Comunali a Reggio Calabria: concluso il concorso per “titoli ed esami”, 745 aspiranti per 32 posti di “politico”

altaltPer definizione il “politico” è colui che partecipa attivamente alla vita pubblica di uno Stato, operando le scelte necessarie alla crescita civile ed economica della propria nazione (fonte Wikipedia). Alla luce delle elezioni amministrative nella nostra città (di cui solo stamane cominciano ad arrivare i primi dati ufficiali), vediamo innanzitutto di dare qualche numero attraverso il quale capire tutto un po’ meglio: 745 candidati, in rappresentanza di 25 liste, si sono contesi i 32 posti di consigliere comunale di Reggio Calabria ed altri 6 sono stati gli aspiranti a sindaco. Premettiamo che ci cimenteremo in una disamina del “fenomeno” elezioni utilizzandone una visione “ad ampio raggio” e da un punto di vista puramente sociale. Possiamo allora, innanzi tutto, chiederci come mai se i politici, come da definizione ut supra, si identificano con coloro che dovrebbero possedere una preparazione ed una reputazione tale da poter governare una nazione, avviene invece che, in una città piccola come Reggio, ci siano così tanti aspiranti?

E su 745 candidati, quanti sono realmente capaci di dare un “indirizzo” e un “sostegno” alla nostra amata città? Non sarà che l’alto tasso di irrealizzazione da parte di coloro che superata una certa età anagrafica, senza aver dato un orientamento alla propria vita lavorativa, faccia in modo che questi si convincano di poter tentare la fortuna “buttandosi” in politica? C’è da dire che sicuramente tutto ciò non è per nulla incoraggiante, soprattutto per coloro che dovranno essere “governati”, cioè noi. Si assiste così, inermi, ad una sorta di promiscuità nei ruoli a dir poco spaventosa. Vedremo dunque, ad esempio, il venditore di giocattoli, che un giorno si sveglia e decide, lui o chi per lui, di diventare consigliere comunale! Così, senza avere una preparazione mirata, senza alcuna esperienza nel settore politico, senza forse aver mai letto un libro, senza il carisma che dovrebbe contraddistinguere un politico da un personaggio qualunque. Pertanto, solo con in tasca tanta voglia di fortuna, si da inizio a quello che potremmo definire come un vero e proprio “delirio” di cui fanno parte: manifesti (troppo spesso anche abusivi) che invadono e deturpano la nostra città (come si concilia il deturparla con l’amore proclamato tanto da volerla amministrare?); sondaggi; pronostici; corse e rincorse al voto da parte dei candidati o di coloro che “hanno a cuore” le sorti di quest’ultimi e tanto tanto altro ancora. Nella maggior parte dei casi presi in considerazione, “la fiaba” termina con l’ “election day” magari con la tragica scoperta che neppure i familiari li hanno votati tanto erano improponibili! Dunque, dopo aver speso molti soldi, dopo aver impiegato molto tempo e fatica apriranno finalmente gli occhi alla realtà: solo pochi avranno il privilegio di sedere tra ambiti scranni del consiglio comunale (e nemmeno tutti meritevolmente, aggiungiamo). Tanto si potrebbe aggiungere in merito ad un argomento così vasto ed ancorchè ruvido come la politica in generale. Il messaggio che “passa” attraverso tutto ciò, non è altro che la costatazione che, oggi, tutti possiamo fare tutto! Tale accezione può essere interpretata in maniera positiva se si pensa, ad esempio, che un giorno chiunque potrà fare televisione, senza aver mai studiato per questo e senza alcuna esperienza. Il “risvolto della medaglia” sta nella triste constatazione che rischiamo di somigliarci sempre di più. Il concetto di ruolo e competenza si va perdendo e dunque si potrà per assurdo assistere a scene, come ad esempio il panettiere che diventa politico, il vicino di casa che partecipa al reality e diventa attore di fiction e così non esisterà più l’artigiano, il commerciante di tessuti, l’attore e potremmo proseguire all’infinito. Mescolanza significa che tutti sappiamo fare un pò di tutto e così facendo arriveremo al punto in cui nessuno sarà eccelso in quella che dovrebbe essere la propria dimensione. Ma il politico, quello vero, quello che coinvolge, quello che trasuda di cultura e la trasmette al popolo, quello che ha carisma da vendere, dov’è? Non c’è! E’ senz’altro indiscutibile che il profumo del potere affascini un po’ tutti ma, lasciatecelo dire: coloro che inneggiano al rispetto delle regole devono essere necessariamente i primi a rispettarle incominciando col mettersi una mano sulla coscienza (ammesso che ne abbiano in dote una) prima di candidarsi e di esporsi a figure barbine!

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Author: Maurizio Gangemi