Napoli: Guardia di Finanza, 5 arresti per associazione di stampo mafioso, estorsione, illecita concorrenza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, sequestrati beni per 10 milioni (video)

(232) Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha oggi eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di sette persone a conclusione di indagini della Direzione Distrettuale Antimafia in relazioni ad ipotesi di reato (associazione di stampo mafioso, estorsione, illecita concorrenza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti).

Contestualmente, sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni per un valore complessivo di oltre dieci milioni di euro, tra cui undici società, diversi immobili, svariati automezzi ed un’imbarcazione; beni che, sulla base degli elementi finora raccolti, risulterebbero direttamente o indirettamente collegati alle predette attività delittuose.

I provvedimenti scaturiscono da complesse indagini condotte su alcuni affiliati di spicco del clan camorristico denominato “VINELLA-GRASSI”, storicamente attivo nell’area nord di Napoli, dapprima satellite del gruppo criminale dei DI LAURO, quindi confluito nel cartello scissionista degli AMATO PAGANO, sino a diventare autonomo e potente clan dopo la sanguinosa faida del 2012-13 che ne ha segnato la vittoriosa contrapposizione agli ABETE-ABBINANTE.

In base alle investigazioni MENNETTA Antonio, considerato capo dell’organizzazione camorristica “VINELLA GRASSI”, sebbene sottoposto al regime detentivo dell’art. 41bis O.P., ha mantenuto saldo il controllo dell’organizzazione e delle sue strategie di reinvestimento dei profitti delle relative attività delinquenziali in società operanti soprattutto (ma non solo) nel settore della vigilanza privata e in quello immobiliare.

L’espansione commerciale delle imprese riferibili al clan risulta proiettata anche nei settori d’impresa collegati all’emergenza sanitaria da COVID-19, risultando l’acquisizione di incarichi nel campo della sanificazione dei locali.

GENERALITÀ DEI SOGGETTI DESTINATARI DEL PROVVEDIMENTO:

Custodia in carcere:

1. MENNETTA Antonio, nato a Napoli il 03/01/1985;

2. PETRICCIONE Annunziata, nata a Napoli l’1/04/1962;

3. SPERINDIO Alberto, nato a Napoli il 19/01/1979;

4. DI BARI Salvatore, nato a Napoli il 22/07/1977;

5. VALLEFUOCO Giovanni, nato a Mugnano di Napoli l’1/06/1970;

Obbligo di dimora e divieto di esercizio di impresa e di uffici direttivi di imprese:

6. SPERINDIO Gianluca, nato a Napoli il 30/01/1984;

7. AURINO Antonio, nato a Napoli l’11/11/1986.

 

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Lodi (Mi): Guardia di Finanza, operazione “Spartaco”. Impresa della grande distribuzione organizzata evade il fisco, ricicla, sfrutta ed estorce i propri lavoratori. 17 indagati, 5 misure cautelati personali e sequestro beni per oltre 20 milioni

(225) Dalle prime luci dell’alba militari del Comando Provinciale di Lodi stanno eseguendo una complessa misura personale e reale nei confronti di una famiglia di imprenditori lodigiani per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dei lavoratori, all’estorsione, all’evasione fiscale ed al riciclaggio dei relativi proventi.

L’attività di indagine condotta dal Gruppo di Lodi, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, ha consentito di disvelare una vera e propria organizzazione criminale avente una solida struttura piramidale, leader nel trasporto conto terzi, avente oltre 150 dipendenti.

Una vera e propria galassia di società costituite con l’unico scopo di evadere il fisco (oltre 60 i milioni di fatture per operazioni inesistenti emesse) ha permesso di creare fondi neri per oltre 20 milioni di euro i quali riciclati, ed in parte reimpiegati nelle attività aziendali, hanno consentito a questa impresa criminale di accaparrarsi enorme fette di mercato della grande distribuzione organizzata, tanto da farla divenire uno dei gruppi di riferimento nazionale per il trasporto delle merci deperibili.

La sagacia criminale era abbinata, però, anche ad una spregiudicata gestione dei dipendenti attraverso il sistematico ricorso a condotte estorsive e alla violazione della normativa sul lavoro con:

  • la corresponsione di retribuzioni in modo difforme dai contratti collettivi nazionali e territoriali;
  • la decurtazione dello stipendio per ogni giorno di assenza o di ferie fruito;
  • l’imposizione di turni massacranti, anche di 18 ore continue, senza la prescritta fruizione dei riposi;
  • l’imposizione dell’utilizzo di doppi dischi tachigrafi cartacei dei mezzi che venivano distrutti al termine del tragitto;
  • l’obbligo di lavorare in precarie situazioni di sicurezza ed igiene (alloggiamento dei lavoratori in ambienti degradati, mancata effettuazione delle visite mediche previste).

