Lamezia Terme (Cz): attività di prevenzione e repressione delle violazioni alla normativa valutaria svolta dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dalla Guardia di Finanza presso l’aeroporto – IL REGGINO

(3) Nell’ambito dell’attività di monitoraggio e vigilanza sulla circolazione transfrontaliera di valuta presso l’aeroporto di Lamezia Terme, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e i Continue reading “Lamezia Terme (Cz): attività di prevenzione e repressione delle violazioni alla normativa valutaria svolta dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dalla Guardia di Finanza presso l’aeroporto – IL REGGINO”

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Guardia di Finanza: concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 12 tenenti. Termine di presentazione delle domande il 2 marzo – IL REGGINO

(21) Sul portale Concorsi Online del Corpo (https://concorsi.gdf.gov.it), in data 1 febbraio 2024, è stato pubblicato il bando di concorso il bando di concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 12 tenenti in servizio permanente effettivo del “ruolo tecnico-logistico-amministrativo” del Corpo della Guardia di Finanza.

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Concorso, per titoli ed esami, per l’ammissione di 69 allievi ufficiali – comparti ordinario ed aeronavale – all’Accademia della Guardia di Finanza – IL REGGINO

(10) È indetto per l’anno accademico 2024/2025 il concorso, per titoli ed esami, per l’ammissione di 69 allievi ufficiali del ruolo normale – comparti ordinario e aeronavale – all’Accademia della Guardia di finanza. Il bando è stato pubblicato sul portale attivo all’indirizzo https://concorsi.gdf.gov.it

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Guardia di Finanza: pubblicato il bando di concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 1673 Allievi Finanzieri – IL REGGINO

(48) È indetto, per l’anno 2023, un pubblico concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di n. 1673 allievi finanzieri così ripartiti:

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Guardia di Finanza: azione di controllo sui prezzi del carburante – IL REGGINO

(2) Il Comando Generale della Guardia di finanza, a partire dal marzo 2022 – in concomitanza con l’aumento del prezzo del gas, dell’energia elettrica e dei carburanti – ha, tra l’altro, dato disposizioni ai Reparti per Continue reading “Guardia di Finanza: azione di controllo sui prezzi del carburante – IL REGGINO”

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Diamante (Cs): ROAN Guardia di Finanza, i finanzieri del P02 “Monte Cimone” salvano un nucleo familiare in difficoltà – IL REGGINO

(54) A causa delle difficili condizioni del mare, i militari del Pattugliatore Multiruolo P02 “Monte Cimone”, dipendente dal Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Messina, hanno compiuto un’operazione di Continue reading “Diamante (Cs): ROAN Guardia di Finanza, i finanzieri del P02 “Monte Cimone” salvano un nucleo familiare in difficoltà – IL REGGINO”

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Reggio di Calabria: Guardia di Finanza, sabato 13 sarà presentato il nuovo Pattugliatore P04 “Osum” – IL REGGINO

(53) Nella giornata di sabato 13 agosto, ore 10.30, alla presenza del Comandante Regionale Calabria delle Fiamme Gialle, il nuovo Pattugliatore P04 “OSUM” della Guardia di Finanza, ormeggiato presso il porto di Continue reading “Reggio di Calabria: Guardia di Finanza, sabato 13 sarà presentato il nuovo Pattugliatore P04 “Osum” – IL REGGINO”

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La Guardia di Finanza celebra i suoi 248 anni al servizio del Paese- IL REGGINO

(45) Le prime celebrazioni prenderanno il via a partire dalle ore 09:00, quando il Comandante Generale, Gen. C.A. Giuseppe Zafarana e il Presidente dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (ANFI), Gen. C.A. M.A.V.M. (c.a.) Continue reading “La Guardia di Finanza celebra i suoi 248 anni al servizio del Paese- IL REGGINO”

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La Spezia: Guardia di Finanza, operazione “Fake working”. Smantellata associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – IL REGGINO

(17) Alle prime luci dell’alba 50 finanzieri del Comando Provinciale della Spezia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Continue reading “La Spezia: Guardia di Finanza, operazione “Fake working”. Smantellata associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – IL REGGINO”

