Inconsueto l’orario in cui si è disputata la gara di oggi, inconsueto anche il modo di vincere da parte della Reggina. Una gara bella ed intensa. Passati in vantaggio quasi subito, così com’era successo già in altre occasioni, la Reggina ha dilapidato almeno un’altra decina di occasioni per chiudere la gara. Un po’ di sofferenza nel finale, ma tutto è bene ciò che finisce bene. Clima disteso in sala stampa. Tra colleghi si analizza l’andamento dell’incontro e si è tutti concordi che, a prescindere dalla classifica ancora altamente deficitaria, la gara di oggi è stata ben giocata dagli uomini di Breda. Con un Brienza in gran spolvero, un Cacia presente in molte occasioni da rete (l’unico rimprovero che gli si potrebbe muovere è, forse, quello che cerca affannosamente la via della rete tanto da non essere lucido quando serve), una difesa per la prima volta disposta con Adejo a destra, Valdez al centro e Lanzaro a sinistra, ed un centrocampo pronto ad aiutare ed a proporre, lo stesso tecnico amaranto può essere soddisfatto. Moderatamente, però, visto che tutte le altre volte in cui si è vinto l’entusiasmo è andato oltre e ci si è spinti in programmi e/o pronostici sistematicamente smentiti dal campo la settimana successiva.
Il campionato è ancora lungo e tirarsi fuori dalle posizione scomode non solo è possibile ma diremmo che è un imperativo. Male fa chi, ancor oggi, continua a guardare in alto ed a pensare che i play-off siano ancora raggiungibili. Ancora non è tempo di questi pensieri, più avanti vedremo. Se e solo se la Reggina riuscirà a vincere 3/4 partite di fila, allora si potrà a pensare a quanto il campionato di B sia mediocre, sia equilibrato e via dicendo. Oggi no, non si può e non si deve. Il primo protagonista ad arrivare in sala stampa è anche l’unico ad essere uscito dal terreno di gioco non perché sostituito ma, bensì, espulso. L’unico ex della gara è stato proprio Roberto Stellone. Perché quella manata a Costa? “Ho ricevuto un colpetto dietro ed ho reagito. Certamente ho sbagliato e l’espulsione è stata giusta, a prescindere se gli ho fatto male o no o se ha accentuato tutto il giocatore reggino”. La scelta di Moriero di farti partire dalla panchina come la giudichi? “Mi sono allenato poco in questo periodo, e la scelta del mister è legittima”. Partenza fulminea della Reggina, in un minuto goal e traversa. “Siamo rimasti storditi da così tanta aggressività iniziale. Dapprima pensavamo che fosse per il forte vento a favore che la Reggina aveva nel primo tempo e pensavamo solo di dover resistere fino a quanto, nel secondo, l’avremmo avuto noi alle spalle. Poi, invece, abbiamo capito che così non era e che la Reggina stava giocando meglio legittimando la vittoria”. Partita difficile, quindi? “Quando inizi la gara e vai subito sotto, quando non riesci a reagire, quando la squadra avversaria si difende benissimo, allora hai ben poco da fare”. Analisi lucida e veritiera quella dell’ex, non c’è che dire. Da Stellone al suo mister. Un Francesco Moriero molto molto arrabbiato con i suoi uomini. Che partita è stata? “Oggi il Frosinone è rimasto a Frosinone. La Reggina ha dimostrato di avere certamente più voglia di vincere e noi, invece, di essere più presuntuosi. Il calcio è ambizione e quando si ha anche un giocatore modesto più diventare un giocatore assai più forte del previsto. Se sei presuntuoso, invece, allora il risultato più ovvio che si puoi ottenere è che paghi la tua presunzione”. Una bacchettata ai suoi uomini? “I miei giocatori devono capire che hanno una Società ed un allenatore molto ambiziosi. Se capiscono questo allora capiranno anche che non possono giocare così”. La Reggina? “La Reggina ha grandi qualità nel suo organico. Ha avuto delle difficoltà, è vero, ma in quanto a qualità è di gran lunga superiore rispetto alla nostra. Ripeto, i miei uomini sono stati presuntuosi e superficiali e questo è bastato a farci perdere la partita vinta, meritatamente, dalla Reggina. Se nei primi 5 minuti avessimo preso 5 goals non ci sarebbe stato nulla da ridire”. La sua squadra? “A parte quello che ho detto, la mia squadra non ha gli attributi per saper soffrire e reagire e non ha capito che si può fare il salto di qualità solo se rispetti l’avversario senza presunzione. Io, devo dire il vero, avendo preparato bene questa partita in settimana dopo la vittoria contro l’Empoli, ero venuto qui proprio per far fare il salto di qualità ai miei uomini ed invece, per i motivi che ho già detto, non è stato possibile”. Ineccepibile anche la disamina di Moriero, difficile capire, però, dove inizino i demeriti del Frosinone e dove, invece, inizino i meriti