(1) Lo ammettiamo, candidamente e senza timore alcuno: l’azionista di maggioranza, stavolta, ci ha sorpresi (ma non troppo). Eravamo qui, intenti a dire la nostra sulla mancata celebrazione del Centenario della “nostra” Reggina
quand’ecco che arriva la notizia di un ennesimo colpo di coda made in Reggina Calcio SpA 1986: Gianluca Atzori, tecnico già richiamato in panchina a sostituire colui che gli era succeduto dopo la risoluzione (consensuale? forse) del contratto – Fabrizio Castori – dopo 5 gare in cui ha ottenuto un solo punto, è stato esonerato (risoluzione o meno che fosse nella prima occasione, di fatto è stato allontanato per la seconda volta nella stessa stagione) e la squadra affidata a Franco Gagliardi (si, ancora lui) con compiti di vigilanza e supervisione sul tecnico della Primavera Diego Zanin (promosso in prima squadra ma sembrerebbe ancora senza patentino) coadiuvato da Giovanni Saffioti e Stefano Grilli. Non da ultimo, dopo la notoria richiesta da parte di Atzori di “allontanamento” dalle vicinanze della prima squadra del DS Giacchetta (e conseguenti dimissioni dell’accompagnatore Carrozza, uomo legatissimo al DS e fino ad allora sua impersonificazione in panchina), ovviamente quest’ultimo ha riconquistato il proprio posto riappropriandosi così delle competenze e delle attribuzioni concessegli dalla Società. Perché “sorpresi ma non troppo”? Perché chi conosce la Reggina intesa come Società non poteva non sapere, o quantomeno presumere, che le richieste di Atzori (5/6 nuovi arrivi con tanto di lista stilata con nomi e cognomi), ribadite dopo l’ennesima sconfitta di Terni, non sarebbero mai e poi mai state esaudite. In primis perché le casse della Reggina sono esauste [(ci sarebbe da chiedersi dove sono finiti i quattrini atteso che è sotto gli occhi di tutti che, nella sua storia recente – negli ultimi 27 anni e passa, per intenderci -, le entrate sono sempre state maggiori delle uscite e, quando il sottoscritto lo ha chiesto in una trasmissione televisiva, nel gennaio del 2012, tra lo stupore generale gli è stato risposto che stava facendo illazioni salvo poi, qualche mese dopo, uscire la notizia di un’inchiesta della Procura di Milano circa presunte fatture false, presunte distrazioni di fondi e presunte esportazioni di denaro all’estero a carico dell’allora presidente – ora “semplicemente” azionista di maggioranza – Pasquale Lillo Foti e del procuratore Tullio Tinti) leggansi: http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/Il%20Quotidiano%20della%20Calabria/351269/Nuova-tegola-sulla-Reggina-Giro-di-fatture-inguaia-Foti.html, http://ilquotidianoweb.it/news/cronache/714035/Frodi-nel-mondo-del-calcio-.html, http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/cronache/714037/La-prima-inchiesta-riguardante-la-Reggina.html, http://www.ildispaccio.it/quadrante-amaranto/13465-reggina-false-fatture-all-estero-foti-inibito-per-due-anni-multa-salatissima-al-club, http://www.corrieredellacalabria.it/stories/reggio_e_area_dello_stretto/15701_frodi_nel_calcio_coinvolte_reggina_crotone_e_cosenza/ se dal "presunto" si passerà al "certo" allora il nostro dubbio era lecito, altrimenti la storia dirà che abbiamo detto eresie dimostrandoci di aver torto noi e ragione altri)] e, poi, perché, oggettivamente, con 14 punti raccolti nel girone d’andata (frutto di 3 sole vittorie, 5 pareggi e 13 sconfitte), essendo la quota salvezza fissata a 50 punti, come si potrebbe mai pensare di conquistarne 36 (due volte e mezza in più di quelli già ottenuti) solo nelle 21 gare del girone di ritorno? Una domanda sola ci poniamo: che presidente è colui il quale, se necessario, non mette mani al proprio portafoglio basandosi solo su quello della Società? In fin dei conti, se tanto mi da tanto e s’è vero com’è