(4) Se la famigerata medaglia di facce ne ha due, quasi sempre contrapponibili nel linguaggio di uso comune, proviamo ad immaginare la Reggina (intesa come entità) come un più complesso dado che, come si sa, di facce ne ha 6 (il triplo). Ed allora, consentiteci di dire la nostra sulle sei facce che abbiamo individuato in squadra, allenatore, DS, Società, tifoseria ed, in ultimo, Presidente.
La squadra. Costruita tra lo scetticismo generale attraverso la scelta di giocatori “funzionali” ai dettami del nuovo allenatore Agenore Maurizi, ad oggi la rosa consta (se non abbiamo fatto male i conti) di 24 giocatori: 3 portieri (Cucchietti, Licastro e Turrin), 9 difensori (Auriletto, Di Flippo, Gatti, Laezza, Maesano, Pasqualoni, Porcino, Solerio e Tazza), 7 centrocampisti (Bezziccheri, De Francesco, Di Livio, Fortunato, Garufi, Marino, Mezavilla) e 5 attaccanti (Bianchimano, Sciamanna, Silenzi, Sparacello e Tulissi). 15 di questi giocatori sono di proprietà (Bianchimano, De Francesco, Di Filippo, Fortunato, Garufi, Laezza, Licastro, Maesano, Marino, Mezavilla, Pasqualoni, Porcino, Sciamanna, Silenzi e Sparacello) ed i restanti 9, ovviamente, in prestito secco (il cui ingaggio, cioè, è a carico della Società proprietaria). Dei 15 giocatori di cui la Reggina detiene il cartellino, solo in 4 hanno in essere un contratto biennale (Bianchimano, Marino, Sciamanna e Sparacello) mentre tutti gli altri 11 sono, di fatto, in scadenza di contratto. E se per i giocatori in prestito il problema non si pone, diverso sarà il discorso per De Francesco, De Filippo, Fortunato, Garufi, Laezza, Licastro, Maesano, Mezavilla, Pasqualoni, Porcino e Silenzi sui quali, invece, dovrà presto intervenire la Società affinché non vadano via a parametro zero (senza guadagno per la Società di appartenza, quindi). Ma questi, in fondo, sono dettagli: i fatti che più importano sono quelli sanciti dal terreno di gioco. Ed andiamo ad analizzarli per quello che concerne le prime 5 giornate di campionato. Dopo la sfortunata sconfitta alla prima a Rende, la Reggina non ha più perso: vittoria casalinga contro il Catanzaro, pareggio a Pagani, pareggio in casa con il Matera e vittoria in trasferta a Fondi per un totale di 8 punti su 15 disponibili. In mezzo ad esse anche la vittoriosa trasferta-rivincita di Rende in Coppa Italia. Di questi tempi, la scorsa stagione di punti ne avevamo 6 frutto di una sconfitta esterna (Fondi), una vittoria casalinga (Messina) e 3 pareggi (in trasferta contro l’Akragas, in casa contro il Catania ed a Monopoli). E se l’anno scorso i giudizi, almeno sino alla sciagurata gara di Caserta che ha segnato l’inizio del “non-gioco premeditato”, sono stati lusinghieri per qualità del gioco e risultati per l’allora squadra di Zeman, quest’anno lo devono essere ancor di più. La squadra gioca bene, è piacevole a vedersi ma, al contempo, manifesta delle lacune vistose che, però, a nostro modo di vedere, possono essere colmate non in termini di mercato ma di concentrazione e rendimento fisico e, quindi, mentale. La vittoria a Fondi di ieri sembrerebbe dire (il condizionale è d’obbligo in attesa di avere una visione più completa e veritiera) che la Reggina (intesa come squadra) è, oltre che piacevole a vedersi, anche assai concreta. Non una bella partita, nel suo complesso, come quella casalinga con il Matera di sette giorni prima, ma assolutamente redditizia sul piano squisitamente dell’intera posta in palio conquistata. “Mettiamo fieno in cascina”, amava dire Franco Colomba qualche anno fa. Esattamente, in un campionato in cui l’unico obiettivo dichiarato dalla Società (ci correggiamo, non dalla Società ma dal Presidente – che non è la Società! -) è il “pareggio di bilancio” ed in cui, verosimilmente, oltre una salvezza non si può ambire (per le ambizioni, magari, sapremo aspettare che qualcosa/qualcuno cambi), i 3 punti di ieri vanno ad aggiungersi ai 5 precedentemente conquistati portando così lo score generale in positivo: 2 vittorie, 2 pareggi ed una sola sconfitta nelle 5 gare di campionato sin qui disputate. La squadra ci piace e di questo va dato merito al DS Basile e, ovviamente, al tecnico Maurizi ed al suo staff tecnico. In sostanza, la squadra gode della nostra benevolenza.
