Calcio a 5: il punto sull’A2

altUna Cadi piena di assenze cade in casa degli Azzurri Conversano. I calabresi si sono presentati senza gli infortunati Bianco, Vadalà e Durante e con lo squalificato Juninho che dalle informazione in nostro possesso sembra che sia in rotta con la società reggina. Mai in partita, i calabresi subiscono le offensive dei padroni di casa. Ora si fa dura per la Cadi che dopo la nona sconfitta in campionato si trova al terz’ultimo posto in classifica in piena bagarre play out. Per la squadra calabrese sono andati a segno Atkinson su tiro libero e i giovani Labate e Creaco alla sua seconda apparizione in A2.

Butta un occasione al vento la Licogest di coach Molluso: vibonesi in vantaggio con un gol di Rosa, subiscono il pareggio ad opera di Fallador. La Licogest vuole i tre punti e continua ad attaccare ed ad un minuto dal termine i calabresi sbagliano un tiro libero con Rotta e precisamente a due secondi dal termine in piena “Zona Licogest” Rosa sbaglia il più facile dei gol. Vittoria sfumata ma obiettivo centrato. Infatti ad inizio stagione si era chiesto ai ragazzi di giocarsela contro qualunque avversario e a questi ragazzi non si può davvero rimproverare nulla. Fiumicino, Brillante, Modugno, Acqua e Sapone, tutte grandi squadre, contro le quali la LicoGest ha offerto prestazioni maiuscole. Tutti bravi i rossoblu ma una nota di merito, oltre ai soliti noti Alemao, Soso, Tullio e Nelson, oggi assente per infortunio, meritano gli Under 21 Rosa, Rotta e Jener insieme al “calabrese” purosangue Richichi che sta dimostrando sul campo di meritare i giocare in Serie A2.

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Reggina: è finita l’illusione!

altFinita l’illusione, subentra adesso la paura. L’illusione era quella di potersi ancora agganciare alle zone che contano della classifica, tanto per intenderci almeno i playoff, la paura è quella di non riuscire più a tirarsi fuori dalla parte più bassa della graduatoria. E si, perché si continua a ripetere ormai dall’inizio della stagione che il campionato di serie B è lungo e che lascia spazio a clamorose rimonte, ma, di fatto, la Reggina, tranne che nella parte iniziale, ha sempre stazionato in zona pericolo ed ora, per la prima volta, ha toccato i play out. Anche a Bergamo, contro l’Albinoleffe, abbiamo assistito all’ennesimo scempio stagionale. Si è giochicchiato per i soliti venti minuti, salvo poi scomparire dal terreno di gioco come troppo spesso è successo nell’arco di questo girone di andata. Una squadra, la Reggina, vuota nell’anima e nel gioco, priva di carattere e capacità reattiva, incapace a produrre una qualsiasi azione d’attacco e per nulla pronta a replicare nel momento in cui va incontro alle prime inevitabili difficoltà.

Un copione già visto e rivisto nonostante il cambio alla guida tecnica e l’allontanamento di qualche giocatore per così dire “inadeguato”. Dieci giornate di campionato sono bastate al presidente Foti per decidere che il “progetto” Martino-Novellino era già fallimentare, ne sono passate undici con il duo Rosati-Iaconi ed i risultati non sono stati certo migliori. In questo caso, però, il massimo dirigente ha ribadito ancora una volta la fiducia al tecnico, sperando, magari, che una buona campagna di rafforzamento posso cambiare le sorti della squadra. Alla luce di quanto visto fino ad oggi, questa Reggina ha bisogno di interventi drastici, massicci e ben mirati. Una spina dorsale da ricostruire totalmente con gente di qualità e dotata di carattere. Non è facile dopo i tanti errori di valutazione, individuare calciatori che siano anche “uomini veri” e, soprattutto, disposti ad accettare una situazione difficile e complessa come quella degli amaranto. I primi colpi sono stati messi a segno (Giacomo Tedesco – un ritorno il suo in maglia amaranto – già ieri ha effettuato il primo allenamento con i nuovi compagni), diventa urgente e necessario chiudere il cerchio al più presto. Nel frattempo, già bocciato il cambio di modulo adoperato a Bergamo. Quel 4-4-2, poi diventato 4-2-3-1, che avrebbe dovuto esaltare le qualità di qualcuno, ne ha invece ulteriormente evidenziato i difetti. Rinforzi a parte, già da sabato pomeriggio contro il forte e temibile Cesena si tornerà alla “vecchia” disposizione tattica, anche perché sembra alquanto inopportuno continuare a fare esperimenti in corsa: la classifica non lo consente più!

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Il 2009 del Team Basket Viola

altReggio Calabria è una città che ama e sa apprezzare lo sport che si gioca con la palla a spicchi. Ed allora è giusto, anzi doveroso che una piazza che ha strutture, competenza e tradizione abbia una realtà cestistica nella quale identificarsi.  E quando si parla di basket e Reggio, è una naturale parlare della Viola, la compagine che portato la grande pallacanestro in riva allo stretto per quasi trent’anni, prima di dire basta nel 2007 a causa di una crisi societaria che non è stata possibile risolvere.  Ma, nel corso dell’ultima estate, ecco che c’è la possibilità di prendere un titolo sportivo della Serie B Dilettanti italiana, in sintesi, la quarta serie nazionale. Giuse Barrile è il motore dell’operazione che ha l’avallo del Comune di Reggio Calabria con il Giuseppe Scopelliti pronto a sostenere questa idea. 

Dopo il completarsi di un difficile e tortuoso iter burocratico per spostare il titolo da Gragnano, passa qualche settimana ed arriva finalmente l’ufficialità dell’operazione. Reggio Calabria ha di nuovo una squadra di basket ad alto livello. Reggio Calabria ha di nuovo la Viola.  C’è da dire che, in questi due anni, la squadra neroarancio non era scomparsa del tutto.  Alcuni dirigenti storici avevano mantenuto in vita il settore giovanile con la Scuola Basket Viola, una società che poteva contare su un movimento fatto di circa 300 ragazzi iscritti.  Ed è stato più facile ricreare la squadra dei grandi potendo contare su un vivaio efficiente e vincente, infatti le selezioni neroarancio hanno fatto incetta di trofei e titoli regionali negli ultimi due anni.  A Luglio, nasce dunque il team Basket Viola che farà la Serie B Dilettanti.  Giuse BArrile deve costruire la squadra e, come tecnico, sceglie un uomo che non ha bisogno di presentazioni perché a Reggio è un’autentica icona.  Stiamo parlando di Massimo Bianchi, indimenticato play della squadra degli anni d’oro e coach con esperienze importanti anche nella massima serie.  Bianchi avrà come assistente un’altra vecchia gloria, quel Gustavo Tolotti che, in maglia neroarancio, arrivò anche a conquistare un posto in nazionale.  Il giovane reggino Bolignano completa lo staff tecnico.  Il roster che viene costruito è di tutto rispetto con delle individualità eccellenti, vedi Negri, Niccolai e Dalla Vecchia ai quali viene aggiunta la vecchia conoscenza Sebi Grasso, un atleta lanciato dal vivaio neroarancio con il quale ha vinto anche un titolo nazionale cadetti nel 1994-95 allenato dal santone Gebbia.  La squadra ha bisogno di tempo per carburare ma, dopo il match interno con il Bari, non si ferma più e comincia una striscia vincente che dura otto vittorie che la porta al secondo posto in classifica.  Intanto, viene siglato l’accordo con lo sponsor, la Liomatic , un’azienda importante nel settore della ristorazione negli uffici.  Questa nuova realtà neroarancio è partita con il piede giusto e sembra avere tutte le carte in regola per ritornare ad essere un fenomeno che coinvolge l’intera città una città si è guadagnata il diritto di avere una grande squadra di basket..una città che ha il diritto di riavere la Viola.

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Albinoleffe Reggina 2-0: le interviste post gara

Un’altra figuraccia quella rimediata dalla Reggina a Bergamo contro l’Albinoleffe. Gli addetti ai lavori si chiedono come mai gli uomini del tecnico amaranto Iaconi [ci auguriamo ancora per poco, (ri)vogliamo Orlandi!)] siano quart’ultimi in classifica e non, per esempio, quarti. Qualcuno, addirittura, sostiene che “la classifica non è veritiera nei confronti degli amaranto” alludendo (forse prendendola in giro) al suo meritare una classifica migliore. Non solo è veritiera, rispondiamo noi, ma rispecchia perfettamente il (non) gioco prodotto nelle 21 gare del girone d’andata sin qui disputate. Per dirla tutta, proviamo quasi una forma di imbarazzo nei confronti delle pochissime squadre che questa Reggina è riuscita a sconfiggere (Cesena, Piacenza, Salernitana, Brescia, Ascoli e Triestina) ed, a questo punto, chiedendoci come siano potuti accadere tali “misfatti”.

