Appello: “Per favore, non abbiate paura e non siate omertosi! Chi sa qualcosa la dica…”

E’ questo, in sintesi, il messaggio che arriva alla nostra Redazione dalla famiglia Carbone-Lacaria. Massimo Carbone (nella foto), lo ricordiamo, è quel motociclista che, domenica 28 marzo scorso, intorno alle ore 16.00/16.30, ha perso la vita allorquando, in sella alla sua moto, per cause imprecisate, è rovinosamente caduto sull’asfalto lungo il viale Scopelliti (il viale, per intenderci, che collega Catona e lo svincolo autostradale Arghillà-Catona al popoloso quartiere alla periferia nord della città). Dalle prime risultanze sull’accaduto parrebbe che il tutto sia stato archiviato mettendo a verbale la velocità a cui il tachimetro della Yamaha (nella foto) si è fermato dopo l’impatto (contro un lampione della luce ed un albero il cui fusto è stato tranciato di netto) e, quindi, come un incidente causato solo ed esclusivamente dall’alta velocità a cui lo sfortunato motociclista sembrerebbe stesse percorrendo il viale. Questa causa, però, stride con le dichiarazioni che la moglie Manuela Lacaria ha rilasciato. Conoscendo Massimo, ovviamente, meglio di chiunque altro lo descrive come un uomo tranquillo, pacato, attento e scrupoloso anche nella guida di quel bolide a due ruote che, di fatto, lo ha condotto alla morte.

Appare, quindi, difficile, ma comunque non impossibile, che Massimo stesse “volando” alla velocità impressa sul tachimetro che è di ben 168 km/h. La circostanza dell’incidente mortale lascerebbe presupporre che Massimo fosse in corsia di sorpasso (a sinistra della carreggiata proprio in prossimità dello spartitraffico dove ci sono sia il lampione che l’albero di cui sopra) e che il “sorpassato” abbia repentinamente svoltato a sinistra per ripercorrere in senso inverso a quello della marcia del motociclista (Catona-Arghillà) peraltro con una manovra consentita ma ugualmente ardimentosa. Ha, quest’ultimo, attivato gli indicatori di direzione o no? E, se lo ha fatto, prima di svoltare si è accertato o meno se, da dietro, sopraggiungesse qualcuno in fase di sorpasso a cui, comunque, avrebbe dovuto dare la precedenza consentendogli di ultimare la manovra? Ricordiamo che il Codice della Strada non recita e non dispone che se si attivano gli indicatori di direzione tutto è consentito. L’attivazione degli stessi (le cosiddette frecce, per intenderci) non cautelano affatto dalle responsabilità di eventuali incidenti l’automobilista/motociclista che si occupa e preoccupa di azionarli. Recita, invece, che colui che segnala il proprio cambiamento di direzione lo fa solo ed esclusivamente per manifestare preventivamente l’intenzione di, appunto, cambiare direzione, sorpassare, svoltare a destra o sinistra, uscire da un parcheggio o quant’altro. Il Viale Scopelliti, sia in discesa (Arghillà-svincolo autostradale-Catona) che in salita (Catona-svincolo autostradale-Arghillà), appare particolarmente pericoloso proprio perché largo ed apparentemente praticabile senza alcun pericolo. Invece, numerose sono le stradine che sia in un verso che nell’altro confluiscono sullo stesso e spesso la segnaletica viene disattesa assieme alle più banali regole del Codice della Strada presenti con apposita segnaletica orizzontale e verticale. In prossimità, poi, del luogo dell’impatto, sul lato opposto del viale stesso, in direzione Arghillà-svincolo autostradale-Catona, è presente uno “stop” per chi scende affinché chi, invece, sale abbia la possibilità di effettuare un’inversione ad “U” e cambi direzione. A Massimo gli è stata tagliata la strada ed ha perso il controllo rovinando sull’asfalto? Parrebbe, inoltre, che proprio in prossimità dello “stop” una Panda Bianca (nuovo tipo) con a bordo due donne si sia immediatamente arrestata non tanto per lo “stop” previsto, ma perché ha visto l’incidente e la potente moto sbalzare verso di loro. E’ vero? E’ questo che la famiglia Carbone, sua moglie Manuela ed il loro piccolo, vogliono sapere. Non gli importa nulla dare la colpa (o il “concorso di colpa”) a qualcun altro; non gli importa speculare su una tragedia familiare di cotante proporzioni; Massimo non c’è più e nessuno glielo potrà restituire e questa è l’inesorabile verità. Manuela ed il suo bimbo vogliono solo sapere cosa sia successo realmente, l’unica causa individuata come l’alta velocità del loro Massimo non li convince affatto proprio in virtù dell’indole serena, tranquilla e coscienziosa del loro congiunto. Noi de “Il Reggino.it” ci siamo messi immediatamente a disposizione della famiglia cercando, con il nostro appello, di far uscire allo scoperto chi sa qualcosa e che può essere certamente utile alle indagini. Non c’è proprio nulla di cui aver paura contattandoci per fare luce sull’accaduto, Manuela vuole e deve sapere perché il suo Massimo non c’è più. PER QUESTO MOTIVO, CHI SA QUALCOSA, PER FAVORE LA COMUNICHI O DIRETTAMENTE ALLA SIGNORA CARBONE (carbonelacaria@tin.it) O, FAREMO NOI DA TRAMITE, ALLE NOSTRE MAIL INDICATE A SINISTRA SULLA HOME DEL SITO (mauriziogangemi@ilreggino.news o ilreggino@ilreggino.news), OPPURE ANCORA AI RECAPITI TELEFONICI DEL SOTTOSCRITTO SEMPRE LI’ INDICATI (349 1956789 – 366 2690502). Anticipatamente grazie per coloro i quali vorranno collaborare con la famiglia e con noi.

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Elezioni Regionali 2010: i dati (ufficiosamente) definitivi

Ecco i dati (quasi) definitivi delle Elezioni per il Governatore della Regione Calabria ed il sui Consiglio. Giuseppe Scopelliti, reggino, già sindaco della Città della Fata Morgana, esponente del Pdl, è stato eletto Governatore con 611.681 voti pari al 57,72% del totale. Il suo principale avversario politico, Agazio Loiero, catanzarese, Governatore uscente (visto il risultato, dalla finestra e non dalla porta principale), del Pd, si è fermato appena a 341.660 voti pari al 32,24% (- 25,28% rispetto al vincitore). Outsider il terzo candidato alla poltrona più ambita, Filippo Callipo, vibonese, imprenditore, dell’Idv, ha ottenuto 106.354 voti pari al 10,04% delle preferenze. Nel dettaglio vediamo i voti delle singole liste provincia per provincia.

La coalizione di centrodestra, formata da 7 liste, unitamente, ha conquistato 29 seggi forte del 52,53% (588.788 voti) in tutta la regione così suddiviso: il 66.46% (204.562) nel reggino, il 49,22% (181.883) nel cosentino, il 60,43% (115.351) nel catanzarese, il 52,51% (45.580) nel vibonese ed il 59,33% (44.406) nel crotonese. Poi, singolarmente, il Pdl ha conquistato 15 seggi grazie al 26,39% (269.989 voti) ottenuto in tutta la regione così distribuito: il 31,14% (93.676) nel reggino, il 26,32% (97.273) nel cosentino, il 24,97% (47.668) nel catanzarese, il 21.33% (18.484) nel vibonese ed il 17,22% (12.888) nel crotonese. La lista Scopelliti Presidente ha conquistato 6 seggi grazie al 9,94% (101.724 voti) ottenuto in tutta la regione così distribuito: il 12,27% (39.916) nel reggino, il 6,38% (23.588) nel cosentino, l’8,26% (15.770) nel catanzarese, il 9,99% (8.655) nel vibonese e il 22,44% (16.795) nel crotonese. L’Udc ha conquistato 6 seggi grazie al 9,39% (96.051) ottenuto in tutta la regione così distribuito: l’8,47% (25.484) nel reggino, il 7,56% (27.929) nel cosentino, il 12,86% (24.559) nel catanzarese, il 9,53% (8.260) nel vibonese e il 13,12% (9.819) nel crotonese. La lista Insieme per la Calabria ha conquistato, invece, 2 seggi grazie al 5,15% (52.695 voti) ottenuto in tutta la regione così distribuito: il 6,69% (20.129) nel reggino, il 5,16% (19.060) nel cosentino, il 4,43% (8.453) nel catanzarese, il 4,48% (3.873) nel vibonese e l’1,57% (1.174) nel crotonese. Le altre tre liste della coalizione vincente Libertà e autononia–Noi Sud, Socialisti Uniti–Psi e Fiamma Tricolore non hanno conquistato seggi ottenendo, su scala regionale, rispettivamente il 3,6% (31.314), il 3,21% (32.879) e lo 0,40% (4,136). La coalizione di centrosinistra, formata da 6 liste, unitamente, ha conquistato 17 seggi “forte” del 34,83% (356.359 voti) in tutta la regione così suddiviso: il 26,55% (82.629) nel reggino, il 42,25% (156.133) nel cosentino, il 33,89% (62.785) nel catanzarese, il 35,78% (31.004) nel vibonese ed il 31,81% (23.804) nel crotonese. Poi, singolarmente, il Pd ha conquistato 11 seggi grazie al 15,79% (161.546 voti) ottenuto in tutta la regione così distribuito: il 12,74% (38.332) nel reggino, il 17,82% (65.858) nel cosentino, il 15.49% (29.566) ne catanzarese, il 16.71% (14.484) nel vibonese ed il 17.78% (13.306) nel crotonese. La lista Federazione della sinistra ha conquistato 2 seggi in virtù del 4,04% (41.369 voti) ottenuto in tutta la regione così distribuito: il 6.39% (19.220) nel reggino, il 3,8% (14.053) nel cosentino, il 2,45% (4.673) nel catanzarese, l’1,88% (1.626) nel vibonese ed il 2,4 (1.797) nel crotonese. La lista Autonomia e diritti ha conquistato 4 seggi forte del suo 7% (71.576 voti) in tutta la regione così suddiviso: il 3,69% (11.097) nel reggino, l’8,32% (30.750) nel cosentino, il 7,56% (14.433) nel catanzarese, il 10.28% (8.906) nel vibonese e l’8,54% (6.390) nel crotonese. Le altre tre liste della coalizione Psi e Sinistra con Vendola, Slega la Calabria ed Alleanza per la Calabria non hanno conquistato seggi ottenendo, su scala regionale, rispettivamente il 3,73% (38.190), il 2,02% (20.991) ed il 2,22% (22.687). La coalizione outsider. L’Idv ha conquistato 3 seggi ottenendo il 5,39% (55.125) in tutta la regione così distribuito: il 4,70% (14.132) nel reggino, il 6,62% (24.469) nel cosentino, il 3,78% (7.216) nel catanzarese, il 4,51% (3.909) nel vibonese ed il 7,21% (5.399) nel crotonese. Le altre 2 liste della coalizione Radicali ed Io resto in Calabria non hanno conquistato seggi ottenendo, su scala regionale, rispettivamente lo 0,25% (2.539) e l’1,97% (20.101).