Queste condizioni vessatorie sono state accettate dai dipendenti solo dietro la continua minaccia del licenziamento e facendogli sottoscrivere contratti di lavoro a tempo determinato della durata di pochi mesi (a volte anche 30 giorni), non rinnovati a coloro che non sottostavano a tale modus operandi aziendale.

Il GIP del Tribunale di Lodi ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per il dominus dell’organizzazione (P.R. di anni 52), l’obbligo di firma alla p.g. per quattro associati (P.S. di anni 30, P.M. di anni 35, M.P. di anni 58 e P.G.R. di anni 41) nonché il sequestro di oltre 20 milioni di euro pari all’imposta complessivamente evasa; oggetto di sequestro sono stati i beni mobili ed immobili intestati agli indagati.

L’operazione Spartaco sottolinea il ruolo di polizia economico-finanziaria svolto dalla Guardia di Finanza con un’attenta e forte vocazione sociale, soprattutto nel contesto emergenziale attuale, perché completamente protesa verso il cittadino onesto e la tutela dell’impresa regolare.

 

 

 

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Palermo: Guardia di Finanza, operazione “Trasporti pericolosi”. Truffa aggravata ai danni del SSR, eseguite 5 misure cautelari personali e sequestrate una falsa “onlus” ed oltre 1 milione (video)

(169) I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo nei confronti di cinque soggetti, di cui quattro ristretti agli arresti domiciliari (i coniugi SAMMARTINO Giuseppe, cl. ‘67 e LUNETTA Maria, cl. ‘78; CONSIGLIO Gaspare, cl. ’73; ALAIMO Calogero, cl. ‘62) e uno sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza (D’ERRIGO Gennaro, cl. 70).

Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo della Onlus Cuore Giovane, con sede in Monreale, nonché di oltre un milione di euro quale profitto dei reati contestati.

La Cuore Giovane svolge, per conto dell’ASP di Palermo, il servizio di trasporto emodializzati e, per conto della SEUS, il servizio di emergenza-urgenza 118 “in eccedenza” (ossia quando, a giudizio della centrale operativa, i mezzi del 118 non sono sufficienti).

Le indagini degli investigatori del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia economico finanziaria hanno consentito di accertare che la Cuore Giovane, dietro le mentite spoglie di organizzazione non lucrativa di utilità sociale, celava invece un’autentica attività d’impresa, gestita, oltre che da CONSIGLIO prima e da LUNETTA poi quali legali rappresentanti, anche, di fatto, da SAMMARTINO, dipendente della SEUS.

L’associazione è stata gestita con scopo di lucro, perseguendo gli interessi privati degli amministratori, in contrasto con le norme c.d. terzo settore e camuffando gli stipendi elargiti ai “volontari” (in realtà dipendenti) come rimborsi.

Inoltre, in sede di stipula e rinnovo delle convenzioni con l’ASP, gli indagati hanno prodotto falsi attestati relativi alla partecipazione degli autisti soccorritori e barellieri a corsi BLSD (basic life support and defibrillation), formalmente rilasciati da associazioni abilitate, ma di fatto auto-procurati con la complicità di ALAIMO (dipendente dell’ASP di Caltanissetta con la qualifica di infermiere) e D’ERRIGO (dipendente della SEUS).

Proprio grazie a tali false attestazioni di requisiti la Cuore Giovane Onlus ha potuto accedere alle convenzioni pubbliche, frodando gli stessi enti che le avevano affidato i servizi e ottenendo ingenti fondi pubblici a fronte di servizi resi in assenza dei requisiti richiesti.

Il GIP ha disposto il conseguente sequestro delle somme indebitamente percepite, pari a oltre 1 milione di euro, nonché della ONLUS e di tutto il suo patrimonio aziendale, designando un custode giudiziario, così da evitare il rischio che i reati contestati possano essere protratti.

La Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, continua ad operare quale polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale, assicurando – soprattutto in questo periodo di grave emergenza sanitaria con cui si sta misurando il nostro Paese – la tutela degli operatori economici, dei lavoratori onesti e rispettosi delle regole e delle fasce più deboli ed esposte a rischio della popolazione.

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