In primis, per esempio, il fortissimo Cesena prossimo avversario dei reggini al “Granillo” a cui, gli amaranto (salvo stravolgimenti), si consegneranno in pasto tra 7 giorni. Foti, tempo fa, disse che le responsabilità del campionato disastroso fino ad allora disputato erano da dividere al tra lui (34%), Novellino – quando c’era – (33%) e Martino – quando c’era – (33%). Adesso, diciamo noi, le percentuali cambiano e di molto: 98% quelle di Foti (confuso e disorientato sotto ogni punto di vista), 1% Iaconi ed 1% la squadra. E Rosati? Visto il curriculum professionale e l’assoluta relatività della sua presenza la sua è pari allo 0% (non è un’assoluzione questa, anzi!). In sala stampa si presenta un dismesso Iaconi (nella foto) ed inizia a chiacchierare. Giochiamo 20/25 minuti e poi? “E poi, al primo episodio contro, crolliamo. E’ stata una partita in salita contro una squadra che fa delle ripartenze la sua arma migliore. In sostanza subiamo due tiri e prendiamo due goal, questo denota che il problema è soprattutto psicologico. I nostri attaccanti sono sempre super marcati e super controllati, mentre gli attaccanti avversari godono di libertà assoluta.” E’ tornato all’antico con l’impiego di Valdez e Santos. “Si, Lanzaro e Barillà erano un po’ acciaccati e non volevo rischiare, facendoli giocare, di fargli danni ulteriori.” Cacia ed il rigore. “Anche lui è tra i tiratori designati. E’ stato bravo a procurarsi il rigore ma può capitare di sbagliarlo.” Guardiamo in faccia la realtà, siamo quart’ultimi. “La realtà è questa e siamo in piena zona retrocessione. Caliamoci in questa realtà (dopo 21 partite, ancora, nella realtà della bassa classifica, ci si devono calare??? n.d.r.) e cerchiamo di ripartire.” Lei è uno che non molla, ma alla fine è sembrato quasi che non ci credesse più. “No, non mollo. Dobbiamo crederci e provarci ancora. Oggi abbiamo fatto molto poco. Sono deluso, molto deluso. Più da me stesso che dai calciatori.” Gli arrivi di Tedesco e Fiorillo sono ufficiali, e poi? “E’ una squadra che va molto rinnovata. Speriamo di fare nel girone di ritorno molto meglio di quanto fatto nel girone d’andata.” Da allenatore, si sente in bilico? “Con il presidente parliamo spesso e ci diciamo tutto quello che pensiamo. Anche se le statistiche sono migliori rispetto alla prima gestione tecnica di questa squadra, la situazione ovviamente non va assolutamente bene. Ripeto, sono più deluso da me stesso che dai giocatori che vedo impegnarsi sempre al massimo.” Le responsabilità di questa situazione? “Quando si vince vinciamo tutti, quando si perde perdiamo tutti. Non è giusto dare addosso a chi, magari, gioca meno bene di altri (“meno bene”? “molto peggio” avrà voluto dire? n.d.r.) e le responsabilità sono di tutti. E’ il carattere che ci manca e, di questo, me ne assumo io la colpa.” Eppure, qualche tempo fa, ci eravamo ripresi. “E’ vero, per un po’ ci eravamo tirati fuori sperando di risalire la china. Poi siamo ricaduti tornando a giocare male. Una squadra che subisce 31 goals, se continua così è destinata a farsi molto male.” Il problema qual è? “Il nostro problema è che non sappiamo sopportare le difficoltà e, da esse, reagire. Martedì scorso, per esempio, dopo l’espulsione di Carmona sembrava fosse finito il mondo.” Questo lo Iaconi-pensiero: confuso, ripetitivo, per certi versi anche patetico. L’unico giocatore amaranto a presentarsi davanti ai cronisti è Simone Missiroli (nella foto). Reggino purosangue, è forse uno dei pochi in seno alla squadra (con gli altri reggini Barillà, Marino ed i fratelli Viola) che può capire cosa si prova in periodi del genere (gli altri, secondo noi, modestamente se ne fottono, n.d.r.). Sei ovviamente amareggiato, 10 sconfitte in 21 gare sono troppe. “Non è solo la sconfitta che mi amareggia e mi fa male. E’ l’intera prestazione, l’ennesima negativa, che è assolutamente dimenticare.” L’approccio con la gara è buono, poi al primo affondo degli avversari la Reggina crolla. “In effetti capita troppo spesso questo. Che volete che vi dica? Dobbiamo cambiare trend.” Si è deciso di allontanare i “senatori” e di puntare sui giovani eppure la situazione non è cambiata e siamo quart’ultimi. “Sono state fatte delle scelte societarie che a me non interessano. Arriveranno altri calciatori che, certamente, ci daranno una mano.” Il rischio che si corre è quello di sprofondare. “Vi garantisco che non è facile trovarsi laggiù. Dobbiamo darci una scossa e ricominciare.” Come vi sostenete tra voi all’interno dello spogliatoio? “Cerchiamo di farci forza a vicenda e di lavorare sodo.” Commentare le dichiarazioni di Iaconi e Missiroli? Davvero è necessario? Noi, in sintesi, pensiamo quello che abbiamo già scritto: Foti unico responsabile per le scelte fatte e rivelatesi molto presto sbagliate in toto. Servono altre parole? No!

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Albinoleffe Reggina 2-0: tabellino e cronaca

Albinoleffe – Reggina: 2-0. Albinoleffe (4-4-2): Pelizzoli; Luoni, Sala, Brgamelli (dal 74° Serafini) e Garlini (c); Cia (dal 28° Passoni), Previtali, Hetemaj (dal 71° Foglio) e Cristiano; Cellini e Ruopolo. In panchina: Offredi, Serafini, Foglio, Piccini, Passoni, Cisse e Torri. All.: Mondonico. Reggina (3-4-3): Marino; Valdez (dal 76° Barillà), Santos (dal 35° Missiroli) e Costa; Adejo, Cascione (nella foto), Morosini e Rizzato; Pagano, Bonazzoli (c) e Cacia (dal 58° N. Viola). In panchina: Kovacsik, Lanzaro, Camilleri, Barillà (nella foto), N. Viola, A. Viola e Missiroli. All.: Iaconi. Arbitro: Doveri di Roma. Assistenti: Riviello e Fiore. Quarto uomo: Ostinelli. Marcatore: Ruopolo al 24° ed al 54°. Ammoniti: Pagano (simulazione), Previtali, N. Viola, Sala e Cellini (comportamento non regolamentare). Corner: 1 Albinoleffe e 5 Reggina. Recupero: 2’ (p.t.) e 2’ (s.t.).