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Ha (stra)vinto Reggio! Hanno (stra)vinto i Reggini! Ha (stra)vinto Scopelliti

E’ la vittoria di un’intera Città (nella foto, il suo stemma)! E’ la vittoria di un’intera Provincia! E’ il segno tangibile che i Reggini, stavolta, hanno preso in mano le redini dell’intera Calabria. Hanno riscoperto il significato della parola “campanilismo” ed hanno scelto di non essere più assoggettati alle logiche politiche colonizzanti da parte di catanzaresi e cosentini, ma hanno scelto “uno di loro”. E’ la vittoria di tutti noi che siamo orgogliosi di essere Reggini, che conosciamo vizi e virtù della nostra Città, che sappiamo a menadito quali siano le sue grandi contraddizioni e le sue altrettanti grandi capacità. Certo, il voto di Reggio, da solo, non sarebbe bastato ad eleggere Governatore Giuseppe Scopelliti (nella foto), ma, evidentemente, quello che viene definito “il modello Reggio” è stato compreso, sostenuto e, da oggi in poi, diffuso in tutte le altre 4 provincie calabresi. I numeri parlano chiaro, fugano qualsiasi dubbio in merito. In tutta la Calabria, il neo Governatore ha dato uno scarto abissale al suo maggiore avversario: quasi 28 punti percentuali (59% contro il 31%) di differenza sono per Loiero una Waterloo amplificata.

Scopelliti, poi, ha stravinto “in casa” con quasi il 69% dei voti (i dati sono ancora incompleti) contro il modestissimo 25% di Loiero ed il 6% di Callipo. Ha vinto in provincia di Cosenza (dove Loiero pensava di colmare il gap che lo vedeva soccombente nel Reggino) con quasi il 49% contro Loiero fermatosi al 40% e Callipo all’11%. Ha stravinto anche “fuori casa”, a Vibo Valentia (feudo del re del tonno), con quasi il 51% dei voti contro il 32% di Loiero ed il 18% di Callipo. Ha stravinto anche nel crotonese con oltre il 58% dei voti contro il quasi 31% di Loiero e l’11% di Callipo. Ma il dato che più assurge a significativo è che Scopelliti ha dilagato anche “in casa” di Loiero con il 57% dei voti contro il 32% dello stesso governatore uscente ed ancora l’11% di Callipo. E se i catanzaresi “umiliano” il loro candidato allora vuol dire che Loiero non esce dalla porta principale ma, addirittura, dalla finestra. “Strano” che il “defenestrato” non capisca il perché è stato “asfaltato” perfino dai suoi stessi concittadini. In fondo, basterebbe fare un po’ di autocritica e vedere il “loierismo” che danni ha prodotto all’intera Calabria. Parliamo di sanità? Parliamo di infrastrutture? Parliamo di trasporti e di bilanci? Crediamo che sia tutto sotto gli occhi di tutti. Ha vinto Reggio, dicevamo. A poco più di 3 mesi dal quarantennale dei “moti di Reggio” (14 luglio 1970), dal furto del capoluogo di regione e dalla nascita del Consiglio Regionale della Calabria, la Città più grande e bella della regione si prende la rivincita e serve, come un piatto freddo, la sua personale “vendetta” contro chi (reggini del passato inclusi) l’hanno colonizzata lasciandole le briciole. C’è vento di novità, aria di cambiamento, positività ed ottimismo attorno al neo Governatore. Certo, dovrà dimostrare con i fatti quanto di buono sarà capace di fare per tutti i Calabresi. Dovrà cercare di colmare il gap quarantennale che vede ancora Reggio un passo indietro a Cosenza ed a Catanzaro sul piano dell’economia, del turismo e di altre cose non certo ascrivibili a dettagli. Ha fatto bene il sindaco di Reggio in questi anni ed è proprio questo che, evidentemente, ha spinto la stragrande maggioranza dei Calabresi a dargli fiducia. Certo un “sindacato” con luci ed ombre, ovviamente. Più luci che ombre, senza alcun dubbio, non sempre, infatti, le scelte dell’amministrazione Scopelliti hanno convinto. Probabilmente si sarebbe potuto fare ancora di meglio. Ci auguriamo e gli auguriamo il “meglio” di farlo dagli scranni di Palazzo Campanella. In questa lunga campagna elettorale, abbiamo ascoltato una marea di proclami, una quantità industriale di bugie (clamorosa e vergognosa quella di Loiero sulla Diga sul Menta e sull’acqua a flotte nel reggino), una messe di promesse, manifesti elettorali ovunque e “santini” di perfetti sconosciuti in ogni angolo della Città. Noi de “ilreggino.news”, per espressa volontà del suo editore, sebbene consapevoli di rinunciare ad una certa quantità di denaro, abbiamo scelto di non pubblicare nessuno di questi “santini”. Non abbiamo voluto “sporcare” una testata giornalistica appena nata con le facce di questo o quel candidato. La linea editoriale è stata chiara ed il nome della testata la dice tutta: noi siamo “ilreggino.news”, noi siamo per Reggio di Calabria, noi siamo per i Reggini. E basta! Ecco perché, in sostanza, noi siamo più che soddisfatti per il risultato elettorale appena conquistato. Le prime dichiarazioni sono più che eloquenti e sintomatiche di un successo ampiamente annunciato. Scopelliti dice: “I Calabresi hanno fatto una scelta molto chiara: hanno inequivocabilmente bocciato una pessima gestione ed hanno dato fiducia ad un’alternativa di governo molto diversa dalla precedente. Uno tsunami si è abbattuto su Loiero e, questo, ci dà la forza per ripristinare in tutto il territorio calabrese la legalità.” Loiero mestamente commenta: “E’ una sconfitta che non lascia adito ad alcuna interpretazione se non quella chiara che esce dalle urne. Vince la destra anche se non riesco a capirne le cause (ma com’è che non le capisce?, n.d.r.). Ci sono stati conflitti e diatribe interne e siamo partiti tardi (tardi? ha avuto 5 anni per far campagna elettorale, evidentemente non ha saputo fare bene, n.d.r.), ma tutto questo non è sufficiente a spiegare questa sconfitta (non si preoccupi, gliela spiegheranno più avanti, n.d.r.).” Chi adduce come scusante alla “loierana-Waterloo” la presenza di Callipo, non conosce la basi della matematica. Anzi, della più facile delle operazioni: l’addizione. Se anche su Loiero fossero convenuti i voti conquistati da Callipo pur sempre di Waterloo si sarebbe trattato. Magari dal distacco più contenuto, ma se al 31% di Loiero si fosse aggiunto il 10% di Callipo si sarebbe arrivati al 41%. E, ci pare, che da 41 a 59 ce ne vuole ancora molto. Un altro dato è, comunque, meritevole di attenzione. In Calabria ha votato il 59% degli avanti diritto. Tradotto vuol dire che quasi 1 elettore su 2 ha la “scatole” (non le urne) piene della politica e dei politicanti. Tocca ai vincitori di oggi riportare entusiasmo tra la gente che ha deciso, chiaramente, di rinunciare ad esercitare il diritto del voto tralasciando e demandando ad altri lo scegliere per loro conto. Il “partito” degli assenteisti non ha torto, ma in una democrazia il voto è certamente il primo passaggio obbligato per far sentire la propria voce. In effetti, però, anche il “silenzio” del 41% dei Calabresi, per certi versi, è assordante e deve far riflettere. In bocca al lupo Reggio! In bocca al lupo Reggini! In bocca al lupo Scopelliti! Ad majora!

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Reggio Calabria: un motociclista kamikaze (?), una moto killer e…

Ancora un motociclista morto, l’ennesimo, vittima del “mostro” che aveva sotto la sella. Una moto (Yahama 1000 cc) (nella foto di Peppe Praticò), un viale (Scopelliti) verosimilmente libero, senza traffico e maledettamente invogliante a girare la manopola del gas, un uomo morto (Massimo Carbone, 46 anni) (nella foto mestamente coperto da un telo), una vedova ed un orfano. Questo il “quadro” diabolicamente dipinto dal destino ieri pomeriggio. Sul viale che porta, in salita, da Catona e dallo svincolo autostradale verso il popoloso quartiere di Arghillà, periferia nord della città, si è consumato l’ennesimo dramma della strada. Un uomo in sella al suo bolide, forse causa l’eccessiva velocità probabilmente per provare “l’effetto che fa”, finisce la sua corsa contro lo spartitraffico, forse la moto s’impenna e vola oltre, l’uomo sbatte sul selciato e fors’anche contro un palo dell’illuminazione che, nell’impatto, perde la copertura della lampada (nella foto), “investe” uno dei tanti alberi messi lì a dimora e ad ornamento tanto da tranciarlo di netto così come si trancia in un istante anche la sua vita che, purtroppo, scrive la parola “fine”.

E’ una domenica come tante, quella di ieri, probabilmente il Viale Scopelliti era libero dal traffico e, forse ingenuamente, il motociclista avrà pensato “cosa mai mi potrà succedere se do gas e sento il vento che mi sbatte in faccia?” Il destino, il fato, questa volta però era in agguato e non è andata affatto bene al giovane reggino che lascia, in un solo istante, per un solo attimo di spregiudicatezza pagata con la vita, una moglie ed il loro bimbo a piangerlo sul quel maledetto tratto di strada. Troppe volte i viali sono scambiati per piste dove dare libero sfogo all’ebbrezza della velocità (in moto o in auto che sia). E’ successo già sul Viale Calabria, è successo già sulle bretelle del Calopinace, è successo ovunque ci sia un po’ di spazio. Ed i “dissuasori di velocità”? Ed i “dossi artificiali”? Con “il senno di poi” tutto diventa più facile si sa, ma, forse, se ci fossero stati né il motociclista in questione né chi l’ha preceduto avrebbero posto fine alla loro vita. Certo, questi sono solo dei “mezzi” per dissuadere chi ha voglia di scambiare un viale per un pista, ma, è ovvio, la responsabilità è comunque solo di chi, forse, crede per un solo attimo di essere immortale e, purtroppo, immortale non è. Abbiamo visto tanti amici, tanti conoscenti, troppi certamente, lasciarci per quel gusto di adrenalina che il correre in moto o in auto spesso dà. Ma vale la pena rischiare l’unica Vita che ci è stata messa a disposizione per qualche secondo di velocità fuori norma? Crediamo di no! Anche se, ovviamente, tutto è destino e tutto è già scritto da qualche parte e da qualcuno. Osare, in quest'occasione, certamente è costato molto a Massimo Carbone che, forse irresponsabilmente, ha corso questo rischio anziché “correrne” un altro e cioè godersi la sua famiglia e veder crescere il suo figliuolo. Ma le indagini proseguono e chissà che non sia solo "colpa" di Massimo…

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Reggina Torino 1-2: interviste post gara

Ci risiamo! Ancora una volta sommessamente, facciamo il nostro ingresso in sala stampa. La delusione è tanta, tantissima. Una partita giocata almeno per 60/70 minuti agli stessi ritmi della precedente vittoriosa ad Ancona. Bella la Reggina, almeno fino ad un terzo dei secondi 45 minuti di gara. Un’unica colpa, anzi due. La prima è di non aver chiuso la gara sfruttando almeno un’altra delle tantissime occasioni da rete create e la seconda è quella di non avere un portiere (leggasi UNO) degno di tal nome e di rivestire tal ruolo. Da che mondo è mondo, da che calcio è calcio, si sa che il portiere è uno dei tasselli più importanti (se non il più importante) per, poi, costruire una squadra. Ebbene, la Reggina di portieri non ne ha. Dapprima Mario Cassano, “espulso” per “questioni ambientali” insieme al “pacchetto” Volpi-Buscè; poi Paolo Fiorillo, giovanissimo e con esperienza pari allo 0 ma unico a giungere a Reggio frutto di scambio vista la non volontà di spendere nemmeno un centesimo di euro; poi Pietro Marino, portierone “fatto in casa”, mai determinante se non negativamente come oggi. La Reggina, come detto, non gioca male. E’ padrona del gioco e del campo contro un Torino che se è questo Torino difficilmente andrà in A. Reggina-Torino doveva essere, in fase di pronostico, il match clou di questo campionato. Invece, ahinoi, è stato un incontro tra una squadra, dopo tante traversie, in zona playoff (il Torino) ed una mestamente penultima (la Reggina).

