Cremona: i NAS sequestrano 280.000 mascherine (video)

(141) Nell’ambito delle iniziative predisposte dai Carabinieri dei NAS per fronteggiare potenziali illeciti durante l’attuale emergenza sanitaria connessa, una particolare attenzione è stata dedicata ai controlli sulla regolarità delle attività distributive di dispositivi medici e di destinazione d’uso sanitario. Le verifiche hanno interessato anche i flussi commerciali di importazione, al fine di intercettare articoli e presidi medici introdotti irregolarmente sul territorio nazionale e privi delle caratteristiche di sicurezza, anche approfittando della elevata richiesta di mercato.

Solo nel corso delle ultime ore, i NAS hanno operato numerosi interventi, individuando e sequestrando 302 mila mascherine di varie categorie, dalle semplici antipolvere, a quelle chirurgiche fino ai dispositivi di protezione individuale (come FFP2 / 3), risultate irregolari, prive delle caratteristiche dichiarate da produttori e venditori e oggetto di importazione con modalità non consentite. Nelle citate operazioni, sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria 2 titolari di esercizi produttivi e commerciali ed ulteriori 18 sono stati sanzionati amministrativamente per complessivi 30 mila euro. I dispostivi facciali, se posti in commercio, avrebbero determinato un indebito profitto economico di 410 mila euro.

Tra gli interventi:

I Carabinieri del NAS di Cremona hanno eseguito accertamenti presso due depositi logistici di un’azienda bresciana dedita alla distribuzione di prodotti farmaceutici e sanitari, individuando e sequestrando complessivamente 280.000 mascherine protettive, interamente importate dalla Repubblica Popolare Cinese, il cui valore commerciale ammonta 355 mila euro. Nello specifico, presso un deposito di Cremona, sono stati vincolate 116.600 “mascherine tre veli” e 1.180 “mascherine FFP2 KN95”, immesse nel circuito commerciale in assenza di indicazioni al consumatore in lingua italiana e delle indicazioni d’uso e di sicurezza, mentre, nell’estensione delle verifiche in un analogo deposito di Brescia, sono state bloccate ulteriori 133.000 “mascherine tre veli” e 28.500 “mascherine modello FFP2 KN95” per analoghe violazioni.

Il NAS di Parma ha sequestrato 12.300 mascherine di tipo chirurgico, commercializzate con etichettatura non conforme, rinvenute presso un negozio di articoli per la casa e un deposito della collegata ditta fornitrice, operanti in provincia di Reggio Emilia.

Il NAS di Livorno ha eseguito, nei confronti di due fornitori di farmacie, il sequestro di 6.500 mascherine protettive di varia fattura con etichettatura non conforme.

Il NAS di Udine ha bloccato 1.200 mascherine di protezione individuale di categoria filtrante FFP2 e FFP3 riportanti una marcatura CE non conforme. Il sequestro dei dispositivi, eseguito presso un magazzino logistico di distribuzione del pordenonese, ha un controvalore di circa 10.000 euro.

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Venezia: la Guardia di Finanza sequestra 22.000 mascherine non sicure (video)

(146) La Guardia di Finanza di Portogruaro ha sequestrato oltre 22.000 mascherine di protezione individuale commercializzate in assenza delle prescritte certificazioni di idoneità e sicurezza. Le indagini sono scaturite da una segnalazione pervenuta al numero di pubblica utilità “117”, con la quale una cittadina ha segnalato l’alto costo che aveva sostenuto per acquistare mascherine presso un negozio del portogruarese.

Il controllo eseguito presso l’esercizio ha permesso di risalire al fornitore del materiale, una società del trevigiano che, a propria volta, si era approvvigionata da un’azienda intestata ad un cittadino di nazionalità cinese con sede nella marca. In sostanza, dai controlli eseguiti è emerso che quest’ultimo aveva acquistato, tramite una piattaforma di commercio on line, una partita di mascherine di provenienza cinese provvedendo poi alla loro distribuzione ad alcuni operatori economici tra cui l’azienda trevigiana. Nei vari passaggi, la mascherina acquistata all’estero al prezzo di 50 centesimi veniva ceduta al dettaglio anche a 5 euro, con un ricarico superiore al 400%. Le mascherine, in parte ritirate dal mercato dallo stesso venditore, erano irregolari in quanto prive della marcatura CE o dell’autocertificazione prevista dall’art. 15, comma 2, del decreto legge nr. 18 del 17 marzo 2020. Con tale norma, al fine di agevolare il reperimento dei dispositivi nella fase di emergenza sanitaria da COVID- 19, è stato consentito alle aziende di autocertificare le caratteristiche tecniche e il rispetto di tutti requisiti di sicurezza dei Dispositivi di Protezione Individuale che intendano realizzare o commercializzare.