della Reggina. Forse la sua squadra ha giocato in quel modo perché indotta dalla Reggina, o no? Dopo Moriero, ecco i primi reggini. Insieme Giacomo Tedesco e Pietro Marino (nelle foto). Il primo a rispondere è il centrocampista palermitano. Che partita è stata? “La Reggina ha giocato molto organizzata, con lo spirito giusto e la voglia necessaria per vincere la gara. Abbiamo rischiato pochissimo, una gran bella Reggina direi”. Vi aspettavate questo Frosinone? “Non era una partita facile e lo sapevamo. Il Frosinone ha sempre fatto goal anche se ne ha subito anche molti. Abbiamo fatto tutti una partita tatticamente perfetta. Consentitemi di dire, soprattutto Adejo che io non avevo mai visto giocare in quel ruolo”. Qualcosa che non è andata, invece? “Dovevamo riuscire a chiudere la partita ed, invece, non ce l’abbiamo fatta”. La tua ammonizione, giacché diffidato, ti costerà un turno di squalifica. “Si, sarò squalificato. Sono sicuro che chi mi sostituirà (Cascione ?, n.d.r.) farà ampiamente il suo dovere tanto da far capire al mister che c’è anche lui”. Dopo Tedesco il portierone Pietro Marino. Con l’alienazione di Cassano avevi trovato spazio in prima squadra fino a quando è arrivato Fiorillo. Un po’ deluso per il tuo essere tornato dodicesimo? “Per un portiere è importantissimo giocare spesso. Cerco di dare il massimo e quando tornerà Vincenzo (Fiorillo, n.d.r.) dall’infortunio sarà il mister a decidere chi far giocare”. Per un reggino purosangue come te è difficile giocare a Reggio? “Non è facile difendere la porta della squadra della tua città. Mi è servito molto andare fuori a giocare per fare esperienza e credo che adesso si vedano i risultati”. Dulcis in fundo ecco Roberto Breda (nella foto). Giunto alla sua terza gara al timone della prima squadra, ha raccolto oggi la sua seconda vittoria. Allora mister, raccontaci la partita. “Siamo stati molto bravi a partire bene, non lo siamo stati altrettanto perché non siamo riusciti a chiuderla. Devo dire, però, che questo è l’atteggiamento e l’approccio giusto per ogni partita”. Il Frosinone? “Sapevamo che fosse una squadra molto pericolosa, ma siamo stati bravi tutti a neutralizzarlo”. La difesa, per la prima volta con te, non ha preso goal. “Sono molto contento per i miei difensori. Al terzo tentativo ce l’abbiamo fatta ad uscire senza goal sul groppone e, per giunta, vittoriosi. Con il Mantova ci eravamo andati vicini, ma poi una disattenzione finale (di Fiorillo, n.d.r.) ci era costata l’imbattibilità”. L’andamento della gara. “Quando si gioca è una continua metamorfosi. Nel primo tempo avevamo il forte vento a favore ed abbiamo giocato bene, nel secondo, invece, abbiamo pensato a stare più attenti”. Ad un certo punto hai tolto sia Cacia che Brienza (ha chiesto lui il cambio perché afflitto dai crampi, n.d.r.), ed in attacco giocavano Missiroli e Tedesco in appoggio. “Missiroli e Tedesco sono molto duttili ed affini anche in quel ruolo che avevo visto e notato giovedì scorso in amichevole”. E’ stata la tua seconda partita in casa ed è stata la seconda volta che la tua squadra è andata in vantaggio subito. Ciò vuol dire che alla fase di studio preferisci l’aggressività immediata? “La fase di studio avviene in settimana, quando si gioca, invece, si gioca e si deve mettere in atto quello che si è studiato”. Un Brienza ritrovato ed in gran spolvero, un Vigiani ed un Tedesco in più, sono certamente un aiuto notevole. “Sono tutti giocatori che è preferibile avere dalla propria parte piuttosto che da avversari. Brienza, lo sapete, ha avuto molti problemi anche nel recente passato, sta crescendo e mi sta dando delle risposte estremamente positive. Così come tutti, del resto, e mi preme sottolineare la prova di Adejo che ha disputato una partita eccellente”. Cosa ci dici su Cacia? “Ha qualità e temperamento. Ha creato molto e molto ha aiutato la squadra. Gli attaccanti di oggi sono così, duttili e capaci di variare posizioni e compiti durante ogni partita. Non si gioca in 11 ma in 18 e, comunque, i 14 che scendono in campo devono dare sempre il meglio di se stessi”. Giochiamo bene in casa e vinciamo e poi in trasferta? “E’ certo che dobbiamo migliore ancora tanto in trasferta cercando di trovare la famigerata continuità nel rendimento e, soprattutto, nei risultati. A Piacenza (lunedì 8 marzo alle 20.45, n.d.r.) sarà uno scontro diretto contro una squadra che ha molte qualità”. Si chiude qui l’incontro dei protagonisti della gara con i cronisti. Prendiamo questi 3 punti e ce li teniamo stretti, ma guai a tentare ancora una volta lo spiccare il volo. Pindaro è sempre pronto a riportarci con i piedi ben piantati a terra.