Eppure, gli uomini di Breda, sulle ali dell’entusiasmo per la vittoria di Ancona di martedì scorso, interpretano bene anche questa gara. Hanno brama di vittoria e desiderio di raggiungerla. Vanno in vantaggio con Valdez, sprecano tante occasioni, cedono metri al Toro e poi, dulcis in fundo, regalano con due vistose e grottesche “papere” del proprio portiere una vittoria che Colantuono ed i suoi stentano ancora di aver raccolto. Incredibile, pazzesco, imbarazzante. Non solo per i 3 punti evidentemente persi, ma soprattutto per il morale di una squadra che, ritrovato a fatica, cala a picco nuovamente dopo aver perso una partita del genere. In sostanza, cosa volete che pensi un giocatore qualunque quando un compagno vanifica tutto con delle azioni da “Mai dire goal”? Pensa ad andare a sostenerlo oppure ad invitarlo ad andare altrove? Ecco qual è l’aspetto più pericoloso e dannoso (speriamo non letale) della vicenda. La Reggina, vincendo, avrebbe fatto un buon balzo avanti. Perdendo, invece, alla luce dei risultati altrui, resta miseramente penultima e si aggrappa al lumicino di speranze che ancora, ci mancherebbe, c’è e va sostenuto non facendolo spegnere. La gara di oggi, in sostanza, non ci porta novità. Sapevamo di avere tante mancanze, sapevamo che gli errori fatti dalla Società (leggasi FOTI) erano tanti, sapevamo ancora che uscire “vivi” (leggasi SALVI) da questa situazione non era e non sarà facile. Forse, e sottolineiamo forse, ci andrà bene venerdì prossimo in quel di Salerno allorquando affronteremo una squadra già ampiamente retrocessa prima ed a cui è stato dato il “colpo di grazia” con i 6 punti di penalizzazione per la nota vicenda della gara di due anni fa con il Potenza. Sottolineiamo il forse perché ci ricordiamo la gara dell’anno scorso a Genova contro la Sampdoria dell’ex Mazzarri: tutti erano certi che i blucerchiati si sarebbero, diciamo così, distratti e che, di questo, se ne sarebbe avvantaggiata la Reggina. Come finì? 5 a 0 per la Samp!!! Detto questo, accomodati in sala stampa, assistiamo all’ennesimo atto della stessa “commedia”. “Commedia” o “tragedia”? Questo lo capiremo più avanti con certezza. Quasi immediatamente si presenta il mister vittorioso, Stefano Colantuono (nella foto). Si aspettava la vittoria al termine di una partita così? “La partita, secondo me, è stata molto equilibrata. Nel primo tempo molto meglio la Reggina, nel secondo tempo, invece (probabilmente il vento deve aver influito), il verso della gara si è ribaltato.  Noi siamo stati molto spesso nella metà campo della Reggina mentre loro ripartivano spesso in contropiede. Non è facile, ve lo garantisco, anche perché reputo la Reggina una delle squadre meglio attrezzate in quanto ad organico. Mi dispiace molto [a prescindere che è una Società che mi sta molto simpatica (eh… eh… eh… ed importante, n.d.r.)], aver visto i giocatori della Reggina davvero molto abbattuti moralmente (e certo, ci si fa un mazzo così per passare in vantaggio e poi arriva un pinco pallino qualunque e vanifica tutto, n.d.r.). Sono più dispiaciuto per loro che contento per la vittoria. Ho visto giocatori come Lanzaro e Brienza veramente giù di morale. Mi dispiace molto. Li invito a non lesinare energie ed a giocare sempre così perché la Reggina non merita assolutissimamente la posizione che occupa.” L’andamento della gara? “Come detto, molto equilibrata. Abbiamo sfruttato meglio noi gli episodi. Nel secondo tempo siamo cresciuti mentre nel primo non abbiamo giocato affatto bene perché, onestamente, ce lo ha impedito la Reggina. Siamo stati condizionati dai due cambi forzati da altrettanti infortuni (Zoboli e Gasbarroni, n.d.r.) e quando giochi tre partite così tanto ravvicinate perdere due giocatori in pochi minuti può rivelarsi decisivo.” I grossolani errori del portiere amaranto quanto hanno avvantaggiato il Toro? “Il tiro su punizione da cui è scaturito il secondo goal non era facile prenderlo. Avevamo il vento a favore e la palla ha acquistato più velocità di quella impressa dal tiro stesso di Garofalo e che, normalmente, avrebbe assunto. Sul primo goal, invece, probabilmente c’è stata qualche incomprensione con il difensore. Non so se il portiere gli ha chiamato la palla, non so se è stato ostacolato (nulla di tutto questo, mister, Marino, forse per via della primavera, era semplicemente andato “a farfalle”, n.d.r.). Però, tutto questo, fa parte del gioco. Per esempio, nell’azione del goal della Reggina, noi abbiamo concesso un fallo molto stupido che un giocatore non deve commettere e siamo stati puntualmente puniti.” La conferenza stampa di Colantuono si conclude con un acceso battibecco con un collega per una domanda di quest’ultimo, in verità nei toni pretestuosa (alludendo alla fortuna con la C maiuscola che ha aiutato il Torino, aveva chiesto se pensasse di poter vincere altre gare così, n.d.r.), che fa saltare i nervi al tecnico romano portato a forza fuori dal suo addetto stampa. L’unico amaranto a sedersi dietro la scrivania per colloquiare con noi (scopriremo, poi, che non è un colloquio ma un monologo/soliloquio), è il presidente Foti (nella foto). Non avevamo colto che volesse parlare solo non interagendo come si confà e gli domandiamo “La Reggina gioca bene ma, poi, per l’ennesima volta, getta tutto alle ortiche.” Non risponde e parte il suo monologo. “Posso parlare, io?” Tutti tacciono, noi restiamo perplessi e lui va avanti da solo. “Parlo io. Devo dire solo quattro parole e basta rivolte soprattutto a chi ha a cuore le sorti della Reggina. Sono le stesse parole che ho detto poco fa nello spogliatoio dove ho trovato condivisione e voglia ancora di dare il suo contributo da chi indossa la maglia amaranto. E’ nei momenti difficili, e questo sicuramente è uno dei più difficili della storia della Reggina Calcio SpA 1986, che bisogna avere la forza ed il coraggio di uscirne fuori. Ho 24 anni di Reggina alle spalle, ho goduto di tantissime gioie, qualche amarezza e questo è il momento in cui sicuramente, come prima reazione, verrebbe la voglia di mandare tutto a quel paese, devo avere rispetto nei confronti della mia città, nei confronti dei tifosi amaranto e nei confronti di chi lavora al Sant’Agata. E’ per questo che chiedo a tutti voi di avere la forza di dare ognuno un piccolo contributo in questo momento così difficile perché siamo sicuramente nelle condizioni di potervi ripagare e di dare, quindi, alla Reggina, con correttezza e lealtà, quella dignità che ha sempre avuto. Ho detto ai miei che è facile nelle vittorie esaltarsi e sentirsi grandi, ma bisogna sentirti grandi anche nei momenti come questi in cui le cose non girano certo in versi positivi. Credo, sono convinto, che, guardandoli negli occhi, sicuramente è questo il momento in cui loro ci daranno tutti una serie di risposte. Mi auguro che anche la gente, il pubblico, nei limiti del consentito senza chiedergli cose straordinarie, possa in qualche maniera, anche da lontano, trasmettere anche seppur un minimo di amore nei confronti di questa Società (società? e perché verso la società, presidente? squadra, forse avrebbe voluto/dovuto dire, visto che i tifosi cantano da inizio campionato “solo per la maglia”, n.d.r.). Grazie!” E qui termina il suo discorso/appello. Se ci spogliassimo dalle vesti di giornalisti, lasciandoci addosso solo quelle di tifosi, resteremmo attoniti dalle parole strappalacrime del presidente ed accantoneremmo tutto il passato (molti anni di passato, non solo quest’ultima, infausta, stagione), accoglieremmo la sua richiesta di aiuto e, rimboccandoci le maniche, aiuteremmo anche noi, per quel e per come ci compete, la Reggina intesa come squadra. Tifosi lo siamo, senza il benché minimo dubbio, da molto tempo prima di iniziare la professione giornalistica, ma come potremmo, oggi, anche da giornalisti, aiutare la Reggina (sempre intesa come squadra)? Non criticando? Nascondendo la realtà delle cose? O, peggio ancora, mistificandole? Giuriamo di non saperlo, ma, vi promettiamo, che ci applicheremo e cercheremo di scoprire il modo come “far finta” che nulla sia successo e che la Reggina non è solo “sulla carta” (maledetta carta, papiro ed egiziani che la inventarono compresi) una squadra forte, ma che lo è anche nei fatti e che l’odierno penultimo posto in classifica a fine campionato sarà almeno il sestultimo. Promesso!!!

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Reggina Torino 1-2: tabellino e cronaca

Reggina – Torino: 1-2. Reggina (3-5-2): Marino (nella foto, assoluto protagonista in negativo); Adejo, Lanzaro (c) e Valdez; Missiroli (all’85° Montiel), Carmona, Tedesco, Barillà e Rizzato (dal 76°); Pagano (dal 58° Vigiani) e Brienza. In panchina: Kovacsik, Montiel, Santos, Cascione, Vigiani, Castiglia e Bonazzoli. All.: Breda. Torino: (4-4-2): Sereni; D’Ambrosio, Loria, Zoboli (dal 7° Rivalta) e Garofalo; Antonelli (dall’80° Coppola), Pestrin, Barusso e Gasbarroni (dal 39° Rubin); Bianchi (c) e Pià. In panchina: Morello, Rubin, Rivalta, Coppola, Gorobsov, Scaglia ed Arma. All.: Colantuono. Arbitro: Andrea Romeo di Verona. Assistenti: Giorgio Niccolai di Livorno e Stefano Papi di Prato. Quarto uomo: Omar Magno di Catania. Andata: 0-2 (Belinghieri e Bianchi). Marcatori: Valdez al 25°, Bianchi al 69° e Garofalo all’81°. Ammoniti: D’Ambrosio al 13°, Bianchi al 46°, Rubin al 52°, Valdez al 77°, Barillà all’80° ed al 93° e Garofalo all’85°. Espulso: Barillà al 93°. Recupero: 3’ (p.t.) e 4’ (s.t.). Corner: 5 Reggina e 3 Torino. Tiri in porta: 8 Reggina e 2 Torino. Tiri fuori: 5 Reggina e 2 Torino. Falli fatti: 24 Reggina e 25 Torino. Fuorigioco: 1 Reggina ed 1 Torino. Pali/traverse: 1 Reggina. Spettatori paganti: 725. Abbonati: 5184. Incasso al botteghino: € 7.571,00. Quota abbonati: € 40.263,67. Spettatori totali: 5909. Incasso totale: € 47.834,67. Note: nella Reggina, Vigiani, anche se recuperato, lascia il posto a Barillà (mancino puro) come esterno destro. In attacco ritorna Pagano a far coppia con Brienza (Cacia è squalificato ed a Bonazzoli, apppunto, gli preferito il capocannoniere amaranto). Nel Torino, dopo Genevier, Colantuono deve fare a meno anche di Ogbonna, non al meglio. Gli squalificati: nella Reggina Cacia e Leon nel Torino. I diffidati: nella Reggina Bonazzoli, Barillà, Carmona, Castiglia e Vigiani e nel Torino Gorosbov e Pestrin. Due ex reggini tra le fila del Toro (Bianchi, in campo, e Leon, in tribuna) ed un ex granata tra gli i padroni di casa (Rizzato).

