Il pareggio di Crotone interrompe la striscia di sconfitte consecutive in trasferta della Reggina. Di fatto, però, non cancella gli evidenti problemi che la squadra si trascina ormai dall’inizio della stagione. Di natura tecnica, caratteriale, di atteggiamento, di personalità. Anche in terra pitagorica, pur passando in vantaggio dopo pochi minuti, pessima è stata la gestione di quel tratto di gara, breve a dire il vero, che poi ha portato al pareggio la formazione locale. Quei lievi segnali di miglioramento con l’arrivo del tecnico Iaconi in panchina, visti solo a Lecce, si sono lentamente assopiti. La squadra appare travolta da situazioni di così tale portata da non riuscire a venirne fuori.
E per fortuna che di fronte ci si trovava una formazione sul piano tecnico non eccelsa, altrimenti avremmo parlato ancora di una sconfitta. Sembra che la volontà alla risoluzione dei problemi riguardi pochi elementi. Si contano sulle dita di una mano, infatti, quei giocatori che per attaccamento e volontà emergono sugli altri i vari Lanzaro (nella foto), Carmona, a tratti Morosini e Pagano. Per il resto il vuoto assoluto. Superficialità negli interventi, poca convinzione, scarsa corsa senza palla, lentezza disarmante, comportamenti ingiustificabili per una squadra che ha decisamente bisogno di altro per tirarsi fuori dalle secche della classifica. Per quanto negli atteggiamenti o nella proposizione del vecchio modulo abbia potuto incidere negativamente Novellino, ad oggi bisogna prendere atto che il problema non era solo ed esclusivamente individuabile nella gestione tecnica. Lo dicono i numeri, lo dicono i fatti ed i risultati fin qui ottenuti. Quattro partite condite da due sconfitte, un pari ed una vittoria contro una Salernitana oggi solitaria all’ultimo posto della graduatoria. Il gruppo non è coeso, non si rema tutti dalla stessa parte, per quanto impegno possa metterci mister Iaconi, se a questo non corrisponde la volontà dei calciatori, tutto diventa inutile, tutto diventa una impresa di fatto impossibile. Preparazione atletica e stato psicologico non sono più scusanti credibili, siamo quasi a conclusione del girone di andata, il tempo necessario per recuperare entrambi gli aspetti c’è stato. La soluzione ultima potrebbe essere rappresentata nell’individuare quel gruppo ristretto di calciatori disponibili alla lotta ed al sacrificio, con l’inserimento di elementi più giovani ma facenti parte dell’organico e mettere da parte tutto il resto. Intanto per non avere nulla da rimproverarsi sul piano dell’impegno e della combattività, in attesa di arrivare al mese di gennaio, nelle condizioni meno devastanti possibili, e provare a raddrizzare una barca altrimenti destinata ad affondare.