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Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone: pubblicata la procedura di selezione degli atleti con disabilità fisiche e sensoriali della “Sezione Paralimpica Fiamme Gialle” anno 2022 – IL REGGINO

(3 4 5 7) Sul portale concorsi on line della Guardia di Finanza, per la prima volta nella storia del Corpo è stato pubblicato il bando di concorso, per soli titoli, per la selezione di 6 atleti con disabilità fisiche e sensoriali, Continue reading “Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone: pubblicata la procedura di selezione degli atleti con disabilità fisiche e sensoriali della “Sezione Paralimpica Fiamme Gialle” anno 2022 – IL REGGINO”

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Albania: delegazioni delle Commissioni Difesa della Camera e del Senato in visita al Nucleo di Frontiera Marittima della Guardia di Finanza- IL REGGINO

(234) Nella giornata odierna, le delegazioni delle Commissioni Difesa della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, rappresentate dai rispettivi presidenti, On. Gianluca Rizzo e Sen. Roberta Pinotti, si sono Continue reading “Albania: delegazioni delle Commissioni Difesa della Camera e del Senato in visita al Nucleo di Frontiera Marittima della Guardia di Finanza- IL REGGINO”

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Como: Guardia di Finanza, fermate in Lombardia 54 persone accusate di associazione di stampa ‘ndranghetista, estorsioni, bancarotta, reati fiscali e traffico di stupefacenti – IL REGGINO

(231) Dalle prime ore dell’alba, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza stanno eseguendo 54 provvedimenti di fermo di indiziati di delitto, al termine di una lunga e articolata indagine coordinata dalla Procura Distrettuale di Milano e condotta dalla Squadra Mobile di Milano, unitamente al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Como. Continue reading “Como: Guardia di Finanza, fermate in Lombardia 54 persone accusate di associazione di stampa ‘ndranghetista, estorsioni, bancarotta, reati fiscali e traffico di stupefacenti – IL REGGINO”

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Cosenza: Guardia di Finanza, sequestro di oltre 800 kg di marijuana e di un impianto di produzione illegale. Arrestato il responsabile – IL REGGINO

(217) La Guardia di Finanza di Montegiordano, nel corso dei consueti controlli su strada attuati nell’ambito del dispositivo di contrasto ai traffici illeciti finalizzati alla repressione della criminalità diffusa, ha tratto in arresto un soggetto di nazionalità italiana e sequestrato oltre 800 kg. di sostanza stupefacente. Nel territorio comunale di Roseto Capo Spulico (CS), lungo la S.S. 106, i Finanzieri hanno intimato l’alt ad un’autovettura condotta da un quarantenne residente in provincia di Bari che percorreva la strada statale in direzione Sud – Reggio Calabria. Continue reading “Cosenza: Guardia di Finanza, sequestro di oltre 800 kg di marijuana e di un impianto di produzione illegale. Arrestato il responsabile – IL REGGINO”

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Messina: Guardia di Finanza, maxi evasione fiscale internazionale nel settore delle scommesse ion line. Scoperta evasione di oltre 8 5mlioni e sottoposti a sequestro 3,5 milioni a Malta – IL REGGINO

(212) I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, all’esito di articolate indagini di polizia giudiziaria e tributaria, hanno eseguito, a Malta, un decreto di sequestro di beni del valore di 3,5 milioni di euro, nei confronti del legale rappresentante di una società maltese che aveva stabilito, a Messina, una stabile organizzazione che esercitava abusivamente l’attività di raccolta delle scommesse on line.

In particolare, nel quadro delle linee di azione strategica del Corpo, finalizzate all’individuazione delle più insidiose condotte evasive / elusive a carattere transnazionale, l’attività costituisce l’esito di complesse investigazioni dirette dalla Procura della Repubblica di Messina, nonché di una verifica fiscale, eseguite dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, nei confronti di una società maltese, ritenuta, secondo ipotesi investigativa, una stabile organizzazione di società estera non dichiarata in Italia.