La cronaca. In campo due formazioni che, sulla carta (maledetta “carta”), avrebbero dovuto ammazzare il campionato stravincendolo. Ed invece, Reggina penultima e Torino, oggi, ad un passo dai playoff dopo innumerevoli traversie. Il primo tiro in porta è della Reggina. Sugli sviluppi del primo corner della gara, al 5°, Missiroli colpisce di testa ma debolmente e Sereni para. Un minuto dopo ci riprovano gli amaranto con Carmona che, da fuori area, batte a rete ma il tiro gli è respinto da un difensore. Un altro minuto ancora e la Reggina, con Pagano, reclama un rigore per un “affossamento” ricevuto in piena area e su cui Romeo sorvola. La Reggina c’è, il Torino cerca le contromisure e Colonatuono è costretto al primo cambio, causa infortunio, facendo entrare Rivalta per Zoboli. All’11° occasionissima per gli amaranto. Carmona, da destra, si accentra e chiede il triangolo a Pagano che gli restituisce il pallone in profondità. Il cileno prova il pallonetto su Sereni e la palla si stampa sulla traversa ritornando in campo e, poi, facile preda dello stesso portiere ospite. Reggina padrona del campo e del gioco. Al 14° ancora una grande occasione per gli uomini di Breda. Tedesco calcia ma il suo tiro è respinto, il pallone s’innalza e Brienza, spostatosi a sinistra, calcia di prima intenzione. E’ bravo e fortunato Sereni a respingere con il piede sinistro. Al 23° è ancora Reggina. Tedesco conquista palla sulla propria trequarti e, superando, tre/quattro avversari, in verticale, avanza fino ad una trentina di metri dalla porta. Calcia benissimo indirizzando all’incrocio dei pali alla destra di Sereni ma, quest’ultimo, è ancora una volta bravo a volare deviando in corner. Al 25°, meritatamente, passa in vantaggio. Brienza calcia una punizione da sinistra, palla in area e Valdez insacca, approfittando di un buco nella difesa, schiacciando il pallone a terra e battendo così l’incolpevole Sereni. Bene. Benissimo. Avanti così! Al 30° ancora Reggina. Tedesco lancia in verticale pescando Brienza in area. Stop perfetto del n. 99 amaranto e tiro di sinistro. Loria c’è e respinge. In campo c’è solo la Reggina ed il Toro assiste e non osa e quando lo fa la difesa amaranto è attentissima e non concede nulla. Nel frattempo, Colantuono è costretto al secondo cambio per infortunio: dopo Rivalta per Zoboli, ecco Rubin per Gasbarroni. Al 43° ancora Reggina, ancora Brienza. Riceve palla, a destra, da Barillà, si accentra e calcia velenosamente. Il pallone rimbalza davanti a Sereni che viene colto di sorpresa e non blocca ma respinge dando un brivido ai suoi compagni. Il tutto, per i granata, si risolve per il meglio per la mancanza di amaranto in area. Il primo tempo si chiude con i reggini meritatamente in vantaggio dando, finora, continuità alla bella prestazione di Ancona di martedì scorso. Al 54° Rizzato reclama un rigore. Nell’intento di crossare, forse, è toccato da dietro da un difensore. Romeo sorvola. Al 56° è pericolosissimo il Toro. Carmona sbaglia il disimpegno e mette in moto gli uomini di Colantuono. La palla giunge ad Antonelli su cui piomba Lanzaro che mette in corner e vanifica il tutto. Rischioso l’intervento del capitano amaranto, un centimetro in meno o un attimo di ritardo ed avrebbe preso le gambe del granata per un rigore assolutamente certo. Primo cambio per Breda, esce Pagano, non brillantissimo a dire il vero, ed entra Vigiani, ripresosi dell’infortunio di sabato scorso con il Lecce ed assente ad Ancona. Al 60° ancora pericoloso il Toro. Bianchi riceve in verticale ed appoggia per Pià, è bravo Adejo ad anticiparlo in area mettendo in corner. Rischioso anche questo intervento ma utile e decisivo. La Reggina dà l’impressione di chiudersi un po’ troppo ed il Toro quella di uscire dalla sua metà campo con maggiore convinzione. La gara non è finita e bisogna stare molto attenti. Al 63° la Reggina si sveglia. Brienza riceve nel cerchio del centrocampo e lancia in verticale per Missiroli. Il match winner di Ancona entra in area ma calcia debolmente tra le braccia di un proteso a terra Sereni e l’occasione sfuma. Ancora Reggina al 65°. Vigiani conquista palla a centrocampo e, da solo, affronta la difesa schierata del Toro. Ci prova e ci riprova ma, per caratteristiche, oltre alla buona volontà, altro non può. Come troppo spesso è avvenuto in questo campionato, la Reggina si fa male da sola e regala al Toro un pari immeritato. Al 69° cross in verticale per Bianchi che, stretto tra due amaranto, spizzica di testa ed indirizza in porta. Marino, nel frattempo, senza alcun motivo apparente se non la sua stupidità calcistica, era uscito dalla propria porta ed il tocco di Bianchi lo supera beffardamente nonostante il goffo tentativo dello stesso portiere di porre rimedio al suo grossolano e decisivo, fino al momento, errore. Peccato non avere un portiere. Peccato. Marino, quindi, gravemente responsabile dei mancati due punti, importantissimi e meritatissimi fino a quel momento, guadagnati con ulteriori serie ripercussioni in classifica. Breda prova a ripassare in vantaggio togliendo Rizzato ed inserendo Bonazzoli. Al 77° la Reggina grida nuovamente al rigore. Tedesco riceva palla in area e, nel tentativo di superare il diretto avversario, dallo stesso viene steso. Romeo non ci sente e sorvola. All’81° Marino si ripete. Calcio di punizione da destra di Garofalo, palla ad aggirare la barriera e dentro il sacco alla sinistra del portiere reggino decisivo, ahinoi, ancora una volta negativamente come sul goal del pari. Ed, adesso, i punti persi sulla sua coscienza sono 3 e non 2. Bravo Marino, ma, soprattutto, bravo Foti ad allestire una squadra senza portieri. Il Torino ringrazia ed, immeritatamente, si appresta a vincere la gara. Due “figli del Sant’Agata” decisivi in positivo ad Ancona ed un altro decisivo in negativo oggi. La cosa che fa più rabbia è che si consente ad un Torino così di vincere la gara senza assolutamente meritarlo. Questa è la Reggina di quest’anno, queste sono le scelte scellerate di una Società confusa e sempre più disorientata. Ultimi spezzoni di gara che scorre tra la delusione generale. Due calci di punizione di Montiel (entrato al posto di Missiroli), uno parato a terra da Sereni e l’altro non a Piazza Garibaldi solo per merito delle altissime reti di protezione dietro la porta, e poco altro con una Reggina, ovviamente, dismessa dagli errori pesantissimi di un portiere-non portiere. Reggina 1-Ma(To)rino 2! E Barusso, al 93°, si divora il terzo goal, ma in fondo è giusto così: la Reggina perde sotto i “colpi” (falliti) del proprio estremo difensore che di “difensore” non ha proprio nulla. A coronamento dell’infausta gara arriva la doppia ammonizione, e quindi l’espulsione, di Barillà. Penultimo posto ben saldo e salvezza ancora lontanissima.

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Minacce a giornalisti in Calabria: Parisi e Siddi incontrano il Capo della Polizia

“Daremo una risposta ai singoli episodi, dopo aver scandagliato ogni ipotesi: i giornalisti non sono soli, né in Calabria, né altrove”. E’ quanto affermato dal Capo della Polizia, Antonio Manganelli, al termine dell’incontro, tenutosi ieri al Viminale, con il Segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi, e il segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, membro della Giunta esecutiva Fnsi (nella foto, da destra, Siddi, Manganelli e Parisi). Con loro anche il Segretario dell’Assostampa della Basilicata, Serafino Paternoster. Un incontro operativo, quello di ieri a Roma, per fare il punto sui ripetuti episodi di intimidazione e minaccia subìti da giornalisti nelle due regioni, con le preoccupazioni maggiori riservate ai colleghi di frontiera, spesso unici baluardi di giornalismo attivo in realtà territoriali difficili.

A confortare il Segretario dei Giornalisti della Calabria il fatto che il Capo della Polizia fosse già a conoscenza “sin nei minimi dettagli” di quanto accaduto dall’inizio del 2010 nella regione, compreso il recente incontro tra lo stesso Carlo Parisi e il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, per la sicurezza e l’incolumità dei giornalisti calabresi. “Un segno palese – fa notare Parisi – dell’interessamento concreto degli organi di Polizia a livello locale e nazionale: la disponibilità e l’attivismo di Manganelli ci fanno ben sperare che certi episodi improntati alla cultura del sopruso restino casi marginali ed isolati, incapaci di reiterarsi”.

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Aspettando Reggina-Torino (domenica 28 marzo alle 12.30)

altaltReggina-Torino [nella foto il tecnico amaranto Breda (sperando di rivederlo sorridere)] si presenta come uno degli incontri più interessanti della prossima giornata di campionato. I granata, sembrano aver messo alle spalle in maniera definitiva il periodo di difficoltà, merito di una società che ha avuto il coraggio di rivoluzionare il progetto tecnico di inizio stagione  affidando al giovane direttore sportivo Petrachi la ricostruzione. Undici giocatori arrivati nella ultima sessione di calcio mercato, quasi tutti pescati tra la B e la C, per tanti elementi anonimi, ma che invece si sono rivelati fondamentali nella risalita. Con la cessione di tutti quei calciatori che, acquistati la scorsa estate per fare la differenza, hanno prodotto l’esatto contrario. Il ritorno di Colantuono in panchina dopo la breve parentesi di Beretta e la ricomposizione di un gruppo che con il trascorrere delle settimane ha costruito tassello dopo tassello la rimonta. Oggi il Torino, grazie pure ad un campionato particolarmente equilibrato, ha riguadagnato la zona play off e si trova a sole quattro lunghezze dalla seconda posizione.

Questo significa poter puntare ancora alla promozione diretta, anche perchè le dirette concorrenti camminano a rilento. Un Torino che non eccelle sul piano del gioco ma che si dimostra cinico e molto pratico in fase conclusiva, grazie pure alla straordinaria capacità realizzativa dell’ex Rolando Bianchi [nella foto (sperando di non rivederlo esultare)], giunto a quota venti nella classifica dei cannonieri. Puntuale e spietato sotto porta, ha messo a segno il 50% del totale delle reti segnate dal Torino in questo campionato. Il resto lo fanno una buona organizzazione di gioco ed una difesa che ha in Loria e Ogbonna due pilastri quasi insuperabili. La Reggina, dal canto suo, ha rialzato la testa proprio in occasione del turno infrasettimanale ad Ancona, nella giornata in cui tutti si pensava potesse invece arrivare l’ennesima e pericolosa sconfitta stagionale. Tre punti di platino anche in virtù di quanto successo sugli altri campi, ma che dovranno necessariamente avere un seguito per provare ad uscire da una situazione di classifica ancora molto preoccupante. Breda sa bene quanto vale questo confronto e le decisioni su chi schierare dal primo minuto verranno prese solo dopo aver valutato bene la condizione generale della squadra. Di sicuro non ci sarà Cacia squalificato, in ballottaggio per la corsia di destra Vigiani e Barillà, mentre in attacco Bonazzoli è favorito su Pagano.

