Qualora avessimo mai pensato che il fondo fosse stato toccato, ahinoi, ci siamo sbagliati. Qualora avessimo mai pensato che peggio di quanto sinora fatto non si poteva fare, ahinoi, ci siamo sbagliati. Qualora avessimo mai pensato che saremmo tornati in A in un fiat, ahinoi, ci siamo sbagliati (da mesi). Qualora avessimo mai pensato che, in A, ci saremmo tornati passando per i play off (da mesi), ahinoi, ci siamo sbagliati. Qualora stessimo pensando che ci salveremo senza patemi, ahinoi, ci siamo sbagliati. Qualora pensiamo che forse ci salviamo, ahinoi, abbiamo ragione. Quanti sbagli che abbiamo commesso, visto? Ma, più di noi, quanti sbagli ha commesso chi, con negligenza e/o omissioni è il timoniere dell’ormai alla deriva barca amaranto? Pare abbia indirizzato la prua verso gli scogli e che, lentamente, la corrente diriga la scialuppa, già abbondantemente alla deriva, verso un presumibile schianto. E che schianto! L’ipotesi più probabile, adesso, con i dati che abbiamo, suffragati dalle indecorose prestazioni degli undici/quattordici uomini in maglia e pantaloncini amaranto, è che l’obiettivo “seconda retrocessione” consecutiva stia per essere raggiunto. Non è possibile, per certi versi appare tutto inverosimile.
Come ci si può essere ritrovati in questa situazione quando le premesse erano ben altre? Come si può mandare in frantumi un “progetto” dopo solo 10 giornate di campionato? Come si può, poi, affidarsi, per riprendere e risanare lo stesso “progetto”, non a degli specialisti ma ad umili (qualità lodevole) e saccenti (“qualità” disdicevole) operatori del mondo del calcio? Come si può avere una squadra formata da giocatori di spessore per poi trasformarla in un insieme di giocatori dal tasso tecnico certamente inferiore di quelli ceduti e frettolosamente acquistati? Come si può operare solo ed esclusivamente per raccattare denaro in giro ed impinguare le proprie casse a scapito di una situazione, adesso si, drammatica? Come si può restare immobili a guardare la propria barca andare incontro al naufragio? Come si può essere insensibili pensando a far cassa anziché rimboccarsi le maniche e lavorare? Come si può dismettere, lentamente, una Società ed una squadra “fu” gloriosa? Qual è l’intento di chi è l’unico timoniere e l’unico responsabile? LA Reggina non esiste più! Esiste un lontanissimo ricordo di ciò che, appunto, fu! Nulla è più nemmeno simile a ciò che abbiamo avuto la fortuna di vedere negli anni passati. La Società, come detto, è in continua, lenta ed inesorabile dismissione. Non c’è un direttore generale, non c’è un direttore sportivo, non c’è un preparatore atletico, non c’è un addetto stampa. Dove sono tutte quelle figure che, tutte insieme, hanno reso grande la Reggina? Quanti soldi si sono risparmiati ancora ed a farne le spese è la Reggina assieme ai suoi tifosi? Possibile che ci sia ridotti così male da dover tagliere tutte le spese e tirare a campare così? Si, è possibile! La gara di ieri sera è stata solo l’ultima dimostrazione di come si sia arrivati all’ultima spiaggia. Niente gioco, niente idee, niente risultato, niente di niente. Breda è serio, ma più che ripetersi non può. D’altro canto coerenza vuole che anche la Reggina non si smentisca ma si ripeta con le sue prestazioni. E che prestazioni! Una favola. In sala stampa è un mortorio. Nel mentre il collega Na.Lic. sorridendo cerca di far sorridere anche noi parlando del suo Milan, con i colleghi ci guardiamo negli occhi e cerchiamo di ragionarci su, ma le verità che già conosciamo sono argomenti su cui, noi, possiamo ragionarci quanto vogliamo trovando magari sfumature, ma sempre di fatti innegabili si tratta. Ad animare, o “rianimare”, un po’ la serata arriva l’allenatore ospite Gigi De Canio già a Reggio nel corso della stagione 2002/2003 (sostituendo Bortolo Mutti sulla