Reggina: lo Iaconi-pensiero ad ampio raggio (parte II^)

Andato via Novellino con il quale si era segnato poco e subito molto, lei ha cambiato immediatamente modulo. Con i tre difensori pensa che questo possa far guadagnare la squadra in compattezza. Non intendo dire cambiando il  reparto in se stesso, ma più generalmente in fase difensiva perché sappiamo benissimo che se non c’è un centrocampo che fa filtro diventa difficilissimo per i tre difensori ed anche i più forti del mondo andrebbero in sofferenza. Questo modulo può dare una giusta copertura, un giusto equilibrio? Si può raggiungere questo equilibrio, alla base del successo, con due mezze punte come Pagano e Brienza che, all’occorrenza aiutano il centrocampo, e con i centrocampisti Morosini e Carmona che hanno nelle loro corde la predisposizione all’interdizione e Morosini anche alla proposizione?

“Premesso che tutti i moduli adottati o adottabili hanno pregi e difetti, è naturale che l’obiettivo di ogni modulo è quello di raggiungere l’equilibrio. Io ho scelto questo modulo (il 3-4-3, n.d.r.) perché c’era bisogno di cambiare qualcosa. C’era bisogno, per tornare un attimo al discorso della fiducia e dell’autostima, di dare qualche certezza in più ai ragazzi. Ho cominciato dalla difesa perché mi è parso di capire che i ragazzi si sentissero più sicuri con una difesa “a tre”. Tutto il resto è stata una conseguenza dello studio delle caratteristiche dei miei giocatori cercando di mettere quelli più importanti nelle condizioni di poter rendere. Fino a questo momento, a sprazzi, abbiamo fatto bene. Non molto bene, ma bene. Però ci manca la continuità e questo è un obiettivo da perseguire e da raggiungere nel più breve tempo possibile perché solo la continuità ci può dare risultati. La continuità tattica all’interno della stessa partita.” Quindi prima di tutto una difesa che sia registrata e che possa sostenere il peso degli attacchi avversari? “Si, una difesa che dev’essere solida. Noi abbiamo preso molti goals per prodezze degli attaccanti avversari, ma anche certamente per l’aver commesso degli errori. Il secondo goal ad Empoli, la doppietta di Baclet a Lecce, il goal di Jadid con la Salernitana sono tutte prodezze subite. Lo dico sempre ai ragazzi, abbiamo un atteggiamento con cui ci tiriamo addosso la sfiga.” Ma ad Empoli abbiamo messo sotto una squadra comunque forte. “Si, ma non siamo passati in vantaggio in quei 20/25 minuti in cui abbiamo avuto una sola possibilità sbagliandola con Pagano. Avremmo potuto averne molte di più perché, secondo me, in quei minuti abbiamo dominato meritando di passare in vantaggio.” In linea di massima ognuno di voi allenatori ha un modulo prediletto, ne accennava prima. Crede che dev’essere l’allenatore ad adeguarsi ai giocatori che ha, atteso che penso non esista allenatore al mondo capace di dare una “lista della spesa” al proprio presidente ed avere poi esauditi tutti i suoi desideri, oppure è proprio necessario, ostinatamente, ostentatamente, esageratamente riproporre il proprio modulo ideale non tenendo conto che, per esempio, ci possano essere dei giocatori che per caratteristiche, per attitudine, non sono in grado di attuare con gli effetti desiderati quel determinato modulo? “Ognuno di noi ha il suo modulo preferito, se abbiamo la possibilità di costruirci la squadra partendo dal modulo si fa la squadra stessa. Però questo (essere esauditi in ogni richiesta) non accade quasi mai, soprattutto quando si subentra in corsa come è successo a me e si prende in carico una squadra costruita da e per altri. Di norma, quindi, avviene il contrario. Si valutano le caratteristiche dei giocatori e su di esse si fa il modulo.” Quindi l’allenatore si adegua ai giocatori che ha a disposizione? “Si, io si! Nella mia carriera ho giocato con quasi tutti i moduli.” La domanda non era affatto casuale. Novellino, infatti, ai suoi tempi, si era fissato con il 4-4-2 tanto da schierare dieci formazioni diverse nelle dieci giornate di campionato disputate, tanto da snaturare Buscè proponendolo come terzino destro (o, se preferite, esterno destro nella difesa “a quattro”) invece che ala (o esterno destro di centrocampo), tanto da inventarsi Cascione centrale difensivo togliendolo dal suo ruolo naturale di centrocampista ed incontrista ed altro ancora. Atteso che troppo spesso è “mancato” il difensore centrale, anche in virtù di una sorta di protezione per il portiere, ha pensato magari a Lanzaro centrale visto che in serie A ha marcato Ibrahimovic, Trezeguet e tanti altri del loro calibro? “Noi abbiamo fatto delle scelte tattiche per la gara di Empoli e probabilmente quando incontreremo squadre che giocano con una mezza punta per quel ruolo la scelta sarà sempre su un centrale-centrocampista. Ad Empoli c’era Vannucchi e secondo me andava limitato in un certo modo con l’uscita di un difensore da dietro per non abbassarci troppo. Probabilmente con il Crotone, anche se con un modulo diverso rispetto all’Empoli, avremo ancora la presenza di una mezza punta ed è naturale che noi dobbiamo anche studiare le caratteristiche dell’avversario.” Sabato ci sarà Volpi? C’è, insomma, la volontà del giocatore di recuperare il terreno perduto? (E’ notorio che il giocatore non sia stato neppure convocato nelle ultime partite per via, si dice, di un suo scarso momento di forma. Pare, invece, che i rapporti che lo legavano all’ex Novellino siano la vera causa di questo suo “calo” e che la Reggina sia vicina o alla rescissione del contratto più o meno consensualmente o all’immediata cessione alla riapertura del calcio mercato di gennaio, n.d.r.). “Abbiamo davanti quasi una settimana di allenamento e vedremo poi cosa succederà quando andremo a diramare le convocazioni per Crotone. Comunque si, Volpi si sta allenando regolarmente e non si sono problemi.” E qui, per la prima volta in tutta l’intervista, Iaconi si “veste” da Pinocchio un po’ per il quieto vivere ed un po’ per scelta societaria-aziendale! Alla luce dei risultati ottenuti, del “non gioco espresso” e della classifica impietosa, reputa giustificata la preoccupazione dei tifosi di dover fare la fine di Avellino, Catanzaro e Como che, dopo anni di massima serie, adesso sono relegati nelle serie minori o, addirittura, sono scomparsi del tutto? “Credo che siano situazioni completamente diverse le une dalle altre perché alle spalle della Reggina c’è una Società vera, una Società che fa calcio veramente, che ha un’organizzazione di alto livello e che ha il lavoro di tanta gente mirata a fare calcio. Poi, la singola annata può essere negativa com’è stato l’anno scorso. La salvezza dev’essere un discorso, non dico scontato perché nel calcio non si può essere sicuri di niente, ma dal cui discorso dobbiamo allontanarci nel più breve tempo possibile.

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Author: Maurizio Gangemi