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Il 31 marzo a Cinquefrondi la Coppa Calabria di volley maschile

Ieri a Cinquefrondi è stata presentata la “Final Four Coppa Calabria Maschile” di pallavolo, che si disputerà mercoledì 31 marzo nel nuovissimo Palazzetto dello Sport. La Pubbliemme Pizzo, il Cosenza Pallavolo, la Radio Azzurra Belvedere e i padroni di casa della Golem Software, si contenderanno, nell’arco del pomeriggio (inizio ore 15,30) l’ambizioso trofeo giunto alla sua 19esima edizione. Alla presentazione, moderata dal vicepresidente della “5frondi”, Pino Massara, erano presenti l’assessore provinciale allo sport, Attilio Tucci, il presidente regionale del Coni, Mimmo Praticò, il presidente regionale della Fipav, Carmelo Sestito, il sindaco di Cinquefrondi, Alfredo Roselli, ed il presidente della “5frondi”, Mario Ceruso. Tra gli ospiti anche il presidente provinciale del Coni, Giovanni Filocamo ed il presidente provinciale della Fipav, Giuseppe Cormaci (nella foto).

Cinquefrondi, negli ultimi anni, ha adottato il volley come sport cittadino, promuovendolo a tutti, ai ragazzi, soprattutto, ed arrivando a costituire ben sei squadre agonistiche tra maschili e femminili. Tutto ciò ha creato entusiasmo ed orgoglio tra la gente che ha visto balzare il nome del proprio paese agli onori della cronaca sportiva. Il sindaco Roselli ha voluto, innanzitutto, ringraziare Tucci e la Giunta Morabito, determinanti per il completamento della nuova struttura sportiva provinciale. “Un impianto – ha detto – prezioso per società e dirigenti cinquefrondesi impegnati da anni a coinvolgere positivamente i ragazzi della Piana”. Anche il presidente della “5frondi”, Ceruso, lanciando un appello rivolto agli imprenditori locali per sostenere le società sportive, ha evidenziato come tutto ciò abbia una “doppia valenza: economica e sociale, che aiuterebbe la nostra comunità a crescere meglio”. Il coinvolgimento di più soggetti (amministrazioni pubbliche, enti, federazioni e società) per la promozione dello sport è stato il tema centrale dell’intervento di Mimmo Praticò. “Non mi stancherò mai di ripetere – ha detto il presidente del Coni Calabria –  che oggi giorno lo sport rimane come l’unica attività sociale che può educare i nostri ragazzi al gioco di squadra ed al rispetto delle regole e dell’avversario”. Escludendo il lavoro fin qui fatto dalla Provincia reggina che “si è sempre dimostrata in simbiosi con lo sport”, Praticò ha però lamentato, nei dieci anni di presidenza, una quasi totale assenza delle istituzioni, purtroppo, vicine soltanto in periodi elettorali”. Il presidente della Fipav Calabria, Sestito, non ha potuto astenersi dal fare i complimenti ad una cittadina che contribuisce a far risultare la provincia di Reggio Calabria al primo posto regionale per attività e promozione del volley. L’assessore Tucci, che, in qualità di medico, ha sottolineato quali benefici porta la pratica dello sport a tutte le età, ha, infine, completato gli elogi ai cinquefrondesi che “alla valenza dello sport ci credono veramente”. “Hanno compreso – ha detto – il valore aggiunto che potrebbe dare dal punto di vista economico. Per questo invito le periferie ad “allenarsi” alla cultura dello sport: per poter diventare, in futuro, protagoniste ed ospitare grandi eventi di richiamo turistico”.

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Reggio Calabria: “Sicurezza On-Line”, Re.Ca.S.I. conclude la campagna informativa nelle scuole

altSi è chiusa ieri presso il Circolo Didattico “Collodi” di Gebbione la campagna informativa sulla “Secur Scuola” – Sicurezza on line, realizzata dall’Assessorato alle Politiche Sociali e della Famiglia in collaborazione con Re.Ca.S.I. S.p.A., la società appartenente al gruppo Comune di Reggio Calabria che si occupa di produzione e fornitura di servizi informatici e telematici. Un progetto iniziato il 22 marzo e che ha interessato tre Istituti scolastici della città: “Vittorino da Feltre”, “Montalbetti” e “Diego Vitrioli”. Un successo per la campagna informativa finalizzata a presentare a genitori e docenti un decalogo per proteggere i minori dai rischi derivanti dall’utilizzo di internet e trasmettere loro una maggiore consapevolezza del web e delle sue infinite possibilità. La giornata conclusiva nei locali della scuola elementare “Collodi” si è aperta con l’intervento dell’assessore comunale alle Politiche Sociali Tilde Minasi (nella foto a sinistra con Maristella Spezzano, Paolo D’Aascola e Danilo Larizza).

Un prologo conciso ma ricco di significato sull’importanza dell’iniziativa organizzata in sinergia con gli Istituti che operano sul territorio, al fine di sensibilizzare ed educare al meglio i bambini e adolescenti nei loro primi approcci sul Web. A seguire l’intervento del dirigente scolastico Maristella Spezzano che ha espresso a chiare lettere la valenza strategica della campagna informativa sulla sicurezza on line per la crescita psico-fisica dei bambini. “Internet è uno strumento utilissimo dalle infinite potenzialità – ha affermato Spezzano – ma occorre discernere informazioni corrette da quelle dannose. Per fare ciò è necessario sensibilizzare al meglio ragazzi e genitori, poiché, non sempre sono consapevoli dei rischi che vi possono essere navigando incautamente su internet”. “Inoltre è di fondamentale importanza – ha proseguito Spezzano – che dietro l’utilizzo del web da parte dei ragazzi ci sia un solido rapporto tra genitori e figli, in modo da monitorare comportamenti e intenzioni di chi utilizza il cyberspazio anche per socializzare con estranei”. La parte centrale dell’incontro è stata poi riservata alla proiezione di video e slide sui pericoli della rete. Particolarmente esplicativa e professionale è stata l’esposizione dei contenuti da parte degli esperti informatici Re.Ca.S.I. S.p.A., Danilo Larizza e Paolo D’Ascola. Un quadro informativo di spessore sulle regole basilari nell’utilizzo del Pc, dal posto dove collocarlo in casa ai limiti e metodi della navigazione all’interno dei Social Network. Un quadro sintetico, quello offerto dagli esperti informatici, integrato anche dalla decifrazione di nozioni tecniche che spesso si incontrano nell’utilizzo di internet e che possono rappresentare trappole per i preadolescenti, che spesso incorrono in pericoli sia di natura pedopornografica sia di bullismo on-line.

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Delianuova: minorenne arrestato per produzione e traffico di sostanze stupefacenti

Nella notte tra il 24 ed il 25 marzo 2010 i Carabinieri della Compagnia di Palmi hanno dato corso ad una serie di servizi mirati alla prevenzione e repressione di reati in materia di stupefacenti che hanno interessato diverse comuni aspromontani, in particolare Santa Cristina d’Aspromonte, San Procopio, Cosoleto e Delianuova ed ha visto impegnati numerosi militari delle locali Stazioni Carabinieri (circa 50 uomini) con l’ausilio dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Vibo Valentia. Nel corso dell’operazione, che ha interessato non solo i centri abitati ma anche le circostanti zone di campagna, sono stati controllati diversi mezzi e numerose persone; decine le perquisizioni locali e domiciliari eseguite nei confronti di soggetti ritenuti di interesse operativo.

La meticolosa attività svolta dai militari dell’Arma alla fine ha dato i frutti sperati: infatti presso un’abitazione del comune di Delianuova venivano rinvenuti, abilmente occultati, 3 involucri di cellophane ben sigillati (per evitarne il deterioramento) contenenti complessivi grammi 10 circa  di cannabis indica, nonché numerosi semi (circa 200) della medesima sostanze stupefacente pronti per la semina (essendo ormai prossima la stagione propizia). Per tale motivo i Carabinieri della Stazione di Delianuova traevano in arresto in flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti un sedicenne del luogo (E.D.). Il giovane, tradotto pressa la CPA per i minori di Reggio Calabria.

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Reggina: i figli del Sant’Agata decidono ad Ancona

altaltE’ stata la vittoria del Sant’Agata, firmata dal cuore e dalla voglia di battersi, firmata soprattutto dai due prodotti cresciuti al centro sportivo Barillà (nel fotomontaggio, MastroNino meglio di Mastronunzio) e Missiroli (nella foto). Il primo ancora a rete dopo il gol, purtroppo inutile, realizzato con il Lecce il secondo, decisivo così come lo era stato in occasione della doppietta messa a segno in casa contro la Triestina. I tre punti, pesantissimi, arrivano quindi da due reggini purosangue, probabilmente da quei calciatori che più degli altri hanno avvertito il momento di enorme difficoltà e meglio degli altri sanno quanto sia importante e fondamentale che la Reggina riesca a mantenere la categoria. Barillà, per l’assenza di Vigiani, confermato sulla corsia di destra ha dato prova di grande generosità e soprattutto dimostrato la sua solita puntualità sotto porta.

Uno dei pochi centrocampisti con un grande senso della posizione ed abile negli inserimenti, lui che aveva platealmente esultato dopo il gol con il Lecce, quello del vantaggio, all’indirizzo del tecnico Breda che, invece, nella circostanza, non lo aveva scelto nell’undici titolare. Una bella rivincita e la dimostrazione di meritare maggiore attenzione. Missiroli ha realizzato un gran gol. Era stato l’unico dei tre uomini offensivi a rimanere in campo e più di Cacia e Brienza aveva corso e tanto durante i novanta e passa minuti di gara. Ha trovato forza e lucidità a tempo quasi scaduto per mettere dentro una rete bellissima per preparazione e tecnica, ma soprattutto un gol pesante, di quelli che potrebbero segnare una svolta. A Simone, verso il quale si nutre grande stima e si riconoscono enormi qualità, si chiede maggiore continuità di rendimento, forse questo al momento il limite che gli sta impedendo di esplodere in maniera definitiva. Insomma Reggina trascinata da due reggini, nella giornata in cui tutti si pensava arrivasse l’ennesimo stop della stagione, ed invece si conquistano tre punti che portano ad alimentare nuove speranze.

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La T. B. Liomatic Viola sconfitta a Bisceglie

altaltAMBROSIA BISCEGLIE – LIOMATIC VIOLA RC 83-74 (dts). Parziali: 18-19/ 33-39/ 50-51/ 67-67. BISCEGLIE: Torboli 2, Filloy 3, Novatti 5, Storchi 15, Polselli 2, Gambarota, Di Pierro, Maino 16, Mainoldi 21, GAllerini 19. All. Ciracì. VIOLA: Grasso, Manzotti 4, Roselli 6, Niccolai 20, Negri 19, Di Lembo 6, Scozzaro, Yasakov, Dalla Vecchia 5, Dip 14. All. Bianchi. ARBITRI: Vassallo e Melchionda di Livorno. La Liomatic torna da Bisceglie con una sconfitta maturata dopo un tempo supplementare e dopo un incontro giocato con grande carattere dagli uomini di coach Bianchi che vengono superati al fotofinish dalla seconda in classifica. I neroarancio approcciano il match nel modo giusto ed infatti  partono forti e con al giusta coincetrazione. Negri è ispirato ed il rientrante Niccolai fa capire che le due giornate di riposo gli hanno fatto bene ed infatti l’ex Montecatini comincia a bucare con una certa continuità il canestro dei padroni di casa mentre Claudio Negri non dà punti di riferimento alla difesa del Bisceglie incapace di trovare risposte alle iniziative del numero quattordici neroarancio.