L’allenatore. E’ la sorpresa più lieta tra tutte. Alla notizia della sua assunzione, alla guida della Reggina, abbiamo avuto modo di dire come, seppur non conoscendolo ma avendone letto il disastroso curriculum, comunque, andava sostenuto anche in virtù del sol fatto che portasse addosso i nostri colori. E così abbiamo fatto finora. Già, il curriculum: un campo minato con molti esoneri e, fatto più preoccupante, molti fallimenti nell’arco di uno/due anni delle Società da cui è transitato. Un disastro, o quasi! In sede di presentazione ufficiale, le parole che ci colpirono furono semplici, umili e disarmanti “Il mio curriculum è quello e non lo si può negare. Vorrei, però, essere giudicato per quello che farò qui e non per quello che non ho fatto fino a ieri”. Ecco, per chi conosce il significato dei valori umani, sono queste le parole che ci hanno convinti ancor di più che Agenore Maurizi andava sostenuto. Almeno a primo acchito, ovviamente se la Reggina avesse fatto acqua da tutti i fori non ci sarebbero stato umiltà o valori umani che avrebbero tenuto. Per noi la Reggina viene prima di tutto e di tutti: presidenti, direttori, allenatori, giocatori e tutta la restante pletora sono solo un complemento (seppur indiscutibilmente ne determino le sorti). Si è fatto conoscere per la definizione del suo gioco come “di comando”. Ma fesso non è ed ha capito che “andiamo a comandare” è preferibile che ad ostentarla sia Fabio Rovazzi e che ogni singola partita ha storia a sé e che, quindi, c’è quando si può prendere in mano il pallino del gioco e dettare i tempi ma c’è anche quando bisogna saper subire senza capitolare. Maurizi gode della nostra stima.
Il Direttore Sportivo. Lo hanno definito Coordinatore dell’Area Tecnica per tatto e diplomazia nei confronti dell’allora ancora presente in organico DGS (Direttore Generale e Sportivo). Adesso che si è chiuso il rapporto di lavoro con Gabriele Martino, possiamo chiamarlo con il reale titolo inerente la figura che occupa in Società ed annesse mansioni. Lo abbiamo conosciuto durante la presentazione ufficiale congiunta con Maurizi e, a latere, abbiamo scambiato quattro sole semplici chiacchiere di presentazione. Ciò che gli abbiamo detto è di una semplicità disarmante: “Guardi che per noi la Reggina, dalla Champions alla Terza Categoria, ha lo stesso valore e lo stesso significato quindi le auguriamo buon lavoro sempre e comunque in virtù di questo dogma”. Nulla di più! Lo abbiamo riascoltato, poi, durante un incontro con la stampa da lui stesso voluto a margine della presentazione di Lorenzo Di Livio. L’abbiamo detto e scritto: di Salvatore Basile (calabrese di Crotone), in quell’occasione, ci ha colpiti la presunzione e l’arroganza nel definire alcuni concetti espressi: “Stiamo strutturando la Società” (perché, non lo era?), “Stiamo creando un Settore Giovanile” (perché, non c’era?), “Il mal di pancia di qualche giocatore è dovuto ai consigli esterni” (di chi?). Non crediamo abbia reso onore al suo Presidente ma, eccezion fatta per i toni utilizzati, non crediamo neppure abbia avuto torto. Un’altra delle cose che ci ha colpiti e fatti riflettere è la circostanza secondo cui al tavolo erano seduti Basile e Praticò (il Responsabile dell’Ufficio Comunicazione, figura ufficializzata dallo stesso Basile e mai colpevolmente riconosciuta durante i primi due anni di duro lavoro) mentre il Presidente era accanto a noi, su un divanetto, a prendere appunti sulle parole di Basile. Mah! E’ cambiato il Mondo!!! O sono cambiate le gerarchie, non sappiamo! Avuta quest’impressione iniziale, non abbiamo avuto modo più di incontrarlo ma abbiamo colto l’occasione lasciando fosse il campo a parlare anche per lui. Ed infatti, dalla prima gara casalinga è venuta fuori una pesante squalifica per i fatti avvenuti negli spogliatoi nel dopo Reggina-Catanzaro. Pesante per lui, pesantissima per il da lui scelto Segretario Generale Vincenzo Greco che, porca miseria, vanta un curriculum di diffide ed inibizioni collezionate da far rabbrividire (evidentemente saprà curare gli interessi del datore di lavoro assai meglio di come agisce in campo e nei tunnel degli stadi). Tornando al campo, inteso come risultati, anche per lui vale il discorso fatto per Maurizi: se i frutti raccolti fino ad oggi avranno un seguito uguale o maggiore allora un “Bravo Basile!” non glielo negheremo di certo. Maurizi umile e Basile presuntuoso, forse potrebbe essere questo il mix vincente. Basile gode del nostro rispetto. (continua)
(Foto fonte profilo Facebook Reggina 1914 e per la cui concessione al loro utilizzo si ringrazia il Responsabile dell'Ufficio Comunicazione Giuseppe Praticò).