Il rappresentante legale della società distributrice è stato segnalato per l’ipotesi di frode in commercio alla Procura della Repubblica di Pordenone, che ha disposto la perquisizione dei locali aziendali e la verifica documentale della filiera di approvvigionamento e distribuzione del materiale. Nel corso dell’attività di polizia giudiziaria, i finanzieri hanno rinvenuto nel magazzino della ditta una partita di ulteriori 5.000 mascherine con le stesse caratteristiche le quali, tuttavia, erano state acquistate direttamente dalla Cina. Constatata l’assenza delle prescritte certificazioni, il predetto materiale veniva quindi sottoposto a sequestro. Contestualmente, gli approfondimenti sulla contabilità aziendale consentivano di appurare che un’ulteriore partita di 15.000 mascherine era stata acquistata e si trovava, per le formalità doganali, presso la Dogana dell’aeroporto Marco Polo, ove i militari si sono immediatamente recati procedendo, in collaborazione con il personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i finanzieri del Gruppo di Tessera, al sequestro del materiale. Sono in corso accertamenti per ricostruire la catena della distribuzione al dettaglio delle mascherine.

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Modena: emergenza Covid-19, la Guardia di Finanza sequestra 24.000 mascherine non sicure (video)

(145) Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Modena, nell’ambito dei servizi di controllo volti al contrasto delle condotte fraudolente e delle pratiche commerciali sleali connesse all’emergenza epidemiologica COVID-19, hanno individuato e sequestrato, all’interno di un’azienda commerciale modenese, 1.222 mascherine di tipo FFP2 e 7.650 mascherine tristrato chirurgiche, non conformi ai prescritti requisiti di sicurezza ed in assenza delle necessarie certificazioni dell’Istituto Superiore di Sanità o dell’INAIL.

Le mascherine sequestrate, provenienti da un fornitore cinese, erano infatti prive della marcatura “CE” ed erano accompagnate unicamente da un “Certificate of Compliance”, che risulta essere semplicemente un documento emesso su base volontaria a richiesta del produttore.

L’ingente sequestro operato dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria e della Compagnia di Modena è stato effettuato in concomitanza ad altro intervento eseguito presso una farmacia bolognese dai finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Bologna, ove sono state rinvenute e poste sotto sequestro altre 400 mascherine non sicure, provenienti dalla medesima fornitura.

Presso il commerciante modenese, che pubblicizzava la vendita dei prodotti sequestrati attraverso il noto social network “facebook”, è stata acquisita la documentazione amministrativo-contabile utile alla ricostruzione dell’intera filiera dei soggetti coinvolti.

Lo sviluppo dell’attività investigativa ha consentito altresì di accertare che la merce era stata poi venduta a diversi Enti pubblici locali, approfittando delle difficoltà che hanno quest’ultimi a reperire sul mercato tali presidi sanitari in tempi brevi, ove sono state rinvenute e sottoposte a sequestro ulteriori 13.000 mascherine chirurgiche e 1.700 mascherine FFP2, ancora inutilizzate.

I due responsabili dell’azienda modenese sono stati dunque deferiti alla locale A.G., a piede libero, per le ipotesi di reato di frode in commercio e nelle pubbliche forniture.

Continuano ulteriori controlli da parte di tutti i Reparti delle Fiamme Gialle della provincia, finalizzati a tutelare la salute dei consumatori e gli operatori onesti, contrastando i comportamenti illegali e fraudolenti che sfruttano l’attuale emergenza sanitaria per conseguire indebiti profitti.

L’attività di servizio condotta dai finanzieri modenesi e bolognesi costituisce efficace concretizzazione della quotidiana azione realizzata dalla Guardia di Finanza, quale unico organo di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria, nel perseguimento dell’obiettivo di ripristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini e di tutela della collettività.