Note. Prima assoluta tra le due squadre che si affrontano in quello che può essere definito uno scontro diretto entrambe a quota 23. Albinoleffe reduce da due vittorie consecutive (Empoli e Padova) e Reggina da una sconfitta ed un pareggio (Gallipoli e Grosseto). Nell’Albinoleffe un ex amaranto, il portiere Pelizzoli ceduto dalla Reggina allo Spartak Mosca durante il mercato di gennaio del 2007 [era l’ultima Reggina di Mazzarri, quella della penalizzazione di 11 punti dopo la bufera “Calciopoli” per intenderci e che si salvò conquistandone 51 (40 ufficiali)]. Mondonico, dopo Perico dovrà rinunciare anche a Laner per cui appare probabile il suo rinunciare al canonico 3-5-2 a favore del 4-4-2. Nella Reggina, squalificato Carmona, Cascione lascia il posto di centrale difensivo a Santos e torna nel suo ruolo di centrocampista. Nell’11 titolare schierato nelle ultime settimane assenti anche Barillà (acciaccato, ma in panchina) Lanzaro (preferito Valdez come centrale di destra) e Missiroli (per Cacia). In ottica mercato, pressoché definito lo scambio di portieri con la Sampdoria Cassano-Fiorillo e con il Bologna quello dei centrocampisti Tedesco-Buscè. In stallo, invece, la posizione di Volpi per l’ennesima volta non convocato ed alienato dalla prima squadra insieme a Cassano e Buscè ed in attesa di prendere le valige già pronte da tempo per svuotarle altrove. La cronaca. Parte bene l’Albinoleffe al 1° minuto con Cia che, però, tira fuori. Sul ribaltamento di fronte, Cacia, appena entrato in area (ma, forse, il fallo inizia fuori), viene atterrato da Hetemaj e Doveri indica il dischetto senza tentennamenti. Sul dischetto va Cacia (forse più per avere l’opportunità di “sbloccarsi” che per essere il tiratore designato considerata la presenza in campo sia di Bonazzoli che di Pagano già in rete dal dischetto) che, a dire il vero, non calcia male (a mezz’altezza alla sinistra del portiere), ma Pelizzoli compie un prodezza degna del suo pedigree. Occasionissima gettata alle ortiche dagli uomini di Iaconi e, certo, con il senno di poi, scelta opinabilissima quella di consentire a Cacia (poco più di 10 minuti in campo nelle ultime due gare ed un lungo infortunio alle spalle che lo ha tenuto lontano dal terreno di gioco per molto tempo) di andare al tiro. Al 9° minuto è l’Albinoleffe a gridare al rigore. Tiro di Cia e palla che sbatte sul braccio sinistro di Adejo, ma l’arbitro questa volta lascia correre ritenendo involontario il tocco del colored amaranto. Al 13° ancora pericolosa la Reggina con Pagano che calcia e Pelizzoli mette in corner. Un minuto dopo, lo stesso Pagano entra in area e cade: niente rigore ed ammonizione per simulazione (diffidato, il goleador amaranto salterà la gara con il Cesena al “Granillo”). Al 18° un cross, che si trasforma in tiro, di Costa non impensierisce Pelizzoli. Al 24° l’Albinoleffe passa in vantaggio. Cia (da cui sono venuti i pericoli maggiori per la Reggina) calcia da fuori area e Marino para bene ma respinge corto. Ruopolo, approfittando della dormita di Santos e Costa, è lestissimo ad arrivare per primo sul pallone e ad insaccare centralmente. E mentre le due squadra giochicchiano, si assiste al solito copione: buona Reggina nei primi 20-25 minuti di gara per poi scomparire inabissandosi in meandri a noi sconosciuti ed a lei, evidentemente, usuali! Al 41° fallo ingenuo di Costa su Cellini ad un paio di metri dalla linea dell’area di rigore amaranto, la barriera respinge il tiro di Cristiano. Al 46° Hetemaj cerca il gran goal con un tiro teso ed in diagonale, Marino respinge di pugno non fidandosi del pallone viscido per la costante pioggia. Un attimo prima del fischio finale del primo tempo, l’Albinoleffe va vicino al raddoppio. Garlini (39 anni!) recupera un pallone che sembrava essere destinato sul fondo e mette al centro dell’area. Cristiano colpisce di prima intenzione ma il suo tiro è deviato in un corner che l’arbitro non farà calciare preferendo mandare tutti negli spogliatoi. Che brutta Reggina, l’ennesima bruttura della stagione. Al 51° un’altra occasione per i padroni di casa. Sul primo corner a proprio favore, Provitali basso al centro per Garlini che, di prima intenzione, gira verso la porta dove c’è Rizzato che anticipa il comunque ben piazzato Marino. Al 53° ci prova ancora Passoni da molto lontano con il pallone che termina altissimo sulla porta amaranto. E’ il prologo al raddoppio che, puntualmente, arriva un minuto dopo. Passoni cambia gioco da destra a sinistra, Cristiano al volo mette al centro dove arriva Ruopolo che colpisce di prima intenzione lasciando sul posto Valdez. Marino respinge d’istinto ma nulla può sulla ribattuta dello stesso Ruopolo che realizza la sua personale doppietta. Per la Reggina è notte fonda. Anzi, è più buio del più profondo degli abissi. Al 58° esce un inesistente Cacia (rigore sbagliato a parte) ed entra Nicolas Viola. Un attimo dopo Rizzato mette al centro dell’area ma Pagano mette fuori di testa. Al 62° ci prova Missiroli ma manda lontanissimo dalla porta di Pelizzoli. Al 70° finalmente una conclusione degna di tal nome per la Reggina. Rizzato crossa da sinistra e Bonazzoli colpisce di testa mandando la palla al lato di un soffio con Pelizzoli, comunque, piazzato sul palo. Al 73° il neo entrato Foglio va vicino al goal. Da fuori area, di sinistro, manda di poco lontano dal palo alla destra di Marino. All’81° ancora Reggina. Bonazzoli lotta su ogni pallone e serve Rizzato, cross al centro e Missiroli spizzica indirizzando verso la porta dove, però, Pelizzoli è attento e blocca in presa alta. Ribaltamento di fronte e Cristiano ha sul sinistro il match point  della gara (ammesso che non la si potesse considerare già chiusa). Dal centro dell’area il bergamasco, indisturbato, colpisce male il pallone mandandolo altissimo nonostante tra lui ed il goal ci fosse solo Marino. Al 90° altra occasione per la Reggina simile per preparazione e conclusione di quella capitata venti minuti prima con Bonazzoli che manda di poco al lato. Per l’Albinoleffe quinto risultato utile consecutivo (due pareggi e tre vittorie nelle ultime tre gare) e seconda sconfitta in tre gare per gli uomini di Iaconi. La gara di Bergamo si chiude sulle note di “We are the champions” dei Queen a glorificare un Albinoleffe che si “beve” gli amaranto. Il girone d’andata si chiude con l’ennesima brutta Reggina, ennesima logica sconfitta quindi e, sabato prossimo – con il nuovo debutto in campo del rientrante a Reggio Giacomo Tedesco (ma si parla con insistenza del ritorno anche di Luca Vigiani, n.d.r.) e, forse, di Fiorillo tra i pali – viste le premesse si consegnerà in pasto al fortissimo Cesena ci auguriamo senza più Iaconi sulla panchina amaranto.

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“Sport & Benessere: l’importanza della ricerca medica applicata allo sport”

“Sport & Benessere: l’importanza della ricerca medica applicata allo sport” è il tema di un interessante convegno che si terrà sabato 16 gennaio p.v. alle ore 10.30 presso l’auditorium Cipresseto sito a Reggio Calabria in via Giuseppe Melacrino 34. Con il patrocinio del Gruppo Consiliare del PdL della Città di Reggio Calabria e dell’A.S.I. (Alleanza Sportiva Italiana) e sostenuto dall’AD Biomedical Innotech (importante realtà operante nello studio e nell’innovazione della medicina applicata non solo allo sport), il convegno si snoderà attraverso gli interventi di illustri relatori nazionali. I saluti saranno di Nino Girella e Tino Scopelliti (rispettivamente presidente regionale e dirigente azionale dell’A.S.I.), Mimmo Praticò e Giovanni Filocamo (presidente regionale e presidente provinciale del C.O.N.I.), Giuseppe Trieste (presidente nazionale F.I.A.B.A.) e di Antonino D’Africa (responsabile della ricerca scientifica AD Biomedical Innotech).

A moderare i lavori ci sarà Giuseppe Agliano (vice presidente del consiglio direttivo nazionale A.S.I. e consigliere comunale di Reggio Calabria). Le relazioni tratteranno: i “Sistemi Transdermici in medicina (a cura di Paolo Bergamelli, responsabile nord Italia dell’AD Biomedical Innotech proveniente da Bergamo); la “Medicina rigenerativa nelle lesioni dei tessuti molli” (a cura di Mario Loi, neurofisiologo di Cagliari) ed i “Trattamenti incruenti pseudoartrosi” (a cura di Mirko Parabita, responsabile medicina fisica e riabilitazione Fondazione San Raffaele di Taranto). Interverrà Giuseppe Scopelliti, sindaco di Reggio Calabria, e chiuderà i lavori Claudio Barbaro, presidente nazionale A.S.I..

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Ponte sullo Stretto: l’unione tra due “Cosche”

altaltaltaltaltaltGià dal 251 a.C., attraverso narrazioni di Plinio il Vecchio, si hanno prove sull’idea di unione fra le due sponde dello Stretto di Messina (nelle foto alcuni “prima” e “dopo”) per volontà del console Lucio Cecilio Metello, con un ponte fatto di barche e botti per trasbordare dalla Sicilia 140 elefanti catturati ai cartaginesi. Quest’idea di collegare, per svariati motivi, i due lembi di costa è proseguita anche nella seconda metà del 1800, nel dopoguerra, negli anni ’70, ’80 e ’90, per giungere infine ai progetti del secondo millennio. Ma le motivazioni per la realizzazione di quest’ossessione ingegneristica restano da sempre un mistero. L’informazione propinata all’opinione pubblica, dai governi succedutesi nel tempo, ha sempre rimarcato la valenza della costruzione esclusivamente sotto il profilo del progresso strutturale e di viabilità.

