Team Basket Viola: è in corso la gara con la Virauto Ford Catania

Un altro anticipo per la Liomatic Viola Reggio Calabria che, al PalaCalafiore, sta affrontando il match contro Virauto Ford Catania. E’ un incontro da non perdere per sostenere il Team Neroarancio in questa ambiziosa scalata che potrebbe far rivivere alla città i tempi d’oro del basket, che Reggio Calabria conosce benissimo. “Noi abbiamo bisogno dei nostri tifosi, abbiamo bisogno di sentire il calore della città attorno alla squadra – sono le parole di Coach Massimo Bianchi – spero che il pubblico ricominci a riempire gli spalti del PalaCalafiore partendo, così, con noi per il viaggio intrapreso questa estate e che, spero, ci possa portare lontano”. E’ Catania l’avversario da affrontare questa settimana, che Coach Bianchi definisce come “una delle squadre più importanti di questo campionato”.

La situazione del quintetto Rossoazzurro non è delle migliori vista la striscia negativa di cinque sconfitte. “Ritengo che queste sconfitte siano frutto delle assenze di giocatori importanti per i catanesi – ha spiegato il tecnico reggino – è una compagine che ha fisicità ed intensità, che è pericolosa negli esterni ed interni. Dal versante orientale della Sicilia, arriveranno in riva allo Stretto con l’intento di invertire la rotta rispetto alla serie negativa che da cinque giornate che si portano dietro, anche perché vincere qui significherebbe ottenere punti molto difficili sulla carta. Dobbiamo stare concentrati ed agonisticamente presenti ed attivi. Sono in palio due punti che, per noi, possono essere determinati, visto l’equilibrio che regna nel nostro campionato. Noi giochiamo in casa e non possiamo perdere, abbiamo già fatto un passo falso con Corato, ad inizio campionato, e non possiamo più permettercene, alla luce delle nostre ambizioni. Anche se Catania non si trova nelle zone alte in classifica è comunque una squadra molto pericolosa perché farà di tutto per guadagnare due punti che per loro farebbero la differenza”. I roster: LIOMATIC VIOLA REGGIO CALABRIA: 4 DIP Marcelo, 5 DI LEMBO Massimo, 7 NICCOLAI Gabriele, 8 YASAKOV PELLEGRINO Vladimir, 9 D'IAPICO Giuseppe, 14  NEGRI Claudio, 15 MANZOTTI Francesco, 18 ROSELLI Michele, 19  GRASSO Sebastiano e 20 DALLA VECCHIA Luca. Coach: BIANCHI Massimo. Ass.: BOLIGNANO Domenico e TOLOTTI Gustavo. VIRAUTO FORD CATANIA: 4 Loris CATOTTI, 5 Davide Simone DI MASI, 7 Matias DEGREGORI, 8 Marco CONSOLI, 9 Andrea CONFENTE, 10 Antonio GAMBOLATI, 11 Orazio LIVERA, 12 Max REALE, 13 Enrique Apet NOVATTI, 15 Stefano CALTABIANO, 19 Marco ROLANDO e 20 Sandro TREVISAN. Coach: BORZI’ Pippo.

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Calcio a 5: giornata negativa per le calabresi

altGiornata negativa in A2 per le squadre calabresi: la Cadi in formato under 21 (nella foto Andrea Votano) impatta a Gragnano e la Licogest esce sconfitta tra le mura amiche. La Licogest gioca bene ma non concretizza. Il primo tempo equilibrato con le due squadre che pungono, ma nessuno riesce ad affondare il colpo vincente. Tutt’altra storia la seconda frazione, con i vibonesi in vantaggio con Adriano. La squadra di casa non riesce a mantenere il vantaggio e al primo affondo subisce il pareggio degli ospiti.

Passano pochi minuti e Nelson porta nuovamente in vantaggio i padoni di casa, ma a tre minuti dal termine succede quello che non ti aspetti: il Marcianise gioca la carta del portiere di movimento e grazie ad un’amnesia difensiva della Licogest che lascia completamente aperta una diagonale, gli ospiti pervengono al pareggio. Quando la partita sempre volgere al termine, il Marcianise passa grazie ad una botta di Bessa che sbatte sul palo e rimbalza sulla schiena di Soso e s’infila alle spalle del portiere vibonese. Perde anche la “baby-Cadi” che nella giornata odierna ha dovuto rinunciare agli infortunati Durante, Bianco, Vadalà ed a Olivieri che ha lasciato la squadra per problemi di lavoro. Il primo tempo finisce sul risultato di pareggio con i reggini che interpretano ottimamente la gara.Nella seconda frazione reggini in vantaggio con Atkinson.Pochi minuti dopo arriva il pareggio ed il sorpasso dei padroni di casa con le reti di Durante e Caregnato. Il pareggio della Cadi lo realizza ancora Atkinson, tutto merito di Andrea Votano che parte palla al piede e serve il brasiliano sul secondo palo. La Cadi cala un po’ e il Gragano ne approfitta andando in rete con Faoro. A cinque minuti dal termine, coach Emo gioca la carta del portiere di movimento, ma una scelta arbitrale condiziona il resto della gara: Lo Gatto che ferma la palla col petto viene espulso in quanto l’arbitro valuta l’intervento come “fallo di braccio”. Con l’uomo in meno i reggini subiscono la quarta rete ancora ad opera di Durante.

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Padova Reggina 0-1: le interviste post gara

Clima decisamente più di disteso in sala stampa tra i protagonisti, sponda amaranto ovviamente. Una settimana difficile quella culminata con la gara di oggi ed iniziata subito dopo il fischio finale di Reggina-Cesena di 7 giorni addietro. Dal quasi deciso e certo esonero di Iaconi (nella foto) dopo la pesante sconfitta interna con i romagnoli, all’annuncio ufficiale di rinnovata fiducia allo stesso tecnico dell’indomani mattina da parte del presidente Foti (nella foto). Un allenatore “a tempo”, quindi, o meglio “a cottimo” dove il cottimo sono i risultati. Probabilmente, se le cose fossero andate male anche oggi, si sarebbero prese delle decisioni diverse dando presumibilmente al nuovo tecnico scelto l’opportunità di sfruttare la sosta per conoscere meglio i suoi nuovi giocatori. Ovviamente siamo ben felici che, per l’occasione, nulla sia stato fatto non foss’altro perché vuol dire che Iaconi e, soprattutto, la Reggina hanno fatto bene così come in effetti oggi è stato senza rendersi necessario alcun cambio alla guida tecnica della squadra.

“Ufficialmente” il mister ha cambiato modulo passando dal suo 3-4-3 all’inedito 3-5-2 offensivo che diventa un 5-3-2 difensivo con, nella fattispecie, gli esterni Vigiani e Costa che indietreggiano coprendo. Un modulo, il 3-5-2, che non vedevamo dai tempi memorabili di Mazzarri alla guida della Reggina che, con il tecnico livornese e con quel modulo, ha raggiunto l’apice della sua storia calcistica. E’ proprio l’attuale mister amaranto a presentarsi per primo in sala stampa. Gara tosta, attenta, guardinga. “Finalmente cominciamo a vedere i frutti del lavoro svolto soprattutto in difesa.” Una partita decisamente mediocre. “Non abbiamo giocato bene ed in maniera piacevole a vedersi, ma abbiamo vinto e questo era il nostro obiettivo.” E’ questa la famigerata “mentalità da B”? “Abbiamo giocato con lo spirito giusto, quello consono alla categoria che stiamo disputando, quello che finora è mancato.” Un approccio alla gara diverso, quindi? “Abbiamo giocato con un atteggiamento diverso dal solito. Non più padroni del campo e gestori del possesso palla, ma volevamo privilegiare altri aspetti e così abbiamo vinto la partita.” Fin qui Ivo Iaconi che lascia spazio al presidente Foti. Finalmente lo spirito giusto per affrontare le gare. “La squadra ha dimostrato di volere a tutti i costi la vittoria. Ha dimostrato di essersi calata nella parte. Questo è lo spirito giusto con cui dobbiamo tirarci fuori dalla scomoda posizione in classifica che, anche oggi, occupiamo.” Senza fare torto a nessuno possiamo dire che finalmente la difesa, con Cascione e Valdez, è stata straordinaria? “Tutti hanno fatto il loro dovere dando il proprio contributo sacrificandosi.” Adesso ci riposiamo un po’. “Dopo la sosta sarà un’altra battaglia (a Vicenza, n.d.r.), ma adesso godiamoci il risultato importante che abbiamo appena raggiunto.” Fino all’1 febbraio (ultimo giorno di calcio-mercato, n.d.r.) non si giocherà, arriverà qualche altro rinforzo? “Adesso me ne vado un po’ in vacanza che ne ho bisogno.” Ultimo a scambiare qualche battuta, il battuto ed abbattuto Carlo Sabatini in “odor” di esonero. Che partita è stata? “Un partita giocata da due squadre in apprensione. Loro hanno trovato il goal e si sono difesi in maniera accanita così come, peraltro, è giusto che sia.” Il risultato è giusto? “Giusto o non giusto è il risultato finale. Non ho nulla da rimproverare ai miei ragazzi sotto il profilo dell’impegno. Contano i risultati ed i risultati ci danno torto per cui”.

