La Reggina torna alla vittoria dopo 4 sconfitte consecutive e ad oltre un mese dall’ultima vittoria casalinga contro il Piacenza datata 28 settembre. La gara di martedì scorso a Lecce, persa ma giocando in modo certamente migliore rispetto a quanto succedeva sotto la precedente gestione tecnica, doveva necessariamente trovare riscontro con una vittoria. E vittoria è stata nonostante la gara con la Salernitana non si possa definire certamente bella, ma l’estetica la lasciamo ad altri e noi preferiamo vincere anche al termine di una gara non “griffata”. Il primo ad entrare in sala stampa è l’allenatore amaranto Iaconi. Pacato, tranquillo, sereno, inizia a rispondere alle domande dei cronisti.
Che gara è stata? Abbiamo sofferto moltissimo, soprattutto nel primo tempo dove abbiamo avuto un’interpretazione tattica non giusta. Abbiamo sofferto ma, con il passare del tempo, siamo riusciti ad esprimerci sempre meglio sino a disputare un buon secondo tempo in cui non abbiamo concesso nulla all’avversario se non allo scadere per l’ennesima prodezza di un avversario (chiaro il riferimento ai due gran goals di Baclet nella gara di martedì scorso a Lecce, n.d.r.).
La squadra ha giocato secondo le sue aspettative? Abbiamo fatto qualcosa di tutto quello che voglio. La cosa importante era uscire dal tunnel dovuto alle quattro sconfitte consecutive e ci siamo riusciti al termine di una gara che avevo definito difficile e difficile è stata.
Ha trovato un seguito dopo la buona prova di Lecce? La partita di stasera, come detto, era per certi versi molto più difficile. Le grandi squadre come il Lecce appunto (da stasera è primo in classifica con l’Ancona, n.d.r.), giocano e lasciano giocare ed è per questo che il nostro gioco in Puglia è stato più piacevole a vedersi. Contro la Salernitana, ultima in classifica e dopo il 4 a 1 rifilato al Crotone, non potevamo certo immaginare che ci lasciassero gli stessi spazi. Stasera c’è una parte di demerito nostro, ma loro sono venuti a giocarsi la gara.
In cosa ha sbagliato la Reggina? Abbiamo perso molti palloni. Siamo stati lenti e macchinosi per le difficoltà del momento. Cacia è stato servito poco e male. Nel secondo tempo, invece, abbiamo giocato meglio, più sciolti e meno appesantiti. Fare goal certamente aiuta e la squadra, se riesce a giocare serena, dimostra tutta la qualità di cui è fornita.
Cosa serve ancora? Abbiamo una squadra ancora troppo “lunga” davanti (non è forse un caso che l’intera linea a 3 in attacco è stata sostituita nel corso della gara, n.d.r.). Il risultato è corroborante per la fiducia in noi stessi da ritrovare con grande spirito di sacrificio.
L’esclusione di Volpi significa qualcosa che va oltre il turnover di stasera? No. E’ stata una scelta temporanea e considero Volpi un patrimonio della squadra e della Società. E’ un periodo molto difficile per lui (ha “perso” il “suo” Novellino accusando il colpo, n.d.r.).
Sull’episodio che ha visto protagonista Pagano? Ha sbagliato il mio giocatore, senza alcun dubbio. Gliel’ho detto a fine primo tempo in campo e poi nello spogliatoio. Bisogna possedere professionalità e non si può pensare di ricevere sempre e solo applausi. Il pubblico ha sempre ragione, giocavamo male e con i suoi fischi ci ha aiutato.
E adesso? Non ho visto ancora la classifica, ma credo che per risalirla occorre vincere molto e di seguito, pareggiare ogni tanto e perdere poco. Non abbiamo fatto ancora nulla, ma se non avessimo vinto dove saremmo a quest’ora?
I due allenatori si alternano, esce Ivo Iaconi ed entra Marco Cari.