La Viola, dopo un primo quarto di studio, si stacca nel secondo periodo arrivando anche alla doppia cifra di vantaggio dopo una serie di canestri pesanti. I pugliesi provano la reazione e si affidano a Mainoldi e Novatti che provano a tamponare il gap che si è formato fra le due protagoniste. Il primo tempo si chiude con la Viola in vantaggio di sei punti. La ripresa si apre con lo stesso tema: ad ogni tentativo di rimonta dei pugliesi, i reggini rispondono in maniera efficace questa volta grazie ad alcune delle giocate sottocanestro di Marcelo Dip. A questo punto, si sveglia Gallerini che mette a segno una serie di canestri che riportano il Bisceglie sotto di uno in chiusura della terza frazione. La partita si equilibra e le due squadre si rispondono colpo su colpo. Si arriva a cinque minuti dalla fine con il punteggio di 61 a 58 per l’Ambrosia dopo l’ennesimo canestro da fuori del giocatore di casa che consegna l’inerzia dell’incontro alla sua squadra. La Viola si rimbocca le maniche e si affida a Niccolai che segna la tripla del controsorpasso a circa due minuti dalla fine. Negri suggella il più tre e costringe al time-out coach Ciracì. Il Bisceglie esce bene e Storchi impatta nuovamente la gara sul 69 pari. E con questo punteggio terminano i primi quaranta minuti dopo che Dip sbaglia la tripla della possibile vittoria. Tempi supplementari dunque per una gara combattuta fra due squadre di alto livello. Nell’overtime esce fuori tutta la forza fisica del Bisceglie che spezza in due la partita e vola verso l’ennesima vittoria casalinga della sua stagione. La Viola archivia questa sconfitta e si mangia ancora le mani per non aver difendere il vantaggio anche se Roselli e compagni sembrano in progresso rispetto a qualche settimana fa.

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L’Audax cede in casa ad Acireale

altHELIANTIDE REGGIO CALABRIA – ACIREALE 73-81. Parziali: 19-23/ 36-39/ 56-59. HELIANTIDE: Grassitelli 9, Meduri 11, Loughlimi 15, Laganà, Camerini 12, Colonello 22, Corlito 2, Manca, Barreca 2. Pace. All. Melara. ACIREALE: Vitale 3, Russo 8, Casiraghi 8, Di Dio 23, Giuffrida, Marzo 4, Santoro 3, Paolontonio11, VAzzana 21, Signorelli. All. Foti. ARBITRI: Tammaro di Salerno e Marzullo di Avellino. Sesta sconfitta consecutiva per l’Heliantide che cade in casa sotto i colpi dello scatenato Acireale. La formazione di coach Melara non riesce ad uscire dalla crisi e si arrende alla fine dopo un incontro tutto sommato equilibrato. Ma, nell’ultimo periodo, il team biancoblù viene trafitto dal grande ex dell’incontro.

E’ infatti il giovane Pietro Vazzana  a decidere le sorti del derby calabro-siculo grazie ad una raffica di punti nei momenti decisivi. il prodotto delle giovanili della Viola si dà un grosso dispiacere ai suoi ex compagni che, adesso, vedono avvicinarsi lo spettro dei play-out. La sfida del PalaCAlafiore ha visto i siciliani provare a scappare ma l’Audax ha sempre risposto bene grazie ai canestri di Colonello e Loughlimi ma, come detto, i reggini si sono spenti nell’ultimo quarto anche perché ancora una volta lo staff tecnico ha ruotato sostanzialmente solo sette uomini, tutti arrivati con il fiatone al rush finale. Adesso la situazione si complica perché Meduri e compagni sono attesi da una serie di sfide difficile che potrebbero ricacciare sempre più in basso una compagine partita con ben altre ambizioni. La prima domenica prossima a Pianopoli con cui si darà vita ad un derby calabrese dalla posta in palio molto alta.

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Presentato all’Università per Stranieri il romanzo dal titolo “Un libro ci salverà”

altRaccontare la società e l’uomo con l’ausilio di parole vestite di spontaneità e onestà intellettuale. Questa l’idea ispiratrice del volume “Un libro ci salverà” (Leonida Edizioni) scritto da Antonio Calabrò e presentato nei locali dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria. Un romanzo per certi versi autobiografico ma che rispecchia in sé problematiche di portata globale, seguendo aneddoti e richiami ai grandi maestri della letteratura. Un percorso che l’autore ha voluto seguire al di fuori di ogni schema omologato, o spirito di mercato, che contraddistingue una larga parte di scrittori contemporanei. Una visione letteraria confermata anche nell’intervento introduttivo della direttrice della collana narrativa della casa editrice, Francesca Rappoccio (nella foto, a sinistra, con Domenico Polito, Antonio Calabrò e Vincenzo Crupi), che ha curato la prefazione del testo. Il filo conduttore del libro si dipana sul vertiginoso aumento della crisi d’identità e valori di cui l’uomo moderno riveste la doppia figura di vittima e carnefice.

Un’analisi quella condotta da Antonio Calabrò che intercetta i limiti e le distorsioni di una comunicazione moderna, e avverte altresì un approccio superficiale di ogni individuo nell’approfondire la conoscenza di sé e di ciò che lo circonda. Un volume dal titolo emblematico che sembra indicare ad ogni uomo la via di rinascita interiore attraverso la lettura e l’acquisizione di una cultura purificata da ogni stereotipo. Solo così sarà possibile ridare il giusto peso e liberare di banalità le tante parole oggi gonfie di significato, una su tutte “libertà”. “Un libro ci salverà” è frutto di una scoperta sempre nuova della letteratura, e figlio di una vita vissuta a comprendere gli eterogenei animi della gente, proprio grazie a quel lavoro di ferroviere che ha portato l’autore a definirsi, nel suo viaggio infinito d’umiltà, “capotreno esistenziale”.

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Reggio Calabria: un arresto per detenzione di armi da guerra

Nella giornata di lunedì 22 marzo i Carabinieri della Stazione di Rione Modena hanno tratto in arresto Pizzimenti Pasquale, 40 anni, operaio perchè accusato di detenzione illegale di armi. Nella serata lunedì, a seguito di un’attenta attività infoinvestigativa, i carabinieri della Stazione Rione Modena, hanno proceduto a perquisizioni locali nei confronti dell’uomo che lavora presso un’autofficina in città. Proprio presso i locali di questa officina è stato rinvenuto un fucile di fabbricazione cecoslovacca marca ZASTAVA cal. 8×57, versione arma comune del celebre kalashnikov, in perfette condizioni. L’arma è risultata rubata in Provincia di Torino. I controlli sono stati estesi con grande attenzione anche all’abitazione del soggetto, dove, nel vano ascensore condominiale è stato rinvenuto un fucile semiautomatico benelli cal. 12 alterato a canne mozze e con calciolo tagliato assieme a 10 (dieci) cartucce medesimo calibro. 

Il fucile a canne mozze è risultato essere stato rapinato a Campo Calabro nel 2003 ai danni di due cacciatori impegnati in una battuta di caccia. In particolare in quella circostanza i due cacciatori furono bloccati da due individui armati di pistola e travisati da passamontagna che li costrinsero a consegnare le armi. Il primo fucile invece, si presenta come un’arma micidiale, classificata come arma da caccia, e’ in realtà un modello di ak47 in calibro civile e privato della capacità di spararare a raffica che si presenta come l’unica differenza tra quest’arma ed il classico kalashnicov, limite che paraltro può essere rimosso da mani esperte attraverso una modifica che permette il tiro a raffica e la trasforma in un’arma da guerra. Sarà ora importante accertare se l’arma ha subito una tale trasformazione. Le indagini dovranno invece cercare di ricostruire il contesto criminale a cui si ricollega la presenza delle armi ritrovata ed il reale ruolo del Pizzimenti, conosciuto dalle forze dell’ordine solo per piccoli precedenti di polizia.

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Ancona Reggina 1-2: interviste post gara

La Reggina piace e vince. Finalmente con la mentalità giusta, gli uomini di Breda giocano ad Ancona una partita ineccepibile sotto ogni punti di vista. Coriacea, mai arrendevole, reattiva, presente, attenta, tutto il contrario rispetto a quella molte volte (troppe volte) già vista quest’anno. Era ora, come abbiamo detto. Un piccolo passo è fatto verso la salvezza. Ovviamente non basta, i risultati altrui non ci consentono di gioire più di tanto ma, il risultato degli amaranto, ci consente di affrontare decisamente meglio, in primis, la gara con il Torino domenica prossima all’ora dei “maccheroni di casa”. Dicevamo che ha giocato bene la Reggina. Concentrata sin dal primo minuto, ha dimostrato di volere queste vittoria con tutte le sue forze. Ha voluto dimostrare di non essere “finita”. Ha tirato fuori il carattere necessario, quello da combattente con il coltello tra i denti che fin troppo spesso ha lasciato spazio al suo alter ego arrendevole e rinunciatario oltre il consentito. E’ questo lo spirito giusto, quello da tutti quanti agognato. Società, tifosi, stampa e chiunque altri abbia a cuore le sorti della Reggina, non chiedevano altro che il mettere in campo gli attributi e dimostrare che, fallito l’obiettivo promozione, non può e non deve fallire l’obiettivo minimo (viste come sono andate le cose). Reggio e la Reggina non possono e non devono scendere oltre un certo limite, la B gli sta stretta figuriamoci cosa c’è più giù. Ottimisti per indole, realisti perché “costretti”, non possiamo non pensare che la salvezza e la successiva nuova programmazione siano possibili, anzi doverosamente auspicabili.

