Catania: Procura della Repubblica e Guardia di Finanza, operazione “Consegna a domicilio”. Associazioni dedite al traffico di stupefacenti ed a furti aggravati anche in abitazioni, 11 arresti (video)

(228) Su delega di questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 11 persone (10 ristrette in carcere e una agli arresti domiciliari) indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (principalmente cocaina e marijuana) nonché alla perpetrazione di furti aggravati anche in abitazioni.

L’investigazione condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania e coordinata da questa Procura Distrettuale si caratterizzava per l’acquisizione di gravi e plurimi indizi attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali puntualmente riscontrati dall’esecuzione di 5 arresti in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti e furto in abitazione nonché dal sequestro di kg.4,5 di marijuana. L’indagine è convenzionalmente denominata operazione “CONSEGNA A DOMICILIO” in ragione del fatto che l’appartamento del principale indagato era divenuto una base logistica per la compravendita all’ingrosso e al dettaglio di cocaina e marijuana.

Nello specifico, l’indagine dei Finanzieri del G.I.C.O. di Catania trae la sua origine dallo sviluppo diretto delle evidenze emerse in un distinto procedimento penale che portò, nel gennaio 2016, all’arresto in flagranza di reato di 2 soggetti trovati in possesso di cocaina e eroina, sostanze stupefacenti destinate ad essere acquistate proprio dal sodalizio criminale successivamente investigato. Nel proseguo delle attività, i Finanzieri del Nucleo P.E.F. delineavano anche l’operatività di una distinta associazione che, oltre a spacciare stupefacenti, si era specializzata nella realizzazione di furti in abitazione e in esercizi commerciali “con spaccata”.

Il primo sodalizio criminale ruota intorno alla figura di RUSSO Carmelo (cl.1955) detto “TURAZZO” la cui abitazione di Misterbianco fungeva da centrale operativa dello spaccio oltreché sede di incontri con pregiudicati e soggetti sottoposti a provvedimenti di sorveglianza speciale della pubblica sicurezza. RUSSO Carmelo unitamente al fratello Mario (cl.1972), quest’ultimo già condannato per la sua appartenenza al clan mafioso dei “Cursoti Milanesi”, mantenevano costanti relazioni con fornitori (palermitani e calabresi) ed acquirenti (localizzati a Messina, Siracusa, Motta Sant’Anastasia, Portopalo di Capopassero) avvalendosi della collaborazione dei seguenti sodali (tutti ristretti in carcere):

  • INNAO Filadelfo (cl. 1957) e GIANNETTO Cirino (cl. 1971) quali detentori della “cassa comune” del gruppo criminale e, quando necessario, corrieri dello stupefacente acquistato o da cedere;
  • PAVONE Emanuele (cl. 1966) il quale si occupava della fase di approvvigionamento degli stupefacenti nonché della vendita in territorio messinese;
  • BEVILACQUA Antonio (cl. 1974) e PELLE Antonio (cl. 1986), entrambi reggini, quali stabili fornitori di cocaina della formazione criminale catanese.

Il secondo focus investigativo dell’operazione in rassegna era rappresentato dall’associazione a delinquere capeggiata da Vito Danilo CAPUTO (cl. 1989) e da Pio Giuseppe SCARDACI (cl. 1986) e completata da Alfio STANCAPIANO (cl. 1994) e Carmelo MOTTA (cl. 1985) – i primi tre sono stati ristretti in carcere, il quarto ai domiciliari – i quali erano autori seriali di furti, anche tentati, in appartamento. Nello specifico, gli indagati erano soliti impossessarsi delle chiavi dell’abitazione che il malcapitato lasciava incustodite nella sua autovettura per poi recarsi presso l’appartamento della vittima e agire indisturbati. Spesso la persona offesa non si rendeva conto della sottrazione delle chiavi in quanto l’autovettura veniva aperta senza che gli indagati lasciassero evidenti segni di effrazione.

Tra i fatti criminosi orchestrati dal citato gruppo criminale figurano:

  • il furto di una Fiat Bravo a Lentini (SR) e conseguente utilizzo dello stesso veicolo contro la vetrina di un esercizio commerciale di Siracusa per l’impossessamento di oltre 500 capi di abbigliamento del valore di circa 25 mila euro;
  • il furto in un’abitazione di Belpasso (CT) con il conseguimento di un bottino di gioielli del complessivo valore di 1.500 euro circa;
  • il furto in un appartamento a Cefalù (PA) di gioielli e denaro contante per circa 80 mila euro recuperati dalla Guardia di Finanza di Catania in occasione dell’arresto in flagranza di reato dei 2 responsabili.

L’indagine del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania ha, dunque, permesso di porre fine all’attivismo di due agguerriti sodalizi che si muovevano a stretto contatto con soggetti interni ad organizzazioni mafiose già raggiunti da provvedimenti restrittivi richiesti da quest’Ufficio ed eseguiti anche da altre forze di polizia.

