Catania: Procura della Repubblica, D.D.A. e Guardia di Finanza, operazione Prison dealer (video) – IL REGGINO

(141) Nell’ambito di articolate attività di indagine coordinate da questa Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catania, con la collaborazione e il supporto del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di 16 soggetti, sottoposti a indagine, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente nel carcere di Augusta – Brucoli, oltre che per associazione per delinquere finalizzata all’indebito procacciamento di apparati telefonici per i detenuti della stessa casa circondariale e, infine, per corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai doveri di ufficio.

Nel dettaglio, l’attività d’indagine, svolta dai finanzieri del Nucleo PEF di Catania – Gruppo Tutela Economia, in stretto collegamento con il Comando della Polizia Penitenziaria in servizio presso lo stesso Istituto penitenziario di Augusta, ha consentito di fare luce su una ramificata organizzazione criminale attiva tra Catania e Augusta, finalizzata al reperimento e allo spaccio di sostanza stupefacente di varia tipologia (cocaina, marijuana, hashish e skunk) tra i detenuti del predetto istituto di pena, oltre all’illecita immissione e consegna, a favore degli stessi soggetti reclusi, di telefoni cellulari e apparecchi per la comunicazione.

In particolare, le investigazioni, iniziate a settembre del 2020, hanno permesso di:

– appurare, in primo luogo, che l’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti è stata promossa da due soggetti detenuti nel carcere di Augusta, Dario Giuseppe MUNTONE e Luciano RICCIARDI, i quali, attraverso telefoni cellulari illegalmente introdotti nella casa circondariale, hanno diretto le attività dei sodali all’esterno – volte al reperimento, al deposito e al trasporto di diverse tipologie di sostanza stupefacente – oltre che provveduto a organizzare la materiale, illecita introduzione delle sostanze in carcere e a gestire la cassa comune dell’associazione criminale;

– individuare, all’esterno della casa circondariale, gli altri partecipi dell’associazione, i quali hanno organizzato un articolato e ben definito sistema per acquistare, nascondere, confezionare, trasportare e infine introdurre in carcere lo stupefacente e gli apparati di comunicazione.

In particolare, Michael CUSMANO si è attivato per l’acquisto, presso alcuni fornitori (Santo RIOLO e Michael SANFILIPPO) delle partite di stupefacente, che poi veniva custodito e confezionato in dosi, pronte per lo smercio, da Rosaria BUDA.

Acquistato lo stupefacente, Michele PEDONE – Sovrintendente della Polizia penitenziaria, in servizio presso il carcere di Augusta – aveva il compito, dietro compenso, del trasporto e dell’introduzione della droga nella stessa casa circondariale mentre Giovanna BUDA ha garantito, d’intesa con i predetti sodali, il costante approvvigionamento di telefoni cellulari e SIM card, oltre che i relativi accessori, per la successiva introduzione in carcere, sempre a cura dello stesso PEDONE. A tale riguardo, poiché le indagini hanno evidenziato che PEDONE, nell’esercizio della sua funzione di pubblico ufficiale, ha ricevuto somme di denaro per il trasporto e l’illecita introduzione della droga e degli apparecchi telefonici nel carcere di Augusta, a lui – e tutti i menzionati appartenenti all’associazione criminale quali corruttori – è stato contestato il reato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. Lo stesso PEDONE – individuato anche grazie al contributo fornito dal gruppo di comando del carcere di Augusta – godeva all’interno dell’istituto di connivenze e coperture sulle quali sono in corso ulteriori accertamenti.

Una volta introdotti in carcere i diversi quantitativi di stupefacente – sono state acquisite evidenze di 5 consegne di droga – i citati MUNTONE e RICCIARDI hanno provveduto a cederlo, dietro pagamento, ad altri reclusi (Sebastiano MUREMI, Simone SAPIENZA, Giuseppe GENESIO, Fabiano SCATTAMAGLIA, Eros MILONE, Francesco MACCARRONE e Francesco FERLITO), i quali, a loro volta, lo hanno rivenduto ad altri detenuti.

