Reggio Calabria: Demetrio Arena è il XXIII° Sindaco di Reggio Calabria

Demetrio Arena (Demi, per gli amici, nelle foto di Attilio Morabito durante i festeggiamenti notturni con il Governatore Scopelliti) è il XXIII° Sindaco di Reggio Calabria dal Dopoguerra ad oggi). Sulla poltrona più importante di Palazzo San Giorgio, succede a: Diego Andiloro (‘44/’46), Nicola Siles (‘46/’47), Giuseppe Romeo (il più longevo, ‘47/’56), Domenico Spoleti (‘56/’58), Vittorio Barone Adesi (‘58/’59), Giuseppe Quattrone (‘61/’63), Domenico Mannino (‘63/’65), ancora Vittorio Barone Adesi (‘65/’66), Pietro Battaglia (‘66/’71), Fortunato Licandro (‘71/’75), Luigi Aliquò (‘75/’77), Domenico Cozzupoli (‘77/’80), Oreste Granillo (‘80/’82), ancora Domenico Cozzupoli (‘82/’83), Michele Musolino (’83), Giovanni Palamara (‘84/’85), Francesco Giuseppe Mallamo (‘85/’87), ancora Luigi Aliquò (‘88/’89), ancora Pietro Battaglia (‘89/’90), Agatino Licandro (figlio di Fortunato ‘90/’92), Francesco Gangemi (sua la sindacatura più breve, ’92), Giuseppe Reale (’93), Italo Falcomatà (‘93/’01), Demetrio Naccari Carlizzi (facente funzione perché vice di Falcomatà, deceduto, ‘01/’02), Giuseppe Scopelliti (‘02/’10) e Giuseppe Raffa (facente funzione perché vice di Scopelliti, eletto Governatore, ‘10/’11).

