Ascoli Reggina 1-3: tabellino e cronaca

Ascoli – Reggina: 1-3. Ascoli (4-4-2): Frezzolini; Gazzola, Portin, Silvestri e Giallombardo; Sommese (c) (dal 74° Lupoli), Luci, Amoroso e Giorgi (dal 69° Potenza); Antenucci e Bernacci. In panchina: Guarna, Jaager, Marino, Di Donato, Coglini, Potenza e Lupoli. All.: Pillon. Reggina (3-4-3): Cassano; Adejo, Valdez (dal 20° Santos) e Costa; Morosini, Carmona, Barillà e Rizzato; Pagano (dal 79° Buscè), Bonazzoli e Missiroli (c) (dal 28° Capelli). In panchina: Marino, Camilleri, Capelli, Santos, Buscè, Viola A. e Brienza. All.: Iaconi. Arbitro: Pinzani di Empoli. Assistenti: Bagnoli e Segna. Marcatori: Antenucci al 14°, Pagano al 19° (nella foto), Bonazzoli al 73° (nella foto) e Barillà all’81° (nella foto). Corner: 6 a 2. Ammoniti: Silvestri, Portin e Cassano. Espulso: Costa. Recupero: 7 (p.t.) e 2 (s.t.).

La cronaca. Parte lenta la gara tra due squadre che non navigano in buone acque e che, quindi, pensano prima di tutto a non perdere. La prima occasione da rete è della Reggina. Al 6° cross da destra di Barillà, diagonale offensiva di Rizzato che colpisce di testa ma la palla termina al lato. Un minuto dopo è Bonazzoli ad andare vicino al goal. Costa recupera un pallone al limite del fallo di fondo e mette al centro, colpo di testa del centravanti amaranto ma troppo morbido e centrale, Frezzolini para agevolmente. Al 13° è ancora Bonazzoli a rendersi pericoloso. Recupera un rinvio corto della difesa marchigiana e calcia dal limite dell’area di sinistro. Frezzolini in tuffo para. Al minuto 14 l’Ascoli passa in vantaggio. Valdez calcia il pallone per mandarlo fuori. Costa lo lascia passare capendo le intenzioni del compagno. Sommese, invece, recupera il pallone prima che esca e parte dritto verso la porta amaranto, appena entrato in area mette al centro per Antenucci che realizza. Vibranti le proteste degli amaranto che si scagliano contro il capitano Sommese reo di un comportamento certamente da condannare quale antitesi al fair-play. Così come è, anche, da condannare assolutamente il pungo che Costa rifila allo stesso giocatore ascolano mentre esulta. Giusta l’espulsione per il centrale difensivo e Reggina in 10 per i restanti 75 minuti e passa di gara. Dopo  4 minuti di parapiglia generale la gara riprende e, supponendo che l’ “ordine” si partito dalla panchina diretta dell’ex Bepi Pillon, l’Ascoli compensa al comportamento antisportivo del proprio capitano (!) facendo andare comodamente a rete il reggino Pagano. 1 a 1 e reso il maltolto. Reggina, però, in 10 e Iaconi che corre ai ripari togliendo un ancora nervosissimo Valdez per far spazio a Santos. Al 22° è ancora l’Ascoli a farsi pericoloso. Giorgi da fuori area manda di poco al lato. Al 24° Bernacci di testa in tuffo va nuovamente vicino al goal. L’Ascoli diventa padrone del campo in superiorità numerica e Iaconi cambia ancora, fuori il capitano Missiroli e dentro Capelli. Si passa, quindi, dal 3-4-3 iniziale al più necessario 3-4-2 con difesa composta da Adejo, Capelli e Santos ed attacco affidato ai  Bonazzoli e Pagano. Al 28° Bernacci non arriva per un soffio su un cross da destra. Al 30° Sommese calcia in diagonale ma Cassano respinge. Al minuto 37 l’Ascoli crea la sua migliore occasione da goal. Cross da destra, Antenucci stoppa al centro dell’area e di sinistro calcia a colpo sicuro. E’ straordinario Cassano a respingere di piede. Il primo tempo si chiude, dopo ben 7 minuti di recupero, senza ulteriori emozioni. Secondo tempo che inizia esattamente come era iniziato il primo. I ritmi sono lentissimi e le due squadra pensano a stare attente. Prima occasione per la Reggina al 58°. Calcio di punizione di Pagano da sinistra, palla che filtra in area e termina nei pressi di Capelli che si mangia il goal del vantaggio. Sul capovolgimento di fronte risponde l’Ascoli con Sommese che serve Antenucci che calci rasoterra e Cassano respinge ancora di piede. La formazione prende coraggio così come dopo nel primo tempo l’espulsione di Costa. Al 61° Giorgi serve Bernacci ma il tiro di quest’ultimo termina fuori. Trascorre un minuto ed è Sommese che calcia in diagonale con il pallone che termina ancora al lato della porta difesa da Cassano. Al 73° la Reggina passa. Barillà serve Bonazzoli in verticale, entra in area l’ariete amaranto e di sinistro, in diagonale, insacca. Strano il calcio, la Reggina subisce anche perché in inferiorità numerica, e poi, alla prima occasione della ripresa, trova il goal del vantaggio! Ed addirittura all’81° la Reggina triplica. Barillà (divenuto capitano dopo l’uscita di Missiroli) s’invola centralmente, resiste alla carica di un difensore e batte Frezzolini con un preciso destro da fuori area. La Reggina coglie così il suo terzo risultato positivo consecutivo dopo il pareggio a Crotone e la larga vittoria casalinga contro il Brescia e si porta a quota 19 in classifica incamerando 7 punti sui 9 disponibili. La squadra di Iaconi (alla sua prima vittoria esterna), adesso, affronterà due gare casalinghe consecutive: martedì 8 dicembre alle 15.00 con il Sassuolo (recupero della XIV^ giornata di campionato) e lunedì 14 dicembre alle ore 20.45 contro la Triestina (posticipo della XVII^). Altre due occasioni da non perdere per la Iaconi band: primo per uscire dalla bassa classifica e secondo, perché no, per salire su in graduatoria.

Condividi sui social

Ascoli Reggina: le probabili formazioni

Ascoli (4-4-2): Frezzolini; Gazzola, Portin, Silvestri e Giallombardo; Sommese, Luci, Amoroso e Giorgi; Antenucci e Bernacci. In panchina: Guarna, Jaager, Marino, Di Donato, Mattila, Potenza e Lupoli. All.: Pillon. Reggina (3-4-3): Cassano; Adejo, Valdez e Costa; Morosini, Carmona, Barillà e Rizzato; Pagano, Bonazzoli e Missiroli. In panchina: Marino, Camilleri, Capelli, Santos, Buscè, Viola A. e Brienza. All.: Iaconi. Arbitro: Pinzani di Empoli. Assistenti: Bagnoli e Segna.

Note. Ascoli: Bernacci gioca titolare, ma Lupoli è in preallarme. Probabile la conferma della squadra con Amoroso e Sommese in appoggio alle punte. Squalificato: Micolucci. Diffidati: Bernacci, Gazzola, Giallombardo, Luci, Silvestri e Sommese. Reggina: Iaconi decide solo all'ultimo a chi affidare tra Adejo, Capelli e Santos la maglia da titolare come centrale difensivo. Brienza parte dalla panchina e ballottaggio Morosini-Buscè a centrocampo. Squalificati: Cacia, Cascione e Volpi. Diffidato: Barillà.

Condividi sui social

Torino: Spatuzza depone al processo Dell’Utri

Si è conclusa l'udienza del processo per concorso in associazione mafiosa al senatore Marcello Dell'Utri celebrato a Torino. Dopo l'esame del pentito Gaspare Spatuzza, controesaminato dalle difese di Dell'Utri (nella foto), la Corte ha deciso di non fare ulteriori domande al pentito, ha disposto la citazione dei boss Giuseppe e Filippo Graviano e ha rinviato il processo all'udienza dell'11 dicembre. Concluso il controesame del pentito Gaspare Spatuzza, teste al processo al senatore Marcello Dell'Utri, la Corte d'appello di Palermo, in trasferta a Torino per motivi di sicurezza, ha deciso di citare i boss Giuseppe e Filippo Graviano e Cosimo Lo Nigro. I capimafia, che verranno sentiti in videoconferenza l'11 dicembre, potranno riferire sulle dichiarazioni rese da Spatuzza che ha rivelato di un incontro con i tre boss durante il quale Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi furono indicati come i nuovi referenti politici di Cosa Nostra. La Corte ha ritenuto "la necessità in relazione al tema di prova oggetto dell'esame di Spatuzza" di sentire la versione dei boss.

