherà a sinistra. Centrocampo confermato con Barillà in panchina così come confermato è l’attacco per l’assenza di Bonazzoli (alla sua seconda ed ultima giornata di squalifica) e del capocannoniere amaranto Pagano ancora in panchina. Un unico ex tra campo e panchina, Roberto Stellone adesso tra le fila dei ciociari. In curva sud, sede del tifo locale, uno striscione abbastanza eloquente: “Comincia un’altra partita… Scende in campo la Reggina 1914”. Lo interpretiamo come una sorta di linea di demarcazione tra questa Società in cui, probabilmente, non si riconoscono gli ultrà e la passione quasi centenaria del tifo amaranto. Di fatto, parte bassa della tribuna sud chiusa al pubblico per scelta della tifoseria e tutti nella zona alta più vicini e raccolti a tifare incessantemente per quella che si potrebbe definire la “svolta” del tifo reggino. La cronaca. Nemmeno il tempo di iniziare che la Reggina è già in vantaggio. Brienza raccoglie un passaggio di un compagno e, di sinistro, decentrato a destra rispetto al fronte d’attacco, supera Sicignano sul primo palo forse anche grazie alla deviazione di un difensore. E le emozioni non finiscono. Giusto il tempo che il Frosinone rimetta in gioco in pallone dopo il goal subito che ancora Brienza, dal limite dell’area, ancora di sinistro, prova il pallonetto ma si vede negare la seconda gioia in meno di un minuto dalla traversa. Al 4° ancora Reggina. Cacia s’invola lanciato in verticale, supera Sicignano in uscita, ma cade. Né rigore, né simulazione. Forse avrebbe fatto meglio a calciare in porta senza tentennamenti. Un minuto dopo è ancora Reggina, è ancora Cacia. Defilato a sinistra, prova il diagonale ma la palla termina di poco alta. Per la Reggina, inizio di gara al fulmicotone. Al 15° è ancora Reggina. Cacia in dribbling supera un avversario, ma è costretto a defilarsi sulla sinistra. Si accentra e calcia basso con Sicignano che respinge, palla ad Adejo e girata alta sulla traversa. Annotiamo la volontà, forse eccessiva, da parte di Cacia di trovare la via del goal che, spesso, lo porta a strafare. Al 23° si fa vivo il Frosinone. Lancio in profondità per Basso, Marino esce a terra tempestivamente e blocca con lo stesso Basso che allunga pericolosamente il piede verso il volto del portiere reggino. Al 26° bell’assolo di Vigiani che, a destra, indovina il tempo del suo intervento sull’avversario e conquista palla sulla trequarti, si accentra, dribbla tre avversari e conquista un calcio di punizione centrale e ad un paio di metri dal limite. Sul pallone vanno Tedesco ed il fremente Cacia. Calcia il primo a fil di palo mentre il secondo è palesemente deluso per l’occasione non concessagli dal compagno. Fin quando Daniele (Cacia) ostinatamente cercherà a tutti i costi il goal, difficilmente lo troverà. Prova ne è l’azione di un minuto dopo. Cross di Missiroli da sinistra, Cacia ha un’ottima occasione ma la sciupa calciando, da due metri dalla linea di porta, tra le mani di Sicignano. Buona Reggina, padrona del campo, creatrice di molte occasioni e, per il momento, mai in difficoltà in difesa. E, quest’ultima, è La notizia. Al 36° Brienza recupera palla nella lunetta dell’area di rigore, finta il tiro e serve Rizzato a sinistra. Rizzato tira in porta ma Sicignano respinge sui piedi di Cacia che, anticipato da un difensore in angolo, non riesce a calciare con dovizia. Corner battu, il Frosinone riparte in contropiede e con Troianiello impegna Marino attento e bravo a respingere a terra. Al 44° è ancora reggina, è ancora Brienza. Tedesco tira ma il suo tiro viene respinto, la palla termina sui piedi di Brienza, decentrato a sinistra, stop e tiro in diagonale che finisce di molto poco al lato della porta difesa da Sicignano. L’ultimo sussulto prima della fine del primo tempo è degli ospiti. Punizione da destra, Marino esce a vuoto (o meglio, accenna l’uscita ma resta immobile fuori posizione) e Santoruvo, di testa, manda fuori a porta vuota. Squadre al riposo con la Reggina in vantaggio in virtù del goal di Brienza al 1° e di una certa supremazia che non gli ha fatto correre particolari rischi ma, anzi, gli ha concesso di creare molto: Brienza e Cacia ne sanno qualcosa. Secondo tempo che inizia ancora con la squadra di Breda in avanti. Buone alcune proposizioni di Brienza e Vigiani e Cacia “impegnato” alla ricerca del goal che non viene. Moriero gioca la carta Stellone, esperto attaccante che a Reggio conosciamo bene e che, come vedremo, avrà modo di mettersi in vista in maniera non certo positiva. Al 60° ci prova Carmona da fuori area in una delle rarissime occasioni in cui la Reggina prova a concludere a rete da oltre i 16 metri. Il tiro del cileno è smorzato da Ascoli e termina la sua corsa tranquillamente tra le braccia di Sicignano. Breda effettua il primo cambio della partita, fuori Cacia (tra applausi e fischi) e dentro Barillà. E così è che il 3-5-2, molto più spesso 5-3-2, diventa un 5-4-1 con Brienza unica punta. Al 69° Barillà conquista palla a centrocampo e lancia Brienza a destra. Il bomber amaranto si accentra ma, di sinistro, manda di un bel po’ a lato. Moriero cambia ancora, dentro Cariello per Ascoli. Al 74° altra grande occasione da goal per la Reggina. Brienza conquista palla sulla propria trequarti, lancia Missiroli in verticale sulla fascia destra. Il centrocampista reggino cambia gioco sulla sinistra per Tedesco che vede Brienza al centro, in area. Il 99 amaranto si gira e calcia bene, è bravo però Sicignano a respingere. Altre mosse degli allenatori: esce Lanzaro ed entra Costa ed esce Troianiello per Aurelio. Ancora Reggina, ancora Brienza. Al 77° riceve palla da Rizzato al limite dell’area e calcia prontamente di sinistro, Sicignano para a terra. La Reggina c’è e domina la gara. Ultima mossa a disposizione di Breda: esce uno straordinario Brienza ed entra Cascione. Di fatto, nessun attaccante più in campo e squadra imbottita di centrocampisti dedicata a difendere il risultato acquisito. All’82° ancora Reggina vicina al goal con Missiroli. Riceve palla in verticale da Tedesco, si gira e calcia di prima intenzione. Bene ma centrale e Sicignano respinge. All’87° il Frosinone resta in 10. E’ Stellone a farsi espellere per una gomitata in pieno volto a Costa con il pallone molto lontano dai due. Una bordata di fischi accompagna l’unico ex verso il tunnel degli spogliatoi. Al 90° il Frosinone si rende pericolosissimo. Dormita generale della difesa e gli uomini di Morieri vanno vicinissimi al goal, fortuna che, un istante prima, l’assistente dell’arbitro segnala un fuorigioco e l’azione svanisce. Lo spirito di gruppo porta Brienza, in panchina, ad alzarsi ed a redarguire i compagni in campo frenato solo dall’intervento del quarto uomo. La Reggina subisce troppo ed i 5 minuti di recupero finali sembrano un’odissea infinita. Il triplice fischio giunge al momento opportuno e la Reggina conquista questi 3 punti portandosi a quota 32 in classifica.

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Liomatic T. B. Viola – Nautica Alcaro: è tempo di derby

E siamo giunti al derby! Un ritorno di campionato che non è iniziato sotto i migliori auspici per la Liomatic Viola la quale dovrà mettercela tutta per battere Catanzaro. Oggi, domenica 28 febbraio, alle ore 18, le due squadre calabresi si affronteranno  al Palazzetto di Pentimele. In casa Viola si spera nel buon esito della partita dopo la brutta sconfitta di Patti, replicando, invece, il risultato ottenuto nel girone di andata al “PalaPulerà”. Coach Massimo Bianchi ha piena fiducia nei suoi ragazzi ma non abbassa la guardia e fa un attento esame della squadra che affronteremo domenica: “Il derby è sempre una partita molto particolare, che riveste un’importanza speciale per la società e per i tifosi, per la coinvolgente rivalità sportiva che lo caratterizza. Catanzaro è una squadra ben allenata che scenderà in campo solo dopo aver minuziosamente preparato la partita.

