Bergamo: lotta all’evasione fiscale. Scoperti 8 milioni non dichiarati al Fisco da una società di Telgate. Eseguiti 2 arresti, 2 misure interdittive e sequestrati beni e conti correnti per 2,3 milioni (video)

(172) I militari del Comando Provinciale di Bergamo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bergamo, Dott.ssa Federica Gaudino, che dispone la custodia cautelare di tre persone (due in carcere e una agli arresti domiciliari) accusate di aver realizzato un’ingente evasione fiscale e il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per oltre 2,3 milioni di euro.

Le indagini, condotte dai Finanzieri della Tenenza di Sarnico e coordinate dal Pubblico Ministero Dott. Nicola Preteroti, si sono concentrate su una società, con sede dichiarata a Telgate (BG), attiva nel settore edile. Un’azienda che ha operato con oltre 270 dipendenti in diversi cantieri tra la Lombardia, il Veneto, il Trentino Alto Adige, la Liguria e l’Emilia Romagna. Un’impresa che, nonostante un fatturato di oltre 8 milioni di euro, non ha presentato le dichiarazioni fiscali e non ha versato le imposte dirette, l’IVA e i contributi dovuti, tenuta in vita due anni per poi essere messa in liquidazione. Fatture, libri e registri contabili distrutti, amministrazione della società sulla carta affidata a teste di legno, tutti espedienti messi in atto per evadere e sfuggire al Fisco.

Un’ingente frode fiscale che i militari della Guardia di Finanza hanno potuto meticolosamente ricostruire attraverso l’utilizzo delle banche dati in uso, grazie alle quali è stato possibile risalire ai numerosi fornitori e clienti dell’azienda e acquisire oltre 899 fatture emesse e ricevute, ma anche attraverso tabulati telefonici, accertamenti bancari e procedendo ad interrogare numerose persone, tra le quali ex dipendenti.

L’attività investigativa ha permesso, inoltre, di identificare i reali amministratori della società, un sessantaseienne di origini bresciane e un quarantanovenne albanese, entrambi residenti in provincia di Brescia, gravati da diversi precedenti anche per reati fiscali e già in passato arrestati. Uno di loro è stato nuovamente condotto in carcere a Bergamo dai Finanzieri, il complice risulta allo stato irrintracciabile. Dovrà invece scontare gli arresti domiciliari il liquidatore della società, un sessantunenne sempre bresciano. Anche i prestanome, succedutisi nel tempo nella formale amministrazione dell’azienda, sono stati indagati in concorso con i principali artefici della frode fiscale. Si tratta di tre uomini, uno originario della provincia di Brescia, uno della provincia di Napoli ed uno di quella di Como, tutti con precedenti. Per loro il Giudice ha emesso una misura cautelare interdittiva che non gli consentirà di assumere, per la durata di un anno, cariche direttive societarie. Tra loro un consulente aziendale, iscritto all’AIRE, che vive in Svizzera coinvolto, in passato, anche in indagini per riciclaggio.

A fronte del volume d’affari realizzato e non dichiarato negli anni 2017 e 2018, la società avrebbe dovuto versare all’Erario 2,3 milioni di euro tra IVA e imposte dirette ed ulteriori 1,6 milioni di euro a titolo di ritenute fiscali, contributi previdenziali ed assistenziali a favore dei propri dipendenti. Ma nulla è stato versato nella casse dello Stato, attraverso indebite compensazioni per crediti inesistenti, finte erogazioni del cd. “bonus Renzi” ovvero inesistenti crediti d’imposta riconducibili all’incremento della base occupazionale. Gli illeciti risparmi fiscali realizzati hanno anche consentito agli indagati di operare sul mercato offrendo prestazioni a prezzi nettamente inferiori rispetto alla concorrenza, in danno degli imprenditori onesti.

Sulla scorta dei gravi indizi di colpevolezza accertati, il G.I.P. di Bergamo ha disposto nei confronti degli indagati anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, di beni e valori fino alla concorrenza di 2,3 milioni di euro. Nel corso delle perquisizioni presso le abitazioni degli indagati i militari hanno sottoposto a sequestro 11 immobili, tra cui una casa con piscina, conti correnti, denaro contante, quote societarie per un valore di 200mila euro, tre automobili, due moto, 20 orologi di pregio e hanno acquisito documentazione che verrà vagliata nei prossimi giorni.

La lotta alle frodi fiscali che sottraggono risorse finanziarie alle casse dello Stato, oggi ancor di più indispensabili per poter realizzare politiche di sostegno per cittadini e imprese, rappresenta una priorità operativa per la Guardia di Finanza.