Nel merito, veniva approfondita l’operatività, in Italia, della nominata società estera che, mediante diversi portali web dedicati, riconducibili a plurimi marchi – già colpiti da specifici provvedimenti di inibizione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – era risultata operare, sulla base di apposite concessioni rilasciate da Autorità estere e, pertanto, non valide in Italia, la raccolta di giochi pubblici a distanza e scommesse tramite rete fisica, avvalendosi di centri trasmissione dati (CTD) e punti vendita ricarica (PVR).

In tale contesto, quindi, gli accertamenti di carattere tributario (consistiti anche in data mining, controlli incrociati e riscontri contabili), opportunamente integrati da mirate indagini di polizia giudiziaria, evidenziavano come i predetti centri trasmissione dati, formalmente costituiti quali società o ditte individuali giuridicamente autonome, operassero, in realtà, quali centri per la ricezione di proposte di scommessa, pubblicizzando nei confronti dei clienti scommettitori il palinsesto della società mandante maltese, contribuendo in tal modo alla raccolta delle scommesse sul territorio nazionale per conto della casa-madre estera.

L’esame di tutti gli elementi raccolti consentiva di ipotizzare, pertanto, una stabile organizzazione occulta, in Italia, della nominata società maltese, presupposto, questo, per proporre all’Agenzia delle Entrate il recupero a tassazione in Italia dei redditi ivi prodotti dalla società estera.

A seguito di tale condotta, la filiale italiana della società maltese avrebbe dovuto dichiarate al fisco italiano oltre 85 milioni di euro di ricavi, per un totale di imposte dirette evase pari ad oltre 3,5 milioni di euro.

A valle delle indagini svolte, condividendo l’impianto accusatorio elaborato dai Finanzieri e dalla Procura della Repubblica di Messina, il competente Giudice delle Indagini Preliminari del locale Tribunale disponeva il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per

equivalente, nei confronti del rappresentante legale della casa-madre maltese, del citato importo di 3,5 milioni di euro, corrispondente all’imposta evasa.

Si evidenzia come, attesa la residenza estera del soggetto, per la materiale esecuzione del sequestro si sia reso necessario dare esecuzione a specifico European Investigation Order e Freezing order for execution, emessi dalla Procura della Repubblica di Messina, nell’ambito di mirata attività rogatoriale internazionale.

A tal riguardo, con riferimento all’intervenuta cooperazione giudiziaria internazionale tra Italia e Malta, in perfetta sinergia tra l’Autorità Giudiziaria italiana e quella maltese, ci si è avvalsi delle possibilità offerte dal recentissimo Regolamento UE 2018/1805/UE del 14 novembre 2018, in forza del quale, a decorrere dal 19 dicembre 2020, sono applicabili negli Stati membri dell’Unione Europea le disposizioni sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca emessi da altro Stato membro.

L’operazione testimonia la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza di Messina nel contrasto ai più articolati fenomeni di evasione fiscale internazionale, vieppiù attinenti al delicato settore della raccolta illegale di scommesse on line, fortemente esposto in termini di possibile inquinamento del mercato di riferimento e della correlata economia legale, in danno degli operatori economici e degli altri contribuenti onesti.

 

 

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Milano: Guardia di Finanza, 5 arresti e sequestri per traffico illecito di rifiuti – IL REGGINO

(208) Questa mattina i Finanzieri del Comando Provinciale di Milano hanno dato esecuzione ad una ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano su richiesta dei Sostituti Procuratori dott. Stefano Ammendola e dott. Francesco Natale De Tommasi, che ha disposto misure cautelari personali per reati ambientali a carico di 8 persone – 5 poste agli arresti domiciliari e 3 assoggettate all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria – nonché il sequestro di disponibilità finanziarie per complessivi 1.200.000 euro, di un impianto di recupero rifiuti ubicato in Gessate (MI) e di 4 automezzi.