C’è da dire che ha una rotazione della panchina tra le più corte, ma ha anche un roster di grande qualità e temperamento: Cattani, per esempio, ha un gran talento, è uno ottimo giocatore per questa categoria, Giordano è un buon realizzatore. Noi dobbiamo dimostrare di aver girato l’angolo e dobbiamo dimostrare, a noi stessi prima di tutto, che la voglia di vincere e di essere protagonisti non è finita. Vogliamo conquistare questi due punti e lo vogliamo fare con una prestazione che sia davvero convincente”. I roster. LIOMATIC VIOLA REGGIO CALABRIA: 4 DIP Marcel, 5 DI LEMBO Massimo, 7 NICCOLAI Gabriele, 8 YASAKOV PELLEGRINO Vladimir, 9 D'IAPICO Giuseppe, 14 NEGRI Claudio, 15 MANZOTTI Francesco, 18 ROSELLI Michele, 19 GRASSO Sebastiano, 20 DALLA VECCHIA Luca. Coach: BIANCHI Massimo. NAUTICA ALCARO CATANZARO: 5 MLINAR Marko, 6 DAL FIUME Samuel, 4 ROTUNDO Tancredi, 11 PELLICANO' Andrea, 14 CATTANI Andrea, 9 GIORDANO Antonio, 13 PULINAS Antonio, 12 RADOVANOVIC Bojan, 8 IPPOLITO Simone, 20 MARGHERI Niccolò. Coach: TRIPODI Gianni.

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Domenica a pranzo con la… Reggina

altInedito il giorno, la domenica, inedito l’orario, alle 12. Reggina e Frosinone completeranno il quadro della sesta giornata di ritorno del campionato di serie B in quella che si preannuncia una sfida ad altissimo interesse proprio per gli obiettivi, opposti, che accompagnano le due squadre. Gli amaranto continuano la loro battaglia nei bassifondi della classifica dopo l’ennesimo tonfo quello della scorsa settimana sul campo del Cittadella. Nelle ultime cinque gare la squadra del presidente Foti ha subito tre sconfitte e vinto due volte, a dimostrazione di un cammino assolutamente altalenante che ad oggi non consente a Brienza (nella foto) e soci di venire fuori in maniera definitiva dalla parte più bassa della graduatoria. Si è parlato spesso nell’arco di questa stagione di continuità mancante e nonostante i tre cambi i panchina in nessun modo si è riusciti a ribaltare questo trand.

Anche nelle giornate in cui la squadra appare ispirata e vicina al raggiungimento dell’obiettivo. Il solo punto che divide la Reggina dalla retrocessione diretta, impone da questo momento l’impossibilità a sbagliare ancora, qualsiasi passo falso potrebbe a questo punto risultare decisivo. Lo sa bene il tecnico Breda che sta preparando il match senza trascurare nulla e lavorando su ogni particolare. Il Frosinone ha superato il suo periodo di flessione e sembra voler ripartire così come aveva fatto ad inizio campionato. I canarini sono ad un passo dai play off, grazie al successo convincente maturato la scorsa settimana ai danni dell’Empoli. Giocano un calcio a tratti spregiudicato e puntano sempre alla vittoria. Non è un caso, infatti che, insieme ad un attacco piuttosto profilico, ci sia pure la seconda difesa più perforata del torneo cadetto. Gioca bene il Frosinone, si diceva, ma concede molto agli avversari e di questo la Reggina dovrebbe approfittarne. Certo, non vi è alcun dubbio che la condizione psicologica avvantaggia notevolmente i laziali, ma questo per gli amaranto, giunti a questo punto, non può più rappresentare una scusante. Il 4-2-3-1 dei gialloblu potrebbe far pensare ad una rivistazione tattica per mister Breda, o quantomeno ad accorgimenti soprattutto in fase difensiva. Solo ipotesi, il tecnico ha ancora qualche giorno a sua disposizione per pensarci.

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Festa dell’Altetica calabrese: la Fidal premia i suoi campioni

In un “Auditorium Lucianum” gremito, per celebrare atleti, dirigenti, tecnici e giudici di gara appartenenti alla Federazione italiana atletica leggera distintisi lo scorso anno, il “primo premio” è stato consegnato alla città di Reggio Calabria ed ai suoi cittadini. Da settembre, infatti, inizieranno i lavori per la ristrutturazione e, successivamente, l’ampliamento dell’impianto sportivo “Aldo Penna” del Rione Modena. 2,3 milioni di euro verranno investiti per ridare lustro ad una struttura storica e determinante per lo sviluppo dell’attività sportiva e motoria della città dello Stretto.

La “Festa dell’atletica calabrese 2010” è stata coordinata dal presidente regionale della Fidal, Ignazio Vita, alla presenza del segretario generale, Renato Montabone, del consigliere d’amministrazione di “Casa Italia Atletica Leggera”, Mario Ialenti, del vicesindaco di Reggio Calabria ed assessore comunale allo sport, Giuseppe Raffa, del delegato del sindaco Giuseppe Agliano, dei presidenti del Coni, regionale e provinciale, Mimmo Praticò (nella foto durante il suo intervento) e Giovanni Filocamo, dell’assessore comunale al turismo Vincenzo Sidari, e del dirigente del comune allo sport, Fabrizio Veneziano. “Sono contento – ha dichiarato Mimmo Praticò – per i miei concittadini. L’avvio dei lavori dell’impianto segna la fine di un’odissea lunga tredici anni. Sarà un bene sia per i nostri atleti agonisti che per tutti i reggini che, da sempre, usufruiscono della ‘verde’ struttura. Le nostre giovani promesse non dovranno, così, spostarsi per coltivare la propria passione e la nostra città potrà avrà la possibilità di ospitare grandi eventi sportivi utili per lo sviluppo turistico locale”. “Mi auguro – ha sottolineato Giovanni Filocamo – che quest’impianto possa diventare un ulteriore volano per l’atletica reggina che già riporta ottimi successi in campo nazionale”. La città di Reggio Calabria, insieme a Casa Italia Atletica Leggera, nell’ambito dell’iniziativa “Maratona del gusto e delle bellezze d’Italia”, sarà presente con un stand alle prossime maratone di New York e Madrid.

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Liomatic T. B. Viola sconfitta a Patti: il tabellino

altaltASCOM PATTI – LIOMATIC REGGIO CALABRIA 84-69. Parziali: 18-18/ 42-36/ 62-54. PATTI: Contaldo 8, Gabellieri 7, Cavalieri 9, Riva 21, Sereni 9, Bolletta, Mori 13, Fevola 5, Busco,. Raskovic 12. All.Sidoti. VIOLA: Di lembo 21, Niccolai 10, Negri 11, Dip 8, Dalla vecchia 4, Roselli 10, Grasso 5, Manzotti, Yasakov, Scozzaro. All. Bianchi. ARBITRI: Nicola Mancini e Achille Ascione di Caserta. Primo scontro diretto di questo rush finale di regular season della Serie B Dilettanti e prima sconfitta della Viola che cade a Patti sotto i colpi degli scatenata formazione siciliana. I ragazzi di coach Bianchi restano in gara per un tempo prima di lasciare spazio alle iniziative dei  padroni di casa che si confermano compagine ostica e difficile da affrontare soprattutto di fronte al proprio pubblico. Eppure il primo tempo della gara è tutto sommato equilibrato. Le due squadre provano ad andare in fuga ma nessuna riesce a staccarsi in maniera significativa.