SPATUZZA: "DELL'UTRI AIUTO' LA MAFIA" – "Graviano mi disse che avevamo ottenuto tutto quello e questo grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa storia, che non erano come quei quattro 'crasti' socialisti che avevano preso i voti dell'88 e '89 e poi ci avevano fatto la guerra. Mi vengono fatti i nomi di due soggetti: di Berlusconi, Graviano mi disse che era quello del Canale 5''. Ha affermato Spatuzza. Oltre al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il pentito Gaspare Spatuzza a Torino cita anche l'imputato, il senatore Marcello Dell'Utri. ''C'e' di mezzo un nostro compaesano, Dell'Utri'', ha detto Spatuzza, citando Graviano. ''Grazie alla serieta' di queste persone – ha aggiunto – ci avevano messo praticamente il Paese nelle mani''. STRAGI '93 'ANOMALE' – "Cosa nostra e' un'associazione mafioso-terroristica. La definisco cosi' perche' dopo il '92 ci siamo spinti un po' oltre, in un terreno che non ci appartiene: alludo alle stragi di Firenze, dove mori' la piccola Nadia e all'attentato a Costanzo''. Con queste parole e' cominciata la deposizione del pentito Gaspare Spatuzza al processo al senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri, in corso a Torino. "Dopo le stragi di Capaci e Via d'Amelio abbiamo gioito, perché Falcone e Borsellino erano nostri nemici; mentre i morti di Firenze e Milano non ci appartenevano. Lo dissi a Giuseppe Graviano, quando lo incontrai a Campofelice di Roccella nel '93''. Lo ha detto il pentito Gaspare Spatuzza, che sta deponendo al processo Dell'Utri, e che ha definito "anomale", nella consueta strategia di sangue di Cosa Nostra, le stragi di Firenze, Roma e Milano del '93. Anomalia che il pentito spiega in quanto quegli eccidi rientravano in una strategia terroristica. ''Quando rappresentai a Giuseppe Graviano – ha aggiunto -, che mi aveva incontrato per parlare di un altro attentato ai danni dei Carabinieri, questa mia debolezza, lui mi rispose: 'E' bene che ci portiamo un po' di morti dietro, così chi si deve muovere si dia una 'smossa' ". COSI' FALLI' ATTENTATO OLIMPICO – Quando incontrai Graviano a gennaio del '94, a Roma, mi disse che l'attentato all'Olimpico si doveva fare a tutti i costi, così gli davamo il colpo di grazia". Così il pentito Gaspare Spatuzza racconta, deponendo al processo Dell'Utri, il fallimento dell' attentato ai Carabinieri, che doveva avvenire all'esterno dello stadio Olimpico, al termine di una partita di calcio, fortemente voluto dal boss Giuseppe Graviano. Spatuzza ha raccontato in aula le fasi preparatorie dell'attentato, quando la mafia imbottì una macchina di esplosivo, "utilizzando una tecnica – dice Spatuzza – che nemmeno i talebani hanno mai usato". I boss, oltre all'esplosivo, utilizzarono tondini di ferro, che avrebbero dovuto rendere più devastante l'effetto della deflagrazione. "Lasciammo la macchina – ha proseguito – fuori dallo stadio. Io e Benigno ci spostammo a Monte Mario. Benigno diede l'impulso al telecomando, ma grazie a Dio l'esplosione non avvenne". E' un incontro avvenuto nel '94 al bar Doney di Via Veneto, a Roma, prima del fallito attentato all'Olimpico, l'episodio centrale della deposizione, ancora in corso davanti alla corte d'appello di Palermo, in trasferta a Torino, del pentito Gaspare Spatuzza. Spatuzza si incontra, in quella occasione, con Giuseppe Graviano, che "aveva un atteggiamento gioioso, come chi ha vinto all'enalotto o ha avuto un figlio". "Ci siamo seduti – dice Spatuzza – e disse che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo e questo grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa storia, che non erano come quei quattro 'crasti' socialisti che avevano preso i voti dell'88 e '89 e poi ci avevano fatto la guerra. Mi vengono fatti i nomi di due soggetti: di Berlusconi…, Graviano mi disse che era quello del Canale 5, aggiungendo che di mezzo c'é un nostro compaesano, Dell'Utri. Grazie alla serietà di queste persone – prosegue Spatuzza, citando Graviano – ci avevano messo praticamente il Paese nelle mani". DELL'UTRI, COSA NOSTRA VUOL FAR CADERE GOVERNO – "La deposizione di Spatuzza non ha costituito per me alcuna sorpresa. Mi aspettavo esattamente questo. Non ha detto nulla di più o di meno di quello che aveva già riferito ai pm". Lo ha detto il senatore Marcello Dell'Utri in una pausa dell'udienza del processo d'appello in cui è imputato di concorso in associazione mafiosa, dopo la deposizione del pentito Gaspare Spatuzza. Ribadendo quanto già detto Dell'Utri ha aggiunto: "Il suo obiettivo è fare cadere il governo Berlusconi, non ci sono altre spiegazioni". Ai giornalisti che gli chiedevano se riteneva che dietro al collaboratore ci fosse qualcuno, Dell'Utri ha risposto: "Non lo so. Ci saranno i pm"."La mafia ha tutto l'interesse a far cadere il governo Berlusconi perché è quello che ha fatto di più contro Cosa Nostra". ''Di fronte a queste accuse una persona normale o impazzisce o si spara''. E' un fiume in piena Marcello Dell'Utri. ''E' una cosa assurda, una cosa fuori dal mondo'', aggiunge parlando con i giornalisti che lo hanno preso d'assalto in una pausa dell'udienza nella maxiaula 1 del PalaGiustizia di Torino, dove il processo e' stato trasferito da Palermo per motivi di sicurezza. ''Non e' una bella cosa – ha sottolineato Dell'Utri – e devo fare un lavoro difficile per non somatizzare''. BERLUSCONI A CDM, SPATUZZA? FOLLIA,NOI I PIU'DURI CONTRO MAFIA – E' folle quello di cui mi accusano, sono cose incredibili: il nostro è il governo che ha fatto di più contro la mafia. E' stato questo, secondo quanto riferito da fonti governative, il ragionamento svolto da Silvio Berlusconi nel corso del Consiglio dei ministri odierno a commento delle indiscrezioni di stampa sul pentito di mafia Gaspare Spatuzza, che proprio oggi deporrà in tribunale. Il premier, secondo le stesse fonti, ha chiesto al ministro dell'Interno Roberto Maroni di elencare i risultati dell'esecutivo nella lotta alla criminalità. BONAIUTI, MAFIA ATTACCA BERLUSCONI PERCHE' LA COMBATTE – E' del tutto logico che la mafia utilizzi i suoi esponenti per rilasciare dichiarazioni contro il presidente del Consiglio di un governo che agisce in maniera così determinata e così concreta nei confronti della criminalità organizzata". Lo afferma Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in una nota che segue le dichiarazioni al processo di Torino del pentito Gaspare Spatuzza, che ha citato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Bonaiuti sottolinea gli "straordinari" risultati del governo nella lotta alla mafia e aggiunge che "non hanno precedenti negli ultimi vent'anni". ''Il nostro governo – afferma Bonaiuti – ha arrestato otto mafiosi al giorno, festivi inclusi. Ha arrestato quindici dei trenta piu' pericolosi latitanti di mafia. Ha sequestrato in media dieci milioni di euro di beni mafiosi al giorno, per un valore totale finora di 5,6 miliardi di euro, piu' del triplo di quanto ha fatto il governo precedente nello stesso periodo tempo. Gli straordinari risultati della lotta intrapresa da questo governo contro la mafia non hanno precedenti negli ultimi venti anni''. ''E' del tutto logico – conclude il sottosegretario – che la mafia utilizzi i suoi esponenti per rilasciare dichiarazioni contro il presidente del Consiglio di un governo che agisce in maniera cosi' determinata e cosi' concreta nei confronti della criminalita' organizzata''. (fonte Libero.it)

Condividi sui social

Roccella Jonica (RC): arresto per violenza sessuale su minore

Oggi alle ore 13,00, i Carabinieri della  Compagnia di  Roccella Jonica (RC) comandata dal Capitano Vincenzo Giglio, hanno tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza applicativa di una misura cautelare emessa il 03.12.2009 dal GIP presso il tribunale di Locri (RC) dr. Gianluca Sarandrea (su richiesta della locale Procura che concordava pienamente con le risultanze investigative rapportate dall’Arma) tale Franco Schirripa (nella foto), nato a Roccella Jonica(rc) il 06.01.1956, ivi residente via Filocamo 16, separato, disoccupato. A carico del predetto, dopo una mirata attività d’indagine condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Roccella Jonica, comandato dal Ten. Giovanni Orlando, si raccoglievano gravi e concordanti indizi di colpevolezza in ordine al reato di violenza sessuale aggravata (609 bis comma 2 e 609 ter),  continuata, perpetrata presso la propria abitazione, nei confronti di una minore di anni 14.

