Lodi (Mi): Guardia di Finanza, operazione “Spartaco”. Impresa della grande distribuzione organizzata evade il fisco, ricicla, sfrutta ed estorce i propri lavoratori. 17 indagati, 5 misure cautelati personali e sequestro beni per oltre 20 milioni

(225) Dalle prime luci dell’alba militari del Comando Provinciale di Lodi stanno eseguendo una complessa misura personale e reale nei confronti di una famiglia di imprenditori lodigiani per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dei lavoratori, all’estorsione, all’evasione fiscale ed al riciclaggio dei relativi proventi.

L’attività di indagine condotta dal Gruppo di Lodi, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, ha consentito di disvelare una vera e propria organizzazione criminale avente una solida struttura piramidale, leader nel trasporto conto terzi, avente oltre 150 dipendenti.

Una vera e propria galassia di società costituite con l’unico scopo di evadere il fisco (oltre 60 i milioni di fatture per operazioni inesistenti emesse) ha permesso di creare fondi neri per oltre 20 milioni di euro i quali riciclati, ed in parte reimpiegati nelle attività aziendali, hanno consentito a questa impresa criminale di accaparrarsi enorme fette di mercato della grande distribuzione organizzata, tanto da farla divenire uno dei gruppi di riferimento nazionale per il trasporto delle merci deperibili.

La sagacia criminale era abbinata, però, anche ad una spregiudicata gestione dei dipendenti attraverso il sistematico ricorso a condotte estorsive e alla violazione della normativa sul lavoro con:

  • la corresponsione di retribuzioni in modo difforme dai contratti collettivi nazionali e territoriali;
  • la decurtazione dello stipendio per ogni giorno di assenza o di ferie fruito;
  • l’imposizione di turni massacranti, anche di 18 ore continue, senza la prescritta fruizione dei riposi;
  • l’imposizione dell’utilizzo di doppi dischi tachigrafi cartacei dei mezzi che venivano distrutti al termine del tragitto;
  • l’obbligo di lavorare in precarie situazioni di sicurezza ed igiene (alloggiamento dei lavoratori in ambienti degradati, mancata effettuazione delle visite mediche previste).

Queste condizioni vessatorie sono state accettate dai dipendenti solo dietro la continua minaccia del licenziamento e facendogli sottoscrivere contratti di lavoro a tempo determinato della durata di pochi mesi (a volte anche 30 giorni), non rinnovati a coloro che non sottostavano a tale modus operandi aziendale.

Il GIP del Tribunale di Lodi ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per il dominus dell’organizzazione (P.R. di anni 52), l’obbligo di firma alla p.g. per quattro associati (P.S. di anni 30, P.M. di anni 35, M.P. di anni 58 e P.G.R. di anni 41) nonché il sequestro di oltre 20 milioni di euro pari all’imposta complessivamente evasa; oggetto di sequestro sono stati i beni mobili ed immobili intestati agli indagati.

L’operazione Spartaco sottolinea il ruolo di polizia economico-finanziaria svolto dalla Guardia di Finanza con un’attenta e forte vocazione sociale, soprattutto nel contesto emergenziale attuale, perché completamente protesa verso il cittadino onesto e la tutela dell’impresa regolare.

 

 

 

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Roma: Guardia di Finanza, sequestrato il patrimonio milionario accumulato da 3 persone dedite ad usura, estorsione e truffa (video)

(186) Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo il sequestro di beni del valore di oltre 5 milioni di euro, disposto dal locale Tribunale – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina.

I destinatari della misura sono LICENZIATO Mario (classe 1947), il figlio Mauro (classe 1981) e HUDOROVICH Elvis (classe 1977), tutti residenti a San Cesareo (RM), arrestati dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma nel luglio 2018 per fatti di usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni.

L’indagine, denominata “Terza età”, aveva consentito di ricostruire una serie di prestiti a tassi usurari – tra il 90% e il 180% annuo, con punte del 570% – erogati, per lo più, a imprenditori in gravi difficoltà economiche. L’attività veniva svolta in modo continuativo e professionale: “compà voi dovete capire una cosa io, cioè io, cioè chi fa per me, che con i soldi ci lavoriamo”, affermava in una telefonata intercettata Mauro LICENZIATO.

Quando le vittime non effettuavano i pagamenti alle scadenze imposte scattavano le minacce. Mario LICENZIATO così diceva a una persona incaricata della riscossione: “chiama subito … gli devi dire «la cambiale non è stata pagata» … dici «che aspetti che viene Mario lì sopra e ti rompe la testa a te e a tuo figlio» … se no devo chiamare a … e lo devo mandare là, lo devo mandare a rompergli la testa”.

I proventi venivano poi reinvestiti in imprese operanti nei settori alberghiero, della ristorazione e del commercio di autoveicoli, intestate a familiari o compiacenti “prestanome”.

Una società, in particolare, era stata costituita per gestire una casa di riposo per anziani ad Artena (RM). Il business si era rivelato talmente redditizio che Mario LICENZIATO si stava organizzando per aprire un’altra analoga struttura a San Cesareo.

Partendo dalle risultanze dell’operazione “Terza età”, gli specialisti del G.I.C.O. hanno eseguito meticolosi accertamenti economico-patrimoniali, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, con l’obiettivo di aggredire, attraverso gli strumenti della normativa antimafia, le ricchezze illecitamente accumulate dal gruppo criminale.

In una conversazione con Pasquale ZAZA, nipote del boss di camorra Michele ZAZA inteso “Michele o’ pazz”, Mario LICENZIATO, che non risulta aver mai svolto alcuna attività lavorativa, dichiarava: “io e te guadagniamo da un miliardo a un miliardo e mezzo l’anno”. Mauro LICENZIATO e Elvis HUDOROVIC, con redditi dichiarati modesti o addirittura nulli, mantenevano un tenore di vita particolarmente agiato, fatto di ville di pregio, auto di lusso, frequenti vacanze e beni voluttuari di particolare valore economico.

Sussistendo i presupposti soggettivi – pericolosità sociale dei 3 proposti – e oggettivi – disponibilità di beni in misura sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati – il Tribunale di Roma ha emesso il decreto di sequestro in corso di esecuzione, che ha ad oggetto il patrimonio milionario accumulato in pochi anni, così composto:

  • –  quote societarie di maggioranza di un’impresa che gestisce una casa di riposo per anziani ad Artena, ora affidata ad un amministratore giudiziario;
  • –  19 immobili ubicati nei comuni di San Cesareo, Palestrina e Anzio;
  • –  4 automezzi, tra cui una Porsche;
  • –  11 rapporti finanziari per circa 180.000 euro e denaro contante per quasi 230.000 euro;
  • –  5 polizze assicurative vita per circa 150.000 euro;
  • –  11 orologi di pregio, tra cui numerosi Rolex, nonché un lingotto d’oro e preziosi del valore complessivo di oltre 170.000 euro.

L’odierna operazione testimonia il costante impegno della Procura della Repubblica, del Tribunale e della Guardia di Finanza di Roma volto a individuare le ricchezze illecitamente accumulate dalla criminalità, al fine di restituirle alla collettività.

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