La Fenice Amaranto inizia male, molto male: mente (sapendo di mentire quindi con dolo) o è “solo” ignoranza delle norme? E già si permette di additare e giudicare i giornalisti… – IL REGGINO

(3) Andiamo con ordine. Ben sapendo che “Reggina” non si potrà utilizzare fino a quando esisterà una società affiliata in FIGC con quel nome (stessa cosa accaduta nel 2015 allorquando, in seguito alla mancata iscrizione in Lega Pro, alla Reggina Calcio 1986 non fu revocata l’affiliazione tant’è che disputò una stagione con il solo Settore Giovanile) e, solo dopo l’avvenuta revoca, con l’acquisizione del marchio – cosa che abbiamo già detto ai due sindaci suggerendogli, per maggiore sicurezza, che ad acquisirlo sia l’Amministrazione comunale per poi darlo in uso condizionato alla Società in essere -, ho ascoltato due grossolane bugie da chi dovrebbe essere cresciuto a pane e NOIF.

La prima bugia.

Il DS Pellegrino, senza alcuna opposizione dell’intervistatore, ha affermato che a precisa domanda la FIGC ha posto il veto sui nomi “Reggina” e “Reggio”. Ma vero è? Lo ha dichiarato Pellegrino girando la responsabilità e l’onere della risposta alla FIGC? Partiamo da un presupposto: la FIGC conosce le sue NOIF. Anzi, aggiungiamone un altro presupposto, ora evidente: Pellegrino ed il nostro collega non le conoscono.

Sul nome “Reggina” abbiamo già detto ma: 1) il Catania, fallito, lo scorso anno come si è chiamato? Catania SSD (ammesso in sovrannumero in D) ed oggi Catania FC; 2) il Siena, dove hanno visto 3 fallimenti (nel 2014 2020 e 2023), come ci si è chiamati? Dall’AC Siena si è passati alla Robur Siena SS, poi ACN Siena 1904, poi ancora Siena FC; 3) la Salernitana, fallita, come si è chiamata? Salerno Calcio nel 2011 sino all’attuale US Salernitana 1919; 4) il Palermo, fallito nel 2019, come si è chiamato? Palermo SSD ed oggi Palermo FC; 5) il Bari, fallito nel 2018 come si è chiamato? SSC Bari SSD prima ed oggi SSC Bari SpA; 6) il Parma, fallito nel 2004 e nel 2015 come si è chiamato? Prima Parma FC SpA, poi SSD Parma Calcio 1913 (ammesso in sovrannumero in D) fino all’odierno Parma Calcio 1913; 7) il Venezia, fallito nel 2015, come si è chiamato? Venezia FC SSD ed oggi Venezia FC e 8) il Perugia, fallito nel 2010, come si è chiamato? ASD Perugia Calcio prima ed oggi AC Perugia Calcio. Bastano 8 esempi o…?

Pertanto, direi che visto che si deve comunque ricominciare almeno che lo si faccia senza raccontare stupidaggini e che si ricominci con il massimo rispetto verso i padroni di casa che ricordo, a scanso di equivoci, sono Reggio ed i Reggini. Se, poi, ci sono alcuni colleghi che, colpevolmente, non conoscono le norme e, non conoscendole, nemmeno s’informano prestando il fianco a chi, a sua volta, le norme non le conosce nemmeno, ecco che questo è un problema loro e non nostro.

La seconda bugia.

“La Fenice”? Non ha nulla a che vedere con l’augurale risorgere dalle ceneri da parte della Reggina. “La Fenice” altro non è che il nome del Centro Universitario di Orizzonte Docenti (società che come riferito dal Sindaco Brunetti ha prodotti i certificati bancari a garanzia dell’operazione) e come tale è stato utilizzato. Per dare poi una parvenza più carina, gli è stato accostato quell’ “Amaranto” che, molto lontanamente giacché colore sociale utilizzato da molte altre squadre, potrebbe far ricondurre il suo nome completo alla nostra Città (ma mica poi così tanto).

