Messina: ancora una tragedia “annunciata”

Uno tsunami di fango. Terribile quanto accaduto ieri l'altro in provincia di Messina, qualche chilometro più a sud del capoluogo peloritano lungo la costa jonica. Ore di pioggia incessante hanno causato lo smottamento del terreno lungo un costone di montagna di Giampilieri Superiore (nella foto). 20 morti, 35 dispersi, 400 e passa sfollati, è il tragico bilancio di una tragedia che, probabilmente, poteva essere evitata. Qui, in questo lembo sperduto di un'Italia sempre troppo distratta impegnata a moltiplicare potere e business o ad ascoltare una escort che racconta i fatti suoi ad un Paese più impegnato nel gossip scandalistico che interessato alle cose serie.

Già due anni fa (il 25 ottobre del 2007), nella stessa zona, nello stesso paese del messinese, un altro episodio del genere per fortuna senza vittime.  La causa appare certamente sia quel famigerato "dissesto idrogeologico"* troppe volte chiamato in causa in circostanze del genere e troppe volte dimenticato allorquando l'attenzione della cronca si è spostata altrove. Stare qui a recriminare è certamente ipocrita, non ci resta che prendere atto di come in un Paese come il nostro, dove ogni singole ora di pioggia può causare morti e distruzione, chi deve arriva sempre un minuto dopo salvo poi cercare giustificazioni e non assumersi responsabilità. In fondo, se è vero com'è vero che "contro" la Natura ben poco si può fare, è vero anche che gli uomini danno una mano affinché un fenomeno naturale si trasformi in tragedia. Il Presidente della Repubblica è saggio ed ha ragione ("Niente opere faraoniche ma un piano serio che investa nella sicurezza"), ed allora che l'attenzione dei nostri politici lasci perdere il Ponte o altre inutilità del genere (e, comunque, non aventi carattere di priorità rispetto a molte altre) e si ponga sul territorio di tutto il Paese. Bertolaso spiega perché accadono eventi del genere: “L’acqua fa il suo corso e le case sono costruite dove non si dovrebbe, se sono sul greto di un fiume cosa avremmo dovuto aspettarci di diverso?”. E’ ovvio, chi non hai mai visto l’acqua scorrere senza fermarsi mai e modellandosi a seconda del “canale” in cui passa? Se le piogge cadono incessanti, filtrano nel suolo ammorbidendolo, dove volete che vada a finire tutta l’acqua caduta se non verso il mare? Se trova spazio bene, altrimenti se lo crea da sola! L’autunno si è presentato come “meglio” non poteva, ma fino a marzo prossimo sarà inverno e, purtroppo, non crediamo che ciò che è appena successo ha probabilità bassissime di riaccadere altrove. 

* Il dissesto idreogeologico è l'insieme dei processi morfologici che producono modificazioni territoriali in tempi molto rapidi, spesso interagendo in modo negativo e/o distruttivo sulla vita e le opere dell'uomo. Hanno un’azione fortemente distruttiva, in termini di degradazione del suolo e quindi indirettamente nei confronti delle costruzioni. Esso comprende tutti quei processi a partire dall’erosione fino agli eventi più catastrofici delle frane. Le azioni attuabili in relazione a questo rischio sono: la PREVISIONE, la PREVENZIONE e la MITIGAZIONE degli effetti.

 

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Author: Maurizio Gangemi