In esito alla complessa e articolata attività di indagine del Nucleo PEF della Guardia di finanza di Catania, il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale, su proposta di questo Ufficio, ha pertanto emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 16 soggetti – sottoposti a indagine, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio

di sostanza stupefacente nel carcere di Augusta e associazione per delinquerefinalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali e all’indebito procacciamento di apparati telefonici per i detenuti della stessa casa circondariale – per come di seguito specificato:

custodia cautelare in carcere: BUDA Giovanna, nata a Catania l’11/12/1989; BUDA Rosaria, nata a Catania il 02/11/1984; MUNTONE Dario Giuseppe, nato a Catania il 03/09/1985; PEDONE Michele, nato a Taranto il 16/09/1970; RICCIARDI Luciano, nato a Catania il 06/03/1990; BUREMI Sebastiano, nato a Lentini (SR) il 19/06/1994; CASTRO Piero Orazio, nato a Catania il 23/02/1993; FERLITO Francesco, nato a Catania il 16/07/1978; GENESIO Giuseppe, nato ad Avola (SR) il 23/06/1988; MACCARRONE Francesco, nato a Catania il 03/07/1973; MILONE Eros, nato a Lentini (SR) il 03/11/1998; RIOLO Santo, nato a Catania il 15/02/1982; SANFILIPPO Michael, nato a Catania il 12/10/1999; SAPIENZA Simone Alfio, nato a Militello in Val di Catania il 17/101998; SCATTAMAGNA Fabiano, nato a Siracusa il 24/07/2000;

–  arresti domiciliari: CUSMANO Michael, nato a Catania il 9 ottobre 2001.

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Catania: Carabinieri, operazione “Concordia”. 22 arresti per associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti

(10) Questa mattina, su delega di questa Procura Distrettuale, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 22 persone indagate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine, denominata Concordia (dall’omonima via cittadina dove si sono principalmente concentrate le indagini), coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Piazza Dante, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale che gestiva una fiorente “piazza di spaccio” radicata nello storico quartiere catanese di San Cristoforo, nonché di sgominare un secondo gruppo criminale specializzato, invece, nella vendita di stupefacente del tipo cocaina e crack (cocaina in cristalli) “a domicilio” e “su ordinazione” che riforniva, in particolare, gli ambienti della movida catanese.

La “piazza di spaccio”, con sede nell’intersezione fra via Concordia e via Cordai,  monitorata dagli investigatori nel corso dell’indagine, protrattasi da novembre 2019 a marzo 2020, attraverso un sistema di videoripresa, era diretta da Michele BALSAMO, che con l’aiuto della moglie SAPUPPO Angela (ripresa dalle telecamere mentre con un bambino in braccio collabora attivamente il marito nel recupero di una busta contenente stupefacente), del suocero, SAPUPPO Francesco, e degli altri soldali con i classici compiti di pusher e di vedette, si occupava della gestione del traffico di stupefacenti, principalmente cocaina, garantendo centinaia di cessioni giornaliere per un introito medio stimato intorno ai 10.000 euro al giorno.

Durante le indagini, supportate da attività tecniche di intercettazione, l’attenzione degli investigatori si è focalizzata anche sulla figura del taxista FARINELLA Eugenio, assiduo frequentatore della “piazza” di via Concordia, il quale insieme all’amico e collega CARNAZZA Agatino, svolgeva, parallelamente all’ordinaria attività lavorativa, un’attività illecita di spaccio di cocaina rivendendo lo stupefacente – a prezzo maggiorato – ai clienti di un locale notturno (night), oppure facevano da tramite per gli acquirenti che preferivano non esporsi all’acquisto della droga.

Le indagini si sono poi appuntate sulla figura di GRILLO Mario, posto agli arresti domiciliari in via D’Amico, nei pressi della stazione ferroviaria di Catania, ideatore ed organizzatore di un traffico di stupefacenti del tutto innovativo, che prevedeva la consegna di cocaina e crack esclusivamente “a domicilio” o “su ordinazione” servendosi di due corrieri, i quali si muovevano a bordo di scooter e con al seguito solo i piccoli quantitativi di droga richiesti dai clienti, eliminando così i rischi connessi ad un eventuale controllo delle forze dell’ordine e più in generale alla gestione di una piazza di spaccio all’aperto. Le cessioni avvenivano infatti in tempi brevissimi, grazie ad un collaudato sistema di “ordinazione telefonica e consegna” che prevedeva la possibilità di ricevere lo stupefacente sia direttamente a casa oppure in qualsiasi altro luogo d’incontro della città.

I tempi di intervento sono stati particolarmente brevi in attuazione di un consolidato protocollo di indagini seguito dalla Direzione Distrettuale Antimafia per contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio a Catania e che ha consentito di eseguire l’ordinanza cautelare nei confronti dei 22 indagati solo dopo pochi mesi rispetto alla condotta contestata (l’informativa finale è stata depositata a fine maggio 2020 mentre la richiesta di misura cautelare è stata depositata nel giugno 2020).