Ma solo chi vive in Calabria può realmente constatare quali interventi necessita la regione e quanti servono per foraggiare signorotti locali collusi con la criminalità organizzata. Qualche mese fa i calabresi mossero un’eccezione al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, circa l’urgenza del ripristino della rete autostradale in stallo da tempo immemore. A tale richiesta, il ministro sottolineò la propedeuticità della realizzazione del ponte rispetto al rinnovamento strutturale dell’A3 Salerno-Reggio Calabria. E’ come dire costruiamo un grattacielo iniziando dall’attico. Il 19 dicembre scorso in 22 mila (4 mila per la Questura), provenienti da tutta Italia, hanno sfilato per le vie di Cannitello e Villa San Giovanni, per gridare un chiaro NO alla costruzione di una megastruttura che presenta diverse falle da qualsiasi punto di vista la si analizzi. Economica, ingegneristica e ambientale. In questa fase di eccezionale recessione con l’economia capitalista che versa in stato comatoso, di certo il ricorso alla spesa pubblica rappresenterebbe una boccata d’ossigeno in funzione anticiclica. Sembrerebbe certo una soluzione, come dicono politici di destra e sinistra, con più lavoro e col decollo industriale del sud. Peccato che il famoso ponte rappresenterà una vera unione tra due “cosche”. Un progetto da 6,3 miliardi di euro dedicato alla realizzazione di 3,3 Km di ponte sospeso, 12 Km di rete ferroviaria e 15 Km di rete stradale. Una manna dal cielo per imprese a rischio di infiltrazioni mafiose. Anche da un punto di vista occupazionale ci sarà una forte impennata, nella fase costruttiva, seguita da una peggiore ricaduta. Inoltre, l’apertura dei cantieri, avvenuta formalmente il 23 dicembre scorso con la posa della prima pietra a Cannitello, presenta anch’essa punti interrogativi. Con questa “firma” sul cemento si rende operativa una clausola del contratto tra la società  “Stretto di Messina” e il General Contractor capeggiato da Impregilo (società incaricata di realizzare ed eseguire il progetto definitivo di costruzione del ponte), che consente, in tal modo, al General Contractor di chiedere come penale, in caso di mancata realizzazione del ponte, il 10% del valore dell’intera opera. Sarebbe a dire, se lo Stato dovesse rinunciare alla realizzazione del ponte, si troverebbe a dover “risarcire” una cifra che oscilla tra i 390 e 630 milioni di euro. Questo perché nella Finanziaria del 2010 in discussione al Parlamento, il Governo ha inserito un emendamento che consente di avviare i cantieri di singoli lotti, delle grandi opere previste nelle reti transeuropee, anche se si possiede appena il 10-20% della copertura finanziaria dell’intero valore dell’opera. La realizzazione della megastruttura alimenterebbe anche l’intreccio fra grandi attori industriali e finanziari attraverso il complesso di espropri, appalti e subappalti che ricadono su larga parte della zona costiera calabro-sicula. Certo è, altra ipotesi, che potremmo trovarci di fronte ad un’ennesima cattedrale nel deserto. Come il caso della Liquichimica a Saline Joniche, uno stabilimento di bioproteine sintetiche che ancora oggi sorge davanti al Mar Jonio. Progetti come la Sir (Società Italiana Resine) di Lamezia Terme,  il quinto Centro Siderurgico nella Piana di Gioia Tauro e lo stabilimento dell’Egam nella Piana di Sibari. Tutti previsti nel famoso “pacchetto Colombo” (esponente della Dc e presidente del Consiglio dei Ministri nel biennio 1970-1972), che prevedeva questi emblematici monumenti del supposto piano di sviluppo economico varato dal Governo per la Calabria, e che invece hanno rappresentato la Cassa integrazione per oltre 15.000 operai rimasti inoccupati. Al pari di queste grandi opere, la realizzazione del ponte sullo Stretto avrà un notevole impatto ambientale con annessi rischi elevati per cose e persone. Il territorio reggino e messinese, orograficamente e morfologicamente, presenta seri punti deboli per ciò che attiene eventi sismici e dissesti idrogeologici. E proprio quest’ultimi, nei mesi scorsi, sono stati protagonisti nefasti a Giampieliri, nel messinese, e in varie zone della Calabria. A ciò si aggiunge la faglia sottomarina nei fondali dello stretto di Messina, fortemente instabile, che separa la Sicilia dal continente europeo. Non esiste tutt’ora una certezza assoluta di stabilità di una struttura come il ponte sullo stretto a fronte di un’incalcolabile magnitudo dei movimenti tellurici. Anche dal punto di vista specificamente ambientale, una vasta area verrebbe cementificata con evidenti riflessi negativi sulla biodiversità dell’ecosistema terrestre e marino. In ultimo, per ciò che attiene la fase di sviluppo e progresso del sud tanto decantata dalla classe politica in riferimento alla costruzione dell’opera, la Calabria necessita, in realtà, di un’urgente riorganizzazione della rete stradale (se si considera che a causa dell’assetto attuale il bollettino parla di migliaia di decessi l’anno), ad iniziare dall’A3 e proseguire con le diverse strade statali che costeggiano la regione dal tirreno allo jonio. Servirebbe, oltremodo, un efficiente collegamento marittimo tra le due coste (attualmente sono operativi 2 aliscafi per migliaia tra lavoratori e studenti), un adeguata e moderna rete ferroviaria, essendo ancora presenti per i collegamenti all’interno della regione, le famose “littorine” create nel ventennio fascista. E per concludere, la Calabria necessita anche di una rete idrica efficiente e, soprattutto, la possibilità per gli abitanti di avere in casa l’acqua potabile. Allo stato attuale, infatti, a causa dell’elevata presenza nell’acqua di grosse quantità di calcare e sale, è in grado persino di danneggiare frigoriferi, lavatrici, condizionatori e quant’altro. Non a caso, uno dei principali slogan urlato a più riprese dai manifestanti durante il corteo del 19 dicembre scorso, evidenziava in tutta la sua eloquenza, l’assenza per Calabria e Sicilia di una base primaria e vitale del progresso. “Vogliamo l’acqua dal rubinetto, ce ne fottiamo del Ponte sullo Stretto”.

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Palmi: rinvenuto un bunker

Nella mattinata del 06.01.2010, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, impegnati in appositi servizi di controllo del territorio ed in una più ampia attività di contrasto alla criminalità organizzata, hanno rinvenuto, in un bosco sito in località Cola di Reggio di Palmi, un bunker (nelle foto), in disuso, perfettamente mimetizzato nella fitta vegetazione. Lo stesso è stato ricavato scavando ai piedi di una grossa quercia un unico locale di mq 12 circa, dal quale si ha accesso tramite dei gradini ricavati nel terreno. All’interno del covo si è rinvenuto un materasso, una piccola mensola in legno ed una lampadina predisposta, per il suo funzionamento, all’utilizzo di una batteria per autovettura.

Le pareti ed il soffitto sono rivestite di tavole di legno e materiale plastico. Il covo in questione è stato rinvenuto in terreno demaniale, in una zona altamente strategica; ci si trova infatti nelle campagne prospicienti la città di Palmi ma molto vicino al paese di Seminara, il cui territorio è praticamente confinante ed il cui centro è visibile dal luogo della scoperta e raggiungibile, anche a piedi, in poco tempo. Inoltre il luogo non è lontano dalla SS 18  nonchè dalla vicina autostrada A3. Non si esclude che il bunker sia stato utilizzato in passato per favorire la latitanza di vari elementi di spicco appartenenti ai numerosi sodalizi criminosi della zona. Continuano le indagini da parte dei militari operanti allo scopo di addivenire all’identificazione di coloro che hanno costruito il manufatto nonché di coloro che ne hanno, nel tempo, usufruito.

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Reggina Grosseto 1-1: le inteviste post gara

Musi lunghi e tanti rimpianti in sala stampa. Rimpianti non perché la Reggina abbia di che farsene, in fondo ha fatto poco o nulla per vincere la gara contro il Grosseto, essi, invece, nascono dal leggere e scorrere la classifica: 23 punti e quint’ultimo posto. Ed a dire che, fino a qualche tempo fa le cose andavano assai peggio. Mah! Ascoltando i protagonisti di oggi, sponda amaranto, onestamente, ci siamo chiesti se siamo noi giornalisti dei folli o, invece, se giocatori e mister amaranto vaneggino. Pagano e Costa si sono mostrati soddisfatti della gara disputata e del punto, Iaconi, seppur più sommessamente, anche. Doppio mah! Il primo a presentarsi in sala stampa è il cannoniere amaranto, Biagio Pagano. Solita (brutta) Reggina? “Un mese e mezzo fa una partita del genere l’avremmo persa, oggi l’abbiamo pareggiata. Ci vuole un po’ di fortuna in ogni cosa, forse è il caso che ci venga incontro.”

