
Dopo l’ennesima prestazione indecente di domenica scorsa la rumorosa contestazione all’indirizzo del DG de La Fenice Amaranto, iniziata sugli spalti e conclusasi dietro la Tribuna Ovest, ha indotto l’imprenditore a convocare una conferenza stampa il martedì successivo. Presenti, come ogni qualvolta gli impegni ce lo permettono, abbiamo notato la Sala Stampa del “Granillo” (come anche all’esterno) colma di personale delle Forze dell’Ordine, di “imbucati” e non più di una decina di giornalisti.
Il DG Ballarino, in piedi al centro tra il Club Manager Praticò ed il Presidente Minniti, si è dimostrato un oratore abile nel tentativo di districarsi dalle accuse ma, per quel che ci riguarda, assai poco incisivo e convincente anche perché, cosa di non poco conto, “urlatore”.
Ballarino ha così sciorinato oltre un’ora di monologo difensivo ma anche offensivo (non riferito al contrattacco prodotto ma, letteralmente, proprio alle offese). E vi spieghiamo il perché.
Una tra le peggiori abitudini, ormai purtroppo diffusa, è quella di sparare nel mucchio o meglio quella di attaccare uno o più personaggi senza però mai avere la cortesia di menzionarlo/i (non fosse altro anche per escludere chi dei presenti non ha alcuna responsabilità).
Ci spieghiamo meglio: se un giornalista decide di criticare (più o meno aspramente, dipende dal tenore delle sue sensazioni e, quindi, da come intende trasferirle al lettore) è tenuto a farlo, così come buona norma, specificando nome e cognome del destinatario e sottoscrivendo il proprio scritto (qualora non lo facesse, quanto scritto non rimarrebbe anonimo con l’articolo ascrivibile al Direttore della Testata definito, per l’appunto, “Responsabile”). Ed allora, perché non avviene quasi mai l’esatto contrario? Perché il soggetto protagonista dell’attacco non menziona il giornalista (o quantomeno la Testata) nelle sue invettive successive, difensive e/o offensive? Eppure appare assai evidente che, tra i due, il giornalista è sicuramente colui il quale è più leale e coraggioso tanto da firmarsi e, quindi, consapevole di esporsi a diffide o querele (più o meno temerarie, questo poi lo stabilisce il Tribunale) per il reato di cui all’art. 595 del Codice Penale (“diffamazione”, a mezzo stampa nel caso di che trattasi). Evidentemente, è chiaro che il soggetto “attaccato”, temendo stessa sorte, replichi preferendo i riferimenti ma non menzionando direttamente il destinatario aggirando così l’ostacolo reato penale? Beh, la logica suggerirebbe di si. Ed è quello che ha fatto il DG Ballarino. Questo in termini di principio.
Andando avanti, ciò che possiamo sicuramente estrarre dal successivo alternarsi di domande e risposte è sicuramente non esauriente vuoi per il non dover/poter monopolizzare il post monologo e vuoi anche per le risposte articolate ma non esaustive. Anzi: non sono solo state poco esaustive ma, a dire il vero, in talune circostanze, sono sembrate frutto di una vera e propria mancata conoscenza dell’argomento specifico di volta in volta trattato.
Quella che per noi è pressoché una certezza è la consapevolezza che La Fenice Amaranto (così hanno deciso di chiamarla, così l’hanno “battezzata” prima in sede di manifestazione d’interesse al Comune di Reggio Calabria e poi in FIGC/LND e così la chiamiamo e la chiameremo rinunciando al vezzeggiativo LFA Reggio Calabria architettato quale modesto e tardivo tentativo di imbonimento della piazza) non abbia tutti i crismi per andare da un notaio ed aprire la successione derivante dalla messa a riposo della Reggina. In sostanza, non crediamo possibile che l’attuale management abbia tutte le caratteristiche necessarie tali da sostenere il notevole peso sportivo, sociale, culturale e popolare che la Reggina aveva, ha ancora (seppur silente, ma non poi così tanto) e, presto o tardi, tornerà ad avere fragorosamente. A questo proposito, replicando al nostro intervento, in cui abbiamo menzionato l’ormai noto Business Plan le cui premesse/promesse non sono state mantenute già nei primi quasi 3 mesi di vita, il DG Ballarino ha replicato con un fin troppo semplice “Non siamo riusciti a fare la squadra femminile”. Eh no!
