C’è qualcosa di nuovo nell’aria, anzi d’antico. Ritorna così la Viola, con la voglia mai sopita di riattaccare la spina e ridarle vita. Irriverente cercare d’individuare attori e registi, pupi e pupari, protagonisti e comparse, ancora una volta è un’azione comune, dettata dalla passione e dalla consapevolezza che la pallacanestro, nella city dei Bronzi e del mare, sia una tradizione da non abiurare alla prima spruzzata di indigenza economica, ma semmai da re-interpretare alla luce delle ristrettezze della cosiddetta “congiuntura”.
Deus ex machina di tutta l’operazione il giemme Giuse Barrile, abile tessitore di una tela che sembrava fosse penelopiana e che invece ha messo insieme pragmatismo e tempismo con sagace intraprendenza. Non poteva mancare il supporto, esterno, da parte del primo cittadino, sempre più lanciato verso scranni di regional respiro, ma che la sua terra, la sua città e il suo sport non li dimentica mai. Bella e pronta, per gli amanti della palla a spicchi, la “nuova” Viola, con un’opera di maquillage ancora in corso, ma già rispondente alle esigenze della new generation con una comunicazione snella e moderna, sito web da prima fascia, main sponsor proteso alla new economy (Liomatic è azienda leader nel business della distribuzione automatica, ndc), struttura societaria snella ma base societaria ampia (già una ventina di soci, ndc). Sulla rabberciata Salerno-Reggio Calabria, a poche ore dalla scadenza, in afosa giornata di luglio si rileva il titolo sportivo di Gragnano per poi completare la documentazione utile per ricominciare da una B Dilettanti (B2) meno prestigiosa degli abituali palcoscenici ma pur sempre dignitosa. Squadra costruita in dieci giorni, preparazione tardiva, ma quintetto messo in piedi per cantare in prima fascia. Il gap iniziale è evidente già dal precampionato: quando le altre camminano, la Viola è ancora ferma, imballata e imbarazzata dal fatto di trovarsi un roster in cui dieci giocatori su dieci sono nuovi. Gabriele Niccolai la stella, Negri il “superman”, Di Lembo il fosforo, Dip e Dalla Vecchia le due torri, Manzotti-D’Iapico-Roselli i bracci armati per colpire. Sulla carta c’era anche il play funambolico Michelon (da San Severo) a dover dare una mano, ma coach Massimo Bianchi, dopo due sole giornate di campionato, ha preferito sacrificarlo sull’altare dello spirito di gruppo e degli equilibri di squadra. Arriverà presto un altro play, che possa consentire un salto di qualità che già libra nell’aria, verso qualcosa che si sogna e che per scaramanzia nessuno proferisce. Inizio di regular season balbettante, tre perse (tutte al fotofinish) e una vinta (con Pozzuoli): ma il calendario si prende gioco della Viola, mettendo di fronte tre squadre rodate ed esperte. L’obiettivo non muta: playoffs promozione a tutti i costi. Il campionato è lungo, tanti capitoli prima della parola fine. Potrebbe scriverla la Viola, fidatevi.