Milano: Guardia di Finanza, requisite e destinate alla Protezione Civile circa 122.000 mascherine e migliaia di prodotti igienizzanti sequestrati (video)

(234) Nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio e sul rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica in corso, la Guardia di Finanza di Milano ha scoperto e sequestrato circa 122.000 mascherine chirurgiche e migliaia di confezioni di igienizzanti che, su disposizione del Commissario Straordinario per l’emergenza da Covid- 19, sono stati ora requisiti con decreto del Prefetto di Milano e destinati alla Protezione Civile.

In particolare, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego milanese, impegnati in un servizio di pattugliamento per il controllo dei traffici illeciti sul territorio e per vigilare sulle disposizioni emanate per l’emergenza coronavirus, in località Lacchiarella (MI) hanno fermato un soggetto a bordo di un’autovettura, sui sedili posteriori della quale hanno notato la presenza di alcuni cartoni.

Nel controllarne il contenuto hanno scoperto che contenevano circa 7.000 mascherine chirurgiche recanti indicazioni in lingua cinese e prive della marcatura CE, che venivano trasportate, per la successiva vendita a terzi, senza alcuna documentazione.
Effettuando ulteriori approfondimenti, i Finanzieri sono risaliti a un altro soggetto e alla ditta che aveva importato e ceduto tali mascherine, nel cui magazzino ne sono state trovate ulteriori 115.000 oltre a migliaia di confezioni di prodotti igienizzanti privi delle prescritte indicazioni e autorizzazioni.

Il Decreto Legge 17 marzo 2020 n. 18 (c.d. decreto “Cura Italia”), convertito nella Legge 24 aprile 2020 n. 27, all’art.15 ha introdotto, per questo periodo emergenziale, un’apposita deroga alle disposizioni che prevedono la presenza della marcatura CE sulle mascherine chirurgiche e sui dispositivi di protezione individuale. Chi intende avvalersi di questa deroga, però, deve comunque inviare all’Istituto Superiore di Sanità e all’INAIL un’autocertificazione nella quale si attestano le caratteristiche tecniche dei prodotti, e ogni elemento utile per consentire a tali Enti di valutare che siano rispettati in ogni caso i necessari requisiti di sicurezza.

Da quanto accertato dai Baschi Verdi, i soggetti controllati avevano importato “in nero” per la commercializzazione le mascherine, senza alcun documento contabile o fiscale e senza ottemperare a quanto disposto dalla richiamata norma del decreto “Cura Italia”.
Inoltre, i prodotti igienizzanti riportavano diciture su un’asserita azione disinfettante, germicida o battericida nonostante fossero privi del riconoscimento da parte del Ministero della Salute della qualità di presidi medico-chirurgici.

Il materiale trovato è stato sottoposto a sequestro e i due responsabili sono stati segnalati anche per frode in commercio all’Autorità Giudiziaria di Pavia. A ciò si è aggiunta pure la violazione delle disposizioni sul contenimento del Covid-19, tenuto conto del fatto che la ditta presso cui si trovavano i prodotti sequestrati era in quel momento indebitamente aperta nonostante non rientrasse tra quelle autorizzate.

In considerazione dell’elevato attuale fabbisogno di tali prodotti, l’Autorità Giudiziaria pavese ha autorizzato che gli stessi fossero messi a disposizione del Commissario Straordinario, che ha interessato il Prefetto di Milano per l’adozione del successivo provvedimento di requisizione.

Nel disporre la requisizione il Prefetto ha, quindi, incaricato i Finanzieri di consegnare tali mascherine e igienizzanti al Dipartimento di Protezione Civile affinché – essendo stati anche testati e analizzati grazie alla collaborazione del Politecnico di Milano – possano essere impiegati per le esigenze della collettività.

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Milano: Guardia di Finanza, scoperto a Lissone un laboratorio clandestino per la produzione di droga. Arrestato un responsabile

(214) Dall’approfondimento di alcuni movimenti sospetti, osservati nel corso dei servizi di controllo sul rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica in corso, i Baschi Verdi milanesi hanno scoperto un vero e proprio laboratorio chimico clandestino per la produzione di sostanze stupefacenti.

In particolare, dalle successive investigazioni svolte i Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Milano hanno individuato che i movimenti sospetti portavano a un immobile sito nel comune di Lissone, sul quale, tra l’altro, risultava un elevato consumo di energia elettrica e di livello anomalo rispetto a una normale fornitura ad uso domestico.

Accedendo nell’abitazione, appartenente a un italiano incensurato e privo di redditi, le Fiamme Gialle hanno subito percepito le inconfondibili esalazioni tipiche della marijuana e a seguito di perquisizione hanno scoperto che il proprietario aveva organizzato all’interno un’apposita struttura per la lavorazione chimica e la produzione di droga avente come principio attivo la Dimetiltriptammina (DMT), che è una potente sostanza allucinogena ed il Tetraidrocannabinolo (THC). Nello specifico, la strumentazione, consistente in apparecchiature e reagenti tipici di un laboratorio chimico, veniva utilizzata per l’estrazione dei suddetti principi attivi da varie tipologie di piante originarie del Sud America.

