Palermo: NSPV Guardia di Finanza, operazione “Mani in pasta”. Durissimo colpo a “Cosa Nostra”: 91 arresti, sequestri per circa 15 milioni, recisi i tentacoli dei clan sul tessuto economico palermitano e lombardo (video)

(203) Su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, nella mattinata odierna, il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, con il supporto del Comando Provinciale di Palermo – che ha messo in campo uno straordinario sforzo operativo – nonché di altri Reparti sul territorio nazionale, ha dato esecuzione a numerose ordinanze di custodia cautelare e sequestro preventivo, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo.

L’operazione ha portato alla disarticolazione dei clan – tra cui la famiglia FONTANA, imparentata con la famiglia GALATOLO – storicamente egemoni nei quartieri palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella, facenti parte del mandamento mafioso di Resuttana. Oltre 100 i soggetti a vario titolo indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti, esercizio abusivo di giochi e scommesse ed altri reati contro la persona e il patrimonio. Di questi, 91 sono stati destinatari di misure cautelare personali.

L’attività di servizio, scaturita dagli sviluppi di pregresse risultanze investigative, derivanti prevalentemente dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia ascoltati dalla D.D.A. di Palermo (e tra questi, in particolare, il noto Vito GALATOLO) si è arricchita di un paziente e scrupoloso lavoro condotto dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza attraverso, in particolare, la valorizzazione “ragionata” e “mirata” delle informazioni concernenti gli aspetti patrimoniali e finanziari – vero punto di forza della Componente speciale del Corpo – reso più difficoltoso, in questa indagine, dall’assenza di segnalazioni per operazioni sospette, pur a fronte di numerose operazioni “anomale”.

Altrettanto prezioso, poi, è stato il lavoro di riscontro delle dichiarazioni dei suddetti collaboratori di giustizia, attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche, nonché di controllo sistematico del territorio tramite pedinamenti e video-riprese, particolarmente complesse tenuto conto, soprattutto, del contesto territoriale di riferimento.

Le investigazioni hanno consentito di accertare come, nel vuoto di potere venutosi a creare a seguito dei numerosi provvedimenti di custodia cautelare che hanno interessato nel tempo il mandamento mafioso di Resuttana, nei territori palermitani dell’Arenella e dell’Acquasanta, si è verificata l’ascesa – in particolare – della famiglia FONTANA, i cui attuali esponenti si erano stabiliti da anni a Milano, ove erano dediti al reimpiego di una parte importante dei proventi delle attività criminali commesse sul territorio di Palermo.

Determinanti i riscontri investigativi, da cui è emersa l’opprimente presenza del clan sul territorio, attuata mediante la perpetrazione dei più tradizionali delitti di matrice mafiosa, quali l’estorsione, il traffico di sostanze stupefacenti, l’illecita concorrenza con minaccia o violenza. È emerso, altresì, che gli ingenti proventi delle condotte criminali – in parte utilizzati per il 2

mantenimento dei familiari dei detenuti – sono stati riciclati e/o reimpiegati in molteplici settori economici della Sicilia e della Lombardia: ippica, gaming (centri scommessa e slot machine), cooperative attive nel campo della cantieristica, compravendita di preziosi, società attive nella produzione e commercializzazione del caffè, commercio di materie prime alimentari (farina, frutta e verdura) e packaging alimentare.

Disposto il sequestro del patrimonio e del complesso aziendale di 22 attività economiche, tra cui centri scommesse, società attive nei settori della cantieristica navale, della produzione, commercializzazione e somministrazione di bevande e alimenti. Disposto, inoltre, il sequestro preventivo di n. 13 cavalli da corsa, n. 8 immobili, vari mezzi di trasporto, nonché i saldi attivi di rapporti finanziari per un valore complessivo stimabile, allo stato, non inferiore ai 15 milioni di euro.

Per l’esecuzione dei numerosi provvedimenti la Guardia di Finanza ha complessivamente messo in campo circa 500 militari – tra cui baschi verdi e unità cinofile per la ricerca di armi ed esplosivi, sostanze stupefacenti e valuta – con il supporto di mezzi aerei.

Le operazioni sono in corso in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania.