Dieci degli odierni indagati  sono risultati percettori del “reddito di cittadinanza” e pertanto verranno segnalati all’autorità competente per valutare la sospensione del beneficio.

Soggetti destinatari di misura cautelare in carcere:

  1. BALSAMO Michele, classe 1965, già detenuto agli arresti domiciliari
  2. CALTABIANO Alessandro, classe 1994, già detenuto agli arresti domiciliari
  3. CALTABIANO Carmelo, classe 1968
  4. FUSELLI Orazio, classe 1991, già detenuto agli arresti domiciliari
  5. MANFREDI Giancarlo, classe 1992 già detenuto agli arresti domiciliari
  6. MOTTA Alessandro, classe 1991
  7. RAIA Massimo, classe 1971
  8. SAPUPPO Francesco, classe 1945, già detenuto agli arresti domiciliari
  9. GRILLO Mario, classe 1991
  10. FARINELLA Eugenio, classe 1971

Soggetti destinatari di misura cautelare degli arresti domiciliari:

  1. SAPUPPO Angela, classe 1972
  2. DI GUARDO Antonino Valentino, classe 1987
  3. MINUTOLA Giuseppe, classe 1972
  4. PANDETTA Carmelo, classe 1987
  5. BASILE Carmelo, classe 1994
  6. BARBERA William, classe 1997
  7. CARNAZZA Agatino , classe 1961

Soggetti destinatari di misura cautelare dell’obbligo di dimora:

  1. CALTABIANO Salvatore, classe 1988
  2. FUSELLI Antonino, classe 1970
  3. MUNZONE Francesco, classe 1989
  4. STRANO Arturo, classe 1992
  5. TESTA Vincenzo, classe 1961

 

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Catania: operazione “Skanderbeg”. Su delega della Procura Distrettuale i Carabinieri ne arrestano 99 accusati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale e porto di armi da fuoco

(296) Su delega di questa Procura Distrettuale, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 99 persone indagate, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosa, e per detenzione illegale e porto di armi da fuoco.

Contestualmente è stato eseguito un altro provvedimento cautelare emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, su richiesta della competente Procura della Repubblica, nei confronti di 2 soggetti, di cui uno tuttora minorenne, in ordine al reato di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine, denominata “SKANDERBEG”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa, ha consentito di disarticolare i diversi sodalizi criminali che gestivano 12 imponenti “piazze di spaccio” radicate nel popolare quartiere di San Giovanni Galermo roccaforte storica del traffico e della vendita di stupefacenti nel capoluogo etneo.

Le diverse organizzazioni che gestivano le piazze di spaccio godevano di una chiara autonomia sotto il profilo della competenza territoriale e della gestione organizzativa, ma agivano comunque sotto il diretto controllo del gruppo Nizza della famiglia di “Cosa Nostra” catanese, clan Santapaola – Ercolano, che imponeva ai “capi piazza” il rifornimento esclusivo dello stupefacente dal clan NIZZA, nonché i costi e i quantitativi di stupefacente da acquistare.

Ciascuna piazza di spaccio veniva, infatti, gestita da un responsabile (il c.d. capo piazza) operante sotto la supervisione del noto pluripregiudicato SCHILLACI Lorenzo Michele, personaggio di notevole caratura criminale e già condannato per associazione mafiosa, il quale oltre ad imporre in modo esclusivo e continuativo la fornitura della sostanza stupefacente per conto del citato gruppo Nizza, dirimeva i contrasti interni ai gruppi (ad esempio in casi di “concorrenza sleale” per aver protratto l’attività di spaccio oltre l’orario consentito o per aver dirottato i clienti presso altra piazza di spaccio).

Le attività di video ripresa eseguite per ciascun gruppo consentivano di volta in volta di registrare centinaia e centinaia di cessioni giornaliere all’interno delle piazze di spaccio, ubicate in siti prestabiliti generalmente corrispondenti ai numeri civici delle vie di San Giovanni Galermo e organizzate imprenditorialmente con precisi orari di lavoro e turnazioni che coprivano l’intero arco della giornata.

L’indagine ha altresì permesso di accertare la disponibilità di armi da fuoco, anche da guerra, in capo ai gruppi organizzati pronte ad essere utilizzate in caso di richiesta di spedizioni punitive da parte del clan NIZZA.

Inoltre in occasione dei festeggiamenti del 31 dicembre 2018, sono stati video ripresi i momenti in cui proprio SCHILLACI Lorenzo Michele, con CALABRETTA Mario Maurizio e SPAMPINATO Giambattista (entrambi responsabili dell’importante piazza sita al civico 81 della via Capo Passero), esplodevano diversi colpi di arma da fuoco sia con kalashnikov che con una pistola, noncuranti, tra l’altro, della presenza di più persone, tra le quali un bambino, mentre il pusher della piazza continuava a spacciare ai clienti incuranti degli spari.