Oltre al laboratorio, un’apposita stanza era dedicata al cosiddetto “grow-box”, ossia una struttura in tela allestita per la coltivazione della cannabis mediante lampade a LED, ventilatori ed estrattori d’aria.

Sono stati sottoposti a sequestro 2,2 Kg. di varie sostanze stupefacenti contenenti DMT, 323 grammi di marijuana, 6 piante di cannabis in coltivazione, materiale per tale coltivazione e per l’estrazione del DMT e del THC (soda caustica, limone, bicarbonato, acetone, ampolle, separatori di liquidi), estrattori d’aria, ventilatori e lampade per coltivazione indoor della marijuana, 1 francobollo intriso di sostanza stupefacente del tipo “mescalina”, 2 siringhe contenenti spore per la coltivazione di un fungo allucinogeno contenente “psilocibina”, 3 bilancini elettronici ed euro 310,00 in banconote oltre al telefono cellulare e al computer del soggetto, nonché 1 cartuccia cal. 7,62×39 classificata come munizionamento da guerra.

Il responsabile è stato tratto in arresto e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria associato presso la Casa Circondariale di Monza.

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Milano: Guardia di Finanza, sequestrate oltre 18.000 mascherine illegalmente detenute e destinate alla vendita (video)

(135) Nell’ambito delle attività di controllo sull’osservanza delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica e della corretta applicazione della normativa in materia di prezzi, i Finanzieri del Comando provinciale di Milano hanno individuato e sequestrato, all’interno di un magazzino, circa 185.000 mascherine e filtranti facciali, detenute per la vendita in violazione di norme penali e amministrative.

In particolare, le Fiamme Gialle della Compagnia di Corsico, da giorni impegnati nel controllo delle reti distributive dei prodotti connessi all’emergenza Coronavirus, hanno ispezionato un magazzino di una ditta di pelletteria dell’hinterland milanese, riconducibile ad un soggetto di nazionalità cinese, al cui interno sono state scoperte migliaia di mascherine di vario genere, per le quali il responsabile della ditta non è stato in grado di fornire alcuna documentazione comprovante la conformità dei prodotti alla vigente normativa.

Nel dettaglio, sono state sottoposte a sequestro amministrativo 95.000 mascherine chirurgiche e oltre 53.600 mascherine filtranti (di tipo FFP2), contenute in confezioni di plastica o cartone, riportanti unicamente scritte in cinese e prive del marchio CE, per le quali non risultava essere stata presentata alcuna autocertificazione e comunicazione all’Istituto Superiore di Sanità ovvero all’INAIL ai fini della deroga prevista dall’art. 15 del D.L. 18/2020.

Si è proceduto inoltre al sequestro di altre 30.900 mascherine “chirurgiche”, 5.185 filtranti facciali (di tipo FFP2) sulle quali era apposto indebitamente il marchio “CE”, pertanto idonee a trarre in inganno l’acquirente sulla qualità e la provenienza delle stesse.

Per tali condotte, il responsabile, che non è stato in grado di esibire alcuna documentazione, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Milano per il reato di frode in commercio.

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Milano: La Guardia di Finanza arresta un 60enne con 1,3 kg di droga (video)

(123) Nonostante la maggior parte dei cittadini rispetti le misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, diverse sono le violazioni, anche penali, riscontrate da parte dei finanzieri del Comando Provinciale Milano pure nel territorio dei comuni della Provincia.

In particolare, oltre alla contestazione di inosservanza degli obblighi imposti sulla mobilità delle persone, previsti dalle disposizioni emergenziali, le Fiamme Gialle della Compagnia di Magenta hanno scoperto e arrestato un sessantenne italiano che deteneva circa 1,3 chili di sostanze stupefacenti.

Il soggetto, che viaggiava a bordo della propria auto nel Comune di Cassinetta di Lugagnano unitamente a un altro individuo, insospettiva i finanzieri che gli segnalavano di fermarsi per controllarlo. A tale intimazione l’uomo ha accelerato cercando in modo spericolato di darsi alla fuga e di disfarsi, gettandoli dal finestrino, di tre involucri (contenenti due panetti di hashish per un totale di circa un chilo e quasi tre etti di cocaina), che però sono stati subito recuperati dai militari. L’automezzo è stato raggiunto e il guidatore è stato immediatamente bloccato e arrestato, mentre sono in corso ulteriori accertamenti per individuare il secondo soggetto che si è dileguato a piedi nelle campagne limitrofe.

Il sessantenne, condotto agli arresti domiciliari, è stato processato per direttissima con la nuova procedura videocollegata, dall’Autorità Giudiziaria di Pavia ed è stato condannato a 2 anni e 9 mesi di reclusione.

Oltre al caso esposto, nel corso dei controlli degli ultimi giorni sul movimento delle persone in base alle disposizioni di contenimento del coronavirus, i finanzieri di Magenta hanno sequestrato per contrabbando un’autovettura di lusso di grossa cilindrata nei confronti di un soggetto di Cisliano, il quale, seppur residente in Italia, circolava con il mezzo con targa ticinese senza alcun tipo di autorizzazione doganale.

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