L’indagine, svolta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Gorgonzola, trae origine dal sequestro risalente al dicembre 2018 di una discarica abusiva di oltre 30.000 mq sita in Cassano d’Adda (MI), ove erano state ammassate e interrate oltre 40.000 tonnellate di rifiuti, inclusi “rifiuti pericolosi”, contenenti sostanze dannose per l’ambiente e per la salute umana (frigoriferi, RAEE – “Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche” -, lamiere di ferro, etc.). Il terreno così destinato rientrava, peraltro, nell’area naturale protetta del Parco dell’Adda Nord.

Le successive investigazioni, dirette ad accertare le responsabilità ed eseguite anche con l’ausilio della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Milano – aliquota Ambiente del VI Dipartimento – consentivano, nel corso della medesima indagine e su delega della Procura del capoluogo Lombardo, di sottoporre a sequestro, nel dicembre 2019, anche un’altra discarica abusiva di 26.000 mq sita in Pioltello (MI), ove era in corso un’opera di “reinterro area per raggiungimento quota stradale” con l’illecito utilizzo di rifiuti e dove emergeva che anche nel passato erano state sotterrate grosse quantità di analoghi materiali.

Sempre nella medesima attività d’indagine nel febbraio 2020 i Finanzieri sequestravano anche un impianto di recupero e di riciclo ubicato a Liscate (MI), che raccoglieva rifiuti da trasportatori non autorizzati compilando falsi formulari di identificazione per giustificare la giacenza delle masse prese in carico.

Nel sistema fraudolento, che tra il 2016 e il 2020 ha trattato oltre 800.000 tonnellate di rifiuti, sono risultate coinvolte 14 società e 28 persone tutte indagate a vario titolo, per i reati di traffico illecito di rifiuti, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, truffa, inquinamento ambientale e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

L’attività di servizio svolta testimonia l’impegno della Guardia di Finanza a contrasto di tutte le forme di illegalità che alterano il corretto funzionamento del mercato a danno degli onesti operatori economici.

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Nocera Inferiore (Sa): Guardia di Finanza, 59 ordinanza di misure cautelari e sequestro beni per oltre 128 milioni per frodi fiscali connesse al contrabbando internazione di prodotti petroliferi, autoriciclaggio ed intestazione fittizia di beni – IL REGGINO

(207) In data odierna, nell’ambito di un’attività d’indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, diretta dal Procuratore Dott. Antonio Centore, oltre 200 militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione, nelle province di Salerno, Napoli, Potenza, Roma, Chieti, L’Aquila, Mantova e Milano, ad ordinanze di misure cautelari personali e a sequestri preventivi di somme di denaro ed altri beni per oltre 128 milioni di euro, nei confronti degli indagati e delle società coinvolte in gravi frodi fiscali connesse al contrabbando internazionale di prodotti petroliferi, nonché in condotte di autoriciclaggio ed intestazione fittizia di beni.

Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Roberto Lenza, hanno ricostruito l’attività di due distinte associazioni criminali, radicate nell’Agro nocerino-sarnese, dedite alla commercializzazione di carburante adulterato, importato da diversi Paesi esteri eludendo il pagamento delle imposte.

Già a partire dal 2018, gli approfondimenti della Guardia di Finanza avevano consentito il sequestro di 13 autocisterne con oltre 500.000 litri di prodotto petrolifero di contrabbando e l’arresto in flagranza di n. 4 soggetti.

In particolare, alla luce delle risultanze investigative, il G.I.P. del Tribunale di Nocera Inferiore ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di altri 4 promotori ed organizzatori di una delle due associazioni, per i quali è stato ravvisato il pericolo concreto ed attuale di reiterazione dei reati, nonché emesso, nei confronti di n. 32 società riconducibili alle organizzazioni criminali, misure cautelari reali per oltre 128 milioni di euro, pari all’ammontare delle imposte evase (IVA, accise, IRES e IRPEF).

All’esito delle perquisizioni di questa mattina, sono stati vincolati, tra Lombardia, Abruzzo, Lazio, Campania e Basilicata, n. 27 veicoli commerciali utilizzati per il trasporto dei carburanti, nonché quote societarie, i compendi aziendali di 9 imprese (7 italiane e 2 estere), 2 depositi commerciali, 10 impianti di distribuzione, un’imbarcazione di lusso.