La triste storia  venne alla luce quando, nel mese di luglio 2009, personale del consultorio familiare di Roccella Jonica segnalò all’A.G. di Locri che la ragazzina posta alle loro cure ha un comportamento eccessivamente riservato e introverso. Scavando meglio nella psiche della giovane, anche con l’ausilio di psicologi, cominciò ad affiorare l’infelice vicenda. Gli investigatori, coordinati dalla d.ssa Rosanna Sgueglia,  appurarono che lo Schirripa, dopo aver carpito la fiducia della minore, era solito invitarla a casa e lì dedicarle attenzioni morbose assolutamente non curante delle conseguenze devastanti che sotto il profilo psicologico si sarebbero ripercorse sulla persona offesa. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Locri, mentre la ragazza si trova in un luogo sicuro dove, con il costante aiuto di personale altamente specializzato, sta tentando di dimenticare la terribile esperienza.

Condividi sui social

Reggio Calabria: incontro-dibattito “Stalking tra diritto e psicologia”

altaltaltaltNella settimana in cui si è celebrata “La Giornata Mondiale contro la violenza alle donne”, è stato organizzato un importante convegno studio dal titolo “Stalking tra diritto e psicologia”. Il dibattito, organizzato dalla Sezione “Reggio Calabria Morgana” della FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professione Affari) in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria e con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e della “Fondazione Marisa Bellisario”, si è tenuto il 27 novembre scorso presso la Sala Conferenze del Palazzo della Provincia, riscuotendo un grande successo di partecipanti.

La manifestazione si è aperta con la presentazione dell’avv. Antonella Stirparo, presidente della sezione locale FIDAPA, ed è proseguita con i saluti e gli interventi dell’avv. Giuliana Barberi, membro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, della d.ssa Angela Marcello Presidente della Sezione Young Calabra della “Fondazione Bellisario”, dell’avv. Antonella Naim, Responsabile Commissione “Legislazione” della sezione locale FIDAPA. Successivamente, hanno relazionato la dott.ssa Carmela Squicciarini, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, ed il dott. Giuseppe Libri, dirigente medico Psichiatra Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Durante i lavori sono stati trattati tutti gli aspetti della delicata materia, sia quelli legali, penali e civili che quelli psicologici, alla luce dei casi in aumento. In particolare, è stato messo in evidenza quello che può essere l’identikit dello stalker o molestatore assillante, le tipologie di stalkers, i rischi legati al profilo psicologico del persecutore ed i consigli per evitare le reiterazioni della condotta vessatoria. Sono state, inoltre, evidenziate le dinamiche relazionali ed intrapsichiche che, in qualche modo, “legano” vittima e persecutore. Sono state analizzate, altresì, attentamente le nuove misure cautelari a  disposizione della magistratura ed il provvedimento questorile dell’ammonimento, nuovissimo strumento di prevenzione. Ha moderato gli interventi il dr. Orazio Cipriani, giornalista RAI Calabria. Un’occasione, questa, per discutere di un fenomeno ampio ed in costante aumento che coinvolge o ha coinvolto il 20% della popolazione italiana e che può essere prologo di atti violenti: circa il 10% degli omicidi colposi avvenuti in Italia, dal 2002 al 2008, infatti, sono stati preceduti da atti di stalking. Per l’80% le vittime sono donne, anche se sono in crescita le richieste d’aiuto anche da parte degli uomini. Certo, la nuova legge – promossa dal Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna (nella foto, insieme ad una locandina della “campagna anti stalking”, ad una scena tratta dal film “The resident” – in uscita nel 2010 in cui si raccontano le vicende della protagonista Hilary Swank perseguitata dal proprio padrone di casa – e ad un’immagine-simbolo del “fenomeno”) e che ha visto votare compatte destra e sinistra – che ha categoricamente inquadrato le molestie nel novero dei reati punibili con la pena da sei mesi a quattro anni di reclusione, è uno strumento in più atto a contrastare il fenomeno sancendo, così, definitivamente il principio che la violenza, a cominciare da quella sulle donne, non è un fatto privato.

Condividi sui social

Reggina: Biagio Pagano, goleador e leader amaranto

altaltaltLa Reggina ha forse  trovato il leader che cercava da tempo. Corre tanto, combatte, segna, incita i compagni, trascina i tifosi. Biagio Pagano (nelle foto di Fafo mentre calcia il rigore del vantaggio e, poi, mentre corre ed esulta sotto la curva), da supercontestato ad inizio stagione, con l’arrivo di mister Iaconi, si è trasformato in giocatore di riferimento per tutti. Si è liberato di quelle paure che lo avevano accompagnato quando alla guida tecnica degli amaranto c’era mister Novellino. Solo un lontano ricordo i forti richiami dell’ex tecnico, le sostituzioni punitive dopo pochi minuti di gara, le gabbie tattiche verso le quali lo stesso Pagano ha sempre mostrato segnali di grande sofferenza. Questo è il suo momento. L’aver ritrovato la serenità soprattutto mentale, lo aiuta nelle prestazioni a beneficio di una Reggina che, pur sempre impelagata nei bassifondi della graduatoria, inizia a vedere qualche spiraglio di luce.

La partita con il Brescia va analizzata con particolare attenzione, però. Sarebbe troppo superficiale parlare di vittoria schiacciante e dominio degli amaranto, senza sottolineare come la gara sia stata fortemente condizionata dall’episodio verificatosi dopo pochi minuti. Anche per una squadra in difficoltà come la Reggina, usufruire di un calcio di rigore al pronti e via e trovarsi in vantaggio anche di un uomo, espulsione di Bega, ha avuto un forte significato sul match. C’è anche da dire che questa squadra, nello scorcio di campionato in cui l’abbiamo vista all’opera, ha messo in mostra talmente tante brutture, che non sarebbe stato poi così assurdo pensare che anche contro quel Brescia la vittoria poteva non arrivare. Invece non è stato così, confortanti i segnali mostrati dal gruppo sul piano della volontà e della combattività. Si è corso molto e bene, poche sono state le sbavature, tante invece le indicazioni ricavate dai novanta e passa minuti di gioco. Cascione che scalza dalla linea centrale dei difensori due elementi che nella Reggina giocavano da titolari nella massima serie, Valdez e Santos. Cascione stesso che si concede anche licenze in fase offensiva e trova il suo secondo gol in altrettante partite giocate in casa dagli amaranto. Barillà fornisce un contributo prezioso in mezzo al campo per quantità e qualità, bene finalmente Rizzato, di Pagano abbiamo già detto, mentre per il gigante buono Emiliano Bonazzoli, nonostante l’impegno, il gol non vuole arrivare. Citazione a parte merita Maurizio Lanzaro, il capitano. Cinque anni al servizio della Reggina con prestazioni sempre oltre la sufficienza. Anche lui, come Pagano, messo ai margini da Novellino ed ora tornato nuovamente protagonista. Dopo aver superato da tempo le cento presenze con la Reggina, ha messo a segno il suo primo gol in maglia amaranto. Bravo Maurizio.

Condividi sui social

Reggina Brescia 4-0: i commenti dei tifosi

altLa Reggina cala il poker. Quattro goal rifilati al Brescia e tanti saluti a Iachini ed ai suoi uomini. Finalmente una buona prestazione degli amaranto proprio nella giornata in cui veniva a mancare la fantasia di un Brienza influenzato. E’ proprio su Brienza che si concentra il primo intervento telefonico del post gara su Touring 104. Santo esordisce cosi: “Abbiamo finalmente giocato una bella partita, l’assenza di Brienza non si è avvertita.” Oggi chiameranno tutti per dire “te l’avevo detto io che…la squadra era buona”. Voglio ricordare il grandissimo goal di Ceravolo con la maglia dell’Atalanta, un errore secondo me cederlo cosi velocemente, uno come lui avrebbe fatto comodo a questa squadra” . Tanti goal, un’ottima prestazione, ma la polemica come al solito non manca.

