Reggina 1914: patti chiari, amicizia lunga! Chi può e deve, vigili affinché a NESSUNO vengano in mente scherzi di cattivo gusto!

(2) E’ già vigilia. Si, perché, in verità, è il “3 settembre” praticamente dal giorno di stesura dei calendari di Lega Pro avvenuta lo scorso 11 agosto in quel di Parma. Da 19 giorni, e lo sarà ancora per altri 5, è la vigilia del derby dello Stretto tra Reggina e Messina.

La storia dei derbies è superflua ricordarla ai più (la si conosce a menadito, sia da una sponda che dall’altra del braccio di mare che separa la Calabria dalla Sicilia) ma, forse, è bene insegnare ed inculcare ai nuovi amaranto cosa significhi questa partita. Non è solo questione di sfottò, nemmeno solo questione di campanilismo. E’ molto di più! La vicinanza tra le due città fa sì che il confronto su un terreno di gioco assuma significati ben più alti e densi di valori quali fossero le impronte di generazioni di tifosi. Il derby con il Messina vale di più, molto di più, di una qualsiasi altra partita immaginabile. I derbies della Mole, della Lanterna, della Madonnina e del Colosseo sono bazzecole al cospetto di quello dello Stretto.

I neo-giocatori amaranto, eccezion fatta per gli indigeni nati e cresciuti a queste latitudini, forse poco sanno dell’attesa, delle speranze, delle aspettative che i tifosi reggini pongono in loro. Due anni fa, nell’ultima stagione che ha riproposto il confronto, durante la stagione regolare ebbe entrambe le volte la meglio la squadra peloritana (1-0 a Reggio e 4-1 a Messina) ma i derbies che valevano doppio li ha vinti entrambi la Reggina (doppio 1-0 al “Granillo” ed al “San Filippo” il 26 ed il 30 maggio 2015) guadagnandosi il diritto di giocare ancora il Lega Pro e, contemporaneamente, il piacere di far retrocedere con le proprie mani, per la terza volta nella storia (il 30 aprile 2006,  in A, 3-0 – salvezza per i reggini e retrocessione in B per i messinesi -; il 18 aprile 2007, ancora in A dopo il ripescaggio post-“Calciopoli”, 3-1), il Messina, questa volta in D. In verità, poi, successero due fatti (entrambi incresciosi se osservati dal punto di vista amaranto, evidentemente felici da quello giallorosso): in primis il diritto acquisito sul campo, al termine di quella che fu l’ultima partita tra i professionisti della Reggina Calcio 1986 S.p.A., il suo stesso presidente lo negò di lì a breve non iscrivendo la squadra alla successiva Lega Pro 2015/2016; il Messina, d’altro canto, “graziato” così da chi lo aveva condannato, con l’ennesimo ripescaggio, si ritrovò per demeriti altrui a disputare ancora la Lega Pro piuttosto che la D dove, nel frattempo, finì la Reggina (con il nome di S.S.D. Reggio Calabria per motivi regolamentari) grazie all’impegno economico di un gruppo di imprenditori capeggiati da Mimmo Praticò che chiesero ed ottennero l’ammissione in D in soprannumero. 

Lasciamo perdere la storia e torniamo al presente (che più ci interessa).

Solo ieri la Reggina ha iniziato la propria stagione con la trasferta di Fondi uscendone, meritatamente e sonoramente, sconfitta. Ciò che ci ha fatto immediatamente drizzare le antenne sono due dichiarazioni a caldo: la prima, del DG Martino, rilasciata ad un’emittente radiofonica locale (Radio Touring 104) e riportata dal blog “Iddusapi”, “Parlo il 5 settembre, dopo la partita con il Messina”; la seconda, del tecnico Zeman, sempre rilasciata alla stessa emittente e riportata dallo stesso blog, secondo cui “Risultato…non dovuto ai carichi di lavoro (eppure, spesso, in caso di sconfitta alle prime uscite stagionali, non è difficile sentir dire che la “colpa” è del peso del lavoro svolto in ritiro, n.d.r.)… Mi è piaciuta la prima parte del secondo tempo, giocando da squadra. Invece, per il resto (75 minuti più recupero, n.d.r.), ognuno ha giocato per conto suo”. Ad ulteriore conferma, del blog e delle nostre perplessità, due testate di tutto rispetto quali ReggioNelPallone e Strill.   