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Padova Reggina 0-1: tabellino e cronaca

Padova – Reggina: 0-1. Padova (3-5-2): Agliardi; D. Gasparetto (dal 46° Rabito), Cesar, Trevisan; Darmian, Bovo (c), Patrascu, Jidayi (dall’80° Soncin) e Renzetti; Vantaggiato (dal 42° M. Gasparetto) e Di Nardo. In panchina: Cano, Cotroneo, Ben Djemia, Rabito, Cuffa, Soncin e M. Gasparetto. All.: Sabatini. Reggina (3-5-2): Fiorillo; Lanzaro (c), Cascione e Valdez; Vigiani, Morosini, Carmona, Tedesco e Costa (dal 90° Barillà); Pagano (dal 78° Missiroli) e Bonazzoli. In panchina: Marino, Rizzato, Camilleri, Barillà, Missiroli, N. Viola e Cacia. All.: Iaconi. Arbitro: Candussio di Cervignano. Assistenti: Segna e Chiocchi. Quarto uomo: Ruini. Andata: 1-1 (Brienza e Cani). Marcatore: Pagano al 28° (nella foto). Ammoniti: Vigiani al 38° e Costa al 79°. Recupero: 4’ (p.t.) e 4’ (s.t.). Note. Nel Padova confermata la difesa “a tre” visti gli infortuni di Faisca e Giovannini. A centrocampo Patrascu è regista al posto di Italiano squalificato. Esordisce il neo acquisto Vantaggiato proveniente dal Torino. Nella Reggina “esordisce” Vigiani (dopo Fiorillo e Tedesco una settimana fa nella gara persa contro il Cesena) e costringe Iaconi ad abbandonare il suo 3-4-3 per passare al più confacente 3-5-2 lasciando fuori Rizzato. Valdez rientra come centrale di sinistra al posto di Costa spostato come esterno sinistro di centrocampo. Entrambe le squadre vengono da un solo punto raccolto nelle ultime quattro partite. La Reggina è la squadra che, tra tutte, ha subito più goal in trasferta (18) e, nella sua storia, non ha mai vinto a Padova.

La cronaca. Gara che inizia a ritmi lentissimi tra due squadre che non stanno affatto bene e si vede: per compagini come Padova e Reggina il girone di ritorno sarà certamente caratterizzato dalla cosiddetta “paura di perdere”. Entrambi gli allenatori hanno su di loro la spada di Damocle relativa, anche, al risultato di questa gara. Sabato prossimo non si gioca e l’occasione per arrivare all’esonero, dando la possibilità al “nuovo” di usufruire di due settimane di lavoro senza impegni ufficiali, è ghiotta per le due Società. All’ “Euganeo” nessuna emozione nei primi 20 minuti di una gara dal sapore “soporifero”: il Padova, timidamente, ci prova (senza che ci sia nulla da raccontare, per intenderci) mentre la Reggina non ci pensa nemmeno pensando solo a difendere. Se proprio vogliamo, la prima cosa da segnalare è una punizione di Vantaggiato, al 20°, da notevole distanza che termina fuori senza alcuna preoccupazione per la difesa amaranto. Due minuti dopo replica la Reggina. Cross da destra di Pagano, su punizione, e colpo di testa di Vigiani che manda molto lontano dalla porta dei padroni di casa. Al 28° la Reggina, con Pagano, passa in vantaggio sfruttando al meglio uno schema su punizione. L’autore del goal, dapprima accanto a Tedesco in procinto di calciare la punizione, poi si libera al centro dell’area nel frattempo che lo stesso Tedesco calci al centro dell’area e Cesar (verosimilmente sostituendosi a Bonazzoli), sfortunatamente, lo serva facendo involontariamente sponda di testa mettendolo da solo davanti al portiere in condizioni tali da non poter sbagliare. Segna il bomber amaranto, giunto alla nona marcatura, non esulta e, in maniera ferma e decisa, le manda a dire a qualcuno (forse a chi lo ha criticato dopo il rigore sbagliato contro il Cesena). Al 36° ci prova il Padova con Vantaggiato che calcia con potenza verso la porta amaranto. Bonazzoli commette fallo su di lui ed il pallone ferma la sua corsa contro lo stomaco di Valdez che resta a terra mente Vantaggiato esce in barella ed inizia a scaldarsi Mirko Gasparetto che raggiunge il fratello Daniele sul terreno di gioco. Sulla conseguente punizione ci prova Patrascu, il tiro finisce sulla barriera, ma è tutto da rifare perché Vigiani si è staccato prima dalla stessa e viene ammonito. La difesa amaranto, vero tallone di Achille fino ad oggi, non concede nulla ai padroni di casa ed appare molto più attenta che in precedenza. Il nuovo modulo, il 3-5-2 offensivo che diventa un 5-3-2 difensivo con Vigiani e Costa che scendono a coprire, sembra dare i frutti sperati. Il primo tempo finisce così, con la Reggina in vantaggio e, apparentemente, tranquilla nel controllare la gara. Anche sette giorni fa contro il Cesena le cose stavano andando allo stesso modo salvo poi, come sappiamo tutti, finire come sappiamo. Speriamo bene! Ripresa che inizia con Rabito in campo al posto di Daniele Gasparetto e Sabatini che ripropone il 3-4-1-2 (in seguito passerà ancora al 4-3-1-2, n.d.r.) che ad inizio stagione aveva portato la sua squadra ai primi posti in classifica. E’ proprio Rabito, al 46°, ad impegnare Fiorillo in una parata a terra: è il primo tiro in porta dei padroni di casa. Al 50° è ancora il Padova con Bovo a costringere Fiorillo in un intervento a terra. Risponde la Reggina con Bonazzoli che, di testa, manda di un soffio fuori a portiere battuto. Inizio secondo tempo con un unico comune denominatore: Padova in attacco e Reggina impegnata a difendersi. Al 63° il Padova grida al rigore. Quasi al limite, ma dentro l’area, Valdez, in elevazione, si appoggia vistosamente a M. Gasparetto entrambi, ma l’arbitro lascia proseguire tra le vibranti proteste del pubblico. La Reggina gioca puntando sulle ripartenze in cui è bravo Tedesco a conquistare palla al limite ed a salire ma non lo è altrettanto Bonazzoli a tenere palla aspettando i compagni. Al 70° Padova pericolosissimo con Di Nardo che, in acrobazia, manda fuori di poco alla sinistra della porta difesa da Fiorillo. Risponde Bonazzoli che, girandosi in maniera fulminea, elude la marcatura e, di sinistro, colpisce la traversa con Agliardi ampiamente battuto. La Reggina è tutta chiusa nella sua metà campo ma sciupa ancora. Bonazzoli riparte in contropiede 3 contro 2. Gli si sovrappone Carmona mentre Missiroli si allarga a destra. Bonazzoli serve Carmona, nel frattempo terminato in fuorigioco, sprecando così la ghiotta occasione. All’87 ancora Padova con M. Gasparetto che ci prova dal limite calciando di punta. Il tiro arriva debolmente tra le braccia di Fiorillo. Che pressione, però, quella dei padroni di casa: non lascia tregua alla Reggina che, però, questa volta, si dimostra attenta e priva di sbavature. Un ultimo sussulto padovano al 94° grazie ad un cross pericolosissimo che Valdez vanifica con un colpo di testa difficile ma efficace. Finisce la partita, mediocre a dire il vero nel suo complesso, con la Reggina torna alla vittoria e con Iaconi, allenatore “con riserva”, che mantiene il suo posto in panchina.

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Locri: arresti per associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e favoreggiamento

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Locri, della Compagnia di Roccella Jonica e dello Squadrone Cacciatori “Calabria” hanno catturato Muià Stefano cl. ’67, latitante dal 2006, perché colpito da O.C.C. in carcere nr. 64007/04 RGNR, nr.22935/05 RGGIP e nr.143/06 RGOCC emessa il 02.03.2006 dal GIP presso il Tribunale di Napoli per associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. L’impegno è frutto di mirata attività investigativa, scaturita a seguito di specifici piani di ricerca per la cattura di latitanti, elaborati dal Comando Provinciale di Reggio Calabria, diretto dal Colonnello Pasquale Angelosanto e diramati in tutta l’area della Locride. La cattura è avvenuta al termine di un’articolata e complessa attività operativa, compendiata in un’azione di minuziosa, certosina e silenziosa attività di cinturazione dell’area circostante al manufatto, bonificata e resa inoffensiva, e da un’irruzione risoluta e repentina all’interno del casolare, condotta da un’aliquota di militari specializzati. L’impegno ha visto impegnati decine di carabinieri.

Il Muià si era reso latitante perché colpito da un provvedimento restrittivo, emesso dall’A.G. di Napoli a seguito di una completa una manovra investigativa contro i canali di approvvigionamento di ingentissimi quantitativi di cocaina colombiana, che aveva già consentito la cattura di 84 persone ed il sequestro di oltre 10.000 Kg. di cocaina, individuati alle foci del fiume Orinoco, dove con una spettacolare operazione internazionale il R.O.S. e la D.C.S.A. erano intervenuti in collaborazione con la Polizia Venezuelana e la D.E.A.   Nel corso dell’indagine, i Carabinieri avevano documentato anche le importazioni dello stupefacente dal Sud America in Europa, attraverso la Spagna, l’Olanda e l’Albania, per la successiva distribuzione in Italia, ai clan camorristici ed alla ‘ndrangheta. L’operazione rappresenta un durissimo colpo alla criminalità reggina, operante nell’area della c.d. “vallata dello stilaro”, a ridosso della provincia di Reggio Calabria e Catanzaro, in un momento storico in cui le cosche stanno assestando i propri equilibri con effetti rilevanti anche in relazione a gravissimi fatti delittuosi. L’intervento, esemplare sotto l’aspetto tattico,è durato pochissimi minuti. Localizzato il rifugio in un casolare nella contrada Farri Superiore del Comune di Grotteria, i militari dell’Arma non hanno esitato a fare irruzione nell’abitazione ove oltre al latitante, che non ha avuto modo di opporre nessuna forma di resistenza, vi erano i proprietari dello stesso appartamento tutti tratti in arresto in flagranza di reato di favoreggiamento. Quest’ultimi sono stati identificati in: Irgolino Sergio nato a Melito Porto Salvo il 01.08.1968 residente a Grotteria, muratore, pregiudicato; Macrì Susanna nata a Locri il 19.06.1970, casalinga, consorte dello Irgolino e Irgolino Soraya nata a Siderno il 19.06.1991 disoccupata, figlia dello Irgolino. Nel corso della scrupolosa e attenta ispezione dei luoghi veniva rinvenuta, sotto il materasso del letto utilizzato dal latitante, una carabina marca J. Gaucher calibro 10 con colpo in canna e nr. 60 cartucce dello stesso calibro. Successivamente in altro locale del casolare veniva trovato un computer portatile ed un cellulare in uso al latitante.