Gli accertamenti sono stati avviati verso la fine del 2017, a seguito di alcune anomalie emerse in merito ad un traffico di carburante proveniente dall’Est Europa, venduto in Italia sfruttando un meccanismo fraudolento che portava ad evitare il pagamento delle imposte dovute. Nello specifico, secondo quanto ricostruito dai Finanzieri, gli indagati, nell’arco di soli due anni (tra il 2018 ed il 2019), avrebbero “importato” illegalmente da fornitori ungheresi, croati e sloveni oltre 20 milioni di litri di “olio anticorrosivo e preparazioni lubrificanti”, prodotti per natura non soggetti alle accise e, in linea con la normativa comunitaria, nemmeno al monitoraggio del loro trasporto.

Sul piano cartolare, il percorso seguito era invece molto più tortuoso ed articolato. Dopo essere state sottoposte, in una base logistica in Slovenia, ad un processo di adulterazione che le rendeva idonee alla carburazione, le partite di merce venivano caricate su autocisterne dirette in Italia, scortate da documentazione fiscale del tutto falsa, che gli autisti avevano cura di distruggere non appena varcata la frontiera, sostituendola con quella di accompagnamento specificamente prevista per coprire il restante tragitto nel territorio nazionale (attestando il trasporto di gasolio per autotrazione ad imposta assolta). Cautela adottata per superare gli eventuali controlli su strada della Guardia di Finanza.

I carichi irregolari proseguivano, infine, verso un deposito petrolifero dell’hinterland milanese, hub di distribuzione attraverso il quale le partite di carburante venivano immesse tranquillamente in consumo, presso distributori all’ingrosso e tramite la rete delle cc.dd. “pompe bianche” (o “no logo”), gestite da membri delle associazioni o comunque da società clienti.

Nel porre in essere le diverse condotte fraudolente – che, solo di accise, hanno determinato complessivamente un’evasione fiscale di oltre 11 milioni di euro -, le associazioni si avvalevano anche di società “di comodo” – imprese prive di qualsiasi consistenza economica, struttura operativa o personale dipendente -, il cui compito era solo quello di farsi carico dell’IVA derivante dalle vendite, senza poi adempiere ai conseguenti obblighi di versamento. Una perdita per il Fisco, quest’ultima, ancora più grave, quantificata in quasi 99 milioni di euro, tenuto conto anche dei riflessi derivanti dalla ricostruzione delle posizioni fiscali dei vari soggetti economici coinvolti.

Ed infatti, le “cartiere”, apparentemente attive in sedi dislocate in tutto il territorio nazionale ed intestate a soggetti prestanome, erano inserite in un più complesso meccanismo di frode “carosello”, finalizzato all’emissione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, che garantiva la creazione di “schermi” tra i punti di approvvigionamento del prodotto petrolifero ed i reali utilizzatori, i quali, “risparmiando” sul pagamento dell’Imposta sul Valore Aggiunto, potevano poi praticare un prezzo di rivendita più competitivo.

Per avere un’idea di quanto sia stato lucroso il meccanismo messo in piedi, basta considerare che, per ogni litro di gasolio venduto ad un prezzo medio “alla pompa” di 1,50 euro, gli indagati ottenevano un indebito “risparmio” di circa 27 centesimi di IVA e 60 di accise, per un totale di quasi 90 centesimi al litro di imposta evasa.

Nel tempo, gli éscamotage sono stati anche adeguati ai mutamenti normativi nella disciplina sugli acquisti di carburante. Ne è una prova l’accorgimento adoperato per eludere la responsabilità “in solido” nell’assolvimento dell’IVA, introdotta nel 2018 a carico dei depositi fiscali.

In quell’occasione, gli associati hanno iniziato a far uso di “lettere d’intento” false, dichiarando fittiziamente il possesso della qualifica di “esportatori abituali” per continuare ad acquistare gasolio senza il pagamento dell’imposta.

