Facebook: scatta l’indagine per la sicurezza del premier

Su Facebook la pagina "Uccidiamo Berlusconi" (nella foto) ha 12 mila iscritti. Il ministro della Giustizia Alfano ha invitato la magistratura ad avviare un'indagine sulla sicurezza di Silvio Berlusconi, dopo che Il Giornale ha pubblicato la notizia dell'esistenza su Facebook di una pagina intitolata «Uccidiamo Berlusconi», che ha circa 12mila iscritti (ma esiste anche la pagina «Uccidiamo tutti quelli che vogliono uccidere Berlusconi» che conta circa 650 membri).

«La magistratura faccia il proprio dovere indagando, perseguendo e trovando coloro i quali inneggiando all'odio e all'omicidio commettono un reato penale – ha detto Alfano -. C'è un tema grande di sicurezza che riguarda la persona del presidente del Consiglio e io ho posto questa questione nel corso del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto al Viminale». Il Guaradasigilli, parlando a Venezia, si è detto profondamente turbato dalla notizia di forum «che inneggiano all'odio nei confronti di Silvio Berlusconi e all'omicidio nei confronti del presidente del Consiglio». «Poiché nel nostro Paese esiste l'obbligatorietà dell'azione penale – ha proseguito – io mi attendo che la magistratura faccia il proprio dovere». Secondo Alfano, oltre che un reato penale, simili comportamenti evidenziano «un'azione disdicevole dal punto di vista morale».Sulla vicenda si è mosso anche il Pd, dopo il caso del coordinatore di Vignola, Matteo Mezzadri, che ha scritto sul suo profilo «possi¬bile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlu¬sconi?». Dario Franceschini ha chiesto all'amministrazione di Facebook di chiudere il gruppo che minaccia Berlusconi, ma respinge l'idea che ci sia un collegamento con il modo di fare opposizione da parte del Pd. Parlando alla trasmissione Omnibus su La7, Franceschini ha condannato il gruppo che, su Facebook, raduna persone che dichiarano di desiderare la morte di Berlusconi: «Quel gruppo va chiuso – ha affermato -, ma non c'entra nulla con lo scontro politico. Sono forme demenziali, che vanno condannate, e io so che in altre situazioni l'amministrazione di Facebook ha chiuso alcuni gruppi». Franceschini ha comunque respinto un possibile collegamento, anche indiretto, con il modo in cui il Pd fa opposizione: «Non c'entra nulla l'opposizione – ha sostenuto – che si fa come da noi in tutto il mondo».

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Author: Maurizio Gangemi