La Viola si affida all’ottima serata di Di Lembo (dato in dubbio fino alla fine a causa di una contrattura che non gli ha permesso di allenarsi nella giornata di sabato, n.d.r.)che segna 10 punti nel primo tempo con ottime percentuali mentre, dall’altra parte, è il bomber Riva il più proficuo con undici punti e tante grandi giocate nella metà a campo offensiva della Viola ben supportato da Mori e Raskovic. Dopo il primo quarto chiuso in parità, una fiammata dei padroni di casa consente al Patti di andare negli spogliatoi con sei punti di vantaggio e con l’inerzia del match in mano. La Viola paga un calo di intensità in difesa e qualche scelte sbagliata in attacco anche se i reggini non danno l’impressione di essere in difficoltà e di poter rientrare presto in gara.  Un sette a tre di parziali porta il vantaggio dei siciliani in doppia cifra ma è ancora Di lembo a far rimanere la Viola in linea di galleggiamento. La terza frazione di gara sii chiude con i ragazzi di coach Sidoti in vantaggio di otto punti. La gara è bella e gli attacchi girano a mille ma il Patti sembra essere più incisivo. Si annuncia un quarto periodo tutto da seguire. La Viola prova a riportarsi sotto ma un altro parziale di sei a zero a metà periodo porta sul più tredici il Patti che mette decisamente le mani sulla vittoria. I siciliani non si fermano più e si portano anche sul più venti a fil di sirene con un punteggio che assume anche proporzioni importanti e che consente a Contaldo e compagni di conquistare anche la migliore differenza punti negli scontri diretti con i neroarancio. La Viola deve archiviare immediatamente questa sconfitta che ne rallenta in modo significativo la corsa verso il primo posto. La formazione dello stretto paga una difesa rivedibile e la pessima serata di alcuni atleti importanti della rotazione. Adesso, bisogna subito voltare pagine e concentrarsi sul derby di domenica prossima con il Catanzaro, un altro test importante che la formazione neroarancio non può permettersi di fallire. 

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Reggina: i tecnici e gli errori

altaltaltSiamo alle solite, l’illusione Breda è durata il tempo di una partita. Almeno sul piano dei risultati che non riescono a sottrarre neppure il nuovo tecnico alla regola della discontinuità. Ad ogni successo corrisponde sempre e puntuale la sconfitta, così come accaduto anche sabato scorso con il Cittadella. Diciamo la verità: la Reggina avrebbe comunque recriminato anche nel caso in cui il match si fosse concluso con il risultato di parità. Per quello che ha fatto vedere soprattutto nel primo tempo e per le occasioni da gol create. Poi puntuale, come spesso è accaduto in questa stagione, la papera difensiva, questa volta a due. L’inutile fallo di Valdez molto lontano dalla porta e l’incredibile errore di piazzamento del giovane Fiorillo. Quest’ultimo ancora protagonista in negativo, così come gli era successo la settimana precedente con il Mantova, ma per fortuna quella volta senza conseguenze per la squadra. In questa circostanza, però, la sua disattenzione pesa eccome e si somma agli scempi che ormai siamo abituati a vedere dall’inizio di questo maledetto campionato.

Per tale motivo continuiamo a ritenere che quello della guida tecnica è sempre stato il male minore di questa squadra. Prima Novellino (nella foto), pugno di ferro ed esperienza, poi Iaconi (nella foto), generosità e qualche idea tattica nuova, adesso Breda (nella foto), freschezza e disponibilità. Tutti e tre molto diversi fra di loro, ma alle prese con gli stessi problemi. Quelli di un gruppo che non dispiace fino a quando rimane in partita, che gioca ed anche in maniera discretamente piacevole, ma che con una precisione svizzera si concede almeno una volta a partita all’avversario con vistosi errori individuali. Incorreggibili, perchè si può intervenire sull’attenzione da metterci in campo, sulla disposizione tattica, sull’atteggiamento, ma sull’imprevedibilità del singolo è davvero una impresa impossibile. La Reggina paga per questo, insieme alla incapacità della squadra a reagire alle prime difficoltà. Problema riscontrato anche dall’ultimo arrivato Breda che ha elogiato i suoi per buona parte di gara, sottolineando, però, la mancata reazione dopo il gol subito. Insomma, un film già visto. Una settimana l’illusione di essersi finalmente tirati fuori dalla mischia, quella successiva il brusco ritorno alla cruda realtà. Realtà che parla di una classifica che adesso fa veramente paura nonostante sia davvero molto corta. Un solo punto divide la Reggina dalla retrocessione diretta, preoccupa l’umoralità e l’alternanza di comportamento da parte di questo gruppo che in nessun modo riesce ad essere continuo nei risultati. Dovesse proseguire così la stagione sarà bene rassegnarsi ad una sofferenza costante che ci trascineremo fino all’ultima giornata di campionato, a questo punto con la speranza di riuscire ad evitare l’incredibile e dannosissimo tracollo.

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Reggina: i conti (da anni) non tornano!

XXVI^ giornata; V^ di ritorno; 16 giornate alla fine del torneo; Reggina XIX^ in graduatoria; terz’ultima in “ottima” compagnia del Mantova; “dietro” solo Padova e Salernitana; 13 sconfitte (9 fuori – Frosinone, Modena, Lecce, Torino, Empoli, Gallipoli, Albinoleffe, Vicenza e Cittadella – e 4 in casa – Vicenza, Ancona, Sassuolo e Cesena -), 5 pareggi (2 fuori – Mantova e Crotone – e 3 in casa – Padova, Cittadella e Grosseto-) ed 8 vittorie (3 fuori – Cesena, Ascoli e Padova – e 5 in casa – Piacenza, Salernitana, Brescia, Triestina e Mantova); 39 goals subiti (22 fuori e 17 in casa) e 31 realizzati (12 fuori e 19 in casa); 3 allenatori (in busta paga, per il terzo anno consecutivo); 2 direttori sportivi (idem). Un progetto “fallito” dopo 10 giornate; un altro “strafallito” dopo altre 14 giornate; nulla di nuovo dopo ulteriori 2 giornate. Questi sono, impietosamente, solo alcuni dei numeri che fotografano la stagione amaranto fino a questo momento. Dal “Sono qui per Vincere” di lancio campagna abbonamenti e di novelliniana memoria, al “Io, speriamo che me la cavo” di iaconiana/brediana attualità, passando per la “perla” “A+B=C” di fotiana “arguzia matematica” (nelle foto, controllore dei propri "beni mobili" e, sotto i baffi, sogghignate con il fido Rosati in occasione della presentazione di Breda).

