Reggio Calabria: padre e figlio arrestati perchè detentori di armi da guerra

Nella giornata di ieri 26 febbraio i Carabinieri della Stazione di Rione Modena hanno tratto in arresto Lombardo Giuseppe, 52 anni (nella foto), panettiere e suo figlio Lombardo Paolo, 24 anni (nella foto), anch’egli operaio presso il panificio di famiglia, perchè accusati di detenzione di armi da guerra e clandestine. Nella mattinata di ieri 26 febbraio, a seguito di un’attenta attività infoinvestigativa, i carabinieri della Stazione Rione Modena, assieme ai colleghi delle Stazioni di Catona e Cannavò hanno proceduto a perquisizioni locali presso abitazioni e terreni di proprieta’ e in uso ai due soggetti, sospettati di  detenere armi illegalmente (nella foto). Le perquisizioni sono state operate presso un’abitazione in Arghilla’ della quale il Lombardo Giuseppe è assegnatario, presso il panificio di proprietà familiare sito a Cannavò e presso la principale abitazione del nucleo familiare situata nella periferia della medesima frazione di Cannavò.

Proprio in quest’ultimo sito le perquisizioni sono state più impegnative per l’estensione della proprietà e per la presenza, nell’area recintata e di esclusiva disponibilità dei due soggetti, di alcune baracche e casolari oltre a diversi appezzamenti di proprietà. Il primo rinvenimento è avvenuto su indicazione del Lombardo Giuseppe, che ormai resosi conto dell’impossibilità di sfuggire  al controllo,  forse nel tentativo di limitare i danni ed evitare ricerche ulteriori, ha indicato la presenza di una pistola nel bagno dell’abitazione: gli operanti hanno infatti rinvenuto all’interno della vaschetta di scarico del wc una pistola cal. 6,35 di fabbricazione francese con matricola, ma risultante mai denunciata e mai censita nelle banche dati, completa di due caricatori di cui uno contenete 6 colpi dello stesso calibro.  I militari hanno ovviamente continuato le ricerche e , grazie anche all’uso di un metale detector, hanno rinvenuto, sotterrato nel terreno di proprietà, un tubo in plastica per impianti idrici all’interno del quale era custodito un fucile semiautomatico da caccia marca Beretta cal. 12 con matricola abrasa, completo di fodero, in ottimo stato e perfettamente funzionante. In una baracca attigua venivano rinvenute, all’interno di una busta di plastica, 5 cartucce cal.v12. Il ritrovamento più importante però veniva effettuato in altra baracca interna alla proprietà: infatti, sotto un pavimento in lamiera ed una copertura in gomma, vi era un fucile mitragliatore da guerra di fabbricazione sovietica, marca “ZAGI-M91”, con matricola abrasa, in ottimo stato, lubrificato e pronto all’uso. Questo tipo di arma, organizzata per il tiro a raffica, viene classificata arma da guerra per la sua potenzialità offensiva. Entrambi i soggetti sono stati tratti in arresto con l’accusa di detenzione illegale di armi da guerra e clandestine, e ricettazione. Lombardo Paolo è stato già tradotto presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria, mentre il padre, cardiopatico, avendo accusato un malore al momento dell’arresto, è stato accompagnato in ospedale dove è piantonato in stato di arresto. I due soggetti hanno alcuni precedenti, il padre ha precedenti per stupefacenti e favoreggiamento, mentre il figlio per ricettazione, tuttavia la tipologia di armi rinvenute ed il loro stato (tutte sono risultate efficienti, lubrificate e pronte all’uso), non possono che far propendere per un contesto di criminalità organizzata a cui è collegato il possesso delle armi. In particolare il fucile mitragliatore comporta una modalità di reperimento sul mercato illegale molto più complessa e qualificata del semplice furto o della rapina. Una tale arma non può infatti essere posseduta o commercializzata sul mercato ufficiale e non possono esistere versioni convertite in armi comuni.

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Author: Maurizio Gangemi