panchina amaranto, n.d.r.) culminata con la salvezza dopo lo spareggio vinto a Bergamo. E’ difficile per chiunque parlare, ma dobbiamo. Buonasera mister e ben ritrovato. Il suo Lecce, al rientro in campo dopo l’intervallo, ha deciso che doveva cambiare il corso della gara (era sotto per 1 a 0) e così ha fatto. In 4 minuti prima il pari e poi il vantaggio, fino a poi dilagare dimostrando perché è prima in classifica e che le 5 sberle prese in casa dal Cittadella una settimana fa sono ormai solo un lontano ricordo. “Io penso che anche nel primo tempo la partita sia stata abbastanza equilibrata (perché, nel secondo tempo lo è stata? n.d.r.). Sia la Reggina che il Lecce hanno dimostrato di poter fare propria la gara. Noi siamo andati in svantaggio su un errore su palla inattiva e questo, sotto il profilo emotivo, ha dato una spinta maggiore alla mia squadra. Un atteggiamento quello dei miei che, a parte la gara con il Cittadella, è sempre stato simile contro tutti”. Qual è la caratteristica principale della sua squadra? “Abbiamo tanti giocatori abbastanza compassati che hanno bisogno di tempo. Non sono molto reattivi, diciamo. Magari durante il primo tempo non sono capaci di esprimersi come sanno, ma quando il ritmo delle altre squadra cala, poi, i miei crescono e, stasera, nel secondo tempo, abbiamo intravisto la possibilità concreta di fare risultato”. Si aspettava una Reggina così tanto brutta? “No, guardi, io ho un’idea diversa. Ho visto tante partite della Reggina perché, a prescindere che sul campo sono comunque un avversario, sono legato ancora molto a questa città. Devo dire cha la squadra mi piace come gioca. Mi è piaciuta all’inizio con Novellino, poi con Iaconi ed adesso con Breda, c’è una buona circolazione di palla, ci sono delle buone trame di gioco. Poi, certo, è una squadra che va in difficoltà appena messa sotto pressione e prende, sistematicamente, goal. Credo che sia un problema che nasce da lontano. Non dovrei dirlo perché sono l’allenatore di un’altra squadra, ma sono anche un tifoso e quindi ne parlo come tale, ma credo che probabilmente non c’è la giusta mentalità da parte della squadra. La squadra non ha ancora preso coscienza di quello che è il campionato (ancora? dopo 30 partite giocate? n.d.r.). Poi c’è un altro aspetto. La Reggina per tantissimi anni ha disputato delle stagioni calcistiche stupende e, quindi, come tutte le cose c’è anche nel calcio un ciclo. Nella storia di un club c’è comunque un periodo in cui le cose non vanno molto bene, quasi senza che qualcuno sappia darsi una risposta o una spiegazione logica. Probabilmente questo è il periodo in cui la Reggina sta vivendo questo genere di situazione. A me, sinceramente, dispiace ma oggi abbiamo vinto dopo una brutta sconfitta e riprendiamo a correre.” Cos’ha visto nei suoi dopo la batosta contro il Cittadella? “Ho visto soprattutto la mia squadra reagire e comportarsi così come aveva fatto per tutto il resto del campionato e, quindi, come allenatore sono un po’ più sereno. Anche al di là della vittoria, credetemi. Avevo chiesto ai ragazzi una prestazione all’altezza dei primi in classifica e quindi sono più sereno.” E la Reggina? “Mi auguro che anche la Reggina si riprenda il più presto possibile anche perché, poi, c’è bisogno di una squadra e di una città così forte in questo campionato. Poi, sulla partita di oggi, posso dare un giudizio per quello che ho visto anche per quello che ho visto in cassetta. Appena il Lecce ha iniziato a giocare con intensità e continuità, credo che sarebbe andato in difficoltà chiunque. Quindi credo che i demeriti della Reggina siano così evidenti più che in altre circostanze. Credo che, mi lasci dire, che siano molti di più i meriti del Lecce. Nelle altre gare, invece, credo che la Reggina abbia espresso un buon calcio. Ho visto la partita con il