Prendere un goal in contropiede fuori casa non è certamente il massimo per una squadra ultima in classifica? Certo che non lo è. E’ stato un peccato giocare un primo tempo così. Sapevamo che saremmo venuti ad affrontare un squadra che ci avrebbe creato delle difficoltà dimostrando di essere la Reggina magari, per ora, un po’ in difficoltà. Avevamo preparato la partita per cercare di riuscire ad allargare la difesa a 3 della Reggina e tenere basso Buscè. E’ palese che non ci siamo riusciti.
Cosa non ha funzionato? Dopo il secondo goal ci siamo sgonfiati. Dobbiamo trovare le giuste motivazioni, non è facile in un ambiente come il nostro che si aspettava di certo un campionato molto diverso da quello che stiamo disputando.
Il primo giocatore che entra in sala stampa è il difensore amaranto Andrea Costa.
La difesa a 3 funziona meglio di quella ostentatamente proposta dal precedente allenatore? Il risultato di stasera dice questo. A dire la verità io “nasco” giocando in una difesa a 3 e non a 4. Ad inizio partita abbiamo giocato contratti ma poi abbiamo concesso molto molto poco.
Può essere stata la partita in cui vi siete sbloccati? Non so se questa possa essere stata la gara della svolta, ma so che avevamo bisogno di vincere perché ci serviva soprattutto moralmente.
Cos’è cambiato? A livello tattico è cambiato tanto. Abbiamo giocatori adatti per questo tipo di gioco e come idee il nuovo allenatore ha portato ed apportato novità e modifiche importanti.
Esce Costa ed entra Biagio Pagano, protagonista di un diverbio a distanza con il pubblico.
Pace fatta con il pubblico per quanto si è visto a fine primo tempo? Si, certo. Sono venuto qui apposta per precisare che sono stato un coglione. Chiedo scusa a tutti perché quel gesto non fa parte del mio modo di essere. E’ stato solo un gesto istintivo e dettato dal nervosismo anche perché non riuscivamo a sbloccare la partita. Noi siamo professionisti e dobbiamo scendere in campo e pensare solo a giocare senza pensare al pubblico che applaude o fischia.
Sa chi l’ha preceduta con un gesto simile (era la prima stagione di A amaranto, quella 1999/2000)? Baronio. E dopo quel gesto ebbe grande fortuna anche altrove. Allora spero di ripercorrere la sua carriera. A parte la battuta, chiedo scusa ancora a tutti per il mio gesto.
Cosa le chiede il nuovo mister, atteso che con il precedente non riusciva a trovare spazi e veniva sostituito addirittura a metà primo tempo? Fino alla trequarti devo fare uno o due tocchi, dopo devo far uscire le mie qualità fuori. Penso che la partita di oggi sia il prosieguo di quanto fatto a Lecce, ancora non siamo a posto fisicamente ma credo che siamo sulla strada buona.
Come giudichi la tua partita anche alla luce dei due assist (per Buscè e Cascione, n.d.r.)? Positiva, ma credo che fosse importante per tutta la squadra vincere stasera. Per quanto riguarda il goal di Emmanuel, diciamo che è uno schema giacché anche quando giocavamo insieme a Rimini successe un episodio analogo.
Ecco in sala stampa l’autore del secondo goal amaranto Cascione.
Oggi centrale difensivo in una difesa a 3, a Lecce invece a centrocampo. In effetti sono due ruoli completamente diversi e per me è stata anche la prima volta che giocavo da centrale in una difesa a 3 e non a 4. E’ ovvio che preferisco il mio ruolo di centrocampista, ma se è necessario e mi viene chiesto allora mi metto al servizio del mister e della squadra.
Dal punto di vista personale, cos’è cambiato con l’avvicendamento dei due allenatori? Di sicuro adesso sento molta più fiducia nei miei confronti rispetto ad una settimana fa. Sto ritrovando la condizione fisica e, se anche quella mentale va bene, si riesce prima nell’intento.
E’ il tuo primo goal in maglia amaranto in 3 anni che sei qui. Si, è il primo. Avevo tanta rabbia dentro di me, soprattutto per come sono andate le cose l’anno scorso. Non riesco a farmi una ragione di come e perché sono stato utilizzato pochissimo lo scorso anno, non me lo spiego proprio. Ma ormai è passato, l’importante è non mollare e farsi trovare pronto quando serve.