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Locri (RC): la Guardia di Finanza sequestra polizze assicurative per oltre 1,5 milioni, denunciate 2 persone per riciclaggio

(142) I Finanzieri del Gruppo di Locri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Locri, portavano a conclusione un’articolata attività di Continue reading “Locri (RC): la Guardia di Finanza sequestra polizze assicurative per oltre 1,5 milioni, denunciate 2 persone per riciclaggio”

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Modena: Guardia di Finanza, operazione “Trono di stracci”. Sequestrati beni immobili e disponibilità finanziarie per oltre un milione ad un evasore fiscale seriale (video)

(133) I Finanzieri del Comando Provinciale di Modena hanno in corso di esecuzione una misura di prevenzione patrimoniale prevista dal c.d. “codice antimafia” emessa dal Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna che, in accoglimento di analoga richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Modena nella persona del sost. Procuratore dr. Marco Niccolini, ha disposto il sequestro di beni immobili, mobili, mobili registrati e disponibilità finanziarie (intestati a anche terzi), allo stato eseguito per un valore di oltre un milione di euro, riconducibili ad un imprenditore settantaduenne originario della provincia di Reggio Emilia – formalmente residente in Romania – ma di fatto dimorante a Sassuolo.

Le indagini patrimoniali svolte dai finanzieri della Compagnia di Sassuolo hanno evidenziato una reiterata propensione a delinquere del soggetto proposto, tale da fargli assumere la veste di c.d. “grande evasore”, circostanza emersa e rilevata dai numerosi procedimenti penali in carico allo stesso. La storia criminale del proposto infatti inizia già verso la fine degli anni ’70/primi anni ‘80, per poi protrarsi, quasi senza soluzione di continuità, e dopo diverse condanne per bancarotta ed altri reati finanziari intervenute negli anni ’90 e 2000, fino all’ennesima condanna per reati tributari nel maggio del 2019.

In particolare, gli accertamenti svolti, da un lato hanno permesso di rilevare come il soggetto destinatario del provvedimento, nel corso degli anni si sia reso responsabile di diverse condotte penalmente rilevanti in tema di reati fallimentari e schemi fraudolenti in danno dell’erario, dall’altro hanno consentito di evidenziare una palese “sproporzione” tra i redditi dichiarati negli anni e la consistenza patrimoniale accumulata e ricostruita, quest’ultima rappresentata, tra l’altro, da beni immobili intestati alla moglie ed al figlio ma riconducibili al proposto. Le attività illecite poste in essere in circa quaranta anni, avevano consentito al prevenuto un tenore di vita ben più elevato rispetto ai propri redditi dichiarati, tali da consentirgli nel lungo periodo delinquenziale l’acquisto – anche attraverso intestazioni fittizie – di una Ferrari e di un’imbarcazione da diporto, oltre che l’acquisizione di diversi immobili ed investimenti finanziari ed assicurativi.

Più in dettaglio, le investigazioni patrimoniali svolte, allargate anche al nucleo familiare del proposto, hanno consentito di appurare una sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio effettivo per circa 7 milioni di euro, evidenziando, tra l’altro, che in talune annualità il prevenuto dichiarava redditi al di sotto della soglia di povertà e quindi al limite della sopravvivenza; parallelamente, le frodi in danno dell’erario commesse negli anni hanno fatto “collezionare” in capo al proposto un debito per oltre 12 milioni di Euro, mai saldato.

Le attività in rassegna confermano l’efficace impegno della Guardia di Finanza modenese nella lotta ai fenomeni criminali che alterano le regole del mercato e la libera concorrenza, attraverso l’aggressione di ingenti patrimoni illecitamente accumulati a discapito dei legittimi interessi di onesti imprenditori e cittadini.

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Bari: il traffico di droga non conosce lockdown. La Guardia di Finanza sequestra 20 kg di eroina e cocaina (video)

(124) I Finanzieri del II Gruppo Bari, unitamente a tutte le articolazioni del locale Comando Provinciale impegnate nei controlli predisposti dall’Autorità di Pubblica Sicurezza per il rispetto delle disposizioni di Governo atte a contrastare la diffusione della grave epidemia COVID-19, hanno inferto un duro colpo all’impresa criminale internazionale, intercettando un ingente carico di sostanze stupefacenti.

