E’ la solita storia del cetriolo che trova sempre un ortolano pronto e disponibile ad “accoglierlo”. L’ortolano in questione è il popolo reggino che riceve l’ennesimo cetriolo e, magari, sorride indifferente non essendo né la prima né l’ultima volta che l’accoglie. E’ storia atavica che i reggini pare vivano in funzione di “Fest i Maronna” e Reggina (meglio ancora se in A e, comunque, anche in B o ovunque alberghi) e null’altro. Pare, infatti, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini altri pensieri, altre preoccupazioni, non ne abbiano. Le cronache portano alla ribalta giorno per giorno notizie di danni perpetrati ai loro danni (in quanto reggini) e più che indignarsi, protestare, far valere i propri diritti, si pensa a sorridere facendo spallucce ed aggiungendo un laconico “chi ci putimu fari?” o, peggio ancora, un paradossale “mi ‘ndi futtu!”. Già, come se tutto quello che accade attorno a noi non sia affare nostro. Gulp! Mercoledì scorso, la notissima trasmissione Mediaset “Le Iene” ha mandato in onda un servizio registrato nella nostra città il 10 aprile in occasione della partita Empoli-Reggina (in basso il video). Partita questa che verrà ricordata negli annali non per i 90 minuti di gioco ma, invece, per la celebrazione del nostro Sindaco da poco diventato Governatore della Calabria. 15000 mila biglietti generosamente “donati” da “sua maestà” Pasquale Foti ai suoi concittadini al fine di rendere omaggio al neo Governatore.
Mai, e sottolineiamo mai, da quando il Foti è alla guida della Reggina ci saremmo sognati che, un giorno, lo stesso si dimostrasse così magnanimo e generoso nei confronti dei reggini. Notoriamente, universalmente e famigeratamente conosciuto come l’uomo dalle “braccine” più corte del Pianeta (in tema di “uscite” e non certo di “entrate”, ovviamente), Foti questa volta ha superato se stesso ed ha voluto ringraziare il Governatore per gli “aiuti” già ricevuti dalla di lui diretta amministrazione comunale ed, ovviamente, da quelli che, siamo certi, riceverà da quella regionale che lo stesso si è da poco apprestato a dirigere. Non una celebrazione super partes, quindi. Né noi, mediamente intelligenti, l’abbiamo mai pensato a dire il vero. Un magnificat (pro domo sua, di Foti) in piena regola con tanto di striscioni fatti esporre dagli stewart in servizio allo stadio prima delle gara, di donazione della maglia amaranto con tanto di n. 1 e cognome del Governatore e di giro di campo di quest’ultimo un po’ affaticato ed in sovrappeso ma pur sempre con un fisico da ex sportivo. Da sempre odiamo l’idolatria di chiunque, da sempre non tolleriamo la “beatificazione” in vitae di chiunque, da sempre condanniamo l’ostentazione di qualunque cosa. Troviamo tutto questo semplicemente fuori luogo ed anche irrispettoso per chi non la pensa come i promotori e “subiscono” impotenti alle scelte altrui. Che calcio e politica non fossero due discorsi distinti e separati, ma, invero, molto vicini tra loro perché accomunati da quella parolina di anglosassone provenienza che è “business”, lo sapevamo già. Ma che i tifosi giunti allo stadio, paganti o omaggiati che fossero, di qualunque fede ed ideologia politica fossero, dovessero giocoforza partecipare ad una celebrazione così tanto ostentata non l’avevamo mai né immaginato né visto. Come se il Governatore fosse stato eletto tale all’unanimità. Ovviamente non è vero, molti sono coloro i quali non l’hanno votato e moltissimi sono coloro i quali hanno disertato le urne poiché delusi e/o schifati (come dargli torto?) più che dalla politica dai politicanti. Ma non è questo il “problema” (o, comunque, lo è ma non è l’argomento del nostro “pezzo”). Prima della partita un inviato de “Le Iene” ha montato un servizio su un’annosa questione che ha fatto molto discutere di sé quand’ancora il primo cittadino era il predecessore dell’ormai Governatore della Calabria e cioè il da lui agli antipodi (politicamente parlando) prof. Italo Falcomatà scomparso nel 2001 ed intestatario del Lungomare con il “chilometro più bello d’Italia” di dannunziana memoria. L’oggetto del contendere qual era? Era la cifra MAI pagata dalla Reggina Calcio SpA al Comune di Reggio Calabria quale canone d’affitto dello stadio Comunale poi diventato “Oreste Granillo” in memoria di uno degli uomini di sport più apprezzati che questa terra abbia mai partorito. In sostanza la Reggina, per disputare le proprie gare casalinghe al Comunale, avrebbe dovuto corrispondere