Abbiamo chiesto al presidente di dimettersi, di lasciare la Società in mano a chi, forse, ha adesso maggiori stimoli, maggiori forze e maggiori certezze. Non cambia il nostro pensiero sulle cause che hanno portato a questo campionato stranissimo, ma, adesso, dobbiamo raggiungere tutti insieme l’agognato obiettivo e rimanderemo a fine torneo il tirar le somme. Non siamo mai stati teneri con Foti, continueremo a non esserlo perché, secondo noi, ha delle gravi responsabilità sull’andamento della Reggina in questa B. Non lo saremo, ma, adesso, vogliamo prima d’ogni altra cosa non veder svanire un “capitale” (non ce ne frega nulla di quello economico), un patrimonio che è di un’intera Città e, quindi, anche nostra. Abbiamo sempre detto (chiunque, se ne ha la forza, può provare a smentirci) che noi non siamo per nessuno dei singoli che compongono la Reggina. Presidenti, allenatori, direttori sportivi, giocatori, magazzinieri etc. lo sono pro-tempore. La Reggina, invece, pro-tempore non è ed è, quindi, una parte, una faccia, della Reggio migliore che non vuole cedere. Quello che intendiamo dire, in sostanza, è che consideriamo la Reggina nella sua essenza, nel suo significato sociale e sportivo, in tutto quello che rappresenta. Ecco perché non avrà mai né un nome né un volto, ma sarà sempre La Reggina di Reggio. In sala stampa c’è un cauto sorriso e si avverte. Nessun tipo di esaltazione per la vittoria, ma solo la consapevolezza che si è vinto e che, almeno per stasera, si è dimostrato che, ancora, qualcosa in corpo c’è da dare e, soprattutto, lo si vuol dare. Il primo tra i protagonisti in campo è un ex molto speciale, Simone Rizzato (nella foto). Capitano ad Ancona per tre anni (due in C1 ed uno in B), ha ricevuto cori, applausi e striscioni da parte dei suoi ex tifosi. Stasera ha fatto il suo dovere di professionista, giocando una gara esemplare sulla fascia sinistra servendo infiniti cross per i suoi compagni al centro dell’area. Bella partita su un campo difficile. “Una grande partita, direi. E contro un’ottima squadra apparentemente impossibile dal battere nel suo stadio. Abbiamo dimostrato che non siamo finiti e siamo stati molto bravi tutti.” Gran primo tempo. “Si, come spesso è successo diamo il meglio di noi stessi nei primi 45 minuti di gioco. Poi capita che, magari, prendiamo un goal e ci lasciamo andare. Questa sera, però, incassato il goal del pareggio, non abbiamo ceduto un solo centimetro ed, anzi, abbiamo vinto con un goal nel recupero.” Tanto affetto qui attorno a te. “Ad Ancona ho casa e ci tornerò spesso. Qui ho vissuto tre anni importantissimi e calcisticamente splendidi. L’Ancona è una grande squadra, l’avevamo vista contro il Torino ed aveva giocato una gara bellissima.“ A proposito del Torino, domenica al “Granillo” arrivano proprio i granata. “Adesso ci riposiamo un po’ e poi inizieremo a lavorare per tornare a vincere anche in casa.” Gianni Rosati (nella foto) è il “DS ombra”, come l’abbiamo definito. Oltremodo silenzioso, sino quasi a dubitare che ci sia, dopo il fallimento del “suo” progetto Iaconi, arriva anch’egli in sala stampa (della serie “se si vince ci sono, se si perde probabilmente no!”). Gli amaranto, stasera, sono stati tutti all’altezza della situazione per quest’importante e fortemente voluta vittoria. “Sono marchigiano, abbiamo vinto sia ad Ascoli che, stasera, qui ad Ancona (che c’entra con la domanda, n.d.r.). E’ stata la vittoria del gruppo. Siamo andati in vantaggio, poi la solita cacata (bon soir finesse, degna “spalla” del segretario Calveri di cui si può leggere nel “pezzo” riguardante il tabellino e la cronaca, n.d.r), ma, infine, abbiamo vinto con merito. Le altre squadra nostre dirette concorrenti hanno fatto risultato ed è stato importante vincere stasera. E domenica sotto con il Torino.” E’ questa la strada giusta? “Sicuramente si!” Ecco Breda (nella foto mentre da indicazioni a Missiroli) a cui, come detto apertamente non più tardi di ieri durante la trasmissione sportiva di Telereggio “La Tribuna del Lunedì”, abbiamo espresso la nostra solidarietà per il momento difficile e per l’accoramento con cui si è fatto carico della “causa amaranto”: davvero ogni oltre previsione il suo “attaccamento alla maglia”. Vittoria importante, sarebbe stato un peccato non vincere. “Mi è piaciuto molto il primo tempo anche se, a dire il vero, nonostante la grande partita giocata, per come si erano messe le cose, siamo andati vicinissimi a non vincerla. Ci siamo mangiati dei goal, ma abbiamo vinto contro una squadra che, in casa, aveva sin qui fatto 11 vittorie e 4 pareggi senza mai perdere.” Stasera è venuto fuori lo spirito di gruppo. Tutti, insomma, volevano questa vittoria. “E’ vero, è la vittoria del gruppo. L’unico errore che non dobbiamo commettere e quello, adesso, di sederci. Siamo sempre laggiù in classifica.” I cambi che ha fatto? “La mia squadra spende molte energie e, giustamente, occorre far respirare un po’ chi gioca più spesso.” Tutti insieme si può raggiungere qualsiasi risultato? “Certo che si. Dobbiamo fare meno chiacchiere e più fatti. Meno parole e più lavoro. Dobbiamo solo pensare a lavorare sodo, e basta!” L’espulsione di Cacia avvenuta, per fortuna, quand’era già uscito per Pagano. “Ha sbagliato di certo il mio giocatore. Comunque, anche quando si ha ragione si deve mettere tutto da parte per il bene della squadra e stare più attenti. Mi sono incazzato molto con i miei ragazzi anche per delle ammonizioni evitabilissime.” Domenica prossima affronteremo il Torino con lo stesso spirito? “Con lo stesso ed anche con qualcosa in più.” Da mister a mister, da Breda a Salvioni. Vittoria meritata quella della Reggina? “Si, soprattutto per quello che hanno fatto nel primo tempo. Tutto sommato è giusto che sia finita così anche se la gara stava per terminare in parità.” Il suo Ancona è sembrato sotto-tono. “Finora abbiamo speso tanto, forse è normale che un calo, prima o poi, si accusi.” Missiroli ha fatto un gran goal ma è stato favorito da una dormita dei suoi difensori. “Forse si, ma è stato molto bravo comunque lui. Ha fatto un gran goal. Complimenti.” Cosa vi è mancato? “Credo nulla di particolare. Come detto è stata molto brava la Reggina specialmente nel primo tempo e grazie un po’ anche ai nostri errori.” I suoi attaccanti hanno ricevuto pochi palloni secondo lei? “Direi meglio che loro sono stati molto bravi a chiudere gli spazi rispetto a noi ad aprirli.” Avete accusato stanchezza? “Si, ma direi più di testa che di gambe.” Dopo il primo stop casalingo stagionale di questa sera vi aspettano due trasferte consecutive. “Dobbiamo fare il contrario di quello che abbiamo fatto finora in campionato e dobbiamo iniziare a fare bene anche lontano da casa.” La Reggina? “Ha giocato una gran partita, forse anche merito dei nostri errori. E’ in una situazione di classifica non facile ma, costretta a vincere il campionato, psicologicamente non è facile riprendersi sapere di avere quest’obbligo e poi ritrovarsi laggiù. Ma son convinto che ne uscirà perché ha un potenziale tecnico di assoluta qualità.”

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Ancona Reggina 1-2: tabellino e cronaca

Ancona – Reggina: 1-2. Ancona (4-4-2): Da Costa; Schiattarella, Cosenza, Cristante e Piccoli; Surraco, Catinali, De Falco e Miramontes (dal 90° Mustacchio); Colacone (dall’87° Gerardi) e Mastronunzio (c). In panchina: Sollitto, Milani, Pisacane, Camillucci, Mustacchio, Mirchev e Gerardi. All.: Salvioni. Reggina (3-5-2): Marino; Adejo, Valdez e Lanzaro (c); Barillà, Carmona, Tedesco (dal 61° Castiglia), Missiroli e Rizzato; Brienza (dall’84° Bonazzoli) e Cacia (dal 79° Pagano). In panchina: Kovacsik, Cascione, Bonazzoli, Santos, Costa, Viola e Pagano. All.: Breda. Arbitro: Velotto di Grosseto. Assistenti: Conca e Chiocca. Quarto uomo: Vallesi. Andata: 3-0 [Mastronunzio (rig.), Miramontes e Colacone)]. Marcatori: Barillà al 14°, Mastronunzio al 31° e Missiroli al 92°. Ammoniti: Mastronunzio al 15°, De Falco al 20°, Valdez,  Miramontes al 42°, Cacia al 79°, Schiattarella all’83° e Gerardi all’88°. Espulso: Cacia al 79°. Corner: 4 Ancona e 5 Reggina. Recupero: 2’ (p.t.) e 5’ (s.t.). Note. Salvioni ripropone la formazione che ha battuto il Torino con Schiattarella e Piccoli a fare i terzini e Catinali accanto a De Falco centrali di centrocampo. Breda, invece, cambia la settima formazione in sette gare della sua gestione. Dopo il 4-4-3 delle due ultime gare interne contro Modena e Lecce (entrambe perse), si ritorna al 3-5-2 con la panchina per Bonazzoli e Pagano. I diffidati, nell’Ancona Milani e Miramontes e nella Reggina Castiglia, Carmona, Barillà, Bonazzoli e Vigiani (assente per infortunio). Gli ex, nell’Ancona Cosenza e nella Reggina Rizzato.