Modena dove ha perso con mezzo tiro in porta su un cross in verticale, poi, dopo, ha giocato, ha creato. E’, come dicevo prima, un periodo negativo.” Fermo restando che tutte le partite si giocano per vincere, lei pensava di venire a Reggio e farlo senza problemi? “Allora non mi conosce. Ha visto anche le sostituzioni che ho fatto? Ha visto la composizione della mia panchina? Ci sono 4 attaccanti, sempre. Ha visto quanti goals abbiamo fatto? Noi abbiamo un solo attaccante che ha fatto 10 goal, poi abbiamo fatto goal in campionato con 14/15 giocatori diversi. Abbiamo dato un giocatore esperto e bravo alla Reggina (Cacia, n.d.r.) e siamo andati a prendere un giocatore di ventanni. Giochiamo per vincere, sempre. Questa è la mia filosofia. Anche in serie A con la Reggina, se se lo ricorda. Siamo andati a giocare a Milano, abbiamo preso 3 goals ma giocavamo con 2 attaccanti ed una mezza punta (contro l’Inter, Di Michele, Bonazzoli e Cozza) e con un giapponese (Nakamura, n.d.r.) che faceva il centrocampista centrale. Io ho rispetto per qualunque avversario e sono convinto che la Reggina, così com’è composta, per la qualità dei suoi giocatori, sulla carta, è una delle squadra più forti. Io, però, gioco tutte le mie partite per vincerle. Poi, ovviamente, dipende dai momenti, dalle situazioni, così come si possono vincere le partite si possono anche perdere.” Fin qui Gigi De Canio che ci riporta indietro nella memoria e ad accennare, quindi, un timido sorriso. I tempi che furono e che, ahinoi, non sono più! Ha ragione lui, tutto ha un ciclo e, probabilmente, quello della Reggina è al capolinea. Abbiamo l’impressione che da dove siamo venuti stiamo per ritornarci. Adesso Roberto Breda con, ovviamente, ben altro spirito e ben altro umore. Mister, com’è possibile che una squadra, la sua, si sfaldi nel momento esatto in cui prende il goal del pareggio visto che la Reggina è scomparsa dal campo proprio sull’1-1? “E’ successo questo, al pareggio siamo scomparsi, siamo crollati psicologicamente e non va bene. Non va bene per il tipo di partita che avevamo fatto, per com’è la classifica non possiamo sciupare nemmeno una sola opportunità. E’ successo! Abbiam perso tutti i nostri riferimenti, abbiamo perso quelle poche certezze che fino al goal subito ci avevamo permesso di fare una buona partita. Dobbiamo guardarci in faccia, analizzare questo stato di cose e capire tutti quanti, io per primo, dove abbiamo sbagliato. Dobbiamo togliere noi stessi, i nostri interessi, e mettere davanti a tutto la squadra. Capire cosa dobbiamo fare di più per sfruttare al massimo ogni opportunità. Tutto quello che va fatto dev’essere fatto pensando all’interesse della squadra.” Atteso che la direzione intrapresa è quella della seconda retrocessione in sue anni, lei crede davvero che si possa ancora, dopo 30 giornate, cambiare le cose, invertire la tendenza che ha caratterizzato questo campionato per risalire la china fino a raggiungere il primo posto utile per la salvezza? Lo crede oltre ogni suo dovere nel farlo? “Io non ho il dovere, ci credo e basta. Ci credo con tutte le mie forze. Dobbiamo farlo tutti quanti, dal magazziniere al presidente dobbiamo crederci. Fino ad adesso abbiamo avuto torto, non ci sono scuse da accampare, però ogni nostra energia, ogni nostro pensiero devono essere spesi pensando a salvarci. Partita dopo partita. Sono cambiati gli obiettivi durante la stagione? Dal dover lottare per il vertice si è passati alla salvezza, dobbiamo avere solo un obiettivo e vivere ogni gara come se fosse uno spareggio e non come fosse una finale perché non possiamo permetterci finali ma solo spareggi.” La squadra la segue? Perché qui è evidente che non c’entrate niente lei, Novellino o Iaconi ma il discorso è più complesso ed ampio. La tifoseria fuori rumoreggia e contesta. C’è amarezza