al Comune, cioè a NOI reggini, una determinata somma via via aumentata nel tempo visto il mai arrivato saldo. La “questione” risaltò agli onori della cronaca, come detto, con la fascia tricolore indosso a Falcomatà ma, poi, finì nuovamente nel dimenticatoio. Fino all’A.D. 2007 allorquando il Comune di Reggio Calabria, rappresentato dal Sindaco Scopelliti, di fatto, rinunciò al credito vantato pari € 2.386.000, 00 (si, duemilionitrecentottantaseimila/00 euro) concedendo alla Reggina Calcio S.p.A, rappresentata dal suo Presidente Foti, l’uso e la gestione dello stadio Comunale “Oreste Granillo” a patto che la stessa Società Reggina realizzasse, all’interno del “Granillo”, tra l’altro: 1) una struttura per attività commerciale, 2) la sostituzione della recinzione esterna e 3) una doppia rampa per i soggetti diversamente abili. La “Iena” curatrice del servizio, delibera alla mano, ha evidenziato che a nessuno dei 3 punti suddetti si era ottemperato in questi 3 anni. Alla domanda sul “come mai” nulla fosse successo, un serafico Foti ha risposto: 1) “Non sono fatti miei”, 2) “Questo è un problema degli amministratori ed istituzionale, non certamente mio” e, dulcis in fundo, quando gli viene ricordato cos’avrebbe dovuto fare e non ha fatto, 3) “Non so di cosa stia parlando”. Sulla prima risposta data obiettiamo che sono certamente fatti suoi sotto molteplici aspetti. Sulla seconda che ha perfettamente ragione e sulla terza che, evidentemente, oltre alle “braccine” corte di corto ha pura la memoria. Alla stessa domanda rivolta al Governatore, sottolineandogli come la Reggina da vent’anni non paghi il canone di locazione, la risposta è stata che “quei lavori sono in itinere”, che è ben visibile “la tribuna rifatta” e che “tutto quanto il progetto, di rendere lo stadio un po’ stile inglese per come l’idea della Reggina Calcio viene meno perché viene meno il presupposto essenziale: la Reggina in serie A”. Legittimamente la “Iena” fa notare come in A, B o C, se la Reggina ha un debito lo deve onorare. Il Governatore chiude con un “bisogna continuare i lavori”. Ordunque. Andiamo con ordine con delle banalissime considerazioni. La prima, Foti non sa di cosa parla la “Iena” o, invece, non sa cosa risponderle? La seconda, se è vero che la “regalia” era subordinata alla presenza in A della Reggina perché, comunque, nulla è stato fatto dal 2007 al 2009? La terza, atteso che non è certamente “colpa” del Comune o dei Reggini se la Reggina non è più in A ciò vuol dire che la stessa Società restituirà la cifra abbonatale per poi firmare un altro atto allorquando tornerà in A? La quarta, anche per chi non ha studi in materia di economia aziendale – che nella fattispecie non necessitano comunque – capisce che una somma non spesa (leggasi quanto dovuto al Comune), non annoverabile tra le “uscite” quindi, è equiparabile alla stessa somma alla voce “entrata” e, cioè, nel bilancio “pesa”. Eccome se pesa. La quinta, com’è è possibile che il Sindaco/Governatore accampi simile motivazione atteso che la Reggina non è l’Inter, la Juventus o il Milan per cui è presumibile (e non sempre comunque) che possa stare sempre in A? Sa o non sa che la Reggina è una “provinciale” e, come tale, un saliscendi tra A e B sarebbe già un risultato molto lusinghiero? Crediamo, ad onor del vero, che la motivazione data alla “Iena” non sia né plausibile né accettabile. Il risultato che ne consegue è che la Reggina S.p.A. non solo non ha pagato al Comune quanto dovuto negli anni (con questa e con altre amministrazioni – ed è per questo che ci duole notare come la “denuncia” alle “Iene” sia arrivata oggi dall’opposizione in Consiglio Comunale che all’epoca di Falcomatà Sindaco era maggioranza -), non solo ha trasformato il debito mai saldato in un credito saldato, non solo non ha ottemperato a quanto allora prescrittole dall’amministrazione comunale, ma ha usufruito di un “regalo” colossale che, ovviamente, le ha elargito la comunità per tramite del suo Sindaco. Sbagliamo? Crediamo di no! Ed il cetriolo, come detto, trova sempre un’allocazione. Dispiace che l’ortolano non si incazzi mai e subisca. Tanto, l’importante è che a settembre “Fest i Maronna” si fa, che la Reggina vada in A, che viviamo in una Città con una panorama e dalle potenzialità straordinarie, che (soprattutto d’estate) Reggio è la Città della movida, che siamo tutti felici e che, del resto, “’ndi futtimu”! Giusto? Si, se non fosse che non tutti hanno l'anello al naso!!!