Il Direttore di InAmaranto.com, Pasquale Garreffa, ha ricevuto questa mail – riferita al mio pezzo “Siamo alla frutta” su InAmaranto pubblicata così come, sotto il titolo “Vicenza Reggina 3-1: Vergogna!”, pubblicato anche qui – a cui mi ha chiesto di rispondere come leggerete. “Caro direttore, il mio nome è Nando. Mi consenta di complimentarmi con Maurizio Gangemi, che non conosco, ma che ammiro per il suo articolo "Siamo alla frutta" del quale condivido tutto. In una realtà calcistica "normale", l'articolo di Maurizio non avrebbe nulla di eccezionale , se non lo sfogo di un tifoso deluso e amareggiato. Ma Reggio non è una realtà “normale”. Non è normale quando, dopo tutti gli scempi, non ultima questa scellerata campagna acquisti invernale, si difende l'operato di un Presidente che negli ultimi anni di tutto si è occupato tranne che della Reggina. Non è normale quando sento qualcuno a Radio Touring, e non solo ,giustificare l'operato di un Presidente che, approfittando, di una ingiustificata devozione dei reggini si permette il lusso di sbeffeggiare – si, il concetto giusto è sbeffeggiare i tifosi – dopo aver sostenuto per mesi che questa squadra era da rifondare.
E’ bastata una sola vittoria, frutto di pura fortuna e di avversari inesistenti (il Padova) per sentirsi dire (e, badate, mancava solo una settimana alla chiusura del calciomercato) che adesso se ne andava in vacanza. Si, così è stato ed il signor Foti in vacanza è andato tanto è vero che al calciomercato il box della Reggina nei giorni 31 e 1 Febbraio era chiuso. Allora dov'è l'eccezionalità dell'articolo di Maurizio? Semplice, sta nel fatto che finalmente qualcuno a gran voce grida che Foti a Reggio ha fatto il suo tempo e che nessuno, neanche l'ultimo dei tifosi, deve sentirsi debitore di nulla perché, quello del Presidente ,non era solo "amore" ma puro business (vedi cessioni Bianchi, Mozart, ecc.). Ora che anche questo, grazie ai ripetuti errori, è venuto meno non c'e' neanche "l'amore". E la forza di sbeffeggiare i tifosi in questo modo arriva proprio dal fatto che il Presidente Foti è convinto della loro fedeltà eterna. Promesse su promesse e finalmente la montagna partorì il suo topolino, ridimensionato subito dal freddo di Vicenza, Ivan Castiglia. Ora, secondo me, è giunto il momento di far capire a qualcuno che si sbagliava nel pensare di "addomesticare" il popolo come ai tempi dell'antica Roma e, seguendo, l'input di Maurizio, mi auguro che già da Sabato prossimo si gridi a gran voce "Foti vai via". Il mio augurio è che questo diventi lo slogan del “Granillo” nelle prossime settimane. Perché certo è che con il venir meno del business ,in questa situazione, penultimi in B, business non ci può essere e rischiamo la fine del Messina. Saluti Nando.” Egr. Sig. Nando, il caro amico Pasquale – direttore di InAmaranto – mi ha appena "girato" la sua mail e, pertanto, le rispondo con piacere. La ringrazio per i complimenti e condivido appieno "l'eccezionalità" che attribuisce al mio articolo. Nulla di particolare a dire il vero (che potrà trovare anche sulla mia testata giornalistica www.ilreggino.news insieme ad altri "pezzi" riguardanti l'argomento), sia ben chiaro, ma, a queste latitudini, la normalità appare, appunto, come "eccezionalità". Il reggino-medio, preferisco definirlo così, è geneticamente stato sempre "conquistato" e non "conquistatore", "colonizzato" e non "colonizzatore" insomma. Il sig. Foti, che nel 1986, anno della sottoscrizione popolare indetta dall'allora sindaco Mallamo per salvare la Reggina, insieme ad un altro nugolo di imprenditori ebbe la fortuna di versare più denari che migliaia di reggini, fiutò allora l'affare e, quindi, ne resta ancor oggi