Due punti persi o uno guadagnato? “Per me è un punto importante considerato il momento (mesi, n.d.r.) che stiamo attraversando.” La partita? “Siamo stati bravi ad iniziare bene la gara passando subito in vantaggio. Poi, in 10, abbiamo dovuto necessariamente cambiare modo di giocare ed Emiliano (Bonazzoli, n.d.r.) ha dovuto giocare da solo lì in avanti. Non era per niente facile.” Qual è l’obiettivo della Reggina? “Noi giochiamo sempre per vincere.” Cosa occorrerebbe a questa Reggina per risalire la china? “Continuità nei risultati. Invece, il nostro cammino è un continuo alternare di risultati. In questo torneo di B non c’è l’ammazza-campionato, con un po’ di fortuna e trovando la continuità possiamo ancora far bene.” Cambio dietro la scrivania, lascia Pagano ed arriva Iaconi (nella foto). Ci aspettavamo la cosiddetta svolta, ed invece? “Ed invece non c’è stata. Non siamo riusciti a battere il Grosseto cominciando a dare un senso diverso al nostro campionato. Oggi abbiamo trovato difficoltà ed abbiamo subito imprevisti. Alla lunga, probabilmente, abbiamo dimostrato di essere nelle condizioni di poter vincere, ma non ci siamo riusciti.” Il Grosseto? “Abbiamo incontrato una signora squadra, qualitativamente importante e che ci ha messo in difficoltà.” Gli obiettivi della sua squadra? “Gli obiettivi li fanno di volta in volta i risultati che si ottengono. Non credo, ad oggi, si possa parlare di altro se non di salvezza.” Avete individuato le lacune dove intervenire? “Abbiamo fatte molte riunioni con il presidente e sappiamo di certo cosa fare anche se non sarà certo facile agire in questo mercato di gennaio.” La sua squadra? “Nessuno lo dice, ma siamo la squadra con l’organico più giovane di tutto il campionato. E’ una squadra che ha di certo un futuro, ma è un futuro da costruire.”  Esce Iaconi ed entra Costa. “Abbiamo fatto una buona partita e sono soddisfatto seppur va dato il giusto merito agli avversari.” La gara di oggi? “Avevamo iniziato bene, ma poi, con l’espulsione, è cambiato tutto. Nel secondo tempo abbiamo certamente fatto molto più di loro.” Come giudica la gara con il Grosseto? “Ritengo quello di oggi un ottimo pareggio perché ci può dare respiro per affrontare le prossime partite. Siamo partiti con ben altre prospettive adesso improponibili, ma dobbiamo pensare come una piccola invece che come una grande seppur decaduta. Se pensiamo da piccola allora il pari con il Grosseto è da apprezzare e, quindi, positivo.” L’ultimo a presentarsi in sala stampa è Elio Gustinetti (nella foto), ex mister amaranto nella stagione 1998/’99 (quella della prima storica promozione in A, per intenderci). “Credo che la partita sia stata un po’ falsata da alcuni episodi. Dopo la partenza brillante della Reggina, in cui ha trovato il goal, noi siamo usciti fuori trovando il pareggio ed andando vicini al raddoppio colpendo il palo. Le espulsioni, poi, hanno disturbato l’intera partita.” Cosa vi è mancato per, magari, vincere? “Ci è mancato molto Joelson che, per noi, è un giocatore molto importante, direi fondamentale, per il gioco che proponiamo.” E’ soddisfatto del campionato della sua squadra? “Direi molto. Abbiamo squadra importanti dietro di noi. Il Torino, il Brescia, la Reggina e, questo, è motivo di grande soddisfazione.” I vostri obiettivi? “Siamo una squadra tosta quando scendiamo in campo. Con il prosieguo del campionato vedremo. Per adesso, sono molto contento del lavoro che stiamo facendo.” Si aspetta qualcosa durante il calcio-mercato in corso? “Conosco bene il mio presidente e, se a fine gennaio saremo vicini ai play-off, magari non mi vende i migliori (Pinilla, l’autore del goal di oggi così come anche del palo colpito, è tra i più appetiti, n.d.r.) e mi regala anche qualcun altro.” Come giudica il campionato di serie B di quest’anno? “La B è molto difficile. Ci vogliono qualità come costanza, grinta, carattere, continuità, forza e maturità. Solo il Lecce, probabilmente, sta mantenendo le premesse. Ma vi aspettavate che Reggina e Torino fossero così tanto indietro.” No, non ce lo aspettavamo!

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Reggina Grosseto 1-1: tabellino e cronaca

Reggina – Grosseto: 1-1. Reggina (3-4-3): Marino; Lanzaro (c) (dal 71° Adejo), Cascione e Costa; Morosini, Carmona, Barillà e Rizzato; Pagano (dall’87° Cacia), Missiroli e Bonazzoli. In panchina: Kovacsik, Adejo, Cacia, Valdez, Viola A., Viola N. e Santos. All.: Iaconi. Grosseto (4-4-2): Acerbis; Vitofrancesco (dal 64° Conteh), Melucci, Turati e Freddi; Job, Carobbio, Fautario e Consonni (c); Joelson (dal 16° Vitiello) e Pinilla. In panchina: Caparco, Conteh, Vitiello, Pichlmann, Crescenzi, D’Alessandro ed Asante. All.: Gustinetti. Arbitro: Tommasi di Bassano. Assistenti: Marzaloni di Rimini e Galloni di Lodi. Quarto uomo: Paparazzo di Catanzaro. Marcatori: Pagano al 2° e Pinilla al 24°. Ammoniti: Carmona al 13°, Barillà al 20°, Freddi al 39°, Bonazzoli al 69°, Conteh al 69°, Melucci al 76°, Pinilla al 77°, Fautario all’85°, Missiroli all’87° ed Acerbis al 91°. Espulsi: Carmona al 34° e Freddi al 41°. Recupero: 3’ (p.t.) e 3’ (s.t.). Corner: 12 Reggina ed 1 Grosseto. Tiri in porta: 5 Reggina e 2 Grosseto. Tiri fuori: 6 Reggina e 1 Grosseto. Falli fatti: 13 Reggina e 18 Grosseto. Fuorigioco: 3 Reggina e 3 Grosseto. Spettatori paganti: 678. Abbonati: 5184. Incasso al botteghino: € 7.087,00. Quota abbonati: € 40.263,67. Spettatori totali: 5862. Incasso totale: € 47.350,67.

La cronaca. Reggina senza Cassano, Volpi, Buscè e Brienza con le valigie pronte (già raggiunto l’accordo con il Brescia per Volpi). Nel Grosseto tre ex amaranto: Joelson e Carabbio in campo e Gustinetti in panchina. In tribuna, il DS grossetano Andrea Iaconi fratello di Ivo, allenatore amaranto. Al minuto numero 2 la Reggina è già in vantaggio. Pagano cambia gioco da destra a sinistra verso Rizzato, cross di prima intenzione al centro dell’area da parte di quest’ultimo. Missiroli fa sponda, di testa, per Bonazzoli che appoggia di piatto per l’accorrente Pagano che di sinistro insacca quello che rappresenta il suo ottavo goal stagionale. All’8° minuto è ancora la Reggina pericolosa e reclama un calcio di rigore. Bonazzoli sembra chiaramente messo giù da un difensore toscano, ma l’arbitro, ben posizionato, lascia correre. Al 16° prima sostituzione della partita per Gustinetti che è costretto sostituire l’ex amaranto Joelson per infortunio dopo un fallo subito da Carmona (ammonito). Lo stesso Carmona, un minuto dopo, prova il tiro ma il pallone termina fuori. Ancora Reggina al 19° è ancora Reggina con Bonazzoli che, da fuori area, prova il tiro a mezz’altezza ma Acerbis respinge tuffandosi alla propria sinistra. Al 24° il Grosseto, quasi inaspettatamente, pareggia. Cross da destra di Vitofrancesco in area, Pinilla salta mezzo metro più in alto di Lanzaro e, di testa, batte Marino alla sua sinistra. Al 29° la Reggina ci prova con Barillà il quale, molto, forse troppo, presuntuosamente calcia dai 35 metri. Conclusione inutile ed, soprattutto, assolutamente inguardabile. Pericolosa, invece, sempre la Reggina al 31°. Calcio di punizione di Pagano da destra e colpo di testa di cascione che, da ottima posizione (vertice sinistro dell’area piccola) angola troppo e manda al lato alla destra di Acerbis sciupando un’ottima occasione. Al 34° la Reggina resta in 10 per “merito” di Carmona che commette un altro fallo, stupido ed inutile (dopo Joelson adesso Consonni), a centrocampo. Secondo giallo e, quindi, rosso ampiamente meritato per il giocatore amaranto. Al 35° la Reggina reclama il suo secondo rigore della partita. Lanzaro protesta vivacemente con Tommasi lamentando di essere stato trattenuto in area sugli sviluppi del quarto corner a favore dei padroni di casa. Al 39° la Reggina reclama il rosso per Freddi che entra malissimo su Barillà. Tommasi estrae solo il giallo e fa ricominciare a giocare. Pericolosissimo il Grosseto al 40° ancora con Pinilla che, in rovesciata, raccogliendo un cross in area, colpisce il palo alla destra di Marino. Al 41° le due squadre tornano in parità numerica. Freddi commette, così come Carmona qualche minuto prima, uno stupidissimo fallo a pallone lontano e l’arbitro non crede ai suoi occhi di poter riportare in 10 contro 10 la partita fors’anche “pentitosi” del mancato, ma giustificato, rosso allo stesso giocatore un paio di minuti prima. Il primo tempo, quindi, si chiude in perfetta parità, di goals e di uomini in campo. Al 52° occasionissima amaranto. Prima Bonazzoli si vede ribattuto il proprio tiro da un difensore, poi Pagano, a tu per tu con Acerbis, manca il raddoppio (e la doppietta personale) tirando addosso al portiere ospite. Al 59° Reggina ancora pericolosa, ma non basta. Rizzato penetra in area lateralmente e mette al centro rasoterra per Bonazzoli, ma un difensore mette in corner sugli sviluppi del quale Cascione, di testa, manda alto sulla traversa. La Reggina ci prova, ma i limiti sono evidentissimi ed, impietosamente, si manifestano. Ammesso che qualcuno in Società faccia ancora sogni di gloria, suffragati più dalla mediocrità del campionato che dal reale potenziale della sua squadra, dovrà sborsare quattrini per acquistare qualità vera e non presunta. All’83° ancora la Reggina con Missiroli che prova la conclusione da fuori area ma trova Acerbis ben piazzato a parare senza alcuna difficoltà. Reggina volenterosa, ma pressoché nulla. Rizzato ancora pericoloso al 77°, supera un avversario e mette al centro, un difensore mette in angolo. Sussulto amaranto all’87°. Missiroli s’incunea in area e, seppur in buona posizione per proseguire e/o per calciare a rete, preferisce simulare un fallo subito e vanifica tutto. Giustissima la sua ammonizione. Che Reggina mediocre, che giocatori mediocri, positivo il non aver perso ma solo perché il Grosseto non ha osato “rischiando di vincere”. La Reggina cerca il colpo d’ala e si rifà pericolosa. Il neo entrato Cacia si presenta davanti ad Acerbis, ma decentrato a destra. Tiro non certo impeccabile, anzi tutt’altro, ma a renderlo pericoloso ci riesce lo stesso portiere grossetano deviando e  mettendo, quasi, in rete alle sue spalle. Che vergogna!!! I fischi sono tutti meritati.