anche tra noi della stampa che assistiamo allo scivolare senza soste della Reggina verso il baratro. Siamo in una situazione drammatica, insomma. “Mi segue o non mi segue, devo fare di tutto per farmi seguire. Con le buone o con le cattive, in tutti i modi. Non c’è altro da fare. Io ho tanto rispetto per questi ragazzi perché sotto il profilo dell’impegno, della volontà ed anche della partecipazione non gli posso dir niente. Però non basta. Dobbiamo andare un pochino contro noi stessi e scuoterci per dare ancora di più. Io per primo. Bisogna solo mettere davanti a tutto quanto l’interesse della Reggina, il resto sono solo tutte chiacchiere. Dobbiamo affrontare ogni partita da qui alla fine come se fosse la partita della vita.” Ferme restando le condizioni in cui la Reggina gioca e le prestazioni che ci offre, l’unico giocatore che lei ha a disposizione che vede la porta è Cacia. E’ pensabile, quindi, costruire, per quanto possibile, una squadra tenendo presente che Cacia dev’essere un punto fermo e che gli altri 10 in campo debbano sopportare il fatto che lui non è un uomo che gioca per la squadra (come Bonazzoli, per esempio, n.d.r.) supplendo a questo ma aiutandolo? “Credo che il campionato disputato sin qui non debba trovare un unico colpevole, non è giusto che sulla graticola finisca un unico giocatore (si riferisce a Bonazzoli, è evidente, accusato di scarsi risultati in zona goal, n.d.r.). Qui c’è bisogno di tutti quanti. Cacia ha giocato come ha giocato Bonazzoli, come ha giocato Pagano, come ha giocato Brienza e via dicendo. Certamente sono io a dover trovare la soluzione, ma non credo che in questo momento ci sia solo un giocatore importante e gli altri no. Di importante ci dev’essere la Reggina e basta! Tutti quanti dobbiamo capirlo, tutti quanti non dobbiamo solo dirlo davanti ai microfoni, me compreso, ma dobbiamo dimostrare, attimo dopo attimo, che quello che veramente vogliamo è venir fuori da questa situazione.” Ha parlato con il presidente? “Si, il presidente era negli spogliatoi ma abbiamo ancora parlato di questa situazione (ma come? mica è una novità o un fulmine a ciel sereno? sono mesi che siamo in questa situazione, anzi adesso è la peggiore di tutte, n.d.r.). Non ci stiamo nascondendo dietro un dito e non sottovalutiamo niente, difficoltà comprese. Ne siamo tutti ben consapevoli e siamo tutti quanti alla ricerca di una soluzione.” La squadra rimane più schiacciata dalle proprie responsabilità che dall’avversario? “Noi in questo momento dobbiamo cercare risposte concrete. Le risposte le trovi analizzandogli errori, cercando le soluzioni, guardandoci in faccia e mettendo da parte un po’ l’orgoglio (ma come? è proprio l’orgoglio che va tirato fuori, sentiti i tifosi che vogliono in campo la squadra Primavera? n.d.r.), pensando tutti quanti a quello che possiamo far di più.” Pensa che sia migliorata la squadra con Missiroli al posto di Pagano? “Pagano ha fatto il suo dovere fino in fondo, non ho nulla da rimproverargli. Certo, con il senno di poi magari avrò sbagliato qualche scelta, anzi di certo ne ho sbagliate visti i risultati. Però i ragazzi le risposte che dovevano dare come impegno e volontà le hanno date. Hanno sbagliato in quanto a determinazione, a mantenere la concentrazione, ad avere la capacità di superare l’ostacolo.” Le condizioni di Vigiani? “Ha tanto male al ginocchio, credo che dobbiamo aspettare a domani per saperne di più.” E qui si chiude anche questo capitolo relativo alla trentesima giornata di campionato. 3/4 di torneo già giocati e la situazione è quella che è visibile a tutti. Pensiamo, ad onor del vero, che non arriveremo ultimi sol perché alla Salernitana hanno rifilato 6 punti di penalizzazione. Solo per questo. Felici di sbagliarci a fine campionato, ma la situazione, ad oggi, è davvero drammatica. Ad majora!