Le indagini sono state condotte dall’ottobre 2018 al maggio 2019, avvalendosi di attività tecniche di intercettazione e di videoripresa, e sono state riscontrate dalle dichiarazioni di due recenti collaboratori di giustizia: CARUANA Dario e CORRA Silvio. Il CORRA, in particolare, è il soggetto che ha sostituito lo SCHILLACI come responsabile del clan NIZZA e ha quindi fornito un rilevante contributo alla ricostruzione delle dinamiche mafiose. Lo SCHILLACI veniva poi tratto in arresto in data 8 novembre 2019 per porto abusivo di arma, ma nel corso della perquisizione venivano rinvenuti e sequestrati 60.000 euro provento dell’attività delle piazze di spaccio, la “carta degli stipendi”, la “carta delle estorsioni”, e la “carta delle piazze di spaccio”, tutte detenute dallo SCHILLACI in qualità di responsabile del clan NIZZA.

Parte dei proventi delle piazze di spaccio servivano, infatti, anche al mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti. In particolare nella “carta” venivano indicate le iniziali di 43 soggetti detenuti con accanto la somma spettante alla famiglia per un importo totale mensile di circa 42.000 euro.

I tempi di intervento sono stati particolarmente brevi in attuazione di un consolidato protocollo di indagini seguito dalla Direzione Distrettuale Antimafia per contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio a Catania e che ha consentito di eseguire l’ordinanza cautelare nei confronti di 99 indagati solo dopo pochi mesi rispetto alla condotta contestata (l’informativa finale è stata depositata a fine giugno 2019 mentre la richiesta di misura cautelare è stata depositata nel novembre 2019).

Soggetti destinatari di misura cautelare in carcere:

  1. BARBAGALLO Giuseppe, classe 1998, già detenuto
  2. BARBAGALLO Vincenzo, classe 1980
  3. BARBATO Christian, classe 1996
  4. BATTAGLIA Marco, classe 1969
  5. BELGIORNO Giuseppe Emanuele, classe 1977
  6. BELLANTI Salvatore, classe 1983
  7. BELLIA Letizia, classe 1972
  8. BIAZZO Giuseppe, classe 1994, già agli arresti domiciliari
  9. BIAZZO Simone, classe 1999, già agli arresti domiciliari
  10. BONACETO Antonino, classe 1994, già agli arresti domiciliari
  11. CALABRETTA Andrea, classe 1992, già agli arresti domiciliari
  12. CALABRETTA Mario Maurizio, classe 1988, già agli arresti domiciliari
  13. CALÌ Antonio, classe 1984
  14. CALÌ Gianluca, classe 1988
  15. CASTAGNA Orazio, classe 1993
  16. CAUDULLO Domenico, classe 1998
  17. CELANO Salvatore, classe 1990
  18. CIPRIANO Hermann, classe 1996
  19. CONSOLI Concetto Renato, classe 1968
  20. DANUBIO Orazio, classe 1983
  21. DE LUCA Antonino, classe 1994
  22. DE LUCA Damiano, classe 1990
  23. DI BENEDETTO Luciano, classe 1977, già agli arresti domiciliari
  24. DI MAURO Simone, classe 1998
  25. DI PASQUALE Alessandro, classe 1970
  26. DI PASQUALE Dario, classe 1995
  27. DI PASQUALE Francesco, classe 1995
  28. FICHERA Giuseppe Benedetto Simone, classe 1993, già agli arresti domiciliari
  29. FINOCCHIARO Francesco, classe 1993, già agli arresti domiciliari
  30. FRANCESCHINO Antonino Silvestro, classe 1997
  31. FURNARI Fabio, classe 1990
  32. FURNARI Gabriele, classe 1992
  33. GENNARO Filippo, classe 1971, già detenuto
  34. GIUDICE Simone, classe 2000
  35. GRASSO Giovanni, classe 1996
  36. GRASSO Ignazio, classe 1960
  37. GRECO Lucia, classe 1998
  38. ILARDO Alessandro, classe 1999
  39. LA CHINA Salvatore, classe 1998, già agli arresti domiciliari
  40. LANZAFAME Natale, classe 1988, già agli arresti domiciliari
  41. LA PIANA Antonino Andrea, classe 1986
  42. LA PIANA Vincenzo, classe 1961
  43. LA ROSA Carlo Giovanni, classe 1992
  44. LONGO Antonio, classe 1973, già detenuto
  45. MAIURI Raffaele Ferdinando, classe 1990
  46. MARCANZÒ Antonio, classe 1990
  47. MASCI Pietro, classe 1982, già agli arresti domiciliari
  48. MASOTTA Felice, classe 1972
  49. MIRABELLA Giuseppe, classe 1998
  50. MUSUMECI Alessandro, classe 1986, già agli arresti domiciliari
  51. MUSUMECI Salvatore, classe 1996
  52. NICIFORO Concetto, classe 1996
  53. PATTI Fabio, classe 1984
  54. PLATANIA Giovanni, classe 1994, già agli arresti domiciliari
  55. PREVITE Massimiliano, classe 1994, già agli arresti domiciliari
  56. PRIVITERA Carmelo, classe 1962
  57. PRIVITERA Ignazio, classe 1964
  58. PRIVITERA Stefano, classe 1987
  59. RAINERI Graziella, classe 1964
  60. RAINERI Pietro Alessio, classe 1995
  61. RAPISARDA Giuseppe Paolo, classe 1982
  62. RAPISARDA Nazzareno, classe 1958
  63. RAPISARDA Piero, classe 1980, già detenuto
  64. SANFILIPPO Antonino, classe 1976
  65. SAPUPPO Giuseppe, classe 1962
  66. SAPUPPO Santo, classe 1966, già detenuto
  67. SCALIA Carmelo, classe 1992, già detenuto
  68. SCHILLACI Lorenzo Michele, classe 1968, già agli arresti domiciliari
  69. SPAMPINATO Carmelo, classe 1971, già agli arresti domiciliari
  70. SPAMPINATO Giambattista, classe 1990, già detenuto
  71. STRANO Natale, classe 1995.
  72. TOMASELLI Alessandro, classe 1976, già detenuto
  73. TROVATO Antonino, classe 1988
  74. TUDISCO Francesco, classe 1980
  75. VACCALLUZZO Maurizio, classe 1989, già agli arresti domiciliari
  76. VALASTRO Dario, classe 1984
  77. VECCHIO Alessandro, classe 1988, già agli arresti domiciliari
  78. ZUCCARO Samuele, classe 1996