vero che il presidente ci ha guadagnato – legittimamente fino a prova contraria, sia chiaro – in questa sua pluriennale esperienza, perché non mettere mano nelle proprie tasche sostenendo che le casse della Reggina sono praticamente vuote? La seconda affermazione non nega la prima, quindi… Forse molti non ricorderanno Franco Gagliardi. E’ un cosentino, baffuto e simpatico da molti anni alla corte della Reggina. L’apice della sua carriera in amaranto lo raggiunse nella stagione 1995/1996 allorquando, esonerato Giuliano Zoratti, Foti gli affidò la direzione della prima squadra per le ultime 4 gare di campionato. Il risultato? Eccezionale: 4 vittorie su 4, 1-0 contro il Pescara (già salvo), 0-2 a Pistoia (con gli arancioni già retrocessi), 2-0 alla Lucchese di Bolchi (già salva e con Gagliardi dietro la panchina per non vedere il rigore calciato da Aglietti per il definitivo 2-0) e 1-3 a Reggio Emilia (con i granata di Ancelotti già promossi in A ed intenti a festeggiare, stesse condizioni come a Torino il 13 giugno 1999 per intenderci). Diciamo quindi che, Gagliardi, statisticamente, è il miglior allenatore che la Reggina abbia mai avuto nella sua centenaria storia (migliore di Maestrelli, Scala, Bolchi – 6 partite, imbattuto sì ma con 3 vittorie e 3 pareggi, nella stagione della prima promozione in A – Colomba e Mazzarri) forte del suo 100% in quanto a partite giocate/vittorie. A completare, però, l’amalgama di quella Reggina che fu e che, da tempo, non è più – oltre, ovviamente, al dottore Iacopino ed al DS Martino – manca colui ch’è diventato oggi il vero obiettivo del mercato amaranto: Mimmo Praticò. Attualmente al terzo mandato quadriennale di Presidente del CONI Regionale, all’epoca fu fondamentale con il suo apporto per il conseguimento di determinati obiettivi. (Ri)preso Gagliardi si tenterà l’assalto a Praticò? E vabbè, sono storie note ed arcinote ed anche queste hanno allontanato i tifosi dallo stadio. Parliamo di centenario? Ok. Che i cento anni di Storia ed il Centenario della Reggina non appartenessero a tale Pasquale Foti detto "Lillo" – se non in quanto presidente o azionista di maggioranza pro-tempore – lo abbiamo detto, ridetto, scritto e riscritto decine di volte tanto che riportare qui i links degli editoriali scritti sarebbe inutile e toglierebbe spazio a quello che, oggi, vogliamo ribadire. Che il presidente, durante il suo demagogico monologo subito dopo la fine della scorsa stagione, avesse tenuto a precisare qualcosa del genere “qualcuno dice che il Centenario non ci appartiene (noi, n.d.r.) ma non merita risposta” (http://www.tuttoreggina.com/tuttoregginalive/tuttoregginalive-il-presidente-foti-in-conferenza-stampa-avoglio-vincerea-15523 e http://www.reggionelpallone.it/component/content/article/24-slide/38086-reggina-live-la-conferenza-di-foti) è arcinoto. E queste sono le prime due (nostre) verità! Che la Reggina abbia toccato il fondo (anzi, è andata ben oltre scavando già abbastanza e continuando indefessamente a farlo) dal punto di vista prettamente calcistico lo abbiamo detto, ridetto, scritto e riscritto decine di volte tanto da preferire il disertare lo stadio ed i conseguenti silenzio e censura delle sue gesta su queste pagine (sarebbe bastato prendere gli articoli degli anni passati, sostituire i nomi dei calciatori di allora con quelli di oggi e sarebbero divenuti attuali). E questa è la terza (nostra) verità! Che la Reggina, di fatto, non esista più ma che si sia trasformata in un'azienda individuale (o familiare, il concetto non cambia) lontanissima parente di quella che ci inorgoglì almeno fino al 2007 lo abbiamo detto, ridetto, scritto e riscritto negli anni. E questa è la (nostra) quarta verità! Che, iniziando dall'estate del 2004, con l'epurazione di Martino e