Enzo è risentito nei confronti di Volpi. “Mi ha dato fastidio l’atteggiamento di Sergio Volpi al termine della gara. Ha mandato a quel paese un ragazzino a bordo campo che lo invitava ad andare sotto la curva insieme agli altri compagni di squadra, questi sono comportamenti che non fanno bene al gruppo soprattutto dopo un 4–0 in casa ed una buona prestazione della squadra.” Nino si complimenta con mister Iaconi: “Grazie al mister per aver azzeccato la formazione. Morosini nel ruolo di esterno destro è stata una piacevole sorpresa. Complimenti anche a Lanzaro per il suo primo goal in maglia amaranto.” Tanti elogi per tutti e non potevano mancare anche per il presidente Foti (nella foto in un'immagine d'archivio). Giovanni augura lunga vita a Foti: “Senza di lui la Reggina non esisterebbe più. Ha creato dal nulla il Sant’ Agata, ha dato un futuro a questa Società. Si può anche sbagliare, ma al momento non vedo alternative valide a Foti. Concludo dicendo che ci credo ancora ai play off, il campionato è lungo e questa vittoria potrebbe essere la svolta di questa stagione.” Filippo, invece, è un nostalgico della serie A: “ Ma perché non giochiamo sempre di domenica?” – esordisce cosi – “oggi ho riassaporato l’odore della massima serie. Abbiamo giocato in contemporanea con le altre squadra di A” e conclude con una piccola polemica verso l’arbitro Celi “ma l’arbitro di oggi sapeva che erano tutti diffidati quelli che ha ammonito?“. Concludiamo il nostro resoconto sugli interventi telefonici dei tifosi amaranto al termine di Reggina –Brescia con Mimmo, da noi simpaticamente ribattezzato l’amico dei calzoni: “Complimenti a Pagano, a suon di goal sta diventando il leader di questa squadra anche dimostrando grande personalità nel voler andare a calciare il rigore”.

Condividi sui social

Reggina Brescia 4-0: interviste post gara

Clima disteso in sala stampa dopo la netta vittoria della Reggina, la seconda dell’era Iaconi dopo quella sulla Salernitana nella precedente gara casalinga prima del rinvio della gara con il Sassuolo. In sostanza, Iaconi ha la meglio su Iachini. La Reggina si porta a quota 16 in classifica e, dopo la trasferta di sabato ad Ascoli, recupererà appunto la gara con il Sassuolo. Battuta a parte, la Reggina gioca meglio che in altre occasioni. E’ più fluida, più lineare, non commette sbavature difensive e Cassano, a parte qualche uscita di ordinaria amministrazione, fa la prima parata soltanto all’88°. Certo, dobbiamo ammetterlo, la gara per gli uomini di Iaconi si è messa subito in discesa con l’espulsione di Bega dopo 40 secondi ed il successivo rigore trasformato dal sempre più bomber amaranto Pagano, ma comunque resta il fatto che la Reggina ha giocato meglio anche rispetto alla gara vinta con il fanalino di coda Salernitana. Il primo ad entrare in sala stampa è l’allenatore ospite Iachini. Cappellino in testa e scuro in volto si sottopone alle domande dei cronisti.

Tutto più difficile sin da subito. “Certo, la gara si è compromessa con l’espulsione ed il rigore realizzato. Volevamo essere noi a “fare” la partita, ma tutto è cambiato. Il calcio è fatto di episodi e stavolta ci ha detto male. Ripartiamo comunque anche da questa sonora sconfitta che, ovviamente, ci fa male.” Giudica giusta l’espulsione di Bega? “Forse l’espulsione non ci stava visto che il pallone era lontano dalla porta e con poche possibilità di calciare a rete da parte di Bonazzoli, ma è andata così e quindi. In 10 contro 11 diventa ovviamente tutto più difficile. Abbiamo cercato di coprirci ma non ci siamo riusciti dando a loro la possibilità di fare quello che volevano.” Dal punto di vista del morale come sta la sua squadra? “Giocare tutti e 90 i minuti in inferiorità numerica devasta psicologicamente. Giriamo pagina e guardiamo avanti.” E’ stato costretto a cambiare più volte modulo. “Si, dopo l’espulsione siamo passati al 3-4-2 e poi al 4-3-2.” Baiocco molto nervoso e beccato anche dal pubblico reggino al contrario di un Possanzini acclamato. Ed, oltretutto, lo stesso Baiocco, all’entrata nel tunnel degli spogliatoi dopo la sostituzione, si è beccato anche con i suoi tifosi fino a quando un suo collaboratore non lo ha spinto verso gli spogliatoi stessi. “Conosciamo tutti Baiocco, è un giocatore che ci tiene moltissimo a fare bene ed a vincere. E’ molto importante per noi. Dopo la sostituzione non è passato dalla panchina, ma non è un problema questo. Sull’altro episodio, non ho visto nulla ma se mi dite che è accaduto me ne dispiace molto.” Può influire negativamente una “legnata” del genere? “Certo, tutto sta nel capire come e perché si è perso in questo modo a prescindere dall’espulsione e dal rigore dopo un minuto. Dobbiamo lavorare ancora molto.”
Cambio dietro la scrivania, esce Iachini ed, in coppia, entrano Pagano e Barillà.
Biagio (Pagano, n.d.r.), due goal e due assist per Cascione e per il capitano. “E’ stata la mia partita perfetta. Ma, aldilà di questo, anche se non in superiorità numerica, oggi non ci sarebbe stato niente per nessuno contro questa Reggina.” Nino (Barillà, n.d.r.), rientravi dopo tanta panchina e dopo le soddisfazioni personali in Nazionale. "Si, è vero. Ho giocato secondo le indicazioni ricevute e ho dato il massimo. Sono a disposizione del mister, il mio dovere è quello di farmi trovare pronto quando vuole.” Il fatto che spesso sei in panchina può danneggiarti in ambito Nazionale? “La Nazionale tornerà a marzo e fino ad allora penso solo a dare il massimo per la Reggina a seconda di come e quanto vuole il mister.” Pagano, hai detto che oggi non ci sarebbe stato niente per nessuno. Cos’è cambiato rispetto a prima? “Tante cose, ma la cosa più importante è che oggi la Reggina non poteva non vincere. Voleva questa vittoria e l’ha ottenuta anche largamente.” Può essere considerata questa la partita della svolta dal punto di vista psicologico? “Non lo so. So solo che dobbiamo giocare per vincere ogni gara con il coltello tra i denti.” Dopo il rigore a nostro favore e la conseguente espulsione dell’avversario, ogni fallo un cartellino giallo. "Credo che 6 ammonizioni siano davvero troppe e, soprattutto, le 4 che si sono rivelate pesanti per via delle squalifiche che ne conseguiranno.”
Escono i due giocatori ed entra mister Iaconi.
Mister, abbiamo visto una Reggina molto diversa rispetto al passato in quanto ad atteggiamento e mentalità. “E’ vero. La partita è stata semplificata dall’episodio del primo minuto, ma credo che la Reggina avesse già dato dei segnali di cambiamento già da un po’. Oggi ha finalmente materializzato quanto sin qui di buono fatto. Credo, però, che sia necessario ancora lavorare molto anche perché la classifica non è migliorata.” Mister, leggendo la formazione abbiamo pensato anche a talune scelte cervellotiche da parte sua. “No, affatto. Sono state scelte coraggiose certamente, ma non frutto della follia. Sono state, invece, scelte molto ponderate. Cascione al centro della difesa, Valdez e Santos in panchina, Barillà al centro, Missiroli in attacco a sinistra e Pagano a destra, sono state scelte dettate dalla necessità e dal lavoro di un’intera settimana.”  Cos'é cambiato rispetto a qualche settimana fa? “Siamo certamente più propositivi. Abbiamo perso a Lecce e ad Empoli contro squadra che occupano il primo ed il secondo posto in classifica e non quindi contro squadrette. Dobbiamo crescere e lavora ancora molto, questo certamente.” Bonazzoli è ancora una volta parso un gradino al di sotto rispetto agli altri. “Si, è vero. Bonazzoli è comunque un giocatore importante e forte tecnicamente. Paga due anni di quasi inattività, ma è in crescita anche lui.” Il lungo palleggio messo in atto dalla sua squadra a che cosa era finalizzato? “A tirare fuori gli avversari dalla propria trequarti. Il possesso palla serve a gestire meglio la gara e lo dimostra meglio il fatto che quando non l’abbiamo fatto abbiamo smesso di giocare ed abbiamo subito troppo.” Ha riportato in panchina Volpi fino a farlo giocare nell’ultima mezz’ora. “Volpi è un giocatore importante per noi. Conto di farlo sentire nuovamente importante e di recuperarlo a pieno ritmo.” Le 6 ammonizioni le sono sembrate esagerate? “Si, certo. Soprattutto quelle 4 che ci costringeranno a rinunciare a giocatori importanti ad Ascoli. Forse il direttore di gara voleva riportare la parità numerica dei giocatori in campo, non so.”