Soggetti destinatari di misura cautelare degli arresti domiciliari:

  1. COPPOLA Orazio Salvatore, classe 1973
  2. GUERRERA Eugenio, classe 1998
  3. LANZAFAME Giovanni Michele, classe 1995
  4. NUCCIO Emmanuel, classe 1998
  5. PRIVITERA Maurizio, classe 1973
  6. RUSSO Christian, classe 1999
  7. SCALIA Giuseppe Samuele, classe 1975
  8. SQUILLACI Oreste, classe 1972
  9. VINCIGUERRA Domenico, classe 1991

Soggetti destinatari di misura cautelare dell’obbligo di dimora:

  1. ALLEGRA Cirino Nicola, classe 1977
  2. IERNA Marianna, classe 1988
  3. MAIURI Vanessa Sheila, classe 1995
  4. RIVOLI Giuseppe, classe 1991

Soggetti destinatari di obbligo di presentazione alla P.G.:

  1. AIELLO Concetto, classe 1970, già agli arresti domiciliari
  2. FRANCESCHINI Nicola, classe 1947
  3. ILARDO Giuseppe, classe 1962
  4. MAIURI CARMELO, classe 1963
  5. MARCANZÒ Salvatore, classe 1972
  6. MINNELLA Eugenio, classe 1991, già detenuto
  7. RAINERI Giuseppe Santo, classe 1968
  8. SPERANZA Ignazio Christian, classe 1991

Soggetti destinatari di misura cautelare in istituto Penitenziario Minorile:

  1. LA ROCCA Pietro Michael, classe 2001
  2. K., classe 2003

 

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Catania: Procura della Repubblica e Guardia di Finanza, operazione “Consegna a domicilio”. Associazioni dedite al traffico di stupefacenti ed a furti aggravati anche in abitazioni, 11 arresti (video)

(228) Su delega di questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 11 persone (10 ristrette in carcere e una agli arresti domiciliari) indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (principalmente cocaina e marijuana) nonché alla perpetrazione di furti aggravati anche in abitazioni.

