Reggina: è caos! Gallo ci dica la verità su come stanno le cose – IL REGGINO

(1) Che il Presidente Gallo abbia un forte culto dell’ego è ormai fatto notorio.

Non è neanche tanto il fatto del suo primo piano stilizzato sulla fiancata del pullman della squadra, quanto la primissima impressione da lui stesso manifestata al momento della sua “apparizione” nella sala destinata alla conferenza stampa (ai miei tempi le conferenze stampa erano dedicate, appunto, alla Stampa e non anche agli amici degli amici, ma questo è un altro discorso) di presentazione: l’annuncio a tutto volume e lui fermo immobile, qualche metro dentro la sala, quasi ad attendere l’ovazione della platea.

Certo, venivamo da anni di tribolazioni e dall’onta di una mancata iscrizione della squadra al campionato di appartenenza (la prima e speriamo l’unica in 101 anni di Storia – allora, oggi 108)) per “merito” di Lillo Foti (un Presidente che resterà per sempre nella Storia purtroppo anche per il vergognoso epilogo della sua epopea durata quasi 6 lustri) a cui avevano fatto seguito 3 anni e mezzo di reggenza Praticò caratterizzati da ulteriori delusioni circa la gestione societaria ed il sentirsi perennemente sul filo del rasoio.

Gallo, per questo, è stato abile e fortunato: non sappiamo quanto e come conoscesse Reggio Calabria e la Reggina ma sappiamo che ha saputo presentarsi nel migliore dei modi: spocchioso, sicuro di sé, arrogante e, da tipico romano, baldanzoso e presuntuoso.

Sfoderando evidente conoscenza delle richieste dei tifosi, del loro stato d’animo e delle vistose critiche della Stampa dopo anni ed anni di nulla cosmico, Gallo è stato abile a sfoderare demagogia allo stato purissimo dicendo esattamente ciò che la piazza voleva sentirsi dire: su marchio, Sant’Agata, categoria d’appartenenza e situazione trovata sono stati i suoi interventi più sentiti dai tifosi.

Comprendiamo, per certi versi, il posizionamento a 90° dei tifosi; comprendiamo meno quello di una parte della Stampa che dovrebbe (sottolineiamo dovrebbe) restare sempre e comunque super partes al fine di raccontare fatti e circostanze nella maniera più asettica possibile senza cadere quindi in assecondamento nei confronti di chicchessia. Ma tant’è…

Gallo ha grossi, grossissimi meriti che sono sotto gli occhi di tutti e che gli vanno riconosciuti senza se e senza ma. Raggruppandoli in un’unica frase, quella più idonea è senza dubbio l’aver fatto ciò che ha promesso di fare: acquisizione del marchio, ritorno al Sant’Agata da proprietario e raggiungimento della categoria più consona alla Reggina. E, di questo, i tifosi, gliene hanno dato atto cospargendolo di affetto e lusinghe. Lo ha fatto persino il Comune attribuendogli la Cittadinanza onoraria, onorificienza fino ad allora destinata a Mazzari ed alla sua straordinaria squadra per quello che fu il massimo risultato sportivo raggiunto nella stagione 2006/2007 con l’ottenimento della salvezza in A pur partendo da un pesantissimo -11 in classifica. Abbiamo visto decine di immaginette in cui il Presidente è stato immortalato come Re, Imperatore, anche come Regina e persino in sostituzione della Madonna della Consolazione al centro del Quadro sulla Vara. Esagerazioni fastidiose, certo, ma al riggitano medio sono sufficienti poche cose per chiamare papà chiunque gli apporti in qualche modo beneficio (anche apparente, non importa).

Gallo, però, ha manifestato anche grossi limiti in materia calcistica: sia ben chiaro, non è un reato né un peccato capitale giacché nessuno è esperto in tutto (tranne i “tuttologi” sui social ben definiti da Umberto Eco e che continuano a proliferare come sciami di cavallette impazzite) ma è lapalissiano che un imprenditore che decide di entrare in un mondo non suo si debba affidare a persone esperte e di fiducia.

In dote dalla precedente gestione, Gallo ha trovato e confermato il DS Taibi a cui ha affiancato il DG della sua holding Vincenzo Iiriti e tale Federica Scipioni quale Direttore Pianificazione ed Affari Societari salvo poi promuoverla ad Amministratore Delegato salvo poi cancellarla dai quadri societari.

Né Iiriti né Scipioni avevano cultura e preparazione necessaria per occuparsi di calcio ed ecco che, di fatto, l’unico titolato a farlo è stato Taibi (e lo è tutt’oggi) nonostante i due di cui sopra, godendo della fiducia di Gallo, non solo hanno tentato ma sono riusciti a metter becco su scelte tecniche ed approfondimenti di natura tattiche e di mercato. Purtroppo!

La situazione che, oggi, sta vivendo la Reggina è senza alcun dubbio figlia di una gestione “allegra” e sconclusionata.