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L’Under 21 Cadi approda alla Final Eight

altTrascinata da un super Votano (nella foto), la Cadi Reggio Calabria approda alla Final Eight. Durante la prima frazione di gara, nessuna delle due squadre mostra il fianco, con i reggini che cercano di fare gioco ed i pugliesi chiusi in difesa pronti a ripartire. Calabresi che al 16° del primo tempo perdono capitan Nino Labate causa doppio cartellino giallo, il primo per proteste, il secondo per aver fermato con un fallo un avversario lanciato a rete. Nonostante l’uomo in meno per due minuti, i reggini riescono a non subire reti. Nella seconda frazione di gioco, reggini più aggueriti che passano in vantaggio grazie alla rete di Votano. Neanche il tempo di festeggiare che gli ospiti raggiungono il pareggio complice un’ingenuità difensiva che permette a Salamida di realizzare il pareggio.

Questa rete manda in bambola i ragazzi calabresi che dopo poco subiscono anche la seconda rete ad opera di De Araujo. La Cadi non ci stà, Alfarano e Bianco a 5 minuti dal termine, giocano la carta del portiere di movimento. La scelta si rivela azzeccata  e dopo vari tentativi verso lo specchio della porta difesa difesa dal giovane Gelsomino, Votano trova nuovamente la via del gol e porta in pareggio la sua squadra. Il 2 a 2 non basta ai reggini per approdare alla Final Eight. Lo staff tecnico reggino non cambia, si continua a giocare col portiere di movimento. Entrambe le squadre hanno raggiunto il bonus dei cinque falli ed a pochi minuti dal termine, Francesco Martino si procura il tiro libero che con freddezza viene realizzato da Surace portando i suoi in vantaggio. In virtù del risultato di andata, sono necessari i tempi supplementari. Doccia gelata per un centinaio di tifosi della Cadi accorsi al Pala Botteghelle: al secondo minuto di gioco, un altro errore difensivo permette ai pugliesi di raggiungere il pareggio. Si entra nel seconto tempo supplementare, i reggini non hanno più nulla da perdere e Simone Martino prima e ancora Votano dopo, vanno in rete regalando l’accesso alla Final Eight alla propria squadra. Al triplice fischio finale, inizia la festa in casa amaranto: tutti in campo a festeggiare con i propri beniamini che raggiungono un obiettivo storico da quando la manifestazione della Coppa Italia si conclude con la Final Eight.

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San Francesco di Sales: a casa di Natuzza la Messa regionale per i giornalisti

(da Nicoletta Giorgetti, dell'ufficio stampa dell'Unione Cattolica Stampa Italiana Sezione Calabria, riceviamo e pubblichiamo) Sarà celebrata sabato 23 gennaio, alle 10.30, la Messa regionale per i giornalisti nella ricorrenza del patrono San Francesco di Sales. Ad ospitarla, un luogo caro ai calabresi – ma non solo – e denso di significato: la cappella della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime di Paravati, nata per volontà della mistica Natuzza Evolo. Una scelta non casuale, quella di Paravati, fortemente voluta dall’Ucsi, l’Unione Stampa Cattolica della Calabria, ad iniziare dal presidente, Carlo Parisi.

Ogni anno l’Ucsi deputerà un luogo diverso per la celebrazione della messa rivolta ai giornalisti. A promuovere la celebrazione, insieme all’Ucsi regionale, che annovera ben sei vescovi tra i suoi iscritti (Luigi Renzo, Salvatore Nunnari, Giuseppe Fiorini Morosini, Giancarlo Bregantini, Santo Marcianò e Vittorio Mondello), anche il Sindacato e l’Ordine dei Giornalisti della Calabria. San Francesco di Sales (1567-1622), patrono dei giornalisti, fu canonizzato nel 1665, e proclamato protettore di quanti lavorano nel mondo dell’informazione per il suo ricorrere ai volantini, ovvero semplici fogli sui quali, in amabile polemica con i calvinisti, sviluppava le singole verità di fede dal punto di vista cattolico, spiegandole in maniera semplice ed efficace. I fogli venivano fatti scivolare, piegati, sotto le porte o affissi agli angoli delle strade come un giornale murale. Fu proprio questo modo di predicare i valori cristiani che spinse papa Pio XI, nel 1923, a proclamare il già Santo Francesco di Sales patrono dei giornalisti cristiani. All’appuntamento di Paravati, che prevede anche un momento di incontro e di riflessione al termine della funzione religiosa, sono, naturalmente, invitati a partecipare tutti i colleghi calabresi.

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L’Under 21 della Cadi cerca la Final Eight di Coppa Italia

Alle ore 14.30 l'Under 21 della Cadi Reggio Calabria si gioca l'accesso alla Final Eight di Coppa Italia. I reggini allenati dal duo Alfarano – Bianco dovranno ribaltare il 2 a 1 rimediato nella gara di andata a Martina Franca. Tutti disponibili tranne Ambrogio che deve scontare un turno di squalifica.

Tutti disponibili anche per il MartinaFranca che però non potrà contare sull'esperto Urgesi espulso durante gara 1. Ribaltando il risultato i reggini per la prima volta parteciperanno alla Final Eight che si terrà proprio a Martina Franca.

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Palmi: a 16 anni dalla loro scomparsa, ricordati gli Appuntati Fava e Garofalo

Il 18 gennaio 1994, lungo l’autostrada Salerno – Reggio Calabra, nei pressi dello svincolo di Scilla, venivano uccisi in un vile agguato di stampo mafioso gli Appuntati Scelti Antonino Fava  e Vincenzo Garofalo, all’epoca dei fatti in servizio presso il Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Palmi. Nel sedicesimo anniversario della loro tragica scomparsa i familiari ed i loro colleghi li hanno voluti ricordare con una solenne funzione religiosa, celebrata presso la Chiesa Madre di Palmi dal Cappellano Militare presso la Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabra (a loro dedicata) Don Vincenzo Ruggero.

La toccante cerimonia, che ha visto la partecipazione del Procuratore della Repubblica di Palmi Dott. Giuseppe Creazzo, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Regio Calabria Colonnello Pasquale Angelosanto, del Comandante della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabra, Tenente Colonnello Fabio Coppolino, del Sindaco di Palmi Dott. Ennio Gaudio e degli Assessori Minasi e Laquaniti, oltre alle altre autorità civili e militari di Palmi, ha posto in risalto le gesta eroiche dei due militari dell’Arma immolatisi per il trionfo della legalità e della giustizia con il sacrificio della loro vita. Nel corso della funzione religiosa il Vescovo della Diocesi di Oppido – Palmi, Monsignor Luciano Bux, ha fatto giungere, per il tramite di Don Silvio Mesiti Arcidiacono di Palmi, la propria vicinanza e l’affetto ai familiari delle vittime ed a tutti i Carabinieri, sottolineando come il quotidiano impegno per la collettività cui l’Arma diuturnamente si dedica, possa certamente costituire punto di riferimento per la rinascita di una società fondata su valori democratici.

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Il Team Basket Viola RC sbanca Pozzuoli e vola in vetta

altSERAPIDE Pozzuoli – LIOMATIC Team Basket Viola Reggio Calabria: 63-66 (20-12;32-32;42-4;/60-60). POZZUOLI: Innocente 11, Di Napoli 12, Regio 7, Marangoni 19, Porta 10, Di Costanzo, Barbieri, Velocci 4, Andrè, Errico. All. Pepe. VIOLA: Dip 12, Di Lembo 5, Niccolai 12, Roselli 4, Negri 19, Yasakov, Manzotti, Scozzaro, Dalla vecchia 8, Grasso 6. All. Bianchi. ARBITRI: Fimiani e Roca di Roma. Successo importantissimo della Viola che passa sul campo del Pozzuoli dopo un overtime. I ragazzi di coach Bianchi non si arrendono mai e si portano a casa un importantissimo successo in chiave play-off. Eppure il match non era iniziato nel migliore dei modi con un primo quarto decisamente a favori dei padroni di casa che entrano in campo concentrati e pronti a rendere la vita dura ai nero arancio. Di Napoli è scatenato e buca ripetutamente il canestro dei reggini che tengono botta grazie a qualche giocata sottocanestro di Dip.

Ma nel secondo quarto la Liomatic cambia marcia: si sveglia Niccolai e Dalla Vecchia si ricorda di essere un pivot che può fare la differenza in questa categoria. I reggini impattano il match sul finire di tempi e prendono per la prima volta in mano l’inerzia dell’0incontro con i campani visibilmente storditi dalle giocate di Negri e compagni. La Viola rientra in campo con la giusta concentrazione e, lentamente, si porta avanti nel punteggio. Negri si rende protagonista di un paio di belle giocate sul fronte offensivo mentre Niccolai e Dip si confermano sugli ottimi standard del primo tempo. Si va all’ultimo periodo con i reggini in vantaggio di cinque punti, un bottino importante ma che non dà sicurezza su parquet difficili come quello del Pozzuoli. Ed infatti i padroni di casa, trascinati da Marangoni, si rendono protagonisti di un parziale di 9 a 0 che spegne l’entusiasmo dei reggini. Coach Bianchi è costretto a chiamare time-out ed a fermare l’emorragia. I reggini escono bene ed infatti Negri si prende in mano la squadra realizzando una serie di canestri consecutivi che rimettono  il match in parità a cinque minuti dal suono della sirena. Si arriva all’ultimo giro di lancetta con il punteggio di 60 pari che consegna ai presenti sugli spalti un finale punto a punto.  Nell’ultimo minuto nessuna delle due squadre mette punti a referto e si va ai supplementari. L’overtime comincia con un’altra sfuriata offensiva di Negri ma Porta riporta sotto i suoi. L’ex Ostuni è comunque scatenato è segna il canestro del 66 a 63 che regala ai nero arancio la seconda vittoria del 2010 dopo aver sofferto le classiche pene dell’inferno.

