Marco Criaco: un giovane talento reggino trova fortuna nel nord-est

“Nemo propheta in patria”, diceva qualcuno. Da sempre Reggio è fucina di talenti in ogni ambito della cosiddetta società civile, ma allo stesso modo da sempre moltissimi nostri concittadini talentuosi sono “costretti” a lasciare la città della Fata Morgana per andare a cercare e, spesso, a trovare fortuna altrove. Tanti esempi potremmo fare per rendere meglio il concetto (dai compianti Versace e Crucitti nei campi della moda ed in quello della medicina, da Monorchio per ciò che concerne l’economia e via dicendo), ma non sarebbero mai abbastanza ed, oltretutto, la nostra memoria sicuramente ci trarrebbe in inganno facendocene dimenticare moltissimi alti ancora.

Uno dei settori che spesso ha fatto parlare di Reggio per merito dei reggini è senza alcun dubbio lo sport. Come dimenticare, nel basket per esempio, i fratelli Marco e Lucio Laganà (figli di quel Lucio per tanti anni bandiera della gloriosa Cestistica “Piero Viola” e di Katia Romeo pioniera del basket femminile reggino) già da molti anni “emigrati” ad altre latitudini e dallo stesso tempo nei ranghi delle varie Nazionali? Come dimenticare, nel calcio, quel Sergio Campolo che fu uno dei primi – se non il primo – reggino ad approdare in serie A molti anni prima del 1999 anno in cui ci arrivò anche la Reggina? Questi sono solo alcuni esempi di atleti, ma potremmo dilungarci ancora oltre abbracciando altre discipline con più o meno seguito (dall’atletica leggera al tiro a volo, dal karate alla boxe e via dicendo) per poi continuare con altrettanti nomi importanti con ruoli più che lusinghieri all’interno delle varie Federazioni sportive (Giuseppe Pellicone, per esempio, da molti anni alla guida della FIJLKAM – Federazione Italiana Judo Lotta Karate ed Arti Marziali – oppure Demetrio “Mimmo” Praticò oggi presidente del CONI Regionale – Comitato Olimpico Nazionale Italiano – ma già da tempo immemore delegato ed accompagnatore di molte Nazionali Under facenti capo alla FGCI – Federazione Giuoco Calcio Italiana -). Molti sono stati, sono e, purtroppo, saranno coloro i quali raccoglieranno consensi lontani dalla natia terra (d’altro canto, se il detto “Riggiu non vindiu mai ‘ranu” – “Reggio non ha mai venduto grano”, a significare l’incapacità di farlo per svariate ragioni che non stiamo qui a sottolineare – è d’antica memoria allora vorrà dire che almeno un fondo di verità ci sarà, no?). E così è stato anche per il calcio e per la sua massima espressione cittadina: la Reggina. “E’ stato”, sottolineiamo. Già, perché da qualche tempo in qua pare che le cose stiano cambiando e che il settore giovanile della Società reggina stia finalmente dando i frutti sperati non fosse altro perché curato, seguito attentamente e “costruito” di giorno in giorno. Oggi, in prima squadra, ci sono molti più reggini che mai: Simone Missiroli, per esempio, ma anche i fratelli Nicolas ed Alessio Viola reggini di Taurianova (con quest’ultimo da qualche mese ceduto per fare esperienza), per passare ad Antonino Barillà reggino di Catona (“Ninu ra Catuna”, per l’appunto) fino ad arrivare a Pietro Marino reggino di Gallina. Come si può notare, se si lavora alacremente e, soprattutto, seriamente giovani talentuosi ne nascono anche a Reggio, ma il difficile sembra essere trattenerli qui dove le Società spesso inseguono il rapido guadagno (piuttosto che “crescere” i loro gioielli e saper attendere pazientemente) e/o le strutture dove questi ragazzi si allenano sono obsolete e, quindi, nemmeno attenzionate da chi di dovere. Uno di questi reggini, ma solo uno dei tanti, che sono andati a cercar fortuna altrove è Marco Criaco (nella foto). Marco è nato a Scilla il 22.05.1989 e, trasferitosi a Pordenone nel 1994 per seguire la sua famiglia per motivi di lavoro (anche questo è un caso di “emigrazione forzata”), ha iniziato la sua carriera tra le fila dell’ “Aurora Pordedone”. Mancino puro, ma dotato anche di un buon tocco di palla con il destro, ha iniziato tra i Pulcini nel ruolo di ala sinistra (adesso si chiama “esterno d’attacco”). Nel 1998 è rientrato con la famiglia nella sua terra d’origine ed ha giocato con la “Tommaso Maestrelli” sotto l’attenta osservazione del mister Mimmo De Clario. In due sole stagioni come Esordiente, realizzò qualcosa come 198 goals o giù di lì tant’è che la più blasonata Reggina l’attenzionò e lo portò a se prima disputando il campionato dei Giovanissimi nazionale e poi quello di Allievi nazionale. Come spesso accade, però, la fortuna va e viene e Marco fu costretto ad abbandonare i campi in erba per 6 mesi a causa di un incidente alla schiena. Passato il brutto periodo, Criaco accettò le lusinghe del Catanzaro (salta subito agli occhi come la Reggina non ebbe pazienza e lo cedette in maniera forse troppo frettolosa) disputando ancora il campionato Allievi nazionale. Fallita la Società catanzarese, e già notato dai dirigenti del Pordenone dov’era per caso in vacanza, è stato immediatamente tesserato dalla Società friulana per disputare il campionato Juniores nazionale. Breve fu l’esperienza in quel torneo giacché fu arruolato in prima squadra militante nel campionato di Eccellenza. In breve tempo diventò titolare inamovibile contraddistinguendosi tanto in numero di goals realizzati quanto in assist serviti soprattutto al compagno di squadra Andreolla che, grazie proprio a lui ed ai suoi assist, vinse la classifica cannonieri portando il Pordenone a vincere il campionato e ad approdare in Serie D. Proprio in quella stagione, Marco vinse il premio quale miglior giocatore nel ruolo di attaccante tra i migliori talenti di Friuli e Veneto assegnato dai giornalisti sportivi del ricco ed opulento nord-est. Criaco fu definito da mister Maurizio Trombetta (una brevissima parentesi anche a Reggio nella Primavera – prima che se lo “facessero fuori” – ma, soprattutto, un’altra precedente ed importantissima in Romania, nel Cluji, con annessa partecipazione alla Champions League per lui), allora allenatore del Sevegliano, “il miglior talento” che ebbe modo di vedere (dichiarazione riportata il 04.12.2007 sul sito www.slowfootball.it). Marco, in quegli anni, sostenne un provino anche con l’Inter che, purtroppo, lo definì “troppo gracilino” e quindi, ancora con il Pordenone in Serie D, giocò la sua miglior stagione fino ad oggi. Attenzionato dal Bassano militante in Lega Pro nel girone A della Prima Divisione (la C1 di un tempo, per intenderci), fu acquistato a titolo definitivo e messo a disposizione di mister Jaconi con quest’ultimo che, gradatamente, lo sta inserendo nella rosa della prima squadra fino a concedergli 16 minuti contro il Sudtirol mentre è titolare inamovibile in Coppa Italia dove ha sempre giocato realizzando già 2 reti.

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Author: Maurizio Gangemi