Il Presidente hai mai pensato, per esempio, che nei 37 mesi da quando è proprietario solo per uno ha avuto a busta paga un solo allenatore? Dal 10 gennaio al 9 febbraio 2019 è stato Cevoli l’allenatore in questione. Poi Drago con Cevoli accantonato ed ancora Cevoli con Drago a casa sua; la stagione successiva è toccato a Toscano con ancora Drago sotto contratto; poi ancora Baroni con Toscano esonerato; fino ai giorni d’oggi con Stellone e la coppia Aglietti e Toscano a riposo.

E che dire dei Direttori Generali? In primis Iiriti, poi Gianni, poi Tempestilli, poi Scipioni (AD), poi Mangiarano, poi De Lillo (ufficialmente GM) ed infine ancora Iiriti.

E dei Responsabili del settore giovanile? Romeo, Spataro, Tempestilli, Taibi ed oggi sembrerebbe tale Lucidi non ufficializzato e, per questo, tenuto in naftalina. Tutti (o quasi) in contemporanea presenza poco edificante di tale Eugenio – detto Ennio – Russo, personaggio noto alle cronache perché plurideferito.

In 3 anni tutte queste persone attorno al Presidente con alcune delle quali a sfruttarne la mancanza di conoscenza in materia circa come si gestisce un’azienda che produce calcio. Dovremmo pensare che il Presidente Gallo sia un ingenuo attorniato da vecchi volponi abili a carpirne le lacune a proprio favore? Beh, volendo essere buonisti diremmo di si anche perché non capiamo proprio le presunte competenze di IIriti e De Lillo (della non ne parliamo Scipioni perché ormai defenestrata, ma anche lei, a suo tempo…).

La situazione odierna non è certo ottimale: non lo è dal punto di vista sportivo (guardando la Reggina colare a picco verso posizioni pericolose) e non lo è nemmeno dal punto di vista finanziario aziendale.

Intanto ciò che si nota con evidenza è un clamoroso ed indecente tutti contro tutti: ognuno a contraddire l’altro difendendo se stesso. Poi un numero di dichiarazioni/interviste spropositato circa il momento delicato. Poi ancora un apparente vuoto in postazione di comando che permette a tutti di rivendicare meriti (tralasciando i demeriti, ovviamnte).

Tornando al punto di vista economico/finanziario è notorio, infatti, che il Presidente abbia speso molti soldi ma è altrettanto evidente che molti di questi li ha spesi male, malissimo.

6 allenatori in 3 anni non sono certo pochi; una quantità inverosimile di cessioni con tanto di “incentivo all’esodo” nemmeno; qualche decreto ingiuntivo (parliamo solo di quelli di cui abbiamo contezza senza appropriarci di notizie fornite da terzi) ricevuto e che lo ha visto soccombere non è fatto gradevole; un settore giovanile che non ha prodotto un fico secco è denaro sprecato.

Ed allora? La crisi della Reggina attuale è solo tecnica? Onestamente non parrebbe! Le responsabilità sono soltanto di Gallo? E’ lui il Presidente e, quindi, il garante di ciò che fanno i suo i collaboratori. E Taibi? Ovviamente ha delle responsabilità in materia di scelta di giocatori e, per questo, di risultati: come si può escludere il DS (fino a qualche tempo fa definito anche come Responsabile dell’Area Tecnica) dal marasma generale? E’ chiaro che tutte le componenti sono responsabili. Non escludendo di certo i giocatori: pochi, pochissimi, quelli veramente legati alla squadra di appartenenza e sempre più orientati a sfruttare i contratti senza il benché minimo rispetto per Società e tifosi.

Dal Presidente Gallo, infine, vorremmo chiarezza, insomma che ci rispondesse dicendoci la verità sulla situazione a 360°. Verità che merita la Reggina, che merita Reggio e che meritano i tifosi che lo hanno incensato e che, purtroppo, oggi stanno razionalmente riflettendo sui fatti mettendo da parte la passione viscerale per la Reggina.

In fondo abbiamo criticato aspramente un “mostro sacro” come Lillo Foti dopo tutti i successi ottenuti e non possiamo farlo con Gallo al suo terzo anno di attività? Suvvia…

Presidente la esorto a dirci la verità, anche se fosse scomoda e controproducente: Reggio ed i Reggini meritano risposte per non basarsi su presunzioni, illazioni o altro. Si renda protagonista di una conferenza stampa in cui ci dia delucidazioni, chiarimenti, risposte, certezze o smentite circa le preoccupazioni che impegnano i pensieri dei tifosi amaranto.

Sa perché, Presidente? Glielo dico chiaramente e senza fronzoli: temiamo fortemente di (ri)trovarci, tra qualche mese, a fare i conti con il rischio concreto di un ennesimo fallimento a maggior ragione se successivo ad una nefasta retrocessione. Ed i Reggini non lo meritano (né per mano sua né l’hanno meritato per mano di chi gliel’ha già fatto subire in passato).

Cordialità.

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Author: Maurizio Gangemi