A Reggio Calabria il record dei parti cesarei

altaltBen oltre 4.000 anni di storia che ruotano attorno alla figura della “Levatrice” sembrano destinati a non lasciare traccia a futura memoria. Ed è proprio Reggio Calabria a riscrivere la storia, diventando capitale mondiale dei parti cesarei con un tasso del 65%, quasi il doppio di quello nazionale. Questi i dati diffusi dall’Ansa sulla base di una ricerca condotta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema sanitario nazionale. Una figura, quella della levatrice, di cui per primi hanno lasciato traccia i Sumeri attraverso diverse tavolette con incisioni di parti gestiti esclusivamente dalla donna. Prima di essere scalzata via dall’arte ostetrica intorno al 1500, la levatrice, che non era un medico, possedeva però in via esclusiva un sapere trasmesso da donna a donna.

Come per esempio, quello di portare solitamente l’unghia del mignolo lunga e affilata per poter tagliare la placenta e permettere al bambino di uscire. Un metodo del tutto naturale del parto, senza la necessità di strumenti chirurgici. Difatti, già dai tempi di Ippocrate (460 a.c.), l’aspetto medico del parto si basava più che altro su aspetti teorici. Non a caso i primi testi di ostetricia furono scritti da medici che in realtà non si occupavano materialmente della nascita dei bambini. L’evoluzione e il mutare di fattori economici e sociali, l’aumentare dell’età materna e lo svilupparsi di una moderna medicina fetale e neonatale, hanno fatto sì che il parto cesareo diventi tutt’oggi la strada principale al parto.

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Author: Maurizio Gangemi