Daniele Canale: “Adesso o mai più!”

Da Daniele Canale (nella foto), candidato alle prossime Elezioni Comunale ma definitosi "candidato senza simbolo", riceviamo e pubblichiamo. "Anche il tuo spazio e su-misura. Non hai forza per tentare di cambiare il tuo avvenire per paura di scoprire libertà che non vuoi avere”. Negli ultimi tempi mi sono soffermato parecchio su questa frase avendo avuto la netta sensazione che essa possa raffigurare, come uno specchio, una delle più grandi pecche del popolo reggino e calabrese in genere. Credo infatti che troppo spesso ci siamo crogiolati nell’arretratezza a cui sì ci hanno costretto anni ed anni di politiche assistenzialiste incapaci di creare sviluppo ed indipendenza, ma che noi abbiamo accettato di buon grado, avallandone nei fatti la pratica ed elevando contemporaneamente il lamentarsi del proprio destino nero a massimo sport locale senza mai, appunto, tentare di cambiarlo questo fato comodamente descritto e vissuto come avverso senza possibile soluzione di continuità.

E' altrettanto vero il fatto che, nonostante tutto, molto  sia cambiato negli ultimi dieci anni. E’ stata messa in atto, soprattutto nell’ambito di Reggio Calabria, una vera e propria rivoluzione che ha toccato tutti gli ambiti cittadini: dal turismo alla vivibilità, dai servizi sociali alla gestione della burocrazia, dalla crescita di appeal a livello nazionale all’ internazionalizzazione stessa della nostra Reggio. Tutto il lavoro che è stato fatto in questi anni, seppur titanico e imprescindibile, è solo la base della piena realizzazione di quel processo di sviluppo ed indipendenza. E qui si allaccia il nodo a cui mi riferivo all’inizio: non vorrei che la gente si accontentasse e, seguendo gli atavici pessimismi e pigrizie, si convincesse che non si possa fare niente di più di ciò che già si è riusciti a fare. Niente di più sbagliato! Assecondare questo pensiero vorrebbe dire buttare a mare il lavoro di dieci lunghi anni. Si parla tanto di “Modello Reggio”, quello che la stragrande maggioranza non ha ancora capito è che il “Modello Reggio”, così com’è stato concepito dai legislatori e governatori che l’hanno creato e posto in essere, deve ancora arrivare, sono state sì create le basi (solide ed importanti) ma il meglio deve ancora venire. Per questo è importante che si prosegua sulla strada tracciata fino ad ora lasciandola completare a chi l’ha iniziata. Tutti noi abbiamo bene in mente i programmi precisi, concreti, di fatti e non di parole dei candidati Arena e Raffa. Questi sono i programmi e gli uomini che sanno già cosa fare per far rendere in tutto il suo infinito potenziale il “Modello Reggio”. Dobbiamo sfruttare tutte le risorse che questa splendida città ha ricevuto quando qualcuno, lassù, l’ha concepita. Solo da poco abbiamo capito che un posto come il nostro è una perla incastonata nel mediterraneo; in altri ambiti, con molte meno risorse naturali e culturali, hanno fatto interventi mirabolanti che hanno portato, a territori molto meno significativi del nostro, benessere, salvaguardia ambientale e ricchezza. Noi siamo un museo a cielo aperto dove si sposano alla perfezione cultura, storia e natura. Dobbiamo attrezzarci al meglio per godere di ciò che questo matrimonio ci può portare in dote se solo sappiamo sfruttare e rispettare il nostro territorio alla perfezione: ricchezza, in ogni ambito, e cioè ricchezza per i suoi residenti, ricchezza culturale, ricchezza sociale. Mi preme infine illustrare e far conoscere ai lettori delle proposte che, in qualità di candidato per il rinnovo del Consiglio Provinciale, fanno parte integrante del mio programma e che, qualunque sia il mio risultato, porterò in seno alle Amministrazioni locali: che si dia finalmente possibilità di successo alle numerose iniziative e progettualità create dalle tante associazioni presenti nel territorio stanziando un fondo importante a cui possano esse possano accedere. Molto spesso i loro progetti sono tanto innovativi e concreti quanto è difficile realizzarli senza il sostegno economico degli Enti, perciò si dovrebbe badare a raccogliere, analizzare e valutare tali progetti approvando quelli che veramente creano sviluppo e plusvalenza economica anche quando l’investimento iniziale è importante. Un altro punto imprescindibile è che il “Miramare” rimanga una struttura Comunale e che sia rimesso in funzione il più presto possibile con l’utilizzo di forza lavoro esclusivamente reggina e che, praticando una politica di prezzi competitiva, alimenti le casse del Comune e dia lavoro sicuro e retribuito normalmente senza attese e senza lo sfruttamento tipico che, ahimè, spesso impone una gestione privata. Che la miriade di uffici comunali, degli Enti (Inps su tutti) etc venga spostata dal centro città e raccolta in una sorta di secondo centro direzionale dislocato in periferia e che al loro posto vengano costruiti nuovi alberghi, nuovi punti di ritrovo e turistici, gestiti dal Comune secondo lo schema adottato con il “Miramare” oppure che vengano affidati ai privati ma solo dopo accordi ben precisi in cui venga imposta sia la presenza di lavoratori reggini sia una politica di prezzi competitiva. Tutto ciò ravviverebbe d’un colpo sia il centro che le periferie e, anche alla luce del prossimo federalismo fiscale, porterebbe alla sicura nascita di un circolo virtuoso dove lo sviluppo della città corre a braccetto con il benessere dell’Amministrazione che la conduce essendo uno la forza propulsiva dell’altro".

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Author: Maurizio Gangemi