L’investigazione condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania e coordinata da questa Procura Distrettuale si caratterizzava per l’acquisizione di gravi e plurimi indizi attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali puntualmente riscontrati dall’esecuzione di 5 arresti in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti e furto in abitazione nonché dal sequestro di kg.4,5 di marijuana. L’indagine è convenzionalmente denominata operazione “CONSEGNA A DOMICILIO” in ragione del fatto che l’appartamento del principale indagato era divenuto una base logistica per la compravendita all’ingrosso e al dettaglio di cocaina e marijuana.

Nello specifico, l’indagine dei Finanzieri del G.I.C.O. di Catania trae la sua origine dallo sviluppo diretto delle evidenze emerse in un distinto procedimento penale che portò, nel gennaio 2016, all’arresto in flagranza di reato di 2 soggetti trovati in possesso di cocaina e eroina, sostanze stupefacenti destinate ad essere acquistate proprio dal sodalizio criminale successivamente investigato. Nel proseguo delle attività, i Finanzieri del Nucleo P.E.F. delineavano anche l’operatività di una distinta associazione che, oltre a spacciare stupefacenti, si era specializzata nella realizzazione di furti in abitazione e in esercizi commerciali “con spaccata”.

Il primo sodalizio criminale ruota intorno alla figura di RUSSO Carmelo (cl.1955) detto “TURAZZO” la cui abitazione di Misterbianco fungeva da centrale operativa dello spaccio oltreché sede di incontri con pregiudicati e soggetti sottoposti a provvedimenti di sorveglianza speciale della pubblica sicurezza. RUSSO Carmelo unitamente al fratello Mario (cl.1972), quest’ultimo già condannato per la sua appartenenza al clan mafioso dei “Cursoti Milanesi”, mantenevano costanti relazioni con fornitori (palermitani e calabresi) ed acquirenti (localizzati a Messina, Siracusa, Motta Sant’Anastasia, Portopalo di Capopassero) avvalendosi della collaborazione dei seguenti sodali (tutti ristretti in carcere):

  • INNAO Filadelfo (cl. 1957) e GIANNETTO Cirino (cl. 1971) quali detentori della “cassa comune” del gruppo criminale e, quando necessario, corrieri dello stupefacente acquistato o da cedere;
  • PAVONE Emanuele (cl. 1966) il quale si occupava della fase di approvvigionamento degli stupefacenti nonché della vendita in territorio messinese;
  • BEVILACQUA Antonio (cl. 1974) e PELLE Antonio (cl. 1986), entrambi reggini, quali stabili fornitori di cocaina della formazione criminale catanese.

Il secondo focus investigativo dell’operazione in rassegna era rappresentato dall’associazione a delinquere capeggiata da Vito Danilo CAPUTO (cl. 1989) e da Pio Giuseppe SCARDACI (cl. 1986) e completata da Alfio STANCAPIANO (cl. 1994) e Carmelo MOTTA (cl. 1985) – i primi tre sono stati ristretti in carcere, il quarto ai domiciliari – i quali erano autori seriali di furti, anche tentati, in appartamento. Nello specifico, gli indagati erano soliti impossessarsi delle chiavi dell’abitazione che il malcapitato lasciava incustodite nella sua autovettura per poi recarsi presso l’appartamento della vittima e agire indisturbati. Spesso la persona offesa non si rendeva conto della sottrazione delle chiavi in quanto l’autovettura veniva aperta senza che gli indagati lasciassero evidenti segni di effrazione.

Tra i fatti criminosi orchestrati dal citato gruppo criminale figurano:

  • il furto di una Fiat Bravo a Lentini (SR) e conseguente utilizzo dello stesso veicolo contro la vetrina di un esercizio commerciale di Siracusa per l’impossessamento di oltre 500 capi di abbigliamento del valore di circa 25 mila euro;
  • il furto in un’abitazione di Belpasso (CT) con il conseguimento di un bottino di gioielli del complessivo valore di 1.500 euro circa;
  • il furto in un appartamento a Cefalù (PA) di gioielli e denaro contante per circa 80 mila euro recuperati dalla Guardia di Finanza di Catania in occasione dell’arresto in flagranza di reato dei 2 responsabili.

L’indagine del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania ha, dunque, permesso di porre fine all’attivismo di due agguerriti sodalizi che si muovevano a stretto contatto con soggetti interni ad organizzazioni mafiose già raggiunti da provvedimenti restrittivi richiesti da quest’Ufficio ed eseguiti anche da altre forze di polizia.

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Catania: Guardia di Finanza, operazione “Shoes”. Associazioni armate dedite al traffico di stupefacenti ed all’agevolazione del clan Santapaola-Ercolano. 25 arresti (video)

(177) I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 25 persone (21 ristrette in carcere e 4 agli arresti domiciliari) indagate, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana, hashish e “crack”) aggravata dalla finalità di agevolare il clan mafioso “Santapaola-Ercolano” e dalla detenzione di armi. Contestualmente, è stato eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per sproporzione (art.240 bis C.P.) di una ditta individuale per un complessivo valore di 200 mila euro.