attaccato, diciamo pure, come “una cozza allo scoglio”. In questi quasi 24 anni di gestione Benedetto-Foti certo la Reggina ne ha fatti passi da gigante. Ha raccolto successi, ma anche delusioni. Ha raggiunto la A e vi ha soggiornato 9 anni negli ultimi 10. Ha pagato – e sta pagando ancora – l' "amicizia" con Luciano Moggi da cui certamente ha tratto benefici, ma anche pagato conseguenze (la penalizzazione nel corso del campionato 2006/'07 e l'inclusione nel registro degli indagati/imputati del Foti stesso, per esempio). Anni straordinari quelli della serie A, certamente, e tutti noi reggini saremo grati comunque a chi ha fatto sì che il sogno di un'intera città sportiva coltivava da sempre. Ciò non toglie, però, che non tutti i reggini abbiamo le fette di prosciutto sugli occhi. Reggio è città di provincia e, come si suol dire, le voci circolano e ciò che succede si viene a sapere. Al reggino-medio di cui sopra non importa nulla di queste, ma, genuflettendosi già nel 1999, loda ed imbroda il presidente. Chi, invece, ama capire, verificare e pensare con la propria testa, impiega parte del suo tempo ad osservare ed a formarsi opinioni autonome. Non tocca a me discutere l'operato di altri colleghi o di altre testate che lei nomina, ognuno è padrone delle proprie opinioni e le manifesta come meglio crede. Ciò che a me non è mai andato giù è la "beatificazione in vita" di un uomo che, sì ha condotto la Reggina in A, ma di certo non l'ha fatto vestendosi da Babbo Natale distribuendo regalìe ai suoi concittadini, ma lo ha fatto perché il calcio, da anni a questa, parte è business e guadagni. Io, da Reggino, mi sono riempito gli occhi ed il cuore vedendo la mia squadra competere con le grandi; lui, da reggino, invece, si è riempito fors'anche il portafoglio. E se questo è legittimo essendo diventata già da un pò la Reggina Calcio una S.p.A., di cui lui è l'unico amministratore (pensi che c'è qualche dirigente che non è stato mai invitato a partecipare ad un CdA o che abbia mai sottoscritto un bilancio di gestione), dall'altro non lo è più perchè, comunque, la Reggina intesa come "istituzione" è dei reggini tutti. Reggini che, ricordo a me stesso ed a lei, hanno comunque contribuito alla crescita di questa squadra prima dalla sua nascita con la sottoscrizione popolare di cui le dicevo, poi con le varie campagne abbonamenti, poi con la rinuncia da parte del Comune a pretendere i soldi dell'affitto dello stadio Comunale che Foti non ha mai versato nelle casse comunali, poi con i contributi che ogni anno Comune, Provincia e Regione elargiscono e, per finire, con l'extra contributo ricevuto dal Foti nel 2005 allorquando fu scoperto con le mani nella marmellata per aver affidato i soldi per la fidejussione necessaria all'iscrizione al campionato ad una Società senza titolo per farlo (ricordo che, in tutta fretta, chiese aiuto a tutte le istituzioni ed alla fine riuscì a pagare quanto dovuto – ricordo anche che, per questo motivo, fu denunciato dall'allora presidente del Bologna Gazzoni Frascara e che è ancora aperto il giudizio davanti a non so quale Tribunale d'Italia). Come vede, sig. Nando, Foti "santo" non è e, quindi, non credo sia necessario "beatificarlo". Grato per ciò che è riuscito a fare negli anni passati, avvertendo da qualche anno la sua lontananza, il suo distacco, il suo disinteresse verso una Reggina che non è più LA Reggina, ho chiesto che ceda la Società a chi ha ancora voglia, amore, passione, ed anche "occhio" per l'affare – certo, nessuno fa niente per niente – e prenda le redini di una realtà importante come, appunto, la "nostra" Reggina. Tutto qua. La ringrazio ancora per i complimenti e le porgo i miei più cordiali saluti. Maurizio Gangemi.