Lo ripetiamo da molto tempo, la Reggina non è più LA Reggina. Ha perso tutte, dicasi tutte, quelle peculiarità che l’avevano fatta grande fino all’apice raggiunto il 13 giugno 1999 in quel di Torino allorquando conquistò la sua prima storica promozione in A, passando per lo “scudetto” vinto il 27 maggio 2007 collezionando 51 punti ufficiali (dopo che 11 gli erano stati affibbiati di penalizzazione), concludendo la sua presenza nella massima serie lo scorso maggio dopo 9 campionati su 10 disputati nel calcio che conta. In questi mesi abbiamo snocciolato dati; abbiamo registrato sconfitte (non solo sul campo ma su tutti i fronti); abbiamo collezionato errori (senza mai dirne nemmeno uno); ci siamo nascosti dietro “difficoltà oggettive” (senza mai spiegare quali siano); abbiamo parlato di “fallimento del progetto” (a giustificare l’esonero di Novellino e la cacciata di Martino); siamo ricorsi alle statistiche cercando, in percentuale, chi avesse maggiori o minori responsabilità (siamo passati dal 34% di Foti, il 33% di Novellino ed il 33% di Martino fino all’80% di Foti, 10% di Iaconi e 10% di Rosati), abbiamo negato (l’evidenza), abbiamo sogghignato (sotto i baffi), abbiamo difeso l’indifendibile (la squadra ed i suoi “costruttori”), abbiamo offeso l’inoffendibile (la nostra intelligenza). Ovvio che abbiamo usato il plurale maiestatis, ma, capirete bene, che l’ “abbiamo” sta per “ha”. Chi “ha”? Chi se non il presidente dei presidenti, il leader maximo (pur non essendo suo estimatore, chiedo venia a Fidel), il number one, il magnifico, l’onnipotente, l’invincibile, il meraviglioso, lo straordinario, il venerabile e scusateci se ci “limitiamo”: il signor Lillo Foti (all’anagrafe Pasquale fu Saverio). Premessa: ci scappelliamo per il passato (con lui si è raggiunto, come detto, l’apice della storia amaranto sin dalla sua nascita nel 1914), ma non è più tempo di togliersi il cappello. E non da giorni, da anni. Sono anni, infatti, che sbaglia tutto lo sbagliabile. Cambia 3 allenatori all’anno (nel 2007/’08 Ficcadenti – Ulivieiri – Orlandi, nel 2008/’09 Orlandi – Pillon – Orlandi e, quest’anno, Novellino – Iaconi – Breda). Licenzia e riassume direttori sportivi (Martino, licenziato nel 2004, ripreso nel 2008 salvo ri-licenziarto nel 2009 e Rosati, “consulente di mercato” da sempre o da poco – le date non sono certe -, promosso DS a novembre 2009 e salvatosi “miracolosamente” dallo “stra-fallimento” Iaconi). Mette “fuori gioco”, alienandoli, per motivi non tecnici, giocatori pagati a peso d’oro salvo poi cederli tutti in A (Cassano, Buscè e Volpi). Riprende con se “vecchie glorie” lasciate andare via a parametro zero qualche anno prima ma, convenientissimamente, ripresi dopo qualche tempo (Bonazzoli, Tedesco e Vigiani). Per il secondo anno consecutivo, in concomitanza della sessione di calcio-mercato cosiddetto “di riparazione”, mestamente alza bandiera bianca rinunciando a crederci ed a lottare e, cosa più grave ancora, smentendosi (nel 2009 dentro Krajicik e fuori Tognozzi e nel 2010 dentro Tedesco, Vigiani, Castiglia e Fiorillo e fuori Cassano, Buscè, Volpi, A. Viola, Morosini e Capelli). Tiene a se giocatori che, evidentemente, non vogliono, da tempo, stare più con lui (Valdez e, forse, Brienza fino a qualche tempo fa). Mette sul mercato alcuni giocatori, ma non li vende perché gli offrono “poco” (gli stessi Valdez e Brienza). Che cosa potrebbe mai fare “di più”? Ditemi voi? Riportare la Reggina nello stesso punto in cui, nel 1986, per “na mangiata i piscistoccu”, l’ha presa (la terza serie, chiamatela C1 o Prima Divisione è lo stesso) dove aver moltiplicato per 100, 1000, 10000, 100000 o 1000000 di volte (non lo sappiamo) il capitale investito? Non sarebbe meglio lasciare prima? Diciamo per “il bene della Reggina”? O, invece, quest’ “osso” va spolpato fino allo stremo? Abbiamo più volte detto e scritto che l’unico intento del “magnifico” è stato, fino all’1 febbraio scorso (ultimo giorno di calcio-mercato), quello di far cassa: sei giocatori dai contratti onerosi ceduti e quattro più “umili” presi. Il “progetto” (promozione diretta, vale a dire primo o secondo posto)? Il “progetto bis” (tradotto play-off dal terzo al sesto posto)? Ma no, meglio il “progetto ter” (salvezza, con o senza play-out). Dicono che le parole vadano suffragate e dimostrate dai fatti. Ok, i numeri d’inizio pezzo non bastano? Analizziamone altri. 5 sono le giornate disputate nel girone di ritorno: 2 le vittorie (Padova e Mantova) e 3 le sconfitte (Cesena, Vicenza e Cittadella) per un totale di 6 punti conquistati, 6 i goals fatti ed 8 quelli goals subiti. Stesse 5 partite nel girone di andata: 1 vittoria (Cesena), 3 pareggi (Padova, Mantova e Cittadella) ed 1 sconfitta (Vicenza) per un totale sempre di 6 punti, 5 goals fatti e 6 subiti.. Il concetto è: il peso, a parità di punti conquistati, è lo stesso tra i due ruolini? E’ vero che sempre 6 punti si sono conquistati, ma è vero anche che si sono perse 2 gare in più, non si è pareggiato, ma si è anche vinta una gara in più. E poi, in termini di goals, la Reggina ne ha segnato 1 in meno e presi 2 in più. Un altro dato? La Reggina, con 13 sconfitte su 26 incontri (il 50%!!!), è la seconda peggior squadra solo dopo la Salernitana che ne ha perse 16 (il 61,5%) ma che, “in compenso”, ha 11 punti in meno in classifica. Un altro dato ancora? La Reggina “vanta” la terza peggior difesa del campionato (39) dopo Salernitana (43, solo 4 in più ma con 11 punti in meno, come detto, in classifica) e Frosinone (41, solo 2 in più, ma, badate bene, con 9 punti in più in classifica). Un altro dato ancora? Da sempre, non solo da inizio di questo campionato, tutti gli addetti ai lavori convengono che il peggior reparto della Reggina è, ovviamente, come i dati riscontrano, la difesa. Questa difesa è, più o meno, la variabile è solo lo schieramento tattico, la stessa da 3 anni a questa parte: Lanzaro, Valdez, Santos, Costa e, quest’anno, anche Cascione. Ebbene, nel campionato 2007/’08 (in A e si salvò) subì 56 reti, nel successivo 2008/’09 (in A e retrocesse) subì 63 reti (e sono 119) ed in quello in corso (in B e non sappiamo di che morte muoia), come detto, siamo già a quota 39. 158 goals subiti in poco più di due stagioni e mezza non vi sembrano un po’ troppi? La “chicca”? Foti, prima ancora di Natale 2009, restituisce Capelli (un difensore puro) all’Atalanta e non ne acquista nessuno. Quindi, ad una difesa già scarsa cala l’asso di briscola spegnendo ogni sogno di gloria cullandosi su un centrocampista (Cascione) adattato a centrale difensivo (ancora non abbiamo capito se Breda ha fatto bene o meno a toglierlo da lì riaffidando il reparto a Lanzaro, Valdez e Santos o era meglio prima con Novellino e Iaconi). Che dire? Siamo delusi ed incazzati nel veder depauperare un patrimonio di proprietà (aziendale) del Lillo Foti ma, se permettete, anche di proprietà (sociale) di tutti i reggini. Che Dio salvi la Reggina (atteso che chi di dovere parrebbe “distratto”)! Ad majora!

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Basket: Luca Laganà, un reggino d.o.c. in un’altra Reggio

altaltChi, tra quanti hanno avuto a cuore le sorti della Cestistica Piero Viola, non ricorderà il numero 9? Quel numero era sulle spalle di un reggino, Lucio Laganà. Un buon giocatore che ha contribuito certamente alla nascita, prima, ed al consolidamento, poi, di quello che ancora oggi è definito “Il Mito Viola”. Ebbene, da un Laganà ad un altro. L’ “altro” è il figlio Luca (nelle foto con le maglie della Nazionale e di Reggio Emilia) che, da anni ormai, gioca in un’altra Reggio. E gioca bene, almeno tanto quanto basta per riuscire a coronare il sogno di una convocazione in Nazionale. Noi l’abbiamo incontrato ed abbiamo scambiato due chiacchiere insieme. In questi giorni, Luca Laganà ha provato la sensazione di giocare un match nel mitico PalaDozza. Le emozioni? “Belle, Bellissime. Da quando sono entrato a quando sono uscito, ho sentito nell’aria la storia della pallacanestro. Uscire dal tunnel degli spogliatoi e vedere che, nonostante si trattasse di una partita under 19, sugli spalti c’erano quasi 1.000 persone è stato semplicemente fantastico, purtroppo non ho potuto rendere per come avrei voluto, perché sono rientrato da pochi giorni da un infortunio al piede sinistro che mi ha tenuto fuori per quasi un mese, ma sono comunque contentissimo di aver vissuto da protagonista questa esperienza”.