La cronaca. Le due squadre iniziano la gara al “Dal Conero” tutto sommato a buoni ritmi, ma studiandosi e tenendosi sott’occhio l’un l’altra. Il primo tiro verso una delle due porte è di De Falco al 7° che, però, manda al lato. Immediatamente, sull’altro fronte, risponde Cacia che vede il suo tiro deviato in corner. Occasionissima per la Reggina al 9°. Missiroli, da destra, cerca di mettere al centro ma svirgola malamente. Ci pensa, però, con un controllo difettoso, il difensore De Falco che consente a Brienza di ritrovarsi a tu per tu con Da Costa salvo poi tirargli addosso il pallone e sprecando. Al 12° risponde “la Vipera” Mastronunzio provandoci ma calciando fuori. E’ una buona Reggina, per il momento. Determinata e tenacemente propensa a dare il primo dispiacere casalingo del campionato alla squadra di Salvioni. Al 14° altra occasione per la Reggina, Barillà ci prova di piatto sinistro ma il tiro è respinto. Ma è solo il prologo al goal del vantaggio degli amaranto che giunge sempre al minuto 14. Tedesco scodella al centro da destra, Cacia liscia in rovesciata e la palla, dopo un batti e ribatti, arriva ancora a Barillà (nella foto) che, questa volta, non sbaglia e porta in vantaggio i suoi. Terzo goal stagionale per “Nino il reggino” e secondo consecutivo dopo quello del parziale vantaggio contro il Lecce. Gioca e macina gioco la Reggina soprattutto sulla fascia sinistra dove l’ex capitano dorico Rizzato mette al centro ma senza trovare compagni. Questo è l’atteggiamento giusto per evitare la Prima Divisione. Bene! E’ ancora Reggina al 25°. Azione in diagonale Cacia – Missiroli – Brienza con quest’ultimo che, di sinistro, prova “a giro” sul palo più lontano ma la palla termina al lato di non poco. Ancora Reggina, ancora Brienza al 27°. Riceva palla da Carmona in verticale e, dal limite dell’area di rigore, calcia bene verso la porta. Da Costa è attento e respinge a terra. La Reggina gioca al calcio ed ha voglia e si vede. Al 29° Carmona recupera palla sulla propria trequarti e verticalizza per Cacia che, appena controllato il pallone, tira di destro non di molto alto con i dorici che protestano con Conca per un presunto fuorigioco di quest’ultimo. Al 31° è ancora Reggina, e che Reggina! Brienza tunnel su un avversario, in diagonale taglia tutto il campo da destra a sinistra per Rizzato, cross di quest’ultimo e Cacia, di testa, colpisce bene ma manda al lato. Goal fallito goal subito. E’ ancora il 31° e l’Ancona pareggia. Colacone, in area, calcia in diagonale ma Marino devia allungandosi a terra alla sua destra. Valdez dorme ed il più lesto è “la Vipera” Mastronunzio che, da grande uomo d’area opportunista e cinico, non ha alcuna difficoltà ad appoggiare in rete di piatto sinistro a porta sguarnita siglando così il suo 18° goal stagionale. La Reggina, si sa, subito un goal è avvezza a crollare. Vedremo. Al 37° i reggini chiedono il secondo giallo per De Falco per un intervento scomposto e duro su Tedesco. Velotto sorvola e Carmona, poi, sul calcio di punizione conseguente, manda al lato. Ancora Reggina al 40°. Rizzato, al suo ennesimo cross, non trova però nessuno dei suoi al centro dell’area e la difesa mette in corner. Peccato! La Reggina spinge senza sosta. Ha un furore agonistico meritevole d’attenzione e troppe poche volte visto in questo torneo. Al 42° combinazione veloce Rizzato – Tedesco e cross al centro dove Cacia, spalle alla porta, non riesce nel controllo e l’azione sfuma. La Reggina produce e l’Ancona va vicinissima al goal. Dalla trequarti d’attacco, lancio millimetrico di Miramontes per Mastronunzio che ci arriva con la punta dello scarpino destro ma, per fortuna, mette fuori. E’ il primo dei due minuti di recupero concessi dall’arbitro. Il primo tempo finisce sul risultato di parità e, comunque, dopo ottimi 45 minuti disputati dagli uomini di Breda. La Reggina inizia la ripresa sullo stesso filo conduttore del primo: vuole “fare” la partita e vuole farla sua. E’ l’Ancona, però, a rendersi pericolosa con Miramontes che, di prima intenzione, da qualche metro fuori area, calcia verso la porta di Marino mandando al lato. Mai abbassare la guardia, se i dorici cono lassù e non hanno mai perso in casa un motivo ci sarà. La conferma arriva al minuto 57 con De Falco che, da fuori area, colpisce la parte alta della traversa grazie anche ad una provvidenziale deviazione di un giocatore amaranto. Partita apertissima e ricca di capovolgimenti di fronte in cui entrambe le squadre danno l’impressione di poter passare in vantaggio. Al 58° Carmona, su punizione da corner corto, impensierisce la difesa dorica che si salva in corner. Sugli sviluppi dello stesso Cacia è pescato in offside dopo un cross proveniente da destra. Sul rapidissimo ribaltamento di fronte, è bravo Adejo a tagliare in diagonale ed a respingere un pericoloso tocco al centro di Miramontes per Mastronunzio. E’ una bella partita, nulla da eccepire. Al 63° altra occasione per la Reggina. Brienza riceve palla da sinistra, arpiona il pallone e mette al centro per Cacia che, però, vanifica tutto scivolando un attimo prima del contatto con il pallone. Un minuto dopo ed il pubblico anconetano dedica il giusto tributo al suo ex capitano Simone Rizzato con un coro prolungato e gli applausi di tutto lo stadio. Bello il segnale di gratitudine per i suoi 3 anni tra i marchigiani (due in C1 ed uno in B). Al 66°, forse casualmente, ci prova Missiroli con un cross trasformatosi in tiro che passa un soffio sopra la porta difesa da Da Costa. Al 69° è ancora Rizzato al cross da sinistra per l’ancora “scivolato” Cacia al centro dell’area. Al 72° ci prova Castiglia (subentrato a Tedesco ed alla prima partita dopo quella d’esordio a Cittadella, rigore sbagliato annesso), ma il tiro è centrale e parato senza problemi da Da Costa. Risponde un minuto dopo Miramontes che, però, manda alto sulla traversa. La partita rimane avvincente, ma il ritmo inesorabilmente cala. La ravviva l’espulsione di Cacia al 79°. Breda chiede il cambio, entra Pagano per Cacia che deve fare mezzo campo per uscire. Velotto non interviene per interminabili secondi, ma si ricorda di ammonirlo un attimo dopo che lo stesso giocatore dà il “cinque” al compagno ormai entrato in campo. Cacia lo guarda e Velotto tira fuori il secondo giallo per l’inevitabile espulsione. Complimenti al segretario generale amaranto, Calveri, per la bestemmia in diretta tv e, peraltro, molto vicina ai microfoni di SKY. Complimentoni davvero. Per gli accompagnatori non è prevista la squalifica/espulsione per vilipendio o è riservata solo ad allenatori/giocatori? Ci sarebbe piaciuto assistere al “rosso” diretto per lui, senza nessuna pietà! Breda cambia l’attacco, dopo Pagano per Cacia, ecco Bonazzoli per Brienza. Le squadra sono stanche, hanno corso e prodotto entrambe tanto. Quando tutto sembra volgere al termine sul risultato di parità, Missiroli (nella foto) s’inventa un dribbling pazzesco sulla sinistra. Supera un avversario, si porta sulla linea di fondo, supera un altro avversario ed insacca in diagonale alto battendo Da Costa nell’angolino alto a quello opposto di tiro. E’ il goal del vantaggio, è il goal della vittoria! Meritatissima quanto inaspettata. Questa è la strada giusta, basta percorrerla fino alla fine. Bravo Breda, brava Reggina!

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Sinopoli e Sant’Eufemia d’Aspromonte: operazione antidroga denominata “Rete”

Nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Villa San Giovanni hanno portato a termine  un’ operazione antidroga finalizzata all'esecuzione di 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti nei confronti di un gruppo di soggetti ritenuti responsabili di "detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e  marijuana. L’attività dei militari si è svolta tra Sinopoli e S. Eufemia d’Aspromonte ed ha riguardato anche le città di Messina, Paola(CS) e Nettuno(RM). L’attività origina dallo sviluppo di alcuni dati info-investigativi acquisiti nel corso di controlli sul territorio di soggetti d’interesse operativo nel comune di Sinopoli. Il gruppo di soggetti investigato era organizzato in associazione ed aveva ad oggetto il traffico di sostanze stupefacenti. L'attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ( Dott. Federico Perrone Capano e Dott.ssa Adriana Fimiani) è stata condotta con le classiche tecniche d’investigazione di polizia giudiziaria e riscontrata anche con arresti in flagranza e sequestri di sostanze stupefacenti.

Il centro di ”interessi” principale del sodalizio criminale individuato ricade nel Comune di Sinopoli, luogo di consumazione del reato associativo e luogo principale di approvvigionamento dei quantitativi più rilevanti dello stupefacente, che veniva in seguito distribuito tramite la “rete” in diverse piazze del territorio calabrese. È stato accertato  che lo stupefacente veniva: a) lavorato e tagliato in Sinopoli, presso l'abitazione di soggetti del  luogo che avevano costituito un ramificato supermarket della droga con vere e proprie centrali dello spaccio; b) ceduto a spacciatori provenienti da tutta la Calabria, soprattutto dalle zone di Bagnara che si recavano in Sinopoli per acquistarlo e provvedevano successivamente a smerciarlo al dettaglio nelle zone di provenienza. Nel corso delle indagini veniva altresì appurata la grande disponibilità di armi clandestine, da parte del sodalizio nonché il coinvolgimento di altri soggetti nel traffico e nella detenzione illegale delle predette armi. In particolare, elemento di riscontro al contenuto delle intercettazioni è stato rappresentato dai sequestri di sostanza stupefacente, armi e munizionamento eseguiti sulla base delle indicazioni captate. Nel corso delle indagini è stata riscontrata  anche la consumazione, da parte degli indagati, di altri reati quali: estorsioni, rapine e furti. In particolare parte del sodalizio dopo aver pianificato ed organizzato una rapina ad una tabaccheria di Sant’Eufemia, per più volte tentavano la consumazione della stessa, desistendo in seguito alla presenza di pattuglie dell’arma opportunamente dislocate sul territorio. In altra occasione, alcuni degli indagati si presentavano, su richiesta di un parente calabrese, in un locale “sala ricevimenti e da ballo” di Nettuno e lasciando chiaramente intendere la propria appartenenza alla criminalità organizzata calabrese. Tale gesto  condizionava la trattativa di affitto e liberazione “coatta” di un appartamento tra i gestori del locale e il proprietario di origine calabrese. Sempre nella disponibilità degli indagati sono stati rinvenuti  n. 6 fucili con matricola punzonata detenuti illegalmente e sequestrati in una baracca in località “Trasmarino” a Sant’Eufemia d’Aspromonte, di cui due provento di rapina a cacciatori commessa nella zona aspromontana. Elenco arrestati: Bonforte Matteo, nato a Palmi in data 07.01.1984, residente a Sinopoli in corso Umberto I° n°16, pregiudicato; Cannizzaro Giuseppe,  nato a Reggio Calabria in data 18.02.1983, residente a Sinopoli in Via aspromonte n°56/a, pregiudicato; Carbone Rocco, nato a Palmi il 12.01.1988, residente a Sinopoli in via Roma n°80, pregiudicato; Delfino Mariano, nato a Reggio Calabria il 15.10.1987, residente a Sinopoli, via Marconi n°12, pregiudicato; Delfino Rocco Graziano, nato a Reggio Calabria il 6.9.1986, residente a Sinopoli in via Marconi n°12, pregiudicato; Fedele Cosimo, nato a Palmi in data 09.07.1980, residente a Sinopoli in via Pola n°2, pregiudicato; Oliverio Angelo, nato a Reggio Calabria il 21.10.1966, residente a Sant'eufemia d'Sspromonte in via De Nava n°40, pregiudicato; Rechichi Vincenzo, nato a Taurianova in data 24.03.1974, residente ad Acquaro di Cosoleto, in via Archi n°16; Trotta Francesco, nato a Paola il 29.05.1979, ivi residente in via Delle Zagare n.1, ii traversa, pregiudicato. E’ ricercato: Cannizzaro Domenico, nato a Palmi il 11.05.1979, residente a Sinopoli in via Cavour Sottostante n°19, pregiudicato, colpito da ordinanza di custodia cautelare domiciliare in stato di irreperibilità.

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A.S.D. Team Basket Viola Liomatic RC e Pallacanestro Nautica Alcaro CZ scrivono a Loiero

In una lettera congiunta inviata al Presidente della Regione Calabria On. Loiero, La ASD Team Basket Liomatic Viola (nella foto durante un time out) e la Pallacanestro Nautica Alcaro Catanzaro  hanno lamentato la mancata erogazione di un contributo economico a sostegno delle attività sportiva delle due massime espressioni della pallacanestro calabrese in ambito nazionale. Il sostegno alle attività sportive, vuoi sotto forma di sponsorizzazione., vuoi sotto quella di contributo, fa parte dei compiti istituzionali delle regioni e, nel caso delle società maggiori, quali indubbiamente sono l’ASD Team basket Viola RC e la Pallacanestro Catanzaro, tali interventi rientrano nella normale attività amministrativa dell’ente.

La Regione Calabria, del resto, ha concesso da sempre contributi, talvolta anche molto cospicui, alle realtà sportive calabresi che militano in campionati nazionali, nonché agli organizzatori di manifestazioni sportive di vario genere. Non si comprende dunque perché le più importanti società calabresi del mondo dei canestri, siano state finora escluse da questa ripartizione. Eppure, su istanza delle società stesse, regolare richiesta di concessione di contributo era stata effettuata attraverso un emendamento, a numerose firme, regolarmente presentato in commissione bilancio; ma, stando a quanto si è detto (e che i fatti sembrano purtroppo confermare), non esaminato, né da alcuno riportato successivamente in discussione. La ASD Team Basket Liomatic Viola e la Pallacanestro Nautica Alcaro Catanzaro, altrimenti in grave difficoltà per il mancato impegno della regione, auspicano che il presidente Loiero voglia intervenire immediatamente per rimediare alla pesante discriminazione della quale sono state finora fatte oggetto. (La nota è firmata dai presidenti della Liomatic e della Nautica Alcaro, Domenico Comandè e Giuseppe Parentela).

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