Palermo: Guardia di Finanza, operazione “Trasporti pericolosi”. Truffa aggravata ai danni del SSR, eseguite 5 misure cautelari personali e sequestrate una falsa “onlus” ed oltre 1 milione (video)

(169) I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo nei confronti di cinque soggetti, di cui quattro ristretti agli arresti domiciliari (i coniugi SAMMARTINO Giuseppe, cl. ‘67 e LUNETTA Maria, cl. ‘78; CONSIGLIO Gaspare, cl. ’73; ALAIMO Calogero, cl. ‘62) e uno sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza (D’ERRIGO Gennaro, cl. 70).

Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo della Onlus Cuore Giovane, con sede in Monreale, nonché di oltre un milione di euro quale profitto dei reati contestati.

La Cuore Giovane svolge, per conto dell’ASP di Palermo, il servizio di trasporto emodializzati e, per conto della SEUS, il servizio di emergenza-urgenza 118 “in eccedenza” (ossia quando, a giudizio della centrale operativa, i mezzi del 118 non sono sufficienti).

Le indagini degli investigatori del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia economico finanziaria hanno consentito di accertare che la Cuore Giovane, dietro le mentite spoglie di organizzazione non lucrativa di utilità sociale, celava invece un’autentica attività d’impresa, gestita, oltre che da CONSIGLIO prima e da LUNETTA poi quali legali rappresentanti, anche, di fatto, da SAMMARTINO, dipendente della SEUS.

L’associazione è stata gestita con scopo di lucro, perseguendo gli interessi privati degli amministratori, in contrasto con le norme c.d. terzo settore e camuffando gli stipendi elargiti ai “volontari” (in realtà dipendenti) come rimborsi.

Inoltre, in sede di stipula e rinnovo delle convenzioni con l’ASP, gli indagati hanno prodotto falsi attestati relativi alla partecipazione degli autisti soccorritori e barellieri a corsi BLSD (basic life support and defibrillation), formalmente rilasciati da associazioni abilitate, ma di fatto auto-procurati con la complicità di ALAIMO (dipendente dell’ASP di Caltanissetta con la qualifica di infermiere) e D’ERRIGO (dipendente della SEUS).

Proprio grazie a tali false attestazioni di requisiti la Cuore Giovane Onlus ha potuto accedere alle convenzioni pubbliche, frodando gli stessi enti che le avevano affidato i servizi e ottenendo ingenti fondi pubblici a fronte di servizi resi in assenza dei requisiti richiesti.

Il GIP ha disposto il conseguente sequestro delle somme indebitamente percepite, pari a oltre 1 milione di euro, nonché della ONLUS e di tutto il suo patrimonio aziendale, designando un custode giudiziario, così da evitare il rischio che i reati contestati possano essere protratti.

La Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, continua ad operare quale polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale, assicurando – soprattutto in questo periodo di grave emergenza sanitaria con cui si sta misurando il nostro Paese – la tutela degli operatori economici, dei lavoratori onesti e rispettosi delle regole e delle fasce più deboli ed esposte a rischio della popolazione.

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Locri (RC): la Guardia di Finanza sequestra polizze assicurative per oltre 1,5 milioni, denunciate 2 persone per riciclaggio

(142) I Finanzieri del Gruppo di Locri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Locri, portavano a conclusione un’articolata attività di Continue reading “Locri (RC): la Guardia di Finanza sequestra polizze assicurative per oltre 1,5 milioni, denunciate 2 persone per riciclaggio”

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Modena: Guardia di Finanza, operazione “Trono di stracci”. Sequestrati beni immobili e disponibilità finanziarie per oltre un milione ad un evasore fiscale seriale (video)

(133) I Finanzieri del Comando Provinciale di Modena hanno in corso di esecuzione una misura di prevenzione patrimoniale prevista dal c.d. “codice antimafia” emessa dal Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna che, in accoglimento di analoga richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Modena nella persona del sost. Procuratore dr. Marco Niccolini, ha disposto il sequestro di beni immobili, mobili, mobili registrati e disponibilità finanziarie (intestati a anche terzi), allo stato eseguito per un valore di oltre un milione di euro, riconducibili ad un imprenditore settantaduenne originario della provincia di Reggio Emilia – formalmente residente in Romania – ma di fatto dimorante a Sassuolo.

Le indagini patrimoniali svolte dai finanzieri della Compagnia di Sassuolo hanno evidenziato una reiterata propensione a delinquere del soggetto proposto, tale da fargli assumere la veste di c.d. “grande evasore”, circostanza emersa e rilevata dai numerosi procedimenti penali in carico allo stesso. La storia criminale del proposto infatti inizia già verso la fine degli anni ’70/primi anni ‘80, per poi protrarsi, quasi senza soluzione di continuità, e dopo diverse condanne per bancarotta ed altri reati finanziari intervenute negli anni ’90 e 2000, fino all’ennesima condanna per reati tributari nel maggio del 2019.

In particolare, gli accertamenti svolti, da un lato hanno permesso di rilevare come il soggetto destinatario del provvedimento, nel corso degli anni si sia reso responsabile di diverse condotte penalmente rilevanti in tema di reati fallimentari e schemi fraudolenti in danno dell’erario, dall’altro hanno consentito di evidenziare una palese “sproporzione” tra i redditi dichiarati negli anni e la consistenza patrimoniale accumulata e ricostruita, quest’ultima rappresentata, tra l’altro, da beni immobili intestati alla moglie ed al figlio ma riconducibili al proposto. Le attività illecite poste in essere in circa quaranta anni, avevano consentito al prevenuto un tenore di vita ben più elevato rispetto ai propri redditi dichiarati, tali da consentirgli nel lungo periodo delinquenziale l’acquisto – anche attraverso intestazioni fittizie – di una Ferrari e di un’imbarcazione da diporto, oltre che l’acquisizione di diversi immobili ed investimenti finanziari ed assicurativi.

Più in dettaglio, le investigazioni patrimoniali svolte, allargate anche al nucleo familiare del proposto, hanno consentito di appurare una sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio effettivo per circa 7 milioni di euro, evidenziando, tra l’altro, che in talune annualità il prevenuto dichiarava redditi al di sotto della soglia di povertà e quindi al limite della sopravvivenza; parallelamente, le frodi in danno dell’erario commesse negli anni hanno fatto “collezionare” in capo al proposto un debito per oltre 12 milioni di Euro, mai saldato.

Le attività in rassegna confermano l’efficace impegno della Guardia di Finanza modenese nella lotta ai fenomeni criminali che alterano le regole del mercato e la libera concorrenza, attraverso l’aggressione di ingenti patrimoni illecitamente accumulati a discapito dei legittimi interessi di onesti imprenditori e cittadini.

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