Quanto è importante per la crescita di un giovane cestista potersi confrontare con realtà di questo livello? “È sicuramente fondamentale per chi, come me, punta ad arrivare in alto e fare della pallacanestro il proprio “lavoro”. Vivere un campionato under 19 da professionista, ti aiuta a crescere non solo dal punto di vista tecnico e fisico ma anche e soprattutto dal punto di vista mentale, che è proprio la differenza tra i campionati quando il livello si alza. Potersi allenare con la prima squadra rappresenta un’occasione unica e utilissima per la mia crescita, poter allenarmi con giocatori del calibro di Frosini e Slanina, è una vera e propria scuola di vita”. Da qualche anno sei a Reggio Emilia. Prova a sintetizzare questa esperienza in una delle società che meglio opera a livello giovanile nel basket italiano. “Se lasci casa, famiglia e amici per diventare un giocatore a tutti gli effetti, devi essere consapevole che è d’obbligo rinunciare alla vita che fanno i tuoi coetanei e che la tua testa dev’essere impostata su due binari: Pallacanestro e Studio. La mia vita da tre anni ormai segue questa rotta. Ho finito senza problemi il liceo scientifico e adesso sto frequentando la facoltà di Scienze delle Comunicazioni qui a Reggio Emilia, nonostante l’aumento dell’impegno cestistico, che è diventato anche mattutino. Sono felice di quello che sto facendo, anche perché ho la possibilità di avere degli allenatori preparatissimi che mi seguono passo per passo nella crescita tecnico-fisica nel mio ultimo anno di giovanili, consentendomi arrivare nella migliore situazione possibile al primo anno in un campionato senior”. L’avversario più forte contro di cui tu abbia mai giocato? “Dovrei stare qui a citarne parecchi. Da quando sono a Reggio Emilia, ho giocato contro le squadre più forti di tutta Italia. Mi verrebbe da dire Jerome Allen, che secondo me è uno dei giocatori più forti e intelligenti che si siano mai visti su un campo di basket europeo, ma anche Nate Green e Andre Collins sono davvero due gran giocatori. Al livello giovanile, sicuramente Dejan Musli, centro della nazionale serba e del FMP Belgrado”. L’allenatore che ha contribuito maggiormente alla crescita di Laganà? “Sono tanti e sono molto grato a tutti, in piccole parti ognuno ha contribuito a farmi migliorare non solo come giocatore ma anche come persona. I miei genitori, comunque, vuoi per amore, vuoi per deformazione sono stati sempre quelli che mi hanno seguito di più in assoluto. Poi mi sento di dover citare quello che è il mio padrino cestistico, Alvin Young, che mi ha permesso di poter entrare a far parte del mondo dei “grandi” senza avere alcun tipo di problema grazie alla sua saggissima guida e la sua grandissima esperienza”. Il modello di Luca? “Sono un’agonista che non rinuncia per nulla al gioco tecnico, un giocatore carismatico, mi piace essere il leader, incoraggiare sempre i miei compagni quando sono fuori dal campo e metterli nella condizione di giocare nel migliore dei modi quando sono dentro, non rinuncio mai a prendermi la palla nei momenti in cui “scotta” e non ho paura di tirare se devo farlo. Un mio allenatore, Devis Cagnardi (ex giocatore), mi definisce sempre come il playmaker aggiunto della squadra, anche se in realtà gioco da sempre da ala piccola, proprio perché mi piace leggere le situazioni di gioco e inventare per i miei compagni. Come modello quindi non posso che prendere Kevin Garnett, che pur non essendo il mio giocatore preferito, è quello da cui provo a imparare il più possibile”. Il sogno nel cassetto di Laganà? “Non posso più nascondere che tornare a giocare nella Viola è il mio sogno. Tornare a giocare al PalaCalafiore, è un sogno che ormai faccio frequentemente. Reggio è sempre stata al centro dei miei pensieri anche in questi tre anni vissuti in “esilio” in Emilia, ho seguito costantemente i campionati delle calabresi grazie alla passione e alla competenza del “vostro” Peppe Dattola senza i quali veramente non avrei saputo come fare. Vivere la rinascita della Viola, è stato per me un ulteriore stimolo a fare meglio e ad allenarmi sempre più forte. Sono partito da Reggio C. come un ragazzino voglioso di diventare un giocatore, adesso ci voglio ritornare da giocatore, per poter giocare per la mia città ma soprattutto per la mia gente. Approfitto del vostro giornale per “bacchettare” tutto il popolo cestistico reggino. Non posso fare a meno di notare come il Palacalafiore, il Botteghelle e lo Scatolone siano in condizioni disastrose. Qui a Reggio Emilia hanno un palazzetto degno della preistoria ma lo tengono come se fosse un vero e proprio gioiello, ma soprattutto società e tifosi combattono con le istituzioni da ormai parecchio per ottenere un palazzetto nuovo e più grande. Questo è possibile solo perché la gente ha fame e voglia di basket, cosa in cui, se non ricordo male, i Reggini non sono secondi a nessuno. Noi abbiamo una delle strutture più belle d’Italia e la lasciamo lì a marcire? No, non è possibile, non possiamo permettercelo perciò chiedo a voi che siete lì sul posto di muovervi anche per me e di non lasciare che tutto finisca nel dimenticatoio”.

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Cittadella Reggina 1-0: interviste post gara

Ancora una sconfitta. Ancora una volta con le pive nel sacco. Ancora una volta la famigerata “svolta” che non avviene. Ancora una volta errori di singoli (Valdez e Fiorillo nell’occasione) a penalizzare, questa volta, onestamente una prova non brutta. Prestazione non brutta dicevamo, vero ma non basta. Su un campo pesante e su cui è difficile giocare, la squadra tecnicamente inferiore (il Cittadella ?) è quella che certamente se ne avvantaggia a scapito di quella maggiormente dotata dal punto di vista tecnico (la Reggina?). Non gioca male la squadra di Breda (nella foto) oggi a Cittadella. Nel primo tempo aveva creato delle occasioni (quella con Cacia, su tutte, che, di tacco, aveva colpito il palo), aveva, con lo stesso Fiorillo, neutralizzato due occasioni pericolose salvo poi “perdersi”, come al solito, per degli errori (abituali ed evitabilissimi) di qualche singolo. Valdez, in primis. Stupidissimo il fallo commesso su un avversario con il pallone già praticamente fuori dal campo. Sono anni che si discute del “caso Valdez”.