Condividi sui social

Reggina Brescia 4-0: tabellino e cronaca

Reggina – Brescia: 4-0. Reggina (3-4-3): Cassano; Lanzaro (c), Cascione e Costa; Morosini, Carmona (dal 59° Volpi), Barillà e Rizzato; Pagano, Bonazzoli (dal 75° Cacia) e Missiroli (dall'81° Adejo). In panchina: Marino, Valdez, Santos, Adejo, Volpi, Viola A. e Cacia. All.: Iaconi. Brescia (4-4-2): Arcari; Zambelli, Bega, De Maio e Dallamano; Rispoli (dal 59°Vass), Paghera, Baiocco (dal 68° Taddei) e Lopez; Possanzini (c) (dal 76° Kozak) e Caracciolo. In panchina: Viotti, Mareco, Berardi, Vass, Taddei, Varga e Kozak.. All.: Iachini. Arbitro: Celi di Campobasso. Assistenti: Di Fiore di Aosta e Iannello di Novi Ligure. Quarto uomo: Terzo di Palermo. Marcatori: Pagano al 4° (rig.) ed al 19°, Cascione al 73° e Lanzaro all’88°. Ammoniti: Barillà, Morosini, Cascione, Lanzaro, Volpi, De Maio e Cacia. Espulso: Bega al 1° per fallo da ultimo uomo. Corner: 5 a 1 per la Reggina. Recupero: 2 (p.t.) e 0 (s.t.). Tiri in porta: 7 Reggina e 1 Brescia. Tiri fuori: 4 Reggina e 2 Brescia. Falli fatti: 25 Reggina e 13 Brescia. Fuorigioco: 3 Reggina e 0 Brescia. Spettatori presenti: 5824 (di cui 5184 abbonati e 640 paganti). Incasso: € 46334,67 (di cui 40263.67 quota abbonati e 6071,00 al botteghino).

La cronaca. Ennesima formazione nuova di sana pianta quella di Iaconi. Fuori sia Valdez che Santos come da formazione carpita in settimana e riportata in precedenza. Unico cambio non previsto, né prevedibile fino a qualche ora prima dell’inizio, Missiroli per Brienza influenzato. Difesa quindi a “3” con Lanzaro, Cascione e Costa, centrocampo a “4” con Morosini, Carmona, Barillà e Rizzato ed attacco a “3” con Pagano, Bonazzoli e Missiroli. 40 secondi appena dopo il fischio d’inizio ed è già l’episodio “chiave” della gara. Missiroli subisce fallo sul lato corto dell’area a sinistra, Celi fa proseguire per l’intervento di Rizzato che crossa rasoterra in area per Bonazzoli alle cui spalle giunge Bega che lo atterra. Rigore sacrosanto ed espulsione per il bresciano. 3 minuti dopo Pagano (nella foto) va sul dischetto e, con un tiro forte, centrale ed a mezz’altezza, batte Arcari. Al 7° il Brescia si rende pericoloso. Sul primo, ed ultimo, corner Cassano esce e respinge, Rispoli raccoglie e calcia alto da ottima posizione salvo poi capire che l’arbitro aveva già fermato il gioco per fallo sul portiere. Al 13° una bella azione che nasce da Costa che, dalla sua posizione, in diagonale lancia millimetricamente Pagano dalla parte opposta. Il bomber amaranto entra in area e calcia ma Arcari para a terra. Al 17° il pubblico grida al goal dopo un colpo di testa di Bonazzoli terminato in rete, ma il 9 amaranto era in fuorigioco. Al 19° la Reggina raddoppia. Assist in verticale di Missiroli per Pagano. La difesa delle rondinelle è immobile credendolo in fuorigioco ed il calciatore amaranto è bravo ad allungare il sinistro ed a toccare il pallone quel tanto che basta a superare il portiere bresciano ed a confermarsi goleador con 5 reti (3 delle quali in 2 gare). Al 23° guizzo di Morosini sulla destra che si beve due avversari. Il suo cross, però, non è raggiunto né da Pagano appostato sul primo palo né da Bonazzoli al centro dell’area. Al 25° punizione da 35 metri di Barillà, pallone forte e centrale con Arcari che respinge in mezzo all’area dove, però, non ci sono giocatori amaranto pronti ad approfittarne. Al 35° Carmona prova il tiro dalla distanza, Arcari para e rilancia subito verso Caracciolo e Lanzaro non può che stenderlo beccandosi l’ammonizione. Al 42°, sul terzo corner amaranto, Pagano per Cascione che, di testa, manda fuori di un niente. Al 50° Brescia pericoloso. Calcio di punizione sulla trequarti, De Maio in area di testa manda di poco alto. Al 64° Bonazzoli conquista palla fuori dall’area, calcia di sinistro ma il suo tiro finisce molto lontano dalla porta. Al 65° è Barillà a provarci dalla grande distanza, il suo tiro è forte ma ancora una volta centrale e Arcari respinge. Al 70° grande occasione per la Reggina e per Rizzato. L’esterno sinistro scambia ottimamente con Bonazzoli e si ritrova a tu per tu con Arcari ma il suo piatto destro termina incredibilmente alto. Al 73° la Reggina triplica sulla falsa riga del goal del raddoppio. Con la difesa bresciana immobile, Pagano trova al centro dell’area Cascione (nella foto) in posizione regolare. Il centrale difensivo stoppa di destro, evita il portiere e di sinistro insacca. All’81° punizione di Volpi respinta dalla barriera, arriva Barillà ma il suo sinistro è fuori. All’85° ancora Volpi lancia con precisione, in diagonale, dalla parte opposta, Barillà. L’azzurro, al volo, calcia di sinistro ed il pallone termina di un soffio fuori alla sinistra di Arcari. Sarebbe stato un goal straordinario. All’88° il primo tiro in porta del Brescia nel secondo tempo ed in tutta l’intera gara. Il subentrato Taddei calcia in diagonale ma Cassano si tuffa e blocca a terra. E’ sempre l’88° quando la Reggina fa poker. Cacia riceve un lancio lungo in verticale, si gira e calcia ma Arcari respinge. Sul pallone si avventa Pagano che mette morbido al centro dove c’è il capitano Lanzaro (nella foto) che, di testa, batte per l’ennesima volta il portiere ospite.

Condividi sui social

Posticipo della XVI^ di B: Reggina-Brescia, le probabili formazioni

Reggina (3-4-3): Cassano; Lanzaro, Cascione e Costa; Pagano, Morosini, Carmona e Barillà; Rizzato, Brienza e Bonazzoli. In panchina: Marino, Valdez, Santos, Adejo, Volpi, Missiroli e Cacia. All.: Iaconi. Brescia (4-4-2): Arcari; Zambelli, Bega, De Maio e Dallamano; Rispoli, Paghera, Baiocco e Lopez; Possanzini e Caracciolo. In panchina: Viotti, Mareco, Berardi, Vass, Taddei, Varga e Kozak.. All.: Iachini. Arbitro: Celi di Campobasso. Assistenti: Di Fiore e Iannello.

Condividi sui social

Palmi: due giovani studenti arrestati per lesioni gravi

Una banale rivalità d’amore alla base della violenta aggressione subita da uno studente e da un dipendente amministrativo dell’Istituto Magistrale “Corrado Alvaro” di Palmi. Il fatto risale a qualche settimana addietro. Nella circostanza  un gruppo di quattro studenti di età compresa tra i 18 ed i 20 anni, dopo l’uscita dalla scuola, affrontarono il minore R.F., reo, a loro dire, di aver fatto delle advances ad un’amica (si apprenderà successivamente che colui il quale aveva dimostrato interesse per la ragazza in questione era un amico di R.F.). Il passaggio dalle parole ai fatti è breve; di li a poco, l’ignaro giovane è stato oggetto di una micidiale sequenza di calci e pugni al volto che lo costrinsero al suolo. In quel frangente, N.G., dipendente dell’Istituto, testimone di quanto stava accadendo, tentò di sedare gli animi,  ma venne anche lui sopraffatto da uno degli aggressori e colpito al volto.

Sia il giovane R.F che il N.G. dovettero ricorrere alle cure dei sanitari che riscontrarono in entrambi delle lesioni traumatiche: si tratta di frattura delle ossa nasali (per R.F.), escoriazioni varie e contusioni. A conclusione di attività investigativa i Carabinieri di Palmi sono riusciti a ricostruire la vicenda, delineando le responsabilità penali dei soggetti dell’ aggressione, identificati in M.P. classe 1991 e C. N. classe 1991 entrambi originari di San Ferdinando. La capillare ricostruzione dei fatti consentiva ai militari di depositare una corposa informativa alla Procura della Repubblica di Palmi che, avvalorando quanto in essa contenuto, avanzava richiesta di misura cautelare nei confronti di M.P. e C.N. Il GIP del tribunale di Palmi applicava a M.P. la misura della custodia cautelare in carcere ed a C.N. gli arresti domiciliari per i delitti di lesioni personali gravi in concorso. I due giovani, oggi venivano tratti in arresto dai Carabinieri in applicazione della misura.