In particolare, nella mattinata di ieri un dispositivo composto da una pattuglia automontata in forza al citato II Gruppo (competente normalmente sul porto e aeroporto del capoluogo pugliese) e da due unità cinofile del Gruppo Pronto Impiego costituite da una coppia di splendidi esemplari di pastore tedesco dell’età di 2 anni Condor e Cer, ha sottoposto a controllo un autocarro Volvo nei pressi dello stadio della Vittoria.

L’autista, un albanese di 47 anni, sbarcato poco prima dalla M/N Marina proveniente da Durazzo, dopo aver dichiarato i motivi del viaggio, ovvero la consegna di un carico di confezioni di abbigliamento nelle province di Piacenza e Bergamo corredata dalla prescritta autocertificazione ha manifestato evidenti segni di agitazione alla vista dei cani antidroga.

Il controllo, effettuato dal cane antidroga Condor e dal suo conduttore, ha fatto immediatamente insorgere nei finanzieri dubbi in ordine alla liceità del trasporto, avendo il cane subito annusato e raspato energicamente prima sullo sportello lato conducente e poi nei pressi del sedile all’interno della cabina.

Il controllo Covid-19 si è pertanto trasformato in una penetrante ispezione antidroga, ad opera degli specialisti quotidianamente impegnati nel contrasto ai traffici illeciti presso il sedime portuale e lo scalo aereo della città e particolarmente esperti nell’individuazione di doppi fondi e altre modalità di occultamento adottate dai trafficanti internazionali di stupefacenti.

Trascorse alcune ore, a seguito di delicate ed approfondite operazioni di smontaggio della carrozzeria del camion, è stato scoperto un doppiofondo artificiale, opportunamente occultato sotto la leva del cambio, accessibile – previa rimozione del blocco bracciolo sito tra i due sedili – mediante l’attivazione di un sofisticato congegno elettronico di apertura.

Uno alla volta, venivano estratti dal doppiofondo 19 panetti di sostanza stupefacente che, sottoposti ad analisi speditiva, risultavano contenere in numero di 11, kg. 12,100 di cocaina e in numero di 8, kg. 8,800 di eroina.

Al termine delle operazioni di polizia giudiziaria, il camionista su conforme parere dell’Autorità Giudiziaria, veniva tratto in arresto ed associato presso la locale casa circondariale dopo le preliminari e cautelative operazioni di pre-triage medico.

Sono in corso indagini per individuare i canali di approvvigionamento dello stupefacente e quelli di smistamento in Italia.

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Termini Imerese (Pa): la Guardia di Finanza sequestra 19000 flaconi di gel igienizzante (video)

(111) I Finanzieri del Gruppo di Termini Imerese, nell’ambito dell’intensificazione dei controlli volti a verificare il pieno rispetto delle misure adottate dal Governo per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, ha posto sotto sequestro penale, presso un minimarket nel comune di Trabia,

La successiva e conseguente attività di approfondimento, diretta a ricostruire la filiera commerciale attraverso le fatture d’acquisto, ha portato all’individuazione di un’impresa di commercio all’ingrosso di prodotti per la persona e per la casa, con sede in Ficarazzi, nella quale venivano stoccati, per la successiva distribuzione al dettaglio – numerosi prodotti di saponi igienizzanti.

Le Fiamme Gialle hanno proceduto quindi al sequestro amministrativo di circa

19.000 flaconi di gel igienizzante (da circa 100 ml) venduti senza alcuna etichetta. Si trattava di prodotti tutti potenzialmente pericolosi in quanto non presentavano alcuna indicazione del produttore, dell’origine, data di scadenza e precauzioni d’uso, in spregio alle normative comunitarie ed alla disciplina nazionale sulla sicurezza dei prodotti cosmetici (D.lgs. n. 204 del 2015).

Il titolare dell’esercizio commerciale è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci mentre al titolare dell’azienda distributrice è stata contestata la violazione della specifica fattispecie prevista dal regolamento comunitario n.1223 del 2009, punita con la sanzione amministrativa che può arrivare fino a 30.000 euro.