In prima istanza per il suo dichiarare apertamente che, retrocedendo in B, avrebbe perso la sua Nazionale (dev’essere messo assai male l’Uruguay se ha bisogno di questo Valdez, n.d.r.) e, quindi, la richiesta di voler essere ceduto. Poi, la sua compartecipazione attiva al centro di una difesa che in tre anni ha preso più di un centinaio di goals. Poi ancora, le buone prove in concomitanza con l’apertura/chiusura del calcio mercato. Poi infine, le sue prestazioni mediocri e disdicevoli per tutto il resto del torneo. Insomma, se Foti e Martino, prima, e Foti e Rosati, dopo, hanno sempre dichiarato di volerlo cedere per far cassa, perché non è stato ceduto? La Lazio, per esempio, era vicinissima a lui sul finire del calcio mercato estivo. In quell’occasione, si disse, non fu ceduto perché non c’era il tempo materiale per cercare e trovare un altro centrale difensivo. Come ha risposto Valdez? Con prove vergognosamente degne di un giocatore che la Nazionale la meriterebbe di vedere solo in tv. A gennaio, invece, sembrava che entrambi i desideri, di cederlo e di essere ceduto, fossero vicini alla realizzazione. Il Boca era pronto a prenderselo in carico ma… Ma Foti, trovato il sostituto in Di Cesare (ricordate? segnò proprio contro la Reggina giocando ancora nel Vicenza), voleva solo far cassa (tutta la sessione di calcio-mercato di gennaio è stata “dedicata” solo al raggiungimento di questo obiettivo, n.d.r.) e quindi non se ne fece nulla anche perché, parrebbe, che anche in questa occasione la linea telefonica Milano-Maldive fosse inspiegabilmente interrotta. A tutto questo come rispose Valdez? Con una prova eccellente a Padova, il giorno prima che il mercato chiudesse, e con ancora prove scadenti da lì in avanti. Ma, insomma, possibile che non si riesca a venirne a capo? Altro reo della sconfitta di oggi è certamente il baby Fiorillo. Sul calcio di punizione di  Bellanzini, battuto dalla linea di fondo a metà strada tra il limite verticale dell’area di rigore e la linea laterale del terreno di gioco, mi spiegate come si fa a posizionarsi vicino al primo palo e non, invece, come logica impone, nei pressi del secondo palo? Com’è possibile che si facciano errori così grossolani? Ricordate il Reggina – Parma di qualche anno fa con allenatore Camolese? In porta c’era tale Emanuele Belardi. Ebbene, quest’ultimo, riuscì a farsi trafiggere direttamente da calcio d’angolo da tale Bresciano che calciò di certo in maniera assolutamente non memorabile. Maledetto denaro, caro presidente. Se non avesse voluto solo far soldi la Reggina non avrebbe preso un portiere appena ventenne e senza esperienza atteso che l’unica squadra disposta a concludere lo scambio con Cassano è stata la Sampdoria. Ma non poteva chiedere il terzo portiere invece che il secondo? Guardalben non sarebbe stato meglio? Certamente in termini di esperienza e caratura. Bravino tra i pali, Fiorillo ha dimostrato di non esserlo né nelle uscite né nel prendere posizione in porta. Giusto una settimana addietro regalò al Mantova il goal finale, o ci sbagliamo? E, se non andiamo errati, il giorno prima di venire a Reggio, a Napoli indossando la maglia doriana in sostituzione di Castellazzi infortunato, non regalò il goal agli uomini di Mazzari proprio in virtù di un’uscita “a farfalle”? Ma queste cose le vediamo solo noi oppure, lei e Rosati, le vedete e fate finta di non averle viste? Oppure, circostanza assolutamente veritiera, l’importante era, appunto, far cassa e quindi la qualità poteva certamente essere trascurata? Eh già, mio “caro” presidente, la qualità, quella vera e non fittizia, costa e lei, notoriamente, verso ciò che costa non è poi così tanto predisposto. Fatte queste semplicissime considerazioni, “alla femminina” come si direbbe per giustificare la loro ovvietà, andiamo a sentire cosa si dice in sala stampa. Il primo ad essere sentito è mister Breda. Una partita combattuta e, forse, una sconfitta non meritata, salvo poi i soliti errori. “E’ un vero peccato. Ciò che non mi è piaciuto affatto è l’assoluta mancanza di reazione dopo il goal preso. Non abbiamo avuto la lucidità necessaria per affrontare gli ultimi 10/15 minuti di gara. Eppure, fino ad allora non avevamo rischiato quasi niente e Fiorillo era stato bravo in due occasioni (peccato che non ha funzionato il detto “non c’è due senza tre” e che, appunto, la terza occasione ha avuto degli effetti devastanti, n.d.r.)”. Come si fa a commettere quegli errori? Come può un giocatore così tanto esperto come Valdez fare un fallo così inutile? “Non è giusto dare la colpa ai singoli. So dove devo lavorare e so quello che devo fare”. Cosa? “Analizzare sia gli errori che le cose buone fatte vedere anche oggi. Con delle sbavature, ma abbiamo fatto bene almeno per un’ora”. Il suo cruccio è la difesa? “Il mio cruccio è non aver fatto bene. Dobbiamo lavorare”. Si, certo, tanto ancora c’è tempo! Breda lascia il posto al suo omologo Foscarini. Che partita è stata? “Quando abbiamo capito che potevamo giocare perché la Reggina ce lo concedeva, abbiamo giocato”. La sua difesa ha retto benissimo. “Brienza e Cacia sono due giocatori certamente da A, ma ho dei difensori centrali che non mi creano alcun problema e di cui mi posso fidare ad occhi chiusi (tra di loro il “nostro” Cherubin, n.d.r.)”. La situazione del Cittadella è più tranquilla adesso? “Certo è che stiamo meglio ora dopo aver vinto. Oggi era importante non ritrovarsi imbrigliati nella zona play-out e ci siamo riusciti”. La sua squadra ha un comportamento totalmente diverso tra le gare giocate in casa e quelle disputate in trasferta. “Infatti. Abbiamo la necessità di cambiare trend tra le due versioni. Eppure la preparazione alle gare viene fatta allo stesso modo, evidentemente c’è qualcos’altro che non va”. Esce Foscarini ed entra il suo portiere Pierobon (41 anni e passa e non sentirli). E’ soddisfatto della sua gara? “Certo che lo sono. Mancavo dal terreno di gioco da otto mesi e mezzo. Da quando, nel maggio dello scorso anno, conquistammo la nostra storica salvezza in questa serie. Sono rientrato a pieno titolo contro una grande Reggina (ecco qui, è l’ennesimo che ci prende per il c…, n.d.r.)”. Quando ha saputo che avrebbe giocato? “Il mister me lo ha detto ieri. Mi ha chiamato comunicandomi che voleva cambiare e mi sono fatto trovare pronto. Sono uno che vuole ancora fare bene per la propria squadra, per la propria Società e per la propria città”. Lei, con i suoi 41 anni, è il portiere più anziano dalla A alla Seconda Divisione. Ha provato ancora emozione nello scendere in campo? “Si, certo. Mi sono emozionato tantissimo quando ho saputo che avrei giocato. Mi sono assunto la responsabilità di giocare, così come i miei compagni ovviamente, e tutti abbiamo risposto alla grande essendo stati bravissimi a conquistare una vittoria per noi importantissima”. La Reggina? “Ho detto già che è una grande squadra (non fateci caso, ci sta pigliando per il c… ancora, n.d.r.). Noi volevamo questi tre punti e ce li siamo presi. Poi, il campionato di B è così lungo, imprevedibile, strano e particolare che può succedere di tutto”. La sua parata più difficile? “Certamente quella su Cacia quando ho deviato in angolo”. La rete della vittoria è stata un eurogoal o una papera del suo collega reggino? “Da 100 metri è difficile dirlo, però nel primo tempo Fiorillo ha fatto due parate importanti”. Come dire, ha fatto due parate importanti ed una stronzata che ci ha fatto vincere: pesano di più le prime due o, invece, la parata che non ha fatto? A voi la risposta. Il capitano del Cittadella è uno dei due ex oggi in campo (l’altro era Pettinari). Così Cherubin risponde ai cronisti. Un suo giudizio sulla gara. “E’ stata la nostra partita perfetta! Tutto ha funzionato come volevamo”. La Reggina? “E’ una squadra importante (è l’indicativo presente che stona e che ci sa tanto di un’ennesima presa per il c…, n.d.r.) e la serie B è lunga (nel senso che manca ancora un po’ prima che retrocediamo? n.d.r.)”. Il Cittadella? “Il Cittadella è una grande squadra ed un grande gruppo. La vittoria è meritata, è venuto fuori il nostro cuore e Bellanzini ha fatto un gran goal”. Da capitano a capitano, da quello vittorioso (Cherubin) a quello perdente (Lanzaro) (nella foto). Maurizio, allora? “Purtroppo abbiamo buttato al vento un’altra gara. Avevamo fatto bene e forse meritavamo di più (onestamente, nostro caro capitano, ottenere meno dei 0 punti che abbiamo raccolto sembra davvero difficile, n.d.r.)”. Qualche sbavatura nel primo tempo, poi? “Il terreno di gioco certamente non ci ha aiutati. Questa era una di quelle partite in cui, proprio in virtù delle pessime condizioni del terreno di gioco, chi avrebbe segnato per primo avrebbe vinto”. Ma va? La classifica è tornata ad essere preoccupante. “Si, è vero, ma penso che abbiamo tutte le qualità per tirarci fuori e ci riusciremo”. Chissà, magari possiamo contarci prima del 30 maggio? Sa com’è, capitano, quel giorno finisce il campionato ed allora… Dopo il goal subito c’è stato il crollo. “In effetti non abbiamo prodotto alcuna reazione”. Valdez ha commesso un fallo ingenuo. “Quando si prende un goal è perché sicuramente qualcuno ha sbagliato”. Della serie, se il cavallo bianco di Napoleone fosse stato nero non si sarebbe detto che era bianco. Credi ci saranno dei contraccolpi psicologici per la squadra? “Siamo un gruppo forte e riusciremo a venirne a capo”. Peccato che, questa teoria, non la conosce nessuno se non – forse – solo voi. Questo è quanto, dall’ennesima sconfitta in questo campionato sul terreno di una delle formazioni che, quantomeno, dovrebbe essere al posto del Chelsea mercoledì prossimo contro l’Inter in Champions è tutto, linea alla prima pagina.