In verità, il Business Plan presentato il 6 settembre scorso (prot. n. 0209638) alle ore 17:43 presso l’Ufficio preposto del Comune di Reggio Calabria ed accettato e scelto dall’allora Sindaco f.f. Paolo Brunetti il successivo 8 settembre, dice anche dell’altro che non è stato mantenuto. Molto altro, a dire il vero.
“E guidi la vostra passione con la ragione, affinché la passione possa vivere ogni giorno la sua resurrezione e come la fenice risorgere dalle sue ceneri” (da “Il Profeta”, 1923, di Khalil Gibran, 1883-1931): inizia così “Il Manifesto del Piano Triennale delle attività sportive”.
Di già, nemmeno il tempo di iniziare a (ri)leggerlo ed ecco che c’è il primo obiettivo fallito:
E’ mai sembrata, quella de La Fenice, “una squadra altamente competitiva” capace di “conseguire l’accesso al settore professionistico all’esito della prima stagione”?
Ballarino, tra un argomento e l’altro, ha accennato al “Sant’Agata” la cui concessione da parte della Città Metropolitana di Reggio Calabria scadrà il 18 dicembre p.v. e non potrà più essere rinnovata. Il DG ha dichiarato come si stiano già attrezzando per far fronte al prossimo possibile sfratto atteso che il passo dell’Ente sarà quello di mettere il Centro Sportivo a bando. A proposito: La Fenice Amaranto ha presentato o no la propria manifestazione d’interesse circa l’acquisizione dell’utilizzo di “casa Reggina”? Parrebbe di no e se così fosse dove sta scritto che un bene pubblico debba essere concesso a La Fenice magari gratuitamente quindi a spese della collettività? Corsi e ricorsi storici, ci sembra di rivivere la seconda metà del 2015.
Oh perbacco! Come si vorrebbe, allora, “elevare lo stadio comunale O. Granillo e il centro sportivo Sant’Agata a veri e propri simboli di Reggio Calabria, icone di eccellenza, di passione e di comunità” se, come calendarizzato e prospettato, la cifra riferibile “per canoni e oneri di gestioni per i predetti impianti per Euro 100.000,00” appare ridicola anche a chi fa i conti con il pallottoliere o, peggio, portandosi uno alla volta le dita sulle labbra e contando?
Un altro tasto toccato dal DG è il monte ingaggi della squadra. Ed è qua che ci ha veramente colti di sorpresa, non ce l’aspettavamo a dire il vero tant’è che abbiamo avvertito la necessità di fargli una domanda ben precisa affinché ribadisse il dato dichiarato. Il dr. Ballarino ha detto che il monte ingaggi de La Fenice Amaranto è pari a quello del Trapani!!! Cosa??? Ci ascolti dottore, non si fidi più ad occhi chiusi se non di sè stesso. Non già perché i suoi collaboratori non siano preparati (magari in altri settori) ma perché le suggeriscono dati al fine unico di prendere per i fondelli i convenuti e, con essi, coloro i quali poi leggono il fedele resoconto. Se le dicono che la squadra le costa quanto costa il Trapani non faccia suo questo dato senza prima verificarlo. Se lei stesso, nel famigerato business plan scrive/dichiara che per “affrontare un campionato di Serie D di vertice possono essere previsti costi per circa Euro 1.713.500,00, considerato (quindi “incluso”, n.d.r.) tra l’altro l’obbligo di versare Euro 400.000,00 alla F.I.G.C. per poter essere ammessi al campionato” (quindi € 1.313.500,00 iscrizione esclusa, n.d.r.). Ed ancora, ricorda o no che vi è anche scritto che “L’importo più considerevole riguarderà i costi del personale, inclusi dipendenti, calciatori e staff della prima squadra (con status non professionistico) ritenute Irpef, contributi Inps e personale match day, quantificabile indicativamente in Euro 925.000,00”?