Nell’ambito della presente inchiesta, le indagini patrimoniali e l’analisi delle segnalazioni per operazioni sospette pervenute dagli istituti bancari hanno consentito di monitorare i rilevanti profitti conseguiti dai sodalizi, sistematicamente trasferiti alle proprie società estere (vere e proprie “casseforti”) per impedirne la tracciabilità, ovvero reimpiegati nel territorio nazionale

per l’acquisizione di quote societarie, impianti di stoccaggio e di distribuzione di prodotti energetici.

In un biennio, sono stati effettuati investimenti in depositi per oltre 3 milioni di euro. Si tratta, nel complesso, di manovre finanziarie importanti, che hanno contribuito alla realizzazione di un’economia illecita “circolare”, mediante la quale i confini commerciali del network criminale si sono estesi fino al Potentino, all’Abruzzo e alla Lombardia, accumulando ricchezze che gli associati non mancavano di ostentare. Ne sono un esempio le auto di lusso, del tipo Lamborghini e Porsche, rigorosamente intestate a proprie società estere, sfoggiate in occasione delle inaugurazioni dei distributori di carburante via via acquistati.

Peraltro, cinque degli indagati, reimpiegando i proventi delle attività illecite all’estero e risultando a tutti gli effetti privi di qualsiasi fonte reddituale, hanno potuto pure presentare la domanda per il reddito di cittadinanza.

Per neutralizzare le molteplici ed articolate manifestazioni illecite delle due organizzazioni, la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore e la Guardia di Finanza hanno sviluppato un complesso filone investigativo, impiegando tutti gli strumenti tipici della polizia economico- finanziaria, quali, ad esempio, accertamenti bancari, analisi di segnalazioni di operazioni sospette, mutua assistenza amministrativa con gli organi collaterali esteri, incrocio delle risultanze delle banche dati.

Nonostante le difficoltà sottese al carattere transnazionale dei reati contestati, che hanno reso più insidioso l’accertamento dei fatti di frode emersi, le indagini hanno consentito di delineare un grave quadro indiziario a carico di n. 59 indagati e di arginare un fenomeno illecito fortemente distorsivo degli equilibri concorrenziali del mercato dei carburanti.

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Cremona: Guardia di Finanza, operazione “Doppio click”. 15 denunce per frode fiscale, sequestro beni per 72 milioni – IL REGGINO

(206) I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cremona hanno denunciato 15 membri di un sodalizio criminale sequestrando beni mobili ed immobili per oltre 72 milioni di euro.

Nell’ambito dell’operazione “DOPPIO CLICK”, diretta dalla Procura della Repubblica di Cremona, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Cremona hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo disposto dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Cremona relativo a beni e disponibilità finanziarie per oltre 72 milioni di euro. In particolare, le condotte criminose – realizzate in più Paesi dell’Unione Europea – sono state portate a termine facendo ricorso ad un ampio numero di società cartiere e con l’aiuto di soggetti prestanome che, coordinati e diretti da un noto imprenditore cremonese, hanno consentito di frodare l’erario mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture false.

Il meccanismo si basava sulla pubblicizzazione di siti internet attraverso i quali venivano posti in vendita prodotti di vario genere e natura a prezzi di assoluta convenienza. In realtà, i beni pubblicizzati non esistevano ed i proventi delle truffe venivano ricondotti, attraverso società inesistenti e prestanome compiacenti, nella disponibilità degli organizzatori dell’associazione criminosa.

Il meccanismo così architettato, oltre a consentire il riciclaggio dei proventi delle truffe, veniva anche utilizzato per consentire ulteriori condotte delittuose di evasione e frode fiscale da parte di imprenditori operanti in diverse province del territorio nazionale.

Sono stati complessivamente sottratti a tassazione oltre 120 milioni di euro con una evasione dell’I.V.A. superiore a 44 milioni di euro, nonché indebite compensazioni di imposta basate su crediti non spettanti per oltre 3,7 milioni di euro.