Iacopino, abbia avuto inizio la "fine" della Reggina intesa come società e, di conseguenza, come squadra e, quindi, con i suoi risultati sportivi lo abbiamo detto, ridetto, scritto e riscritto negli anni. La voluta distruzione di quella triade granitica che aveva reso grande la Reggina altro non ha significato che l'inizio della decadenza: estate 2005=fidejussioni farlocche affidate alla San Remo SpA e conseguente denuncia dall'allora presidente del Bologna Gazzoni Frascara; estate 2006=Calciopoli e conseguente penalizzazione di 15 punti (poi ridotta a 11) e relativo processo con relativa prescrizione (si badi, non assoluzione) proprio di questi giorni; estate 2007=fine dell'era Mazzarri ed inizio di quella crisi tecnica che porterà, due anni dopo, alla meritata retrocessione in B con, fin'oggi, almeno due/tre cambi di allenatore a stagione (con l'unica eccezione nella stagione 2010/2011); estate 2012=iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Milano per reati che vanno dal falso in bilancio alla distrazione di fondi passando per fatturazioni false. Per non parlare di altre vicessitudini (calcio-scommesse e similari) in cui figura sempre e comunque il nome della Reggina e che, anche nel recente passato, hanno procurato altre penalizzazioni. E questa è la (nostra) quinta verità! Che siamo vicinissimi, come non mai, alla Lega Pro grazie ad un'organizzazione approssimativa che sembra seguire la regola secondo cui tutti fanno tutto con confusione ed anarchia a regnare sovrane. E questa è (nostra) la sesta verità! Che il Centenario della Storia della Reggina, nata l'11 gennaio del 1914, non sarà celebrato così come dichiarato da tale Lillo Foti ad un giornale familiare è, ormai, cosa nota. E questa è la (nostra) settima verità. Forse, la più grave ed indecente di tutti i cento anni di cultura, passione, amore, tripudi, vittorie e sconfitte che la gloriosa maglia amaranto abbia vissuto. Alla vergogna non c'è fine. Che altre parole potremmo dedicare a questa Società che passerà alla storia come la prima ed unica Società che non avrà celebrato il Centenario della squadra di cui è proprietaria pro-tempore. Gli appassionati di calcio conosceranno, quanto meno per sentito nominare, la Virtus Entella di Chiavari in provincia di Genova che, con tutto il rispetto, ha un passato che nulla ha a che vedere con la Storia della Reggina. Militante nella campionato di Prima Divisione in Lega Pro (con ottime probabilità di prendere il posto proprio della Reggina nella B del prossimo anno), anch'essa festeggia quest'anno i 100 anni di storia. Come? Senza entrare nei dettagli dei festeggiamenti basta già prendere atto della maglia celebrativa con impressi i nomi dei calciatori che nel proprio secolo di vita hanno dato lustro alla squadra ligure. E la Reggina? Nulla, nemmeno la maglia celebrativa presentata in estate. Quella rielaborazione della maglia bianconera che diede i natali alla Storia amaranto. Nulla che lasciasse presagire ad una celebrazione degna di tal nome per un traguardo importante così com'è il secolo di vita. La parola "Centenario" è stata usata ed abusata solo a scopo di marketing: basta guardare il sito ufficiale della Società e basta avere un pò di memoria per ricordare le parole dell'allora presidente Foti allorquando, da buon imbonitore delle masse, l'ha utilizzata per vendere abbonamenti accostandola al proclama "Vogliamo vincere!" I fatti, contano i fatti! Le parole le lasciamo ai ciarlatani, ai populisti, alla stampa compiacente, agli amici degli amici, ai pennivendoli, ai complici, a chi preferisce tenere il sacco piuttosto che non avere argomenti di cui scrivere. I fatti dicono che la pagina più triste della Storia amaranto sta per essere scritta sabato prossimo. Non celebrare il Centenario