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Il punto sul calcio a 5

altLa LicoGest Vibo vince anche a Regalbuto, per 2-1 e rafforza la quinta posizione in classifica, ultimo posto utile per disputare i play-off, con 29 punti. Con questo successo i rossoblu portano a sei i risultati utili consecutivi. Molto tatticismo in campo con i due quintetti che badano soprattutto a non scoprirsi. Il vantaggio di Nelson, al 16′ è meritato per ciò che si è visto in campo. Nella ripresa la LicoGest continua a tenere il pallino del gioco e bada a non lasciare occasioni alla compagine di casa. Quando Rotta, il migliore in campo, sigla il goal del raddoppio al 7’40” in casa rossoblu si inizia ad assaporare il successo. Al 13’40” Tomadon serve un ottimo pallone a Santin che accorcia le distanze e riapre il match anche grazie alla scellerata espulsione di Richichi al 14’20”. In superiorità numerica il Regalbuto impegna per ben due volte severamente Soso.

Mister Marques si gioca la carta del portiere di movimente che, ad 8” dal termine, potrebbe dare il pari al Regalbuto ma, sulla bordata dal limite di Grippi, Soso compie un autentico miracolo che salva il risultato e regala i tre punti ai vibonesi. Ancora un’altra sconfitta per la Cadi Reggio Calabria che non sa più vincere. Purtroppo le assenze pesano sempre di più e gli infortuni si aggiungono agli infortuni. Under, tanti under, in campo oggi al Botteghelle a tenere testa al tosto Ceccano che purtroppo alla lunga non sono bastati per evitare l’ennesimo insuccesso.l vantaggio iniziale firmato da Lovatel al 4’ aveva tra l’altro infuso fiducia all’ambiente.Laziali molto decisi negli interventi, i falli a loro carico aumentano subito, tanto che quasi a metà tempo il bonus è esaurito per gli uomini di Vaz, ma il sesto fallo per la prima frazione di gara non verrà mai fischiato. Cittadini mena giù duro e provoca tanto nervosismo sia in campo che sugli spalti. Emo viene allontanato dalla panchina per proteste, in rapida serie stessa sorte tocca al ds Tripepi. Nella ripresa I giovani Labate e Creaco si prodigano assieme ai compagni, ma il nuovo ed unico gol della ripresa premia ancora il Ceccano che al 13’ con il rasoterra di Giasson perfeziona il sorpasso. La conta dei falli concede ad un paio di minuti dalla fine la possibilità del tiro libero per la Cadi. Vai tu che vado io, ad assumersi la responsabilità del tiro è Atkinson con la palla che si stampa sul palo alla sinistra di un già battuto Martino.

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Piana di Gioia Tauro: arrestati cinque uomini rei di aver cercato di impedire l’arresto di altri di altri due uomini

I carabinieri della Compagnia di Taurianova, all’alba, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palmi, arrestando cinque persone resesi responsabili in concorso del reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Gli arrestati, tutti cittadini di Anoia, un comune di poco più di 2000 abitanti a pochi chilometri da Rosarno e Gioia Tauro, sono: Francesco Amato, commerciante ventisettenne; Damiano Porretta (nella foto), trentasettenne bracciante agricolo con precedenti di polizia; Aurelio Ieraci, macellaio trentenne; Luca Surace, operaio trentatreenne; Domenico Ieraci (nella foto), impiegato comunale di cinquantasette anni. I cinque destinatari dell’ordinanza emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi, nella notte di Capodanno, pochi istanti dopo la mezzanotte, assieme ad un folto gruppo di circa un’ottantina di cittadini di Anoia, si erano scagliati contro i Carabinieri della Stazione di Cinquefrondi e della Compagnia di Taurianova che stavano procedendo all’arresto di Raffaele Surace, ventottenne di Anoia  disoccupato con precedenti penali e Giuseppe Ieraci, macellaio di Anoia, anch’agli noto alle Forze dell’Ordine.

I due giovani erano stati fermati dopo uno spettacolare inseguimento in auto per le vie del centro cittadino – svoltosi proprio allo scoccare della mezzanotte, tra i cittadini intenti a festeggiare – al termine del quale Giuseppe Ieraci si era lanciato dall’autovettura in corsa impugnando un pericoloso fucile a pompa calibro 12 Mossberg “Maverick”, con delle cartucce calibro 12 caricate a pallettoni, mentre Raffaele Surace si era dato anch’egli alla fuga a piedi. I militari, tuttavia, li avevano raggiunti e bloccati. E’ stato però al momento di eseguire l’arresto che circa ottanta cittadini di Anoia, tra cui, davanti a tutti, gli odierni arrestati, hanno accerchiato i militari, cercando di sottrarre i due giovani alla cattura. Dapprima la folla ha cercato di impedire ai carabinieri di aprire le portiere delle autovetture per farvi salire i due poi, quando sono giunti altri militari in rinforzo, hanno cercato di strattonarli per agevolare la fuga dei fermati. Da ultimo, quando ormai Raffaele Surace e Giuseppe Ieraci erano a bordo delle auto dei carabinieri, hanno cercato di agevolarne la fuga tentando di aprire gli sportelli. I militari, che nella circostanza hanno dovuto richiedere rinforzi al Comando Compagnia di Taurianova, non hanno potuto procedere all’immediato arresto dei più facinorosi proprio a causa della presenza della folla, ma le successive indagini hanno consentito l’identificazione e la ricostruzione del comportamento di ciascuno dei cinque odierni arrestati. La Procura della Repubblica di Palmi ed il GIP hanno imputato agli indagati anche l’aggravante dell’aver commesso il fatto nell’ambito di un gruppo di più di dieci persone, tenendo conto del fattivo apporto che le folla dei cittadini accorsi sul posto ha dato alla loro condotta criminale. Con questa operazione magistratura e forze dell’ordine hanno in brevissimo tempo assicurato alla giustizia soggetti responsabili di un episodio molto grave perché caratterizzato da un diffuso spirito di avversione alla legalità e di contrasto all’applicazione della legge.

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Prosa, Danza, Lirica, Concerti: il cartellone del “F. Cilea”

Questo il cartellone degli spettacoli in programma al Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria nel 2010. Il 29/30 e 31 gennaio: “Il gioco delle parti” di Luigi Pirandello (Teatro Stabile di Calabria Geppy Gleijeses – con Marinella Bargilli e Leandro Amato – progetto e drammaturgia di Egisto Marcucci – regia di Elisabetta Courir). Il 2 e 3 febbraio: “Rhyrh.mix”, atlete che danzano (Federazione Italiana Ginnastica Ritmica – coreografie di Barbara Cardinetti). L’ 8/9 e 10 febbraio: “I casi sono due” di Armando Curcio (con Carlo Giuffrè, Angela Pagano, Ernesto Lama – regia di Carlo Giuffrè – Diana Or.I.S.).

Il 25 e il 27 febbraio: “Falstaff” di Giuseppe Verdi (libretto di A. Boito – direttore d’orchestra Marco Boemi – regia Renato Bruson – scenografo/costumista Tita Tegano – con Renato Bruson, Mario Cassi, Chiara Giudice e Vernica Simeoni – orchestra del teatro “F. Cilea” e coro lirico “F. Cilea”). Il 3 marzo: “Carmina Burana” di Carl Orff (direttore d’orchestra Julian Kovatchev – con Paola Cigna, soprano, Gabriele Viviani, baritono, e Matthias Rexroth, controtenore – orchestra del teatro “F. Cilea” e coro lirico “F. Cilea”). Il 4/5 e 6 marzo: “Teo Teocoli Show” con “La Compagnia dei Giovani” (Project e T-Time). Il 10/11 marzo: “Les ballets jazz de Montreal Rossini Cards” (coreografie di Mauro Bigonzetti) prima nazionale. “Jack in a box” (coreografie di Aszure Beton).  L’11 aprile: concerto sinfonico “Overture Candide” di Leonard Bernstein, “Un americano a Parigi” di George Gershwin (concerto per clarinetto ed orchestra d’archi – pianoforte ed arpa Aaron Copland), “V^ Sinfonia in do minore Op. 67” di L. Van Beethoven (direttore d’orchestra Giacomo Sagripanti – orchestra del teatro “F. Cilea”). Il 22/23 aprile: “Au cafè”, l’ensamble di Micha Van Hoecke (allestimento in esclusiva per il teatro “F. Cilea”). Il 4 ed il 6 maggio: “La vedova allegra” di Fran Lehar (libretto di V. Lèon e L. Stein – direttore d’orchestra Michael Tomaschek – regia, scene, costumi, attrezzerie, parrucche e calzature Mario De Carlo – con Paoletta Marroccu, Alessandro Safina e Giacomo Battaglia – orchestra del teatro “F. Cilea” e coro lirico “F. Cilea”).

