Modena: sequestrate 157.000 mascherine non conformi per un valore di 800.000 euro (video)

(173) Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Modena, nell’ambito di due distinte operazioni volte al contrasto delle condotte fraudolente e delle pratiche commerciali sleali connesse all’emergenza epidemiologica COVID-19, hanno individuato mascherine di tipo “FFP2” e “CHIRURGICHE TRISTRATO” carenti dei prescritti requisiti di sicurezza, commercializzate in provincia e sull’intero territorio nazionale.

La prima operazione, portata a termine dai militari del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Modena, ha consentito di individuare e sequestrare, presso un’azienda con sede a Sassuolo, 132.800 mascherine non conformi ai prescritti requisiti di sicurezza in quanto sprovviste della marcatura CE ovvero delle certificazioni dell’Istituto Superiore di Sanità o dell’INAIL. La merce sequestrata, proveniente da un fornitore cinese, era infatti accompagnata unicamente da un “Certificate of Compliance”, documento non sufficiente ad attestarne la sicurezza.

Nel secondo caso, invece, i finanzieri della Compagnia di Modena hanno riscontrato presso un’altra azienda con sede a Modena, invece, che i presidi sanitari, sempre di provenienza cinese, recavano la marcatura “CE” derivante dalla presentazione di un “certificato di conformità” rilasciato da una società non autorizzata a garantirne la genuinità, avente un nome molto simile a quello di un noto organismo certificatore, conosciuto a livello internazionale. Nella circostanza, le Fiamme Gialle, rilevando la frode nell’esercizio del commercio, hanno immediatamente sottoposto a sequestro 10.470 esemplari delle mascherine detenute presso il magazzino di una società modenese e presso una farmacia nonché, su delega della locale A.G., hanno provveduto al sequestro di ulteriori 13.884 pezzi presso gli acquirenti della merce, dislocati nelle provincie di Milano, Como, Trento, Reggio Emilia e Perugia.

Gli ingenti sequestri operati hanno consentito, complessivamente, di bloccare la diffusione di mascherine, asseritamente filtranti (mod. FFP2) e chirurgiche tristrato, aventi un valore commerciale stimato di oltre € 800.000, prive dei prescritti requisiti di sicurezza, che avrebbero esposto al rischio la salute degli ignari acquirenti.

I titolari delle aziende coinvolte nelle due operazioni, responsabili dell’illecita commercializzazione dei presidi sanitari, sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica, a piede libero, per le ipotesi di reato di frode in commercio e nelle pubbliche forniture.

Le attività svolte costituiscono, ancora una volta, concreta testimonianza della quotidiana azione realizzata dalla Guardia di Finanza, unico organo di polizia giudiziaria ed economico- finanziaria a tutela dei consumatori e degli operatori onesti, nel perseguimento dell’obiettivo di contrasto ai comportamenti illegali e fraudolenti che sfruttano l’attuale emergenza sanitaria per conseguire indebiti profitti.

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Modena: emergenza Covid-19, la Guardia di Finanza sequestra 24.000 mascherine non sicure (video)

(145) Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Modena, nell’ambito dei servizi di controllo volti al contrasto delle condotte fraudolente e delle pratiche commerciali sleali connesse all’emergenza epidemiologica COVID-19, hanno individuato e sequestrato, all’interno di un’azienda commerciale modenese, 1.222 mascherine di tipo FFP2 e 7.650 mascherine tristrato chirurgiche, non conformi ai prescritti requisiti di sicurezza ed in assenza delle necessarie certificazioni dell’Istituto Superiore di Sanità o dell’INAIL.

Le mascherine sequestrate, provenienti da un fornitore cinese, erano infatti prive della marcatura “CE” ed erano accompagnate unicamente da un “Certificate of Compliance”, che risulta essere semplicemente un documento emesso su base volontaria a richiesta del produttore.

L’ingente sequestro operato dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria e della Compagnia di Modena è stato effettuato in concomitanza ad altro intervento eseguito presso una farmacia bolognese dai finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Bologna, ove sono state rinvenute e poste sotto sequestro altre 400 mascherine non sicure, provenienti dalla medesima fornitura.

Presso il commerciante modenese, che pubblicizzava la vendita dei prodotti sequestrati attraverso il noto social network “facebook”, è stata acquisita la documentazione amministrativo-contabile utile alla ricostruzione dell’intera filiera dei soggetti coinvolti.