Condividi sui social

IN.FORM.A., azienda speciale della Camera di Commercio di reggio Calabria, e “Applicazioni operative della gestione ambientale”

Si è concluso mercoledì 25 novembre, con il seminario dal titolo “Applicazioni operative della gestione ambientale”, il ciclo di incontri sull'ambiente e l'energia, promosso dall'Azienda Speciale IN.FORM.A.* della Camera di Commercio di Reggio Calabria, con il patrocinio dell'assessorato all'Ambiente della Provincia, che ha messo a disposizione la sede di via Sant'Anna II° Tronco ed un piccolo contributo economico, e con il supporto tecnico della Dintec Scrl (Consorzio per l'Innovazione Tecnologica). L'obiettivo di questa iniziativa, come ha affermato Antonino Tropea, rappresentante dell'Azienda  Speciale IN.FORM.A., è “sensibilizzare le imprese sull'importanza degli aspetti ambientali dell'energia nella gestione aziendale, per promuovere una crescita culturale ed ambientale delle imprese sul territorio”.

La Camera di Commercio inoltre si propone, in seguito al moltiplicarsi degli obblighi a carico delle aziende in materia ambientale, di fornire sia informazioni tecniche sulla normativa vigente sia strumenti concreti in termini di formazione e assistenza per mettere in regola le imprese. A questo scopo è stato istituito già da alcuni anni uno Sportello Ambiente, punto di riferimento sul territorio a disposizione delle PMI ( Piccole e Medie Imprese) reggine. Nel corso dell'ultimo incontro, è stato fornito alle aziende un quadro sui vantaggi e le opportunità economiche derivanti dall'applicazione degli strumenti volontari in materia ambientale, in particolare dell'EMAS, che, a differenza degli altri regolamenti dell'Unione Europea, non prevede sanzioni in caso di inosservanza, tuttavia, l'azienda che volontariamente decide di aderire, attraverso l'adozione di un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) che rende trasparenti gli aspetti ambientali della sua attività, acquista maggiore credibilità all'esterno. A questo proposito Tropea ha evidenziato che “c'è un'attenzione sempre maggiore da parte dei fornitori, degli enti pubblici ed anche dei consumatori nei confronti delle tematiche ambientali. Se l'impresa è etica ed è a norma dal punto di vista ambientale, possiede qualcosa in più. Il fornitore – ha continuato Tropea – saprà che si tratta di un soggetto affidabile, mentre il consumatore preferirà pagare un po' di più pur di avere questo tipo di garanzia”. Quindi, le tecnologie ambientali innovative, sviluppate in ambito europeo, non solo costituiscono uno strumento efficace per la tutela dell'ambiente, ma possono anche migliorare l'attività aziendale, a vantaggio del consumatore, incentivando l'innovazione e la competitività.

* La Camera di Commercio di Reggio Calabria ha istituito nel 1994 l'Azienda Speciale IN.FORM.A. – Informazione Formazione e Assistenza alle imprese – per fornire servizi di Informazione, Formazione ed Assistenza tecnica alle piccole e medie imprese calabresi, riguardo leggi regionali, nazionali e comunitarie, Innovazione Tecnologica e normative tecniche di tutti i settori. L’Azienda Speciale IN.FORM.A. persegue finalità di interesse pubblico senza scopi di lucro e la sua azione si inquadra nell’ambito dei fini di promozione dell’economia provinciale propri della Camera di Commercio. In questo contesto, supporta il sistema delle Piccole e Medie imprese offrendo servizi reali finalizzati al rafforzamento della posizione delle imprese sui mercati locali, nazionali ed internazionali.  Nel 1995 IN.FORM.A. ha realizzato per la Calabria il Progetto PRISMA per la "Selezione e diffusione dell'informazione e assistenza alle imprese in materia di normativa tecnica". Il progetto, finalizzato a promuovere la cultura ed i metodi della Qualità nella Piccola e Media Impresa delle zone di cui all'Ob. 1 della Comunità Europea, ha raggiunto in un anno di attività circa 330 aziende calabresi, anche grazie alla realizzazione di numerosi seminari su temi quali finanziamenti, qualità e certificazione. IN.FORM.A. è soggetto attuatore di una serie di progetti finalizzati a stimolare le PMI per accrescerne la competitività e la presenza sul mercato nazionale ed internazionale: molte imprese, infatti, pur fornendo eccellenti prodotti ed ottimi servizi, non sono ancora in grado di documentarne il livello qualitativo, di garantire la rispondenza alle prescrizioni normative e di utilizzare al meglio i risultati di ricerche sull'innovazione tecnologica. In quest’ottica, IN.FORM.A. ha attivato uno Sportello Informativo ad Indirizzo tecnologico ed altri servizi collegati, con lo scopo di fornire informazioni e assistenza in materia di: Innovazione e trasferimento tecnologico, Qualità, Sicurezza, Brevetti, Normativa tecnica, Ambiente. Per saperne di più, puoi consultare il sito di IN.FORM.A.

Condividi sui social

Portigliola e Platì: 3 arresti per estorsione e danneggiamenti e violazione alla sorveglianza speciale

Portigliola (RC). I Carabinieri, in esecuzione di un’ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Locri hanno tratto in arresto: Longo Claudio (nella foto), trentenne nullafacente e sorvegliato speciale di P.S. con obbligo di soggiorno e Zappia Paolo (nella foto), ventunenne nullafacente e figliastro del Longo. I due sono ritenuti responsabili, in concorso, di tentata estorsione aggravata, danneggiamento pluriaggravato e porto aggravato di oggetto atto ad offendere.

L’ attività d’indagine condotta dai Carabinieri consentiva di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli arrestati i quali, qualche giorno addietro, si presentavano con una mazza di legno presso un piccolo oleificio a gestione familiare di Portigliola, pretendendo che il proprietario, che già aveva impiegato lo Zappia presso il suo frantoio in qualche lavoro occasionale, corrispondesse una maggiore somma di denaro per l’attività lavorativa svolta. Al legittimo diniego del proprietario, gli arrestati, alla presenza di diversi testimoni, iniziavano a sferrare violenti colpi col bastone contro ogni cosa ivi presente, danneggiando completamente una bilancia utilizzata per la pesatura delle olive ed i vetri delle finestre del frantoio, provocando danni per settemila euro. Platì (RC). I Carabinieri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Locri, hanno tratto in arresto il ventottenne platiese Trimboli Domenico (nella foto), pregiudicato ed in atto sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno in Platì, ritenuto affiliato alla ‘ndrina “Trimboli-Marando”, (cugino del noto latitante Saverio Trimboli, inserito elenco del 100 latitanti più pericolosi d’Italia). Il Domenico Trimboli è ritenuto responsabile di violazione delle prescrizioni alla sorveglianza speciale cui è sottoposto poiché i Carabinieri hanno accertato che si incontrava in ripetute occasioni con pregiudicati del luogo. L’ arrestato è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari così come disposto dall'Autorità Giudiziaria.

Condividi sui social

Gioia Tauro: arrestata un’intera famiglia in possesso di un arsenale

Alle prime luci dell’alba di ieri, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, nel quadro di una operazione anti crimine a largo raggio, hanno fatto irruzione all’interno dell’abitazione di un’insospettabile famiglia di Gioia Tauro da dove, alla vista dei militari dell’Arma, gli occupanti hanno tentato di disfarsi di alcune pesanti buste della spesa, lanciandole dal terrazzo sul tetto di una palazzina adiacente. L’azione è stata, però, notata dai Carabinieri che avevano circondato l’appartamento e che, recuperato le buste, hanno trovato 3 pistole con matricola abrasa, 2 pistole a salve modificate e divenute pistole cal. 9, nonché quasi mille cartucce di vario calibro (nelle foto).

Nel garage dell’abitazione sono stati rinvenuti anche utensili, attrezzature e parti di arma, verosimilmente utilizzati per la alterazione e la punzonatura di armi da fuoco. I carabinieri hanno, quindi, arrestato Antonio Ciurleo, 63enne pensionato, la moglie Caterina Gramuglia, 59enne casalinga, ed il loro figlio Giuseppe Ciurleo, 22enne musicista. I due uomini, su disposizione della Procura della Repubblica di Palmi, sono stati tradotti presso il carcere di Palmi mentre la donna, invece, è stata ricondotta presso il proprio domicilio in regime di arresti domiciliari.

Condividi sui social

Platì: scoperti bunker e furto energia elettrica

Oggi i Carabinieri della Compagnia di Locri, del Nucleo Investigativo del gruppo di Locri e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Calabria” del G.O.C. di Vibo Valentia, nel corso di una mirata attività di ricerca, coordinata dal Procuratore Aggiunto della D.D.A. di Reggio Calabria, dott. Nicola Gratteri, e sviluppata a seguito di prolungati servizi finalizzati alla cattura del trentacinquenne latitante di Platì, Saverio Trimboli (nella foto) – ricercato ininterrottamente dal marzo 1994 ed inserito nello speciale elenco del 100 latitanti più pericolosi – rinvenivano, abilmente occultato sotto il pavimento in marmo della camera da letto della villa del fratello del latitante, un bunker (nella foto) ad apertura basculante. 