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Reggina Cesena 1-3: le interviste post gara

Brutta la Reggina. Forse ancor più brutta che nelle precedenti occasioni, se possibile. Una squadra senza anima, senza cuore, senza dignità, senza coglioni. Una squadra assai mediocre, un allenatore adeguato a lei. Un DS che “non cunta e non ‘ccusa”, un presidente (nella foto d'archivio con le mani alte chiuse in segno di giubilo: oggi le mani alzate le ha aperte in segno di resa?) confuso, disorientato, destabilizzato dalle sue stesse scelte. Una squadra allo sbando, che non sa più cosa fare e, soprattutto, come farlo. Ma, del resto, rispondere alla domanda se può fare qualcosa è fin troppo facile: non può far nulla perché non ha in dote le potenzialità per cambiare il corso delle cose. Un “corso” in discesa libera, senza freni, senza neppure un barlume di qualcosa di positivo all’orizzonte. In sala stampa si commentano i fatti tra colleghi. Chi punta il dito sulla squadra (ed ha ragione), chi lo fa additando l’allenatore (ed ha ragione pure) e chi, come noi, pensiamo che il principale responsabile di tutto questo sia il presidente Foti reo di scelte frutto della confusione evidente che pare regnare sovrana.

Il Cesena è squadra forte, certo, ma perdere senza lottare, per giunta dopo essere passati in vantaggio, non è cosa che si può vedere. Non ci sono alibi, non ce ne possono essere quando la situazione è questa. Non esistono scuse da accampare per una squadra che, dopo 22 giornate, ha raccolto 23 punti. Fosse la Reggina una neo promossa in B ci potrebbe anche stare, ma essendo una neo retrocessa dalla A e avendo sbandierato ai 4 venti le sue inderogabili intenzioni di tornare subito da dove era arrivata allora le cose cambiano e di molto. Abbiamo in tasca l’accredito stampa e quando, recandoci allo stadio, lo prendiamo per passarlo nel marchingegno che fa aprire il tornello, ci rifiutiamo di guardarlo per la scritta che reca stampata a caratteri cubitali. “Sono qui per vincere”, c’è scritto. E’ la frase con cui si presentò Novellino in un caldissimo pomeriggio di luglio davanti ad entusiasti tifosi e ad una stampa anch’essa convinta che le scelte fatte da Foti fossero sinonimo di garanzia di un immediato ritorno in serie A. D’altro canto, non sbagliammo solo noi ma l’intera penisola calcistica: “la Reggina ed il Torino sono le due principali candidate alla promozione.” Non è andata così e bene presto lo notammo, noi e tutti gli altri. Adesso la Reggina è quart’ultima a quota 23 e dietro di lei, a quota 21, c’è il Piacenza che deve recuperare una gara. Ne vien da sé che, teoricamente, il suo quart’ultimo posto possa equivalere al terz’ultimo con solo Mantova e Salernitana alle sue spalle. Sigh! Che vergogna. In sala stampa il primo a presentarsi è l’allenatore del Cesena Bisoli. L’abbiamo vista agitarsi in panchina ad incitare, rimproverare, consigliare i suoi nonostante il risultato fosse già ampiamente acquisito, è il suo modo di intendere il calcio? “Si, certo. Io sono fatto così. Non mi adagerei sugli allori nemmeno se stessi vincendo nettamente. Sono abituato a non mollare mai perché so bene che quando si potrebbe pensare di aver raggiunto l’obiettivo vittoria può succedere di tutto che stravolga la partita. E poi bisogna tenere i giocatori sotto tensione, sotto pressione, altrimenti il rischio di cedere c’è sempre.” Fosse finita in parità sarebbe stato un risultato scandaloso? “Questo non lo so, ma potevamo pareggiare se non ci fosse stato un Antonioli straordinario e determinante. Non tanto sul rigore calciato centralmente (a proposito, complimenti Pagano, n.d.r.), ma sull’intervento di qualche secondo prima quando ha deviato in angolo un tiro che non ha potuto nemmeno vedere partire. Ha 40 anni ma gioca come se ne avesse 20.” Chi sono i titolari nella sua squadra (gli chiede un collega romagnolo)? “Non ci sono titolari nella mia squadra. I presunti tali sono 4, per il resto esiste il gruppo ed è questa la nostra forza. Vi faccio un esempio. Ieri pomeriggio non ci siamo potuti allenare per via degli orari degli aerei per arrivare a Reggio e lo abbiamo fatto stamattina in mezzo alla strada. Si, in mezzo alla strada. Nei pressi dell’albergo c’è uno spiazzo con una salita e lì abbiamo fatto corsa ed altro ancora. Ecco cos’è il gruppo e perché ritengo di avere dei giocatori eccezionali.” Lei vive la partita sempre come l’abbiamo vista oggi? “Si, io sono così: agitato ma tranquillo. Non mi arrabbio mai con gli arbitri, non mi arrabbio mai con gli avversari e non mi arrabbio mai neppure con i miei giocatori. Li incito, li sprono, gli sono accanto pur essendo fuori. Loro vedono me e non abbassano la guardia. Credo che se mi vedessero seduto in panchina si preoccuperebbero.” In che cosa il Cesena è stato superiore alla Reggina? “Nel possesso palla. A parte i primi 20 minuti in cui la Reggina ci è stata superiore, nei restanti 70 e passa abbiamo giocato davvero bene.” Come contraddirlo? Tra la sua squadra e la Reggina c’è un abisso e non solo come punti in classifica: in tutto! In primis nella cosa più importante che rende un nugolo di giocatori una squadra: il significato, l’essenza, della parola “gruppo”! Dopo Bisoli ci aspettiamo Iaconi anche se sappiamo che il suo esonero dovrebbe essere assai imminente. A confortarci in questa nostra tesi il fatto che in sala stampa si presenta il presidente Foti. Quando l’ha fatto in passato è sempre stato indicatore che qualcosa stava per succedere e non ci lasciamo sfuggire l’occasione per chiederglielo. Presidente, la sua presenza qui significa che anche Iaconi è arrivato al capolinea? “E’ giusto che io che sono il presidente mi assuma davanti a tutti le responsabilità di quanto sta accadendo da inizio anno. E’ giusto che faccia questo e che mi confronti con voi della Stampa e, per vostro tramite, anche con chiunque altro. E’ un periodo molto ma molto difficile. L’unico nostro obiettivo è e dev’essere quello di mantenere la categoria. Non ne abbiamo altri.” Ma come? Se fino alla vigilia di questa gara l’unico a parlare di salvezza era proprio Iaconi mentre Foti ancora faceva l’occhiolino quantomeno ai playoff? Mah! La situazione dev’essere più grave di quello che si vede dal di fuori se, adesso, anche il presidente ritorna sulle proprie recentissime affermazioni. Come sta la squadra? “La squadra deve soffrire, deve tirare fuori tutto quello che ha (siamo sicuri che non l’abbia già fatto e che, quindi, ha ben poco da tirare fuori? n.d.r.), deve inorgoglirsi e reagire. Dobbiamo, tutti insieme, venirne fuori anche se non sarà facile.” Cos’è successo? “Se lo sapessi non sarei qui a cercare di spiegarmelo con voi. Oggi ho visto la mia squadra assolutamente assente, impaurita, timorosa. Ho preso atto che non riusciamo ad andare in goal nemmeno su rigore (sabato scorso, al primo minuto, sullo 0-0, Cacia si fece parare il tiro da Pelizzoli ed oggi, appunto, è toccato a Pagano esaltare Antonioli, n.d.r.).” A fine ottobre via Novellino ed ecco Iaconi, le cose non sono cambiate affatto. La posizione di Iaconi ad oggi? “E’ vero, non è cambiato proprio nulla. Non ho la bacchetta magica, purtroppo. Iaconi? Ha fatto 14 punti in 12 gare mentre Novellino ne aveva fatti 9 in 10 partite. La situazione non è diversa, anzi. Con lui dovrò parlarci, capire e poi agire. Vedrò nelle prossime ore.” Cosa risponde a quella parte di tifoseria che vorrebbe il ritorno di Novellino? “Spesso viviamo di ricordi. Novellino, con una squadra costruita da lui, ha fatto male per cui…”. Esonerando Novellino (e, contestualmente, sollevando Martino dall’incarico di DS) lei disse che aveva il 34% di responsabilità ed il restante 66% lo avevano, appunto, Novellino e Martino in parti uguali? Ed oggi? “Se vuole posso anche elevare la percentuale delle mie responsabilità, ma non le cose non cambiano. Noi siamo partiti con un obiettivo ben preciso: tornare subito in A. Lo abbiamo fatto certamente in buona fede ma anche, alla luce dei fatti, superficialmente. Adesso ci troviamo in questa situazione ed è molto difficile risalire la china. Purtroppo non è cambiato nulla rispetto alla passato (alla precedente gestione tecnica, n.d.r.), ma è cambiato e di molto l’obiettivo da raggiungere: dobbiamo pensare solo ed esclusivamente a mantenere questa categoria.” La partita di oggi? “Se volessi cercare degli alibi direi che abbiamo avuto l’occasione di andare sul 2-0 e che è stato molto bravo Antonioli nell’occasione. Ma alibi non ne cerco per cui… Piuttosto devo dire che sono ancora sotto choc per come abbiamo preso il goal del pareggio del Cesena (cross rasoterra di Schelotto da destra e Parolo, tutto solo in area, che appoggia comodamente in rete di piatto sinistro, n.d.r.) e di come, poi, siamo crollati.” Gli chiediamo: com’è possibile che dopo 22 partite la squadra non abbia ancora capito il campionato che sta disputando (ricorderete che sia Novellino che Iaconi hanno troppe volte ripetuto che “i giocatori non si sono calati nella realtà della B”, “i giocatori non hanno la mentalità che serve in B” e similari, n.d.r.)? “Non lo so. So solo che la realtà è che siamo quart’ultimi ed il Piacenza, che oggi è dietro di noi, ha una gara da recuperare. Eppure, nelle intenzioni, non dico che dovevamo essere primi con 39 punti come il Lecce, ma a questo punto ne dovevamo avere 41 o 42. Lei si rammarica di questa situazione da tifoso di questa squadra, da appassionato e da attento osservatore, ma le assicuro che, da questo lato, me ne rammarico di più io che devo firmare contratti ed assegni.” Finisce qui la conferenza stampa del post Reggina Cesena. I commenti a posteriori sono tanti e tutti con un fondo di verità, peraltro. L’unica cosa certa è che la Reggina non è più “La” Reggina di qualche anno fa e che, da anni ormai, sembra essere in caduta libera e, per giunta, senza rete di protezione.