Ai fini dell’esecuzione, si è rilevata la presenza di beni aggredibili anche all’estero, e pertanto, con il coordinamento dell’ufficio di Eurojust – l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale – e tramite appositi “certificati di congelamento” redatti ai sensi del Regolamento UE 1805/19, l’operazione è stata condotta in contemporanea in altri 4 Stati dell’Unione europea, ossia Belgio, Bulgaria, Germania e Svezia, paesi ove sono presenti rapporti finanziari, rapporti bancari, beni mobili ed immobili direttamente ed indirettamente riconducibili agli indagati.

Sul territorio nazionale le attività sono state condotte nelle province di Cremona, Milano, Brescia, Pavia, Bergamo, Lodi, Varese, Mantova, Parma, Piacenza, Venezia, Verona, Vicenza, Roma, Frosinone, Genova, Sassari, Torino, Treviso, Siena e Taranto.

Le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro 127 immobili e terreni, 28 beni mobili tra cui imbarcazioni di pregio ed autovetture di grossa cilindrata, 750 rapporti bancari e finanziari riconducibili a 43 persone fisiche e giuridiche coinvolte nella frode.

L’attività di servizio evidenzia il costante e quotidiano impegno della Procura della Repubblica di Cremona e della Guardia di Finanza nella lotta alle frodi fiscali ed alle gravi condotte evasive dannose per il sistema economico italiano ed europeo. Tali condotte, oltre ad arrecare un enorme danno all’Erario,

costituiscono una sleale forma di concorrenza nei confronti di quei soggetti che operano nel pieno rispetto delle regole e della legalità e sono interessati a contribuire alla ripresa ed al pieno rilancio dell’economia nazionale.

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Firenze: Guardia di Finanza, confiscati beni per 2,5 milioni ad usuraio che esigeva oltre il 300% di interessi da commercianti in difficoltà – IL REGGINO

(201) I militari dei Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione a un provvedimento di confisca “per sproporzione” del valore di circa 2 milioni e 500mila Continue reading “Firenze: Guardia di Finanza, confiscati beni per 2,5 milioni ad usuraio che esigeva oltre il 300% di interessi da commercianti in difficoltà – IL REGGINO”

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Napoli: Guardia di Finanza, contrabbando di gasolio. Sequestrati beni per 18 milioni (video) – IL REGGINO

(200) Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica partenopea – 3^ Sezione Criminalità Economica ed Informatica, ha eseguito, tra le province di Napoli, Salerno e Reggio Calabria, un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni del valore di oltre 18 milioni di euro, nei confronti di 4 società e relativi amministratori operanti nel settore del commercio e distribuzione di carburanti.

Sequestrati, in particolare, conti correnti, denaro contante, preziosi e gioielli, autovetture ed immobili, pari all’I.V.A. evasa sulle fatture false contabilizzate e dichiarate al Fisco, nei confronti dei rappresentati legali di molteplici società, indagati per frode fiscale.

Il meccanismo fraudolento ricostruito dai finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Napoli consisteva nell’importare il prodotto energetico via mare dalla Spagna, da una società di capitali maltese, con basi decisionali a Napoli e Catania, e stoccarlo, in sospensione d’imposta, nei pressi di un deposito costiero napoletano.

Da qui il carburante veniva ceduto solo cartolarmente, e quindi senza versare accisa ed I.V.A., ad un altro deposito fiscale situato in Calabria e fatto risultare venduto a società “cartiere”, prive di deposito o di qualunque struttura organizzativa, le quali acquistavano solo sulla carta il prodotto in esenzione di I.V.A. per poi cederlo con l’emissione di fatture false a depositi commerciali campani.

Questi ultimi erano di fatto gli unici utilizzatori del carburante di contrabbando che non si era mai mosso da Napoli.

 

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Firenze: Guardia di Finanza, operazione “Panamera”. Caporalato, bancarotta fraudolenta e frode fiscale, 4 arresti e sequestri per 500.000 euro – IL REGGINO

(198) Nell’ambito dell’operazione denominata “PANAMERA”, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 4 soggetti, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Firenze dott.ssa Angela Fantechi, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Firenze Dott.ssa Christine Von Borries, e a un contestuale sequestro preventivo per equivalente per complessivi 522.883 euro, a vario titolo, per bancarotta fraudolenta, frode fiscale, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e sfruttamento illecito dei lavoratori, perpetrata da soggetti sinici nelle lavorazioni conto terzi di capi di pelle.