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Reggio Calabria: bomba davanti alla Procura Generale

La bomba fatta esplodere davanti alla Procura generale di Reggio Calabria (nella foto) sarebbe il frutto di una ''decisione condivisa" da buona parte delle cosche più importanti della 'ndrangheta. E' questa una delle ipotesi, secondo quanto si apprende, su cui si starebbero concentrando inquirenti ed investigatori che stanno indagando per accertare la matrice dell'attentato compiuto all'alba di ieri. Dagli elementi emersi finora e dall'analisi delle ultime operazioni di polizia che hanno colpito duramente le organizzazioni, non sarebbe comunque ancora stato possibile inquadrare al momento a quale cosca appartengano gli affiliati che hanno materialmente piazzato la bomba. Quel che sembra però emergere con certezza dalle analisi degli esperti, è che una decisione di questo tipo – con il duplice obiettivo di alzare il livello di scontro e di mandare un messaggio chiaro a magistrati ed investigatori – sia stata, sottolineano fonti investigative, "condivisa" dai vertici di diverse 'Ndrine.

Sia di quelle direttamente coinvolte nei procedimenti d'appello, sia di quelle che sono state duramente colpite dai sequestri e dalle confische, sia, infine, da quelle che non sono direttamente interessate dalle indagini della procura di Reggio Calabria ma che sarebbero state 'contattate' per avallare il progetto. Dalla targa dello scooter utilizzato dalle due persone che hanno compiuto ieri l'attentato alla Procura di Reggio Calabria non potranno venire indicazioni utili per accertare l'identità dei responsabili. La targa infatti era stata contraffatta per renderla illeggibile. I carabinieri stanno approfondendo, comunque, l'esame delle immagini alla ricerca di qualsiasi particolare. ''I criminali sono portati a pensare che nel processo d'appello le cose si sistemano, quando questo non avviene, quando anche qui si rendono conto che prendono bastonate, qualcuno può avere la tentazione di reagire". A parlare, in un'intervista a La Repubblica, è il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore di Landro, che sottolinea come nella sua Procura "si fanno i giochi nel merito, dopo c'é solo il giudizio di legittimità della Cassazione". Il procuratore fuga ogni dubbio sulla matrice dell'attentato: "per dimensioni, caratteristiche e per la professionalità degli attentatori – afferma – sulla matrice mafiosa non credo ci possano essere dubbi". L'attività della Procura di Reggio Calabria, spiega Di Landro, si concentra sui processi in grado di appello e sulla confisca dei beni, "su entrambi i fronti – aggiunge – ho impostato il lavoro con il massimo del rigore e del controllo". Forse, secondo Di Landro, "qualcuno si era illuso che tenessimo un profilo più basso". "Le cosche tradizionali si spartiscono il territorio con una capillarità impressionate" sottolinea il procuratore, al punto che è possibile identificare "il confine della giurisdizione tra due clan". L'attentato non frenerà l'attività, "le indagini vanno avanti con determinazione, i successi sono tangibili, la strada è lunga e difficile – conclude Di Landro – noi continuiamo a fare il nostro mestiere.

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Il 2009 del basket reggino

altLa Reggio Calabria cestistica  sta per archiviare un 2009 sicuramente da ricordare. E’ inutile girare attorno ma l’anno che si chiude rimarrà alla storia per l’ennesima rinascita della Viola. A Luglio, la città dello stretto ha rilevato il titolo sportivo del Gragnano ed ha iscritto una squadra in Serie B Dilettanti, la vecchia serie B2, in sintesi la quarta serie nazionale. Giuse Barrile è stato l’uomo che ha curato l’operazione ed ha fatto in modo che, a Luglio, il passaggio si concretizzasse. Il Team Basket Viola è il sodalizio che dovrà riportare in alto uno dei simboli sportivi più forti del basket calabrese anche se negli ultimi anni prima del fallimento del 2007, i colori neroarancio avevano perso un po’ del loro appeal.

E’ chiaro che questa nuova dirigenza si sta giocando una carta importante ma i primi segnali sono positivi. La squadra, sul campo, è stata affidata a coach Bianchi e sta disputando una stagione di alto livello, è stato trovato uno sponsor e si sta cercando di coinvolgere il territorio nel modo migliore possibile. La Viola può tornare ad essere il traino di un movimento che, in questo biennio, ha avuto come società guida l’Audax del presidente Vita, una realtà che sta facendo bene in Serie C Dilettanti e che, nell’Aprile scorso, è riuscita a qualificarsi per i play-off, un risultato eccezionale per un sodalizio che ha appena festeggiato i dieci anni di vita. Il gruppo dirigenziale è formato da gente giovane che vuole crescere e vuole far cresce questa compagine che, da quest’anno, è allenata da un uomo che si può considerare uno dei principali simbolo del basket reggino, quel Mimmo Melara anima e corpo del CAP per oltre trent’anni. Melara ha accettato di essere il nuovo allenatore dell’Audax ed ha già improntato la squadra secondo il suo credo cestistico fatto di tanta aggressività su due lati del campo. In Serie C2 c’è la conferma del Botteghelle come realtà solida che investe sui giovani e che non fai mai il passo più lungo della gamba; stesso discorso si può fare per l’ABA Frassati, la squadra allenata e sostenuta da Santino Surace, un uomo dalla passione smisurata per questo sport che sa come portare avanti progetti vincenti. Sta provando a ritagliarsi uno spazio importante la Vis Overt Zanussi ma i risultati acquisiti sul campo non stanno premiando le scelte della dirigenza giallonera anche se affidarsi ad un uomo d’esperienza come coach Nino Furfari potrebbe essere la mossa giusta per provare a risalire la china. Il CAP, dopo la partenza di Melara, è diventato una sorta di serbatoio dei giovani in orbita Audax e già presenti nel vivaio gialloverde mentre l’Olympic ha richiamato alla base Massimo Lazzara e sta cercando una tranquilla salvezza. Infine, il Villa San Giovanni ha allestito un roster competitivo e sembra essere in grado di poter arrivare ai play-off. Il girone B della Serie D calabrese, quello che vede la presenza di società del territorio reggino, è diventato finalmente una palestra per giovani cestisti con società come la Diamond , la Nuova Jolly , la Scuola Basket Viola interamente formate da atleti Under. Le altre compagini sono composte da veterani che si vogliono divertire giocando a basket e qualche prospetto che cresce in un contesto competitivo fra le quali segnaliamo il nuovo basket Soccorso, una società che è riuscita a coinvolgere l’intero quartiere. Stesso discorso si può fare per la Promozione reggina che sta per aprire le danze con qualche società che ha fatto dei grossi sforzi per puntare al salto di categoria, vedi la Pro Pellaro del presidente Imbalzano. L’obiettivo di Reggio per questo 2010 è confermare quanto c’è di positivo e magari cominciare a trovare un modo per far convivere tutte queste società. Il male che attanaglia il basket in riva allo stretto è l’impossibilità di far camminare tutto il movimento sulla stessa strada perché, purtroppo, vige la regola preferisco vincere oggi, metterti in difficoltà ed arrivare prima di te per una stagione piuttosto che vincere domani. Mettere da parte questo concetto sarebbe già un passo importante per una piazza che vuole rilanciarsi e che ha i mezzi logistici e strutturali per farlo.

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Anoi: arrestati due giovani con fucile a pompa, la folla inveisce contro i militari

I servizi per assicurare un Capodanno sicuro nei dieci comuni della Piana che ricadono sotto la giurisdizione della Compagnia Carabinieri di Taurianova, hanno dato ottimi frutti, sia dal punto di vista della prevenzione che dal punto di vista degli arresti. Il dispositivo dei militari, che ha potuto contare nella notte di San Silvestro su oltre una decina di pattuglie, non solo ha scongiurato i gravi episodi di danneggiamento a scopo intimidatorio, i ferimenti per colpi vaganti di armi da fuoco o, addirittura, i regolamenti di conti che troppo spesso avvengono approfittando del caos di quei trenta minuti a cavallo della mezzanotte, ma ha anche permesso di fermare due giovani che, in auto con un fucile a pompa (nella foto) caricato a pallettoni pochissimi istanti prima della mezzanotte, non si stavano certamente apprestando a festeggiare il nuovo anno, con la sola intenzione di “fare un po’ di rumore”.