Com’è possibile allora che solo il monte ingaggi lordo sia “come quello del Trapani” ed esattamente “€ 1.060.000,00”? Lo confessi, non ci aveva pensato e lo ha fatto in camera caritatis dopo la conferenza stampa? Possibile che si sia fidato di un suo collaboratore che ha cercato e trovato in rete quel dato suggeritogli e da lei ripetuto fedelmente? Vede, dr. Ballarino, da dove deriva il nostro scetticismo nei confronti Suoi e de La Fenice? Dalla consapevolezza che abbiate la sensazione di avere dinnanzi dei “’mbuccalapuni” (se lo faccia tradurre) che, per carità, ci sono e crederebbero anche al volare dell’asino, ma che non costituiscono se non la minima parte dei tifosi. Almeno il suggeritore gliel’ha detto dove ha trovato quel dato o, semplicemente, l’ha fatto suo e magnanimamente glielo ha donato affinché lo diffondesse lei? Beh, nella fattispecie, non ha fatto una bella figura, né lei né il suggeritore. Ad ogni buon conto glielo diamo noi il dato preciso preciso con annesso link dove trovarlo: https://salarysport.com/it/football/other/trapani/
Tra l’altro, specificando meglio come si arriva al totale dei costi del personale (tutto, non solo della rosa della prima squadra) è esaustiva anche la tabella contenuta nel “Manifesto” (così l’ha chiamato, evidentemente per questo l’ex Sindaco f.f. sarà rimasto ammaliato e l’ha scelta):
Ma c’è di più: se fosse vero il dato suggeritole com’è possibile che, con un distacco accumulato di 15 punti (18 sul campo se solo il Città di Sant’Agata fosse stato più accorto) in 13 partite dalla capolista Trapani, il DT Bonanno ed il DS Pellegrino (i cui curricula riferiscono di “elevate competenze” formatesi a Catania, nel suo hinterland e… stop!) siano ancora saldamente ai loro posti e non già catapultati altrove? Beh, onestamente, spendere gli stessi soldi del Trapani e vedere loro primi e la sua squadra già senza un obiettivo nonostante sia stato disputato solo un terzo di campionato non Le farebbe ruotare/sussultare/frantumare vorticosamente i cabasìsi? E dai, suvvia dr. Ballarino!
Non vorremmo certo deluderLa, dr. Ballarino, ma qualcuno tra gli addetti ai lavori, qualificato e competente (lui si!), ha stimato il monte ingaggi della Sua squadra come oscillante tra i 4 ed i 500.000 euro. Ne vien da sé che con questo dato ecco che i conti tornano associandolo agli altri. Ma € 1.060.000,00 solo di ingaggi come le è saltato in mente di riferircelo? 360.000 € più di quanto previsto nella tabella sopra ed addirittura più del doppio di quanto stimato da chi conosce come le sue tasche prezzi e costi. E dai…
Ed ancora: com’è possibile che abbia dichiarato di aspettarsi “approssimativamente, ovviamente previo allestimento di una compagine competitiva, una presenza massiccia allo Stadio, di circa 10.000 spettatori per ogni gara casalinga, per un ricavo annuo stimabile auspicabilmente in circa Euro 490.000,00”? Osserviamo che: 1) non ha allestito una compagine competitiva; 2) non ha aperto al pubblico Tribuna Est e Nord riducendo così la capienza a 7500 posti disponibili (di cui 625 destinati agli ospiti) per cui era impossibile aspettarsene 10000 (anche se avesse avuto il Real Madrid tra le mani).
Ed osserviamo anche che il numero 7500 non è un numero a caso: è la capienza massima totale al fine di evitare l’obbligo di ingaggio domenicale degli steward (D.M. dell’08/08/2007 pubblicato sulla G.U. del 23/08/2007). Furbo eh?
Ed allora, dr. Ballarino, è ancora certo che, di quanto scritto sul “Manifesto”, avete toppato solo la creazione della squadra femminile? Su, ci ripensi e cambi risposta…
La verità è sotto gli occhi di tutti, ma proprio tutti: avete presentato il “Manifesto” il 6 settembre scorso ben sapendo che non avreste mai e poi mai potuto mantenere fede ai contenuti (millantati, evidentemente).
Lei, dr. Ballarino, sarà pur bravo ad attirare soldi ed a svolgere l’attività imprenditoriale di competenza ma, ci consenta, non lo è altrettanto a convincerci della bontà del suo fare (riferito alla sua attività nel settore calcio, ovviamente).
Salutandola ed avendo notato che Le piacciono le citazioni, La lasciamo con un aforisma di tale Graf, Arturo Graf più precisamente, la cui parola “ignoranza” La invitiamo a tradurre ed interpretare non come offesa (non è nostro costume, mai!) ma letteralmente come “non conoscenza” in riferimento al monte ingaggi de La Fenice Amaranto: “Il sapere e la ragione parlano, il torto e l’ignoranza urlano” (Arturo Graf, 1848-1913).
PS: una curiosità: ma, che Lei sappia, il Presidente Minniti parla e riesce anche ad avere una mimica facciale mutevole o è così tanto serafico da rimanere zitto ed immobile durante l’intera conferenza stampa. Non trova strano che il DG, Lei, sia di fatto gerarchicamente superiore al Presidente, lui?
(Immagine di copertina fonte Ntacalabria.it)