Finita l’illusione, subentra adesso la paura. L’illusione era quella di potersi ancora agganciare alle zone che contano della classifica, tanto per intenderci almeno i playoff, la paura è quella di non riuscire più a tirarsi fuori dalla parte più bassa della graduatoria. E si, perché si continua a ripetere ormai dall’inizio della stagione che il campionato di serie B è lungo e che lascia spazio a clamorose rimonte, ma, di fatto, la Reggina, tranne che nella parte iniziale, ha sempre stazionato in zona pericolo ed ora, per la prima volta, ha toccato i play out. Anche a Bergamo, contro l’Albinoleffe, abbiamo assistito all’ennesimo scempio stagionale. Si è giochicchiato per i soliti venti minuti, salvo poi scomparire dal terreno di gioco come troppo spesso è successo nell’arco di questo girone di andata. Una squadra, la Reggina, vuota nell’anima e nel gioco, priva di carattere e capacità reattiva, incapace a produrre una qualsiasi azione d’attacco e per nulla pronta a replicare nel momento in cui va incontro alle prime inevitabili difficoltà.
Un copione già visto e rivisto nonostante il cambio alla guida tecnica e l’allontanamento di qualche giocatore per così dire “inadeguato”. Dieci giornate di campionato sono bastate al presidente Foti per decidere che il “progetto” Martino-Novellino era già fallimentare, ne sono passate undici con il duo Rosati-Iaconi ed i risultati non sono stati certo migliori. In questo caso, però, il massimo dirigente ha ribadito ancora una volta la fiducia al tecnico, sperando, magari, che una buona campagna di rafforzamento posso cambiare le sorti della squadra. Alla luce di quanto visto fino ad oggi, questa Reggina ha bisogno di interventi drastici, massicci e ben mirati. Una spina dorsale da ricostruire totalmente con gente di qualità e dotata di carattere. Non è facile dopo i tanti errori di valutazione, individuare calciatori che siano anche “uomini veri” e, soprattutto, disposti ad accettare una situazione difficile e complessa come quella degli amaranto. I primi colpi sono stati messi a segno (Giacomo Tedesco – un ritorno il suo in maglia amaranto – già ieri ha effettuato il primo allenamento con i nuovi compagni), diventa urgente e necessario chiudere il cerchio al più presto. Nel frattempo, già bocciato il cambio di modulo adoperato a Bergamo. Quel 4-4-2, poi diventato 4-2-3-1, che avrebbe dovuto esaltare le qualità di qualcuno, ne ha invece ulteriormente evidenziato i difetti. Rinforzi a parte, già da sabato pomeriggio contro il forte e temibile Cesena si tornerà alla “vecchia” disposizione tattica, anche perché sembra alquanto inopportuno continuare a fare esperimenti in corsa: la classifica non lo consente più!