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Palermo: Guardia di Finanza, operazione “Trasporti pericolosi”. Truffa aggravata ai danni del SSR, eseguite 5 misure cautelari personali e sequestrate una falsa “onlus” ed oltre 1 milione (video)

(169) I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo nei confronti di cinque soggetti, di cui quattro ristretti agli arresti domiciliari (i coniugi SAMMARTINO Giuseppe, cl. ‘67 e LUNETTA Maria, cl. ‘78; CONSIGLIO Gaspare, cl. ’73; ALAIMO Calogero, cl. ‘62) e uno sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza (D’ERRIGO Gennaro, cl. 70).

Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo della Onlus Cuore Giovane, con sede in Monreale, nonché di oltre un milione di euro quale profitto dei reati contestati.

La Cuore Giovane svolge, per conto dell’ASP di Palermo, il servizio di trasporto emodializzati e, per conto della SEUS, il servizio di emergenza-urgenza 118 “in eccedenza” (ossia quando, a giudizio della centrale operativa, i mezzi del 118 non sono sufficienti).

Le indagini degli investigatori del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia economico finanziaria hanno consentito di accertare che la Cuore Giovane, dietro le mentite spoglie di organizzazione non lucrativa di utilità sociale, celava invece un’autentica attività d’impresa, gestita, oltre che da CONSIGLIO prima e da LUNETTA poi quali legali rappresentanti, anche, di fatto, da SAMMARTINO, dipendente della SEUS.

L’associazione è stata gestita con scopo di lucro, perseguendo gli interessi privati degli amministratori, in contrasto con le norme c.d. terzo settore e camuffando gli stipendi elargiti ai “volontari” (in realtà dipendenti) come rimborsi.

Inoltre, in sede di stipula e rinnovo delle convenzioni con l’ASP, gli indagati hanno prodotto falsi attestati relativi alla partecipazione degli autisti soccorritori e barellieri a corsi BLSD (basic life support and defibrillation), formalmente rilasciati da associazioni abilitate, ma di fatto auto-procurati con la complicità di ALAIMO (dipendente dell’ASP di Caltanissetta con la qualifica di infermiere) e D’ERRIGO (dipendente della SEUS).

Proprio grazie a tali false attestazioni di requisiti la Cuore Giovane Onlus ha potuto accedere alle convenzioni pubbliche, frodando gli stessi enti che le avevano affidato i servizi e ottenendo ingenti fondi pubblici a fronte di servizi resi in assenza dei requisiti richiesti.

Il GIP ha disposto il conseguente sequestro delle somme indebitamente percepite, pari a oltre 1 milione di euro, nonché della ONLUS e di tutto il suo patrimonio aziendale, designando un custode giudiziario, così da evitare il rischio che i reati contestati possano essere protratti.

La Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, continua ad operare quale polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale, assicurando – soprattutto in questo periodo di grave emergenza sanitaria con cui si sta misurando il nostro Paese – la tutela degli operatori economici, dei lavoratori onesti e rispettosi delle regole e delle fasce più deboli ed esposte a rischio della popolazione.

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Palermo: Guardia di Finanza, operazione “Riposi amari”. Maltrattamenti ai danni di anziani, bancarotta, riciclaggio ed autoriciclaggio: 6 arresti e sequestro di una casa di riposo (video)

(131) I Finanzieri del Nucleo di polizia economico – finanziaria di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, con la quale è stata disposta l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 soggetti, responsabili del reato di maltrattamento ai danni di anziani ospiti di una casa di riposo di Palermo.

Con il medesimo provvedimento, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo della società che gestisce l’attività assistenziale, quale profitto dei delitti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio, nonché di una carta “Reddito di cittadinanza” indebitamente ottenuta da uno degli indagati.

Al vertice del disegno criminale vi era CATALANO Maria Cristina (cl. 63), già referente delle precedenti società fallite, nonché amministratrice di fatto della compagine che gestisce attualmente la casa di riposo, coadiuvata da BRUNO Vincenza (cl. 85) e dalle altre dipendenti MONTI Anna (cl. 67), LA BARBERA Valeria (cl.92), DI LIBERTO Antonina (cl. 65) e FLORIO Rosaria (cl. 78).

La DI LIBERTO risulta inoltre inserita in un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza (799 euro al mese dal maggio 2019) ottenuto però con dichiarazioni mendaci e per questo è stata denunciata anche per tale fattispecie illecita in concorso con il compagno (M.D., cl. 55), effettivo richiedente il beneficio.

Per quanto attiene ai reati fallimentari, è stata dimostrata la continuità aziendale tra tre società che ininterrottamente a partire dal 1992 hanno gestito la casa di riposo “Aurora”.

