Ci si annoia e siamo portati a credere che possa avvenire sempre a causa del lavoro piuttosto che imbottigliati nel traffico o, ancora, della routine di tutti i giorni. Innanzitutto è necessario non confondere il senso di noia con la depressione poiché, mentre la noia, come molti studiosi sostengono, è uno stato d'animo che si prova quando un soggetto, tendenzialmente attivo, si trova in uno “stato di stallo emotivo", la depressione fonda le proprie radici nella convinzione che non ci sia niente di stimolante da fare. La noia, quindi, si potrebbe definire come quella sensazione di vuoto temporaneo provocato dagli stimoli di cui la nostra mente è avida. Sembrerà strano, ma più si è in qualche modo “assuefatti” a tenere attiva la nostra mente, più si è pieni di idee, di voglia di emergere e di vivere in tutti i sensi e maggiori saranno le probabilità che un’ “inedia” passeggera ci faccia piombare in un senso di noia e di vuoto incolmabili.
Ebbene, ci si annoia, per esempio, durante una piovosa giornata d'autunno, davanti al rosso di un semaforo, come anche durante le interminabili ed oramai immancabili file per qualsiasi cosa si debba fare. Insomma, ci si stufa tutte le volte che per brevi o lunghi periodi siamo costretti a lasciar scorrere il nostro tempo invano. C’è da dire che non esiste un’età “giusta” per rimanere vittime della noia: si possono difatti annoiare i giovani (presumibilmente per carenza di stimoli) così come anche le persone mature (alle quali tutto potrebbe apparire come in un “deja vu”). Sta di fatto che le situazioni per così dire “tediose” provocano, al nostro fisico ed alla nostra mente, una sensazione di profondo disagio ed insofferenza dalle quali si ha voglia di emergere il più presto possibile. Fin qui il “giusto”, ossia ci siamo riferiti a come gli “addetti ai lavori” descrivono questo disagio che esiste, sorprendentemente, sin dai tempi delle caverne. Da qui, il nostro. Esporremo, dunque come sempre il nostro pensiero in merito, certamente opinabile, asserendo che la noia non va confusa con la pigrizia. Quest’ultima è forse una conseguenza della prima, ma riteniamo che per lo stile di vita consono alla società odierna sia pressoché impossibile potersi fermare ed annoiarsi un po’. Forse, quei rari momenti di inattività, che noi denominiamo noia, ci potrebbero servire ad apprezzare di più il “resto” della nostra vita. Vivendo nell’era del “multitasking”, pensate per un attimo a come sarebbe bello spegnere tutto ciò che ci circonda: internet, televisione e telefonini soltanto per poterci godere un po’ di noia, che nel caso ut supra, potremmo denominare semplicemente “tranquillità”. Si, perché se ci fermassimo a riflettere ci rendemmo conto di quanto siamo ossessionati dallo scorrere del tempo e tanto più terrorizzati dal pensiero che esso possa non bastare a fare tutto! La verità è che abbiamo terribilmente paura della noia, del silenzio e, per tali ragioni, abbiamo la tendenza a riempire di parole inutili la nostra vita e quella degli altri specialmente perchè non sappiamo apprezzare i momenti di quiete. Il Leopardi sosteneva che “Soltanto gli esseri intelligenti provano noia. La noia è il più nobile dei sentimenti umani, in quanto ci mostra l'insufficienza delle cose esistenti di fronte alla grandezza del desiderio nostro”. Ordunque, vivere “per obiettivi” ben precisi ci aiuta innegabilmente a combattere la noia anche se, a nostro dire, annoiarsi di tanto in tanto non è poi così tremendo!