E, come se non bastasse, “La Fenice”, oltre al nome del Centro Universitario, è uno dei più noti simboli della città di Catania. La Porta Ferdinandea, poi chiamata Porta Garibaldi, presenta infatti, sul suo lato est, uno scudo del timpano che raffigura una Fenice che risorge dalle fiamme con un cartiglio che recita “Melior de cinere surgo” (Migliore dalle ceneri risorgo) ed è riferibile alla distruzione della città etnea dalla lava durante un’eruzione dell’Etna (fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Garibaldi_%28Catania%29).

Nel nome, oggi, non c’è nulla di Reggio, di regginità e di identitarietà reggina. Punto! E, aggiungiamo, che non ci potrà essere perché scaduti i termini consentiti dalle NOIF (le NOIF, le legga Pellegrino) e, comunque nonostante siano scaduti, chi di dovere avrebbe dovuto e potuto pensarci prima di presentare i documenti per l’affiliazione in FIGC (avvenuto ieri). Distrazione o dolo?

Andiamo oltre.

A scanso di equivoci sottolineiamo che non eravamo presenti alla prima conferenza stampa de “La Fenice Amaranto” perché, dovendo abbandonare un po’ in anticipo quella del Sindaco Brunetti, non abbiamo ricevuto l’invito a presenziare a quella subito successiva della nuova società catanese.

Detto questo, l’abbiamo seguita grazie alla diretta di CityNow nel mentre, a tavola, cercavamo di mandare giù la decisione del Sindaco (diremo la nostra a proposito in seguito).

Dopo i convenevoli del neo presidente Virgilio Minniti e l’intervento dell’avvocato Ferruccio Sbarbaro (Fabio Vitale, genero di Ballarino e vice presidente, non preso la parola nonostante al tavolo) è intervenuto tale Antonino Ballarino (con cravatta amaranto d’ordinanza).

Dopo l’introduzione intrisa di propaganda ed auto referenzialità, si è lasciato andare a qualche frase diciamo così “ad effetto”: “… la nostra Reggio Calabria… la nostra storia…”. Perdonandolo per l’enfasi dimostrata, sappiamo sappia anch’egli che “La Fenice” storia calcistica non ne ha e che la sua città è Catania. Ha poi mentito, sapendo di mentire, anche lui come il DS Pellegrino qualche giorno dopo, allorquando ha manifestato il non sapere quale sarebbe stato il nome che avrebbero abbinato alla società in sede di iscrizione in FIGC.

Oggi, grazie al bravo ed attento collega Peppe Caridi di StrettoWeb, veniamo a conoscenza, senza dubitarne, che lo stesso Nino Ballarino, a margine della conferenza ormai finita, a lui rivolgendosi gli abbia detto che non gli piace il suo (di Peppe) modo di fare giornalismo e, successivamente, gli abbia chiesto di stare dalla sua parte (di Ballarino). Questo fatto ci ricorda il suo predecessore. “Quello di prima”, com’è notorio, ebbe a dire alla Stampa riunita in occasione di un pranzo offerto da uno sponsor, “Dovete decidere da che parte stare”. Sin da poco dopo capì da che parte avevamo deciso, e “giurato”, da che parte stare 40 anni prima (da tifoso della Reggina) e da 32 prima (da giornalista). Detto questo, possiamo senza alcun dubbio affermare che Nino Ballarino non sa nemmeno “cosa” sia la Reggina sebbene l’abbia nominata più volte addirittura, se la memoria ci aiuta, proferendo anche la frase “Noi siamo tifosi della Reggina”. Vilipendio! Chi tra noi oserebbe “bestemmiare” proferendo un “Siamo tifosi del Catania” sol perché appena arrivati nella nobile città etnea a fare affari?

Capitolo Brunetti e sua decisione di accreditare “La Fenice Amaranto” in FIGC.

Qualche settimana fa, prima della sentenza del Consiglio di Stato, siamo stati ospiti di Michele Favano nella sua trasmissione “Momenti Amaranto”. Con noi i due sindaci f.f. Brunetti e Versace.