Il bunker, dalle dimensione di 3,80×2,90 mt, si è rivelato contenente numeroso materiale di estremo interesse investigativo, tra cui binocoli di precisione, visori notturni, telefoni cellullari, uno scanner ricetrasmittente sintonizzato sulle frequenze delle forze dell’ordine, un g.p.s., un telemetro laser,  torce elettriche, giubbetti antiproiettile, nonché capi d’abbigliamento e sacchi a pelo per la lunga permanenza in ambiente montano. Nel corso della perquisizione alla villa veniva rinvenuto, e posto sotto sequestro, un complesso sistema di videosorveglianza a circuito chiuso cablato con tutti i televisori presenti nello stabile. A conclusione dell’attività veniva, altresì, deferita in stato di libertà all’A.G. di Locri una parente del latitante, P.R. trentaseienne di Platì, poiché ritenuta responsabile di furto di energia elettrica (artt.624-625 c.p.). i Carabinieri accertavano, a seguito di specifico sopralluogo effettuato unitamente personale Enel, che la donna aveva creato un collegamento abusivo dalla villa alla linea elettrica pubblica (nella foto), che bypassava il contatore elettrico.

Condividi sui social

“La Dama e l’unicorno” di Tracy Chevalier

altaltI protagonisti di questo romanzo sono davvero particolari: gli arazzi! Quelli di cui tratterò sono custoditi al Musèe Nationale, di Parigi. Senza dover progettare alcun itinerario turistico, seduti comodamente, sulla nostra poltrona preferita, possiamo ammirarli e compiacerci attraverso le pagine di “La dama e l’unicorno” di Tracy Chevalier (nelle foto copertina ed autrice). I sei capolavori “parigini” tratteggiano scene sulla dama e l’unicorno (quest’ultimo è tra gli animali mitologici, quello più unico e caratteristico dal momento che si credeva che il tocco del suo corno potesse purificare e rendere intatto tutto; innumerevoli le allegorie attorno ad esso); ogni singolo arazzo riproduce uno dei cinque sensi umani, eccetto l’ultimo, che ritrae una dama rapita dalla bellezza dei suoi gioielli e un unicorno che sorregge lo stemma dei committenti!

Il concetto che viene raccontato è anomalo per degli arazzi, sottilmente, infatti si insinua l’immagine della donna seduttrice e da questa metafora la Chevalier dà vita alla sua storia. Con fascino e coinvolgimento il lettore viene trasportato nel Nord della Francia, qui ad un insigne pittore e miniaturista, quale Nicolas des Innocent, un ricco francese commissiona degli arazzi raffiguranti la sanguinosa battaglia di Nancy, per l’abbellimento di una grande sala. Ma il tema iniziale (cavalli intrecciati a corpi umani, spade, scudi e sangue a profusione) viene mutato per le insistenze della fascinosa padrona di casa. Stabilito il soggetto, Nicolas parte per Bruxelles e si reca da una famiglia di tessitori, i quali dovranno tessere su tela i suoi disegni. Ecco che si schiude un mondo, quasi, magico fatto di passione per un lavoro faticoso e logorante, una ragione di vita che le famiglie dei tessitori si tramandavano di generazione in generazione. La stesura è trascinante, sensuale, stuzzicante, perché conduce il lettore verso una dimensione storica e culturale, da atmosfera incantata. Fatata, in quanto, l’arte signoreggia ne “La dama e l’unicorno”. Tracy Chevalier traccia, con minuzia di dettagli, l’epoca in cui si dipano le vicende, accompagnando il lettore ora in Francia, ora in Belgio, quasi fosse egli stesso uno dei protagonisti. E con quest’ultimi vive le loro inquietudini, passioni, sfarzi, difficoltà e miserie. Tracy Chevalier riesce sempre ad emozionare, sia per gli argomenti trattati, sia per la maniera di scrivere, donando vita alle opere d’arte attraverso le parole.

Condividi sui social

Un pericolo che tutti corriamo: non essere soccorsi

altaltAccasciato per strada, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata in cerca di aria, così si è presentato Daphai Mohammed, marocchino di 53 anni, al personale della Croce Rossa che ieri sera, dopo 45 minuti di inutile attesa dell’autoambulanza del 118, lo ha soccorso nei pressi del museo nazionale della Magna Grecia, precisamente all’angolo tra via Demetrio Tripepi e via Domenico Romeo. Ad allertare i sanitari sono stati i vigili della polizia municipale, ai quali Mohammed con estremo sforzo ha consegnato un referto medico (rilasciato dall’Azienda Ospedaliera Piemonte di Messina) che evidenziava gravi problemi respiratori.

Vedendo che lo stato dell’extra-comunitario peggiorava ed i soccorritori non giungevano, i vigili hanno richiesto senza successo l’intervento di un’ambulanza privata per il trasporto del malato in ospedale, infine, l’arrivo dei volontari della Croce Rossa, ritardato peraltro da un errore nella comunicazione del luogo in cui si trovava Mohammed (via Roma invece di via Romeo). Insomma, numerosi “incidenti di percorso” che hanno tenuto con il fiato sospeso non solo Mohammed, che aveva ormai raggiunto uno stato di incoscienza a causa della mancanza di ossigeno, ma anche coloro che gli stavano intorno impotenti e sconcertati dalla lentezza del servizio di pronto intervento. Ma il calvario del marocchino non si è concluso una volta raggiunto il pronto soccorso degli Ospedali Riuniti. Infatti, Mohammed ha dovuto nuovamente aspettare di essere visitato. Un’attesa che avrebbe potuto facilmente essere fatale in altre circostanze e che deve preoccupare tutti quanti, dato che ieri è successo a Mohammed, oggi potrebbe accadere a chiunque di noi di avere bisogno di un’autoambulanza, che dovrebbe garantire sempre tempestività per non perdere la sua funzione. In ospedale il malessere di Mohammed, nonostante fosse attestato il suo problema polmonare, non è stato preso sul serio. Si è parlato di lui come di «un attore, abituato a fare certe scene». Ma che sia vero o no il fatto che quest’uomo non respirasse, questo episodio ha messo in luce un problema che noi tutti conosciamo ma che nessuno ancora ha risolto: l’insufficienza dei mezzi di soccorso. Deve forse morire qualcuno perché si faccia qualcosa di concreto per risolvere una situazione ancora più vergognosa ed inaccettabile in una città adesso “metropolitana”?

Condividi sui social

Taurianova: premiati i militari che hanno sventato rapina a Gioia Tauro

I militari della compagnia di Taurianova (nelle foto) ieri mattina sono stati premiati dal Comandante della Legione carabinieri Calabria Generale Marcello Mazzuca presso il Comando Provinciale di Reggio Calabria a seguito dei cinque arresti in flagranza di reato per tentata rapina a Gioia tauro. Il generale Mazzuca ha elogiato lo spirito d’osservazione e la determinazione dei carabinieri nel condurre a termine tale attività.

Il controllo del territorio deve essere considerato compito primario dei carabinieri , da esercitare attraverso una presenza visibile e costante, in assoluta sinergia con i soggetti che possano arricchire la conoscenza delle dinamiche e delle problematiche locali. In linea con il nuovo concetto di sicurezza, il controllo del territorio si estrinseca nella piena conoscenza o osservazione di ciò che vi accade di ciò che vi accade ed una pronta reattività agli eventi.

Condividi sui social

Reggina: il gruppo non è coeso

altIl pareggio di Crotone interrompe la striscia di sconfitte consecutive in trasferta della Reggina. Di fatto, però, non cancella gli evidenti problemi che la squadra si trascina ormai dall’inizio della stagione. Di natura tecnica, caratteriale, di atteggiamento, di personalità. Anche in terra pitagorica, pur passando in vantaggio dopo pochi minuti, pessima è stata la gestione di quel tratto di gara, breve a dire il vero, che poi ha portato al pareggio la formazione locale. Quei lievi segnali di miglioramento con l’arrivo del tecnico Iaconi in panchina, visti solo a Lecce, si sono lentamente assopiti. La squadra appare travolta da situazioni di così tale portata da non riuscire a venirne fuori.