Continuano, incessanti, i controlli delle Fiamme Gialle in tutta la provincia palermitana, così come concordato in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, al fine di controllare il rispetto delle misure di sicurezza adottate dall’Autorità governativa nonché contrastare possibili speculazioni o insidie derivanti dalla commercializzazione di materiale non conforme alle norme.

 

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Napoli: la Guardia di Finanza sequestra, a Roccarainola, una fabbrica abusiva di mascherine non a norma. Il titolare denunciato per frode in commercio e ricettazione (video)

(107) Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio per l’emergenza Covid – 19, ha sequestrato a Roccarainola una fabbrica abusiva destinata alla produzione e al confezionamento di “mascherine” non a norma, ovvero prive delle autorizzazioni del Ministero della Salute.

In particolare, i finanzieri del Gruppo di Nola hanno rinvenuto all’interno dell’opificio oltre 1200 mascherine, già assemblate e pronte ad essere immesse sul mercato, nonché ulteriori 350 in fase di lavorazione; oltre ai dispositivi di protezione individuali, le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro i macchinari e le materie prime necessarie alla produzione e al confezionamento degli stessi.

Durante il controllo è emerso che non era stata avviata alcuna procedura autorizzativa e venivano prodotti i dispositivi medici in maniera artigianale, senza salvaguardarne la sterilità: le mascherine, infatti, non venivano confezionate in modo ermetico e sono risultate prive del marchio “CE”, oltre che della relativa scheda tecnica, come previsto dalle norme in vigore.

Per questo il titolare è stato denunciato per frode in commercio e ricettazione.

L’operazione è solo l’ultima di una serie di attività svolte dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Nola e della Compagnia di Ottaviano che, nel complesso, dall’inizio dell’emergenza, hanno controllato oltre 1.500 persone, delle quali 50 sanzionate e segnalate all’ASL per l’applicazione delle previste misure di quarantena, nonché sequestrato oltre 2000 mascherine non conformi, ovvero recanti etichette con diciture ingannevoli e prive delle previste autorizzazioni del Ministero della Salute.

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Caserta: la Guardia di Finanza sequestra 9000 litri di disinfettante per superfici e 74000 panni disinfettanti prodotti e commercializzati come presidi medico-chirurgici senza le necessarie autorizzazioni. Denunciato un imprenditore (video)

(106) I militari della Compagnia di Mondragone, nell’ambito dei servizi antifrode nella produzione e commercializzazione di prodotti di maggiore richiesta in questo periodo di emergenza sanitaria, hanno ispezionato una fabbrica di detersivi e detergenti dell’alto casertano verificando la correttezza del ciclo produttivo e la regolarità delle indicazioni fornite ai consumatori sia sulle etichette dei prodotti, che sulle schede tecniche riportate anche sul sito internet dell’azienda.

All’esito dei controlli si è accertato che alcune linee di prodotti definiti disinfettanti presidi medico-chirurgici erano in realtà confezionati senza le necessarie autorizzazioni ministeriali a tutela della salubrità del ciclo produttivo e della sicurezza del prodotto finale.

In particolare sono stati sequestrati oltre 9.000 litri di disinfettante liquido per superfici e pavimenti in confezioni da 1 litro e 5 litri (e in cisternette ancora da imbottigliare) e circa 74.000 panni disinfettanti monouso con relative 783 compresse di disinfettante concentrato da sciogliere. Rinvenute anche 187 etichette attestanti le false indicazioni qualitative dei prodotti.

L’accesso presso l’industria è stato motivato dal fatto che nei numerosi controlli presso gli esercizi commerciali presenti sul territorio i finanzieri della Compagnia di Mondragone erano venuti a conoscenza dell’avvenuta commercializzazione di un igienizzante per mani riportante sull’etichetta delle indicazioni ingannevoli quali “combatte virus, funghi e batteri” (sul fronte) ed “è efficace su molti microrganismi patogeni” (sul retro). Al momento dell’accesso veniva quindi accertato che il produttore aveva cambiato da poco l’etichettatura, regolarizzandola, a riprova della sua consapevolezza circa l’illeceità di tali indicazioni, sebbene venivano rinvenuti nei computer aziendali i file master per la realizzazione grafica delle etichette in questione, nonché 187 etichette già stampate.