vuol dire offendere la dignità, la cultura sportiva e sociale, la storia di una Città e di un popolo che ha amato e continua ad amare a dismisura la propria squadra. Dopo aver – è vero e glielo abbiamo sempre riconosciuto – regalato gioie infinite ed indimenticabili ai reggini; dopo aver già più volte portato "alto" il nome della Reggina agli "onori" delle cronache giudiziarie nazionali; dopo tutto questo ecco la ciliegina sulla torta: niente celebrazione del Centenario! Vergogna! Vergogna ed ancora vergogna! Il Centenario non gli appartiene, non gli è mai appartenuto e mai gli apparterrà. Diciamo che ha la fortuna di essere lì in concomitanza dell'evento. Questa è la verità. Il Centenario della Reggina appartiene alla Città di Reggio di Calabria, alla sua gente, agli sportivi ed ai suoi tifosi che disertano lo stadio solo per un motivo: lui! Anche questo diciamo da anni: i tifosi non hanno mai abbandonato il loro amore ma semmai lo seguono da lontano preferendo non sostenerlo più economicamente. Se ci chiedessero di esprimere un desiderio? Subito: va bene la Lega Pro purché senza di lui e senza i suoi discendenti e/o affini! La notizia ufficiale dei non voluti e non previsti festeggiamenti è arrivata qualche giorno fa dalle pagine di un quotidiano messinese ma al Foti molto vicino. Già nei mesi scorsi, però, un seguitissimo blog (Iddusapi) ed una altrettanto qualificato Gruppo Facebook (Area Amaranto), da cui molti colleghi apprendono nozioni tattiche e tecniche, umori e rumors della tifoseria senza, però, mai citarne la fonte, aveva lanciato l'allarme: nessuna notizia, nessun riferimento, niente di niente che lasciasse presagire ad una celebrazione degna di nota del Centenario amaranto. Gli amministratori del blog e del Gruppo sono stati lungimiranti ed hanno avuto ragione da vendere ed è quindi giusto dargliene atto senza arrogarci titoli o meriti non nostri. Non ne siamo certi, pronti ad essere ancora stupidi in negativo, ma forse è proprio questo il punto più fondo della Storia amaranto. In fondo, alle Lega Pro, Prima o Seconda divisione che sia, ci siamo abituati: la nostra Storia nasce da lì. Avremmo visto e vissuto 9 campionati di A se non fossimo prima passati da Nocera, Pagani, Ischia, Agrigento, Caltanissetta, Rende e via dicendo? Probabilmente no! Non è la Lega Pro che ci spaventa, è il comportamento offensivo di taluno che ci indigna. Ecco perché, quando abdicherà, il “Granillo” tornerà a riempirsi in qualunque serie la Reggina disputerà il suo campionato. Prima che ce ne dimentichiamo: SABATO 11 GENNAIO E' IL COMPLEANNO DELLA NOSTRA REGGINA, IL SUO 100°, ED ALLORA FESTEGGIAMOLA NOI, TUTTI INSIEME, URLANDO A GRAN VOCE, AFFINCHE' VENGA UDITA DAI PIU', IL NOSTRO LEGAME A LEI ED A NESSUN ALTRO INDISSOLUBILE NEL TEMPO: NON "NEI NOSTRI CUORI" MA A VOCE ALTA: FORZA REGGINA. Ad maiora, NOSTRA REGGINA! P.S.: riportiamo il testo di un sms inviatoci da un "fratello amaranto": Popolo amaranto avanti! Noi che l'abbiamo sempre amata, noi che l'abbiamo sempre sostenuta, non che ci siamo sempre stati nel bene e nel male, coloriamo, sabato 11 gennaio alle ore 18, l'Arena Ciccio Franco. Armiamoci di sciarpe, striscioni, bandiere, panettoni, petrali, e spumante e festeggiamo questi CENT'ANNI INSIEME. Portate i bambini perché sia una festa, invita un amico, un fratello e ricorda che questa dev'essere sì una catena ma di SAN GIORGIO! AVANTI ULTRAS!!! (Nelle foto in basso i loghi, su maglia e pantaloncini, celebrativi del ventennale della Reggina nella stagione 2006/2007 e la locandina con maglia celebrativa del venticinquennale nella stagione 2011/2012: ecco perchè il Centenario non appartiene a questa Reggina salvo che, per qualcuno, se nel 2011 erano 25 e nel 2014 sono 100, ogni anno solare ne vale 25 societari).