E per fortuna che di fronte ci si trovava una formazione sul piano tecnico non eccelsa, altrimenti avremmo parlato ancora di una sconfitta. Sembra che la volontà alla risoluzione dei problemi riguardi pochi elementi. Si contano sulle dita di una mano, infatti, quei giocatori che per attaccamento e volontà emergono sugli altri i vari Lanzaro (nella foto), Carmona, a tratti Morosini e Pagano. Per il resto il vuoto assoluto. Superficialità negli interventi, poca convinzione, scarsa corsa senza palla, lentezza disarmante, comportamenti ingiustificabili per una squadra che ha decisamente bisogno di altro per tirarsi fuori dalle secche della classifica. Per quanto negli atteggiamenti o nella proposizione del vecchio modulo abbia potuto incidere negativamente Novellino, ad oggi bisogna prendere atto che il problema non era solo ed esclusivamente individuabile nella gestione tecnica. Lo dicono i numeri, lo dicono i fatti ed i risultati fin qui ottenuti. Quattro partite condite da due sconfitte, un pari ed una vittoria contro una Salernitana oggi solitaria all’ultimo posto della graduatoria. Il gruppo non è coeso, non si rema tutti dalla stessa parte, per quanto impegno possa metterci mister Iaconi, se a questo non corrisponde la volontà dei calciatori, tutto diventa inutile, tutto diventa una impresa di fatto impossibile. Preparazione atletica e stato psicologico non sono più scusanti credibili, siamo quasi a conclusione del girone di andata, il tempo necessario per recuperare entrambi gli aspetti c’è stato. La soluzione ultima potrebbe essere rappresentata nell’individuare quel gruppo ristretto di calciatori disponibili alla lotta ed al sacrificio, con l’inserimento di elementi più giovani ma facenti parte dell’organico e mettere da parte tutto il resto. Intanto per non avere nulla da rimproverarsi sul piano dell’impegno e della combattività, in attesa di arrivare al mese di gennaio, nelle condizioni meno devastanti possibili, e provare a raddrizzare una barca altrimenti destinata ad affondare.

Condividi sui social

Gioia Tauro: 5 arresti prima della rapina

Alle 21 di sabato sera, i Carabinieri della Compagnia di Taurianova hanno tratto in arresto cinque giovani rosarnesi che stavano per compiere una rapina a mano armata alla sala giochi “Accademia Texas Hold’em” a Gioia Tauro, in via Corrado Alvaro. L’operazione è stata avviata fin dal primo pomeriggio, quando alcuni Carabinieri,in transito sulla statale 18 tra Rosarno e Gioia Tauro, hanno notato una Fiat Panda nera che, dopo aver eseguito con circospezione alcune manovre palesemente illogiche, ha svoltato in via Corrado Alvaro, rallentando visibilmente davanti alla sala giochi. I quattro giovani a bordo dell’auto si sono fermati a fissare insistentemente l’interno del locale, come se volessero capire quante e quali persone vi fossero. Poi, sono ripartiti. I Carabinieri, insospettiti, hanno quindi atteso in posizione defilata, notando dopo non molto la Panda che ritornava, questa volta da un’altra direzione, ma sempre per soffermarsi nei pressi del locale.

La scena si è ripetuta per più volte nella mezz’ora seguente e, in un caso, alcuni dei giovani a bordo dell’utilitaria sono scesi per passare a piedi davanti alla sala giochi, sempre guardando all’interno, ma senza entrarvi. L’auto si è quindi allontanata verso Rosarno, come se nulla fosse successo o stesse per succedere. I militari, tuttavia, hanno correttamente immaginato che quello a cui avevano assistito era un vero e proprio sopralluogo, verosimilmente effettuato per preparare una rapina al locale che, di sabato, in considerazione del gran numero di clienti, diviene un obiettivo davvero molto remunerativo. Nella convinzione che, di lì a poco, i giovani della Panda sarebbero ritornati, questa volta per compiere davvero la rapina, i Carabinieri hanno immediatamente chiamato rinforzi e predisposto un servizio di osservazione in abiti borghesi, per poter intercettare i rapinatori prima che giungessero sull’obiettivo. Contemporaneamente un altro gruppo di militari, composto da militari della Compagnia di Taurianova con il rinforzo di alcuni colleghi di Gioia Tauro, a bordo delle gazzelle blu, gravitava ad una certa distanza, pronto ad intervenire al momento opportuno, su ordine dei Comandanti, già sul posto a breve distanza dalla sala giochi. L’attesa è durata qualche ora. Come i Carabinieri avevano previsto, verso le 20.00 la Fiat Panda è ritornata, ma questa volta a bordo c’erano cinque giovani. L’auto ha compiuto ancora numerosi passaggi “di controllo”  nei pressi del locale e nell’area circostante, a dimostrazione che i rapinatori volevano sincerarsi che le vie di fuga non vi fossero interdette e che non vi fossero auto delle Forze dell’Ordine in zona. I militari, mimetizzati tra i passanti e tra il normale traffico, sono riusciti a non farsi notare e, anzi a capire che il gruppo disponeva di un’altra autovettura. Poco dopo, infatti, uno dei cinque è stato notato mentre effettuava, da solo, altri passaggi e soste a bordo di una seconda Panda nera, sempre molto “attento” a controllare il locale. In qualche caso, le due macchine si sono affiancate e gli occupanti si sono detti qualcosa. La presenza delle due auto, di cui una con un “osservatore”, che molto probabilmente si sarebbe tenuta a distanza mentre il commando di rapinatori avrebbe fatto irruzione nel locale, ha dato ai Carabinieri la certezza che, ormai, la rapina fosse imminente. I militari, hanno allora effettuato un’intervento immediato, perfettamente coordinato tra tutte le unità. Le gazzelle blu sono piombate tra via Corrado Alvaro e la SS 18 e, assieme ai colleghi in borghese, hanno bloccato le due auto a pochi metri di distanza dalla sala giochi. I giovani  fermati hanno simulato stupore e sorpresa, reagendo infastiditi da quello che secondo loro era un controllo di polizia troppo “in grande” per loro che non avevano nulla da nascondere. La verifica dei documenti fin da subito ha confermato le intuizioni dei militari, perché alcuni dei fermati avevano  precedenti proprio per rapina. Sono quindi scattate le perquisizioni, con cui i Carabinieri hanno trovato, nascosti in un vano ricavato sotto il sedile anteriore del passeggero della Panda con quattro giovani a bordo, una pistola calibro 7.65 di marca “Herstal” con otto colpi, di cui uno in canna, e quattro passamontagna di modello “Mephisto”, fatti per nascondere completamente il volto, con tre piccoli fori per occhi e bocca. Quale fosse il ruolo dell’occupante dell’altra auto è stato subito chiaro per i militari: l’auto che guidava risultava infatti di proprietà di uno dei quattro pronto ad agire con l’altra Panda, a riprova che egli dovesse fornire supporto e coordinamento al gruppo. I cinque, quindi, sono stati tratti in arresto. L’insolita colonna di dieci autovetture, tra auto blu, auto civetta ed auto degli arrestati, si è fatta strada tra  la folla di curiosi che, attirata dalla spettacolare scena, si era assiepata nella zona letteralmente  bloccando il traffico sulla statale 18. Alcuni degli arrestati (nelle foto in ordine alfabetico), tutti rosarnesi, nonostante la giovane età, vantano un consistente curriculum criminale:  Francesco Varone, cl. 1987, bracciante agricolo con precedenti penali per rapina e reati in materia di armi, Giuseppe Cacciola, cl. 1989, idraulico, Vincenzo Pesce cl. 1986, bracciante agricolo già noto alle forze dell’ordine, Salvatore Macri’, cl. 1988, bracciante agricolo, con precedenti penali per rapina, Antonino Michelizzi,  cl. 1988, magazziniere, con precedenti penali per ricettazione, rapina e reati in materia di  stupefacenti ed armi. I rapinatori sono stati dapprima fotosegnalati, con l’acquisizione delle impronte, mentre il materiale e le autovetture sequestrati sono stati riordinati e catalogati. Il rinvenimento più curioso è senza dubbio un CD contenente musica mp3, che i rapinatori stavano ascoltando durante l’azione con l’autoradio di una delle Fiat Panda. Sul CD, con un pennarello, era stato scritto il titolo “Misto ‘ndrangheta”. Tra le decine di canzoni sul CD, poche tarantelle e molte canzoni tutte con testi che celebrano l’”onore”, il “rispetto”, l’”omertà” ed esaltano le gesta criminali ed i fatti di sangue degli ‘ndranghetisti. Titoli significativi come “A vinditta veni i luntanu”, “A mugghieri du capubastuni”, “Pi nu sgarbu all’onorata”, “Cu sgarra paga”, ed altri. L’operazione, sicuramente un successo dal punto di vista operativo, ha consentito di scongiurare una rapina che poteva avere risvolti drammatici, soprattutto qualora i rapinatori avessero deciso di far uso delle armi all’interno del locale, dove erano presenti numerosi clienti. I Carabinieri di Taurianova, con un  tempismo perfetto, sono riusciti a capire il momento più opportuno per intervenire, impedendo ogni reazione dei rapinatori. Probabilmente l’azione è stata così tempestiva da impedire che qualcuno dei rosarnesi potesse pensare di reagire con la pistola nascosta sotto il sedile, scongiurando gravi conseguenze.

Condividi sui social