XXVI^ giornata; V^ di ritorno; 16 giornate alla fine del torneo; Reggina XIX^ in graduatoria; terz’ultima in “ottima” compagnia del Mantova; “dietro” solo Padova e Salernitana; 13 sconfitte (9 fuori – Frosinone, Modena, Lecce, Torino, Empoli, Gallipoli, Albinoleffe, Vicenza e Cittadella – e 4 in casa – Vicenza, Ancona, Sassuolo e Cesena -), 5 pareggi (2 fuori – Mantova e Crotone – e 3 in casa – Padova, Cittadella e Grosseto-) ed 8 vittorie (3 fuori – Cesena, Ascoli e Padova – e 5 in casa – Piacenza, Salernitana, Brescia, Triestina e Mantova); 39 goals subiti (22 fuori e 17 in casa) e 31 realizzati (12 fuori e 19 in casa); 3 allenatori (in busta paga, per il terzo anno consecutivo); 2 direttori sportivi (idem). Un progetto “fallito” dopo 10 giornate; un altro “strafallito” dopo altre 14 giornate; nulla di nuovo dopo ulteriori 2 giornate. Questi sono, impietosamente, solo alcuni dei numeri che fotografano la stagione amaranto fino a questo momento. Dal “Sono qui per Vincere” di lancio campagna abbonamenti e di novelliniana memoria, al “Io, speriamo che me la cavo” di iaconiana/brediana attualità, passando per la “perla” “A+B=C” di fotiana “arguzia matematica” (nelle foto, controllore dei propri "beni mobili" e, sotto i baffi, sogghignate con il fido Rosati in occasione della presentazione di Breda).
Lo ripetiamo da molto tempo, la Reggina non è più LA Reggina. Ha perso tutte, dicasi tutte, quelle peculiarità che l’avevano fatta grande fino all’apice raggiunto il 13 giugno 1999 in quel di Torino allorquando conquistò la sua prima storica promozione in A, passando per lo “scudetto” vinto il 27 maggio 2007 collezionando 51 punti ufficiali (dopo che 11 gli erano stati affibbiati di penalizzazione), concludendo la sua presenza nella massima serie lo scorso maggio dopo 9 campionati su 10 disputati nel calcio che conta. In questi mesi abbiamo snocciolato dati; abbiamo registrato sconfitte (non solo sul campo ma su tutti i fronti); abbiamo collezionato errori (senza mai dirne nemmeno uno); ci siamo nascosti dietro “difficoltà oggettive” (senza mai spiegare quali siano); abbiamo parlato di “fallimento del progetto” (a giustificare l’esonero di Novellino e la cacciata di Martino); siamo ricorsi alle statistiche cercando, in percentuale, chi avesse maggiori o minori responsabilità (siamo passati dal 34% di Foti, il 33% di Novellino ed il 33% di Martino fino all’80% di Foti, 10% di Iaconi e 10% di Rosati), abbiamo negato (l’evidenza), abbiamo sogghignato (sotto i baffi), abbiamo difeso l’indifendibile (la squadra ed i suoi “costruttori”), abbiamo offeso l’inoffendibile (la nostra intelligenza). Ovvio che abbiamo usato il plurale maiestatis, ma, capirete bene, che l’ “abbiamo” sta per “ha”. Chi “ha”? Chi se non il presidente dei presidenti, il leader maximo (pur non essendo suo estimatore, chiedo venia a Fidel), il number one, il magnifico, l’onnipotente, l’invincibile, il meraviglioso, lo straordinario, il venerabile e scusateci se ci “limitiamo”: il signor Lillo Foti (all’anagrafe Pasquale fu Saverio). Premessa: ci scappelliamo per il passato (con lui si è raggiunto, come detto, l’apice della storia amaranto sin dalla sua nascita nel 1914), ma non è più tempo di togliersi il cappello. E non da giorni, da anni. Sono anni, infatti, che sbaglia tutto lo sbagliabile. Cambia 3 allenatori all’anno (nel 2007/’08 Ficcadenti – Ulivieiri – Orlandi, nel 2008/’09 Orlandi – Pillon – Orlandi e, quest’anno, Novellino – Iaconi – Breda). Licenzia e riassume direttori sportivi (Martino, licenziato nel 2004, ripreso nel 2008 salvo ri-licenziarto nel 2009 e Rosati, “consulente di mercato” da sempre o da poco – le date non sono certe -, promosso DS a novembre 2009 e salvatosi “miracolosamente” dallo “stra-fallimento” Iaconi). Mette “fuori gioco”, alienandoli, per motivi non tecnici, giocatori pagati a peso d’oro salvo poi cederli tutti in A (Cassano, Buscè e Volpi). Riprende con se “vecchie glorie” lasciate andare via a parametro zero qualche anno prima ma, convenientissimamente, ripresi dopo qualche tempo (Bonazzoli, Tedesco e Vigiani). Per il secondo anno consecutivo, in concomitanza della sessione di calcio-mercato