Le diverse compagini sono state asservite agli interessi criminali degli indagati facendole subentrare l’una all’altra una volta portate in stato di decozione finanziaria, accumulando complessivamente un passivo fallimentare pari a circa un milione di euro.

Per realizzare il disegno criminoso sono state perpetrate operazioni di distrazione patrimoniale, di riciclaggio e autoriciclaggio, potendo contare la CATALANO sul contributo di soggetti “teste di legno” in qualità di formali amministratori e su soggetti compiacenti, tra i quali anche un impiegato comunale, tutti indagati.

Le indagini eseguite dai finanzieri del Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di polizia economico – finanziaria di Palermo, valorizzando anche le dichiarazioni di ex dipendenti della struttura, hanno inoltre consentito di individuare allarmanti episodi di maltrattamento, fisico e psicologico, ai danni degli anziani ospiti della casa di riposo.

Su delega della Procura della Repubblica, sono state quindi avviate specifiche attività di intercettazione, che hanno consentito fin da subito di documentare la sistematica attuazione di metodi di vessazione fisica e psicologica inflitti agli anziani costretti a vivere in uno stato di costante soggezione e paura, ingenerando uno stato di totale esasperazione fino al compimento di atti di autolesionismo.

In poco più di due mesi sono state, infatti, registrate decine e decine di condotte ignobili di maltrattamento poste in essere in danno di persone fragili e indifese.

Un vero e proprio regime di vita vessatorio, mortificante ed insostenibile, fatto di continue ingiurie e minacce (“se tu ti muovi di qua io ti rompo una gamba cosi la smetti, o zitta, muta”; “devi morire, devi buttare il veleno là”, “per quanto mi riguarda può crepare”), e violenze fisiche (spintoni, calci e schiaffi, colpi di scopa; in alcuni casi, i degenti sono stati legati alla sedia per inibire loro ogni movimento).

Emblematica della crudeltà dei comportamenti ascrivibili agli indagati, è l’affermazione registrata in occasione del soccorso inizialmente prestato ad una degente, poi purtroppo deceduta, allorquando la CATALANO affermava: “Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava……io lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta.”

Lo stesso G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, nel valutare il gravissimo quadro probatorio raccolto dalle Fiamme Gialle palermitane, segnala “l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano”, evidenziando come “l’indole criminale e spietata degli indagati impone l’adozione della misura della custodia cautelare in carcere, ritenuta l’unica proporzionata alla gravità ed all’immoralità della condotta e l’unica idonea a contenere la disumanità degli impulsi”.

Il G.I.P. ha disposto la nomina di un amministratore giudiziario, con esperienza specifica del settore, al fine di assicurare la prosecuzione dell’attività con personale qualificato per fornire adeguata assistenza agli ospiti della struttura.

Inoltre, di concerto con il Dipartimento di Prevenzione dell’ASP di Palermo e la Direzione della Centrale Operativa del 118, è stato predisposto un piano di accertamenti mirati alla tutela degli anziani, nel rispetto e con le cautele imposte dalle norme vigenti in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

La Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo continua ad operare quale polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale, assicurando – soprattutto in questo periodo di grave emergenza sanitaria con cui si sta misurando il nostro Paese – la tutela gli operatori economici, dei lavoratori onesti e rispettosi delle regole e delle fasce più deboli ed esposte a rischio della popolazione.

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Termini Imerese (Pa): la Guardia di Finanza sequestra 19000 flaconi di gel igienizzante (video)

(111) I Finanzieri del Gruppo di Termini Imerese, nell’ambito dell’intensificazione dei controlli volti a verificare il pieno rispetto delle misure adottate dal Governo per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, ha posto sotto sequestro penale, presso un minimarket nel comune di Trabia,

La successiva e conseguente attività di approfondimento, diretta a ricostruire la filiera commerciale attraverso le fatture d’acquisto, ha portato all’individuazione di un’impresa di commercio all’ingrosso di prodotti per la persona e per la casa, con sede in Ficarazzi, nella quale venivano stoccati, per la successiva distribuzione al dettaglio – numerosi prodotti di saponi igienizzanti.

Le Fiamme Gialle hanno proceduto quindi al sequestro amministrativo di circa

19.000 flaconi di gel igienizzante (da circa 100 ml) venduti senza alcuna etichetta. Si trattava di prodotti tutti potenzialmente pericolosi in quanto non presentavano alcuna indicazione del produttore, dell’origine, data di scadenza e precauzioni d’uso, in spregio alle normative comunitarie ed alla disciplina nazionale sulla sicurezza dei prodotti cosmetici (D.lgs. n. 204 del 2015).