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Cittadella Reggina 1-0: tabellino e cronaca

Cittadella – Reggina: 1-0. Cittadella (4-4-2): Pierobon; Pisani, Pesoli, Cherubin (c) e Marchesan; Magallanes, Carteri (dal 73° Volpe), Dalla Bona e Pettinari (dal 76° Bellanzini); Ardemagni e Iunco. In panchina: Villanova, Gorini, Teoldi, Volpe, Bellazzini, De Gasperi e Curiale. All.: Foscarini. Reggina (3-5-2): Fiorillo; Lanzaro (c), Valdez (nella foto) e Santos; Vigiani (dall’86° Adejo), Carmona, Tedesco (dall’82° Pagano), Missiroli (dal 76° Barillà) e Rizzato; Cacia e Brienza. In panchina: Marino, Adejo, Camilleri, Cascione, Barillà, Viola e Pagano. All.: Breda. Arbitro: Calvarese di Teramo. Assistenti: Meli e Iori. Marcatore: Bellanzini al 79°. Ammoniti: Pesoli al 56°, Carteri al 57°, Lanzaro al 61°, Vigiani al 65°, Marchesan 67° e Santos all’88°. Corner: 5 Cittadella e 2 Reggina. Fuorigioco: 0 Cittadella e 6 Reggina. Recupero: 0’ (p.t.) e 3’ (s.t.). Andata: 1-1 (Capelli – Pesoli) Note. Cittadella: Foscarini conferma il 4-4-2 ed a scelto Pisani per Manucci in difesa, dove rientra anche Pesoli. Rientrano dopo la squalifica Della Bona ed Ardemagni che trovano subito spazio nell’undici titolare. Squalificati Manucci e Nocerini, diffidati Oliveira e Pisani. Due ex amaranto in campo, Cherubin e Pettinari. Reggina: Breda conferma pressoché in toto l’undici che ha fatto bene e battuto il Mantova sette giorni fa con l’unica ovvia eccezione di Cacia al posto dello squalificato Bonazzoli. Castiglia, ex appena giunto in riva allo Stretto, salterà la gara per infortunio. Squalificato Bonazzoli, diffidati Castiglia e Tedesco.

La cronaca. Il “Tombolato” presenta un terreno di gioco a dir poco pesantissimo (causa la pioggia) che rende rimbalzo e controllo del pallone a volte davvero difficile. Breda cambia prima dell’inizio, Missiroli in campo al posto di Barillà. Al 5° la Reggina si fa pericolosa entrando in area, Rizzato viene spinto da un difensore ma l’arbitro lascia continuare. Due minuti dopo ci prova il Cittadella direttamente su calcio di punizione, il tiro di Dalla Bona termina di poco al lato. Al 9° è Cacia a tentare la via del goal, il suo tiro è ribattuto. Al 10° prima vera occasione da rete per il Cittadella. Iunco crossa da sinistra ed Ardemagni colpisce bene di testa, è pronto e bravo Fiorillo a distendersi ed a deviare in corner. Al 12° la Reggina va in rete con Cacia, ma dalle immagini pare evidente la posizione in off-side del calciatore amaranto. Un minuto dopo amnesia difensiva di Vigiani che consegna palla a Iunco il quale, superato Lanzaro, calcia in porta e solo l’intervento di Santos, che devia in corner, salva la porta dal capitolare. Al 16° occasionissima per la Reggina. Sugli sviluppi di un calcio di punizione, Lanzaro si ritrova il pallone tra i piedi ad un paio di metri dalla linea di porta. L’assoluta mancanza di dimestichezza nel trattare il pallone con i piedi da parte del capitano si nota ancor più maggiormente in questa occasione. Invece che calciare in porta, fatica a trovare la palla tra i piedi e, quando ci riesce, appoggia dietro ad un compagno ma tutto ormai è svanito. Il Cittadella giochicchia, ma quando entra in area sono problemi per la compagine amaranto. Al 27° cross da sinistra, Ardemagni salta ma non colpisce di testa e la palla termina tra i piedi di Cherubin. Tiro rasoterra in diagonale e Fiorillo è ancora bravo a respingere di piede. Al 31° è ancora un ex amaranto a rendersi pericoloso. Pettinari, da fuori area, tenta il tiro ma la palla termina al lato. La difesa della Reggina va troppo spesso in affanno, vuoi per il terreno di gioco lento e pesante vuoi per le difficoltà congenite che questo reparto ha e che Foti non ha inteso rafforzare ma, semmai, indebolire con la restituzione di Capelli all’Atalanta. Al 36° ci prova Brienza calciando, di sinistro, da fuori area. La palla termina fuori di poco con Pierobon comunque a controllare. Al 41° Reggina vicinissima al vantaggio. Azione manovrata, Brienza, Tedesco, Rizzato. Cross di quest’ultimo e Cacia, spalle alla porta, devia con il tacco sinistro ma trova il palo a negargli la rete. Peccato. Il primo tempo finisce a reti inviolate, gara piacevole per quanto il “campo di patate” consente, ma eccezion fatta per le due parate di Fiorillo e per il palo di Cacia è stata una gara giocata a ritmi lentissimi e soporiferi. Ovvio che, in queste condizioni, la squadra minormente dotata di qualità tecnica – nella fattispecie il Cittadella – ne trae maggiori benefici imbrigliando le manovre di chi tecnica superiore ha di certo. La ripresa si apre con un’altra buona occasione sui piedi per Cacia che, lanciato in verticale da Tedesco, defilato sulla destra, conclude a rete ma trova un ottimo Pierbon a deviare in corner. Al 56° altra occasione da rete, fortuita questa volta, per la Reggina. Su un lancio di Missiroli, Magallanes appoggia di testa all’indietro all’indirizzo del proprio portiere. Proprio come in occasione del terzo goal al Mantova, Cacia si trova sulla traiettoria del retropassaggio ma, questa volta, non riesce neppure a battere a rete. Al 57° il Cittadella grida al rigore. Carteri cade in area senza che nessun difensore lo tocchi ed a terra resta allargando le braccia chiedendo il penalty. Calvarese lo ammonisce per simulazione. La gara non decolla, ritmi blandi e lenti dettati vuoi dal terreno di gioco vuoi anche dalle difficoltà che le due squadre trovano a superarsi vicendevolmente. Blitz granata al 74° con Ardemagni che, appena entrato in area, calcia e trova Fiorillo a deviare in corner. Il Cittadella, all’improvviso, passa in vantaggio. Un minuto dopo il suo ingresso in campo, Bellanzini, direttamente su calcio di punizione dalla linea di fondo, di sinistro, manda il pallone ad insaccarsi dal lato opposto con Fiorillo gravemente colpevole. Complimenti a Foti ed al portiere appena scelto. Marino in porta, subito. Ma complimenti anche al solito Valdez che, con la palla già praticamente fuori, entra in scivolata su un avversario in maniera assolutamente inutile regalando a Bellanzini l’occasione sfruttata al meglio come raccontato. All’82° ancora Bellanzini sbaglia clamorosamente dal limite dell’area. Che dire? Da uno squallido 0-0 si è passati alla sconfitta per “merito” di un portierino di 20 anni scelto solo ed esclusivamente per “eliminare” e disfarsi di Cassano. Mah! Eppure, nel primo tempo, lo abbiamo scritto, in due occasioni lo stesso portiere aveva fatto bene in due occasioni. Evidentemente nelle uscite, vedasi anche il goal di Tarana del Mantova ma anche il goal preso a Napoli alla sua ultima apparizione con la maglia della Sampdoria, non è ancora affinato e si vede. Il Cittadella si porta a casa i tre punti senza particolari meriti. La Reggina regredisce dopo essersi ed aver illuso. La strada per la salvezza è lunga, lunghissima. Un paio di minuti prima del fischio finale, ci prova Carmona ma Pierobon para agevolmente. La gara finisce e la Reggina perde ancora. Complimenti.