cosiddetto “di riparazione”, mestamente alza bandiera bianca rinunciando a crederci ed a lottare e, cosa più grave ancora, smentendosi (nel 2009 dentro Krajicik e fuori Tognozzi e nel 2010 dentro Tedesco, Vigiani, Castiglia e Fiorillo e fuori Cassano, Buscè, Volpi, A. Viola, Morosini e Capelli). Tiene a se giocatori che, evidentemente, non vogliono, da tempo, stare più con lui (Valdez e, forse, Brienza fino a qualche tempo fa). Mette sul mercato alcuni giocatori, ma non li vende perché gli offrono “poco” (gli stessi Valdez e Brienza). Che cosa potrebbe mai fare “di più”? Ditemi voi? Riportare la Reggina nello stesso punto in cui, nel 1986, per “na mangiata i piscistoccu”, l’ha presa (la terza serie, chiamatela C1 o Prima Divisione è lo stesso) dove aver moltiplicato per 100, 1000, 10000, 100000 o 1000000 di volte (non lo sappiamo) il capitale investito? Non sarebbe meglio lasciare prima? Diciamo per “il bene della Reggina”? O, invece, quest’ “osso” va spolpato fino allo stremo? Abbiamo più volte detto e scritto che l’unico intento del “magnifico” è stato, fino all’1 febbraio scorso (ultimo giorno di calcio-mercato), quello di far cassa: sei giocatori dai contratti onerosi ceduti e quattro più “umili” presi. Il “progetto” (promozione diretta, vale a dire primo o secondo posto)? Il “progetto bis” (tradotto play-off dal terzo al sesto posto)? Ma no, meglio il “progetto ter” (salvezza, con o senza play-out). Dicono che le parole vadano suffragate e dimostrate dai fatti. Ok, i numeri d’inizio pezzo non bastano? Analizziamone altri. 5 sono le giornate disputate nel girone di ritorno: 2 le vittorie (Padova e Mantova) e 3 le sconfitte (Cesena, Vicenza e Cittadella) per un totale di 6 punti conquistati, 6 i goals fatti ed 8 quelli goals subiti. Stesse 5 partite nel girone di andata: 1 vittoria (Cesena), 3 pareggi (Padova, Mantova e Cittadella) ed 1 sconfitta (Vicenza) per un totale sempre di 6 punti, 5 goals fatti e 6 subiti.. Il concetto è: il peso, a parità di punti conquistati, è lo stesso tra i due ruolini? E’ vero che sempre 6 punti si sono conquistati, ma è vero anche che si sono perse 2 gare in più, non si è pareggiato, ma si è anche vinta una gara in più. E poi, in termini di goals, la Reggina ne ha segnato 1 in meno e presi 2 in più. Un altro dato? La Reggina, con 13 sconfitte su 26 incontri (il 50%!!!), è la seconda peggior squadra solo dopo la Salernitana che ne ha perse 16 (il 61,5%) ma che, “in compenso”, ha 11 punti in meno in classifica. Un altro dato ancora? La Reggina “vanta” la terza peggior difesa del campionato (39) dopo Salernitana (43, solo 4 in più ma con 11 punti in meno, come detto, in classifica) e Frosinone (41, solo 2 in più, ma, badate bene, con 9 punti in più in classifica). Un altro dato ancora? Da sempre, non solo da inizio di questo campionato, tutti gli addetti ai lavori convengono che il peggior reparto della Reggina è, ovviamente, come i dati riscontrano, la difesa. Questa difesa è, più o meno, la variabile è solo lo schieramento tattico, la stessa da 3 anni a questa parte: Lanzaro, Valdez, Santos, Costa e, quest’anno, anche Cascione. Ebbene, nel campionato 2007/’08 (in A e si salvò) subì 56 reti, nel successivo 2008/’09 (in A e retrocesse) subì 63 reti (e sono 119) ed in quello in corso (in B e non sappiamo di che morte muoia), come detto, siamo già a quota 39. 158 goals subiti in poco più di due stagioni e mezza non vi sembrano un po’ troppi? La “chicca”? Foti, prima ancora di Natale 2009, restituisce Capelli (un difensore puro) all’Atalanta e non ne acquista nessuno. Quindi, ad una difesa già scarsa cala l’asso di briscola spegnendo ogni sogno di gloria cullandosi su un centrocampista (Cascione) adattato a centrale difensivo (ancora non abbiamo capito se Breda ha fatto bene o meno a toglierlo da lì riaffidando il reparto a Lanzaro, Valdez e Santos o era meglio prima con Novellino e Iaconi). Che dire? Siamo delusi ed incazzati nel veder depauperare un patrimonio di proprietà (aziendale) del Lillo Foti ma, se permettete, anche di proprietà (sociale) di tutti i reggini. Che Dio salvi la Reggina (atteso che chi di dovere parrebbe “distratto”)! Ad majora!