Il titolare dell’esercizio commerciale è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci mentre al titolare dell’azienda distributrice è stata contestata la violazione della specifica fattispecie prevista dal regolamento comunitario n.1223 del 2009, punita con la sanzione amministrativa che può arrivare fino a 30.000 euro.

Continuano, incessanti, i controlli delle Fiamme Gialle in tutta la provincia palermitana, così come concordato in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, al fine di controllare il rispetto delle misure di sicurezza adottate dall’Autorità governativa nonché contrastare possibili speculazioni o insidie derivanti dalla commercializzazione di materiale non conforme alle norme.

 

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Palermo: peculato in IS.FOR.D.D.. La Guardia di Finanza sequestra 500.000 euro sottratti all’Ente per i disabili

(30) Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, per importi pari a circa 500.000 euro, a carico di R.A. (cl. 52) ed G.A. (cl. 74) entrambi indagati per il reato di peculato per aver sottratto somme di denaro dalle casse dell’IS.FOR.D.D. (Istituto formativo per disabili e disadattati sociali”) – ente destinatario di fondi pubblici erogati della Regione Sicilia.

L’indagine scaturisce da specifiche denunce sporte nel 2017 da diversi ex dipendenti dell’IS.FOR.D.D., nelle quali venivano segnalate irregolarità nella gestione delle somme che dovevano essere impiegate per le finalità istituzionali del predetto Ente, ovvero per l’organizzazione di corsi di formazione a favore di categorie tutelate per l’inserimento nel mondo del lavoro.

L’attività investigativa eseguita dai militari del Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – che hanno svolto complessi approfondimenti documentali e finanziari – ha consentito di dimostrare l’effettiva distrazione delle citate somme, raccogliendo idonei elementi accusatori nei confronti degli indagati nelle loro qualità rispettivamente di Presidente dell’Ente e di Responsabile Esterno Operazioni.

In particolare, l’I.S.FOR.D.D. aveva ricevuto finanziamenti pubblici dal Dipartimento regionale dell’Istruzione della Regione Sicilia nonché beneficiato, per gli anni dal 2012 al 2015, di fondi stanziati per i progetti denominati AVVISO 20 (percorsi formativi per il rafforzamento dell’occupabilità e dell’adattabilità della forza lavoro siciliana) e P.R.O.F.(Piano Regionale Offerta Formativa), per una ammontare pari ad oltre € 1.500.000, operazioni finanziate anche con fondi europei per i quali vigevano tassativi vincoli di destinazione.

In relazione a tali fondi, dagli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle è emerso che R.A. ha ricevuto, tra il dicembre 2012 e l’agosto 2016 senza averne titolo, la somma di € 32.520 a mezzo bonifici bancari e assegni tratti sui conti correnti della IS.FOR.D.D.

Ancor “più gravi e vistose anomalie” sono state riscontrate analizzando il comportamento di G.A. il quale, potendo utilizzare le credenziali di accesso ai conti correnti dell’Istituto di formazione fornitegli da R.A., si era autoliquidato somme per un totale di € 456.993,02, negli anni 2013-2017, asseritamente finalizzate a compensare le prestazioni quale Responsabile Esterno Operazioni, pur in assenza di qualunque rapporto lavorativo formalizzato con l’Ente.

La gestione dei fondi pubblici da parte dell’lS.FOR.D.D. era stata oggetto, negli anni successivi all’erogazione delle somme, di rilievi da parte dell’Assessorato Regionale che, a seguito di gravi ed evidenti irregolarità contabili e sulle attestazioni dei costi, aveva avviato le procedure di revoca dei finanziamenti.

All’esito delle indagini svolte, il Giudice delle Indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo, riconoscendo la gravità indiziaria in relazione al reato di peculato in concorso, in danno della Regione Siciliana, ha emesso nei confronti degli indagati un provvedimento di sequestro per l’importo complessivo di circa 500.000 euro.

Prosegue l’azione della Guardia di Finanza di Palermo, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, a contrasto dei reati contro la Pubblica Amministrazione e degli sperperi di risorse pubbliche che incidono sulle performance degli enti pubblici e sulla qualità dei servizi resi ai cittadini, in particolare a favore delle fasce più deboli della collettività.