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Reggina: Breda può contare sui suoi uomini

altL’invito a non esaltarsi da parte di mister Breda, ma allo stesso tempo la convinzione di portare avanti determinati concetti già proposti in occasione della partita di sabato scorso contro il Mantova. E’ stata totale la disponibilità da parte dei calciatori nei confronti del nuovo tecnico, questo ha consentito di poter sfoggiare una prestazione buona sotto l’aspetto tattico, ma anche di gran temperamento e carattere. Premesso che il Mantova visto a Reggio è sembrato poca cosa, la squadra amaranto chiudendo ogni fonte di gioco all’avversario ha protetto quasi completamente il reparto difensivo, tanto da non mettere mai nelle condizioni l’estremo difensore Fiorillo di rischiare.

Il 3-5-2, con lo spostamento di Tedesco al centro della linea mediana, ha poi dato la possibilità di avere in mezzo al campo un elemento in grado di svolgere in maniera soddisfacente la fase di impostazione e quella di copertura, sgravando da compiti straordinari il cileno Carmona e poi l’azzeccata scelta di inserire sin dal primo minuto Brienza al posto di Pagano, con la doppietta del numero 99 amaranto e la conferma di una condizione che appare pienamente recuperata. Verso Cittadella, quindi, con l’idea di riconfermare lo stesso schieramento, con l’eccezione rappresentata dalla squalifica di Bonazzoli che farà posto ad uno scalpitante Cacia. Nonostante il possibile recupero di Costa, in difesa ancora fiducia al trio Lanzaro, Valdez e Santos. Nulla da fare invece per Castiglia, fermo per un problema muscolare ed impossibilitato a partecipare al match contro quella che era la sua squadra fino a qualche settimana addietro.

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Calcio a 5: la Cadi proiettata verso la salvezza diretta

altaltDue vittorie nelle ultime due gare portano la Cadi Reggio nuovamente e prepotentemente in corsa per la salvezza diretta. Quella di Vibo sa davvero di grande impresa, perchè il derby è sempre derby  e soprattutto per il punteggio con il quale gli amaranto hanno chiuso l’incontro, un 5-1 che non ammette repliche e che evidenzia la gran giornata per i ragazzi di Roberto Emo. Una prestazione impeccabile sotto ogni profilo e nonostante le diverse e pesanti assenze. La Cadi Reggio ha sorpreso davvero tutti, squadra avversaria in primis ed il pubblico di casa presente sugli spalti. Incredulo ma anche correttissimo nell’accettare la netta supremazia di Marcianò e soci. Amaranto in vantaggio sin dall’inizio della gara e sempre con il pallino del gioco in mano, tanto da non far mai pensare ad un possibile predominio dei padroni di casa. Atkinson è ormai l’uomo simbolo di questo gruppo. Cresce di settimana in settimana a suon di reti e prestazioni, attraversa un momento di forma straordinario e diventa impossibile per qualsiasi avversario prendergli le misure. Assist, giocate e gol che deliziano anche il tifoso della squadra avversaria.

Lo Gatto  in formato saracinesca ha praticamente parato tutto quello che era possibile ed anche di più, poi la verve di Vadalà, la freschezza del giovane Labate e l’imprevedibilità di Durante hanno fatto il resto. Nonostante la vigilia di questo match si presentasse con le solite croniche numerose assenze. Bianco addirittura per una colica renale è stato costretto al ricovero in ospedale, mentre per Lovatel e Olivieri il giudice sportivo aveva decretato una giornata di stop. E invece al 3’ ecco concretizzarsi il vantaggio reggino con Atkinson che di tacco serve Marcianò accomoda in rete. Licogest che reagisce, ma non passa anche per merito di Lo Gatto, poi al 10’ su una punizione battuta da Atkinson la palla deviata da un giocatore vibonese si deposita in rete. Per il tris occorre arrivare al 13’, quando il giovane Votano si fa trovare appostato sul secondo palo pronto a mettere in rete la palla servitagli da Durante. In chiusura di tempo giunge anche il poker reggino con Atkinson che su punizione spiazza la barriera  e mette alle spalle di Soso. Ripresa, ma la musica non cambia tanto che  verso la metà del tempo è ancora la Cadi a segnare con Atkinson (13’; 0-5). L’orgoglio della formazione di casa si materializza sul finire di gara con Richichi che al 18’ da fuori area scaglia un pallone che batte sotto l’incrocio un Lo Gatto sino a quel momento bravissimo a dire di no agli attacchi della Licogest. Grazie a questa doppia vittoria la Cadi Reggio accorcia le distanze dalla zona salvezza, guadagnando di fatto quattro punti sul Marcianise e candidandosi seriamente per un posto al sole. Adesso serve continuità, già a partire dalla prossima gara interna contro il fortissimo Modugno.

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La Liomatic Team Basket Viola torna a correre

altLIOMATIC REGGIO CALABRIA – BBC GRUPPO BERNALDA: 89-75 (parziali: 24-25/ 47-51/ 70-61). LIOMATIC: Dip 12, Di lembo 11, Niccolai 8, Yasakov, negri 31, Manzotti, Scozzaro, Roselli 11, Grasso 6, Dalla Vecchia 10. All. Bianchi. BERNALDA: Favia 6, Bonafede, Gaeta 11, Basili 11, Delli Carri, Russo 24, Salvatore 17, Dolic, Marinelli 6. All. Vandoni. ARBITRI: Gallotta e Leoni di Roma. Seconda vittoria consecutiva per la Viola che supera al PAlaCAlafiore il Bernalda. I ragazzi di coach Bianchi regalano però un tempo agli avversari  prima di cambiare marcia e seppellire di canestri la formazione ospite. Come detto, per venti minuti i reggini hanno attaccato bene ma hanno sofferto troppo in difesa soprattutto sul perimetro dove i vari Salvatore e Russo hanno fatto il bello e cattivo tempo. 51 punti subiti in due quarti è il risultato ottenuto dalla retroguardia nero arancio che ha dato dei segnali negativi simili a quelli visti nella gara di tre settimane fa con il Catania.

Questa volta, fortunatamente, l’esito finale è stato diverso perché, al rientro dagli spogliatoi, la formazione dello stretto comincia a stringere le maglie nella propria metà campo e toglie l’inerzia dell’incontro ai ragazzi di coach Vandoni che perdono la via del canestro e si vedono abbattere addosso il ciclone Liomatic che, con il Bernalda, sfodera una delle migliori prestazioni offensive stagionali. 89 punti, il 65% da tre punti con un sontuoso undici su diciasette bsono i primi numeri che vengono risaltati da uno scout sicuramente positivo per quanto riguarda la pallacanestro d’attacco. La Viola ha avuto un Negri stellare; l’ex Ostuni ne ha scritti a referto 31 realizzando i suoi punti in tanti modi e confermando di essere un atleta che non centra niente con questa categoria,. Il numero quattordici nero arancio è stato supportato da un positivo Di Lembo e da un concreto Roselli mentre, nel primo tempo, si è rivisto il Grasso di potenza. La Viola ha avuto risposte da sette uomini, meno da Manzotti che, una settimana fa, aveva avuto un ottimo impatto in terra lucana mentre Yasakov anche questa volta ha chiuso la gara senza scendere sul parquet. La vittoria di ieri tiene ancora in corsa per il primo posto il team nero arancio che adesso è atteso da un importante scontro diretto in quel di Patti contro una formazione dal grande potenziale e che, in casa, ha lasciato poco e niente agli avversari. Servirà una Viola concentrata ed intensa fin dalle battute iniziale. La Promozione è ancora lì a portata di mano di Niccolai e compagni che sono attesi da sei finali in questo rush finale di un torneo che sta regalando tantissime emozioni. La Liomatic ha ripreso il passo vincente ma, da qui sino alla fine della regular season, non ci si può permettere di sbagliare.

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