Una pattuglia della Stazione dei Carabinieri di Cinquefrondi stava perlustrando il centro di Anoia Inferiore quando, poco prima della mezzanotte, si è vista tagliare la strada da una monovolume il cui conducente, non appena accortosi della presenza dei militari, ha immediatamente accelerato fuggendo ad alta velocità nelle strade centrali del paese, facendo pericolose manovre e rischiando di investire i cittadini che si erano radunati in strada per il “conto alla rovescia”. I Carabinieri, impegnati nell’inseguimento, hanno notato che all’interno della monovolume stava succedendo qualcosa: il passeggero era passato dal sedile anteriore a quello posteriore ed il conducente gli aveva passato qualcosa che, con tutta evidenza, appariva come un’arma. A circa un centinaio di metri dal palazzo comunale, lo sportello posteriore della Kia Carnival si è aperto e, come accade nella migliore filmografia americana, un giovane si è lanciato dall’auto in corsa, con il fucile a pompa imbracciato, rotolando per qualche metro. A differenza dei film, tuttavia, il ragazzo ha battuto la testa, rimanendo qualche istante a terra prima di riprendere la fuga. Anche il conducente dell’auto, fermatosi poco più avanti, si è dato  alla fuga a piedi. I Carabinieri, tuttavia, sono stati più rapidi. Hanno ricorso i due per le vie cittadine, riuscendo a bloccarli ed a recuperare l’arma, un fucile a pompa calibro 12 Mossberg “Maverick”, di quelli che, per compattezza e capacità di fuoco, vengono usati dalle migliori forze speciali degli eserciti della NATO. Con l’arma sono state sequestrate anche delle cartucce calibro 12 caricate a pallettoni. A quel punto, anziché calmarsi, la situazione si è addirittura fatta incandescente: era da poco passata la mezzanotte e, nel caos generalizzato dei botti, mentre i Carabinieri della Stazione, diretti sul campo dal Comandante – il Maresciallo Capo Massimo Miozzo – erano intenti a fare accertamenti sul luogo dell’arresto, circa 80 cittadini tra quali vi erano – ma non solo – parenti e conoscenti degli arrestati, hanno letteralmente accerchiato i militari, inveendo nei loro confronti, minacciandoli e cercando di impedire l’arresto dei due, la cui colpevolezza era invece del tutto evidente, come dimostrava il fucile a pompa, che tutti potevano ben vedere. Tra i facinorosi, un gruppetto, ha addirittura aggredito i Carabinieri, cercando di favorire la fuga dei due. La situazione di forte tensione ha richiesto l’intervento immediato di rinforzi, anche per tutela dell’incolumità dei Carabinieri. Sono infatti intervenuti oltre una decina di militari, da San Giorgio Morgeto, Taurianova e San Martino di Taurianova, per ricomporre quella che era diventata una vera e propria emergenza di Ordine Pubblico. La vicenda, alquanto preoccupante, perché denota un diffuso spirito di avversione alla legalità ed agli operatori di pubblica  sicurezza, ha costretto i militari ad adottare misure di sicurezza ulteriori anche durante le successive operazioni svolte presso la caserma dell’Arma di Cinquefrondi, innanzi alla quale si era radunata una consistente folla. I due arrestati sono Raffaele Surace (nella foto), ventottenne di Anoia  disoccupato con precedenti penali, che si trovava alla guida della monovolume, e Giuseppe Ieraci, macellaio di Anoia, anch’agli noto alle Forze dell’Ordine, protagonista dello spettacolare, ma sfortunato, balzo dall’auto in fuga. Proprio quest’ultimo, avendo battuto la testa, è attualmente detenuto presso una struttura ospedaliera, in osservazione, piantonato dai Carabinieri. Surace, invece, si trova già al carcere di Palmi, dove è stato portato su disposizione del Dottor Stefano Musolino, il sostituto Procuratore titolare delle indagini, coordinate dal Procuratore di Palmi, il Dottor Giuseppe Creazzo. La magistratura dovrà infatti far luce anche sul riprovevole episodio di aggressione ai Carabinieri da parte delle diverse decine di cittadini. I Carabinieri di Taurianova e Cinquefrondi, conseguito l’ottimo risultato di un così importante arresto proprio all’inizio del nuovo anno, continuano le indagini soprattutto per stabilire le reali intenzioni che avevano gli arrestati: la tipologia dell’arma ed il munizionamento, sono infatti indicativi di intenti diversi da un semplice festeggiamento.

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Sant’Agata del Bianco: arresti per detenzione e porto illegale di un’arma clandestina

Durante la notte di capodanno, pochi minuti dopo la mezzanotte, in Sant’Agata del Bianco (RC), in località Aranghea, i militari della Stazione di Caraffa del Bianco (RC), impeganti in predisposti servizi servizi di controllo del territorio coordinati in ambito Compagnia di Bianco e finalizzati alla prevenzione di incidenti in occasione dei festeggiamenti del Capodanno, traevano in arresto, per detenzione e porto illegale di un’arma clandestina, ex art. 697 c.p. e art. 23 L. 110/1975, due studenti di Sant’Agata del Bianco: MINNICI Vincenzo, classe 1989, e STRANO Michele, sempre classe 1989.

Nella circostanza, i predetti venivano notati e prontamente controllati dai militari insospettivi dal repentino spostamento in autovettura compiuto dai due giovani così a ridosso della mezzanotte in quell’area isolata, mentre percorrevano, alle ore 0.10 circa, la via Aranghea a bordo di un’autovettura Fiat Panda del citato Strano Michele. Nel corso della perquisizione veicolare eseguita, i militari rinvenivano, occultata, una pistola marca Beretta cal. 7.65 (nella foto) con matricola abrasa e completa di caricatore con 7 colpi. Gli arresti sono stati convalidati nel pomeriggio dell’01.01.2010 dal GIP presso il Tribunale di Locri.

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Reggio Calabria: all’Euromed di Malta il CVR sulla cresta dell’onda

Non poteva che concludersi in bellezza la prestigiosa e ricca stagione del Circolo Velico Reggio (nella foto tutti i reggini presenti): podio per Rosalba Giordano (nella foto) e Sacha Ruffo alla decima edizione dall’Euromed Malta Championship. L’evento, disputatosi dal 18 al 21 dicembre nelle acque antistanti Mellieha Bay, ha radunato i migliori giovani campioni della vela di mezza Europa. Quest’anno gli equipaggi iscritti sono stati centoventi, provenienti da sei nazioni: Russia, Inghilterra, Svezia, Francia, Italia e Malta. L’Euromed è una regata riservata ai velisti “under 16” a bordo di imbarcazioni Optimist e Laser 4.7, organizzata dal “Malta Young Sailor Club” del commodoro Andre Borg e patrocinata dall’Autorità del turismo e dalla Federazione della vela maltese.

Da diversi anni il successo di presenze conferma l’ottima formula di abbinare eventi sportivi internazionali a manifestazioni culturali di grande rilievo. Oltre ad essere un ambito trofeo, l’Euromed si propone di consolidare, attraverso il mare e la vela e con i principi di una sana competizione, i rapporti di amicizia tra atleti e club provenienti da diversi Paesi. Ne è dimostrazione il legame sportivo e socio-culturale, oltre che l’amicizia, che da anni lega il presidente della Federazione maltese della vela, Anna Rossi, e l’attivissimo Circolo Velico Reggio del presidente Carlo Colella, ormai ospite fisso dell’Euromed così come lo sono i maltesi agli eventi organizzati in riva allo Stretto. Reggio Calabria e Malta, due tradizioni marinaresche che, oltre ad essere realtà agonistiche di alto livello, da diversi anni, promulgano alle nuove generazioni l’affascinante sport della vela ricco di principi e di rispetto verso il prossimo e, soprattutto, verso la natura. Gli undici equipaggi reggini, accompagnati dal coach marsalese Claudio Spanò, includono inoltre Piergiulio Tarantino, Francesco Genovese, Milo Cutrupi, Bruno Campolo, Riccardo Lavino, Demetrio Morabito, Samuele Tarantino, Francesco Ielo e Giovanni Giordano. Questi ultimi tre, insieme a Sacha Ruffo, appartengono al Gruppo sportivo del liceo scientifico Alessandro Volta di Reggio Calabria, alla sua seconda partecipazione all’Euromed. Ad accompagnare i giovani velisti reggini sono stati il consigliere federale Fiv, Venturino Pugliese, il presidente della VI zona Fiv, Fabio Colella ed il caposezione Udr, Domenico Pugliatti. Hanno completato la delegazione reggina, Maria Chirico, Chiara Genovese ed Andrea Scagliola, tre studenti dello scientifico “Alessandro Volta”, che, svolgendo il ruolo di “inviate” del giornalino d’istituto “La sVolta”, prepareranno uno speciale sull’evento in lingua italiana ed inglese. Nelle quattro giornate di regate i velisti “under 16” si sono dati battaglia in condizioni atmosferiche tutt’altro che invernali. Il clima, infatti, è stato straordinario, con temperature che non sono mai scese sotto i diciotto gradi e con venti che hanno raggiunto i ventotto nodi, ottimi per la navigazione agonistica. Il russo Nikita Uskov si è aggiudicato il titolo nella classe Optimist juniores, dietro di lui il maltese Edward Fleri Sofler ed il russo Pavel Rosskazov. Nella classe Optimist cadetti ha vinto il camarinense Piero Iozzia del Kaukana Club, davanti alla reggina Rosalba Giordano. Terzo il maltese Robert Muscat. Anche gli esordienti reggini classe 2000, Milo Cutrupi, Bruno Campolo e Riccardo Lavino, hanno vissuto la loro prima esperienza internazionale con un risultato positivo. Nei Laser 4.7 vittoria per Thomas Zammit Tabona (primo anche alla XXV Mediterranean Cup di Reggio Calabria) davanti al reggino Sacha Ruffo e all’inglese Nicholls Williams. Tripletta maltese nella classe Laser radial con Simon Psalia primo davanti a Maya Podesta e Sean Borg. Queste le classifiche finali: Optimist Juniores: 1. Nikita Uskov (Russia); 2. Edward Fleri Sofler (Young Sailor Malta); 3. Pavel Rosskazov (Russia). Optimist Cadetti: 1. Piero Iozzia (Kaukana Club – Italia); 2. Rosalba Giordano (CVR – Italia); 3. Robert Muscat (Malta). Laser 4.7: 1. Thomas Zammit Tabona (Young Sailor Malta); 2. Sacha Ruffo (CVR- Italia); 3. Nicholls Williams (Regno Unito). Laser Radial: 1. Simon Psaila (Malta); 2. Maya Podesta (Malta); 3. Sean Borg (Malta).

