Il Sindacato Autonomo FIALS esprime profonda preoccupazione per la lettera inviata dalla società Acquereggine e riguardante l’impossibilità di proseguire nell’attività in presenza di un enorme massa debitoria pari a 24 mln di euro circa. Soldi che i Comuni, in primis quello di Reggio Calabria (18 mln), dovrebbero dare ad Acquereggine a fronte di servizi già resi, servizi di pubblica utilità. È mai possibile non riconoscere che molti comuni sono ormai in fase di dissesto finanziario? E perché la politica tende sempre ad alzare cortine fumogene per nascondere le proprie pesanti responsabilità? E cosa c’entrano, con i “modelli Reggio” e le presunte carenze di liquidità, 130 lavoratori e le loro famiglie che dal 1° Gennaio 2012 andranno ad ingrossare l’esercito dei disoccupati, mentre i politici continuano ad ingrassare alle spalle delle fasce sociali deboli? Ma la cosa che fa piu’ male è l’assoluta indifferenza e superficialità con la quale viene trattato il sistema di depurazione e fognature. Un servizio di pubblica utilità che, se dovesse continuare l’atteggiamento passivo degli enti, si troverà ad esplodere causando disastri ambientali.
Intanto i Comuni hanno creato un disastro sociale in quanto, non pagando il dovuto ad Acquereggine, hanno costretto la società ad attivare dal 15 Ottobre 2011 le procedure per il licenziamento collettivo. Speriamo che, parimenti ad altre situazioni analoghe (si pensi al terzo settore con il comune di Reggio Calabria), anche per i 130 lavoratori di Acquereggine possa esserci la solidarietà e l’intervento di tutte le parti sociali, la Chiesa, i Sindacati, gli Organi di Governo, gli Enti Locali. Non servono piu’ belle parole ed interrogazioni regionali, servono atti e fatti concreti per non lasciare i cittadini in balia di disagi ambientali e non lasciare che 130 famiglie finiscano in mezzo ad una strada. La FIALS ritiene che nella disgrazia si debba essere almeno tutti uguali. Il sindacato pubblicherà i dati dei comuni morosi anche per far conoscere all’opinione pubblica gli autori di questa macelleria sociale.