Condividi sui social

Catania: Guardia di Finanza, operazione “Shoes”. Associazioni armate dedite al traffico di stupefacenti ed all’agevolazione del clan Santapaola-Ercolano. 25 arresti (video)

(177) I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 25 persone (21 ristrette in carcere e 4 agli arresti domiciliari) indagate, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana, hashish e “crack”) aggravata dalla finalità di agevolare il clan mafioso “Santapaola-Ercolano” e dalla detenzione di armi. Contestualmente, è stato eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per sproporzione (art.240 bis C.P.) di una ditta individuale per un complessivo valore di 200 mila euro.

L’investigazione condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria e coordinata da questa Procura Distrettuale, è convenzionalmente denominata operazione “SHOES” per l’utilizzo, tra le tante, quali parole convenzionali, di noti brand di scarpe per comunicare i quantitativi di droga da movimentare.

La meticolosa indagine dei Finanzieri del G.I.C.O. di Catania (Gruppo Operativo Antidroga, G.O.A.), consentiva di pervenire, tra gennaio 2017 e novembre 2018, a ripetuti riscontri dell’operatività di molteplici gruppi criminali organizzati (catanesi riforniti da formazioni criminali campane, albanesi, calabresi e laziali) attraverso l’arresto in flagranza per traffico di stupefacenti di 6 soggetti (artt. 73 e 80, D.P.R. 309/90) e al contestuale sequestro, in più frangenti, di oltre kg. 4 di cocaina, kg. 52 di marijuana e kg.25 circa di hashish. Gli stupefacenti sequestrati, destinati al mercato della Sicilia orientale, avrebbero fruttato alle strutturate compagini criminali etnee proventi per 2,5 milioni di euro.

Nel dettaglio, l’indagine dei Finanzieri del G.I.C.O. di Catania trae la sua origine dallo sviluppo diretto delle evidenze emerse in un distinto procedimento penale (Operazione “STOP AND GO”, Guardia di Finanza Catania) che portò, nel maggio 2019, all’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 16 persone espressione di due distinte compagini associative, aventi la loro base operativa a Catania con ramificazioni attive in Italia (Torino, Siena e Reggio Calabria) e all’estero (Spagna e Sud America).

L’odierna operazione “SHOES” ha permesso di tracciare con dovizia i traffici criminali condotti da due associazioni armate finalizzate al traffico di stupefacenti, una delle quali operativa anche allo scopo di agevolare Cosa Nostra etnea (gruppo criminale “ottantapalmi” poi assorbito dai “Nizza”) mediante la destinazione di parte dei proventi illeciti alle famiglie dei detenuti.

Il primo sodalizio era capeggiato da un pregiudicato catanese soprannominato “Bakù” dai fornitori partenopei in onore di una nota piazza di spaccio di Scampia (chalet Bakù), già noto alle cronache giudiziarie per essere stato tratto in arresto, nel quartiere etneo di Zia Lisa, con 1,3 kg di cocaina celata tra salumi nonché per la detenzione illegale di un’arma clandestina e munizioni. Tra i suoi sodali figurava anche un cantante neomelodico catanese noto per i suoi pezzi in napoletano. Il clan catanese si approvvigionava stabilmente, mediante collaudati sistemi di comunicazione tesi a eludere anche eventuali intercettazioni telefoniche in atto, da un sodalizio operante a Castellammare di Stabia (NA) nonché da un gruppo criminale italo albanese avente la sua base logistica nel Lazio. La detenzione di armi veniva riscontrata, nel settembre del 2017, quando, i Finanzieri del G.I.C.O. di Catania, nel quartiere di San Berillo Nuovo (Corso Indipendenza, Catania), traevano in arresto 2 soggetti in possesso di un arsenale costituito da un fucile mitragliatore ak 47 kalashnikov, 3 revolver, 1 pistola semiautomatica e circa 500 cartucce di vario calibro, alcuni passamontagna e oltre un chilo di marijuana.

Il secondo focus investigativo dell’operazione “SHOES” era rappresentato dall’associazione armata capeggiata da un affiliato di cosa nostra etnea, promotore e coordinatore di un’attività di spaccio di stupefacenti nel territorio di Catania, il quale si procurava cocaina e “crack” da fornitori catanesi e calabresi e gestiva la lucrosa attività unitamente alla moglie, incaricata della contabilità dei crediti vantati nei confronti degli acquirenti e della suddivisione in dosi. I proventi del traffico di stupefacenti, oltre che essere ripartiti tra gli affiliati in relazione alle mansioni svolte, erano destinati dal promotore anche alle famiglie di alcuni affiliati in carcere del clan “Santapaola – gruppo Nizza”. Numerose le conversazioni intercettate nelle quali il reggente dell’associazione, contrariato dalla gestione non adeguatamente redditizia di una piazza di spaccio, palesava la necessità di affidare la stessa a soggetti in grado di garantire introiti superiori anche per sostenere adeguatamente le famiglie dei detenuti i quali, all’atto della loro carcerazione, avevano in lui riposto la fiducia affidandogli il controllo delle loro piazze.

Condividi sui social