Salvatore Condemi nel giugno del 2007 uccise l'ex moglie Paola Gangeri al culmine di una cruenta lite facendolo, perdipiù, sotto gli occhi atterriti della loro figlioletta. Nei giorni scorsi la Corte d'assise d'appello, presieduta da Pasquale Ippolito, accogliendo parzialmente le richieste dell'avvocato difensore Lorenzo Gatto, ha inflitto al Condemi la condanna a 12 anni riducendo così la precedente di 15 anni comminata in primo grado dal GUP Santo Melidona.
Il noto penalista, nelle motivazioni prodotte in appello, aveva chiesto il riconoscimento al proprio assistito dell'incapacità d'intendere e di volere al momento dell'efferato delitto ed, in subordine, che gli fossero riconosciute le attenuanti generiche. L'avvocato Gatto sosteneva infatti, che il Condemi era sotto l'effetto di quello che la psichiatria definisce con il termine "acting out" che scientificamente spiega l'incapacità del soggetto affetto di controllare le proprie azioni a seguito di un "buio cognitivo" che, in fase acuta di una particolare sofferenza, ha il sopravvento sullo stesso. Nel corso della prima udienza la Corte d'assise d'appello accoglieva le richieste difensive, nonostante il parere negativo del P.G. Di Landro e dell'avvocato di parte civile Polimeni, e nominva un collegio peritale per accertare se il Condemi fosse o meno in grado di intendere e di volere allorquando uccise l'ex moglie. Per i periti l'imputato, al momento del fatto, capace di intendere e di volere non lo era. La Corte, quindi, accogliendo la richiesta in subordine dell'avvocato Gatto, ha riconosciuto al Condemi le attenuanti generiche riducendo così la pena.