Era il giorno successivo all’intervento dell’avversario politico dei due, Cannizzaro, che, con un lungo post, annunciava l’aver convinto Ilari e restituire la Reggina a “quello di prima”. Ricorderete anche il post di “quello di prima” a conferma dell’operazione dichiarata da Cannizzaro e, qualche ora dopo, la smentita di Ilari. Era l’ora quindi del “botta e risposta” politicamente giustificabile.

Ricordiamo l’episodio sol perché, in quella occasione e dinnanzi agli spettatori, chiesi ad entrambi i sindaci di mettere da parte qualunque bega politica frutto di schieramenti diversi e di preoccuparsi di agire nell’esclusivo interesse della Reggina.

Ovviamente, secondo noi, ma i fatti ce lo hanno dimostrato, ai sindaci da una parte entrò e dall’altra uscì nel giro di un nanosecondo. Più a Brunetti che a Versace semplicemente perché a Brunetti sarebbe toccato l’onere della decisione presa e comunicataci l’8 settembre scorso.

A vantaggio del sindaco Brunetti abbiamo detto, anche domenica scorsa sostando come molti altri tifosi davanti al portone di Palazza San Giorgio durante gli incontri sindaco-La Fenice-tifosi, che istituzionalmente gli era toccato un ruolo assai gravoso e, con esso, una decisione ancor di più determinante. Forse il più gravoso della sua sindacatura da facente funzione.

Perché non siamo d’accordo con Brunetti.

La premessa è d’obbligo ed aiuta a capire la nostra posizione: noi non siamo stati né con Bandecchi (capofila del gruppo di imprenditori con MyEnergy, 2F ed altri reggini al suo fianco) né con la terza manifestazione d’interesse (arrivata oltre i termini e quindi non presa in considerazione): NOI SIAMO STATI, E SEMPRE SAREMO, CON LA REGGINA. Punto! E, per inciso, come più volte detto, CHI NUOCE ALLA REGGINA E’ NOSTRO NEMICO.

Fatta questa premessa, riteniamo che “il meglio” per la Reggina ed il suo futuro non è “La Fenice Amaranto” ma, quindi, lo sarebbe stata la costituita “SSD Reggio Football Club a r.l.” (a proposito, direttore Pellegrino e colleghi: com’è possibile che “gli altri” abbiano costituito una società inserendo “Reggio” – tra l’altro la Reggio FC è la prima società calcistica reggina ad essere stata affiliata in FIGC nel 1922 -? Se ce lo spiegaste ve ne saremmo grati). Perché? E’ semplice, quasi banale: esperienza nel mondo del calcio e, soprattutto, il 50% di regginità al suo interno.

Ma siccome la politica è fatta di favori o ripicche, ecco che sul “destrorso” Bandecchi è stato posto il veto e, con lui, stesso veto anche su reggini generosi e volenterosi di fare qualcosa per la propria città anche nel calcio. Per quanto il sindaco Brunetti si sia prodigato a ripetere a più riprese, appare assai improbabile che su una decisione così gravosa non si sia quantomeno confrontato con il sindaco Falcomatà che, a breve, potrebbe riprendersi il suo scranno tanto a Palazzo San Giorgio quanto a Palazzo Alvaro.

Che dire? PER AMORE DELLA REGGINA, e solo per quello, ci auguriamo che al sindaco Brunetti venga in soccorso Nostra Madre Maria Madonna della Consolazione a cui, oggi in occasione della consegna del Cero Votivo, lo stesso sindaco ha rivolto una “confidenza” che qui, letteralmente, riportiamo:

Altra cosa: la manifestazione d’interesse dell’ “SSD Reggio FC” è stata tacciata di essere meno articolata, meno precisa e meno argomentata di quella scelta: disconoscevamo che la proposta de “La Fenice” fosse stata redatta da accademici della Crusca. Sigh!

Condividi sui social

Author: Maurizio Gangemi