L’investigazione condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria e coordinata da questa Procura Distrettuale, è convenzionalmente denominata operazione “SHOES” per l’utilizzo, tra le tante, quali parole convenzionali, di noti brand di scarpe per comunicare i quantitativi di droga da movimentare.

La meticolosa indagine dei Finanzieri del G.I.C.O. di Catania (Gruppo Operativo Antidroga, G.O.A.), consentiva di pervenire, tra gennaio 2017 e novembre 2018, a ripetuti riscontri dell’operatività di molteplici gruppi criminali organizzati (catanesi riforniti da formazioni criminali campane, albanesi, calabresi e laziali) attraverso l’arresto in flagranza per traffico di stupefacenti di 6 soggetti (artt. 73 e 80, D.P.R. 309/90) e al contestuale sequestro, in più frangenti, di oltre kg. 4 di cocaina, kg. 52 di marijuana e kg.25 circa di hashish. Gli stupefacenti sequestrati, destinati al mercato della Sicilia orientale, avrebbero fruttato alle strutturate compagini criminali etnee proventi per 2,5 milioni di euro.

Nel dettaglio, l’indagine dei Finanzieri del G.I.C.O. di Catania trae la sua origine dallo sviluppo diretto delle evidenze emerse in un distinto procedimento penale (Operazione “STOP AND GO”, Guardia di Finanza Catania) che portò, nel maggio 2019, all’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 16 persone espressione di due distinte compagini associative, aventi la loro base operativa a Catania con ramificazioni attive in Italia (Torino, Siena e Reggio Calabria) e all’estero (Spagna e Sud America).

L’odierna operazione “SHOES” ha permesso di tracciare con dovizia i traffici criminali condotti da due associazioni armate finalizzate al traffico di stupefacenti, una delle quali operativa anche allo scopo di agevolare Cosa Nostra etnea (gruppo criminale “ottantapalmi” poi assorbito dai “Nizza”) mediante la destinazione di parte dei proventi illeciti alle famiglie dei detenuti.

Il primo sodalizio era capeggiato da un pregiudicato catanese soprannominato “Bakù” dai fornitori partenopei in onore di una nota piazza di spaccio di Scampia (chalet Bakù), già noto alle cronache giudiziarie per essere stato tratto in arresto, nel quartiere etneo di Zia Lisa, con 1,3 kg di cocaina celata tra salumi nonché per la detenzione illegale di un’arma clandestina e munizioni. Tra i suoi sodali figurava anche un cantante neomelodico catanese noto per i suoi pezzi in napoletano. Il clan catanese si approvvigionava stabilmente, mediante collaudati sistemi di comunicazione tesi a eludere anche eventuali intercettazioni telefoniche in atto, da un sodalizio operante a Castellammare di Stabia (NA) nonché da un gruppo criminale italo albanese avente la sua base logistica nel Lazio. La detenzione di armi veniva riscontrata, nel settembre del 2017, quando, i Finanzieri del G.I.C.O. di Catania, nel quartiere di San Berillo Nuovo (Corso Indipendenza, Catania), traevano in arresto 2 soggetti in possesso di un arsenale costituito da un fucile mitragliatore ak 47 kalashnikov, 3 revolver, 1 pistola semiautomatica e circa 500 cartucce di vario calibro, alcuni passamontagna e oltre un chilo di marijuana.

Il secondo focus investigativo dell’operazione “SHOES” era rappresentato dall’associazione armata capeggiata da un affiliato di cosa nostra etnea, promotore e coordinatore di un’attività di spaccio di stupefacenti nel territorio di Catania, il quale si procurava cocaina e “crack” da fornitori catanesi e calabresi e gestiva la lucrosa attività unitamente alla moglie, incaricata della contabilità dei crediti vantati nei confronti degli acquirenti e della suddivisione in dosi. I proventi del traffico di stupefacenti, oltre che essere ripartiti tra gli affiliati in relazione alle mansioni svolte, erano destinati dal promotore anche alle famiglie di alcuni affiliati in carcere del clan “Santapaola – gruppo Nizza”. Numerose le conversazioni intercettate nelle quali il reggente dell’associazione, contrariato dalla gestione non adeguatamente redditizia di una piazza di spaccio, palesava la necessità di affidare la stessa a soggetti in grado di garantire introiti superiori anche per sostenere adeguatamente le famiglie dei detenuti i quali, all’atto della loro carcerazione, avevano in lui riposto la fiducia affidandogli il controllo delle loro piazze.