L’articolata attività d’indagine, condotta dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Firenze sotto la direzione della Procura della Repubblica di Firenze – diretta dal dott. Giuseppe Creazzo, si inquadra in un più ampio piano di contrasto al lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori, che, nel caso di specie, ha permesso di individuare alcuni capannoni nel comune di Campi Bisenzio ove gli imprenditori di origini cinesi, appartenenti allo stesso ambito familiare e operanti nel settore della lavorazione del pellame e della produzione di borse, sfruttavano manodopera straniera.

Le attività investigative hanno consentito di individuare una società romana, con un’unità locale sita in Calenzano, che subappaltava le proprie lavorazioni per conto terzi a una società di capitali gestita da una coppia di origini cinesi, che a sua volta demoltiplicava le lavorazioni a ditte individuali caratterizzati da una breve durata operativa e a loro ricondotte, successivamente lasciate con elevati debiti erariali, svuotate di liquidità e sostituite da altre operanti negli stessi luoghi e con gli stessi macchinari e forza lavoro.

Le attività di indagine consentivano di far emergere un massivo sfruttamento di lavoratori di diversa etnia, cinesi, bengalesi e pakistani, trasportati sui luoghi di lavoro e tenuti a lavorare per circa 14 ore al giorno, con una retribuzione media oraria di poco superiore ai 3 euro l’ora. Senza riposo, i pasti venivano consumati velocemente all’interno del capannone, ove erano presenti approssimative cucine alimentate da bombole di gas.

Nell’ordinanza, Il Giudice rileva che “emerge con chiarezza lo stato di soggezione e di sfruttamento a cui sono sottoposti i lavoratori e del fatto che … dispongano degli stessi a proprio piacimento, arrivando a ipotizzare di farli lavorare di notte pur di effettuare le consegne prestabilite” e ancora che sussistono “gravi indizi in ordine ad una condizione di sfruttamento evidenziata da macroscopiche violazioni degli orari massimi di lavoro e dell’assenza di riposi, con persone ridotte a mera forza lavoro”.

La società di capitali e le ditte individuali susseguitesi nel tempo, tra il 2013 e il 2019, hanno maturato circa 589.000 euro di debiti erariali iscritti a ruolo ed evaso imposte per 522.883 euro, mentre le indagini finanziarie hanno fatto emergere prelevamenti e bonifici per circa 1,2 milioni di euro.

Su istanza della Procura della Repubblica di Firenze, la società di capitali e due ditte individuali sono state dichiarate fallite dal Tribunale e, all’esito delle attività investigative, oltre all’accusa di caporalato, sono stati configurati, a vario titolo, reati di bancarotta fraudolenta, dichiarazione fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte nonché un’attività di raccolta e smaltimento illecito di rifiuti speciali, avendo abbandonato residui alimentari e bidoni di olio all’esterno della struttura.

Il Giudice ha ritenuto di applicare la custodia cautelare in carcere per la coppia cinese poiché “le modalità con cui sono stati commessi i reati realizzati nell’arco di numerosi anni, con violazioni per così dire “a tutto tondo” nello svolgimento dell’attività di impresa realizzata ad esclusivo fine di massimizzazione del profitto in spregio di ogni norma di legge vigente, con totale evasione di imposta, evasione contributiva, e sfruttamento dei lavoratori, ed utilizzazione di prestanomi in modo da poter proseguire negli illeciti induce a ritenere indispensabile per la tutela delle esigenze cautelari la misura della custodia in carcere”.

L’ordinanza dispone il divieto di dimora nel comune di residenza con obbligo di permanenza notturna e divieto di espatrio per altri due soggetti di origine sinica, familiari degli arrestati, a cui si affianca il sequestro preventivo per equivalente per un importo di 522.883 euro nei confronti di questi ultimi, corrispondente all’evasione fiscale e integralmente assicurato attraverso il sequestro di alcune unità immobiliari.

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