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Bivongi: arresto per detenzione di stupefacenti

Nella mattinata del  28.12.2009,  a Bivongi (RC), i militari della Stazione di Stilo, all’esito di un mirato servizio di perquisizioni domiciliari, ormai tradizionalmente disposti dal Comando  Compagnia di Roccella Jonica, traevano in arresto in fragranza per detenzione di sostanza stupefacente Russo Antonino, nato a Bivongi (rc) il 17.01.1969, ivi residente, via Margherita n. 95, coniugato, allevatore, pregiudicato.

Il militari della Stazione di Stilo, valutato il curriculum criminale di tutto rispetto del Russo e osservati movimenti sospetti nelle vicinanze della sua abitazione hanno deciso, nelle primissime ore di ieri, di effettuare una  mirata perquisizione  presso la sua abitazione, che dava  inizialmente esito negativo, non scoraggiandosi, decidevano di estendere la perquisizione anche all’abitazione dell’anziana madre nella piena disponibilità dell’arrestato, atteso che era in possesso delle chiavi della porta d’ingresso. Qui, abilmente occultate  all’interno della tasca di un giubbotto del Russo venivano rinvenuti circa 5,0 gr complessivi di sostanza stupefacente  tipo cocaina, confezionati in n. 5 involucri di cellophane trasparente, pronti quindi per essere ceduti inoltre sono stati sequestrati gr. 28 complessivi di sostanza da taglio, del tipo “dormin”, contenuti in un sacchetto di cellophane per alimenti. Tutto il materiale rinvenuto veniva sottoposto a sequestro. L’arrestato veniva tradotto presso la casa circondariale di Locri, a disposizione dell’  A.G. informata dalla dipendente Stazione di Stilo che procede.

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Reggio Calabria: due arresti per violazione dei domiciliari

I Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria nell’ambito di servizi coordinati atti al controllo di persone sottoposte a misure restrittive hanno tratto in arresto nel pomeriggio di Santo Stefano, Serraino Domenico classe’45, pluripregiudicato, capo omonima consorteria mafiosa operante in questo centro, in atto sottoposto alla misura della detenzione domiciliare per motivi di salute nella propria abitazione di San Sperato. Stessa fine è toccata ieri pomeriggio a Guerino Michele classe ‘71 anch’esso pregiudicato sottoposto alla misura alternativa degli arresti domiciliari nella Comunità di Recupero “Vecchio Borgo” di Motta San Giovanni.

In questo periodo di festa,  in cui sono più probabili le violazioni da parte di soggetti sottoposti agli arresti domiciliari o ad altre misure restrittive – su direttiva del Comandante Provinciale  Colonnello Pasquale Angelosanto –   sono stati organizzati molteplici  specifici controlli. Proprio a seguito di questi controlli, personale della Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria ha  sorpreso i due soggetti lontani dalle rispettive abitazioni, senza alcuna autorizzazione dell’A.G., violando così una delle prescrizioni fondamentali connesse al regime imposto. Tale violazione è costata ai detenuti l’arresto in flagranza. Tradotti questa mattina presso le aule dibattimentali del Tribunale di Reggio Calabria, sia il Serraino che il Guerino, a seguito della convalida dell’arresto, sono stati re- immessi alle misure restrittive di cui erano destinatari.

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XI° Congresso Nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori

(Dalla collega Federica Morabito dell'Ufficio Stampa del MCL, riceviamo e pubblichiamo) “Primato del lavoro, partecipazione sociale, responsabilità”, il tema dell’XI congresso nazionale dell’Movimento Cristiano Lavoratori che si è svolto nei giorni scorsi a Roma (nella foto il Presidente Nazionale Carlo Cristalli durante il suo intervento). Un tema fondamentale, soprattutto nel quadro generale della crisi economica attuale, quello  trattato dal Movimento che pone alla base di ogni discorso l’uomo e la famiglia. Il Congresso Nazionale hanno preso parte i delegati della provincia reggina Pietro Praticò, Enzo Tromba, Achille Cilea, Luigi Cordova ed Emanuele Di Matteo.

Nella mozione conclusiva approvata all’unanimità dal Congresso, è stato messo in luce, in particolare, l’intimo rapporto di strumentalità che lega il lavoro alla persona umana, la cui promozione riesce solo se si contrastano e si superano “le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata”. In tal senso “il lavoro e la sua rappresentanza – continua la mozione – rimangono il cardine dal quale ripartire per modernizzare il sistema dei diritti e delle prestazioni sociali e costruire una società buona, che abbia l’obiettivo di perseguire una buona occupazione”. Durante i lavori è stato frequente il richiamo all’importanza della celebrazione delle Settimane Sociali, che si terranno proprio a Reggio Calabria nel 2010. L’intenso impegno del Presidente regionale del Movimento, Enzo Massara, ed il sostegno di tutta la delegazione reggina, ha consentito l’ingresso in Consiglio Nazionale di un rappresentante della provincia, Emanuele Di Matteo. Il Presidente Provinciale MCL, Paolo Arillotta,  ha ringraziato tutti per l’importante riconoscimento dato al Movimento di Reggio Calabria, ulteriore motivo di impegno per quanto potrà realizzarsi nel futuro.

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Reggio Calabria: arresto per tentato furto

Nella notte scorsa due cittadini nord-africani identificati in KANDILA Abdelaziz (nella foto) marocchino di 21 anni e ASSEL Sabri (nella foto) tunisino di 22 sono stati tratti in arresto da personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia Carabinieri cittadina con l’accusa di tentato furto aggravato in concorso.  Una pattuglia del Nucleo Radiomobile,  in servizio controllo del territorio cittadino in via Tripepi  ha notato due giovani extracomunitari che, di corsa, si allontanavano dopo aver sfondato il vetro di un’autovettura parcheggiata ed essersi  introdotti all’interno dell’abitacolo.

I militari segnalavano l’accaduto ai colleghi in” borghese”, in servizio nelle vicinanze,  che si mettevano subito alla ricerca dei due malfattori fermandoli dopo pochi minuti di ricerca in via degli Arconti. I due approfittando della quiete che si vive nelle vie della città durante il periodo Natalizio, avevano infranto il finestrino, rovistando all’interno dell’abitacolo di una Mercedes nel tentativo di sottrarre eventuali oggetti di valore. Proprio il sopraggiungere della pattuglia dei Carabinieri li ha disturbati facendoli desistere dal proprio intento e facendoli allontanare a gambe levate dal luogo del reato. Fortunatamente la loro fuga ha avuto durata breve e i due, irregolari sul territorio italiano, sono stati rintracciati mentre passeggiavano tranquillamente cercando di non destare sospetti. Ad acclarare la loro responsabilità vi è il  fatto che uno dei due porta le ferite alla mano causate dalla rottura del finestrino. Il KANDILA e l’ASSEL, irregolari sul territorio italiano e colpiti da diversi decreti di espulsione, dopo essere stati fermati e identificati, sono stati arrestati e messi a disposizione del P.M. di turno.

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Gli auguri de “Il Reggino.it”

"Il Reggino.it" ed il suo editore-direttore augurano ai propri lettori, ai partner (Ammega.it, In Amaranto, Radio Touring e Ce.Fo.Te.C.), agli sponsor (Le Rose al Bicchiere e Clichè Pronto moda) ed ai collaboratori (Noemi Azzurra Barbuto, Dario Baccellieri, Valerio Chinè, Giuseppe Dattola, Domenico Durante, Michele Favano, Paolo Frascati, Francesca Latella, Katia Stefania Minniti e Peppe Praticò) uno straordinario Natale 2009 stracolmo di serenità, pace e letizia da condividere con i propri cari all’insegna della migliore tradizione popolare e cristiana.

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