Il perché della nostra attenzione è presto detto. Karel Zeman è una scelta ben precisa del DG Martino ed è, quindi, unicamente sua la responsabilità della presenza sulla prestigiosa panchina amaranto del “figlio d’arte”. Proprio per questo il DG ne trarrà i meriti se tutto andrà bene – come ci auguriamo, perché a noi interessa la Reggina, a prescindere dai nomi che pro tempore l’hanno rappresentata, la rappresentano o la rappresenteranno – o i demeriti – se le cose dovessero, malauguratamente, andare diversamente da quanto sperato. Detto questo, nel dubbio che Martino abbia costruito o meno una rosa adatta al credo di Karel (non ho la presunzione di entrare in discorsi prettamente tecnici), di certo c’è che la squadra, nelle sue prime tre uscite ufficiali (due in Coppa Italia – Reggina-Paganese 0-1 e Vibonese-Reggina 2-2 – e, appunto, una in campionato – Fondi-Reggina 3-1 -) non ha giocato certo bene, a prescindere dai risultati poco lusinghieri. Ma c’è di più, ed è questo di cui ci vogliamo occupare perché ci preoccupa: ripercorrendo in mente la partita di ieri, ci vengono in mente almeno un paio di giocatori – se non più -, a cui, verosimilmente, Zeman potrebbe aver fatto riferimento (senza “verosimilmente”, li ha nominati così come riportato dai colleghi di ReggioNelPallone e Strill). Ora, partendo dal presupposto che si è volatilizzata la “regola” secondo la quale ciò che succede negli spogliatoi è sacro e, come tale, lì avviene e lì resta, e sapendo benissimo che viviamo a Reggio e non a New York (dove Manhattan-Bronx non è Catona-Pellaro), determinate circostanze o si sanno direttamente o ci si arriva per attenta logica. Se, per assurdo, il DG non gradisse come il mister mette in campo la squadra e/o come le detta la tattica e/o la schiera e/o le chiede di fare in campo e, per questo, sta pensando di ritornare sui suoi passi (leggasi “scelta”), altro non può fare che “sperare” che Zeman sbagli o che questo o quel giocatore non renda (“…ognuno ha giocato per conto suo”) come nelle attese del tecnico. Ricordando a noi stessi che il Direttore è, nel caso di specie, sia Generale sia Sportivo e che, in quanto tale, è il responsabile primo dell’intera area tecnica, ci sta che con il mister si confronti e ci sta anche che i due abbiano idee differenti sul “chi”, “come”, “quando” e “perché”.  Se, sempre per assurdo, il DGS (chiamiamolo così ch’è più simpatico, oltre che più esaustivo) giudica idonea la rosa da lui composta (non potrebbe essere altrimenti, legittimamente sia chiaro) e, nel mentre, l’allenatore è di diverso avviso ecco che, come sempre avviene nel calcio, è certamente il mister a pagare dazio con l’esonero il cui spettro è sempre dietro l’angolo per qualunque allenatore sulla faccia della Terra. E se la laconica dichiarazione del DGS (“Parlo il 5 settembre, dopo la partita con il Messina”) la si interpretasse come “Vediamo che succede tra 7 giorni, dopodiché dirò/farò”? In sostanza, quale migliore occasione del sentitissimo derby dello Stretto già alle porte, in caso di sconfitta, potrebbe “causare” il ribaltone in panchina? Siamo nel campo delle ipotesi, sia ben chiaro ed a scanso di equivoci, diciamo che abbiamo avuto un incubo e ci siamo svegliati di soprassalto. Sappiamo, a dire il vero, che il DGS non se n’è stato con le mani in mano e che, assai probabilmente (“certamente” amiamo usarlo quando ne siamo veramente certi), qualche contatto è stato già preso e che, da qualche parte, c’è un allenatore che aspetta sulla riva del fiume.

Nello screenshot di pagina 2 del blog “Iddusapi” (a tal proposito ringraziamo gli autori per l’autorizzazione alla pubblicazione concessaci), a chiudere la rubrica “Novantunesimo”, c’è anche uno stralcio delle dichiarazioni rilasciate nel post-partita dal Presidente Praticò: “La squadra deve onorare la maglia e dare tutto”. Questo, per noi, è Vangelo! E benissimo ha fatto il massimo esponente societario a ribadirlo sin già dal primo post-gara della stagione.

La vigilia del derby si sta man mano assottigliando. Siamo al 29 agosto ma sabato 3 settembre è solo tra qualche ora. Chi può e deve, vigili attentamente: NON VOGLIAMO SCHERZI! NESSUNO, NES-SU-NO, “giochi” con la Reggina: per quel che ci riguarda, quando c’è la Reggina di mezzo, il fine NON giustifica i mezzi!!! Pochi, pochissimi, ormai portano l’anello al naso tanto da non capire il “come” ma soprattutto il “perché” si vince o si perde una partita di pallone. Giochiamo questo derby e vinciamolo, tutti insieme. Poi, i risultati che verranno scriveranno le future pagine amaranto. Ad maiora!     

P.S.: a margine, ma solo a margine, registriamo la voce di una pagina Facebook riferibile ai tifosi del Messina secondo la quale ai peloritani verrà vietate la trasferta di Reggio Calabria in occasione del derby di domenica prossima probabilmente per i 9 arresti tra i tifosi messinesi nel post derby del 30 maggio 2915. A che serve la Tessera del Tifoso? Un derby senza tifoserie non è un derby con tutti i crismi. A prescindere dalla giusta e sana rivalità, a noi dispiacerebbe che i tifosi ospiti non ci fossero.

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Author: Maurizio Gangemi