A qual punto le Fiamme Gialle hanno esteso i controlli sull’intera linea di produzione accertando che alcuni prodotti specifici definiti presidi medico chirurgici (disinfettanti per superfici) venivano confezionati senza la necessaria autorizzazione del Ministero della

Salute, nonché la produzione di due nuovi disinfettanti per superfici (un prodotto liquido e un panno monouso) erano stati messi in produzione senza neanche richiedere all’Ente ministeriale la specifica autorizzazione per l’immissione al consumo.

In particolare le etichette apposte sulla confezione di quest’ultimi prodotti riportavano, falsamente, un numero di registrazione all’elenco dei presidi medico chirurgici, autorizzati dal Ministero della Salute, appartenente a prodotti con composizioni chimiche differenti.

Per disposizioni del Ministero della Salute, infatti, i prodotti che vantano in etichetta un’azione di disinfezione, classificabili come prodotti “biocidi”, sono soggetti, per l’immissione in commercio, di una specifica autorizzazione che ne certifica la qualità e l’effettiva efficacia. Tale autorizzazione risulta inoltre necessaria anche per l’officina di produzione in quanto garantisce che la produzione avvenga in uno stabilimento “sanitariamente” idoneo che sia in grado di assicurare la sicurezza del prodotto per il consumatore e per l’ambiente.

All’esito dell’attività di servizio, i militari della Compagnia di Mondragone, hanno sottoposto a sequestro i disinfettanti illecitamente prodotti e ancora stoccati in azienda, segnalando, alla competente A.G., il legale rappresentante dell’industria per i reati di cui agli artt. 189 del R.D. 1265/1934 (Testo Unico delle Leggi Sanitarie) e 517 C.P. per la “produzione di presidi medico chirurgici senza autorizzazione” e la commercializzazione di prodotti industriali con segni mendaci”.

L’attività di servizio svolta testimonia gli sforzi operativi posto in essere dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta per assicurare un presidio di sicurezza e di legalità economica nell’attuale contesto di emergenza sanitaria e per contrastare ogni insidiosa forma di illecito commercio di prodotti attinenti alla prevenzione sanitaria.

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Roma: la Guardia di Finanza sequestra 1000 mascherine non conformi. In un minimarket rinvenuti altri DPI non sicuri e 0,5 kg di hashish. Sequestrati anche 300 articoli contraffatti e 30000 € in contanti (video)

(103) Più di 1.000 mascherine non conformi alla normativa comunitaria e nazionale sono state scoperte dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma in una rivendita di ricambi per telefonia mobile ubicata a via dell’Omo, nel quadrante orientale della capitale.

Durante un controllo finalizzato ad appurare l’eventuale detenzione di merce contraffatta, le Fiamme Gialle del 3° Nucleo Operativo Metropolitano hanno rinvenuto, all’interno di diversi scatoloni, i dispositivi di protezione – sprovvisti del marchio di qualità CE (e in difetto di qualsivoglia “autodichiarazione” indirizzata all’Istituto Superiore di Sanità e all’I.N.A.I.L. per l’attestazione del rispetto dei requisiti di sicurezza, deroga consentita in via eccezionale dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria in atto) – oltre a circa 300 articoli contraffatti griffati “Apple” e a 30.000 euro occultati all’interno di una valigia, di cui il titolare dell’attività, un cittadino cinese, non ha saputo giustificare la provenienza. L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica capitolina di per frode in commercio e introduzione nello Stato di prodotti con segni falsi.

In un minimarket di generi alimentari situato a Tor Pignattara una pattuglia dello stesso Reparto, accorsa a seguito di una segnalazione pervenuta al numero di pubblica utilità 117, ha scovato sei panetti di hashish, pari a oltre mezzo chilogrammo di stupefacente, nascosti nel retro-bottega del negozio, accanto a mascherine prive di marchio CE e del confezionamento necessario a preservarne la sterilità. Per il titolare e il dipendente, entrambi di nazionalità bengalese, è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria di Roma per detenzione di droga ai fini di spaccio e frode in commercio.

Le due operazioni rientrano nel più ampio piano di controlli predisposto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza per contrastare i comportamenti illegali e fraudolenti che sfruttano l’attuale emergenza sanitaria determinata dal “Covid-19”.

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