Lo sviluppo dell’attività investigativa ha consentito altresì di accertare che la merce era stata poi venduta a diversi Enti pubblici locali, approfittando delle difficoltà che hanno quest’ultimi a reperire sul mercato tali presidi sanitari in tempi brevi, ove sono state rinvenute e sottoposte a sequestro ulteriori 13.000 mascherine chirurgiche e 1.700 mascherine FFP2, ancora inutilizzate.

I due responsabili dell’azienda modenese sono stati dunque deferiti alla locale A.G., a piede libero, per le ipotesi di reato di frode in commercio e nelle pubbliche forniture.

Continuano ulteriori controlli da parte di tutti i Reparti delle Fiamme Gialle della provincia, finalizzati a tutelare la salute dei consumatori e gli operatori onesti, contrastando i comportamenti illegali e fraudolenti che sfruttano l’attuale emergenza sanitaria per conseguire indebiti profitti.

L’attività di servizio condotta dai finanzieri modenesi e bolognesi costituisce efficace concretizzazione della quotidiana azione realizzata dalla Guardia di Finanza, quale unico organo di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria, nel perseguimento dell’obiettivo di ripristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini e di tutela della collettività.

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Modena: Guardia di Finanza, operazione “Trono di stracci”. Sequestrati beni immobili e disponibilità finanziarie per oltre un milione ad un evasore fiscale seriale (video)

(133) I Finanzieri del Comando Provinciale di Modena hanno in corso di esecuzione una misura di prevenzione patrimoniale prevista dal c.d. “codice antimafia” emessa dal Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna che, in accoglimento di analoga richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Modena nella persona del sost. Procuratore dr. Marco Niccolini, ha disposto il sequestro di beni immobili, mobili, mobili registrati e disponibilità finanziarie (intestati a anche terzi), allo stato eseguito per un valore di oltre un milione di euro, riconducibili ad un imprenditore settantaduenne originario della provincia di Reggio Emilia – formalmente residente in Romania – ma di fatto dimorante a Sassuolo.

Le indagini patrimoniali svolte dai finanzieri della Compagnia di Sassuolo hanno evidenziato una reiterata propensione a delinquere del soggetto proposto, tale da fargli assumere la veste di c.d. “grande evasore”, circostanza emersa e rilevata dai numerosi procedimenti penali in carico allo stesso. La storia criminale del proposto infatti inizia già verso la fine degli anni ’70/primi anni ‘80, per poi protrarsi, quasi senza soluzione di continuità, e dopo diverse condanne per bancarotta ed altri reati finanziari intervenute negli anni ’90 e 2000, fino all’ennesima condanna per reati tributari nel maggio del 2019.

In particolare, gli accertamenti svolti, da un lato hanno permesso di rilevare come il soggetto destinatario del provvedimento, nel corso degli anni si sia reso responsabile di diverse condotte penalmente rilevanti in tema di reati fallimentari e schemi fraudolenti in danno dell’erario, dall’altro hanno consentito di evidenziare una palese “sproporzione” tra i redditi dichiarati negli anni e la consistenza patrimoniale accumulata e ricostruita, quest’ultima rappresentata, tra l’altro, da beni immobili intestati alla moglie ed al figlio ma riconducibili al proposto. Le attività illecite poste in essere in circa quaranta anni, avevano consentito al prevenuto un tenore di vita ben più elevato rispetto ai propri redditi dichiarati, tali da consentirgli nel lungo periodo delinquenziale l’acquisto – anche attraverso intestazioni fittizie – di una Ferrari e di un’imbarcazione da diporto, oltre che l’acquisizione di diversi immobili ed investimenti finanziari ed assicurativi.

Più in dettaglio, le investigazioni patrimoniali svolte, allargate anche al nucleo familiare del proposto, hanno consentito di appurare una sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio effettivo per circa 7 milioni di euro, evidenziando, tra l’altro, che in talune annualità il prevenuto dichiarava redditi al di sotto della soglia di povertà e quindi al limite della sopravvivenza; parallelamente, le frodi in danno dell’erario commesse negli anni hanno fatto “collezionare” in capo al proposto un debito per oltre 12 milioni di Euro, mai saldato.

Le attività in rassegna confermano l’efficace impegno della Guardia di Finanza modenese nella lotta ai fenomeni criminali che alterano le regole del mercato e la libera concorrenza, attraverso l’aggressione di ingenti patrimoni illecitamente accumulati a discapito dei legittimi interessi di onesti imprenditori e cittadini.

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