FED CUP: conferenza stampa delle due nazionali
Si è appena conclusa la cerimonia di premiazione sul campo che ha visto assolute protagoniste le azzurre. Il presidpresidente della Federazione Italiana Tennis (FIT) Angelo Binaghi, il direttore della Calabria di BNP Paribas (BNL in Italia) e la presidentessa dell'United States Tennis Association (USTA) Lucy S. Garvin, hanno appena terminato di consegnare la Fed Cup alla nazionale italiana, la medaglia e la miniatura della stessa ad atlete e capitani. La prima nazionale ad arrivare in sala stampa è quella delle "sconfitte" (nella foto, da sinistra, King, Glatch, Oudin ed Huber) capitanata da Mary Joe Fernandez. L'interprete latita forse pensando ancora all'ottimo cibo distribuitoci in questi giorni e ci viene concessa di fare un'unica domanda in italiano alla giocatrice americana che ha più sorpreso favorevolmente in questa "due giorni": Melanie Oudin, 18 anni appena compiuti, professionista dal 2008, 4 incontri in Fed Cup (in cui ha esordito contro l'Argentina nei quarti) e con un record di una vittoria e 3 sconfitte (le ultime due contro Schiavone e Pennetta).
Le chiediamo chi secondo lei, tra la Schiavone ieri e la Pennetta oggi, sia la più forte. "Entrambe contro di me hanno giocato al loro meglio, sono due grandi giocatrici. Sono nel pieno della loro carriera ed io devo e voglio imparare anche da loro. Sia ieri che oggi, sul 5-5 mi hanno fatto una pressione incredibile ed hanno vinto con merito." La nazionale italiana (nella foto, da sinistra, Errani, Barazzutti, Vinci, Schiavone e Pennetta), invece, si fa attendere forse perchè ancora in clima festeggiamenti. Quando arriva sorrisi e battute per tutti. Barazzutti, in fase di presentazione del match disse che non era per niente facile battere gli Stati Uniti. Il risultato finale di 4 a 0, invece, lascia pensare che difficile non lo è stato nemmeno. "Ho detto che era difficile e lo penso ancora adesso che abbiamo vinto. A volte, giocare con i favori del pronostico così tanto a proprio vantaggio mette nelle condizioni di una particolare pressione psicologica da cui non è facile liberarsene tornando ad essere concentrati. Ovviamente, d'altro canto, alla fine i valori vengono fuori e la qualità vince sempre." Cosa significa questa vittoria? "Questa vittoria è uno spot importantissimo per il tennis italiano. Stimolante soprattutto per il nostro tennis maschile che rimane dietro a noi e ci guarda vincere ("Rosicando!", aggiunge la Schiavone ridendo, n.d.r.). Questo gruppo entusiasma, crea proseliti, per l'umiltà e la voglia di vincere che ha e che, soprattutto, dimostra ogni volta che scende in campo." Interviene la Schiavone: "Noi abbiamo bisogno di voi (la stampa, n.d.r.) e voi di noi. Se voi scrivete di noi in termini positivi per i risultati che otteniamo, allora tutto il movimento del tennis italiano, a partire dai giovanissimi, ne trarrà vantaggi." Barazzutti, hai messo la firma in tutte e tre le vittorie più importanti del tennis italiano (nel 1976 la Coppa Davis e nel 2006 ed oggi la Fed Cup, n.d.r.). Come ti senti? "Come amo dire, da allenatore, con le ragazze sono stato solo un passeggero, un loro compagno di viaggio seppur da capitano. Loro, credetemi sono straordinarie ed io voglio a tutte loro un gran bene. Sono comunque sensazioni molto diverse: in Davis da giocatore ed oggi da spettatore, certamente privilegiato, da capitano ma pur sempre seduto in panchina e non in campo." Si chiude qui la finale 2009 della Fed Cup. La prima volta in assoluto che la finale si gioca in Italia scegliendo Reggio Calabria come palcoscenico mondiale per un evento straordinario. L'Italia sul tetto del mondo è stata la ciliegina sulla torta confezionata da un'eccellente organizzazione del Circolo del Tennis "Rocco Polimeni", presieduto da Igino Postorino, da una straordinaria partecipazione attiva di pubblico, da una serie di eventi collaterali che hanno dato ancora lustro alla città più grande e bella della Calabria. Grazie Italia, grazie Reggio.