Lettera al Direttore della signora Manuela Lacaria Carbone

Dalla signora Manuela Lacaria Carbone, moglie di Massimo Carbone (nella foto), il motociclista morto il pomeriggio di domenica 28 marzo scorso percorrendo il viale Scopelliti a Catona, e su input della quale ieri abbiamo pubblicato un appello (da noi diffuso anche all'emittente televisiva TeleReggio – che ne ha dato notizia nei suoi TG – ed alla Gazzetta del Sud – che lo farà dopodomani – e che, qui, pubblicamente vogliamo ringraziare nelle persone dell'Editore della prima, la signora Bova, e del Capo-Redattore della seconda, dr. Tonio Licordari, n.d.r.) affinchè chi ha assistito all'incidente l'aiuti a capirne le cause, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Mio marito era un uomo tranquillo, prudente ed un motociclista esperto. Quando, verso le 19 del 28 marzo, sono venuti a comunicarmi che c’era stato un incidente stradale e che mio marito, Massimo Carbone, aveva perso la vita in un incidente in cui non erano coinvolti altri veicoli a causa dell’alta velocità, non sono riuscita a crederci. Mi sono recata più volte sul luogo dell’incidente, ho parlato con dei motociclisti che stavano esaminando il posto e cercavano di spiegarsi la dinamica, ho chiesto aiuto ad un esperto ed insieme abbiamo ricostruito ciò che è successo quella giornata che ha sconvolto per sempre la mia vita e quella di mio figlio. Avevamo trascorso una tranquilla mattina assieme a nostro figlio, Marco. Dopo pranzo, vista la bella giornata, Massimo è uscito in moto per andare ad assistere ad una partita di tennis, una delle sue passioni (gli piaceva suonare, sciare, andare in bicicletta ed in moto). Massimo entrava sul viale Scopelliti viaggiando, probabilmente sulla corsia di sinistra. Questa strada a quattro corsie è divisa da uno spartitraffico discontinuo. È la principale arteria che collega la città di Reggio al popoloso quartiere di Catona, per tale motivo viene percorsa giornalmente da centinaia di veicoli che utilizzano le interruzioni dello spartitraffico per effettuare pericolose inversioni ad “U” per recarsi a Catona (come è possibile constatare da rilievi sul posto o interpellando persone che abitualmente percorrono quella strada). Massimo, probabilmente vede un mezzo che viaggia sulla corsia di destra, sicuramente più lento di lui, mantiene la propria  direzione di marcia. Repentinamente il  mezzo che viaggiava sulla destra effettua la manovra di inversione di marcia occupando improvvisamente, forse senza aver attivato l’indicatore di direzione, la corsia sinistra. Massimo ha cercato di evitare la piena collisione con il mezzo, ma il contatto con lo spartitraffico provocava, dopo una decina di metri, la perdita del controllo e il rovinoso impatto contro il palo di un lampione." Fin qui la lettera della signora Manuela che, secondo quanto scrive, appare pressoché certa che il suo Massimo sia rovinato a terra e deceduto non per colpa sua (imprudenza o negligenza che dir si voglia), ma perchè un'auto parrebbe avergli "tagliato la strada" come da interrogativo da noi stessi posto nell'Editoriale di ieri. Insieme a lei aspetteremo la conclusioni delle indagini in corso alla ricerca della verità da parte degli investigatori interessati.

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Author: Maurizio Gangemi