La Città di Reggio si conferma, quindi, vera e propria roccaforte del centro-destra questa volta in controtendenza rispetto agli altri risultati delle amministrative nel resto del Paese. Lo scrutinio dei voti, al momento in cui scriviamo, non è stato ufficializzato e, pertanto, oltre al neo-Sindaco (vittorioso al primo turno con il 56.27% delle preferenze) ed a 3 dei suoi 5 antagonisti (Massimo Canale con il 28.7%, Giuseppe Bova con il 9.61% e Aldo De Caridi con il 3.63%), non sappiamo ufficialmente chi saranno i restanti 29 consiglieri che siederanno sugli scranni del civico consesso fino alla primavera del 2016. Di nomi ne circolano, alcuni verosimili altri fantasiosi. E’, questo, il momento “più bello” per chi, come noi, assiste in maniera neutrale al post-elezioni. I candidati eletti sono legittimamente felici e raggianti (32), ma ce ne sono almeno altri 713 che, a quest’ora, staranno rosicando imprecando contro questo o quello, magari, reo di avergli promesso il voto senza aver poi mantenuto. E’ stata l’ennesima battaglia quella che sta scemando in queste ore. Vincitori e vinti continuano a dirsele di santa ragione e sono davvero pochi coloro i quali, con la coda tra le gambe come sarebbe giusto attendersi, ammettono che in qualcosa hanno sbagliato e che, quindi, l’insuccesso è legittimato. A questo punto, però, crediamo sia doverosa da parte nostra una riflessione anche e non solo sui candidati. La nostra attenzione va, per esempio, a quella moltitudine di reggini che non sono andati a votare e che, probabilmente, non solo non ci sono andati ma nemmeno hanno mai pensato di andarci. Il dato è inconfutabile, sebbene ai vincitori non gliene freghi un bel niente: a Reggio Calabria città quest’anno ha votato il 74.6% degli aventi diritto con un nettissimo decremento del 7.4% rispetto alle precedenti elezioni Comunali del maggio 2007 in cui Scopelliti stravinse con la percentuale bulgara del 70% dei voti. Un interrogativo è d’obbligo: siamo così tanto sicuri che, non avendo voluto votare un elettore su quattro, i vincitori (e gli sconfitti) abbiano davvero vinto e non, invece, va presa in seria considerazione che esiste una folta schiera di reggini che ne ha piene le palle e che rifiuta il seppur minimo contatto con la politica ed i politicanti? Beh, forse sarebbe opportuno prenderne atto ed agire per ridare fiducia a chi questa fiducia l’ha persa e riposta nel cassetto insieme a tarme e scheda elettorale. In questa tornata elettorale o, per meglio dire, nella campagna elettorale ad essa propedeutica, ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori. Oltre a tutto quello sapientemente descritto dalla nostra collaboratrice Katia Sergi, la nostra "ala moderata" come ci piace definirla, nel suo pezzo “Comunali a Reggio Calabria: concluso il concorso per "titoli ed esami", 745 aspiranti per 32 posti di "politico" (che troverete in altra parte del sito), abbiamo avuto la “fortuna” di vedere ed ascoltare di tutto e di più. Abbiamo visto una moltitudine di candidati venire fuori dal nulla come funghi dopo un’abbondante pioggia aspro montana; abbiamo ascoltato proclami; abbiamo visto i candidati prendere appunti sulle legittime richieste dei loro e nostri concittadini al fine di poter/voler fare qualcosa se eletti; abbiamo visto infradiciare la nostra Città con ogni tipo di manifesti, “santini”, fac-simile ed altro ancora attaccati con fiumi di colla ovunque ci fosse uno spazio 50×70 disponibile; abbiamo ascoltato candidati denigrare gli omologhi per avvalorare se stessi; abbiamo percepito perfino il senso di nausea di alcuni degli stessi candidati che non avrebbero mai pensato neppure il tentarci ma che “non hanno potuto dire di no” ad una telefonata, ad una “chiamata” dall’alto. Ciò che non abbiamo, invece, né visto né ascoltato sono i programmi concreti che possono facilmente essere realizzati e non piuttosto quelli “faraonici”. Ah si, quasi ce ne dimenticavamo. Una cosa sola abbiamo visto accomunare la stragrande maggioranza dei candidati: l’ignoranza! Si, l’ignoranza. Non quella legittima di chi ignora (da questa voce verbale deriva il sostantivo) un qualsivoglia argomento e, quindi, se ha almeno un briciolo di buon senso, tace per evitare di sostenere tesi insostenibili. Ci riferiamo, invece, a quella più grave intesa come “mancanza” delle più elementari regole dell’oratoria o della scrittura. Personaggi, questi, in serissima difficoltà nella “traduzione” dal dialetto all’italiano. Personaggi che, come appare lecito presumere, hanno fatto molto male le elementari e, quindi, si portano dietro lacune che, nel Terzo Millennio, appaiono inverosimili. Potremmo portare alla vostra attenzione tanti esempi di oltraggi alla lingua di Dante e, seppur nessuno di noi ha frequentato l’Accademia della Crusca essendo tutti potenziali protagonisti di strafalcioni, magari ne rimarremmo inorriditi osservando le scansioni fatte e conservate di “santini” assolutamente esaustivi. Ma, onestamente, non crediamo ne valga la pena e, comunque, ve ne risparmiamo la visione. Oltretutto, come detto non ancora in nostro possesso i nomi dei 29 consiglieri eletti (a cui si aggiungono i 3 aspiranti sindaco sconfitti e, quindi, passati in consiglio), siamo pronti a scommettere che qualcuno di questi, comunque, sia riuscito a convincere un migliaio di elettori ed in consiglio ci finirà comunque. Poco male, basta saper attendere ed il “mistero del congiuntivo”, la “consecutio temporum” e la regola-base del “soggetto-predicato (verbale)-complemento oggetto” saranno svelati nella loro interezza. Passando ad altre considerazioni, ci chiediamo se ciò che è avvenuto nell’ultimo anno (dall’elezione di Scopelliti a Governatore, per intenderci) sia venuto o meno all’orecchio dei nostri concittadini. In sostanza: le strade-groviera, i cassonetti della spazzatura stracolmi, i mancati stipendi ai dipendenti delle società partecipate, il bilancio comunale al tracollo, la tragica fine della Fallara notoriamente culo-&-camicia con l’ex sindaco (a cui, oggi, ho sentito far riferimento da parte dello stesso con un più o meno laconico “Non perché ha sbagliato una, hanno sbagliato anche gli altri 50”), l’acqua che va e viene in molte zone cittadine, l’aumento della T.A.R.S.U. (la tassa sulla spazzatura, per intenderci) del 300% negli ultimi 3 anni e via dicendo. Il reggino medio ha o non ha sentito parlare di queste cose? Sicuramente si, ma… Ma, se da un lato è stato giusto andare ad esercitare il diritto-dovere del voto (unico modo dalla democrazia concesso a noi umili mortali per dire la nostra), dall’altro pensiamo alla purtroppo presente logica clientelare che giocoforza condiziona ogni risultato elettorale. Non scopriamo certo noi l’acqua calda se diciamo che molti reggini sono andati a votare per “restituire” il favore ricevuto. E’ così e non ci stupisce più di tanto prenderne quotidianamente atto: fin quando il Mondo (non solo Reggio, sia chiaro) girerà in quel verso nessuna società civile sarà tale! Povera Italia, povera Reggio! Non conosciamo personalmente il neo sindaco e, quindi, non esprimiamo giudizi di sorta sulla sua persona. Dicono che sia un uomo perbene e, confidando nella presunzione d’innocenza e non di colpevolezza, ci fidiamo di ciò che si dice senza, però, prenderlo per vangelo. Persona perbene si, ma… Ma, secondo il nostro personale modo di intendere il termine, s’è davvero perbene perché ha ceduto alle lusinghe (o “ordini di scuderia” che dir si voglia) del suo pigmalione Scopelliti? Mah! Anche questo, come quello del “congiuntivo”, è un mistero o, comunque, lo sarà ancora per poco. Ci concedete il “permesso” di dargli un piccolo consiglio colmo di ironia e scevro di becero e stupido sarcasmo? Giacché la gente è stanca di essere tartassata di tasse per pagare le spese (più o meno lecite, più o meno legittime) della politica e dei “politicanti”, signor Sindaco dia dimostrazione del suo essere uomo perbene con il primo atto ufficiale della nuova sindacatura: scelga la compagnia di telefonia mobile più di suo gradimento e sottoscriva il piano tariffario “You & me”, “Noi 2” o altri similari con il Governatore. Ad intuito, immaginiamo vi sentirete molto spesso nei prossimi anni (per l’ordinario e lo straordinario, intendiamo) e, se ascoltasse il nostro umile consiglio, noi contribuenti risparmieremmo un pò sulle spese. Sa, signor Sindaco, molti di noi fanno fatica ad arrivare allo stipendio successivo. Ad maiora Sindaco.

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Author: Maurizio Gangemi