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Bronte (Sr): la Guardia di Finanza sequestra 7115 litri di detergente illegalmente venduto per sanizzante. Denunciato un imprenditore (video)

(110) I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito dei servizi volti alla verifica delle misure per il contenimento dell’epidemia Coronavirus, hanno sottoposto a sequestro 6074 confezioni di normale prodotto detergente, corrispondenti a 7115 litri, illecitamente posto in vendita quale sanificante senza che ne fossero state preventivamente verificate le reali qualità biocide.

In particolare, i militari della Compagnia di Paternò, impegnati nel controllo delle caratteristiche dei prodotti maggiormente richiesti dopo l’inizio dell’allarme sanitario (maschere protettive, guanti, gel igienizzanti, etc…), hanno individuato il soggetto economico a seguito di una specifica ed attenta attività di Polizia Economico- Finanziaria.

Recatisi presso la sede del commerciante all’ingrosso di detersivi, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto decine di confezioni di detergente, qualificati sull’etichettatura quali sanitizzante, pronti per l’illecita vendita. Infatti, la capacità battericida, ovvero l’essere in grado di eliminare i virus eventualmente presenti sulle superfici del mobilio e delle suppellettili, deve essere appurata nel corso di approfondite analisi chimiche e comprovata da una specifica autorizzazione ministeriale prima che il prodotto venga immesso in commercio.

Tale circostanza è molto importante per evitare sia potenziali rischi per la salute pubblica, non avendo cognizione delle reali caratteristiche e delle eventuali controindicazioni del prodotto, sia che i clienti vengano semplicemente indotti in errore a seguito delle false indicazioni riportate sulla confezione.

Per tale ragione, i militari hanno proceduto al sequestro della merce ed hanno segnalato il titolare della società alla locale Autorità Giudiziaria per frode in commercio.

Nel contempo, altri Reparti del Corpo sono stati interessati perché procedano al sequestro del medesimo prodotto già distribuito a diversi clienti sull’isola.

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Catania: semplici detergenti venduti per dispositivi medici. La Guardia di Finanza interrompe la commercializzazione fraudolenta e sequestra 5000 flaconi (video)

(97) Prosegue l’attività dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, mirata al rispetto delle misure per il contenimento dell’epidemia Coronavirus e il contrasto alle frodi in ordine alla vendita di DPI (dispositivi di protezione individuale).

I Finanzieri della Compagnia di Catania, grazie alle sinergie info-investigative tra Comandi del Corpo, hanno coordinato e portato a termine un’operazione conclusasi con il sequestro di oltre 1.500 flaconi di gel detergente recanti etichette con diciture ingannevoli, poiché venduti come disinfettante per mani, in assenza delle specifiche autorizzazioni alla commercializzazione da parte del Ministero della Salute o della Commissione Europea.

In particolare, le Fiamme Gialle catanesi hanno individuato un commerciante all’ingrosso di prodotti chimici per l’industria, operante nell’hinterland catanese, che deteneva presso il proprio magazzino, pronte per la spedizione, numerose confezioni di gel detergente riportanti la dicitura “disinfettante”, ma in realtà sprovviste delle specifiche autorizzazioni. L’imprenditore è stato altresì trovato in possesso della materia prima e degli imballaggi necessari al confezionamento del gel in flaconi.

Dall’esame dei documenti fiscali già emessi, i militari hanno ricostruito la filiera commerciale complessiva di circa 5.000 articoli, attraverso l’individuazione di clienti, costituiti principalmente da farmacie ed erboristerie, ubicati in varie provincie siciliane e in Sardegna. La successiva attività investigativa, eseguita anche mediante l’ausilio di altri Reparti del Corpo competenti per territorio, ha permesso di procedere al sequestro penale di tutte le confezioni di gel detergente poste in vendita.

Il titolare dell’attività commerciale all’ingrosso e i responsabili delle rivendite al dettaglio sono stati segnalati alle rispettive Procure della Repubblica per il reato di frode nell’esercizio del commercio.

In tal senso la Guardia di Finanza, nel particolare periodo emergenziale, prosegue la propria azione, unitaria e coordinata, indirizzando maggiormente gli sforzi operativi per tutelare i consumatori e garantire il rispetto delle regole cui si attengono le aziende che producono dispositivi di protezione secondo gli standard qualitativi e di sicurezza imposti dalle norme vigenti.

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