Da Paolo Gatto riceviamo e pubblichiamo. "Nessuno provi ad infangare il mio nome. Anche se sono stato solo sfiorato da una piccola menzogna. Mi sono sempre vantato di non aver mai chiesto alcun consenso in ambienti al di fuori della legalità. Mi vedo nominato da questo elemento che conoscevo solo di vista e che ricordo solo una volta nell’ambito della festa di Santa Caterina durante la quale abbiamo avuto un forte battibecco calcistico: io a difesa della mia Reggina, lui della Juve. Ho sempre portato avanti la mia azione politica e il mio senso di appartenenza alla città all’insegna della legalità: tutti i reggini che da sempre mi conoscono come uomo prima e come politico poi possono testimoniarlo. Ci tengo ad una smentita anche se sono stato solo sfiorato da dichiarazioni fallaci per aver chiesto aiuto per una mia candidatura a sindaco poi non concretizzatasi. Forse il pentito è convinto che mettendo più politici nel suo calderone aumenti la sua credibilità, non considerando, però, che la mia persona la credibilità se l’è conquistata in anni ed anni di quotidiano duro attivismo politico ed istituzionale sul campo.
Sono sicuro che la magistratura accerterà la mia estraneità a quanto dichiarato dal pentito e potrà rimuovere totalmente quel fango gettato gratuitamente sulla mia persona e sulla mia immagine di uomo impegnato da sempre nella sana politica fra la gente anche a costo di sacrificare la propria vita e quella della propria famiglia. Oggi sentire delle vere menzogne sulla mia persona da chi ha fatto solo del male a Reggio e ai reggini mi intristisce e mi fa rabbia. Vorrei chiudere con una battuta ironica, a testimonianza del mio tranquillo stato d’animo davanti ad un’autentica falsità: “MOIO” dalla voglia di sapere perché sono stato tirato in ballo senza centrare per nulla in dinamiche lontanissime dalla legalità." Paolo Gatto, ex assessore comunale.