Reggio di Calabria: martedì 11 la presentazione del libro “Calopinace”, opera prima di Emanuele Minniti – IL REGGINO

(20) Un libro che scava nei ricordi giovanili in un quartiere a cavallo della fiumara simbolo di Reggio Calabria: il Calopinace. Il suo nome ha origini greche. I coloni calcidesi che giunsero qui lo chiamarono Apsìas, “il più sacro dei fiumi”, che l’oracolo di Apollo a Delfi indicò loro come il luogo dove fondare la nuova colonia, “lì dove avessero trovato una femmina abbracciata ad un maschio”. Individuarono il segno in una vite avvinghiata ad un leccio.  C’è, quindi, qualcosa di magico in quel torrente, che oggi solo d’inverno vede scorrere dolcemente magri rivoli di acqua che molto raramente si trasformano in piene impetuose che colorano il mare di fango. E c’è anche quello che attorno a quel torrente avviene, caratterizza la vita della città. Nasce da qui, “Calopinace” il libro, opera prima, di Emanuele Minniti, in arte ‘DottorMinniti’, medico chirurgo, gastroenterologo, e urogolo, per molti anni in servizio nei più prestigiosi ospedali del Nord Italia, ed ora, da pensionato, ‘emigrato di ritorno’, pur nelle sue ripetute scorribande a Reggio.

Attraverso una narrazione ricca di dettagli e aneddoti, l’autore ripercorre l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta, evidenziando il profondo legame con il territorio e le persone che hanno segnato la sua vita.Il racconto si apre con la descrizione del torrente Calopinace, un corso d’acqua che segna il confine di un territorio suddiviso tra due comunità storicamente distinte: quella dei ferrovieri e quella dei pescatori. Questo spazio geografico diventa il simbolo di un’identità divisa, ma al tempo stesso un punto di riferimento costante nella memoria dell’autore. Sin da bambino, il protagonista osserva con curiosità il torrente, immaginandolo come un fiume navigabile dei tempi antichi, ricco di storie e misteri legati alla città greca che sorgeva nelle vicinanze.

Le pagine del libro sono animate da una serie di personaggi che danno vita al quartiere. L’autore rievoca amicizie, rivalità e momenti di condivisione, come quelli trascorsi a giocare in strada, partecipare alle attività della parrocchia o affrontare le tensioni con i ragazzi del rione “nemico”.

Un elemento centrale della narrazione è il tema della crescita e della scoperta del mondo adulto. L’autore racconta episodi legati alla scuola, alle prime esperienze amorose e alle influenze culturali che hanno contribuito alla sua formazione. Il libro esplora anche le trasformazioni urbane e sociali del quartiere. Cambiamenti che rappresentano la metafora della perdita dell’innocenza e della fine di un’epoca, in cui la comunità era ancora saldamente legata alle tradizioni e ai valori condivisi. Non manca un capitolo dedicato alla rivolta di Reggio Calabria del ‘70, un periodo di forti tensioni politiche e sociali che ha segnato profondamente la città. Emanuele Minniti si sofferma sul clima di instabilità che si respirava per le strade. Poi, il passaggio all’età adulta, il percorso universitario e l’ingresso nel mondo del lavoro come medico. Le esperienze vissute nell’ambito della professione diventano occasione per riflettere sul valore dell’aiuto agli altri, sulla difficoltà di operare in contesti spesso ostili e sulla responsabilità che deriva dal proprio ruolo. Il libro è punteggiato da racconti di incontri con pazienti e colleghi, che offrono uno spaccato realistico e intenso della vita lavorativa.

Uno degli aspetti più toccanti della narrazione è il ritorno alle origini dopo anni di lontananza. L’autore riscopre il valore della sua terra, vedendola con occhi diversi e comprendendo che l’identità e il senso di appartenenza non si perdono mai del tutto. Il torrente Calopinace, che da bambino osservava con meraviglia, diventa il simbolo di un passato che continua a scorrere, influenzando il presente e il futuro.

“Calopinace” sarà presentato martedì 11 marzo, alle ore 17, 30, nella sala “Gilda Trisolini” di Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in piazza Italia, a cura dell’Associazione Culturale “Il Salotto dei Poeti”. Con l’autore, dopo i saluti istituzionali del Delegato alla Cultura della Città Metropolitana, il consigliere Filippo Quartuccio, dialogheranno, la scrittrice Nanà Bertè, lo storico prof. Domenico Minuto e per la “Rosa nel pozzo Edizioni”, l’editore Antonino Santisi.

Condividi sui social

Author: Ufficio Stampa