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Reggina Cesena 1-3: tabellino e cronaca

Reggina – Cesena: 1-3 (1-0). Reggina (3-4-3): Fiorillo; Lanzaro (c), Cascione e Costa; Adejo (dal 67° Carmona), Morosini (dall’80° Cacia), Tedesco, Barillà (dal 63° Missiroli) e Rizzato; Bonazzoli e Pagano. In panchina: Kovacsik, Cacia, Valdez, Carmona, A. Viola, N. Viola e Missiroli. All.: Iaconi. Cesena (4-3-2-1): Antonioli; Segarelli (dall’82° Pedrelli), Biasi, Volta e Lauro (c); Parolo, De Feudis e Schelotto (dal 49° Petras); Do Prato e Giaccherini; Bucchi. In panchina: Tardioli, Giunghi, Tattini, Petras, Pedrelli, Espinal e Rossetti. All.: Bisoli. Arbitro: Rocchi di Firenze. Assistenti: Conca di Roma e Manganelli di San Giovanni Valdarno. Quarto uomo: Adduci di Paola. Marcatori: Lanzaro al 9°, Parolo al 48°, Do Prado al 66° e Bucchi al 93°. Ammoniti: Lanzaro al 10°, De Feudis al 13°, Volta al 72°, Costa al 73° e Lauro al 74°. Recupero: 1’ (p.t.) e 4’ (s.t.). Corner: 7 Reggina ed 1 Cesena. Tiri in porta: 3 Reggina e 2 Cesena. Tiri fuori: 5 Reggina e 3 Cesena. Falli fatti: 23 Reggina e 11 Cesena. Fuorigioco: 1 Cesena. Spettatori paganti: 415 Abbonati: 5184. Incasso al botteghino: € 3.956,00. Quota abbonati: € 40.263,67. Spettatori totali: 5599. Incasso totale: € 44.219,67.

La cronaca. Iaconi (nella foto) schiera un “undici” iniziale con due uomini diversi rispetto alla formazione presumibile: in porta esordisce il neo arrivato Fiorillo, al posto di Marino (non presente nemmeno in panchina), e ritrova spazio Barillà, al posto di Missiroli (invece in panchina), schierato nel trio d’attacco. Esordisce anche Giacomo Tedesco, ma questo era previsto, con Carmona relegato in panchina. Primo minuto e Reggina già in area romagnola. Rizzato cross basso e Bonazzoli, al volo, calcia debolmente al lato. Al 3°, sugli sviluppi del primo corner in favore degli amaranto, Pagano per Bonazzoli che, questa volta di testa, gira alto sulla traversa. Al 9° fallo su Barillà, immediata ripresa del gioco verso Pagano che s’invola con il Cesena leggermente sorpreso. Pagano lascia all’accorrente Adejo che trova il secondo corner a proprio favore. Sugli sviluppi dell’angolo, dopo che la difesa cesenate aveva messo fuori il primo cross di Pagano, Pagano stesso recupera il pallone e crossa nuovamente al centro dell’area dove il capitano Lanzaro, di testa, colpisce ed insacca quello che è il suo secondo goal in carriera regalando il vantaggio ai suoi. Al 24° ci prova il Cesena con Bucchi che manda alto sulla traversa. Bisoli, in panchina, si arrabbia e gesticola contro i suoi che sembrano essere lontani dalla squadra sin qui apprezzata in campionato. Un minuto dopo è Pagano ed emulare Bucchi, anche lui da fuori area molto alto e lontano dalla porta difesa da Antonioli. Pericoloso il Cesena al 26°. Lauro s’infila in area dalla linea di fondo e mette al centro. Fiorillo respinge ma la palla rimane là, rinvia Cascione con fermezza. Ancora pericoloso il Cesena che sembra essersi svegliato. Do Prado riceve al centro e tira al volo, fortunatamente alto. Al 29° di nuova la Reggina in ripartenza. Tedesco recupera, palla a Bonazzoli che lascia a Barillà salvo poi ricevere dallo stesso e crossare al centro ma non alla portata di Pagano. Al 40° bella azione amaranto. Tedesco recupera l’ennesimo pallone e s’invola accompagnato da Bonazzoli a destra e da Pagano che, incrociando, si porta a sinistra. Tedesco lo serve bene e Pagano calcia altrettanto bene anche se non comodamente per il pressing di un avversario. E’ bravissimo Antonioli a respingere a mano aperta, la sinistra, ed a vanificare l’azione reggina. E tornano gli applausi del pubblico presente. Di positivo, oltre al risultato, c’è il non aver subito il ritorno dell’avversario e, quindi, di aver retto mentalmente. Questo vale per il 37 minuti del primo tempo perché, al 48°, il Cesena pareggia il conto. Schelotto conquista palla sulla fascia destra e mette al centro rasoterra dove arriva Parolo che, assolutamente indisturbato, di piatto sinistra, “buca” l’incolpevole Fiorillo. La Reggina, questa volta, reagisce e comincia a macinare gioco non creando occasioni pericolose, ma mantenendo il possesso palla preferendo la fascia sinistra per attaccare. Due incursioni, Rizzato da sinistra e Adejo da destra, meriterebbero miglior fortuna ma, entrambe le volte, è sbagliato l’ultimo passaggio. Come troppe volte è già accaduto, la squadra amaranto capitola ugualmente. Al 66° Do Prado, certamente un giocatore di categoria superiore, riceve palla nei pressi del vertice sinistro dell’area. Si ferma e, restando fermo, calcia ad effetto piazzando la palla sul palo più lontano dove Fiorillo non può arrivare. Davvero un gran bel goal per fattezza, cinismo e precisione. Al 73° gran confusione in area romagnola. I reggini reclamano il rigore ma Rocchi non lo vede, poi Antonioli compie una prodezza con Costa che viene ammonito per proteste. Un minuto dopo il rigore è impossibile non vederlo e non darlo nemmeno se Rocchi si bendasse e/o fosse ottuso. Su un cross proveniente da sinistra, Lauro tocca in maniera abbastanza evidente con la mano ed il penalty c’è e viene assegnato! Sul dischetto va Pagano che tira basso e centrale, non è difficile per Antonioli per respingere. Due partite, due rigori sbagliati. A Bergamo contro l’Albinoleffe, al primo minuto di gioco, sullo 0-0, da Cacia ed oggi da Pagano sull’1-2. Bene, apprendiamo oggi che nemmeno i rigori gli amaranto sanno calciare. Al 79° ci prova Bonazzoli. Riceve in area, mantiene la palla tra i piedi nonostante sia accerchiato, si gira e calcia ma il suo tiro è deviato in corner. Non ci siamo! Per nulla. Ci dispiace, ma per quanto ci riguarda, Iaconi sabato prossimo dovrebbe assistere alla partita della Reggina comodamente da … casa sua. Non è un allenatore in grado di dare le motivazioni giuste ad una squadra di per sè assai modesta. Reggina più confusa che altro. Gioca, gira il pallone, arriva nei pressi dell’area avversaria, ma non c’è niente da fare: mediocre era e mediocre resta. Quando scriviamo non conosciamo i risultati altrui, ma non ci stupiremmo se il quart’ultimo posto delle 15.30 fosse stato ulteriormente peggiorato dopo le 17.15. Lascia perplessi l’immobilismo di Iaconi seduto in panchina e, dall’altro lato, la veemenza di Bisoli che incita e rimprovera i suoi uomini che, assai comodamente, stanno controllando la gara. Due modi di interpretare il ruolo di allenatore, due diverse posizioni in classifica. Anzi, a completare il discorso, il Cesena al 93° triplica. Per la Reggina è notte fonda ed i sonori fischi del pubblico li merita tutti. “Andate a lavorare!!!”, urlano i tifosi. Come dar loro torto?  

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Team Basket Viola domani ospite a Pozzuoli

La Campania sarà la prossima meta della Liomatic Viola Reggio Calabria. Serapide Pozzuoli attenderà l’arrivo del Team Neroarancio al Palazzetto dello Sport “Errico”, in un altro anticipo che si giocherà sabato alle ore 19. Una partita fondamentale nel quadro di una classifica corta che ci vede occupare il secondo posto con altre quattro squadre, mentre Pozzuoli lotta per la salvezza con 10 punti. Incontreremo una squadra motivata, dunque, che domenica scorsa ha battuto Martina Franca giocando in trasferta. La Liomatic dovrà tornare in riva allo Stretto con in tasca una vittoria per restare nelle zone alte della classifica considerato che questo weekend vedrà uno scontro al vertice tra Ambrosia Bisceglie e Prativerdi Siracusa.