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Bologna: la Guardia di Finanza scopre una maxi truffa ai danni dell’I.N.P.S. da parte di una cooperativa di servizi. Disposto il sequestro di beni per 3 milioni di euro (video)

(141) I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, Dott. Domenico Truppa, un decreto di sequestro preventivo per equivalente di disponibilità finanziarie per complessivi 3 milioni di euro, nei confronti di due soggetti, F.A. classe ’43 e S.K. classe ‘73 entrambi residenti in Provincia di Bologna, nella loro qualità di Presidente e Vice Presidente del C.d.A. di una cooperativa di servizi, con sede in San Lazzaro di Savena (BO), ritenuti responsabili di aver posto in essere, tra il 2013 ed il 2016, una ingente truffa ai danni dell’I.N.P.S.

In particolare, l’indagine, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, sotto la direzione della Procura della Repubblica nella persona del Sostituto Procuratore Dott. Flavio Lazzarini, ha permesso di accertare come gli amministratori della cooperativa, operante nel settore delle pulizie, con contratti di appalto stipulati con importanti aziende di trasporto nazionale e locale, simulando uno stato di crisi aziendale, avessero nel tempo richiesto ed ottenuto dall’I.N.P.S., in maniera indebita, l’applicazione di “contratti di solidarietà” che, al fine di evitare licenziamenti, prevedono una riduzione dell’orario di lavoro in favore dei propri dipendenti e l’ottenimento di uno specifico contributo.

Gli approfondimenti investigativi svolti dalle fiamme gialle felsinee hanno consentito di accertare come la cooperativa, nonostante la concessione di tale particolare forma di ammortizzatore sociale, avesse continuato ad impiegare fraudolentemente i propri dipendenti per l’intero orario di servizio, giustificando la retribuzione delle ore in eccesso, rispetto a quelle stabilite nei suddetti contratti, come se fossero somme elargite a titolo di “rimborsi” o “trasferte”, remunerando irregolarmente le ore di straordinario svolte dal personale.

Grazie a tale stratagemma, gli amministratori della cooperativa hanno illecitamente ottenuto dall’Istituto di Previdenza contributi, a seguito dell’applicazione dei contratti di solidarietà, per un importo totale di circa 3 milioni di euro omettendo, altresì, il versamento degli ordinari oneri previdenziali dovuti sulle ore lavorative eseguite in eccedenza per ulteriori 2,5 milioni di euro.

L’operazione testimonia l’impegno della Procura della Repubblica di Bologna e della Guardia di Finanza nella sinergica azione di contrasto ad ogni forma di illecito nel settore della spesa pubblica, che trova nell’aggressione patrimoniale dei soggetti responsabili dei reati la forma più incisiva di ristoro dei primari interessi dello Stato.

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Brescia: operazione “Unreal Estate”. Bancarotta fraudolenta, la Guardia di Finanza tra in arresto due persone per distrazioni patrimoniali pari a circa 3 milioni (video)

(11) Costruivano beni immobili con i soldi delle banche e li trasferivano a società di capitali intestate a propri prestanomi senza provvedere al pagamento del prezzo.

Questo il meccanismo distrattivo che ha portato la Guardia di Finanza ad eseguire in questi giorni un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Brescia Dott. Carlo Bianchetti nei confronti di una coppia d’imprenditori di Corte Franca (BS), responsabili a vario titolo del reato di bancarotta fraudolenta posto in essere in danno di due società di capitali bresciane operanti nel settore della costruzione e compravendita di beni immobili.

Sottratte risorse finanziarie per 1,2 mln di euro trasferite dai conti correnti delle fallite a terzi a titolo di “finanziamento” mai oggetto di restituzione.

Distratto un complesso immobiliare composto da 7 appartamenti situato su Lago d’Iseo del valore di 1,4 milioni di euro ed una villa situata nel comune di Corte Franca (BS) del valore di 470 mila euro nella quale vivevano gli indagati sino al giorno dell’arresto.

Tali condotte causavano il dissesto delle due società di capitali, un danno patrimoniale di rilevante entità ai creditori e consentivano agli indagati di conservare gli immobili ceduti nei patrimoni delle ulteriori società, di fatto, sempre a loro riconducibili. Indagini finanziarie, perquisizioni, analisi documentali ed acquisizione di testimonianze hanno consentito di ricostruire la condotta fraudolenta realizzata. Sequestrati tre orologi di pregio e conti correnti per 130.000 euro circa.

L’intervento eseguito conferma l’efficacia delle investigazioni delle Fiamme Gialle bresciane a contrasto della criminalità economico-finanziaria, a tutela della leale concorrenza tra le imprese e delle libertà economiche di tutti i cittadini.

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