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Palermo: operazione “Igea”. Truffe all’INPS, la Guardia di Finanza scopre un sistema per il riconoscimento di false invalidità. Arrestati due responsabili e sequestrati 100.000 euro

(10) I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica della città, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P del Tribunale di Palermo, hanno tratto in arresto R.A. (cl. 63) di Terrasini e A.F. (cl. 71) di Camporeale, ai vertici di un progetto criminale, avente lo scopo di compiere sistematiche truffe ai danni dell’I.N.P.S., a vantaggio di numerosi soggetti che, in cambio di cospicue somme di denaro, hanno ottenuto indennità previdenziali e/o assistenziali, in realtà non spettanti.

Le attività di indagine hanno consentito di rilevare come i soggetti colpiti dalle odierne misure cautelari – uno dominus dell’intero sistema criminoso, l’altro suo principale collaboratore – si servissero di una fitta schiera di “procacciatori di pazienti” e complici che, a vario titolo, hanno assunto un ruolo all’interno del sistema fraudolento disvelato.

Tra di essi sono state identificati e denunciati numerosi soggetti tra dipendenti pubblici, medici generici e specialisti, componenti delle commissioni mediche ASL nonché responsabili di CAF.

L’indagine ha messo in evidenza scambi di favori, rapporti inopportuni, vantaggi di varia natura, che hanno costituito l’humus ideale sul quale costruire il sistema illecito.

Gli investigatori del Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo PEF di Palermo hanno, infatti, disvelato un modus operandi consolidato negli anni, talmente collaudato da indurre la platea di interlocutori a ritenere che il ricorso ai servizi offerti dai soggetti arrestati fosse l’unica strada per l’ottenimento delle indebite prestazioni previdenziali.

Gli accertamenti disposti dalla Procura della Repubblica di Palermo, hanno consentito di individuare gli step seguiti degli indagati, che cominciavano con la ricerca dei “potenziali clienti”, individuando coloro che apparivano “bisognosi” e “disponibili” a richiedere un “aiuto” per ottenere riconoscimenti pensionistici o assitenziali.

Stabilito il contatto con “il candidato all’invalidità”, gli indagati lo indirizzavano a medici compiacenti che avrebbero redatto i certificati necessari ad attestare la sussistenza delle patologie “utili” per l’ottenimento delle indennità.

Al fine di evitare di sostenere la visita medica collegiale, in alcuni casi, veniva, inoltre, formalmente attestata, l’impossibilità del soggetto ad allontanarsi dal proprio domicilio (c.d. intrasportabilità), servente ad ottenere la visita domiciliare nel corso della quale medici compiacenti avrebbero espresso parere favorevole alla prosecuzione dell’istanza.

Avendo, infatti, la possibilità di avere notizie privilegiate, gli indagati preparavano il “candidato” su come poter agevolmente “passare” la visita di controllo (farsi trovare a letto, far aprire la porta da familiari, evidenziare incapacità a deambulare, con luce e TV spenta).

Alla liquidazione dei benefici ottenuti dal presunto “invalido”, gli autori delle condotte delittuose passavano alla riscossione del pagamento per la prestazione illecita secondo un tariffario prestabilito pari di solito agli arretrati erogati dall’INPS, tendenzialmente corrispondenti a circa 12 mensilità.

L’operazione “IGEA” (dea greca della salute che veniva invocata nell’antichità per la guarigione) ha consentito di smascherare casi eclatanti di falsificazione della realtà quali ad esempio:

  • –  un invalido totalmente cieco, intento a recuperare nella cassetta postale fuori casa la posta per poi visionarla;
  • –  diversi invalidi non in grado di deambulare autonomamente, ma in grado di guidare l’autovettura o di recarsi al bar o presso esercizi commerciali in assoluta autonomia;
  • –  un invalido con indennità di accompagnamento, in grado però di dilettarsi in balli di gruppo.

    Agli arrestati vengono contestati i reati di concorso in truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, falsità ideologica, traffico di influenze illecite.

    Con lo stesso provvedimento è stato disposto il sequestro di 100.000 euro pari al profitto illecito al momento quantificato

    Prosegue l’azione della Guardia di Finanza di Palermo, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, a contrasto dei reati contro la Pubblica Amministrazione e degli sperperi di risorse pubbliche che incidono sulle performance degli enti pubblici e sulla qualità dei servizi resi ai cittadini.

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