Analizziamo nel dettaglio l’incontro campano con il Coach Massimo Bianchi: “Pozzuoli è una squadra con degli ottimi esterni che fanno canestro e lunghi che sanno essere pericolosi anche da lontano, quindi sarà necessario giocare con grande concentrazione, determinazione e, soprattutto, voglia di vincere. Dobbiamo considerare, poi, che Pozzuoli ha bisogno di punti e che gioca in casa, quindi, cercherà di far valere il fattore campo; d’altro canto noi vogliamo portare a casa i due punti perché sono troppo importanti visto quanto è corta la classifica e quante squadre ne affollano le parti alte. Troveremo ad attenderci una squadra che metterà in campo grande tenacia. Noi dobbiamo partire da una buona prestazione difensiva che possa essere la base sulla quale costruire  la partita. Veniamo da due trasferte dove abbiamo subito tanti punti adesso è necessario invertire la rotta”. La partita contro Foggia è andata bene nonostante l’assenza degli infortunati Roselli e D’Iapico e la forma fisica di Grasso non ottimale. Coach qual è la situazione interna alla vigilia di questa trasferta? “Stanno meglio. Chi si troverà nelle condizioni migliori giocherà; Grasso sarà sicuramente in campo. I roster delle due squadre. SERAPIDE Pozzuoli: 5 INNOCENTE Mario 7 BARBIERI Salvatore 8 SCORRANO Marco 9 DI NAPOLI Fabio 10 REGIO Giuseppe 11 VELOCCI Gabriele 12 MARANGONI Marco 13 ANDRE' Dario 15 ERRICO Salvatore Francesco 20 PORTA Vittorio. Coach: PEPE Paolo. LIOMATIC VIOLA Reggio Calabria:  4 DIP Marcelo 5 DI LEMBO Massimo 7 NICCOLAI Gabriele 8 PELLEGRINO YASAKOV Vladimir 14 NEGRI Claudio 15 MANZOTTI Francesco 16 SCOZZARO Dario 18 ROSELLI Michele 19 GRASSO Sebastiano 20 DALLA VECCHIA Luca. Coach: BIANCHI Massimo. Ass.: BOLIGNANO Domenico. Ass.: TOLOTTI Gustavo

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Team Basket Viola: nascono due club di tifosi

Due gruppi nati dalla passione per lo sport, per la pallacanestro in particolare, svolgono un ruolo fondamentale per il sostegno morale della Liomatic Viola Reggio Calabria: si tratta dei “Black Orange Fighters” e della “Brigata Neroarancio”. Sono i tifosi! I ragazzi che seguono, sostengono ed amano la Viola. Ogni domenica si incontrano sugli spalti del PalaCalafiore per incitare la propria squadra del cuore e non esitano a spostarsi durante le dure trasferte. “Seguo la Viola dall’età di tre anni – ha spiegato William D’Alessandro, rappresentante dei “Black Orange Fighters”, che oggi ha 24 anni – venivo al Palazzetto con mio padre, e da allora non l’ho più abbandonata. Nonostante la mia giovane età ho vissuto gli anni d’oro della nostra mitica squadra, gli anni delle grandi vittorie ma anche dei furti – ironizza William – diciamo che sono diventato prima tifoso e poi uomo!”. E’ bello vedere dei giovani che portano nel cuore una passione e la seguono con spirito di dedizione ed abnegazione.

“Siamo un bel gruppo, molto affiatato – prosegue William – non so nemmeno come abbiamo fatto a dar vita a questo club, è avvenuto tutto in modo molto spontaneo: è la passione per il basket che ci ha accomunato e ci ha trasformati da singoli tifosi in un gruppo vero e proprio. Come ho già affermato noi seguiamo la viola con grande passione, ma ci sentiamo di passaggio in questa categoria. Desideriamo rivedere la pallacanestro che rappresenta la nostra città tornare ai vecchi splendori, la nostra squadra tornare a calcare parquet prestigiosi e sfidare le squadre più autorevoli del panorama cestistico nazionale all’interno del PalaCalafiore. Siamo fiduciosi nei confronti della società che ha dimostrato di agire dietro l’impulso della passione e non del business, anzi vorrei ringraziare tutta la Società per averci donato un bellissimo striscione da esporre durante le partite e per l’attenzione che, in mille modi, rivolge a noi tifosi”. Ma i “Black Orange Fighters” non sono i soli a sostenere il Team di Massimo Bianchi perché esiste un altro club: “Brigata Neroarancio”. Un folto gruppo di giovanissimi, ma ben organizzati, tifosi che hanno riempito di colore la curva Massimo Rappoccio del PalaCalafiore con bandiere, striscioni e tutta la vitalità che hanno i giovani con una passione nel cuore. “Avevo  12 anni quando ho iniziato a frequentare il Palazzetto– dice Daniele – ed oggi sono contento di essere stato testimone della rinascita della nostra fantastica Viola. In questi anni ho avuto nostalgia dei pomeriggi trascorsi a seguire le partite. E così ci siamo ritrovati tutti lì, noi amici con la stessa dedizione, ed abbiamo dato vita al gruppo”.  Durante l’intervista con Daniele arrivano al Pianeta Viola di Modena altri due amici, Andrea e Valerio, che vogliono intervenire per testimoniare il proprio amore per i colori NeroArancio e vogliono fare un appello al pubblico perché sia sempre più numeroso, ai reggini perché vengano a sostenere la squadra ed a tutti coloro che riempiono le tribune di Pentimele ad unirsi ai cori ed al tifo.  “Vorremmo ringraziare la Società – hanno detto i tre ragazzi – non solo per aver  ridato la vita a questa splendida realtà ma anche per averci regalato lo striscione che rappresenta il nostro Club. Questo ci fa capire che la nostra presenza è apprezzata ed è importante, e che esiste un profondo legame tra la squadra ed i suoi tifosi”.

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Maria di Nazareth – Una storia che continua

Niente sold out ieri sera al Teatro Cilea per la “prima” del musical “Maria di Nazareth – Una storia che continua” (il libretto ed alcune foto di Pasquale Garreffa) della regista Maria Pia Liotta. Lo spettacolo, iniziato in ritardo per aver atteso che il Sindaco si accomodasse accanto all’Arcivescovo (bontà sua!, n.d.r.), ha destato qualche perplessità nel pubblico presente anche se, comunque giustamente, alla fine il cast si è visto recapitare gli applausi dovuti. La libera interpretazione di una storia, non di una qualunque ma della “Storia” per eccellenza della cristianità, ha forse deluso le aspettative di chi si era avvicinato allo spettacolo leggendone i giudizi e le recensioni. Quello che ha colpito, per esempio, è stata la ripetitività delle scene nel corso delle quasi tre ore di spettacolo (ovviamente con i personaggi nel mentre “cresciuti”), scene e musiche si sono ripetute e questo non è piaciuto. Nel ruolo di Maria l’attrice Alma Manera, figlia della Liotta, che, seppur brava come attrice e cantante, è sembrata voler forzare la mimica interpretativa amplificandone la drammaticità ben oltre anche il “giusto”.

Il musical “Maria di Nazareth, una storia che continua”, nasce dall’idea portante di raccontare la storia più straordinaria mai accaduta dando centralità alla figura di Maria. Maria donna e Maria madre. Maria di Nazareth e Maria del Mondo, Maria, madre di tutti i tempi perché la donna più importante della storia dell’umanità. Oltre ad essere il tramite di Dio con il figlio Gesù, Maria è anche il tramite di Gesù con la Chiesa. Un ponte ideale tra ieri, oggi, domani e sempre: “una storia”, appunto, “che continua”. La storia di una donna che ha un destino da compiere, un destino assolutamente speciale. Maria, detta anche “la silente”, è colei che ascolta, sussurra e decide. Una donna terrena che è stata prescelta tra le donne. La sua vita riassume quella delle donne di tutti i giorni ricca di emozioni ed esperienze tanto comuni quante straordinarie. L’importanza del ruolo che la donna deve avere nella famiglia, nel matrimonio, nell’educazione dei figli, nella società, nell’esempio di vero amore e di totale dedizione. E’ Maria il vero messaggio di amore universale, colei che dona il proprio figlio per la salvezza dell’umanità. Eucarestia per il mondo, vivendo in maniera terrena il dolore di una madre che vede morire il proprio figlio, spettatrice impotente della volontà di Dio che preferirebbe, come tutte le madri, morire al posto del figlio. Maria cuore immacolato, Santa tra le Sante, ascesa al cielo dove si ricongiunge con il figlio ed il marito Giuseppe. Maria, la fornaia di Nazareth, che, oltre a donare pane alla sua comunità, sarà chiamata a donare suo figlio all’intera umanità quale pane eucaristico del mondo. Per la prima volta è Maria la protagonista della storia su cui si basa il Cristianesimo. La sua vita raccontata attraverso la storia che tutti conosciamo con la formula del musical quale linguaggio musicale diretto ed universale che si concede licenze poetiche e qualche momento di fantasia nel rispetto delle Sacre Scritture. “Recitare Maria è il sogno di ogni attrice che porta in scena il teatro religioso” – afferma don Antonio Tarzia, direttore di “Jesus” -, “più che professionalità, più che bravura, credo che per Alma (Manera, n.d.r.) necessiti il saper cogliere l’intensa emozione intensa per poter rispondere “si” all’Angelo che aspetta trepido”. “Cantare poi il Magnificat con sentimento pieno” – continua don Antonio – “certa di parlare con Dio e di essere ascoltata perché la sua voce solista è la nota più alta del coro degli umani che si uniscono nell’abbraccio dell’Amen, diventa un’esperienza esaltante”. “Un sogno diventato musica e canto, danza e preghiera con la totalità del corpo che dà fondo alle sue risorse comunicative e vola nelle trasparenze, nelle dissolvenze incrociate dei gesti ritmici”. “Questo musical su Maria di Nazareth” – chiude don Antonio –, “donna del sabato e donna dell’aurora, inventato e tenacemente voluto da un cenacolo di amiche spiritualmente legate e fortemente motivate (Maria Pia – Liotta -, Dorothy – Ciampa – ed Alma – Manera-) girerà il mondo perché più che uno spettacolo è un progetto di vita, è la partecipazione a una vocazione unica, quella di Maria, che canta e danza perché non riesce a tener fermo il cuore”. Note: libretto a cura di Maria Pia Liotta e Adele Dorothy Ciampa; musiche di Stelvio Cipriani; coreografie: Salvator Spagnolo; supervisione grafica: Luciano Cannito; scenografie: Antonella Luberti; arredo di scena: Ketty Liotta; light designer: Marco Policastro; suono: Antonio Taccone; direttore di scena: Danilo Amicucci; produzione esecutiva: Ennio Salomone; organizzazione e relazioni istituzionali: Sergio Pellerey; legale: Paolo Tortelli; regia: Maria Pia Liotta. Il cast: Maria di Nazareth: Alma Manera; l’angelo dell’Annunciazione: Salvator Spagnolo; Gesù: Luigi Cassandra; Giuseppe: Corrado Sena; Elisabetta: Pina Magri; Barabba: Marco Nardella; l’angelo: Antonio Di Marca; il diavolo Sharo Petrillo; Simeone: Federico Longhi; Gioacchino: Nicola Ciulla; Anna: Luisa Moscato; Halina: Argia Sara Pastore; Giovanni Battista: Robert Iaboni; Zaccaria: Gianluca Simon; Ester: Mariangela Aruanno; Sara: Rossella Repaci; Ruth: Marina Abbrescia; padrona harem: Rita Della Torre; Maria piccola e Gesù piccolo: Cristina Liotta; Elisabetta piccola e Giovanni Battista piccolo: Ludovica Poeta; padre di Elisabetta: Giovanni De Filippi; Maddalena: Penelope Landini; donne di Nazareth: Elisabetta Russotto e Valentina Chisci; sposo di Cana: Francesco Forte; Apostolo Luca: Luca Varone; soldato: Francesco Russo. Il corpo di ballo: Melania Ambrosio, Alessandro Campanale, Giammarco Capogna, Francesco Cariello, Giuseppe Ciccone, Cristina Da Villanova, Deborah Frittella, Laura Gallinella, Gian Maria Giuliattini, Benedetta Imperatore e Lorenza Vicidomini. Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Calabria.

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La rivolta dei raccoglitori di arance: cronaca di uno scontro annunciato

altaltaltaltRosarno, 7 gennaio 2010. Lo scenario che si presenta alle telecamere è apocalittico: auto distrutte (nella foto), cassonetti ribaltati sull’asfalto, vetrine dei negozi spaccate ed abitazioni danneggiate. Centinaia di lavoratori extracomunitari armati di spranghe e bastoni da una parte. Dall’altra, i rosarnesi inferociti che reagiscono violentemente con l’intento di allontanare gli stranieri. Nel mezzo, un cordone di forze dell’ordine in tenuta antisommossa per fronteggiare la situazione ed evitare una carneficina. Fattore scatenante della rivolta è l’aggressione a due africani, feriti da sconosciuti a distanza di poco tempo l’uno dall’altro con carabine ad aria compressa. Non versano in grave condizioni, ma la reazione dei lavoratori stagionali è comunque violenta. Rispondono alla provocazione devastando alcune delle vie principali della cittadina. La protesta degenera e causa due feriti tra i residenti: un bimbo che si trova a bordo di una vettura presa a sprangate ed una donna la cui auto viene data alle fiamme.

Alcuni immigrati rimangono contusi durante gli scontri con la polizia (nella foto). Anche la popolazione, esasperata, reagisce al caos creato dai disordini. Scatta la “caccia al negro”: bande di cittadini, tra cui molti ragazzini sugli scooter armati di spranghe, si scagliano sugli africani. La situazione per 24 ore resta fuori controllo. Per disinnescare la tensione, si decide di trasferire in pullman i lavoratori stagionali verso i centri di accoglienza di Crotone e Bari. Difatti, anche chi cerca di partire, da solo o in auto, viene assalito. Sabato mattina due nuove agguati: nel primo un immigrato regolare è colpito con una fucilata caricata a pallini; il secondo, invece, è preso a sassate. Va meglio a dieci immigrati del Ghana:  nel cortile della loro abitazione si presentano alcuni cittadini di Rosarno con spranghe e taniche di benzina ed appiccano il fuoco. Per fortuna gli stranieri fuggono e danno l’allarme. Su disposizione della Prefettura, all’alba della giornata di domenica inizia la demolizione degli accampamenti occupati fino a tre giorni prima dagli stessi immigrati. Le ruspe dei vigili del fuoco entrano in azione nella Rognetta, un ex deposito alimentare diroccato alla periferia di Rosarno adattato ad alloggio. Vengono abbattuti sia il capannone principale dove gli stranieri hanno realizzato decine di baracche con cartone (nelle foto l'interno), plastica e lamiera che le strutture allestite ad uso abitativo all’esterno della fabbrica. Dentro al complesso gli immigrati, partiti in fretta, hanno abbandonato i pochi oggetti in loro possesso: qualche vecchia bicicletta usata negli spostamenti dai più fortunati, vestiti, suppellettili, coperte e scarpe. Ovunque, resti di cibo. A Rosarno adesso è tornata la calma ed in paese sono rimasti solo i “bianchi”.  Sembra quasi che i rosarnesi siano riusciti laddove la politica di segregazione razziale sudafricana ha fallito. La rivolta di giovedì scorso affonda le sue radici in motivazioni ben più profonde della mera aggressione ai due stranieri. La volontà di reagire probabilmente covava già da tempo. Ē da circa un decennio, ormai, che durante la stagione invernale nella Piana di Gioia Tauro si concentrano centinaia di extracomunitari per la raccolta degli agrumi e dei pomodori. Vivono in condizioni di vita disumane, stipati come bestie nelle ex fabbriche adibite a dormitori: la Rognetta di Rosarno, la cartiera nel comune di San Ferdinando, l’Opera Sila di Gioia Tauro e l’accampamento in località La Collina a Rizziconi. Dimorano in mezzo al fango, ai topi, senza materassi, acqua, luce e gas o servizi igienici. Svolgono un lavoro massacrante che gli italiani non vogliono più fare perché sottopagato, giacché il compenso riconosciuto agli agricoltori è minimo a causa delle speculazioni lungo la filiera che hanno portato a ricarichi notevoli nei prezzi che vanno dal campo alla tavola. All’alba si riversano nelle strade e vengono portati fino ai campi con dei pullman dai caporali. Ovviamente il trasporto se lo devono pagare: 5 euro tra andata e ritorno. Lavorano mediamente dieci ore al giorno per 20 euro giornaliere in nero, con punte di attività anche di 16 ore. Tuttavia, queste persone non hanno niente a che fare con Rosarno. Non sono stanziali. Seguono le migrazioni stagionali nei luoghi di raccolta dei prodotti agricoli, dandosi appuntamento con una sorta di passaparola. Dopo la Calabria si trasferiscono in Sicilia per raccogliere le patate. A luglio si spostano tra Campania, Puglia e Basilicata per i pomodori ed a settembre per le olive. Passano persino per la raccolta delle mele in Alto Adige (anche se lì il fenomeno è in netta diminuzione a causa dei controlli più serrati). La rivolta di Rosarno è scoppiata nel periodo di massima presenza. Quest’anno, tra l’altro, c’è stato un vero e proprio boom di lavoratori stagionali a causa della crisi economica che ha portato nella Piana persone che avevano perso il lavoro nelle fabbriche del Nord. Una situazione carica di tensione che ha avuto il suo prologo circa un anno fa: il 12 dicembre 2008 il ferimento di due ivoriani impiegati nella raccolta delle arance nei pressi della cartiera di San Ferdinando scatena la rivolta di un gruppo di 400 braccianti che si riversano nella piazza del paese per protestare in modo pacifico. Ē da anni ormai che questa condizione si protrae unitamente alle angherie, alle vessazioni ed ai soprusi. La verità è che si è voluto ignorare questo problema per troppo tempo. Le istituzioni hanno lungamente latitato, lasciando i volontari da soli nel compito di aiutare gli extracomunitari. Basti pensare all’organizzazione umanitaria di Medici Senza Frontiere, che garantisce l’assistenza agli immigrati dal 2003, allestendo presidi sanitari d’emergenza nella Piana, o ai ragazzi dell’Osservatorio Africalabria che quotidianamente cercano di migliorarne le precarie condizioni di vita. Questi ultimi, inoltre, hanno creato un gruppo su facebook dal titolo provocatorio “Gli africani salveranno Rosarno” che nei giorni della rivolta ha raddoppiato il numero degli iscritti, passati da 1500 ad oltre tremila. La rivolta dei raccoglitori di arance di Rosarno ha messo in evidenza la debolezza del sistema di accoglienza e di integrazione ed ha dimostrato che per incontrare il terzo mondo non dobbiamo scomodarci ad andare fino in Africa, ma è sufficiente rimanere in Italia e guardarsi intorno.

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La Cadi sconfitta a Martina Franca

altPerde di misura la Cadi Reggio Calabria sul campo del Martina Franca nella gara di andata valevole per la qualificazione alla Final Four. Una sconfitta di misura, 2 a 1 il punteggio finale, che vede il reggini padroni del campo per l’intera partita e che subiscono le due reti su altrettanti tiri arrivati nello specchio della porta. Completamente esente da colpe il giovane portiere reggino Ferrara.

Calabresi che accorciano le distanze grazie alla rete del solito Votano che realizza su schema di calcio di punizione. Una gara che i calabresi potevano tranquillamente vincere, ma i un po’ di sfortuna hanno negato questa gioia ai reggini. Alla fine, i pali colpiti da Creaco e compagni sono ben sei. Il ritorno è previsto per mercoledi 20 gennaio. Ribaltare il risultato è alla portata degli amaranto. La società reggina, nella persona del D.S. Mimmo Tripepi, ringrazia la società pugliese per l’ottima accoglienza riservata.

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